martedì 30 settembre 2008

il mondo di sOmar

C'ha il classico sacco di patate rovesciato sulla testa, trattenuto e avvoltolato sulle tempie da quello che pare lo spago che chiudeva le valigie dei nostri nonni, che migravano;
barbetta caprina e baffi rivolti all'ingiù, a sciabola e, su un nasino pacioccone, degli occhialini a montatura leggera in forma rettangolare, dita che paiono macinato di porcellino infilato nel suo budello su panzotta a globo;
e due belle guanciotte, paffute e rubiconde, gemellate con quelle di seduta, con pomelli rossi, da alpino pieno di grappa e cotto al rosso dal calore di una vicina stufa.
Questo è Omar Bakri, sceicco originario della Siria, che ha istituito e dirige l'Islamic Religious Court a Londra ed è a capo dell'organizzazione islamica Al-Muhajiroun. Tiene lezioni e conferenze in Inghilterra e nel mondo.
Beh, "lezioni" è un termine un poco edulcorato, che le parole usate sono l'equivalente del bastone con cui il mandriano allinea e guida delle vacche, talvolta riottose, ma sempre ottuse.
Spero che, a questo punto del mio esporre, a nessuno scappi un sorrisino, che i cornuti al pascolo siamo noi...almeno secondo la stirpe sOmar !

- «[...] nel mio metodo d’educazione sono contrario all'idea d’integrazione. Non crediamo che sia consentito integrarsi nelle società in cui viviamo. Non sono un sostenitore dell'isolamento dalla società e non sono un sostenitore dell'integrazione in essa. Sono un sostenitore di cambiare la società per mezzo della mia religione, non per essere cambiato da essa».
Capito l'antifona ?
Le mele non con le pere, ma neppure la macedonia: il pelo superfluo si taglia con la scimitarra, a lasciar crescere solo per mezzo della selezione della specie...di Omar Bakri.

Ergo: «L'Islam trasformerà l'Occidente», parola di sceicco.
- «[...] un regime islamico per invasione esterna o culturale. Se Allah vuole, trasformeremo l'Occidente in Dar Al-Islam [ sotto la regola islamica ] per mezzo di un'invasione dall'esterno. Se uno Stato islamico cresce e invade l'Occidente noi saremo il suo esercito e i suoi soldati dall'interno. Altrimenti cambieremo l'Occidente attraverso un'invasione ideologica da qui, senza guerra e uccisioni».

Vuoi con il bastone, vuoi con la carota, sempre lì ce li vogliono infilare.

- «[...] noi predicheremo ed accetteranno l'Islam, o [...] il futuro regime islamico imporrà regole islamico-religiose».

Ciumbia: una vera democrazia, fatta e sputata...di più sputata!

- «[...] Allah ha detto: Non obbedite agli infedeli e agli ipocriti»...
o, poverino: e che, quando ha impiantato la catena di montaggio e ha cominciato a sfornare gli uomini, l'infedele e l'ipocrita gli è scappato...eh, non ci sono più gli dei di una volta !
- «Porca miseria !» avrà pensato: « e mo, che faccio ? Idea: creo l'homo sOmar islamicus, gli infondo riflesso condizionato, l'imprinting dell'oca e lo mando a fare il servizio scopa».

Ecco il risultato:
- «[...] l'Islam è una religione della legge della natura. Quando un uomo incontra problemi egli utilizza la legge della natura».
Giusto.
Ingoiato il rospo, lo dobbiamo digerire ma, alla fine, utilizzando le leggi della natura, eliminare, in "forma defecatio": brutta fine, per il batrace sOmar !
Seguono amenità del tipo "non mischiamo i sessi" e "tagliamo la mano ai ladri" fino alla consacrazione, che "il movimento talebano e Osama bin Laden come il gruppo che sarà salvato il Giorno del Giudizio";
cazzate di contorno, come le patatine attorno alla braciola.

- «[...] noi brandiremo le armi contro chiunque ci combatterà !»

Ma che minchia dice, sto scimunito: non ci frega nulla di lui e del suo caravanserraglio culturale e mentale;
basta che, in casa d'altri, tenga le mani e la lingua a posto, sennò, smammare: fuori dai coglioni...secondo le leggi di casa mia !
Vai a trombonare tra i cammelli e la sabbia, da dove sei nato.

Ma il meglio del sOmar arriva quando gli si chiede dei morti innocenti dei bombaroli:
- «[...] sono vittime innocenti. Vengono uccise per sbaglio, come danni collaterali, non intenzionalmente».
Come no: una bombarda al mercato, in un bar, su un autobus o un treno, davanti ad una scuola, e via andare, sono sbagli, che lì credevano di trovarci soldati e armigeri !
Pirla !

- «[...] ci sono due tipi di terrorismo: quello benedetto e quello deplorevole. Lo stesso è per la violenza».
E già: ovviamente, se gli infili un siluro nel culo, siamo maledetti; se lo fa lui a noi, è una supposta curativa.

Ma dove c***o è la valvola, per far sfiatare sto pallone gonfiato ?


Io, secondo me...30.09.2008

lunedì 29 settembre 2008

Canossa, Matilde e noi

- «A Canossa, a Canossa...»

No, non con il capo cosparso di cenere, in umiliazione penitente, come fu per l'Enrico IV, "sciur paròn" del Sacro Romano Impero, che ebbe la malaugurata idea di questionare con l'allora Papa, Gregorio VII, a chi toccava stare sopra e a chi sotto.
Gregorio, incazzato, giocò la carta migliore che poteva: la scomunica.
Cavoli amari, per i tempi: liberava i sottopancia dall'obbedienza e il capoccia da autorità e autorevolezza.
Da un momento all'altro, dalle stelle alle stalle, il passare dall'essere seduto su cuscino di raso al cuneo di pietra.
Peggio: la certezza d'essere preso a calci da ognuno, come un pallone.
Visto che la partita di calcio l'avrebbe giocata in tanti, sempre pronti a fregarti la sedia da sotto i guanciali, meglio strisciare ai piedi dell'arbitro, a pregare di ritirare il cartellino rosso.
Enrichetto nostro partì dai suoi lidi nel mese più gelido e freddo che cronaca ricordava, dentro un sacco da penitente, arrivando un paio di mesi dopo ( non c'erano ancora i viaggi organizzati, l'Alitalia e i "Last minute", le occasioni dell'ultima ora, da prendere...al volo ) sotto le mura canossiane, dove la signora del maniero, Matilde, ospitava il rappresentante sampietrino: sostò e smoccolò in cuor suo per tre giorni e tre notti, innanzi al portale d'ingresso della fortezza Matilda, mentre imperversava una bufera di neve, prima d'essere accolto e perdonato.
Per la cronaca, Enricone poi si riprese e si vendicò e, anni dopo, andò fino a Roma, prese per il bavero il Pontefice e, a pedate, lo mandò in esilio, mettendo sul trono di Pietro una sua marionetta, ma non riuscì a fare lo stesso con Matilde che, come tutte le donne, ne sapeva sempre una più del diavolo.
Ma adesso basta, che non voglio mettere soggezione a chicchessia, sciorinando la mia vastissima cultura storica e padronanza del suo insegnamento;
chi volesse proseguire e godere di tanto mostruoso sapere, s'avvicini alla mia cattedra...un piano sostenuto da quatto gambe, nell'aula Fontanorum: la cucina.
Detto questo e quanto, a confronto peccatorum, io me la cavo ancora con il classico "Ego te absolvo a peccatis tuis in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti", una tiratina d'orecchi e la recita di qualche Ave Maria e Pater Noster, che anche per le trasgressioni valgo come il due di picche, cioè nulla.
Sono padrone di un Impero su cui il sole non tramonta mai, libero da ipoteche e illuminato sempre, che la luce elettrica mi fa sentire come Carlo V, quando fece lo sborone e lanciò la famosa frase, ad indicare l'ampiezza di possedimenti che mai restavano al buio in simultanea perché, se da una parte era il tramonto, nel lato più estremo, l'alba.
Pagando regolarmente la bolletta, anche io regno sul tre locali e doppi servizi, ed il sole me lo regolo da me.
Vivo sottotraccia ( non posso dire sottoprofilo, perché la proboscide mi frega ! ), e il Papa neanche minimamente sospetta della mia esistenza, e men che meno posso minare il suo potere, e quindi rischiare la scomunica.
Essendo padrone di possedimenti così esigui, non ho manie di grandezza e pretese d'egemonia su nulla e nessuno e a Canossa ci sono andato sbracato e girovago, da turista.

