mercoledì 30 aprile 2008

Agenzia per guardoni

Ultimamente ho mangiato asparagi, e solo la minzione basta a denunciarne masticazione;
lo stesso vale se fosse stato per i fagioli, ma l'aria sarebbe pregna di ben altri odori, e nulla a che fare con i fiori di primavera.
Così deve essere accaduto all'Agenzia delle entrate: ha esalato l'anima del fagiolo, che ora sale a Dio:
"L'agenzia delle entrate ha reso consultabili da chiunque i redditi dichiarati da tutti i cittadini [...] per ora disponibili quelli del 2005 contenuti nella dichiarazione del 2006".

Atto delinquenziale, piccoli burocrati e artigiani da Criminal Mind, anime del fagiolo e figli dello sfiatatoio !

Ecco aperto l'otre dei venti, il vaso di Pandora, il cestello della merenda per i cavalieri dell'Apocalisse, con che da pisciare su tutto e tutti, il colpo di coda, la tarda vendetta e raffinato sistema bolscevico per giocare a mettere zizzania e fomentare i bassi istinti di denuncia e delazione, sperando nei medesimi effetti che portarono alle purghe staliniane;
ma cosa minchia credete d'essere, che al meno siete citrulli e, in conseguenza e risultati avete sputtanato i giusti cazzi propri di ognuno, il diritto sacrosanto di tanti onesti a non essere messi alla gogna e allo spulcio della comare della porta accanto o della portinaia di condominio !

Ignoranti azzeccagarbugli, passacarte da scantinato d'ufficio, bacarozzi di magazzino e topaie e lupanari dove tante carte, "dati sensibili" dovevano rimanere, da consultare in gioventù e invecchiare e mummificare nella piena vecchiaia, a scomparire per consunzione naturale, ma sempre seguiti nell'agonia dai soli "addetti ai lavori";

dimmi, coglione e fesso custode della mia intimità: con quale diritto mi hai messo a nudo, pronto da spulciare e passare alla lente, come i condannati che erano scaricati dai carri bestiame, sullo zerbino dei campi di concentramento e pronti da consumare, da usurare fino all'ultimo o bruciare nei forni ?

Se entro in un bagno pubblico, mi fai rischiare di farmela addosso perché, prima di tirar fuori l'attrezzo e scaricare vescica, quasi mi costringi a barrare la casella in cui acconsento che il custode dei cessi acquisisca i miei dati;
mi si chiede dovunque di acconsentire ad apparire in liste, cartacee o elettroniche, che al posto del pisello avrei preferito che la natura mi fornisse di una penna, per firmare tutte quelle liberatorie, "per il tuo bene", dicono, che i dati tuoi sono "sensibili" e potrebbero essere usati contro di te, come recita il mantra che salvaguarda il diritto pure del peggior delinquente.

"L'agenzia delle entrate ha reso disponibili per la prima volta nel nostro Paese a tutti, i redditi dichiarati da tutti i cittadini italiani nel 2006";

maledette teste apicali di mazza cazzuta, sostenute da validi attributi: ma quale fogna vi ha vomitato ?

Chi vi ha dato mandato di rendere pubblica un'ONESTA e LIMPIDA dichiarazione di reddito, tetta da cui avete e ancora succhiate avidamente e dà forza e linfa al crescere del vostro stipendio ?

Perché il mio, dopo che vi ho dato del dovuto, deve essere esposto, a far sì che chiunque possa prendere misure, pesarne scelte, utilizzi e investimenti o, peggio, volerne rinfacciare, fare paragoni e ficcanasare di quanto non rubato, ma disposto alla brama di delinquenti in cerca di polli da spennare o a far supporto alle malelingue ?

Che volete: anche la moglie, da mettere nuda sulla strada, allo sbavare di cani e porci ?

Nulla ho da vergognarmi, come tanti, per il mio, ma quale verme ha scavato gallerie nelle vostre zucche, a mettere aria al posto del sale ?

Maledetti siate, e scusate se sin qui vi ho offeso, dimenticando di mettere, prima dei titoli che vi ho dato, il nobiliare e nobilitante Dottore.
Chiudete la tazza e tirate l'acqua, a far scomparire le stronzate !

Mi fate schifo.


Io, secondo me...30.4.2008

MECCAnica e campanacci

I due si studiano, ognuno nel proprio angolo, nell'attesa di sentire il suono che darà segnale d'inizio dell'incontro.
Uno picchietta il pugno chiuso nel palmo dell'altro guantone, gesto simile al battere di spade sugli scudi, quando ancora c'erano le falangi a fronteggiarsi, nella lotta corpo a corpo, con cozzo d’armature, scintillio di lame e maschi grugniti di battaglia;
di fronte a questi, l'altro scuote il collo taurino, alza e abbassa le spalle, rotea e mulina le braccia, a gonfiarsi e spostare aria, a dare impressione di massa possente.

"din...DON ! ", inizia la pugna.

- «E no, e no, ma quando mai: Da che mondo è mondo, un incontro di pugilato inizia con GONG, non din DON !»

Mamma mia, quanta gente permalosa esiste a questo mondo;
non parlavo di un incontro a pugni nudi, ma di uno scontro tra principi:
quello del foro, l'avvocato del diavolo, Ali Bamanyunj e quello dell'acqua santa, Benedetto XVI, di professione Papa, altrimenti conosciuto come Joseph Alois Ratzinger.
A dire il vero, questa è la seconda scazzottata: la prima Bamanyunj l'ha sostenuta con il Cardinale Gaudencio Borbon Rosales, di mestiere arcivescovo di Manila, in quel delle Filippine.

- «Le campane disturbano quiete !»

...e il buon Ali fa causa direttamente al papa Benedetto XVI reo, secondo il legale di fede islamica, di "violare i diritti umani dei non cattolici", ed ecco l'esposto penale, prontamente depositato presso la procura generale della capitale filippina.

Cazzo, come rompono gli zebedei, stì maledetti, figli di ...crociati, che "alzano il volume degli altoparlanti delle chiese e dei campanili per diffondere principi e credi errati e noiosi" !
Giusto per dimostrare quanto Ali sia più suonato dei campanacci stessi, ecco la ciliegina sulla torta:
"[...] si deve deportare ( i cattolici ) nello stato del Vaticano e vietare loro per sempre di rientrare nel paese".
Non male l'idea, che proprio quello è uno dei paesi asiatici con maggior presenza di cattolici.

Ora, non vorrei che questo si visto come un episodio su cui farsi grassa risata, isolato, frutto di uno sbiellato, categoria che la legge dei grandi numeri vuole universale, appartenente ad ogni realtà, sociale o di credo.
No.
Nulla ha a che fare con i Bossi nostrani: quelle non sono sparate, ma avvisaglie di spari veri, come ben sanno tanti cristiani nel mondo, tanti - per ora - sopra e alcuni sottoterra.

Giusto per dimostrate che il caso d'intolleranza e tracotanza non è isolato, e quelli saranno matti, sicuramente, ma in circolazione, armati e ben motivati a mettere sulla bilancia le loro, di spade, andiamo a continuare e cucire assieme i punti dell'opera d’evangelizzazione e di correzione, a suon di purgante per intestini riottosi, viscere ribelli e ostiche nel digerire e assimilare la verità rivelata e vera fede

Con una botta di narcisismo vorrei credere che, gli eroici miei lettori, a questo punto rispondano:
- «Si, Beppe, ci piace il tuo esporre; prosegui, non vediamo l'ora»...

...quella di Greenwich non più, che
"[...] dovrebbe essere sostituita in tutto il mondo con l'ora della Mecca: lo afferma un gruppo di scienziati e religiosi islamici, precisando che proprio La Mecca è il «vero» centro della Terra [...] idea è stata avanzata durante una conferenza in Qatar intitolata «La Mecca, centro della Terra, teoria e pratica» [...] rilevando che la città santa è «perfettamente allineata con il nord magnetico», a differenza di tutte le altre longitudini, rilevando inoltre che il Greenwich «è stato imposto con la forza al resto del mondo ai tempi dell'impero britannico. Ormai è tempo di cambiare [...] è stato esaminato quello che è chiamato "l'orologio della Mecca", inventato da un musulmano francese, che ruota in senso antiorario e che, a quanto pare, aiuta i musulmani a mostrare la direzione della Mecca in ogni punto del mondo".
La conferenza fa parte delle iniziative raccolte in una tesi chiamata "Ijaz Al-Koran", e cioè «la natura miracolosa del sacro testo», secondo la quale le verità della scienza sono rivelate nel Corano.

Non c'è che dire: alla marmaglia riesce proprio impossibile sentire anche...l'altrui campana e, come questa, sono sordi ad ogni altro dire !
Hanno in mano l'equivalente de "il manuale delle giovani marmotte" dove, i nipotini scout, nel fumetto di Walt Disney, trovano risposte esaustive su ogni cosa dello scibile umano, edizione riveduta e corretta di un vetusto e polveroso tomo chiamato Bibbia.

Un consiglio: ridete di me, se e quanto volete, ma non commettete l'errore di prendere sottogamba il raccontato, che questi il sorriso ve lo aprono a mezzaluna e sulla giugulare !


Io, secondo me...30.4.2008

martedì 29 aprile 2008

Il grilletto di Beppiniello

Per Nanni Moretti è stata una sfiammata:
un girotondo, un giro in triciclo e si è subito stancato del giocattolo;
come per tutti i bambini viziati, annoiato dal troppo trastullo, eccolo a sgambettare alla ricerca di nuovi balocchi.
Su scala grillina, Messia per un giorno.

Celentano…
Messia solo da tubo catodico: fuori evapora e squaglia, si scioglie come neve al sole;
su scala grillina, è circoscritto Messia del catodo.

Il nostro "Lui" è diverso: sul suo impero del vaffanculo non tramonta mai il sole, come amava bausciare "el sciur paron" de Spagna, il Carlo V, in quel lontano XVI secolo, riferendosi alle vaste proprietà territoriali, di qua e di là del mondo.

