lunedì 26 ottobre 2015

Fighettobuonisti

“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”;
sono alcune parole di “Via del Campo“, una canzone che Fabrizio De André cantava nel lontano ’67.
Oggi abbiamo la prova della ricchezza del letame: oltre a petali e boccioli, a ben rovistare, ci si può trovare del brillante;
se non proprio diamanti, certamente luccicanti svanziche, belle monetine d’oro.

«Ora l'omicida deve PAGARE!

A Mark Gjoni e Marie non era riuscito di crescere bene il figliolo, che non si era dimostrato valore aggiunto.
Mark Gjergi si rivelò un poco di buono, un avanzo, ma di galera;
di necessità, virtù, eccoli a far tesoro del vecchio detto: “Pecunia non olet”, Il denaro non ha odore.
Se da vivo il Gjergi non contava una beata fava, che produca almeno da morto: si ricicli, a ingrassare l’asfittico portafoglio di famiglia.
Giusto per non apparire tanto sfacciati, eccoli usare la frase di rito:
«Vogliamo avere GIUSTIZIA […] se nostro figlio ha sbagliato, ha sbagliato molto di più chi l’ha ucciso.»
La ciliegina sulla torta:
«[…] ci affidiamo alle autorità italiane: siamo certi che i magistrati e i giudici sapranno dirci la verità su quanto è accaduto.»
“Autorità” e “Giudici” italioti sono famosi all’estero, per l’occhio di riguardo ai tanti piagnoni: zingari, termine altrimenti edulcorato in gitani, sinti, rom e variegate bande dell’est, alla cerca di lidi accoglienti, dove uscire impuniti.
Autorità italiane = Bancomat.
Giustizia italiana = palanche.
Il piccolo Mark, che come ogni “scarafone” è bello a mamma sua, assieme a dei complici, s’introdusse nella villetta di Vaprio d'Adda, non certo per una visita di cortesia;
Francesco Sicignano, pensionato 65enne non cercava rogne, ma quelle hanno trovato lui, nelle sembianze di Gjoni & Company, premiata associazione per delinquere.
Il copione non viene rispettato, ed è Gjoni a essere seccato.

Il “Fighettobuonista” di turno sbraita: «era disarmato!»

“Gennaio 2015: Massacrato a calci e pugni e lasciato senza vita nel bagno di casa, una villa isolata in via Mattonata, a Mentana, alle porte della Capitale. È morto così Lucio Giacomoni, settantuno anni, medico in pensione […] era riverso a terra, nel bagno, con il volto tumefatto a causa delle percosse […] fermati tre stranieri di nazionalità romena: nella casa di uno di loro sarebbero stati trovati oggetti rubati nella villa, tra cui un computer”.

Fresca fresca:
“Agosto 2015, Catania - Coppia di 70enni uccisi: lui sgozzato, lei lanciata dal balcone. Fermato un ivoriano che vive nel Cara di Mineo”.

Nell’uno e nell’altro caso, i figli di buona donna avevano usato anche le mani!
Beh, per accoppare degli ultrasettantenni, spesso basta un soffio che, se cadono, si rompono da soli.
Quelli riportati sono solo una goccia nel mare: ormai la cronaca neanche più riporta casi simili, ormai “banali", nel contesto della notizia e nell’interesse, dove il corpaccione sociale ormai si è assuefatto a simili amenità.
Della serie che fa più notizia l’uomo che morde il cane, è l’”anormalità” a far rumore: quando è la pecora che ammazza il lupo!

“La famiglia di Albano Cassol, il nomade ucciso mentre tentava di rapinare la gioielleria Zancan, a Ponte di Nanto, sta consultando un legale per costituirsi parte civile e ottenere così un risarcimento dal benzinaio Graziano Stacchio, che è intervenuto per difendere la commessa del negozio”.

Sciacalli che, non trovando a chi vendere la propria madre, cercano almeno di farlo sulla pelle dei consanguinei più prossimi.
Come i pescecani, pronti a sbranare pure il simile, solo avesse la sfiga di farsi un taglietto.
Questi per profumo di sangue; i bipedi nostri, per quello dei soldi.

C’è chi urla al Far West, allo sparo facile, al “tiro al rom(eno)/albanese/altro” e cazzate simili.
“Una donna di circa cinquant'anni è stata violentata nel corso di una rapina in villa […] alla periferia di Perugia. Nell’abitazione si trovava in quel momento anche la nipote, di pochi anni, che comunque non ha assistito allo stupro”.
L’epilogo più amato dai “Fighettobuonisti”, pronti a piangere lacrime cipollose:
“Difende la fidanzata: quattro colpi dai banditi. Rapina in villa: «La ragazza viene con noi». Lui è legato ma si ribella: lo uccidono […] scene da Arancia meccanica, in un tranquillo borgo dell'Umbria, Ramazzano, mille anime alla periferia di Perugia. Tre banditi venerdì notte arrivano alla villa di Bruno Rosi e di sua moglie Ivana. Due dei banditi sono sicuramente armati - di una 7.65 e di una calibro 9 - perché di lì a poco cominceranno a sparare”.
In casa, non erano soli.
“Bruno Rosi e sua moglie hanno ospiti a cena: c'è il loro figlio Luca, trentotto anni, che ha preso il posto del padre in banca, all'Unicredit. C'è poi la sua bella fidanzata Mary, trentaquattro anni, alta, magra, capelli neri, cassiera all'Eurospin di Ponte Felcino. E infine c'è il piccolo Lorenzo, di otto anni”.
Arrivano gli “ospiti”.
“[…] i banditi sfondano la portafinestra della cucina, sul retro. Sono vestiti di nero, con i guanti e i passamontagna e i due con la pistola cominciano a sparare dentro il camino acceso, per terrorizzare i presenti. «Questa è una rapina», gridano con un forte accento dell'Est Europa”.
Questo è il VERO FAR WEST!
Fatto quel che dovevano fare “[…] i tre CHIEDONO A MARY di seguirli […] Al ragazzo, però, viene in mente lo stupro”.
Oggi Bruni non è più tra noi: alla reazione, lo freddano come un cane.
I “Fighettobuonisti” trassero dal repertorio, tagliando cipolle per lacrimare, battendosi il petto e strappandosi i capelli.
Fa chic, è elegante e si sentono migliori, quasi “umani”, differentemente dai trogloditi come me, che menano di clava.
Sono bravissimi a fare i froci con il culo degli altri!
Fino a che non capita a loro o ai propri cari, a essere (ab)usati.
Allora invocano la bomba atomica, la pena di morte, la bollitura nell’olio.
Grunf!
In profonda fase di regressione, grugnendo, mostro la fronte bassa e ripida, l’arcata sopraccigliare molto sviluppata, il naso grande e largo, spiovente, con prognatismo e mento sfuggente, rientro nella mia spelonca.
Dove ho lasciato la clava… ah, eccola, la mia fedele compagna, sotto il sasso che mi fa da cuscino.
Grunf… ronf… ronf!!