Matilde e il tesoro dei Canossa...io l'ho trovato: tanti amici.
L'anfitrione, il paziente e generoso "tessitore" dell'incontro, il buon pastore che ha riunito una parte di noi, amici di Magdi Cristiano Allam, è stato Elio Fumi, che praticamente giocava in casa.
- «Ehila, Beppe ! Mi vieni a trovare a Reggio Emilia, che ti erudisco sulle vicende canossiane, che c'è una bella mostra sull'argomento ?»
Io, che bramo il pane della conoscenza come il cavallo lo zuccherino e la foca il pesce, mi sono subito sentito interessato.
- «...e poi ci ritroviamo tutti in un bel ristorantino che conosco io, che sai: da noi si mangia da Dio».
Alla seconda parte del discorso, un automatismo ha scollegato il cervello per attivare lo stomaco, e mai confesserò al caro Elio chi veramente ha elaborato e accettato il suo invito, che alla fine ci tenevo a dire: «Io c'ero !»

E allora, «A Canossa, a Canossa...»

Sono partito, con un navigatore e un angelo custode: tom-tom e Claudia;
Il primo, fetente, manco s'è preoccupato di svegliarmi, all'uscita dell'autostrada, che se fossi stato per lui ora sarei a cercare Reggio Emilia sull'altopiano della Sila, che basta gli spostino una stradina e ti porta a galleggiare sull'acqua del Po;
Beh, forse è il caso che compri l'aggiornamento, che c'è ancora segnato il percorso d'Annibale attraverso le Alpi.
Claudia, più affidabile e di compagnia, è stata la madrina del piccolo Davide - il "mio" Gighè, figlio di Cristiano e Valentina - valida coordinatrice e collaboratrice del sito, la signora “H”, come il nostro piccolo tesoro la chiama e riconosce.
Lei, una giornata stupenda, l'incontro con Elio e tante facce nuove, la "gente di Cristiano", non poteva che essere l'oasi migliore a cui abbeverarsi, e meglio non poteva esserci, neppure l'intero tesoro dei Canossa.
E nel girovagare per stradine e musei, non poteva mancare la telefonata e una parola per tutti, da lui: Cristiano.
Da parte mia, devo ammettere: sconvolge !
Ha sempre un pensiero per ognuno, un'attenzione per chiunque, il ricordo per tanto che gli è caro:
ti fa sentire unico, prezioso, importante, utile, indispensabile.
E non è finzione, un copione e una recita, la pacca sulla spalla e l'invito elettorale a pranzo, per chiedere alla fine: «Vota per me !»
Lui ama la sua gente.
Vive per loro.
Per noi.
E questo è contagioso, che in un tempo di diffidenza ed egoismo ci fa avvicinare ed essere vasi comunicanti, ad ottenere un equilibrio travasando l'uno all'altro quel che, a nostra volta, è dato.
Quanti fili s'intrecciano, altrimenti vanamente ad agitarsi, nel tentativo di trovare un contatto ?
In un mondo virtuale, d'immagini e visi, più immaginati e immaginari che veri, siamo pian piano ad incontrarci, a toccarci, a dimostrare che siamo veri, che dietro idee c'è qualcosa, c'è qualcuno.
Cristiano e Valentina non stanno costruendo un'associazione: stanno costruendo l'uomo.
Attorno a lui nascerà l'associazione, non viceversa.
La nostra giornata è finita nel migliore dei modi, nel capire che c'è un mondo reale, non di gusci vuoti.
Noi ci siamo.
Io, tu, egli, noi, voi, essi: qualcosa, qualcuno che vale.

Grazie, Elio, grazie Cristiano e Valentina;
e grazie a quelli che mi sono stati attorno, di cui ho dimenticato forse i nomi, ma ho catturato i volti:
con il cuore, prima che con la macchina fotografica.

Grazie Matilde, grazie Canossa;
e grazie a Dio per avermi donato tutto questo.


Io, secondo me...29.09.2008

mercoledì 24 settembre 2008

Silvio Mussoloni

Chillo tiene 'a capa tosta;

"Non t'amo, o pio bove,
e truce un sentimento al cor m'infondi,
o che funereo come un monumento
tu guardi i campi...santi,
o che al giogo tuo vorresti inchinati e contenti
ed esorti, pungi e co 'l lento giro de' incazzosi occhi minacci.
Da la larga narice umida e nera fuma il tuo spirto.
Il mugghio nel cupo aer si perde;
E del grave occhio glauco, entro il fascio austero,
si rispecchia catena e manetta...
No, non t'amo, o pio bove ! "

Porca miseria, ho sbagliato: quello non conosce l'italiano e ancor meno il Carducci che, se lo nomini, ne cerca traccia tra le scartoffie della Santa Inquisizione, secondo la legge di San Tontino del Sasso, che per ognuno ha da bastonare, al grido di «Io a quello lo sfascio !»
Dovrei tradurre, farmi capire e declamare, secondo quello, di "dolce stil nuovo":
"Non d'amo, o bio bove,
e druce un sendimento al cor m'infondi,
o che funereo come un monumendo..."

Dovunque e comunque si muove, presenta solo bocche da fuoco, dialettica da scaricatore, arte petorica, cavernicolo grugnire, disciplina di campagnolo nel voler correggere e menare oche, asini e porcelli, vacche e altri, cornuti e zoccole;
Solo lui conosce i pascoli migliori, come i suoi polli, che reclama e richiama a far d'ova:
- «Bio...bio...bio...bio»
L'Italia, tutto il paese è estensione e visione di sua stalla e, molti di noi, solo concime organico per ingrassare le parti sue.
Non è nè...garne né besce, che la campagna lo reclama, ma è la Camera che lo ospita, anche se lo stile è da seghe e gazzosa, piuttosto che caviale e champagne.
No, proprio non lo posso soffrire, che è un botolo da rissa, un piantagrane da osteria, che se ti punta, carica all'impazzata, calpestando e buttando per aria ogni cosa davanti al testone basso.
Ottuso ma determinato.
Che oggi mira Berlusconi, ma la noce tra le orecchie reagisce allo sventolare d'ogni panno, che basta a farlo innervosire e menare fendenti.
Il paese è mangiatoia, la rabbia il suo cibo, il mettere contro, la dottrina, che si muove come in casa sua, in questa nostra Italia, Italia Dei Veleni.
Quando aveva la divisa nera, da Magistrato era nel suo brodo, ma era minestra da poveraccio:
randellava molto, purgava tanto, ma aveva il portafoglio delle vecchiette, quello con le monetine;
ora che ha quello a fisarmonica, gli manca il bastone per le teste, e la carota, e non da infilarti in bocca, il pigiare, l'accartocciare, piegare e spegnere il disgraziato di turno, come per il mozzicone di sigaretta.
Si è fatto strada sfasciando tutto, mandando in galera buoni e cattivi, usando il sistema del "La smetto di spremerti i coglioni se mi dai i nomi di altri", che il gioco de "Una ciliegia tira l'altra"è la tipica "Catena di sant'Antonio" del torturatore per eccellenza, dei sicari di Torquemada come della sbirraglia di Stalin.
Stiamo attenti alla verginità del Tontino Di Pietro, che con l'acqua sporca ha buttato anche il bambino;
è uomo di fatica, animale da tiro, non da pensiero: un giustiziere tra quello della notte e Tex Willer, dove la legge non sta dietro, ma si forma davanti alla benna della ruspa !
Silvio Berlusconi non è Silvio ( Benito ) Mussoloni e merita la galera quanto l'intera categoria imprenditoriale italiana, che pagava le mazzette ai politici puttanieri, regolate da tariffari scolpiti su targhette da bordello:
la "davano via" al grido di "Na lavada e na sugada la par nanca aduperada", una lavata e un'asciugata non sembra neanche adoperata !
La delega e la rappresentanza del popolo non era in mano ai padroni, ma a quelli ingrassati con il nostro lavoro quotidiano.
Gli italiani non sanno più come far capire a degli emeriti imbecilli quanto vogliono, in questi momenti difficili, armonia e cooperazione e non veder comari da ringhiera che si litigano, strappandosi i capelli.
C'hanno le sacche scrotali piene di prenderla nel retrobottega nel nome delle ideologie, quando manca il pane, si rischia la mensa dei poveri, si perde e non si ritrova il lavoro e il fetente di turno violenta, ruba e ammazza, quasi la nostra terra è una riserva di caccia.
Si cercano soluzioni, non saggi dotti e dottorali sui problemi: solo usciti dalla merda, ci domanderemo come ci siamo finiti, e per colpa di chi;
non abbiamo voglia di rimanerci, caro "Io a quello lo sfascio".