La vaffanculaggine è un bell'amplesso tra manas, la mente e trayati, l'atto del liberare, altrimenti contratto in "mantra", un rosario che aiuta a scaricare tensioni e umiliazioni, scontenti e bastonate, eccesso acidulo e travaso d'abbondanza di bile.
Come per ogni "libera mente", si deve prestare attenzione a fermarsi per tempo, come nel togliere bolla d'aria nei caloriferi: attenzione a che, oltre a questa, non esca pure il cervello, come successe al Masaniello, soprannome di Tommaso Aniello, o Agnello;
questi lavorava come garzone di pescivendolo quando, 7 Luglio 1647 s’incazzò e, nella Piazza Mercato di Napoli, organizzò una rivolta contro i banchi delle imposte a cui, quel carognone di Rodruguez Ponce ( Visco ? ) de Leon, vicerè spagnolo, aveva dato mandato di riscuotere un’esosa tassa sulla frutta, al fine di incrementare le esangui finanze statali;
sicuramente anche allora echeggiò il famoso vaffanculo, in colorito dialetto locale.
Masaniello organizzò la presa della reggia, l'apertura delle carceri, i roghi dei registri delle imposte e fu nominato…a furor di popolo, Capitan generale del fedelissimo popolo napoletano, che è un peccato che Beppe Grillo sia genovese, altrimenti "Beppiniello" ci avrebbe liberato dal Bassolino, zavorrato di monnezza !
Morale della favola: il sempliciotto, dopo averci rimesso la faccia, ci lasciò pure la testa, e furono proprio i suoi ad accorciarlo, forse per cancellare traccia dell'imbarazzante presenza.
Inutile dire che, anche questi alla fine arrivarono alla resa dei conti, che il vecchio sistema ritornò, a confermare il saggio detto del principe di Salina, personaggio de "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa:
"Tutto deve cambiare perché nulla cambi".

Nanni Moretti, Celentano, Masaniello e Beppiniello…hanno una cosa in comune:
partiti con e da buoni propositi, acclamati, lusingati, lustrati, leccati ed esaltati, sono arrivati alla statura di Napoleon;
no, non Napoleone, che era altra cosa, ma quello con la vocale finale tronca, il maiale, protagonista della rivolta de "La fattoria degli animali", dal racconto dello scrittore inglese George Orwell:
pure lui lanciò il sonoro vaffanculo al fattore e, stanco del suo…bestiale trattare, compattatò le falangi animalesche, si rivoltò e scacciò il tirannico despota.
Pian piano, crebbe: da Moretti a Celentano, da Masaniello a Beppiniello, ricalcando, paro paro, le cattive abitudini del vecchio padrone.

Prima i politici, ora i giornalisti, domani…il Grillo, da parlante arriva ad essere delirante, a sentirsi come il "commissario Manetta", il "Tony" Di Pietro nostro, accomunato nel ritenersi…mani pulite lui solo e il resto del mondo in onore di purga.

Oggi, il "grillame" mette…un pistola alla testa;

cosa farà il grilletto: clic o bang ?

- «'a Beppiniè, vedi d'annà affanc…!»


Io, secondo me…29.4.2008

lunedì 28 aprile 2008

Macinato scelto

- «13 Aprile, festa della Liberazione !»

M'è scappato, accidenti: se mi sentiva l'architetto del nuovo Reich, il Fuck SS - quello che vorrebbe far partire il nuovo millennio...dall'anno zero - mi avrebbe sommerso con un reboante «Asino, ignorante, impara la Storia, somaro !».
Poveretto, come lo capisco: come Albert Speer fu l'esteta, il cerimoniere del nazional-socialismo, questi ( Ostrega ! Mi correggono: il nostro si chiamerebbe Fuksas e non FuckSS...vabbè, ma io sono gnorante ) avrebbe voluto essere pari, per il ComuNazional-comunismo, e riempire le piazze con monoliti e guglie a cipolla, ma gli hanno segato i procacciatori d'affari, ed ora rischia di fare il ponte, non di Messina, ma quello lungo, del disoccupato.

- «25 Aprile, festa della Liberazione !»

...mi urlerebbe il pelato, portando avanti il grugno inferiore, nero o rosso di rabbia, che il colore dipende da come indossa la faccia, prudentemente predisposta per tinte camaleontiche, da mimesi politica.

In parte gli darei ragione: in quella data, le armate americane, con buona parte d'inglesi, francesi, una nutrita brigata ebraica, polacchi e miscellanea, risalì la penisola incalzando i tedeschi, che si videro schiantare fior d'armate sotto i colpi di maglio - e non di martello, e meno di falce - di quei ragazzi, che liberarono l'Italia nostra da quell'opprimente presenza ed occupazione.
La Storia di FuckSS - ancora non riscritta e riadattata - riporta bene quanto era potente, ben armata e addestrata alla guerra la possente macchina bellica teutonica, a cui si opposero carri armati contro carri armati, aerei contro aerei, e cannoni, e mitraglie, bombarde e bombardini e tanti, tanti armati;
quattro gatti male armati ed equipaggiati nulla avrebbero potuto contro simile mostro, e credere fossero i partigiani la scopa della penisola tricolore è come pensare di poter spostare un elefante con uno starnuto.
Anche in considerazione che il mondo partigiano è lievitato in maniera impressionante, di pari passo con lo svuotamento delle piazze mussoliniane, che inviterei alcuni figli d'oggi ad aprire l'armadio di papà, che forse la vecchia camicia rossa ha fodera d'altro colore !
Onore ai veri partigiani, che fecero del loro meglio, ma onorevole frazione ed esempio tra miriadi di tutti e altri paesi.
Tanti furono che si mischiarono a loro, topi che fuggirono da nave all'affondo.

Il 13 Aprile d'oggi, è giornata altrettanto memorabile, che ci siamo liberati da quel tappo intestinale che si ri-chiama ancora al vetusto comunismo, al nonno novantenne che - per maggiori opportunità e tempo - massacrò tanto e più in tutta l’urbe terracquea.
Da par mio, lo stesso sollievo che prova la mia cagnolina, quando spruzzo il disinfestante e levo dal pelo pulci e zecche.

Milano, Piazza Duomo:
"Fedeli alla resistenza lottiamo per l'Italia unita, rossa e socialista"
e, più in piccolo e sottotitolato, per milioni di non capenti e ignorantoni:
"contro il piano di Berlusconi e Veltroni per la terza repubblica".
Partito marxista -leninista italiano.
I classici mutandoni rossi a lenzuolo, con la croce falcemartelluta, monolite di tante tombe, e muffo cartellone con immagine di lei e lui con classico braccio teso a pugno chiuso e la femmina con a tracolla il mitragliatore, a far capire come si educa il popol bue.

Fortuna che l'Italia a risposto loro: pugno chiuso, pure noi, ma medio alzato, in direzione dei simil-figli del Cantiere ( centro sociale, in viale Monterosa ) e del Gramigna, che almeno si sono qualificati, con nome dell'erba infestante !
Sia per Berlusconi che per Veltroni, milioni di cittadini hanno espresso del loro, ma non è da queste fogne umane l'aspettarsi accettazione di democrazia, che pure ai troppo soffici Bertinottiani, compagni di merende, chiedono ritrovo nelle caserme rosse:
"Rifondazione impari la lezione, ci servi sulle piazze e non sulle poltrone".
Beh, la scelta ormai è obbligata che quelle soffici sedute sono svaporate, da sotto i rosei e delicati culetti.
Ora servono le baionette, riempire bottiglie di benzina, aggiungendo stoppino e fiammifero.
Un'insignificante e minorata minoranza getta la maschera, getta la pelle di pecora e denuncia in chiaro come vuole recuperare quanto perduto:
"Il capitalismo non si riforma, si abbatte ! ", "Morte alla Confindustria" e
"La storia non si riscrive, la storia siamo noi ! "

Piccoli FuckSS crescono.


Io, secondo me...28.04.2008

giovedì 24 aprile 2008

I sommersi e i salvati

Gilad Shalit, dal lontano 25 Giugno 2006, è "ospite" nelle topaie di Hamas;

Ehud Goldwasser e Eldad Regev sono in mano agli Hezbollah, dal 12 luglio 2006;

da allora manca qualsiasi brandello di notizia…o di loro.

Due anni di silenzio: nessuna presenza degli stronzetti, che furono pronti a marciare e far scioperi di fame e sete nel tentativo di salvare la pellaccia di un Saddam Hussein;

fighetti e cicisbei impomatati, lesti a sventolare vezzosi pannicelli arcobaleno e bruciare tricolore, a sperare in "10, 100, 1000 Nassirya", condannare pena di morte degli odiati "iuessei", ma silenti nel far lo stesso nelle piazze di Teheran o di Pechino, figli di quelli che volevano portare a transumanza il popolo, verso il sol dell'avvenire, ma attenti a non rispondere al richiamo della foresta che, i meglio informati sapevano essere una bufala, più insalubre e impestata di quella campana, dopo suffumigio e affumicatura a vapor di diossina.

Gilad, Ehud e Eldad: israeliani, sporchi ebrei, soldataglia e crudele sbirraglia, manganellatori e picchiatori di "pacifica" marmaglia, si chiami Hamas o Hezbollah, loro sì, valorosi"resistenti", al massimo "compagni che sbagliano", che basta prenderli e andarci a braccetto per finire a tarallucci e vino.

Gilad, Ehud, Eldad…dimenticati, ignorati, vittime di un menefreghismo e un pacifismo che vive di smalto e non di spessore, etica, morale e fessa ideologia prese dal distributore automatico di un partito che continua a rifornirsi di beveraggi scaduti da novant'anni;
solo a pensare ai bamba che si erano trovati a Roma, sotto il Colosseo, piagnoni e "lacrimatores" a litro, per spalleggiare il salvataggio d'osso di collo dell'assassino Saddam mi fanno, ancora oggi, intorcigliare le budella dalla rabbia.

Agili nel chiedere grazia per il condannato alla sedia elettrica di turno, per lo stupratore pentito, il povero romeno ubriacone, che ha usato macchina come boccia e ragazzi come birilli, a farsi spuntar lacrimuccia per vecchi terroristi in disarmo, che bisogna trovargli un posticino, a poter tirare a campare, o a fare barricate per non voler ridisegnare una legge sull'aborto, che tratta la vita di un innocente come tappezzeria da raschiare dall'utero, eccoli ad ignorare e gettare sotto il tappeto quello che non è più "in", che non fa "trend" o è fuori "target", insomma, "démodé".

Parlare del Darfur, nei salotti che contano, non è "chic", come per la Birmania, oggi Myanmar, che il macinato di monaco non è più di moda, come per la bistecca tibetana;
e poi, non c'è un ritorno, in termini d'immagine, di richiami e visibilità sul palco mediatico che vuole sia più vantaggioso e meno pericoloso sparlare di Israele o di America, che la bomba sotto il culo o il seghetto alla carotide non te li mettono, qualunque cosa di loro si dovesse dire o fare.