Io,  secondo me... 26.10.2015

lunedì 19 ottobre 2015

L’alieno
L’Alieno… così Oriana Fallaci chiamava il tumore che la stava divorando.
Anche noi abbiamo il nostro alieno, che ci consuma pazientemente dalle budella, partendo dal ventre molle.

“Qualcuno obietterà: l’Occidente non starà guardare e interverrà, quasi a dare l’impressione di un gigante, che ancora scaccia delle mosche fastidiose, ma al momento giusto le schiaccerà.
Ci penseranno le cellule dormienti, svegliate all’occorrenza, a rintuzzare l’attacco.
Con pazienza, le pedine sono già state disposte e lo scacchiere europeo sarà messo a ferro e fuoco, con azioni sincronizzate […] l’ISIS ormai è un CANCRO, che ha già prodotto METASTASI”.
Ebbene sì, mi cito, sperando di essere smentito dai fatti, vittima di una sonora sbronza e cantonata.

L'Isis incita i palestinesi: “Messaggio ai mujahideen di Gerusalemme, decapitate gli ebrei”!

Ecco spuntare anche il manuale “For Dummies, per negati: sui Social Network le istruzioni per decollare e non certo in aereo.
La brava Fiamma Nirenstein illustra la fase chirurgica, del come si uccidono maiali, cani e porci, come ANCHE NOI per quei macellai:
“[…] si presenta uno schema scientifico del corpo umano e si indica bene la giugulare: a destra, se colpita, dà solo un minuto di vita […] colpire la testa, poi girare il coltello e dopo estrarlo […] inzuppa il coltello nel veleno così, anche se il pugnale non uccide, il veleno lo farà”.

«Decapitate gli ebrei!»
Eccotelo lì, l’Abu Bakr al-Baghdadi, che non gli pare vero di avere trovato un panetto così burroso, dover affondare una calda lama.
Il Califfato, sua creatura, di cui è illuminata guida ha una capitale, Al-Raqqa, batte moneta, il Dinaro dello STATO Islamico, suona - e pure ce le suonerà - un proprio inno nazionale e un proprio motto:

Bāqiya wa Tatamaddad… CONSOLIDAMENTO ed ESPANSIONE.

Più chiaro di così… si muore!
Solo da noi regna la calma dei fessi, come nell’occhio del ciclone:
“Gli sbarchi di migranti non sono un problema per quanto riguarda il terrorismo di matrice islamica”.
Renzi come Alfano: «Nessun jihadista sui barconi!»
Ricordo e riporto lo scritto di Fausto Biloslavo, penna illustre de “Il Giornale” e l’articolo del 17 aprile:
“[…] li hanno buttati in pasto ai pesci, perché erano cristiani. Dodici disgraziati, con l'unica colpa di credere in Gesù, sono morti annegati dopo essere stati scaraventati in mare dai compagni musulmani di viaggio […] la strage è stata provocata dall'odio religioso”.
Quelli che hanno fatto questo, sono poi sbarcati allegramente sulla nostra terra e ora sono a spasso, liberi di ricongiungersi ai (com)pari loro, che li hanno preceduti e ancora prossimi a venire, per ingrassarne le file.
“[…] non sono un problema per quanto riguarda il terrorismo di matrice islamica”!
Tranquilli, lo dicono i nostri profeti: il Yul Brynner prestato alla politica, il caro “Angelino” Alfano;
e pure Renzi, che gli lustra la capoccia e, tra i riflessi, applicando l’antica arte della divinazione, vi legge un futuro colorato di rosa.
MI ripeto e ripropongo: l’Occidente ha una banda di ciechi e “minus habentes” mostruoso, in politica estera e conoscenza del nuovo corso degli avvenimenti e dell’evoluzione in Medio Oriente.

Messaggio alle pedine, già disposte sullo scacchiere europeo, da Londra a Parigi, da Madrid a Roma…
 «Mujahideen di tutto il mondo, unitevi! Decapitate gli infedeli!»

Ogni assassino allora uscirà dall’ombra: nelle scale, sugli ascensori, nelle portinerie e nelle cantine, nei negozi, in asili e scuole, nei cinema e nel momento del cazzeggio dei nostri fine settimana e risponderà al richiamo.
L’interruttore da OFF a ON: il burattino si attiva.
Così sarà in Inghilterra, in Spagna, in Francia, a destra e a manca, di sopra come di sotto l’Eurabia capirà quello che succede in Israele ora, pagando sulla sua pelle viltà, ipocrisie e cecità.
“Il Profeta […] dichiarò: L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno […] si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: o musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me, vieni e uccidilo”.
Ritorno ancora sulle mie parole, a costo di essere fastidioso.
Una bandiera nera… sopra il vessillo, la scritta in bianco, la Shahada, la professione di fede della religione islamica:
“Testimonio che non c’è divinità se non Dio (Allàh) e testimonio che Muhammad è il suo Messaggero”.
La seconda parte della Shahada è scritta sulla bandiera dell’Isis, all’interno di un cerchio bianco:
rappresenta il sigillo del profeta.
Secondo la tradizione Maometto avrebbe firmato così le lettere inviate ai primi califfi, così come i documenti ufficiali da lui scritti.
Al-Baghdadi - il vero EREDE DEI PRIMI CALIFFI ISLAMICI - ha voluto una scritta che richiamasse in modo esplicito l’antica grafia musulmana utilizzata al tempo di Maometto.
Una bandiera nere, una scritta, quello che non è più in sogno: in hoc signo vinces!

Imposto il navigatore: distanza Italia-Israele 2.279,48 chilometri…

Buonanotte Italiota penisola: Yul Brynner e il socio ci rimboccano le coperte e cantano la ninna-nanna.
Israele, così lontana, così irreale… così sacrificabile.