No, non t'amo, o pio bove", anzi... "Non d'amo, o bio bove" !


Io, secondo me...24.09.2008

martedì 23 settembre 2008

Plin plin

Ecco che, nella serenissima prima decade del mese di Settembre, si ripete il rito di santo Umberto da Giussano;
l'ampolla alzata al cielo, poi l'aspersione simbolica, a "urbi et orbi", con l'acqua del Po, che anche fosse solo quella minerale, poco conta: l'importante è che "buscia", cioè frizza, come quella delle polverine che una volta servivano a dar un poco di vivacità all'indefinito e insapore liquido di rubinetto;

Ti vien voglia di dire: «...ti rende "bello dentro e bello fuori" e poi fa fare tanta plin plin», ma lo pensi solo, se non altro per i "trecentomila bergamaschi", la guardia pretoriana che gli sta attorno, pronta ad infilzarti, come con i famosi "osèi" in letto di polenta.

- «Abbiamo fatto il miracolo !» grida l'Umberto, il Bossi della padana Lega.

Nemmeno Gesù, trasformato l'acqua in vino, ha fatto tanto il "bauscia", il bava, ma il Berto, sì.
Il povero nazareno bazzicava le sponde del Giordano: il nostro spadella tra il Po, il Piave e il Tagliamento, facendo prelievi e riempiendo boccette, come l'infermiera quando vai all'esame e ti stimola a fare tanta pipì:
- «Pssssss...psssssss...e dai, zampilla, che tra un poco finisco il turno !"»
e tu via, che strizzi, per paura che la giunonica tipa te lo faccia usando i tuoi zebedei come la spugna del lavandino.

Rosso, nero e verdone...i colori cambiano ma le camicie restano, a conferma che piccoli ducetti crescono, ognuno a dettare la moda sua.
O Dio, a dire il vero il nostro è un teatrante, una macchietta, un tarocco, una scadente imitazione di un qualcosa di marca: per fortuna.
Diciamo che il parlamento e il popolo padano, le migliaia in armi, le duecento lire per una pallottola, le camicie dell'erba di casa mia, lo scomodare i Celti e il prendere e perdere le acque, è come il bambino che gioca a soldatini e fa Bum ! con la bocca;
La liturgia della Lega non vuole rinunciare a questi messaggi, che hanno stesso valore delle figure per gli analfabeti: far stivare nella testa un messaggio dal produttore al consumatore, senza passaggi intermedi.
Come inserire il programma sulla schedina di memoria di un elettrodomestico, che tanto quel poco deve fare, e basta.
Ah, potenza di specchietti e collanine !

...scifff...sciaff...sciofff...

con il pennello da barba s'intinge l'acquetta dell'ampollina e si doccia il popolo della "polenta e osei".
Gridolini orgasmici, mugolii e sospiri, accompagnati da polluzioni precoci, s'alzano dalla moltitudine, fino al liberatorio AAaaaaahhh ! di un qualcosa di troppo trattenuto e finalmente ritornato alla terra padana.
Come d'uso, una bella scrollata a tutto l'armamentario e si ripone l'attrezzatura, nell'attesa della prossima annaffiatura.
Il "Celodurismo" torna a mezz'asta, si ripiega e si ripone nella custodia penica e l'acqua si cheta.

Il Bossi, ora che ha fatto breccia a Porta Pia, certamente immalinconito, sarà a ricordare i bei tempi, il Veneto Serenissimo Governo e il "putsch" di Venezia: l'assalto al campanile di San Marco del 9 maggio 1997 e di quegli eroici otto ragazzi con il loro il "Tanko", il carro armato in cui si rinserrarono, prima che lo aprissero con l'apriscatole.
Autonomia, indipendenza e il "Tanko"...formidabili quegli anni !

Oggi a Roma, più che Bossi, è il Boss, anzi, il Papa e il papà della "trota", come ha definito il figlio Renzo, a chi gli chiedeva se fosse il suo delfino;
Il Renzino si muove smarrito e perso, imbarazzato, quasi vergognoso, con quella maglietta ridicola: una polo verde padania con l'immagine di un bel dito medio alzato e la scritta "Schiavi di Roma mai";
talmente si trova a disagio e confuso, che sembra giustificare:
- «No, non è un segno ingiurioso e volgare: mi hanno bocciato due volte alla maturità e i professori, quando richiesto il quoziente d'intelligenza, con quello l'hanno dato, volendo indicare uno !»
Povera trota, che ne deve fare di strada per arrivare anche a quest'infimo livello: parte...da asino.

...Plin plin...pssssss...psssssss...scifff...sciaff...sciofff...

Io, secondo me...23.09.2008

lunedì 22 settembre 2008

ABBAsta !

- «Fermi tutti, questa è una rapina !"

Bruno, il padrone della gioielleria, era reduce da due precedenti rapine: estrae da sotto la cassa la pistola e spara al tipo che gli si para innanzi, minaccioso, con il bavero rialzato e la mano in tasca, che riceve in pieno petto una palla di piombo.
Fine dei giochi. Quelli di Luciano...Luciano Re Cecconi !
Figlio di un muratore, lavorò come carrozziere, prima di trasformare il suo passatempo, il calcio, in mestiere, diventando ben presto un gran campione: l'angelo biondo, com'era soprannominato per il colore dei suoi capelli.
In quel 18 Gennaio 1977 compie la sua cazzata, nel posto e nel momento sbagliato e paga con la vita, per tanta leggerezza ed incoscienza.
Allora ci si interrogò, se era possibile morire così, banalmente, solo per uno scherzo;
lo stesso oggi, per un pacchetto di biscotti.

Abdul "Abba" Samir Guibre è stato accoppato dalla rabbia e dal sospetto: la prima per aver rubato, il secondo pensando che era scappato con l'incasso.
Fausto e Daniele Cristofoli, padre e figlio, proprietari del bar Shining avevano inseguito quelli che li avevano derubati, ed è stato l'atto, non gli attori, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e portato alla reazione più inconsulta e incontrollata, e il colore della pelle centra un cazzo !
Nella rissa, un «Negro di merda !» ci sarà pure scappato, che se era uno del sud sarebbe stato «Terrone di merda !» e via andare, secondo la tipologia dei soggetti coinvolti: ho sentito di peggio nelle discussioni tra automobilisti e temuto maggiormente duelli all'ultimo cric e spadaccini che incrociavano cacciaviti o tentavano di strozzare con i cavi per collegare le batterie, senza contare gli estintori, alla Carlo Giuliani !

