lunedì 28 giugno 2010

mercoledì 23 giugno 2010

giovedì 17 giugno 2010

vignetta blasfeMINA

Akbarbari

C'è chi la perde per una donna, chi per la paura, per una provocazione o uno sgarbo;
così si dice di chi la ragione smarrisce: quello, ha perso la testa!
Ma in senso figurato: invero, quella c'è sempre, ben piantata sul collo ma, semplicemente, quel manca è la capacità del discernimento.
Ci si uccide per amore, si salta nel vuoto da un grattacielo in fiamme, si picchia se offesi o si accoppa per uno sgarro e la zucca, anche se vuota, si accompagna sempre allo sfortunato, che ci ha tolto il sale per metterci l'aria.
Altra cosa per chi veramente se la trova tagliata, solo perché ha trovato sulla sua strada un coglione che, dopo averla spiccata dal corpo, la mostra come trofeo, gridando:
- «Ho ucciso il grande satana: Allah Akbar!»
Pirla.
Figlio di un dio minore, povero d'intelligenza quanto di verbo, tanto da preferire, al filo del discorso, quello della lama;
di lui si potrebbe dire, come per un animale: gli manca la parola!
Monsignor Luigi Padovese, come per il precedente, il caro don Santoro, è finito così: sgozzato.
Allah Akbar...ma va da via i ciapp, paciaratt: offri il tuo didietro, mangiatopi!
In quel di Turchia - ma la cosa si ripete nel mondo degli "akbarbari" - così è fatto tacere chi oppone Cristo, maestro di pace, ad un profeta che diffonde spade e catene.
Senza questi "ferri" del mestiere, pochi accetterebbero di servire da inferiori, quando possibile essere trattati da pari.
La ragione della forza è il bastone del pecoraio, dove a lui spetta latte e carne e al gregge fornire quello e questa;
semplice bottega di macellaio.
Solo a Roma, ad un tiro di schioppo, abitano la Chiesa di San Pietro, una bella Sinagoga e una paffuta Moschea, tanto che, se ognuno si affacciasse, potrebbero darsi voce, come nel cortile di case di ringhiera.
Nel cuore della cristianità, un segno di fratellanza, a pari livello: in quello dell'Islam, solo segni di un padrone.
Cazzeggiamo pure sui distinguo, ma la sostanza, il succo del discorso, quello è!
Entra nel mucchio e sei come le vacche del cow-boy: marchiato a fuoco!
Da quel momento non esisti più, come individuo, ma come numero: prova saltare lo steccato e ti trovi...stecchito!
Non esiste divorzio, nessuna possibilità di riscattare l'ipoteca; sei una proprietà indivisibile...tranne che nel breve spazio tra il mento e le spalle!
Da ultimi arrivati, nella gestione delle cose del buon Dio, vorrebbero esserne sigillo, quasi che le la Storia iniziasse dal fondo e i piedi, d'improvviso, volessero che fossero le mani a camminare, di modo che il sotto diventasse il sopra e il fondello la testa.
Nulla da eccepire se solo, con lo scolapasta in testa e la mano sul petto, infilata nella camicia, il novello Napoleone imperasse tra le mura del manicomio.
Allah Akbar...beh, anche il mio, come quello d'ogni creatura, pienamente in diritto di cercarlo, chiamarlo, pregarlo, adorarlo come meglio crede.
I grilli hanno lasciato lavorare le formiche, per poi sedersi al banchetto e voler dare misura e porzione, usando il coltello per tagliare pane, companatico e gole.
Il tappo di sughero vuole e pretende di valere più e quanto l'intera damigiana e del vino!
Libero di crederci, ma non d'imporre, cazzo!!
E se la spada è la sostanza di un dio e del suo profeta, poveri questi, che non sono molto differenti da una faccia di tolla, sia pure su un piedistallo d'oro; chi ne è servo non può certo amarli, ma solo temerli, e nulla è più vile del terrore, che spinge e non trascina, che uccide quello che un vero Dio ha creato per la vita.
Cani, scimmie e maiali saranno pure animali impuri, ma ben contento sono d'accompagnarmi a questi, piuttosto che a delle bestie di Akbarbari, tanto ignoranti e anche cannibali, quando uccidono pure fratelli di stessa fede, quando Abele osa contraddire Caino!