Io,  secondo me... 19.10.2015

giovedì 15 ottobre 2015

CUL tura palestinese
«Modè anì… io Ti ringrazio.
Al risveglio, Eitam Henkin avrà sicuramente pronunciato le prime parole della preghiera del mattino.
«Modè anì» avrà sussurrato anche sua moglie, Na'ama.
«B'ezrat HaShem» ovviamente: con l'aiuto di Dio.
A Dio piacendo… ma non ai vari Muhannad Halabi, Ahmed al Hirbawi, Shadi Dawla, Nabil Sharaf, Mohammed al Raqab, Adnan Abu Alian e via dicendo;
fortunatamente i più, accoppati, come meritano cani rognosi sguinzagliati per sbranare.
Eitame e Na'ama non potevano sapere che sarebbe stato il loro ultimo giorno.
L’elenco sarebbe lungo, anche perché tanti mezzi d’informazione sono prodighi nel dare nome, età e sesso dei macellai; la scolorina invece per le loro vittime.
Sfortunati giovani e vecchi, mamme e bambini capitati sulla loro strada: sgozzati e sbudellati alla rinfusa, solo perché ebrei.
Non vi sono dubbi su chi sono gli aggressori, chi gli aggrediti.
«Mazal tov» una buona stella auguro a Èretz Israèl, alla terra di Israele e alla sua gente;
Quella e il Magèn David, lo Scudo di Davide spero veglino su loro, da qui all’eternità.
A percuotere lo scudo di Israele comincia Ismail Abdel Salam Ahmed Haniyeh, leader di Hamas, l’Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya: il Movimento Islamico di Resistenza, nato nel 1987come braccio operativo dei Fratelli Musulmani.
Il tipo, per proteggersi il culo, vive in Qatar. A Gaza è di passaggio, giusto il tempo di gettare il fiammifero nella polveriera.
Durante la preghiera settimanale del venerdì, in una moschea, lungi dall’essere l’una e l’altra parola e luogo di pace, nel nome di Dio, per delega ricevuta, si dichiara guerra.
«Chiediamo di rafforzare l'intifada, è la sola via che porterà alla liberazione. Gaza farà la sua parte nell'intifada di Gerusalemme ed è più che pronta allo scontro!»
Dato l’avvio, partono i pappagalli.
Il sindaco di Gerusalemme esordisce di suo con un bel «Uscite di casa armati per difendervi!»
Per “difendersi” un “rincopalestinese” ferisce una donna e un bambino di due anni;
due "pirlopalestinesi" salgono su un autobus e sparano sui passeggeri, provocando numerosi feriti e due morti;
Sempre per “difendersi”, un altro con il cervello all’ammasso si è lanciato con l’auto contro dei pedoni, poi, sceso dalla vettura, ha cominciato a menare fendenti con il coltellaccio: si contano numerosi feriti e una vittima.
La “difesa” continua e ogni azione pare la fotocopia delle altre: coltelli e pietre la fanno da padrone.

“Tu sei buono e ti tirano le pietre /…/ qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, sempre pietre in faccia prenderai”.

Non posso fare a meno di richiamare alla memoria la canzoncina del cantante francese Pierre Antoine Muraccioli, in arte Antoine.
La figura più pietosa e da miserabile la fa Mahmud Abbas, meglio conosciuto come Abu Mazen, Presidente della Palestina e dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina.
Nel mazzo di carte ormai è in due di picche a Briscola: serve solo da paravento per noi, l’Occidente cretino che s’illude che dal corano possano nascere colombe e che esistano dei “moderati” con cui dialogare di pace, quando più facile mungere latte dalle galline!
«Noi benediciamo ogni goccia di sangue versata per Gerusalemme... ogni shahid raggiungerà il paradiso, la moschea di Al Aqsa è nostra, nostra la Chiesa del Santo Sepolcro, ed essi non hanno diritto di dissacrarle con i loro piedi sporchi!»
Cosa non farebbero, se solo - disgrazia volesse - ne avessero i mezzi?
Lo Statuto di Hamas propone la cancellazione dello Stato di Israele e la sua sostituzione con uno Stato islamico palestinese.
La stessa Carta dichiara che "non esiste soluzione alla questione palestinese se non nel jihad”.
La carta costitutiva, scritta nel 1988, denuncia chiaramente il suo abbietto obiettivo: sollevare la bandiera di Allah sopra ogni pollice della Palestina; la cancellare lo Stato di Israele!
Verba volant, scripta manent: le parole volano, gli scritti rimangono.
 “[…] la TERRA DI PALESTINA È UN BENE INALIENABILE, islamica affidata alle generazioni dell’islam fino al giorno della resurrezione. Non è accettabile rinunciare ad alcuna parte di essa. Nessuno Stato arabo, né tutti gli Stati arabi nel loro insieme, nessun re o presidente, né tutti i re e presidenti messi insieme, nessuna organizzazione, né tutte le organizzazioni palestinesi o arabe unite hanno il diritto di disporre o di cedere anche un singolo pezzo di essa […] chi, dopo tutto, potrebbe arrogarsi il diritto di agire per conto di tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio? Questa è la regola nella legge islamica (shari'a), e LA STESSA REGOLA SI APPLICA A OGNI TERRA CHE I MUSULMANI ABBIANO CONQUISTATO CON LA FORZA, PERCHÉ AL TEMPO DELLA CONQUISTA I MUSULMANI LA HANNO CONSACRATA PER TUTTE LE GENERAZIONI DELL’ISLAM fino al giorno del giudizio”.
Articolo 11 dello statuto.
Della serie: con il piscio hanno marcato i territori e, anche se scacciati, prima o dopo si ripromettono di riprenderli.
Per i sognatori d’Occidente, per i “pacifessi” e i buonisti con le farfalle nel cranio:
“Benché […] molti ostacoli siano stati posti di fronte ai combattenti da coloro che si muovono agli ordini del sionismo, così da rendere talora impossibile il perseguimento del jihad, il Movimento di Resistenza Islamico ha sempre cercato di corrispondere alle promesse di Allah, SENZA CHIEDERSI QUANTO TEMPO CI SAREBBE VOLUTO”.
Il mezzo:
“Il Profeta […] dichiarò: L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno […] si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: o musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me, vieni e uccidilo”.
Articolo 7.
Da leggersi in senso lato: cani, porci e scimmie (saremmo noi) sono compresi nella mattanza.
Israele non è altro che la propaggine più incuneata: quel che frulla in testa è chiodo fisso, dove non vi sarà mai pace: magari dovranno fermarsi, per riprendere fiato o leccarsi le ferite, ma sono programmati, come la lavatrice o la lavastoviglie.
Se non gli si stacca la corrente, il lavaggio continuerà, fino alla “pulizia” totale… etnica.
Israele oggi è un laboratorio in miniatura, dove si fanno prove di sterminio: in piccolo come in grande.
Fiamma Nirenstein, fresca ambasciatrice di Israele in Italia, ammonisce e da esempio di ciò che farebbero se ne avessero modo e forza.
Ricorda la famiglia Fogel, sterminata a Itamar nel 2011: padre, madre, i bambini di tre mesi, tre anni, undici anni. Hanno tagliato la gola a tutti.
Un domani non tanto lontano, toccherà al letargico Occidente fare i conti con costoro e a doversela vedere con bestie simili, rasente i nostri muri e dietro gli angoli, con il coltello tra i denti o la pietra da spaccarci in testa.
Fresco di giornata, la notizia ce la presenta il nostro Magdi Cristiano Allam:
“In Francia uno studente di quindici anni, al grido di ‘Allah Akbar’, ha sparato e ucciso il professore di fisica […] voleva rubare l’auto dell’insegnante ucciso per schiantarsi poi contro il locale commissariato di polizia. Il suo obiettivo era quello di morire come martire”.
Domanda (ma grida nel deserto, nel modo delle tre scimmiette, quelle del “non parlo, non sento, non vedo"):
“[…] forse che Maometto non ha sgozzato e decapitato i miscredenti? Forse che gli imam dai pulpiti delle moschee non istigano a uccidere i miscredenti? Forse che dai siti e profili in Rete i predicatori d'odio islamici non legittimano l'uccisione dei miscredenti”?
Per ora, sono avvisaglie, refoli d’aria che precede l’uragano.
La morte ci coglierà nel sonno, quello profondo che c’è compagno.
Ci nasconderemo dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: o musulmano, o servo di Allah, c’è un infedele nascosto dietro di me, vieni e uccidilo!
 “Tu sei bello e ti tirano le pietre / tu sei brutto e ti tirano le pietre.
E il giorno che vorrai difenderti vedrai / che tante pietre in faccia prenderai!
Sarà così finché vivrai Sarà così”!
«Modè anì!»
Anch’io Ti ringrazio o mio Signore, per tutti i giorni che potrò svegliarmi e vedere l’alba di un nuovo giorno.