Se faccio una vignetta, se dico male del Maometto, del credo coranico applicato ad alibi di terrorismo e terroristi, giocano a biglie con i miei di testicoli: meglio sputtanare Gesù, la Chiesa, il Papa, che ormai più non brucia e fanno carbonella degli eretici, né in terra n’all’Inferno.
Lo stesso vale per Abu Ghraib o Guantanamo, madri di tutte le torture e storture;
delle teste mozzate, di tante gole squarciate, di prigionieri appesi in gabbia e poi segati in due, di bombe sui treni, negli asili, nei mercati, di bambini mandati al massacro, con zaini imbottiti d’esplosivo, degli stessi, usati come scudi o di delinquenti che volutamente piazzano artiglierie a cavallo di case e civili, di tanta strage d'innocenti ognun tace.
Dei giustiziati negli stadi cinesi o appesi alle gru, in Iran, di donne lapidate non hanno megafoni e campanacci, a fare rumore.

I nostri "maitre à penser" amano poltrone, televisione radio interviste, cipria e belletto e pigre logiche liofilizzate.

Gilad, Ehud, Eldad, non c'è posto per voi: non siete "in", non fate "trend" e siete fuori "target";
insomma, "démodé".

Io, secondo me…24.4.2008

mercoledì 23 aprile 2008

Regole di sgancio

Prologo.

Brutta cosa l'aver creato coreografia da sbarco, quasi fosse stato come quello di Normandia, trovandosi poi a fare la classica figura da babbei, tipica dell'arme d'Italia quando, a tirar le fila, sono generali da operetta, usi all'unica battaglia che è quella navale, giocata sulle pagine quadrettate di Block notes, in Camera e Senato della Repubblica;

- «C6»…
- «'azzarola: colpita e affondata !»;

ecco che all'Ammiraglio Baffin D'Alema, professorino nautico, c'hanno bucato la chiglia alla barchetta.

Il Prodi, Romano è gongolante, con il faccione come camera d'aria che, da floscia, comincia a formare bolle e bitorzoli e gonfiarsi a palla: il Massimo, sconfitto, umiliato, giace stracciato, senza più corazzate, portaerei e sottomarini, cancellati dalla mira infallibile di un avversario che lo aveva surclassato pure al Risiko;

- «Combattente di terra, di mare e dell'aria, camicia rossa della rivoluzione e delle legioni…anche stavolta t'ho fregato, tiè tiè e tiè !», e con gesto sincopato e frenetico, a sottolineare il tiè, ecco la mossa dell'ombrello con prolunga di dito medio.

- «Cazzo, Romano: mò t'organizzo lo sbarco in Libano !»

Da tanto partorì penosa messinscena, dove i nostri poveri ragazzi fecero figura da fessi, tra risa di spettatori deliziati da cronaca fantozziana;

- «Hanno messo in sicurezza la spiaggia di Tiro»…
il giornalista televisivo è trafelato, bardato come un inviato di guerra, mentre i bagnanti gli fanno capannello intorno sventolando le bandierine tricolori, messe su nastri per delimitare lo spazio dove è pericoloso avvicinarsi ai mezzi da sbarco;
- «Adesso scendono...no, il mare è ancora grosso"…
pausa…soffia il vento, infuria la tempesta…
- «…è sbarcato un primo contingente...chiediamo al maggiore...che è successo ?»
Per un momento pareva di essere come Napoleone in ritirata, scacciato dalla bufera di neve, poi, il sollievo:
- «…c'è stato un momento di stanca delle onde…alcuni mezzi corazzati sono riusciti a scendere…vedrete però che nel pomeriggio la marea risalirà»;
dall'altro capo del filo, a casa nostra, domandano:
- « Contate lo stesso di concludere lo spiaggiamento nei due giorni previsti ?»
Di ritorno, un timido e dubbioso:
- « Certo, poi l'esercito libanese ci scorterà alla caserma che c’è stata riservata».
Meno male, altrimenti c'era pure rischio di fare la fine della famosa armata scomparsa, descritta da Senofonte, uno degli scampati dei diecimila mercenari greci assoldati da Ciro il Giovane, svaporati e mai giunti alla meta.

Una domanda sorge spontanea:
Non si poteva fare uno sbarco normale, che so: direttamente sulle banchine del porto, invece che far "shekerare" dalle onde i poveri militi…ma, volete mettere l'averli fatti sfilare nel mezzo di bagnanti e ombrelloni ?
Abbiamo dato dimostrazione di geometrica potenza, e a Hezbollah c'è venuto il mal di pancia…dal ridere !

Epilogo.

- «Il Libano è uno dei rifugi dei musulmani e la sua generazione jihadista deve prepararsi per raggiungere la Palestina e cacciare le forze degli invasori crociati che pretendono chiamare forze di pace», dice Al Qaeda, a nome del suo portavoce, Ayman al Zawahri;
l'avvertimento era per i nostri, vasi di coccio tra quelli di ferro, terroristi corazzati fino ai denti, che dovevamo disarmare: come presentarsi con il colino, intenzionati a svuotare il mare.
Ah, piccolo inciso, per i giocatori di Risiko nostrani, che la notizia nostrana era della fine di Marzo:
"I miliziani di Hezbollah hanno messo in fuga lo scorso mese una pattuglia dell'Unifil, la forza di pace Onu nel sud del Libano, che aveva appena scoperto un camion carico d’armi e munizioni del gruppo sciita libanese".
Tanto per parlarci chiaro e incassare l'ennesima pernacchia:
"Si tratta del primo incidente in cui soldati dell'Unifil sono stati affrontati da miliziani armati di Hezbollah a sud del fiume Litani, un'area interdetta agli uomini del gruppo sciita dalla risoluzione Onu 1701".

Più che regole d'ingaggio, per affrontare certe imbarazzanti situazioni, ci vogliono regole di sgancio, che da lì dobbiamo reimbarcare baracca e burattini e tornare al paesello:
Hezbollah fa il bello e cattivo tempo, con ricchezza di bombarde ed archibugi, mentre i nostri, imbottitura a panettone, impotenti, fingono muso duro…verso i "cattivi" soldati israeliani.

Ai nostri marinai da scrivania, conduttori di barchette a vela, "risikini" da banco e "accompagnatrici" di Hezbollini, dico:

- «Andate affanculo: trastullatevi con soldatini di piombo, bamboline, personaggi e realtà virtuali, giusti ninnoli per strateghi da poltrona !!»


Io, secondo me…23.4.2008

martedì 22 aprile 2008

L'ocone del Campidoglio

Siamo in vicinanza dell'anno 390 a.C. e quel gran carognone di Brenno, con i suoi Galli - barbari sì, ma non polli - assedia Roma: il primo Sit-in, fuori le mura, di cappelloni figli dei fiori, che li volevano mettere ai romani, con questi sotto un metro di terra;
il fetentone continuava a smoccolare e sacramentare, che non trovava modo di scavalcarne le mura, fino a che - scava oggi, scava domani - ecco pronto un bel cunicolo: la prima metropolitana dell'Urbe.
Sfiga volle che avvenisse scontro piumato, tra galli e oche, comari da Campidoglio che stavano a ciacolare come portinaie, e subito a starnazzare nel vedere invasione di campo.
Arriva Camillo, con la cavalleria, i fanti, gli Ultras, il nonno di Rin tin tin, l'antenato del piccolo caporale Rusty e del sergente O'Hara, e il povero Brenno ne busca tante da doversi ritirare...con le piume tra le gambe.
Incarognito e incazzato nero, accetta l'offerta di togliere l'assedio dietro versamento di un tributo, come oggi, a pagare i Rom perché smammino;
questi, come quelli, intascano, ma Brenno se ne andò, mentre i nostri, dopo ampio giro, ritornano alla base e, alle rimostranze, fanno come i Galli, che al posto delle oche si trovano di fronte i polli:

- «Vae victis!», guai ai vinti che, come tali, c'hanno da stare zitti, da buoni mazziati e cornuti.

Si narra che Brenno e i suoi, troppo presi a bausciare, fecero melina e si trovarono il solito Camillo a terga, che li prese in tale posizione e li menò, al grido di "Non auro, sed ferro, recuperanda est patria", non con l'oro, ma con il ferro, si riscatta la patria.

Oggi, i pronipoti, semina di Brenno, si chiamano Nicolae Romulus Mailat o Joan Rus;

"Veni, vidi, vici", venni, vidi, vinsi: così il grande Giulio Cesare presentò un a delle sue tante vittorie.

I Romulus e i Joan, direbbero: "Veni, vidi, fottei", alla faccia dei babbei.

L'ocone del Campidoglio, scadente bel tenebroso, con faccia da veglia funebre in servizio perenne, il Rutelli, strilla:
- «Si adotti, per la sicurezza delle donne, un braccialetto elettronico con un pulsante per la richiesta d'aiuto».

Per cosa le ha prese, per una colonnina S.o.S. del soccorso stradale ?
Che cazzo schiacci il pulsante, con un coltello appoggiato alla carotide, oca giuliva di un pretendente sindaco !
E che, perché allora non portare le nostre mogli o figlie dal veterinario e fare impiantare loro un microchip sottocute, da seguire con il satellite che controlla i furti d'automobile ?
L'ocone dice:
"[...] eleggimi e ti creo un nuovo organismo, il Csi: la Commissione Consultiva per la Sicurezza Integrata, formata da personalità d’alto profilo istituzionale e con provata esperienza nel campo della sicurezza".
Porca miseria: ma ti è rimasto fuori qualcuno di famiglia da collocare ?

Intanto che tu cianci del nuovo organismo, altri formeranno il Cno: il Comitato nuovo orgasmo !!

Con simili personaggi è normale che tutto si fermi e ogni cosa vada...Storta.

- «Roma » ha detto Rutelli «è la vetrina del Paese e sarà la vetrina della sicurezza. Sarò io stesso, se eletto, a guidare le politiche per la sicurezza di competenza del Comune».
Rambo prende mitra e bombarde e si sparge di nerofumo, mentre gli altri sono ad imbracciare il mattone, ad infrangere la vetrina.
Da piccolo deve avere tanto giocato con la bambola Barbie che si crede Big Jim, ora sostituito da Ken, difensori palestrati della biondina gommata;
sarà da quel trastullarsi che gli è venuta l'idea del braccialetto: la bambolina è famosa per il suo ricco corredo di ninnoli e ameniccoli.

E sì: alle oche s’è aggiunto il pollo !


Io, secondo me...22.04.2008

lunedì 21 aprile 2008

Fuck SS

- «Uoterlò».

Un cenno della mano e il malcapitato, additato al pubblico ludibrio, paga ignobile ignoranza di pronuncia finendo nel fornetto dei maledetti;

Lui, il Censore, Custode del Sapere, Architetto della creazione, Depositario del Divino Intelletto, assapora il momento purificatorio e purgativo;
sul registro dei dannati, in bella calligrafia e in forma cubitale era, ad ammonire, il nuovo computo di tempo e memoria della Storia: Annozero, sol dell'avvenire sorto da novizia alba, scalpello e scolorina di ognun che s'appresta all’altrui cancellare, a rimanere novello e unico Dio.