No, il razzismo o la xenofobia ci sta come i cavoli a merenda: nessuno si è unito all'inseguimento, nessuno a lanciare suppellettili dalle finestre, contro i "negri", al grido di «Dagli all'untore»:
dove l'odio per il diverso fa da padrone, il branco si compatta e partecipa alla caccia, mandria impazzita che calpesta tutto davanti a sè;
a dire il vero, una massa mugghiante c'è stata, ma scientemente diretta, ad usare la figura di Abba come una clava, da oggetto e utensile per servire chi ne vuol fare piede di porco, per scardinare l'ordine democratico.
Nei momenti precedenti la manifestazione ero a Milano per mio conto e ho avuto modo di assistere alla preparazione, alla fase di "pastura" del campo di battaglia;
mentre si stavano disponendo le forze dell'ordine, le telecamere e i primi arrivi, ecco l'apparizione di quelle che io chiamo "le Remore", simpatici pesciolini che attorniano i pescecani e vivono degli avanzi delle loro prede.
Ecco i "Ferramenta", i borchiati, con il naso, le labbra, la lingua e quant'altro, infilati di spille ed anelli in ogni dove, che se passano in prossimità di uno sfasciacarrozze, rischiano di essere calamitati e messi nella pressa;
e poi, gli "Imbianchini", con la cresta gialla, verde, arancione...arcobaleno;
le facce contornate da carboncino e nerofumo;
e i "CircoIncisi", intesi come tatuati per tutta la circonferenza corporea, fino a terminare con quelli posti all'apice della catena: "l'insalata...rossa", la somma di tutto, per ferramenta, colore e incisione.
Come la puzza precede chi non si lava, ecco che il prologo precede l'epilogo, fino ad introdurre la teppaglia dei Centri Sociali, e i "Magutt", i manovali, assemblati di volta in volta, alla bisogna:
"[...] improvvisamente hanno preso la testa del corteo circa 200 africani, apparsi quasi dal nulla; Non sappiamo chi siano, dicono i dirigenti della questura, e gli organizzatori della manifestazione".
Sono questi, e un pari numero di "Centrosocialini" a dare il via al tentativo di usare, dirottare e dirigere l'intero gregge, dirigendosi verso il luogo dove Abba è morto, distruggendo e danneggiando ogni cosa davanti e spargendo terrore tra i passanti.
La fortuna o un sotterraneo e provvidenziale «Contrordine compagni !» sembra poi averli richiamati alle stalle, lasciando dietro la "zoccolata" arredi urbani a frantumi e brandelli, motorini rovesciati, auto in sosta con vetri sbriciolati e carrozzeria con protuberanze concave e convesse e passanti spaventati e impauriti.
I parenti del povero Abdul avevano voglia di invitare a non svilire una richiesta di giustizia in istigazione alla rissa, il ricordo del loro ragazzo ad essere adesivo, alibi e manifesto per una politica che riconosce e trova, nell'allarmismo e nel terrorizzare, propria rivincita e ritorno dall'oblio e dall'esilio politico.
Ed ecco l'eterno schema, che al bastone si alterna la carota, la feccia del nerbo con la faccia di quelli "[...] che leggono libri, e giornali, insomma la parte più acculturata del paese":
gli attori Moni Ovadia e Ottavia Piccolo e l'europarlamentare Vittorio Agnoletto, in circolo, a tentare una seduta spiritica con Umberto Eco e compagni di merende, ad evocare ed invocare il ritorno dei cari estinti, un razzismo e un fascismo che darebbe loro modo di riportarci ad una nuova "Reichskristallnacht", la Notte dei cristalli, brandelli tanto apprezzati dalle Remore, che girano d'intorno, che sono loro a pensare agli "affari sporchi".

Riposa in pace, nella tua terra, Abdul "Abba" Samir Guibre: per te una preghiera e che la terra che ti ricoprirà sia soffice e lieve, come la carezza dei genitori e di chi ti ha voluto bene.

E per voi, infami, che vorreste l'odio nella mia patria e tra la mia e l'altrui gente, spero un domani sia nera e pesante, come vostra anima e coscienza !


Io, secondo me...22.09.2008

martedì 16 settembre 2008

Cazziatoni

- «Bravo, Gianfranco, che un bel cazziatone proprio ci voleva !»

Dall'alto dello scranno di Presidente della Camera e in forza di terza carica dello Stato, ecco che il caro Fini, leader storico di Alleanza Nazionale, tira un bel ceffone, più che sulla schiena, sul faccione, a fermare i rigurgiti dei suoi bambocci, l'Alemanno e il La Russa, rei d'aver manifestato rutti e riflussi intestinali, prima di aver aver messo la mano sulla bocca o essersi presi un bel Guttalax, un buon purgante per sciogliere incrostazioni biologiche;
è questione d'educazione, di cultura e formazione democratica, che qui non vale il tarallucci e vino, al grido di "Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordammuce u passato, simmu tutti paisà !".
I ragazzi di Salò sbagliarono su tutti i fronti e, a meno di dar loro del cretino, riconosciamogli pure la buona fede...ma sempre fascista era !
Sempre una dittatura.
Sempre un soffocare libertà: di parola, di pensiero, d'opinione e di scelte.
Sempre una forma, una forza e una sostanza assassina, che chi non la pensava come loro finiva a randellate o sparato.
I ragazzi di Salò fecero una scelta scellerata, assumendo le responsabilità di tanto, combattendo per difendere quello: per primo, fu la Storia a condannarli, mettendovi sopra una pietra...tombale.
Posso provare, e provo pietà per errore ed orrore per quelli, tanto incoscienti da gettare la propria gioventù e strozzare il proprio respiro;
meglio furono di chi si riciclò, cambiando casacca per tempo, vantando oggi d'esser...Nobel uomo e Bocca della verità, rinnegando, negando, dimenticando prontamente dove servirono, a chi giurarono fedeltà o cosa firmarono e contro di chi;
Al tracollo, si ritirarono sui monti con la camicia nera e tornarono a valle, sul carro dei vincitori, con quella rossa.
Oggi sono ad insegnare quanto l'ebreo è buono solo da morto e la Chiesa una levatrice d'asini, concedendo la nuova verginità al "Migliore" sulla piazza con cui gemellarsi e porti dote: "Il nemico del mio nemico è mio amico".
O a firmare nuovamente liste e fare fronda contro chi denuncia il nuovo terrorismo che, passando dal rosso al nero, ora vira al verde "BinLadIslam";
è un modo per riconoscersi, sempre e ovunque, che il colore è solo una divisa, ma il macinato è sempre di carne !
Il ComuNazIslam è camaleonte di colore, ma l'anima è sempre allo zolfo.
No, non basta la buona fede, il credere in qualcosa, la passione, il gridare di fare in nome di un dio multiforme e dai tanti nomi: la sacralità della vita è come la livella, che trova nell'essere tutto su un piano equilibrio e misura.
Certo, il fascismo non fu un "male assoluto", ma solo perché non ebbe il modo, i mezzi e il tempo per crescere e diventarlo: dovette accodarsi e prendere la medaglia di bronzo, che quella d'argento fu data al Nazismo, e la d'oro, al Comunismo, secondo una classifica che conta i morti, non le buone intenzioni, oppio dei popoli !

- «[...] la destra deve finalmente abbracciare i valori dell'antifascismo».