Am israel chai ve chaiam: il popolo d’Israele vive e vivrà!


Io,  secondo me... 15.10.2015

martedì 13 ottobre 2015

Rincobama

Una dozzina di carri T-90, almeno due di cacciabombardieri, elicotteri da combattimento MI-28, un pugno di uomini decisi… e tante, ma tante mazzate!
Tutto l’apparato per asfaltare: spappola, pialla disinfesta e infila supposte esplosive nel posto giusto, assegnato loro per natura.
Niente a che fare con i fighetti francesi, affetti da perenne e senile “grandeur”, che giocano con gli aeroplanini, per bombardare solo un campo di addestramento dell’ISIS in Siria.
Lo stesso effetto della puntura di una zanzara sul culo di un rinoceronte.
Tolta l’inutilità della passerella del cicisbeo, cavalier servente della prima…”donna” Obama, siamo al ridicolo.
dove manca poco che i signori dell’ISIS mostrino con disprezzo pure le terga, ai possenti volatili che hanno demolito qualche casetta di fango e paglia.
Si può perdere una battaglia, forse l’intera guerra, ma il ridicolo è l’umiliazione del gigante Golia che, tolta l’imponente corazza, mostra un misero pisello.
Diverso per le armate del russo, che se non stai attento, te lo mozza!
«Il problema è Assad […] le sue brutalità contro il popolo […] deve finire. Iran e Russia sono le ragioni per le quali è ancora al potere.»
Il Presidente degli stati Uniti, Barack “Hussein” Obama, oca giuliva, starnazza e solleva polveroni, nell’aia di casa sua.
Lo stratega da Risiko è convinto che, togliendo il Bashar al-Assad, tutto si sistemi e l’ISIS – Is, Isil o Daesh che dir si voglia - con l’Abu Bakr Al Baghdadi sparisca, come l’incubo al risveglio.
In Tunisia Zine El-Abidine Ben Ali, in Egitto Hosni Mubarak, in Libia Muhammar Gheddafi… la loro rimozione ha scardinato l’intero fronte nordafricano, dove le derive, ove non corrette, hanno favorito l’insorgere e il crescere di movimenti di fanatici fondamentalisti.
Il verminaio che covava sotto dimostra quanto i “dittatori” fossero invero crudeli custodi di feroci bestie che, una volta liberate dalla catena hanno cominciato a sbranare tutt’attorno, per radicata natura e inclinazione.
Sotto la spinta dei predatori era prevedibile che i pacifici erbivori migrassero, in cerca di pascoli più sicuri, saturandone di già densamente occupati, creando scompiglio in un tessuto sociale già duramente provato da pesanti carestie economiche;
dediti ognuno a cercare di fottersi l’un con l’altro, nel tentativo di stare a galla con i piedi ben piantati sulla testa di chi sotto.
I nuovi arrivati si porteranno appresso pure quelli che di loro si cibano, conducendo anche le volpi nel pollaio, che già fuma di suo, non d’incenso ma d’incendio.
Vogliamo dare uno sguardo d’insieme, magari a dilungarci, ma avendo le idee più chiare dell’”Hussein” Obama e di come un Putin sia più adatto a prendere in mano il pallino… o la bombarda?

SIRIA: oltre all’onnipresente - e quasi onnipotente - Isis, fa comunella il Fronte Nusra, la Brigata Tawhid, l'Esercito dell'islam e il gruppo Ahrar al-Sham e, coagulati in un famigerato Fronte islamico: Ahrar al-Sham, la brigata Tawhid e l'Esercito dell'Islam. Lo Stato islamico c’è, di fatto.
NIGERIA: Ecco far… capolino, Boko Haram, attiva fin dal 2002, che trova oggi buon gioco a volere creare un suo Stato islamico. Oltre a rapire damigelle, per sollazzare il dolce augello dei suoi sicari, semina teste e membra in ogni dove, nel tentativo di sradicare la peccaminosa cultura occidentale.
Pare che la domanda di adesione e sudditanza di Boko Haram sia stata accettata;
Dalla cronaca:
“[…] il leader di Boko Haram Abubakar Shekau, apparve in un video in cui annunciava l’adesione del suo gruppo al cosiddetto Stato Islamico e al suo leader, Abu Bakr al-Baghdadi, conosciuto dai suoi seguaci come “Califfo Ibrahim” dopo essersi autoproclamato unico leader legittimo dei musulmani”.

SOMALIA: - Nella regione è al-Shabab, quello che aveva rivendicato l'attacco in Kenya al centro commerciale Westgate a Nairobi, nel 2013.
Sempre spulciando i giornali:
“[…] Il gruppo continua a essere fedele ad al-Qaeda combatte contro il governo somalo sostenuto dall'Onu”.
EGITTO: - Nel Paese opera il gruppo Ansar Bayt al-Maqdis, noto come Ansar Jerusalem che mostrò un video in cui furono decapitati quattro egiziani; ha rivendicato la responsabilità attacchi avvenuti nel Sinai contro la polizia e l'esercito”.
LIBIA – Qui imperversa Ansar al-Sharia, una milizia islamista che, come molti altri gruppi terroristici islamici, punta all'applicazione della Sharia, attivo soprattutto a Bengasi. Pare sia responsabile dell'attacco al consolato statunitense a Bengasi, dove accopparono l'ambasciatore “iùessei” Christopher Stevens.
AFGHANISTAN E PAKISTAN: Qui ci stanno i talebani, che si ripromettono, una volta arrivati al potere, di applicare la Sharia. Appena gli americani se ne andranno, faranno presto a mettere in pratica il loro intento. La guerra di logoramento che stanno portando pazientemente avanti, prima o dopo darà i suoi frutti, facendo ritirare il nemico per sfinimento. Poi, un bagno di sangue.