Io, secondo me...16.06.2010

lunedì 14 giugno 2010

Cose...turche

Cul Tura

Non ce l'hanno nel sangue, e neppure arriva dai cromosomi: è istinto, pura natura animale, bollenti spiriti, latenti ma pronti ad uscire, come lava di vulcano quando salta il tappo;
elementare ma efficace, come per l'interruttore della luce: click, acceso...ri-click, spento.
L'unico nemico buono è quello morto.
Correva l'Ottobre del 2009, quando un esemplare della razza disse, invitò, predicò, istigò e sperò:

«Ma, santo cielo, possibile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa a Berlusconi?»

Parole di Matteo Mezzadri - coordinatore a Vignola e membro della segreteria provinciale dei giovani del Partito Democratico - a sublimare e sintetizzare una potente certezza, ben radicata nella mente profonda dei sinistri, in special modo se istruiti da vecchi ruderi di scuola moscovita.
I "teorici", fighetti in guanti bianchi, "suggeritori occulti", che si fingono pompieri mentre offrono il cerino alla nuova generazione, ragionavano così, dopo l'ennesima bastonata elettorale, dove usciti a pezzi:
- «Vero che siamo in minoranza, ma siamo in maggioranza nella parte più acculturata del paese [...] il primo partito nelle aree urbane tra gli italiani che leggono libri, che leggono i giornali [...] che rappresenta la classe dirigente del paese in tutti i campi ed è molto difficile che chi governa possa cambiare le cose senza il nostro consenso attivo.»
Un anno prima di Matteo Mezzadri, il "professorino", Massimo D'Alema, già pasturava, seminando per il futuro.
Ovvio che quelli come loro sono pochi: la razza eletta è qualità, non quantità e, visto che il fine giustifica i mezzi, è compito degli unti dal Signore correggere gli errori dell'urna elettorale.
"Resuscitiamo le Brigate Rosse ed ammazziamo Berlusconi";
gli effetti della campagna d'odio de la Repubblica e di Di Pietro continuarono la missione, la ricerca del sicario, al di là e sempre più incattiviti dai responsi sfavorevoli degli elettori che, imperterriti, continuavano - e continuano - a riempirli di mazzate.
Ma noi, Australopitechi, Cro-Magnon, cavernicoli, solo la clava sappiamo usare e quelli soffrono, a dover seguire le regole di noi selvaggi.
Fu così che venne quel 13 dicembre 2009 dove, in Piazza Duomo, a Milano, l'odiato rappresentante della brulicante ma ignorante specie inferiore, subì conseguenza di tanti messaggi, non tanto subliminali:
"Il premier Berlusconi è stato aggredito in Piazza Duomo da Massimo Tartaglia, 42 anni di Cesano Boscone, grafico, che lo ha colpito con una statuina di metallo. Il viso del premier e' diventato una maschera di sangue", recita la stampa.
Due otturazioni saltate, un'infrazione all'osso nasale e un labbro spaccato.
L'istinto primorde, l'Imprinting violento e profondo nella carne rossa, fa esultare la massa gongolante, che si rammarica non dell'attentato, ma che questo non è stato risolutivo: la..."Mortal suasion" riuscì solo a metà.
L'imbeccata fu buona, ma il braccio moscio.

- «Roba da scendere in piazza e fare subito la rivoluzione [...] io dico se non esiste nessuno in grado di fermare questo scempio...che so, esiste ancora la figura del killer a pagamento? La cultura non si deve toccare!»

Cazzo, mi dico: ma è mai possibile che i vogliosi di sangue e lacrime, siano sempre a voler fare i froci col culo degli altri?
Cara Wertmuller, regista da pellicole al Domopack,nonchè sciura Lina, perché ancora cerchi l'ennesimo Tartaglia e non ci metti del tuo?
Accoppalo da te, il Tremonti Giulio, Ministro dell'Economia e di - scarse- Finanze che, in tempo di vacche magre, ci dice: «Bambole, non c'è più una lira!»
All'invito al risparmio, forzatura e non scelta, in tempo di crisi, la cultura risponde, a chi gli fa i conti in tasca, con un minaccioso:

- «Copa el porseo!», accoppa il maiale.

Pallottola in testa...killer a pagamento...

Cul Tura che im...pazza?