Vero. E quello non è esclusivo di partigiani o di vincitori, che sono poi a riscrivere la Storia, adattandola a proprie forme e misure.
Ma il male, quello fu, senza ambiguità, senza revisionismo, senza se e senza ma.
A Dio in cielo, il giudizio finale, a Cesare, sulla terra, quello suo, ed è pollice verso.
Punto e basta.
Se così non fosse, saremmo a dover fare lo stesso e riabilitare o rifare facciata a tutti i terroristi, dai talebani di Bin Laden ai pezzenti di Hamas, ai criminali Hezbollah e ad ogni bombarolo che mette bombe in chiese, moschee, mercati e in ogni dove siano presenti persone innocenti ed indifese.
Non vorrei un domani sentire dire che Hamas fosse stato "male minore", Hezbollah "compagni che sbagliarono" e gli sgozzatori e stragisti, "poveri ragazzi".
Però...c'è un però, che antifascisti e portatori dei "valori della resistenza" furono pure gli assassini delle Brigate Rosse, ma non per questo diversi: erano fascisti pure loro, rossi ma fascisti, che volevano fare la rivoluzione del proletariato, sfasciando vetrine, picchiando passanti e "giustiziando" chi non la pensava come loro, alla faccia di "libertà" ed "eguaglianza";
dove la differenza ?
Ma, mentre i fascisti "furono", la mentalità e il seme del Brigarcomunismorosso "sono".
Il terrorismo nostrano si assolve, quando ne "le memorie di Adriano", il Sofri, si ricava che il loro:

"Non fu terrorismo, ma atto di giustizia",

dimenticando che la sua, di giustizia, si sovrapponeva a quella di uno Stato in cui vige la Democrazia, che non si abbatte con le pallottole ma con la maggioranza dei voti, anche se e quando
"Il centrosinistra è minoranza, ma il primo partito nelle aree urbane, tra gli italiani che leggono libri, e giornali, insomma la parte più acculturata del paese";

O forse i "valori" dell'antifascismo non sono rigide stecche di un busto, ma comodo e lasco abbraccio di mutandoni elastici, da adattare ad ogni forma ?

- «Facciano pure le riforme che credono ma, se verrà approvata una legge elettorale che penalizza i piccoli partiti, non vengano a lamentarsi se poi qualcuno si ritrova con un proiettile conficcato in una gamba !»

Parole di Francesco Caruso, "disobbediente" arrabbiato ed ex deputato di Rifondazione.
Le regole ?
Quelle di "[...] italiani che leggono libri, e giornali, insomma la parte più acculturata del paese".

No, non si può ragionare con le tessere e non basta leggere libri e giornali ed essere parte acculturata, che anche il cuore deve pulsare, oltre al cervello, altrimenti non ci si lamenti quando ci spareranno!

Io, secondo me...16.09.2008

venerdì 12 settembre 2008

Arabia (pedo)felix

Ah, che brutto quando l'amore finisce è lei lo vuole lasciare:

"[...] un giudice del tribunale saudita di Riad ha aggiornato una causa di divorzio [...] per dare sufficiente tempo alle controparti di riconciliarsi".

Bravo, signor giudice, che bisogna mettersi nei panni del pover'uomo, quel maritino rifiutato, condannato a rimanere solo e reietto, destinato ad uscire di scena cantando:

"[...] Addio anni di gioventù, perché perché non ritornate più
[...] la donna sincera aspettai, compagna dei giorni miei
[...] addio sogni di gloria, addio castelli in aria
[...] meglio tacer le memorie o vecchio cuor mio, sogni di gloria addio".

Ahimè, sfortunato, che la sua bella lo getta nell'immondizia, abbandonandolo come si fa per un cane sull'autostrada;
certo, la moglie che ti molla è un dramma: spiace per lui, per i figli...la famiglia che si sfascia.
E già...ma se proprio "Lei", la moglie, ha otto anni e lui cinquanta, che, più che padre, gli potrebbe fare da nonno ?!

Da noi si chiamerebbe pedofilia, ma là, nella penisola arabica, l'Arabia (pedo)felix...siamo al libero baratto, che un uomo nella zona di al Unaizah, nella provincia di al Qusaim, si era messo d'accordo con un cinquantenne per "scambiarsi come mogli" le figlie minorenni.
C'è chi fa lo scambio di coppie, chi di figlie, e neppure maggiorenni.
De gustibus non est disputandum, sui gusti non si discute;
o si ?
Venuta a sapere del matrimonio della figlia, che frequenta la quarta elementare, la madre, di fronte al rifiuto del marito di annullare il contratto di matrimonio, lo ha portato davanti ad un tribunale, dove il giudice non ha potuto fare altro che temporeggiare, sperando magari di prendere in mano la patata quando non sarà più così bollente o, meglio, lasciare ad un altro il cavare la castagna dal fuoco.

Ora, di là dallo specifico, a me fa ghiacciare il sangue nelle vene un altro articolo:
"Una stima per difetto conta che le spose bambine islamiche sono 60 milioni e hanno meno di 13 anni";
sessanta milioni...l'intera fauna della penisola italiana !
Qui non possiamo applicare l'ottimistico e speranzoso proverbio che dice:
"Una rondine non fa primavera", che decine di "rondinelle" la bella stagione la fanno sì, per i nidi, anzi, i letti, di spennacchiati e stagionati galletti.
In una comunità tanto vasta e prolifica, non esistono piccoli numeri o piccoli drammi:
le cifre di impiccati - minorenni compresi - anche per motivi insignificanti;
donne ( tante ) e uomini ( meno ) sono lapidati regolarmente, in pubbliche piazze, con sadismo e goduria, usando pietre di grandezza sufficiente a far morire di dolore ma senza uccidere all'istante.
Per non parlare poi di amputazioni, flagellazioni, "consigli" a ragazzini per suggerire quanto è bello il suicidio e l'omicidio, e altre amenità.
Davanti a tanto non si squalifica quindi la storia delle spose bambine;
come quella che arriva dallo Yemen dove Nojoud, una bambina di otto anni ( è proprio un vizio ! ) si è presentata da sola in tribunale dicendo di essere stata costretta dal padre a sposare un trentenne, che l'aveva picchiata e forzata ad avere rapporti sessuali...e poi hanno il coraggio di dare del maiale agli infedeli !
In questi casi, il marito è sempre un uomo parecchio più anziano, mai incontrato prima, non escluso un parente.
Leggo le classifiche dei paesi più "attivi" in mercimoni e matrimoni di tal fatta:
"[...] il Niger è al primo posto, seguito da Ciad, Bangladesh, Mali, Guinea, Repubblica centrafricana, Nepal, Mozambico, Uganda, Burkina Faso, India, Etiopia, Liberia, Yemen, Camerun, Eritrea, Malawi, Nicaragua, Nigeria, Zambia.
Altri seguono, ma sono scarsi: le pecore nere della specie Pedofelix.
Continuo la lettura delle atrocità:
"[...] L'attività sessuale precoce cui sono obbligate, le gravidanze e i parti procurano loro danni terribili, oltre a contagi d'ogni genere. Una volta malate, sono emarginate dai propri mariti e dalle comunità [...] due milioni di ragazzine sono affette da fistole vescico o retto-vaginali in seguito a lacerazioni prodotte dal feto. Ciò le rende incontinenti per il resto della loro vita, e il loro odore di urina è talmente forte che dalla loro gente sono ghettizzate, scansate, abbandonate sole.";
una forma di take away, carne da asporto, destinata all'usa e getta.
A fronte di tutto ciò, veniamo edotti da un'intervista rilasciata dall'ambasciatore saudita in Gran Bretagna, Ghazi Al-Qusaibi, che dichiara:
«Flagellazione, lapidazione e amputazioni sono, agli occhi musulmani, il nocciolo della fede, e la cultura occidentale è ridicola, è una cultura perversa e inferiore».
Per simili figuri e d "eminenti religiosi" è normale invece emettere "[...] una serie infinta di fatwa di condanna contro qualsiasi attricetta, scrittore o vignettista satirico; verso le barzellette i sacerdoti musulmani sono molto attenti", mentre si ostenta, si"pavoneggia" la crudeltà primitiva di cui è permeata certa cultura musulmana, l'assenza d'ogni valore religioso e umano di certe tradizioni spacciate per coraniche, il peggior maschilismo retrogrado e oscurantista chiamato a proteggere il potere maschile di questi aguzzini, pedofili ed assassini.
Costoro sono a negare alla donna il diritto di scegliersi il marito e di divorziare; affermano il diritto maschile alla poligamia e al ripudio; sanciscono la disparità in tema di eredità; rifiutano alle donne il diritto alla custodia dei figli in caso di divorzio, manifestando una sessuofobia martellante ed opprimente, interpretando, plasmando e piegando la Sharia, la legge islamica, a proprio scopo e piacere.