Nero d'animo e tessuto, avaro di pelo in cozza e in lingua, quanto rigoglioso sullo stomaco, Maestro, insuperato e insuperabile tiralinee, il Sommo FuckSS, era a disegnare nuovi confini e forme del conoscere, che pavidi del sapere e la miseria nell'esser dotti sarà misura da macero, a far parte di rimescola e destinati alla forgia, piegati alla rigenerata genesi d’ariana razza superiore.

Homo Gnurant Gnurant, genere Berlusconiensis, è destinato all'estinzione, moscerino spugnato e grattato via dal parabrezza, che vuole vi sia nitore, a far credere sogno di nuovo che avanza, a non denunciare vestito e vestigia a fodera rivoltata.

- «Uaterlò».

Il Gran Sacerdote FuckSS osserva il nuovo sbarcato dal treno dei deportati, ne legge cartellino di tracciabilità, che non gli sembra possibile che un Beppe Fontana, di razza Berlusconiensis, Gnurant per certificato genealogico, possa avere azzeccato dizione;

«Meglio essere il primo in un piccolo villaggio piuttosto che il secondo a Roma...chi l'ha detto ?

FuckSS, il Supremo, il Superiore, gongola, nel vedere la nullità che lo fronteggia boccheggiare, visibilmente in difficoltà e povero d'ossigeno intellettuale;

- «Ehm...ehm...mi pare sia attribuita a Cesare»

FuckSS ridens:
- «Asino ! Studia, cretino: era di Cicerone !!»

Torosan, il dobermann cinomaoista - macina e frantoio d'ossa spolpate, ciondola capoccia, che anche stavolta sarà offerta e ricevuta di resto ed elemosina:
oscillante testina, moto perpetuo per pupazzi da auto, a dondolar perenne articolazione di collo, in conforme assenso.

Di Beppe, il meschinello, ci fu chi raccolse ultime parole:
- «Eppur si muove...l'orbita dei neuroni di Cesare formò sì tondo pensiero, che il Cicerone ci sta come i cavoli a merenda !»

Come foglia secca, caduta sotto i Sacri piedi o cartaccia stropicciata da sì Sante mani, incenerito fu il povero Beppe, che la razza dei Gnurant ha segnato crudele destino: esser legna per stufa, da ridurre in cenere e fumo;
con la forza si separa il grano dal loglio e se qualche granello innocente passa da maglie di un setaccio mal costruito, pazienza, che da sempre vale regola:

"Chi vusa pusè la vaca l'è sua", chi urla di più ottiene la proprietà della mucca.

Era scritto, all'entrata, nel campo dei FuckSS destino dei Beppe: "Tu passerai per il camino".

Io, secondo me...21.04.2008

venerdì 18 aprile 2008

Trambata

E si, stavolta il caro Ayman ha fatto un frontale con un tram, uscendone più rintronato del solito;

- «Usa e Iran stanno complottando contro l'Iraq !»

Il lungo nascondersi in tane deve proprio aver avuto un effetto allucinogeno e allucinante sui cavernicoli Bin e Ayman;
il troppo giocare a Risiko, nella spelonca, al lume di candela deve proprio aver spento, ai poveri trogloditi, quello della ragione:
il voler mettere assieme quei due estremi è come pensare di calamitare i poli della pila, cosa impossibile, non per volontà delle parti ma per legge di natura.
Se l'assurdo fosse bastato, a sottomettere realtà ai fantasmi di al Zawahiri, al posto di quelle per la lavatrice, le centrifughe per miscelare polveri di bombarda atomica le avrebbe fornite lo stesso Bush, al fantomatico nanerottolo e compagno di merende, lo Yeti di Teheran;
Israele non sarebbe cara all'America, che parlerebbe con Hamas e andrebbe a braccetto con quelli di Hezbollah.

Per Bin-Ayman, più che a parlare di fantascienza, siamo alla fantascemenza !

Ahmadinejad, piccoletto, brutto e peloso, sta rubando la piazza mediatica - e forse tesserati - ai vecchi santoni di Al Qaida, che già gli "assemblati" alla Bin Ayman Zawahirladen puzzano di naftalina, se non d’andato a male, e il rischio di un pre-pensionamento, della rottamazione, li...terrorizza.

- «[...] vogliono trasformare il sud sciita dell'Iraq in un feudo, come avvenuto nel sud del Libano».

Cribbio santo, il vecchietto in odor di mummificazione c'ha proprio gli attributi che frullano, di sotto il vestaglione, che il succo del suo discorso si vede dalla macchia d'incontinenza che viene a galla:
fuor di dubbio che il piccolo Mahmoud stia spandendo mostarda, a spalmare ed insaporire un piatto che vorrebbe mangiare a strozzo, cercando di riempire piatto, il più possibile, nel self-service mediorientale;
altro è dire che c'è complicità tra "iuessei" e il nano malefico.

- «[...] il più grande dovere per i credenti è di trasformare l'Iraq in una fortezza dell'Islam !»

Ma non diciamo cazzate: al più, una via di mezzo tra un McDonald's e un Doner Kebab, che è meglio parlare dei massimi sistemi con coscette di pollo e l'unica "bomba" ad essere calorica, con paninazzi imbottiti di Hamburger, insalata, mozzarella, ketchup, senape, tabasco e salsa rosa !

...fortezza dell'Islam...'fanculo !

Ayman, ascoltami: fai una constatazione amichevole con il tranviere e, la prossima volta, occhio alla campanella del tram, nell'attraversare i binari !
Vieni, che ti riaccompagno nella caverna, dal convivente Osama, che è ora di cambiare il pannolone;
e restateci in letargo, come gli orsi, cari Yoghi e Bubu.


Io, secondo me...18.04.2008

mercoledì 16 aprile 2008

La regola del pelo

- «Tira di più un pelo di f...che un carro di buoi»

Metto puntini a non urtare chi disprezza detto di volgo, ad immaginare e significare l'unione di pollici e indici a formare fessura, che pugnace femminismo vuole sia taglio d'appartenenza, esclusiva per proprietà e gestione.

Regola è, se non addirittura legge divina, che la donna e le sue grazie sono, nel benevolo disegno di Dio, motivo di piacere per il suo uomo, e nulla a vergognarsi di quel che non sarebbe creazione se non per saggia decisione ed espresso volere del Signore.

Il dare ad opera Sua del puro e dell'impuro, a Lui gradito o inviso, venuto bene o no, mal si adatta a sì grande statura, che ne rivaluterebbe onniscienza, onnipresenza e onnipotenza scadendole a mere qualità, superiori, certo, ma raggiungibili.

Ogni cosa al suo posto e ogni posto con la sua cosa: disegno e funzione potranno esserci ostico nella complessità del suo comprendere, ma non abbiamo diritto a scalzare tassello, a sprezzare detto che vuole "Non si muove foglia che Dio non voglia".

- «Tira di più un pelo di f...che un carro di buoi»

Dato per scontato che il piacere dei sensi rientra nella macchinazione divina e che l'entrata nel regno dei cieli non ha a che fare con quella di cui parlo, ecco a comprendere come naturale che l'uomo e la donna siano a godere delle forniture di nostro Signore;
il vero peccato viene dall'uomo, quando aggiunge sgorbi e scarabocchi, a voler piegare e spiegare opera di Dio quale creazione fatta all'uomo, per ingannarlo ed indurlo in errore, rivolgendone sguardo nelle tenebre invece che alla luce.

"Teheran: in un bordello clandestino, nudo con sei prostitute [...] arrestato il capo della polizia, il generale Reza Zarei, responsabile di una campagna di moralizzazione".

Eh...la regola del pelo...

"Lo scandalo ha messo in comprensibile imbarazzo il regime, da un anno impegnato in un giro di vite nei confronti delle pratiche considerate troppo libertine".

Ipocriti, farisaici sepolcri imbiancati:
di giorno ad incarcerare ragazze perché indossano veli che lasciano uscire troppo i capelli, indumenti che fanno intravedere il corpo o pantaloni troppo corti;
al buio, di nascosto, come scarafaggi nel letame, a cercare calore proprio in quel pelo, che tanto fingono di schifare !

No, quella non è la cruna dell'ago e il regno dei cieli non è un carro di buoi, anche se ci si entra...per un pelo.

A Cesare il suo: Dio vuole e giudica ben altro e, di queste miserabili doppiezze, se ne fa...un baffo !

Io, secondo me...16.04.2008

Urbi, orbi e cecati

- «L'islam conquisterà Roma !»

Classico lenzuolone candido cadente ai lati, orecchie d'asino a bistecca, fermato sulla cuspide cranica con un cerchietto, che pare il modello ritardante, a lunga goduria, di un profilattico per esaltazione cinetica del moto rettilineo alternato:
giusto a identificare la testa che contiene, il tutto ad incorniciare faccia ispirata, occhi semichiusi, da orgasmo oppiaceo e gorgheggio di bocca, a formare francioso "cul di poulet", culo di pollo, per intenderci;
braccio piegato con indice rivolto in alto, ad antenna ricevente di messaggeria divina, a sottolineare reboante vocione amplificato da virili microfoni, vibratori sonoro-fallici, naturale Viagra per voci piegate al basso.

- «Molto presto, ad Allah piacendo, Roma sarà conquistata così come Costantinopoli e secondo le profezie del nostro profeta Maometto».

Ancora, le mosche che gli girano in orbita, non sanno se imboccare quello sfiatatoio spalancato o depositarsi sopra la massa, abbeverarsi direttamente alla fonte o consumare al calore dello sformato.

Il pasturatore di mosche e moscerini altri non è che Yunis al-Astal, predicatore e parlamentare di Hamas che, nella moschea di Gaza, ha impartito - "Urbi et Orbi", alla città e al mondo - peto e flatulenza visionaria da seminatore di morte e rovine, nuovo sol dell'avvenire e cambiale da onorare per simili, progenie e futuro.

Considerato più una figura religiosa che politica, in materia di dottrina è ritenuto un’autorità, autorizzato ad emettere "fatwe", distributore automatico di maledizioni e iatture per il prossimo, a cui, sempre e solo, presenta e concepisce sangue, sudore e lacrime, che altrimenti dove starebbe soddisfazione e delizia da masturbatorio sogno sadomaso ?

- «Oggi, Roma è la capitale dei cattolici, o la capitale dei crociati, che ha dichiarato la sua ostilità all'Islam e ha inviato fratelli di scimmie e maiali in Palestina per impedire il risveglio dell'Islam».