Io, secondo me...10.06.2010

Cucina araba

Mezzaluna di fuoco

Il film "Mezzogiorno di fuoco" era ambientato nella cittadina di Hadleyville e narrava la vicenda di Will Kane, uno sceriffo che si sentiva moralmente obbligato ad affrontare un manipolo di fuorilegge giunti in città;
tutti i cittadini allora lo abbandonano al suo destino: molti gli chiesero addirittura di andare via per evitare la sparatoria, che avrebbe dato al paese una cattiva reputazione.
"Non importa chi ha torto e chi ragione: questo non serve a nulla quando iniziano a sparare", è la filosofia dei vigliacchi, più interessati a salvare i propri interessi, disposti pure a compromessi e a pagare pur di poter continuare ad ingrassare.
Lo sceriffo non ti ucciderà, ma gli altri si;
è la perversa, egoistica e miope mentalità di tanti imperi che, raggiunto l'agiatezza, delegarono a mercenari il compito di difenderli, facendo l'errore di affidare a morti di fame le chiavi della dispensa.
Vendettero così la propria forza, che si chiamava dignità, il cui mantenimento incuteva, esigeva e ritornava rispetto.
Quelli, appena accortisi che era stupido ammazzarsi l'un l'altro per difendere dei debosciati, alfine capirono che era giunto il momento di infilare a quelli lo spiedo nel didietro e la mela in bocca, piuttosto che scannarsi per loro.
Quello che li motivò, prima che la bramosia e la facilità della conquista, fu il disprezzo: l'altrui viltà li rese consci del proprio valore, e che era assurdo che ruvidi guerrieri servissero delle viziate femminucce.
Eurabia, la pulzella, non ama virile mucolarità: villosi e pelosi maschioni, ammazzatevi, ma fuori dal giardino dove raccolgo margherite.
Israele, come Will Kane, non irriti i bruti e, se proprio lo vuole fare, che non porti conseguenze all'imene della femminuccia.
Apra le frontiere, abbatta il muro che difende la sua gente, si lasci piovere in testa missili, tric-trac e bombe a mano e che i suoi esplodano, tra coriandoli di budella e frattaglie, ma che il sonno della bell'addormentata non sia disturbato dalle bombarde.
Lo sceriffo non ti uccide; Israele non mette bombe.
Lascino stare, lascino fare, per evitare la sparatoria, che darebbe al paese una cattiva reputazione.
Come si fa a fare affari, in mezzo alle pistolettate?
Israele, sei la prima linea: tieni duro e, soprattutto, non lasciare che la linea del Piave arrivi a noi!
E voi, incazzuti, guardate: leviamo i nostri crocefissi, tacitiamo le campane, vi lasciamo le piazze, mettiamo silenziatore alla critica e alla satira, e vi chiediamo scusa, dite voi quando e su cosa.
Cominciamo a lasciare sacche nei nostri ordinamenti, affinché possiate applicare vostre leggi;
sigillate le vostre donne nel burqa, sgozzatele se non seguono il padre-padrone, pretendete di avere moschee che arrivano al cielo, finanche dove avete abbattuto torri gemelle per farvi posto;
non diciamo neppure "Chiedete e vi sarà dato", perché potete esigere, reclamare!
Ma lasciateci intrallazzare.
Sbudellatevi, ma fuori, non da noi...lasciate la cittadina, per evitare di dare al paese una cattiva reputazione, che sarebbe nocumento per gli affari.
"E noi? La nostra gente, sopravvissuti di generazioni cancellate nei campi di concentramento e dai forni crematori? Noi non abbiamo diritto a controllare che quello che entra nella terra che abbiamo lasciato, in segno, nel tentativo di pace, non sia strumento per nostro macello? Non possiamo difenderci, quando i nostri soldati sono assaliti da finte colombe, che poi mostrano artigli e zanne, quando si tenta di accertare che non cerchino di contrabbandare polvere da sparo invece che di farina?".
Eurabia non vuole: un piatto di lenticchie è meglio di una bomba sotto il culo e Israele è un buon capretto da donare, per il sacrificio ad Allah.
D'un colpo si realizzerebbe il sogno del nero e del rosso, in verde tinta.
E quando quelli si accorgeranno che Eurabia è facile da infilare, con spiedo in culo e mela in bocca, toccherà a lei lasciarci candore e verginità;
allora - se non già - ecco la sfida finale, la resa dei conti...la resa.

Mezzogiorno...anzi: mezzaluna di fuoco!


Io, secondo me...04.06.2010

Turchiran

Adolf Joseph Erdogan