E qui mi fermo, che pure essendo di bocca e stomaco buono, mi viene il trabocco intestinale.

E quella che fu Arabia Felix (voce latina, dal greco Eudaimonia Arabia, a designare le regioni più meridionali della Penisola arabica), oggi eccola declassata, ad essere Arabia (pedo)felix !


Io, secondo me...12.09.2008

martedì 9 settembre 2008

Cazzandrata

"In principio la terra era informe e deserta, e le tenebre ricoprivano l'abisso".

Mercoledì 10 Settembre, anno del Signore 2008: ore 9 e 11 minuti, ora locale;
un sacerdote, atipico per l'immaginario comune, salirà le scale della sua Cattedrale, vestirà i panni di una dottrina per soli iniziati, terrà una liturgia per addetti ai lavori intonando una litania tra il profano, il sacro e il sacrilego.

- «Carissimi, siete qui convenuti senza alcuna costrizione, in piena libertà e consapevoli del significato della vostra decisione: l'uomo osi separare ciò che è unito e riceva quest'anello, segno d'amore e fedeltà alla Scienza. Principio creatore dell'universo, che hai formato i cieli e la terra, ti riconosciamo e promettiamo di esserti fedeli sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della nostra vita».

Ecco che al Centro Europeo di Ricerca Nucleare, cento metri sotto terra, al confine tra Svizzera e Francia, il tempo si fermerà, così come il cuore in gola, nell'attesa del Messia, tanto agognato ma mai ancora visto: il bosone di Higgs, la "particella di Dio", creatore della materia e della massa, decifratore della materia oscura genitore d'ogni altra particelle e padrone delle dimensioni sconosciute.

Il Ministro del Culto, "Signore dell'anello" accompagnerà due fasci di particelle in un tunnel lungo 27 km: lo scontro tra queste, ognuno provenienti da direzione opposta, scatenerà una temperatura di gran lungo superiore a quella del cuore del Sole, tanto da bastare a far collassare la struttura atomica degli elementi, la cui fusione potrebbe addirittura portare a creare il cannibale della materia: un Buco Nero, macinino d'ogni cosa.

La paura dei detrattori del "Large Hadron Collider" è che potrebbe crescere di dimensioni e potenza, fino a risucchiare la Terra, divorandola completamente nel giro di quattro anni.

I nuovi dei rispondono: "L'acceleratore è sicuro [...] Il pericolo è privo di fondamento scientifico".

"Quando vidi l'Agnello rompere il sesto sigillo, ci fu un tremendo terremoto. Il sole divenne nero come il carbone e la luna si fece rosso sangue Allora le stelle caddero dal cielo sulla terra, come fichi acerbi da un albero scosso da un forte vento. Il cielo si ritirò, come una pergamena che si arrotola, e tutte le montagne e le isole furono spostate".

Non si vorrà dare credito all'Apocalisse: che ne sapeva il suo estensore del potere dell'uomo d'oggi, che può arrivare a, e forse diventare lui stesso un Dio?
Ricordiamo quante volte si gridò "Al lupo, al lupo ! ", senza che mai questi poi comparisse.
Così tremava dal terrore la gente del Medioevo, nella notte fra 31 dicembre 999 e 1 gennaio 1000, per via del vecchio detto "mille e non più mille";
così la paura, all'alba del Terzo Millennio, per il baco mangia programmi, il "Millennium Bug": avrebbe dovuto sgretolare il sistema informatico, reggitore del sistema sociale, sprofondando l'umanità nel caos più profondo.
Già, ma può anche darsi che, a giocare lo stesso numero per tante volte, alla fine ci si azzecchi;
magari proprio l'antico popolo Maya, con una profezia: Sabato, 22 dicembre 2012..."Game over" !

L'esperimento avrebbe lo scopo di portarci indietro nel tempo, esattamente alla situazione vissuta nel momento della creazione della Terra;
se non ci riesce a capirne l'inizio, speriamo di non vincere il premio di consolazione: protagonisti della fine.

- «Ma non diciamo cazzate !» tuona la Scienza: «qualora si formasse, il buco nero evaporerebbe subito»;
certo, qualcosa che evapora alla fine ci sarà: speriamo a farlo sia il buco o la bufala e non noi.

"Alla fine la terra era informe e deserta, e le tenebre ricoprivano l'abisso".

Bene, gli uomini possono smettere, per scaramanzia, di tenere la mano sui gioielli;
e le donne di fare corna di scongiuro dietro la schiena.

Scherzavo !

Io, secondo me...09.09.2008

domenica 7 settembre 2008

afFARComunisti

- «O, che gelida manina...se la lasci riscaldar».