Il mucchietto raccolto a strati e circonvoluzioni, avvolto da emanazioni e fragranze, care ai ditteri, si permette guardare il mondo dal basso...e rasoterra, e dar del peloso e setoloso a chi lo evita solo perché, calpestato, spanderebbe peggio che a rimanere sostanzioso blocco gelatinoso.

- «La capitale italiana sarà un avamposto per le conquiste islamiche, che si diffonderanno attraverso l'Europa nella sua interezza e poi si dirigeranno verso le Americhe e l'Europa dell'est».

Beh, ricordo alla municipalità che sarà necessario munirsi di paletta e sacchetto, onde raccogliere simili deiezioni !

- «Allah maledica Berlusconi e scateni la sua rabbia contro di lui e contro il Papa cattivo».

Leggo:
"[...] è questo il primo commento diffuso oggi su uno dei forum islamici in Internet, che trasmettono la propaganda di al-Qaeda, a proposito della vittoria di Silvio Berlusconi, che annunciato visita in Israele, in caso di vittoria ";

e sì, Mala tempora currunt, corrono brutti tempi, che questi e i suoi non amano passeggiare a braccetto con terroristi ed assassini e, men che meno, fare impasto con "resistenti" macellai e bombaroli.

ma se riuscisse la conquista di Roma...

- «Kompagni di tutto il mondo, unitevi: l’avvenire sarà martello, falce e mezzaluna !»


Io, secondo me...16.04.2008

lunedì 14 aprile 2008

Bin Laden in Italia

Anestetizzati dai primi brusii, rumori di fondo che incominciano conta di voti e posizioni, siamo a ricevere secchiate mediatiche, con tabelle, voci, prime classifiche, proiezioni, grafici, il fu, il fatto e il fare, il tutto ancora all'ombra dell'azzardo, dei famosi "Exit pool" che, spero, non sia ad indicare "Uscita polli".

Comunque vada, chi ci sta alle spalle lo conosciamo - anche se è dai parenti serpenti che arriva la pugnalata - e, no, del loro fare conosco e non temo;
la mia paura arriva da altro, che è per questo che mi sono permesso scimmiottare il vecchio scritto dell'allora sconosciuto Magdi Allam, ora Cristiano, di nome e di fatto.
"Ha da passà à nuttata": ci sveglieremo imboccando l'agonia che ci siamo scelti che se "Del domani non v'è certezza" meno ancora in quel a seguire.
No, non saranno i Veltroni o Berlusconi, i Bertinotti, cespugli, cespuiglietti o uccelli di rovo a donarci notti insonni, ma i Casini d'altra fede, che nel nido il Cuculo c'hanno infilato del loro e, si sa, la prole ha cattiva abitudine e educazione di scalzare dal letto chi è stato deposto e covato, per abitarci di diritto.

"Al Qaeda apre un forum in italiano: finora interamente in arabo, il forum Ekhlas è uno dei siti più noti e frequentati, scelto dai seguaci di Bin Laden quale sostituto del blog dell'Imam di Carmagnola, Abdul Qadir Fadlallah Mamour, chiuso dalla polizia postale il 22 febbraio".

Il nuovo gestore, giusto per farci capire che aria tirerà, si definisce Nahir al-Murtadin che, se anche lui tradoto dall'arabese, vuol significare "sgozzatore degli apostati".
Non parleranno bene la nostra lingua, e il Murtadin sarà un imboscato, sicuramente fuori dell’Italia ma, per spander merda, non ci vogliono palette firmate.

L'apertura della sezione è la solita tiritera, a magnificar quanto è bello, buono e ricco di nobili aggettivi il loro principale, e presentarne biglietto da visita:
"Benvenuto a tutti. In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso, Lode ad Allah. Che Allah ci guidi nella Via del Corano e della Sunnah".
Homo Binladensis cercasi: "[...] tutti i fratelli e sorelle che hanno la padronanza della lingua italiana ad animare questa sezione".
Per ora siamo al penoso:
"Vi racconto la vita degli musulmani arabi in questo paese. Prima di tutto dove sono io, ci sono pochi cha amano benladen e che amano almogiahedin...ecc. hanno paura quando parlo con loro di algihad in afghanistan in iraq...ecc. Basta quando ti vedeno parlare di loro ti fanno un sguardo e pensano che tu anche sei un terrorista heh! magari il popolo italian e a zero di pensiero di studio di logica. Per questo il nostro profeta ha detto che la roma si apre con solo con attakbir"
fossero tutti così, sarei felice, anzi, mieterei nel campo della risata, a trovar sollievo nei giorni grami;
non penso duri: simile palco e visibilità non potranno rimanere in mano solo a torturatori della grammatica, ma sarà sassolino da far rotolare sulla neve.
Quanto prima arriveranno le pietre contro Magdi Allam, ora Cristiano e ancora più con aggiunta di mira e bersaglio.
Sicuramente avremo traduzione simultanea di tutti i messaggi e i proclami Binladiani e dei suoi attributi sottocoperta, continuità del precedente censurato, attestato su un server italiano, Splinder:
Leggo:
"[...] il blog principale era gestito dal Senegal dall'ex imam di Carmagnola, ovvero Abdul Qadir Allah Fadl Mamour, e un secondo è collegabile alla moglie, Barbara Farina, stessa sede [...] altri due diari filo-islamici on line venivano invece gestiti direttamente in Italia [...] nei quattro blog s'incitavano gli islamici alla guerra santa contro i miscredenti occidentali, si esaltavamo le gesta dei mujahidin e venivano pubblicati i comunicati emessi da Bin Laden e dal suo numero due, al Zawahiri, dopo ogni atto terroristico di matrice islamica".

Bin Laden in Italia...Bin Laden in italiano: si semina.

Speriamo che questo non diventi paese del buon raccolto.

Io, secondo me...14.04.2008

Specchi infranti

Base della ricetta dei sogni: preparazione per quattro persone;

si dispongano gli attori, si preparino i luoghi, a dar modo di impastare gli avvenimenti;
si leghino, con lo spago del destino o la corda del caso, le tante realtà, apparentemente lontane, ma fatalmente insaporite dal prezzemolo del dramma, della vita e della morte;
aggiunte, pesate e tempi faranno la differenza, a dare forma e amalgama ad uno o tutti gli ingredienti.

Milano, Stazione Centrale.
Lui, 43enne algerino irregolare con precedenti;
l'altro, un 17enne con handicap fisici e psichici.
Il minore, in stato confusionale, aveva i pantaloni della tuta abbassati, mentre il suo aggressore trovava soddisfazione di pisello, costringendolo faccia al muro e affondando lo spillone.
Il nostro virile stantuffo ha precedenti per rissa, spaccio, aggressione e furto, che gli hanno regalato abbonamenti al carcere e un decreto d’espulsione pendente sul capo, ma di cui se ne sbatte le balle, come a ridosso di quella murella, con il ragazzino a fare polpetta e infilare gamba di sedano.
Non che fatti simili sono sempre d’importati, che anche gli indigeni fanno del loro peggio, ma la legge dei grandi numeri essere rispettata regola che, a tanti sbandati senza arte ne parte, non gli si può inventare e offrire il paese dei balocchi.
Frattaglie simili, sono bestie in un..."cul de sac", vicoli ciechi esistenziali, senza via d'uscita, a girare in tondo come pesci rossi nella boccia, impossibilitati a tornare indietro, bloccati davanti e incapaci a trovarne uscita: disperati esistenziali, intrappolati, pericolosi per il più nulla da perdere, a lottare per sopravvivere, massimi discepoli del "Mors tua vita mea", la morte tua, vita mia.

Il sogno dell'algerino ha fatto a pezzi quello del ragazzo.

A lui è ancora andata bene, che potrà cercare di rimettere assieme i cocci, cosa non più possibile alla povera signora Reggiani che, in quel di Roma, fu violentata e uccisa da una altro animale, pari a quello appena conosciuto: qui, il tipo riuscì ad andare più...in fondo, uccidendo e fregando i pochi beni alla vittima, mentre ancora agonizzava.

Rione Scampia, periferia nord di Napoli.
Angela, come tutte le mamme, certamente guardava con orgoglio e amore il suo Umberto;
non poteva mancare di pensare cosa sarebbe diventato e avrebbe fatto da grande:
i sogni di un genitore anticipano quello dei figli e Umberto, appena dieci anni, non poteva ancora averne di formati, ma solo frammenti di uno specchio.
Ciro, De Angelis, ma doveva far parte di quelli caduti all'inferno, dal quale doveva essere sbucato quando, di un botto, schiacciò mamma e figlio.

- «Fatalità», dirà qualcuno.

- «Col cazzo, rispondo io !»

L'infame non doveva essere alla guida: aveva una grave forma d'epilessia - riconosciuto invalido al cento per cento - e la patente gli era stata ritirata;
lo stronzo se ne fregò, dando annuncio ed anticipo del dramma:
pochi giorni prima aveva travolto un’anziana donna e, mesi prima, investito un netturbino, a cui gli aveva fracassato le gambe !
In un paese dove tutto arriva in ritardo, l'unica puntualità l'hanno tenuta i poliziotti, salvando l'assassino dal linciaggio.
Ora, su sibilo dell'avvocato, saremo spettatori per solita manfrina: manifestazione di pentimento e, a cavare tenerezza, letterina strappalacrime, da anima in pena lacerata da rimorso: sceneggiata.

Il sogno di Ciro ha fatto a pezzi quello di Angela e Umberto.

Tanti erano a dire: "[...] sarebbe un suicidio anche alla periferia di Roma: figuriamoci nell'entroterra turco".
Quello sin qui detto parrebbe confermare ma, profeti di sventura o, sempre per legge dei grandi numeri, a Giuseppina, "Pippa", è successo;
violentata e strangolata, sepolta sommariamente sotto una coltre di terra e foglie, alta come una velina, ad essere più sudario che tomba.
Era partita vestita da sposa: con stesso candore voleva portare un messaggio di pace, fino a Tel Aviv, solamente facendo l'autostop, che meglio permetteva il diffondere il tanto amore che provava per il suo prossimo;
di tanto è rimasto l'abito strappato, la valigetta e il ricordo del suo ingenuo e innocente sorriso: anche per lei c'è stato incontro con bestia immonda.

Il sogno del balordo Murat Karatas ha fatto a pezzi quello di Giuseppina Pasqualino di Marineo, meglio conosciuta come Pippa Bacca.


"[...] e Dio creò l'uomo a Sua immagine e somiglianza; a immagine e somiglianza di Dio lo creò";

- «Perdonami, Signore, non ci credo: almeno Tu, non puoi aver compiuto una simile bestialità !»