AL-QAEDA, anche se un poco oscurato dall’estremo fulgore dell’ISIS, opera nella Penisola Arabica e nello Yemen; è considerata la branca più pericolosa di al-Qaeda al mondo. Radicata nell'est dello Yemen, e coinvolto in diversi attacchi ad alcuni stabilimenti petroliferi stranieri. Scopo: costituire un califfato islamico e, dunque, di far cadere sia l'attuale governo yemenita che la monarchia saudita.
Se non è zuppa, è pan bagnato: dovunque ci si giri, si vedono i fallimenti dello spilungone americano che, come si dicono a Milano, è “Grand, gross e ciula”… grande grosso e stupido!
In mezzo a questa armata Brancaleone, fortuna vuole che si muova un Putin: forse non un esempio di mitezza e democrazia, ma la purga giusta per un intestino bloccato.
Forse, a voler sperare in meglio, anche la Cina potrebbe far fronte comune.
Nessuno di loro si dedica a cazzeggi mentali, ben consci di non dover esportare nessuna democrazia del menga, che contro bestie che sgozzano e decapitano non serve.
La bella portaerei Liaoning dei gialli, con i cacciabombardieri cinesi Shenyang F-15 sarebbero una manna… dal cielo.
Dall’inizio della crisi siriana, nel marzo 2011, le posizioni di Russia e Cina hanno sempre coinciso convinti che la comunità internazionale debba rispettare la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale della Siria.
Cinesi e russi hanno una comune preoccupazione, come riportate da fonti ben documentate:
“[…] la partecipazione di una cifra stimata attorno al migliaio di cittadini cinesi alle avventure militari e politiche del califfato di Abu Bakr al-Baghdadi - si tratta di musulmani di etnia uigura della regione dello Xinjang - con possibile ricaduta di attività jihadiste sul territorio cinese: la stessa preoccupazione che i russi nutrono riguardo ai combattenti ceceni e di altre etnie del Caucaso, divenuti militanti dell’Isis e di Jabhat al Nusra”.
Davanti a un nemico comune, si accordano: il rincoglionito americano, il “Rincobama”, va a farfalle.
L’intervento russo in Siria ha dimostrato l’incapacità di Obama e degli europei, rimettendo Mosca in corsa, come potenza globale.
E un messaggio agli alleati: noi resteremo sempre fedeli e vi difenderemo. Obama “Hussein”, la banderuola, no!
La premiata “fighetteria” francese messa all’angolo, dove si nasconde la polvere;
e pure a far compagnia, l’ondivago Cameron, un momento pronto ad aperture nei confronti di Assad, dopo, a fare il duro e rigido difensore della democrazia e a chiedere la cacciata del tiranno;
vogliamo poi mettere la faccia ebete e meravigliata del Segretario di Stato J.f. Kerry, incapace di giustificare lo stato di confusione in cui versa l’Amministrazione di “Rincobama”?
Stupidi a dr poco, che hanno sottovalutato pericolo e conseguenze del far troppo crescere una belva sanguinaria, cretini convinti addirittura di poterla cavalcare, magari per tamponare le ambizioni dell’Iran, altro bubbone che non hanno saputo affrontare per tempo.
Ed ecco che, quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare e Putin affonda il coltello caldo nel burroso Rincobama.
Una buona analisi (articolo di Andrea Marcigliano - su il Giornale) vede:
“[…] Putin, politico fine e stratega dalla visione ampia. Una diversità radicale dai suoi omologhi occidentali, soprattutto dal miope e perennemente indeciso Obama […] ha visto l’opportunità per scompaginare i giochi degli equilibri internazionali e dare finalmente al Cremlino quel ruolo determinante nel Mediterraneo […] prima di muovere le sue truppe, ha tessuto una complessa rete di relazioni con Egitto, Turchia e Israele […] mettendo in sicurezza la costa siriana e in particolare la regione di Latakia - popolata da alawiti fedeli ad Assad - rafforzando le basi russe nel Mediterraneo, dove la presenza della flotta del Cremlino minaccia di sostituire, nel breve o medio termine, la VI Flotta statunitense […] trovando e fornendo appoggio con l’egiziano Al Sisi - che sta reprimendo con durezza i movimenti radicali salafiti di ogni estrazione - sia con le preoccupazioni di Bibi Netanyahu, per il quale Al Baghdadi e Al Zawahiri rappresentano la padella e la brace, e che vede come il fumo negli occhi l’ambigua politica mediorientale di Obama. Al leader israeliano, poi, Putin sembra aver garantito di spendersi per depotenziare la minaccia rappresentata dalle milizie di Hezbollah, che sono sue alleate in Siria, dalla parte di Assad, contro l’Is”.
Ciliegina sulla torta:
“[…] a Erdogan garantirebbe, oltre ad un fondamentale accordo per il transito in territorio turco delle pipeline provenienti dalla Russia, di impedire la nascita di uno stato indipendente nel Kurdistan siriano”.
Un genio!
“Rincobama”, a confronto, fa la figura del brufoloso adolescente che gioca con la Playstation!
La talpa americana, nel tentativo di vederci chiaro, è entrato nella polveriera con il cerino acceso.
Spero che Putin abbia tanto per soffiare sullo zolfanello.


