domenica 16 ottobre 2016


USA e getta
Vorrei cominciare con il classico “sarò breve”, ma la materia non me lo concede;
per gli eroi che volessero continuare, m’impegnerò al succinto, per quanto possibile.

Lasciate ogni speranza a voi che proseguite.
«L’Isil è roba nostra, ma c’è SFUGGITA DI MANO.»

ISIL e la sua variante ISIS sono acronimi di Islamic State in Iraq and the Levant e Daesh (Al Dawla Al Islamiya fi al Iraq wa al Sham) pari sono: se non è zuppa, è pan bagnato.
Con l’ultimo si cancella parzialmente il risalire alla fonte: l’aggettivo “islamico”.

Eravamo nell’agosto del 2014 quando l’allora ex segretario di Stato “iùessei”, Hillary Rodham Clinton, rivendicava la paternità della guerriglia islamista, in funzione anti Assad; l’America di Obama.
Se mai ci fossero stati dubbiosi, su chi avesse creato il mostro, ora negando pure l’evidenza, sarebbero sempre di più a confermare che “errare humanum est, perseverare autem diabolicum” ovvero “commettere errori è umano, ma perseverare è diabolico”.

«È stato un fallimento. Abbiamo fallito nel voler creare una guerriglia anti Assad credibile. Era formata da islamisti, da secolaristi, da gente nel mezzo. Il fallimento di questo progetto ha portato all’orrore a cui stiamo assistendo oggi in Iraq».
Parola della “sciura” Hillary, al momento in cui scrivo, favorita e avvantaggiata nella corsa per la Casa Bianca, futura “Presidenta” degli USA.

A quel grande deficiente di Obama, gli abbiamo dato credito da subito: un bel Nobel per la pace. Come dare un dottorato a un neonato.
Ma tant’è… faceva tanto colore.

Da allora, in politica estera, lo scemo del villaggio a stelle e strisce, ha fatto più danni e del suo peggio, destabilizzando all’ennesima potenza, dal mediterraneo all’estremo oriente.
«[…] abbiamo anche commesso molti errori […] appoggiato personaggi veramente cattivi. […] in America Latina e nel Sud-est asiatico di cui non vado per nulla fiera. Ma all’epoca c’era un obiettivo più grande. E lo abbiamo raggiunto. TUTTO IL RESTO È PASSATO IN SECONDO PIANO. È così che bisogna agire, che deve agire l’America!»

Idee chiare; e brava la “Clintonina”!
«Obama deve prendere esempio da Netanyahu […] ha fatto quello che serviva per contrastare i missili sparati dai palestinesi […] diritto di difendersi […] agito correttamente, come andava fatto. LE VITTIME CIVILI, I BAMBINI, LE DONNE, SONO TUTTI EFFETTI COLLATERALI di una POLITICA GIUSTA. Quando un Paese attacca, ovviamente, colpisce ANCHE CIVILI INNOCENTI […] la colpa per quello che sta accadendo resta ad Hamas!»

Bene, ricordiamoci questo passo, perché la nostra amica ha sputato controvento e gli ritorna.
«Obama deve prendere esempio da Netanyahu. Se avessimo agito con la stessa decisione in Siria I COMBATTENTI DELLA JIHAD non ci sarebbero sfuggiti di mano, come poi è accaduto. Adesso RAPPRESENTANO UN VERO PERICOLO PER IL MEDIO ORIENTE, PER L’EUROPA E PERFINO PER GLI STATI UNITI.»
«Pape Satàn, pape Satàn… Aleppo!»

Mi perdonerà Dante, il divin poeta, se ho preso a prestito e storpiato un suo verso.
Aleppo… Siria.

Occorre disinfestare: anche Putin “deve prendere esempio da Netanyahu”, per non farsi sfuggire i combattenti della Jihad… “roba nostra”, prossima a “sfuggire di mano”, vero “sciura” Rodham, coniugata Clinton?
Jabhat al-nuṣra li-ahl al-Shām, ossia… fronte del soccorso al popolo di Siria, chiamato anche Anṣār al-Jabhat al-Nuṣra li-Ahl al-Shām", Partigiani del soccorso al popolo della  Grande Siria: il Fronte al-Nusra… affiliato ad al-Qāʿida!

Perché, nella mente elementare di Obama, vale l’assunto che “il nemico del mio nemico è mio amico!”.
Mai avrei creduto di guardare con sollievo, addirittura ammirazione, l’intervento di Putin, per rabberciare alla meglio gli strappi, i danni e il disequilibrio che un simile imbecille ha saputo fare, in mezzo mondo.
E, per favore, non mi si venga a dire che l’intervento americano in Siria è per motivi umanitari.