Quanti sogni a pezzi, frammenti di specchi infranti.

Io, secondo me...14.04.2008

venerdì 11 aprile 2008

Giano bifronte

- «C'hai un culo così !»

Il popolino, si sa, va perdonato quando, nella sua semplicità e per candore usa termini poco raffinati nel manifestare proprie emozioni: ciò che non si ha in testa si manifesta solo dalla pancia;
in modo colorito, il sempliciotto, lo zoticone, il volgo, esprime così il dire che si è avuto fortuna in qualcosa, e il fondoschiena prende il posto e simbolo di guance rosse e paffute, che un tempo denunciavano provenienza da nobili lombi, d'esser stati favoriti dalla lotteria della vita, assicurazione di godurie, pane e companatico.

Oggi, quel rotondo simbolo è il nuovo sol dell'avvenire: facciata, strumento d'uso e di lavoro, aperto al nuovo che avanza e ottimo a cavalcar...d'onda.
Al restante, il popol bue, rimane solo per seduta e punto di presa, aggancio per eletti o in...odor d'elezione, biglietto da visita di chi lo propone e sostiene.

Se il nuovo volto del socialismo guadagnerà punti e voti, avremo...aria nuova per quest’Italia che boccheggia;
l'ex ammiraglia dell'hard, ormai in disarmo, Milly D'Abbraccio, candidata del Partito Socialista nel nono e decimo Municipio di Roma, presenta parte del proprio e programma e di partito, con tanto di manifesto e motto:

"Basta con queste facce da c...", in doppia versione, con i puntini e per esteso.

Beh, toccare il fondo con l'una parte o l'altra, non farà differenza: questo paese ormai presenta stessa immagine per frontale e terga che, anzi, l'entrare in Camera della Milly è costume castigato:
l'onorevole deputato dell'Udc, Cosimo Mele, di camera s'intende meglio, che ci passò notte con sniffo e gnocca, così come per il portavoce di Palazzo Chigi, Sircana, amante di Trans targa, anzi, terga.

- «Basta con queste facce da culo»...

Milly, lascia stare, già c'abbiamo professionisti che ti hanno preceduto nell'uso e nell'abuso del target e sfondi una porta aperta, povera collegiale !
Ritorna nel e a dar del tuo; a far, come nel motore a scoppio, aspirazione, compressione, scoppio e scarico.

La politica, con quel che tu presenti, l'hanno già fatta, in questi ultimi anni !

Il giramento d'eliche, anzi, di pale, già l'ho avuta: non ci mettere del tuo, ad aumentarne velocità.

- «Gesù è socialista».

Io sono buono per disposizione, ma vedere quel nostro povero Cristo tolto dalla croce e poi inumidito, appiccicato a francobollo e riappeso su altra base, mi fa incazzare come una bestia !

- «Boselli, allora è tua la faccia sul volantino elettorale della Milly, che allora ho capito cosa n'è uscito».

I creditori di Alì Babà, le restanti decine, hanno ricostruito la banda: in dote, solo le monetine che il loro capo raccolse, quando un popolo derubato lo ha lapidato con spiccioli di disprezzo.
Ora, se è vero che Gesù uno dei ladroni lo salvò, ma non per onorare una fantomatica tessera di partito infilata nel perizoma.

La croce c'era, purtroppo, ma non da mettere sopra il suo simbolo !

Al massimo, il nostro socialista, potrebbe rappresentare i centurioni che, sotto la croce, si giocano i panni del Signore, come lo fecero in passato con i soldi dei cittadini.

Comunque, per carità cristiana, caro Boselli, ti perdono;
un...Abbraccio di cu...ore: tuo Beppe.

Io, secondo me...11.04.2008

giovedì 10 aprile 2008

homo omini...lapis

Credere: obbedire e combattere;

- «Eccolo, il Fontana, che finalmente s'è tradito, da buon fascistone, qual è sempre stato !»

Ammetto, troppo spesso mi muovo come il barcarolo della canzone popolare romanesca, quel che va "Contocorente" e, l'abitudine a salmone di risalire i torrenti, fa piacere all'orso che aspetta, più a bocca che a braccia aperte.
Mi spiace deludere quelli che m'attendono, con il martello e chiodi, a fissarmi a travi incrociate, ma l'unico fascio che mi ha avvolto è stato quello da neonato.

Credere: obbedire e combattere...non: Credere, obbedire, combattere.

No, non sono la stessa cosa, che la lingua e segni cambiano di significato, secondo uso e posizione;
l'intrigante coppia di puntini, sull'attenti, in perfetta verticale, separa paternità da figliolanza;

Credere, obbedire, combattere è una fila di formiche, una colonna con capo e coda, mai a doversi separare, massa d'affondo: un corpo unico, inesorabile, mai ad invertire di fattori e cambiare priorità e forma;
la perfetta e ottusa macchina da guerra, e il credere è acciarino per le polveri.

Il nostro di Credere deve affondare radici nel piedistallo della fede e obbedire-combattere è ai valori, per difenderli;
obbedire al rispetto della sacralità della vita - patrimonio dell'umanità - per combattere chi la disprezza e legittimare allora il "Mors tua, vita mea" o, meglio, la tua morte per l’altrui vite.

"Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui".

Il valore è nel manico, e il manico è Petraeus.

Non è stato sbagliato l'intervento in Iraq, ma il dopo.
Un popolo, sotto minaccia e decimato da assassini, ha emesso verdetto, votando e legittimando propria volontà;
altri sono a non volere, per la nazione, recinto diverso, a non contenere altro che popol-bue.

Una regina, pochi eletti, tanti guerrieri, e brulicanti operai: una minuscola testa a muovere enorme corpaccione.

Questa mentalità-formicaio non è "luogocentrica", porzione parrocchiale, ma prepotente dottrina e disciplina, da imporre a tutto e ad ogni, "Urbi et orbi", con la spada e la purga.

In Iraq si sta giocando una partita complessa, non una briscola sotto il campanile: chi vince piglia tutto.
Come nel film il Gladiatore: "Ciò che facciamo nella vita riecheggerà per l'eternità";
alla fine della conta dei morti, tanti figli saranno a ricordare i padri, per il lasciato: alcuni a benedirli, altri, a maledirli.

Petraeus, i suoi ragazzi, stanno combattendo e sacrificandosi anche per me, per te, per noi e pure per bande di fessacchiotti, che non vedono la foresta di là dell’albero.
A questi eroi, ai tanti caduti io m'inginocchio, prego e ringrazio, che non dovranno diventare resti e pelle lasciata da sguscio di noccioline.
Tempi bui ci sono stati: quando tutto è cominciato, al-Qaeda dominava, Baghdad era una città di morte con gli sciiti e i sunniti verso la guerra civile, e il governo iracheno era un fallimento;
la cura Petraeus funziona: al-Qaeda è stata scacciata ovunque, gli iracheni si sentono di poter tornare alle loro vite normali, gli Sceicchi sunniti collaborano e il lungo processo della riconciliazione, tra le due fazioni religiose musulmane, è iniziato. La "surge" ha paralizzato l'offensiva del nemico in maniera rapida ed efficace.

Credere: obbedire, combattere...e perseverare; quanto fatto riecheggerà per l'eternità.


Io, secondo me...10.04.2008

martedì 8 aprile 2008

Parassiti

Chiamateli Rom, zingari, dategli il termine che vi pare, ma non sono e non formano valore aggiunto.

Se ne sono andati, con il mugugno sulle labbra, ma con il sorriso beffardo di chi sa destreggiarsi nel paese dei balocchi e dei bambocci: poco più in là si sono rifatti, belli e uguali a prima, rioccupando terra e riedificando la città di lamiera, la cara "Sheet metal city", che io ribattezzo in "Shit city".
Non ce li ho messi io lì, non l'abbiamo fatto noi: avevano occupato un terreno avvelenato, portandoci i loro bambini, di cui erano i primi a doversi preoccupare, da genitori - ammesso che tutti lo siano - a dimostrare attenzione ed umanità alla prole, ma ci ha dovuto pensare il Comune di Milano a togliere i piccini e scacciare i grandi, irresponsabili, dal liquame velenifero.

Cambia nulla.
Da uno spazio vanno all'altro, come dalla provincia o dalle regioni: si muovono meglio di come faccio io in casa mia.
Se gli dai "incentivi" per andarsene altrove - fuori dai confini di questa Coglionazione italiana - intascano, passano la frontiera di là e la riattraversano dalla parte opposta, che sembra di sentirne le fragorose risa, gioiosi schiamazzi e reboanti sghignazzi quando oltrepassano, per un verso e per l'altro e, mentre tu miri l'ultimo della fila che scompare all'orizzonte, il primo lo hai ancora dietro il culo !

Hanno capito l'antifona, si scambiano le informazioni e il tam-tam tra cavallette funziona egregiamente:

- «In Italia, in Italia, fratelli: se dorme e se magna !»

E per noi, il ventre molle, spina senza midollo e albero senza più radici, neppure c'è rispetto: mazziati e cornuti.

Usano e abusano, senza regole: calpestano, picchiano, rubano, e pretendono, tanto il sadico gode sul masochista.

Siamo come gli indiani del vecchio Far West: a rimirare le colonne di carri che arrivano, allineati e brulicanti, come formiche legionarie, in quel che era nostro e chiamavano il Bel Paese.
Arrivano a frotte, la più parte...non riparte: rimane, nella terra del bengodi, diversa da quella di provenienza, che se non li ha calciati per farli uscire, ne ha reso impossibile lo starci;
Non hanno nè arte nè parte: li lasciano andare ringraziando la divinità per tanta fortuna, che rimane il meglio;
e, mentre da noi si lamenta la fuga di cervelli, dall'altra parte si benedice quella dei parassiti.

Solo a pensarci mi viene da grattare, che neppure le piattole riescono a fare pari effetto.

Mi raccomando: non rinfacciatemi d'essere razzista, egoista, forcaiolo, senza umanità, a ripetermi la parabola del figliol prodigo o del buon samaritano, che ben si capisce contro chi mi scaglio, chi non voglio e disprezzo, che l'acqua che ci arriva, dal lavatoio dei panni sporchi, a nulla serve: ci campano solo i pidocchi...parassiti, appunto;

come il tunisino irregolare di Mestre, provincia di Venezia, che dopo aver accoltellato la convivente fugge e, nel frenetico inseguimento, finisce sotto un treno, lasciandoci le gambe;
curato, assistito e coccolato, all'ospedale Umberto I, eccolo a fissare dimora, che non se ne vuole più andare, nonostante la sua bella e fiammante sedia a rotelle e la necessità di posti per altri che sono più conciati di lui;
s'arrangino: il mondo è fatto per i furbi e a nulla ancora è valso il decreto d'espulsione e i tentativi di terminare vitto, alloggio, assistenza e ristoro, in quella che doveva essere casa di cura.