Io,  secondo me... 12.10.2015

venerdì 9 ottobre 2015

Osi seghe mentali
L'Angelo apparve a Giuseppe e gli disse:
«Tu (ab)usi e osi seghe mentali: alzati, prendi con te penna, fogli e calamaio e fuggi: in acme, esso roghi prepara per te!»
Angelo… amico caro, compagno di bisbocce del sabato sera, al circolino della briscola e del Lambrusco.
Biascica e parla così, già al quarto bicchiere di Barbera.
Come per la sibilla, va interpretato, ma il divinatorio mi sta dicendo che vede il fumo della pira dei miei scritti.
«Ussìgnur!»
I miei preziosi appunti del sabato sera, frutto di nottate di piccolo scrivano passate al Bar Sport, rischiano il fumo!
“Un grido è stato udito sino a ROma
un pianto e un lamento grande:
Beppe piange i suoi fOgli
e non vuole essere consolato
perché non sono più”.
Matteo 2, 16-18.
Mentre mi strappo le vesti e vado di geremiadi, butto l’occhio sulla schedina del Lotto, dell’altro compare di bevute: spesso c’azzecca.
Leonardo, che va a grappa, fatto il pieno sbotta nell’amenità di un altro, che di cognome faceva Da Vinci: un testone grande così.
“Il foco è da esser messo per consumatore d’ogni sofistico e scopritore e dimostratore di verità, perché lui è luce, scacciatore delle tenebre occultatrici d’ogni essenzia”.
‘azzarola… il Da Vinci andava a candele, oggi c’è la luce elettrica: proprio con le mie pagine devono far “foco”, per vederci chiaro?
«Beppe, scendi dal tavolo e smettila di gridare “al fuoco, al fuoco!” ogni volta che vedi un poco di fumo e vedere il diavolo come l’eterno piromane!»
Eccolo lì, il Lucio Ferro, venditore di pentole senza coperchio.
«Non sei tu l’anima(ls) della compagnia» spara sghignazzando.
Quei suoi giochini di parole mi fanno proprio incazzare: è invidioso… vorrebbe esser lui a tener banco, al Bar Sport.
Ma ha fatto i conti senza l’oste: difenderò la cantina fino all’estremo.
Tu es Beppus et portae inferi non praevalebunt …tu sei Beppe e le porte dell’inferno non prevarranno!
Le nostre damigiane non si toccano.
L’Angelo, il Matteo e il Leonardo terranno fermo l’empio, mentre lo esorcizzerò, cospargendolo di Bonarda!
«Esci da lui, principe degli astemi!
La formula di Bacco sortisce effetto: Lucio Ferro si contorce, fumigando sotto le gocce dell’aspergillum intinto nel… di-vino nettare.
Mentre, madido di sudore, percuoto il capo dell’indemoniato con l’aspersorium, da quell’immondo corpo posseduto dal malefico, escono invettive e orrende bestemmie.
«Il diavolo non esiste! Lucifero non esiste, maledetto d’un Beppe: l’unico fumo che esce è dal tuo cervello!»
Nel sacro tempio del Bar Sport, nel giorno santificato del sabato, la cruenta lotta del bene contro il male continua.
Matteo, finito di dare i numeri del Lotto, sbotta:
«Ci sono guerre e rumori di guerre, si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi; e questo è solo l’inizio; vi consegneranno ai supplizi, vi uccideranno e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome; ed essi si tradiranno e odieranno a vicenda. Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti… ‘so ‘azzi vostri!».
Abbracciato al barilotto vuoto del Chianti, il fumo dell’alcool è entrato in lui.
«Taci, complottista: tu farnetichi! Sia purificato con l’acqua!»
Bestia, che bello sentirsi l’anima della compagnia, padrone di una manica di fulminati dall’alcool!
«Beppe, “gnùrant”!» urla il Ferro, che sta per essere scarnificato dal sulfureo abitatore della sua carcassa.
Intanto, al posto della partita, il Leonardo ha acceso la televisione, incantato dalla presentazione del Sinodo di porporati, che si riuniscono per parlare di come esporsi in un mondo non più penitente ma… gayo.
Puff… Puffff… Puf…ufff… uf…fff
Deve essere della de-ratizzazione, il tipetto che passa con la pompetta e fumiga i locali dell’incontro.
Come per gli idraulici, li chiami oggi e arrivano quando gli fa comodo.
Addirittura per la disinfestazione, chiamò l’allora Papa paolo VI!
Puff… Puffff… Puf…ufff… uf…fff
Antipatico, il figuro: dalla faccia ingrugnita, dev’essere uno cui non piace che gli calpestino la coda.
«Papà… papà aiutami» implora Ferro, vedendo sullo schermo il fumista, che porta un bel paio di calze di lana… caprina, mentre zoccola.
Dev’essere benvoluto però: molti di quelli con lo zuccotto rosso in testa lo abbracciano e lo baciano, quando addirittura non parte una bella pacca sulle spalle.
Meglio restare nel mio brodo: qui, al Bar Sport, sono come un dio: fuori… una beata fava!
O tempora, o mores… che tempi: non c’è più religione!

Facciamoci due risate; da buon giullare di penna, mi auguro d’aver rallegrato il mio pubblico.
 Almeno, quello da Bar Sport.