Lo Stato Islamico di Iraq e Siria è il pretesto, il grimaldello che, in teoria, avrebbe dovuto permette agli Stati Uniti di intervenire nei paesi arabi, con i “buoni islamici” per sconfiggere quelli “cattivi”, che minacciano la sicurezza mondiale… o gli interessi “iùessei”.
Dove “i civili, i bambini, le donne, sono tutti effetti collaterali di una politica giusta”.

Le brutte abitudini pescano da lontano, ma non hanno insegnato nulla.
Sotto la presidenza di Reagan gli Stati Uniti armarono e addestrarono i talebani in Afghanistan per contrastare l’intervento sovietico. Al-Qaeda nasce qui, con i soldi e il supporto loro.

Allora Bin Laden era intervistato da quotidiani occidentali, che lo definivano “freedom fighter”.
I Talebani erano glorificati e i vari leader islamisti afghani ricevuti alla Casa Bianca con tutti gli onori e considerati “leader con gli stessi valori dei Padri Fondatori”.

Poi, con l’11 Settembre e il crollo delle torri gemelle, gli amici di ieri diventano i nemici di oggi, ma il danno è fatto e il cancro ha generato le sue metastasi.
Come oggi contro Putin, partì allora una campagna propagandistica mondiale, dove si voleva che “[…] l’Islam ha dichiarato guerra alla civiltà occidentale […] ci sono arabi pronti a farsi esplodere dappertutto”.

Creata la paura, ecco ottenuto i consensi per la guerra al terrore e prontamente eliminare gli ex-alleati talebani, ORA SFUGGITI AL CONTROLLO e s’invade l’Iraq; ma il governo di Saddam Hussein apparteneva alla corrente del baathismo laico e nulla aveva di islamismo.
Non lasciano, vincono e che fanno? Raddoppiano!
Il governo di Baghdad cede, nel 2003,
Con nefasta scelta “Ad minchiam”, l’esercito regolare del sunnita Saddam fu disciolto:
400.000 soldati persero grado, occupazione e incarico militare, esclusi dal sistema pensionistico vigente, umiliati e ridotti ai margini della comunità, come appestati.

Quello che pure un bambino avrebbe capito, successe:
molti di quei soldati, senza più un posto nel “nuovo” Iraq, ritornarono in armi e iniziarono a opporre resistenza armata contro l’amministrazione americana e il neonato stato iracheno sciita, per poi confluire in quella forza che prometteva riqualificazione, patria, protezione, bottino e vendetta, tremenda vendetta!

Ecco l’embrione dello Stato Islamico, nocciolo dei ribelli anti-Assad, anche loro, per ammissione della Hilary Clinton, supportati e finanziati dagli Stati Uniti.
Proprio bravi a creare mostri, stì imbecilli americani, neanche capaci di imparare dagli errori del passato.

Poi non solo raddoppiano, ma triplicano, mettendo altra benzina sul fuoco.
Con Obama: gli Stati Uniti devono intervenire per difendere i giovani della Primavera Araba in lotta contro i “dittatori” (ovviamente tutti i non graditi all’America).
Bin Laden, ormai divenuto ingombrante e vetusto spauracchio, è fatto fuori al volo.

Nuovo giro di frittata… et voilà!
Gli islamisti adesso sono alleati: tutti i peggiori, dal Fronte Al-Nusra siriano ai Fratelli Musulmani, sono trasformati in giovani non violenti, in lotta contro la dittatura.

Entra in gioco il nano: Nicolas Paul Stéphane Sárközy de Nagy-Bócsa… tanti nomi per tanta pochezza.
Obama e il suo mezzo-complice francese, arma delle milizie islamiste in Libia per eliminare Gheddafi, che aveva messo un tappo efficace per quei barconi che scaricano continuamente una fiumana bipede che sta invadendo e occupando l’intera Europa, portando con sé tanti frutti avvelenati, che stanno dando scossoni potenti alle fondamenta economiche, di sicurezza e stabilità al gigante dai piedi d’argilla: un’unione europea solo sulla carta, che vacilla sotto i colpi di maglio di tanto scodellamento.

 La Libia è diventata un inferno a cielo aperto, con guerre, guerriglie e battaglie tra tanti schieramenti, frammentati e contrapposti.
Lo stesso in Siria, dove gli “iùessei” appoggiano bestie assassine, come Al-Nusra e l’Isis.
Ormai “roba nostra, ma c’è SFUGGITA DI MANO”.

Ecco il ritorno della propaganda, martellante, insistente, invasiva e pervasiva.
Putin è un cattivone. Uccide i bambini: pensare che una volta si diceva che i comunisti li mangiavano; forse che Vladimir sia diventato vegano?