Aspettate a lanciarmi pomodori, uova o molotov: pensate se è un vostro caro quello che se ne và a spasso con l'autoambulanza e il cuore a tocchi, e schiatta per strada perché non s'è trovato posto, prima e vicino !

Milano, Niguarda, Ospedale Maggiore...
Cà Granda;
sarà il nome che invoglia a spintonare per entrarci: se una cosa è grande, c'è spazio;
si purgano, spurgano, dormono la notte, s'infilano nei reparti e usano i bagni per la bisogna e ci lavano gli stracci.
Non sono degenti, no.
Alla chiusura dei cancelli, quando i visitatori se ne vanno e i malati pure, a nanna, eccoli spuntare:
mani e piedi che artigliano e aggrappano la murella o il cancello - et voilà ! - una valanga di sbandati che s'intrufolano, popolano e fanno loro quanto e quello che siamo a mantenere, per la cura dei nostri sfortunati indigeni terricoli;
per la maggior parte sono nordafricani e nomadi: non è un’accusa contro i diversi, il vedere il marziano, l'invasore o paura del buio oltre la siepe, ma la realtà, vista dalle telecamere di controllo e registrata dalle forze dell'ordine, chiamate in soccorso e costrette a ripetersi, per tutti i giorni a venire, "omnia saecula saeculorum".

Amen.

Talvolta si azzuffano, altri aprono tombini e usano la canna dell'acqua per riempirsi taniche e bottiglie e non mancano furti e scippi, sia a carico dei malati che dei loro parenti in visita;
le macchinette dei distributori automatici scassinate e svuotate "[...] una volta ogni sette giorni";
Allo stesso modo spariscono lenzuola, federe, coperte e cibo dalla mensa.

- «Li riconosciamo tutti, sappiamo chi sono [...] quando li invitiamo ad uscire ci minacciano, di farci i fatti nostri o sono guai».

In questo vivono e lavorano i dipendenti della struttura;
i pazienti sono ad aggiungere male alla malattia;
i visitatori, a subire e sopportare, nel vedere i propri cari, sofferenti, farsi carico di altro.

Mi fermo, ma non è finita, che ce ne sarebbe da dire: guardando in giro, ci si accorge pure noi, comuni mortali, quanto costa tanto fesso buonismo;
non è il portafoglio che sopporta maggior danno, ma la nostra attendibilità e faccia, che il "Volemose bene", derivato da impotenza, incapacità e imperizia, non porta rispetto e, senza di questo, siamo a valere meno che una caccola di mosca.

Non voglio autoritarismo, ma autorità; non pigro lassismo ma selezionata bontà, che se è vero che non tutti lo sono, tanti ci sono, a vivere di rendita, alle spalle di un prossimo ingenuo e credulone;

a donare il sangue, sì, ma non a parassiti !


Io, secondo me...08.04.2008

lunedì 7 aprile 2008

Il bandito Giuliano

Pro-life...pro-light...

- «Accidenti, caro Ferrara: non si poteva trovare di meglio, che anche il nome c'ha...il suo peso».

L'assonanza gioca male: il nonnetto che sente - si fa per dire - il pronunciare "laif" e "lait", ci va in confusione, che con il secondo ci marcia a braccetto, data la pensione esigua e per il primo tiene la mano sugli zebedei, in segno di scongiuro, che pensa sia riferito alla sua, di vita e sopravvivenza.
Poveretto, che dopo essersi fatto un culo così per campare la prole, si trova da questa trattato quasi è un parassita, a succhiare l'aria di prestanti giovanotti a cavallo e valchirie alla cavallina, cicale convinte d'aver lappato nella fontana dell'eterna giovinezza, maestri dell'usa-e-getta, che tanto hanno avuto da esserne nauseati appena cessa novità ed emozione, così come si lascia il cane sull'autostrada, il nato nel cassonetto o ad essere "raschiato" prima, che è meglio prevenire che mantenere;
vogliono mantenere vita e linea–palestra, lei facendo kickboxing e lui alla beauty farm, a farsi depilare le ciglia e inseguire il "lait" androgino, nella nuova astronomia egocentrica, in un pirlare di palle e orbite in congiunzione astrale, alla "N'do cojto cojto " e "Coito ego sum" e nella sicurezza che "Chi vùsa pusè la vaca l'è sua", retaggio di tempi in cui si doveva farsi sentire, come nelle case di ringhiera, tra un balcone all'altro, dal sotto verso i ballatoi o a lavorando i campi, a sgolarsi a pieni polmoni perché ancora non c'erano i telefonini.
Oggi no; il prendersi la vacca è come l'abbordaggio dei pirati di Barbanera: le botte, l'urlare come il tirare pomodori, ortaggi vari, insulti e molotov, caricate a "becerobenzina", in faccia all'altro, serve a fregare la piazza e cancellarne presenza mediatica.
A Bologna, il palco dove il Giulianone aveva parlato poco prima è stato preso letteralmente d'assalto, espugnato da bufalini e vacchette impazzite, zecche dei centri sociali, che il buon Ferrara si trova sul pelo, dovunque vada: pianticelle, edere soffocanti, cresciute in latrine ideologiche a cielo aperto.

- «Ciccione di merda, mangia meno, tromba di più !»

Ma la tromba bisogna saperla usare, che con le loro ci suonano le "ouverture": che dal '68 sono passati al '69, ma erano posizioni sterili, e allora, ecco lei urlare che "L'ouverture è mia e la gestisco io", dimenticando di mettere la guarnizione al rubinetto: stato libero in libera conigliera...stato interessante !

Cari miei Cicciolini, ascoltate: trombate meno e mangiate di più, che la merda è vostra !»

Giornalista eccellente il nostro Giuliano, e uomo coraggioso: una patata, anzi, un patatone bollente che nessuno vuole maneggiare, per non essere affondati, nella battaglia elettorale, da cannoni calibro...194;
Voce che grida nel deserto: dopo trent'anni, in un mondo che ha modificato, adattato e cambiato praticamente tutto, l'aborto è rimasto tale e quale, un troglodita che trascina la clava in un tempo che non gli appartiene, come a credere sia meglio il televisore a valvole, per rivedere un vecchio film.

A noi c'è andata di culo, siamo qui, a raccontarla;
per un poco, fragili embrioncelli, l'abbiamo scampata, uscendone per...il buco della serratura:
oggi, c'è la terra di nessuno, un tempo ad essere né carne né pesce, libera scannaiola per amalgama e impiccio cellulare, che chiunque può staccare dalla tappezzeria uterina nel dire:

- «Io sò io e voi non siete un cazzo !”

Caro Giuliano, io ti voglio un bene dell'anima, che mi permetto giocare d'umorismo per sorridere con te e ridere d'altri, usare ironia per noi e sarcasmo per le mandrie in transumanza, quelle tenute nei recinti, cornuti palchi, aizzati a portare scompiglio nelle file avversarie, come Annibale con gli elefanti...ma questi, a differenza, sono animali, e intelligenti: quelli del nostro parlare, bestie.

Giuliano, perdona loro: oltre al "Coitus", c’hanno pure il "Cogito", di interruptus !
Però, anche noi: Pro-life...pro-light...non...ciavemo di più ?


Io, secondo me...07.04.2008

giovedì 3 aprile 2008

Bim Bo m Ba M

- «Maledetti loro, che ce la mettono tutta per farmi saltare fusibili e tubazioni cardiache» !

Se non fosse per le conseguenze infauste, sarebbero innocui imbonitori o fenomeni da baraccone, macchiette e ridicoli sopravvissuti sauri del Giurassico;

Uno per tutti, l'egiziano Ahmed Muhammad Uthman Abu-al-Yazid, partecipe all'assassinio del presidente Sadat, poi fido luogotenente del Bin Laden, in Afghanistan e di cui vado a leggere:
"[...] non vi frapponete tra i vostri figli e il paradiso [...] se pure li disapprovate, non impedite loro di diventare shadid".

Ecco che uno degli attributi, di quella gran testa di Osama, ci mette del suo, a battere...cassa e pretendere il pizzo dalle povere famiglie, che hanno disgrazia d'essere iscritte, "honoris causa", nella lista della spesa di Binallah, dio speciale, esclusivo, personale e di cui sono replica gemellare.

Genitori degeneri e micragnosi: speculare così sui i figli e privarli dell'entrata in quella casa...chiusa ai piaceri e ai sollazzi di settanta e più vergini, pronte a tenere alzato onore e quotazioni dei Binallah e MaoAhmed !

Leggo parte della lista, entrati in questo, passati dalla brace alla bettola:
Hussan Bilal Abdul, 16 anni, nel 2004, imbottito d'esplosivo al check point di Hawara, vicino Nablus;
Rashida, adolescente-bomba scagliata contro un pulmino di turisti a Kusadasi, in Turchia, un mese dopo Hussan;
Abdul Karim, tredicenne, saltato in aria al posto di blocco americano di Kirkuk, in Iraq, il primo novembre 2005.

Sulla e per la pelle di questi adolescenti tirano i dadi, a decidere chi, con la cotenna loro, si farà veste.

- «Che farai da grande ?», spesso ci si sentiva chiedere, da piccoli;
- «L'astronauta, il dottore, il pilota, il marinaio...», tante erano le speranzose e sognanti risposte.

Mai, mai nessuno che dicesse: «Lo stronzo !», che è tipico di quello essere ridotto in poltiglia !

- «Mamma, papà: farò il kamicazzo !» - che è la stessa cosa - ribattono i bambini, scambiando la vita con un piatto di lenticchie.

Quanto i cerebrolesi di Binallah prendessero la questione seriamente è provato dal serrato dibattito tra i massimi teorici della jihad globale, che sono a denunciare il rischio del venir meno il rispetto dell'autorità della famiglia, cardine della società musulmana, che vuole sia "[...] vietato per un minore andare a combattere senza il permesso d’entrambi i genitori".
Non è la sostanza ad essere messa in discussione, ma la forma;
non la carne, ma la pesata del macellaio !

Ecco, a loro avviso, quale dovrebbe essere la normalità:
"[] una madre fiera della prole eroica: «Prima di farsi esplodere il mio ragazzo ha chiamato per avere un incoraggiamento, e gli ho detto di ripetere i versetti del Corano".