Io,  secondo me... 09.10.2015

lunedì 5 ottobre 2015

Zi(m)bello
Una premessa: giuro che avrei voluto esser breve, ma la materia non lo consente, quindi… lasciate ogni speranza o voi che entrate nel mio delirio.
«Attraverso qualche fessura, il fumo di Satana è entrato nella Chiesa!»
Era il 29 giugno del 1972, quando papa Montini parlò del nemico di Dio.
Quella fessura è diventata una voragine e mai come oggi si vedono gli effetti della sulfurea nube.
Sicut deficit fumus, deficiant… come si disperde il fumo, tu li disperdi.
Povero Padre Amorth, decano degli ormai quasi estinti esorcisti;
ormai anche il demonio ha i suoi e il loro anatema è forte.
«Ordo ab Chao!»
Ordine dal caos. Funziona.
«Exsurgat Deus et dissipentur inimici ejus: et fugiant qui oderunt eum a facie ejus!»
Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano; e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
«Ordo ab Chao!» rispondono gli amici del Grande Cornuto.
E il casino fu.
La famiglia è sotto assedio, le sue radici minate.
La Nazione, l’identità cancellata, per arrivare all’asfaltatura: unico stato, unica nazione, unico capo.
Peggio: UNICA RELIGIONE!
Per arrivare a ciò, ognuno dovrebbe portare il proprio cervello all’ammasso, ricevendo in cambio un interruttore: on-off… acceso, spendo.
Via le radici cristiane, dio (scritto in minuscolo) è nulla: la nuova divinità si chiama Mercato (in maiuscolo).
Ordo ab Chao, ordine dal caos è il mantra della Massoneria, ma se il nome non piace, ognuno lo sostituisca con cosa meglio crede: rimane la sostanza; resta il progetto, seguito dall’odore mefitico che scopre chi fa le pentole.
Sperando ancora che non gli riescano i coperchi, come si usava dire dei limiti del “portatore di luce”… Lucifero.
Albert Pike è stato uno dei più illustri e famosi capi della Massoneria di Rito Scozzese.
Ricoprì la funzione di Sovrano Gran Commendatore dal 1859 fino alla sua morte, nel 1891.
In un discorso del 1889, tenuto in Francia, agli alti gradi della Massoneria, il “generale” Pike disse:
«Ciò che dobbiamo dire alle folle è che […] la religione massonica dovrebbe essere mantenuta, da tutti noi iniziati degli alti gradi, nella purezza della dottrina luciferina. Lucifero è Dio e SFORTUNATAMENTE anche Adonai è Dio. Per la legge eterna, per cui non v’è luce senza ombra, bellezza senza bruttezza, bianco senza nero, l’assoluto può esistere solo come due divinità: essendo l’oscurità necessaria alla luce per servirle da contrasto…”
Leggiamo di lui, senza scordare da che fonte attinge.
“Nel 1871 scrisse una lettera, in cui esponeva chiaramente gli scenari che si sarebbero dovuti verificare con le TRE guerre mondiali: La prima […] deve essere determinata per consentire agli Illuminati di distruggere il potere degli Zar in Russia e di rendere quel paese una fortezza del comunismo ateo […] che sarà sviluppato e usato per distruggere gli altri governi e per indebolire le religioni”.
Agghiacciante il continuo:
“La seconda guerra mondiale deve essere fomentata approfittando delle differenze fra i fascisti e i sionisti politici […] in modo da distruggere il nazismo e che il sionismo politico sia abbastanza forte da istituire uno stato sovrano di Israele in Palestina”.
Della serie non c’è due senza tre:
“La Terza guerra mondiale deve ESSERE FOMENTATA approfittando delle differenze causate DAGLI AGENTI DEGLI ILLUMINATI fra i sionisti politici e i capi del mondo islamico […] in modo tale che l’Islam e il sionismo politico si distruggano reciprocamente [...] le altre nazioni, una volta di più divise su questa circostanza saranno costrette a combattere fino al punto di un completo esaurimento fisico, morale, spirituale ed economico“.
Ordo ab Chao.
Per arrivare all’ordine dal caos, si deve appunto creare disordine… nelle menti e nei cuori, prima di tutto.
L’uomo è debole e i suoi anticorpi crollano, quando gli s’infligge umiliazioni e sofferenze, che creano incertezza, PAURA e il colpo finale: alla RASSEGNAZIONE seguiranno perdita di speranze, rinuncia a propri sogni e aspirazioni, a costruirsi una famiglia, vero collante della società.
Via il concetto NATURALE di mamma e papà, da mettere in ombra;
riferimenti polverizzati, da immolare al caos.
Perfette menti in frantumi, da ricondizionate nell’Ordine post-caos.
Disperati, come chi annega, ci si aggrapperà alla prima mano che si allungherà;
si prende, fosse anche il braccio dell’amico “illuminato” di Albert Pike, la “lampadina” fulminata del Paradiso: il caro Satanasso.
Alla domanda terribile «Qual è il più grande successo di Satana?» padre Amorth rispose così:
«Riuscire a far credere di non esistere […] che l’inferno non c’è e il peccato nemmeno, ma è solo un’esperienza in più da fare. Concupiscenza, successo e potere sono le tre grandi passioni su cui Satana insiste. All’interno della Chiesa abbiamo un clero e un episcopato che non crede più nel demonio […] e nel conseguente bisogno dell’esorcismo.»
Infatti, prosegue:
«[…] ci sono nazioni completamente prive di esorcisti, come la GERMANIA, il cui episcopato scrisse una lettera l’allora cardinale Ratzinger: non occorreva un nuovo Rituale, perché non si doveva più fare gli esorcismi.»
In barba a ciò che disse Giovanni Paolo II:
«Chi non crede nel demonio non crede nel Vangelo.»
Via la fede, il vuoto lo riempie la superstizione: la gente si getti tra le mani di maghi e cartomanti, mentre prosperano le sette sataniche.
Il culto del demonio con promessa di paradiso in terra, del “tutto e subito” è reclamizzato, con esaltazione della magia e il satanismo, un tanto al chilo.
«Exorcizamus te, omnis immundus spiritus, omnis satanica potestas, omnis incursio infernalis adversarii, omnis legio, omnis congregatio et secta diabolica, in nomine et virtute Domini Nostri Jesu X Christi, eradicare et effugare a Dei Ecclesia.»
“Noi ti imponiamo di fuggire, spirito immondo, potenza satanica, invasione del nemico infernale, con tutte le tue legioni, riunioni e sètte diaboliche, in nome e per il potere di nostro Signore Gesù Cristo: sii sradicato dalla Chiesa di Dio”.
Non solo quello non è fuggito, ma a gambe levate ormai si dà l’esorcista.

E non solo il puzzo del diavolo entra, ma anche altro.:
Attraverso qualche “busòn” il fumo di Satana è entrato nella Chiesa, prendendo il titolo dal colorito dialetto veneto.
«Sono culatello e amo Eduard!» dice Krzysztof Charamsa, ex funzionario del Sant’Orifizio… ops, volevo dire sant’Uffizio.
Quando prese la tonaca, forse la ritenne buona e comoda;
niente cerniere o bottoni: la alzi e il batacchio è libero, per l’Eduard, con il ragionevole sospetto che Krzysztof prima non abbia già pascolato tra i chierichetti e l’abito del ministero gli facilitasse di “pasturare”.
A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, diceva Giulio Andreotti, che se ne intendeva.
«Finora la Chiesa non ha capito niente del Vangelo» dice con arroganza e prepotenza il Charamsa.
Lui invece sì: il compagno gli ha certamente dischiuso le porte della verità vera e non solo quelle.
Il Sinodo, dove si riuniscono Cardinali e Vescovi, in rappresentanza dell’episcopato cattolico dei tanti paesi, dovrebbero chiedere a lui la “Lectio Magistralis”, la lezione del maestro.
Poverello, vittima di questa Chiesa che “chiede un’astinenza DISUMANA a sacerdoti omosessuali, suorine lesbiche e transessuali”.
E, tanto che ci siamo - perché no? - mettiamoci pure i pedofili!
Il povero cristo, anzi, Krzysztof, dovette ben conoscere le “regole d’ingaggio”, quando scelse d’entrare nel gruppo; poco importa: è la Chiesa a non ha capito niente del Vangelo, mica lui.
Nell’attesa che ce lo riscriva, siamo a ricordare quel che fu per Cristo il Giovanni Battista, che si sentì indegno di allacciargli persino i sandali.
Il Battista di Krzysztof è Walter Kasper, teologo riformista e Cardinale, autore della relazione presentata al concistoro straordinario sul tema della famiglia, base alla discussione sul tema nel Sinodo.
Giorni addietro gli diede un meraviglioso “assist”, parola che, nella pallacanestro e nel calcio, è il passaggio finale di un'azione dove, chi riceve la palla, ha la possibilità di segnare:
«[…] per me questa inclinazione è un punto di domanda: NON RIFLETTE IL DISEGNO ORIGINARIO DI DIO e tuttavia è una realtà, perché GAY SI NASCE».
Battista-Walter è un bene che non sia degno di legare i calzari al Krzysztof: il piegarsi a tale pratica l’avrebbe esposto a colpi bassi.
Il tempismo di Krzysztof Charamsa e del bell’Eduard Planas non da adito a sospetti, ma a una certezza.
Krzysztof è uno zimbello, che in origine era… l’uccello vivo che è legato a un bastoncino o a una cordicella, per adescare altri uccelli.
Qualcuno usa una pompetta per soffiare altro fumo sulfureo nelle stanze della Chiesa.
Ordo ab Chao… i devastatori stanno proseguendo l’opera “illuminata” del loro padrone.
«Vade, satana, inventor et magister omnis fallaciæ», vattene, Satana, inventore e maestro di ogni inganno.
Signore e padrone di tutti i culatelli di zi(m)bello.