«LE VITTIME CIVILI, I BAMBINI, LE DONNE, SONO TUTTI EFFETTI COLLATERALI di una POLITICA GIUSTA. Quando un Paese attacca, ovviamente, colpisce ANCHE CIVILI INNOCENTI!»
Leggo:
“L’Isis è funzionale agli interessi americani anche in Iraq. Dopo la caduta del sunnita Saddam il paese, essendo a maggioranza sciita, si è avvicinato politicamente ai correligionari e all’Iran, e di conseguenza anche alla Siria alleato storico di Teheran, creando negli Usa il timore di perdere la propria influenza sul paese […] l’obiettivo di Washington è quello di rendere controllabile il paese suddividendolo in tre aree: sunnita, sciita e curda […] il governo Usa ha invitato l’Iraq a procedere a una riforma in senso federalista. Per questo l’Isis è stato lasciato agire fino a mettere alle strette il governo di Al-Maliki”.

«[…] abbiamo anche commesso molti errori […] appoggiato personaggi veramente cattivi. […] di cui non vado per nulla fiera. Ma c’era un obiettivo più grande. E lo abbiamo raggiunto. TUTTO IL RESTO È PASSATO IN SECONDO PIANO. È così che bisogna agire, che deve agire l’America!»
Come si dice: chi sta meglio c’ha la rogna!

Io, secondo me… 12.10.2016

lunedì 3 ottobre 2016


Papallah

Sono nato… morirò.

Nell’attesa, tra le due fette infarcite d’incognite e variabili impazzite, non sapendo quando taglierò il filo dell’ultimo traguardo - e “sorella” Morte il mio - a disponibilità future sono uso anteporre un bel

«A Dio piacendo.»

Da Cristiano sono abituato a rivolgermi sempre lassù, all’Altissimo;
nell’umana sofferenza invio supplica:
All’attenzione del buon DIO - Via Nell’Alto dei Cieli, Ultimo piano.

Sul nome magari ci si gioca, secondo della fonte; nel vecchio Testamento, si presenta.

Dio disse a Mosè: "Sono Colui che sono".

E aggiunse: "Ai figli di Israele dirai: 'Io-Sono' mi ha mandato a voi’. Dio disse ancora a Mosè: "Ai figli di Israele parlerai così: lahve Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome in eterno, questo è il mio ricordo per sempre".

Nel Nuovo Testamento è chiamato semplicemente Dio (o Theòs); oppure Signore (o Kyrios), ed anche Padre (o Patèr), spesso nella forma ebraica Abbà (non allah!).

 

«Abbiamo bisogno della vostra presenza, del vostro sostegno e incoraggiamento!» implora Louis.

«Inshallah» si sente rispondere.

Louis  Raphael I Sako, Primate della Chiesa caldea, avrà pensato di aver sbagliato persona e che quel tipo vestito di bianco fosse il proprietario del cammello, parcheggiato a fianco della Moschea.

Ma no… è proprio Francesco - il Papa - quello che gli passa un santino con la preghierina.

“Signore, stendi l'ombra della tua croce sui popoli in guerra […] solleva dalla devastazione l'Iraq e la Siria […] sostieni i cristiani della diaspora”.

All'incontro, in occasione della visita del Papa in Georgia e Azerbaigian, Louis ci spera.

«Venga anche da noi, a farci una visitina a Baghdad. Ci farebbe piacere!»

All'incontro tra i due, inserito nel programma della visita papale, anche il resto della comitiva dev’essere rimasta basita:

“[…] all'incontro hanno preso parte anche dodici Vescovi caldei, reduci dal Sinodo annuale appena celebrato a Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, insieme a fedeli caldei provenienti dagli Stati Uniti, dalla Francia, dal Canada e a un gruppo di cristiani iracheni che attualmente vivono nella condizione di rifugiati, dopo aver dovuto abbandonare le loro case davanti all'avanzata dei jihadisti dello Stato Islamico".

Inshallah.

I rappresentanti della Chiesa Ortodossa, mica fessi, non sono cascati nel giochetto della “Captatio benevolentiae”, goffo, maldestro e tremebondo tentativo di guadagnarsi la benevolenza di… quell’allah!

Dal Patriarcato, nisba! Nessun rappresentante locale, né una delegazione né vescovi. Sedie vuote.

Presenza, sostegno… incoraggiamento.

Inshallah… se Allah vuole, risponde il Papallah.

Allahu Akbar: (sotto)missione compiuta!

Caro Francesco, un consiglio per le pulizie: al ritorno metti la divisa in lavatrice e usa un buon detersivo. Il migliore, quello che cancella tutto: il Daesh!
 
Io, secondo me… 02,10,2016