- «Cretina ! Magari era a sperare che gli dessi motivo di fare qualcosa di più impegnativo, ma appagante: vivere.
Sei madre, biologicamente, non ne ho dubbio, ma devi essere la sorella di quella degli imbecilli !»

Non poteva mancare all'appello il geriatra di Osama Bin Laden, il caro al Zawahiri:
«Per accontentare il lacchè dell'alleanza crociato-sionista suggeriremo agli shadid di mandare prima un fax a mamma e papà».
E noi siamo a preoccuparci se dare le chiavi di casa o macchina, mentre a questi, già in fasce, lasciano innesco di bombarderia !

In un crescendo di sado-masochismo, continuo nel leggere, a volere e volermi fare male:
"[...] su Al Aqsa Tv una marionetta bambino accusa un pupazzo, che rappresenta il presidente americano, di aver sterminato la sua famiglia con l'aiuto di Israele. Devo vendicarmi con la spada dell'Islam, dice il piccolo [...] Bush muore e il bimbo chiede che la Casa Bianca diventi una moschea".

- «Madonna», mi viene da pensare: «Vuoi vedere che è quella a cui il Giorgio Butterini - monachello dalla comunità di base di S. Francesco Saverio, a Trento - voleva devolvere offerte, a farla crescere, più bella e più superba che pria, in un eccesso d'incontinenza vittimistica, a purgare i peccati suoi e, per riflesso e ricaduta, nostri ?»

Ah, quanto è vero: i figli so' piezz'e core...in special modo quando, esplodendo, fanno Bim Bo m Ba M !!

Basta: tante cazzate assieme mi hanno mosso l'intestino; devo andare al bagno.

- «Caro, ti serve la carta ?», sento che si preoccupa la cara mogliettina;

- «No, tesoro: ho sotto mano i fogli giusti, che su quelle idee ci posso mettere tanto anche di mio !»


Io, secondo me...03.04.2008

mercoledì 2 aprile 2008

Le moscheE il cappuccino

Stavo facendo colazione in contemporanea con la lettura del giornale e il cornetto sospeso sulla tazza del caffellatte:
un occhio a tracciare mira per l'immersione e l'altro in rotazione camaleontica, a tenere puntato volo e rotta di una fastidiosa mosca, che non volevo c'avesse nulla a che fare con il mio, che le moscheE il cappuccino è matrimonio che non s'ha da fare.

Dai rumori di liquido in sommovimento e dallo smoccolare, ecco arrivare premurosa e allarmata, la mogliettina, certo sicura che, nella tazza, ci fossi finito io, e la fida cagnolina, speranzosa invece che, a cadere, fosse stata la brioche.
Come per la valvola della pentola a pressione, ecco la cara sposa battere sulla schiena, a cercare di sbloccare vie aeree per lo sfiato d'eccedente vapore, che mi stava gonfiando le coronarie, e andarsene solo al rassicurante fischio, che riporta la borbottante pentola di fagioli a più miti e sopportabili valori di bollitura.

Mai mi sono sentito tanto vicino al regno animale, parte di seppie e polipi, nel cambiare colore d'incazzatura e passando dal nero al rosso, dal viola al giallo ittero, dall'azzurro al violetto sino a coprire e sfumare tutti i colori dell'arcobaleno.

M'immagino la gioia della controparte, al ricevimento della scarsella con i denari:
"Salam eleik ! Grazie, grazie, grazie, alla grande...coglioNazione italiana, che ci ha fatto piovere tante palanche, e al cappuccino, che ama le mosche".
Qui deve esserci stato un errore di battitura, che manca la "e" finale, a non confondere con il dittero che, a sua volta, non ha parentela con il dattero, come il cappuccino è tonaca e non bevanda.
Ecco l'avverarsi d'antica profezia:

"Se la moschea non va al cappuccino, il cappuccino va alla moschea" !

Anche io, galvanizzato dalla notizia, vado ad aggiungere del mio e, non sapendo l'arabo, cerco di manifestare stesso entusiasmo in arabese, ossia, arabomilanese maccheronico:

- «Salam a lei, Giorg Al Butterin» altrimenti detto Giorgio Butterini;
- «bello il suo ricercare pecorella smarrita che, se la moschea non entra nel cappuccino, è lui ad andare alla moschea».

La notizia:
"Trento: raccolta fondi per incrementare la colletta a favore dell'imam locale, a sostituire la costruzione vecchia e angusta [...] questua promossa dalla comunità di base di S. Francesco Saverio, guidata dal padre cappuccino Giorgio Butterini [...] per la nuova moschea".
Ma Al Butterin non conduce una comunità, ma una comUMMAnità, dove la Umma rappresenta la comunità dei fedeli, sì, ma insieme e unità delle genti arabe.

- «AAAAAAAAAaaaaaaaaaaRRRRRrrrrrrrrrggggggg !!»,

neppure Tarzan riuscirebbe a coprire il mio urlo di battaglia;

- «Ma che cazzo mi si chiede a fare il contributo per la chiesa cattolica, quando poi i giorgini di turno, invece che sulla panca, mi fanno stendere sul tappeto, in direzione della Mecca ?!»

E poi, non è finita, che il Butterini si butta a pancia all'aria, si flagella gli zebedei, si siede sul paracarro della strada e urla e geme offrendo la cassetta delle offerte nell'orgasmo di un masochismo che si libera nel pannolone:

- «...come segno di penitenza dei nostri peccati».

Ma se ti sei fatto una pugnetta, a mano libera alternata, di nascosto e con il paginone della playmate del mese e con Playboy nascosto nel messale, purgati da te e, se proprio, cura il tuo di gregge, che d'elemosine lì troverai chi ingrassare, anche se, capisco, è preferibile coniglietta a pecorella.

Cambia gregge e, come diciamo noi meneghini, sotto la madonnina del Duomo:

«Ma va a ciapà i ratt !!»


Io, secondo me...02.04.2008

martedì 1 aprile 2008

Il brodo, la gallina e l'uovo

Ecco qua, un'altro bell'uovo, fresco di giornata, da una gallina d'antica cova.

Ultimamente m'assilla il pensiero delle greggi, del pecorame di Hamas, e chi ha avuto costanza nel leggermi s'è smarronato per bene gli zebedei, che il frullato glie l'ho fatto usando i loro, d’ovetti;
ma, mi si perdoni l'andar d'incudine e martello: semmai ce ne fosse bisogno, per chi abituato a circolar a braccetto loro, ormai abbondano prove di un disegno destabilizzante nel medio oriente, cui fa capo l'Iran del nanerottolo peloso, l'Ahmadinejad, quello che è seduto ad attendere schiusa, più che d'ovo, di funghetto, a dimostrare che non è vero, che lui non capisce un...acca !

Hezbollah e Hamas sono abboccati e formati con latte di stessa tettarella: allievi, apprendisti e lavoranti in e di corrispondente scuola e fonderia, dove gli atomi della bombarda atomica sono a svecchiare i vecchi forni, che poi gli ebrei si potranno bruciare e fondere con un colpo solo.

Una politica miope e fessacchiotta ha portato addirittura a mettere cuscinetti di protezione a confine tra Libano e Israele, dove i nostri ragazzi sono a fare imbottitura e impedire ad Israele di battere il materasso di Ahmadinejad: i suoi amati hezbollati.
Professori, professorini e professi nostri c'hanno spedito milizie, al passo del governo, Romano, ovviamente:
- «Avanti, o Prodi: armiamoci e partite; che dovete fare scudo tondo per gli ebrei e fesso e convesso per hezbollini, che andrebbero disarmati»;
è ancora tanto che non siano loro a togliere ai nostri, che appena la tenaglia attorno ad Israele sarà pronta, la chiuderanno, togliendo i denti buoni assieme ai cariati, che non vanno per estrazione, ma per distruzione.
La missileria che, senza sosta, è giunta e ancora arriva loro da papà Iran, sarà domani a piovere sull'ombrello dei fanti d'Italia, cornuti e mazziati, quando la loro ciccia sarà d'ingombro nell'avvicinarsi all'osso giudeo.

Non basta ai principianti uscire da botteghe oscure, imparare l'inglese, abbandonare l'antico idioma Russo e scriver cirillico: dal campanile a cipolla del Cremlino alle torri dei minareti ce ne corre, che sono uguali per fine loro e d'altri, ma da raggiungere con mezzi e modi differenti;
è dal un pezzo che la situazione è a dimostrare che giochi e mosse sono ad usare il pantografo, a riprodurre disegno su diverse scale di grandezza, tracciandone i contorni: tecnica ostica d'apprendere, per gli scolaretti dell'Istituto professionale Molotov dove, alla Coca Cola con cannuccia, si preferiva la bottiglietta di benzina con lo stoppino.

Andiamo sul pratico, ad indagare, comprendere ed apprendere che - come m'ostino a ripetere - è nel piccolo che si trova e si ripete il grande;

erano sospetti, bisbigli e mugugni, ma ora trova conferma la notizia che Hamas si addestra in Iran:
è lo stesso capo delle brigate guerriere, le Ezzedin al Qassam, a dire con orgoglio che è tutto vero.
Facciamoci descrivere il programma scolastico:
- «[...] ci hanno insegnato come fabbricare esplosivo con gli ingredienti più ordinari [...] fare bombe più potenti, razzi più precisi da lanciare contro i civili e come diventare cecchini efficienti».
Alla domanda:
- «Quando è stata aperta la scuola di bombarderia ?»,
i laureandi rispondono, serafici:
- «Dal 2005»;
in pratica, neanche il tempo che si raffreddassero le sedie, dall'uscita degli israeliani da Gaza, lasciata a quelli cui mai la pace interessava, allora come oggi, e subito trasformata in base missilistica:
come ad avere preparato e dato tana a dei ratti, vicino al proprio granaio !

Basta, è ora di finirla, che in politica estera non abbiamo bisogno di dilettanti, che quelli si mandano allo sbaraglio, sì, ma alla Corrida, il simpatico gioco presentato da Gerri Scotti, dove i danni da incompetenza possono essere contenuti e siamo noi a riderci e non farci ridere sopra.

- «D'Alematti, Diliberticidi e Kompagnoski: go home !», che una dacia in Siberia o un cassonetto a Napoli ve lo troviamo ancora.
E al Franco Turigliatto, leader di Sinistra critica, Kompagno loro, che ancora è in Piazza Castello, alla Fiera del Libro, a Torino - a voler scacciare Israele, a cui è toccato quest'anno di presenziare - che fa cagnara affinché si boicotti tutto, sono a dare di voce:

- «'a Frà: ma vedi d'anna a fan....»,

che all’uovo di Colombo, siete a preferire quello a figura dei polli !


Io, secondo me...01.04.2008