Io,  secondo me... 05.10.2015

venerdì 2 ottobre 2015

GAYdium magnum

Annuntio vobis gaudium magnum… habemus Kasper!
Vi annuncio una grande gioia… non mi pareva giusto godere da solo, quindi mi rivolgo Urbi et Orbi, alla città e al mondo.
Beh… magari mi sono un poco allargato - oltre al girovita - ma tant’è: mi affido a pietas e patientia di chi avrà la temerarietà di accompagnarmi, nel seguire il serpentone delle mie deliranti righe.
Caspita… anzi, Kasper!
Proprio a lui, al Walter, mi rivolgo, come il naufrago al faro.
«Annuntio vobis gaYdium magnum: gay si nasce!»
Uff… che sollievo: se mi capiterà di guardare un uomo, starò meglio, che se indugio nello sguardo mi sentirò al sicuro - con i tempi che corrono - dall’avere latenti pulsioni di lussuria dall’ammirare un palestrato: sarà sola invidia, non concupiscenza.
Nelle traballanti (in)certezze dell’abitare questi tempi, nel vedere come pure quelle che parevano salde fondamenta danno segni di cedimento, nel trovarsi rivoltati come calzini e quel che bianco ora, se non nero, sfuma; se il GAYo ti osserva come l’insetto da infilzare e mettere in vetrina… viva Kasper!
Leggo di Lui che è “[…] autore della relazione presentata al concistoro straordinario sul tema della famiglia […] base alla discussione sul tema nel Sinodo, che si aprirà domenica 4 ottobre”.
Lui, Eminenza reverendissima.
Lui, teologo riformista e Cardinale, è un “Eminens”, un’Eminenza che almeno, se non su ciò che sono, mi dice quel che non sono;
interpretando il grande Totò, sono esentato dal dover dire «Gay si nasce ed io lo nacqui, modestamente!» contento di non menare vanto.
Tolto la lente dalla mia piccineria, rivolgo attenzione ai combattimenti di “galli porporati”, di cui il nostro Walter e battagliero “Bastian contrario”.
Mi beo della lettura di un giornale eccellente com’è “Tempi”, in un articolo a firma dell’invi(di)ato Luigi Amicone, che di cognome vorrei, aggettivo, fosse di me.
A entrambi rivolgo supplica di non infierire su mio modesto scribacchiare, facendo scempio di tanta scienza giornalistica, nel tentare di “esportare” la notizia a più interessati possibili;
che le cose di Chiesa saranno pure spaccature… di capello, spostar di virgole e discettare di sesso d’angeli, ma le ricadute sempre sono pur sempre in grado di terremotare coscienze e condizionare scelte.
Red carpet… tappeto rosso: entrano in campo i “fighters”, i lottatori.
Il Walter, non c’è che dire, è un campione.
Leggiamo l’intervista.
“[…] perché ci sono così tante resistenze, Eminenza? Come alla vigilia del Sinodo dell’anno scorso, anche stavolta ci sono dei cardinali che firmano un libro su matrimonio e famiglia a difesa della ‘dottrina’…»
Il nostro risponde con un colpo di parata.
«Guardi, non voglio entrare adesso nelle controversie. Il Sinodo è fatto proprio per discutere.»
L’altro, rassicurato, abbassa la guardia… e lui scazzotta basso.
«Si, alcuni vogliono chiudere: NON C’È NIENTE DA DISCUTERE, basta!»
L’avversario si piega al colpo sotto la cintola, e arriva il gancio.
«C’è un certo fondamentalismo… si fa un’ideologia per sostenere la propria tesi.»
Carlo Caffarra e Angelo Scola, “confratelli” sono tra quanti stramazzano a terra, spiazzati dalla”finta” umiltà del primo “Il Sinodo è fatto proprio per discutere”.
Kasper è uno di quelli che, sì il Sinodo, ma ci si arriva con un “NON C’È NIENTE DA DISCUTERE, basta!”.
Della serie: tu dici la tua, io la mia, ma ho ragione io!
Giustamente nell’articolo il concetto è ribadito:
“[…] Cardinali che hanno la sola colpa di non pensarla come lei. E questo sarebbe ‘non entrare nelle controversie’ e una bella preparazione al terreno della ‘discussione’ sinodale?”.
Da tenere presente che Walter è ritenuto “punto di riferimento dei riformisti”, non il classico vecchietto, che parla da solo.
Proprio “il riformista” scivola sulla buccia di banana del “GAYo mondo”.
«[…] per me questa inclinazione è un punto di domanda: NON RIFLETTE IL DISEGNO ORIGINARIO DI DIO e tuttavia è una realtà, perché GAY SI NASCE».
Un colpo al cerchio, uno alla botte.
Quant'è bella gayezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza!
Fatto lo scarabocchio, il buon Dio avrà pensato bene che, sì, una botta di vita!
“Eminens”: quante cose non sono riflesso del disegno di Dio, ma cruda realtà?
Facciamo come i salumieri, che affettano qualche etto in più e dicono «che faccio, lascio?»
La cosa prende una brutta piega… occhio Walter, si sta allacciando una stringa… frenaaaa!
Tump!
Bravo, l’hai tamponato.
Dai, non è colpa tua: non rifletteva il disegno di Dio.
Facciamo una costatazione amichevole e… chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdàmmoce 'o ppassato, simmo 'e Roma paisà.
Con buona pace del Padreterno che, al settimo giorno, invece di riposare, avrebbe dovuto rivedere il progetto di distribuzione delle doti, ai nascituri.
E se gli intentassimo una bella “class action”?
Drin… Driiiinnnn… drinn…
«C’è posta per te!»
Mittente: il “Padreterno”… Uhmmm… ‘azzarola, ha giocato d’anticipo:
“La signoria vostra si presenti in giudizio… UNIVERSALE!”.


Io,  secondo me... 02.10.2015