Ecco Ramon Mantovani ( una volta capo della sezione esteri di Rifondazione Comunista ) che tiene sulle ginocchia Raul Reyes, con più buchi di un colino, traforato che sembra una maglia a rete fatta ad uncinetto, non fosse per i fori d'impiombatura: i soldati del presidente Alvaro Uribe, dopo anni di gioco a nasconderello, l'hanno acchiappato e messo sotto...terra;
e si: il nostro dalla manina fredda di mestiere faceva il terrorista, vice-comandante delle Farc, che in Colombia avevano rapito e tenuto in prigionia per più di sei anni Ingrid Betancourt, senza dimenticare le altre sfortunate come lei, che ancora sono là, a fare da bambola gonfiabile e figliare per quelli, stanchi di una rivoluzione da mezze seghe, l'altra metà del lavoro di manetta.
Il povero Mantovani, e quanti della specie, si ritrova orfano nel momento peggiore della sua vita: il popolo italiano l'ha sbattuto fuori dalla stanza dei bottoni assieme ai compagni di merende, la sua "corte dei miracoli";
d'un botto si ritrova cornuto e mazziato, spogliato di scettro e del serto d'alloro, nudo, con una mano davanti e l'altra dietro, a pararsi degli spifferi che volano bassi, da un'aria che tira male.
Gli affari vanno di male in peggio: come direbbe Beppe Grillo, a rotoli, affanculo; anzi, gli afFARComunisti vanno proprio... afFARCulo !
Fosse ancora in buona con i vecchi alleati dei bei tempi di razzie, che li hanno invece scaricati come lebbrosi, sarebbe andato pure lui con D'Alema, a braccetto, affiancando l'esponente Hezbollah di turno, giusto a non perdere l'abitudine allo struscio, accompagnandosi con terrore, terroristi e terrorismo, categorie tanto care e utilizzate da nonno Lenin e papà Stalin, dalle cui costole derivano e alla cui ombra crescono, ben pasciuti.
Ma quelli, che dello scemo c'hanno solo la faccia, hanno fiutato per tempo l'affondamento, ed hanno messo in pratica la famosa ginnastica Pilates...Ponzio Pilates: se ne sono lavate le mani e li hanno disconosciuti, che della rivoluzione a loro frega un cazzo, che non gli garantisce la stessa abbondanza di "magna-magna", traboccante nelle pastoie della democrazia.
Ecco che gli afFARComunisti si stemperano nel mimetismo, il nascondere la vecchia polvere muffosa sotto il tappeto e gli scheletri negli armadi di scantinati e malinconiche, dismesse ma mai dimenticate...botteghe oscure.
- «Compagni, si cambia, che la possente macchina da guerra di geometrica potenza, a furia di metterla nelle Molotov, ha finito la benzina !»
Parcheggiata in seconda fila, coperta dal telo falcemartelluto, mai in demolizione, con i suoi custodi aspetterà tempi migliori, quando il manto della dissimulazione e della menzogna potrà essere rimosso, a mostrare ancora, con onore e ostentazione, il marchio di Caino. Ci sarà tempo per riammettere e riportare nei ranghi profughi e suppellettili, una volta che, scacciati dalla porta, passeranno dalla finestra, perché i primi amori non si dimenticano mai !
Ecco allora che il cerino, per accendere la fiaccola olimpica della rinascita, è dato al tedoforo Veltroni, praticone delle arti cinematografare, alla ricerca di effetti speciali; ma - ahi noi - si trova ad avere a che fare con un autentico mago in materia: il Berlusconi.
Che ti pensa il ùalter ?
Come agli esami scolastici, se è vero che il lavoro si ruba, lui copia, diventando una carta carbone da cui si ricalca l'originale: l'acronimo del partito su sfondo tricolore, il programma pari all'altro, il promettere, il muoversi, il presentarsi, il magnificare terre, città e paesi, il lisciare peli, è caricatura di un'arte che l'avversario però recita per dono e ha in dote, non da copione e come scimmia che mima !
ùalter si esalta, ci crede, si illude talmente tanto da affermare prima il pareggio, se non il sorpasso, arrivando addirittura a mandare dei suoi in America - non in Russia ! - a studiare i metodi di Obama, candidato alla Casa Bianca e protagonista di una campagna elettorale incredibilmente efficace.
Perfino il regista Moretti, il Nanni, una volta girotondino e gran fustigatore, per un attimo resta senza parole, ma il gioco dura poco, che subito da noi si ridimensiona, a diventare...i Nan(n)i di Obam(b)a e scadere nel ridicolo, che subito il nostro, di elettorato, li spernacchia, lasciandoli al palo.
Tanto ci rimangono di merda che il fighetto di partito emette sentenza lapidaria:
- «Il centrosinistra è minoranza, ma siamo il primo partito nelle aree urbane, tra gli italiani che leggono libri, e giornali, insomma la parte più acculturata del paese»;
La qualità ce l'abbiamo noi: il resto e cascame, pontifica...il Migliore !
In un batter di ciglia, ecco risolversi l'annosa crisi della mondezza di Napoli, che ci ha tanto squalificato agli occhi del mondo, mentre uno dei suoi maggiori artefici - il Bassolino - fa cantare il gallo rinnegando il passato e cercando di pararsi il culetto per il futuro, mentre il Sindaco Iervolino ( la famosa voce a gesso su lavagna o lametta su vetro ) è candidata alla trasmissione "Chi l'ha visto ? ", anzi, chi l'ha più vista ?
Ipocriti, si, ma emuli de "Il Principe" di Machiavelli, a metà tra "Il fine giustifica i mezzi" e "Di necessità, virtù".
Non sono i primi, ne saranno gli ultimi, che altri sono a voler salire sul carrozzone del vincitore, che hanno capito che il remare contro fa incazzare gli italiani, stanchi di una classe politica - la casta - avida ma incapace e di nessuno spessore, che possa giustificarne sugoso salario. E prepotente, nel modo di guardare e trattare quel cittadino, che la mantiene.
- «Siori e siore, accorrete: non siamo qui a vendere, ma a regalare !» è il classico richiamo degli imbonitori da fiera popolare.
Da regalare era la nostra Compagnia di Bandiera, l'Alitalia, con tanto d'aeroporti, veicoli, rotte e maestranze.
- «Questo matrimonio non s'ha da fare !» tuona il Berlusca: via i francesi, che da noi c'è una cordata pronta ad intervenire, a salvare capra, cavoli, la più parte dei lavoratori e il portafoglio degli azionisti.
ùalter risponde : «Non è vero: ormai, più che una Compagnia di Bandiera, lo è di bandierina !»
E già: però la Regione Lazio, nei panni del suo presidente, il Marrazzo, ora che la cordata si è materializzata, ci vuole entrare; e come lui anche il sior Penati, gemello della Lombardia, non ne vuole restare fuori.
Strano tanto frettoloso interesse, per una compagnia di "bandierina".
Berlusca sta per fare filotto: è meglio accodarsi, ad accontentarsi di una sia pur poca luce riflessa, ma è sempre meglio della lampadina del sol dell'avvenire, che si è fulminata anzitempo !
E il giro di vite ?
Basta asini a scuola e scaldasedie negli uffici pubblici: onore al merito e calci nel fondoschiena al resto !
I sindacati, poli e ideologizzati sino al midollo, restano distanti anni luce dal lavoratore.
Pur di mantenere i pochi privilegi che gli rimangono, abbozzano, cercando di non accelerare quella corsa al suicidio che li ha visti rinnegati pure da chi ha sottoscritto la tessera, ma che li ha affossati, votando quelli della Lega, più vicini alla strada e nelle fabbriche, che nelle cattedrali d'avorio.
Alitalia potrebbe essere la loro Caporetto: salvata proprio dai "cattivi", quegli imprenditori tanto demonizzati che, certo, non menano la coda per niente, ma neppure le greppie di partiti, il portafoglio degli onorevoli e i forzieri dei sindacati sono pieni d'aria !
E un mondo funzionale ma retto da filosofi e poeti, funziona solo nell'immaginario di Cementano, dopo che le tarme nel suo cervello c'hanno scavato le gallerie.
Certo che avrebbero preso con filosofia e magari pure dedicato un carme alla scarcerazione dei delinquenti del Napoli calcio, quella teppaglia che gode nel distruggere e uccidere indossando e camuffandosi con il mantello della tifoseria, alibi e scudo per ogni nefandezza.
E qui abbiamo raggiunto l'apoteosi, che il povero ùalter c'ha sclerato: tanto ne ha di scossoni e botte da andare in tilt, come i vecchi flipper di una volta;
- «Colpa del governo, che è forte con i deboli e tremebondo con i forti !»
Peccato che ad aprire la fossa biologica siano invece stati i giudici, altra categoria che annovera falangi di sinistroidi usati e usi a fare l'ariete contro il Silvio Berlusconi e pronti, all'occasione, a fargli dispetti di tal fatta, che hanno in Tontino Di Pietro, pappone - nel senso di gran padre e padrone - dell'Italia dei Veleni, che dei Valori ha solo riferimento al conto in banca.
Il suo senso della giustizia si riassume in una sua celebre e ricorrente frase:
- «Io a quello lo sfascio !»
sintesi di una pervicace ed ossessiva missione che si è imposto, non migliore dallo zelo, l'ostinazione e la mania persecutoria del sicario per la vittima, da eliminare ad ogni costo e declassata da soggetto ad oggetto.
Persino Luciano Violante, una volta giudice ed oggi esponente di spicco del Partito Democratico, si è preso un sonoro cazziatone dal manettaro Di Pietro, per avere osato impattare con il "Tontinopensiero";
l'ex commissario Manetta vorrebbe purgata la frase eretica e che Luciano ne facesse seguire abiura:
- «Basta con lo scontro: è ora di dialogare con il Partito delle libertà sulla nuova giustizia».
Tony Catenaccio risponde : «Mai: la giustizia sono io !»
M'aspetto una marcia su Roma con trattore, forcone, roncola, zappa e rastrelli.
Intanto, con i soldati, si tenta un esperimento: farli uscire dalle caserme, dove facevano le belle statuine, per affiancarli a polizia e carabinieri, a dar modo ai più di questi di incidere ed intervenire soprattutto sulla sicurezza e per l'incolumità dei cittadini, piuttosto che controllori, simili ai bigliettai sui treni.
Apriti cielo: è stato raccolto il fior fiore del peggio sinistroide e manovali della penna, pronti a far cagnara e gridare al ritorno del fascismo, di cui sentivano persino l'odore, forse perché molti non si erano ben levati la precedente buccia, che sentiva ancora puzzo delle vecchie tane;
vorrei sapere quanti di loro o dei padri erano allora a far numero nelle folle oceaniche, per poi lavorare di scolorina sulle fumose camicie, quando il rosso rimpiazzò il nero, che quelli non si sono estinti, ma diluiti, come inchiostro in abbondante acqua.
E la storia delle impronte digitali dove la mettiamo ?
Arrivano da noi frotte di "Chicazz'è", che si muovono in lungo e in largo, chiamandosi Tizio di qua, Caio di là e Sempronio al prossimo giro di giostra: i bambini sono tra le prime vittime di un mercato di schiavi, che li comprano, li usano, se li scambiano, per far fare loro i lavori più turpi, dallo spaccio al furto.
I casellari giudiziari e le questure sono pieni delle infinite identità che ognuno di questi si attribuisce, ogni qualvolta colti in fallo: non solo le impronte servono, ma anche l'esame del DNA, per verificare legami di famiglia, veri o presunti, a ricostruire un complesso mosaico partendo da frammenti mischiati.

Chi lo dice ?
Ma io, no: Beppe...Giuseppe Garibaldi !

Io, secondo me...08.09.2008

martedì 2 settembre 2008

Homunculus Bauscensis

Dalle mie parti, dicasi "bauscia" il bulletto, il prepotente che si da delle arie, una volta riconoscibile dalla camminata ammortizzata, su gambe storte ed arcuate, braccia penzoloni, che muove a pendolo - ora il destro, poi il sinistro, come a militare, durante la marcia - con il palmo rasoterra e rivolto all'indietro, stile gorilla in avvicinamento, a voler dare sensazione d'avvertimento, anticipo della minaccia e poi della carica.
Se mai ci fosse ancora bisogno di provare che l'uomo deriva dalla scimmia, ecco, l'anello di congiunzione;
il primate, con il pelo: il suo derivato con il cranio rasato, ma il giubbotto di pelle;
l'avo con stecchi, per rovistare nei formicai alla ricerca di cibo, o con bastoni, per arrivare a far cadere i frutti, a randellare il predatore o il simile, simbolo del prolungamento del pene, a rammentare virilità e maschia gerarchia, quella del dominante, ovviamente;
il bingo-bongo che c'abbiamo oggi, al bastone preferisce il manganello, il tubo di ferro, la mazza da carpentiere, aste, bulloni, catene, coltelli e altro, raccattato dall'ambiente dove si muove: lavandini divelti, bottiglie infrante, usate come rasoi, assi, mattoni da cantiere o blocchetti di porfido, scalzato dalla strada, cartelli stradali sradicati e ogni altra cosa, corpo contundente o da taglio, possa essere adattato alla bisogna;
serve distruggere, frantumare, sbrecciare o ridurre a brandelli, quando cose; pestare, fracassare, tagliare o bucare, fratturare, ferire e uccidere, quando la bestia lavora in gruppo ed è in caccia: ottima protezione e comodo alibi per sommare le forze e dividere responsabilità, che anche quando ci dovesse scappare il morto, mica l'ha accoppato Tizio, Caio o Sempronio, ma l'altro, il branco.
La vera pericolosità della massa impazzita è rendere il soggetto oggetto e nello stemperare in forma omeopatica l'efficacia dei freni inibitori, nati per fermare una bicicletta, non la locomotiva.
L'Homunculus Bauscensis si forma sin da piccolo che, quando i genitori lo vedono prendere a schiaffi il prossimo, lo guardano incantati:
- «Meno male che nostro figlio si farà rispettare; nessuno gli metterà i piedi in testa».
E già, che non succederà: è proprio grazie a loro che un nuovo piccolo delinquente cresce e, quando ne avrà modo, assalirà una camionetta dei carabinieri, cercando di linciare chi c'è dentro, o ucciderà il poliziotto di turno, durante i tafferugli di un prima o un dopo partita, pretesto che ne vale un altro per aggiungere una tacca al manico del proprio coltello, che lui ce l'aveva scritto dalla nascita, e benedetto da babbo e mamma, il suo destino
...si farà rispettare; nessuno gli metterà i piedi in testa.
La sua è legittima difesa: mamma e papà gli hanno dato tutto, tanto e troppo, e questo lui s'aspettava di ricevere ancora, prima che gli mostrassero il dito medio, che l'erba voglio non cresce neppure del giardino del re !
L'ordine, l'autorità costituita, la disciplina, il dover dividere con altri, leggi e regole, gli mettono i "piedi in testa", e lui gli farà vedere, li metterà al posto loro, e "mami "e "papi" saranno ancora orgogliosi di lui...ah, no: li aveva sprangati, quando sono mancati i soldi per la dose abituale di eroina.
Ingrati, dopo che lui gli aveva dato tante soddisfazioni, regalando i migliori anni della sua vita !
Poverini: ancora si ricorda, con tenerezza, quando insultarono il maestro e presero per il bavero il professore, che dicevano di lui che era intelligente, ma non si impegnava: ma perché farlo, se tutto gli era concesso e dovuto ?
E non era forse riuscito ad avere la licenza elementare, con il punteggio massimo: il "sei politico" ?
Oggi, campa facendo ora il manovale, lo scaricatore, lo spaccino e, nei tempi morti, il disoccupato;
la società lo evita, lo emargina, ma ne ha timore, ne ha paura,e questo è come una pompata di adrenalina, il vero sballo: quando è solo lo insultano, lo scacciano come un cane rabbioso ma, con quelli come lui, allora si, che cambia la musica !
Mancando i genitori, che "lo campavano", vive nei centri sociali o in case occupate, espropriate, come nelle tane dove la bestia più grossa frega alla piccola.
E sul treno ci sale senza biglietto, che il controllore non si fa vedere; e la pula li conta e li evita, e il resto del mondo scende dalle carrozze a calci in culo, si defila, scappa, come coniglio impaurito e tremebondo.
Formiche, solo formiche, che è bello calpestare, che i suoi genitori l'avevano educato ed insegnato bene a come era grande e quelle piccole, insignificanti...e facile a mettere il piede in testa !
Questa feccia dell'umanità è comoda manovalanza per gli affari sporchi, per chi non si vuole lordare le mani ed è alla cerca di sicari, bastonatori o picchiatori, che il loro randagismo mentale, l'ignoranza, la stupidità, la semplicità dei processi cognitivi, il rancore del perdente, l'incapacità a fare altro, li rende malleabili, plasmabili: come mandrie di vacche, si possono raccattare, ammucchiare e gettare contro ogni ostacolo.
Eccoli, mercenari tuttofare, a bruciare bandiere, insultare patria e patrioti, occupare piazze, quando serve l'amo per i bambascioni, i pacifinti-fessi, per i palestinesi, o i "resistenti" Taleban o di Al Qaeda, impedire opere e il fare, immobilizzando, paralizzando, violentando, bruciando e devastando città e cose, in ogni loro zoccolare.
Partite di calcio e violenza allo stadio sono solo palestre, per mantenersi in allenamento, indottrinando e facendo impratichire i novizi.
Frega e sanno un cazzo del perché tutto questo: alla loro "Squola" sono usciti "imparati" così, Homunculus Bauscensis, che alla penna preferiscono la clava, simbolo fallico caro a papà e mammà.
E che non mi si contraddica...che non mi faccio mettere i piedi in testa !


Io, secondo me...02.09.2008