sabato 28 novembre 2009

Golpe di Tonio

"...attacco contro gli ultimi presidi rimasti in piedi...la stampa libera non esiste più...baratro dello stato di diritto...demoliti i pilastri dello Stato...parte di poteri criminali hanno penetrato le istituzioni...una sorta di soluzione finale";
- «'azzarola!»
Comincio a cantare "O bella ciao, ciao, ciao, una mattina mi son svegliato ed ho trovato l'invasor", mentre raccolgo dal ceppo i coltelli dello chef Tony - affilatura garantita a vita - il temperino svizzero multiuso, la bussola, il caschetto da muratore e riempio lo zaino con una tavoletta di cioccolato, bustine di zucchero, biscotti;
a tracolla, l'indispensabile borraccia dell'acqua, senza dimenticare il libretto "Guerriglia urbana: come t'ammazzo il porco", ricettario della famosa macelleria "Centri sociali e affini".
Scendo velocemente nella rimessa - approfittando del favore delle tenebre - rasento il muro, per dare meno bersaglio possibile e maledico la sporgenza della pancetta;
cercando di far cigolare il meno possibile il portellone, entro e m'avvicino al serbatoio dell'auto.
Svit...svit...svit...click!
Allineo le bottigliette: ecco...una estremità del tubicino nella vaschetta della benza...dall'altra parte, ..swwwwwiiissssccccccc...una bella ciucciata e, all'arrivo dell'infiammabile, infilo la prima boccetta e travaso...la seconda, la terza, un'altra...finito!
Se scoperto, dirò che devo andare a un controllo e porto le urine, e dello stoppino che esce dal tappo, che è la nuova formula a strappo.
Ritorno in casa, facendo le scale al buio - la sciura Maria potrebbe già essere dietro lo spioncino! - tenendo la sacca delle Molotov tra i denti e strisciando sui gomiti. Ce l'ho fatta: nessuno ancora si è svegliato.
Tolgo la tutina di Armani e infilo mutandoni ascellari, pantaloni alla zuava, la mimetica, calzettoni di lana grezza e zoccoloni con la suola a carrarmato.
Dove li ho messi...eppure li avevo comperati per corrispondenza, ai tempi del Postalmarket...a, ecco:
reagenti e bustine, per purificare l'acqua - che stana marca: Idrolitina...Frizzina - , coltellaccio modello Rambo, con lama da affettatrice di salumificio e controparte che pare una sega da boscaiolo, con tappo da damigiana, a scoprire una impugnatura piena di filo da cucito, pinzatrice a punti fini e grossi, adesivo scuro, da elettricista e un altro largo, da tappezziere, e un cordone da frate, per fermare le emorragie.
Alla pistola, fedele riproduzione della Glock, tolgo il tappino rosso, a che non si sappia che è una imitazione, e la carico con i piombini in dotazione.
Nel cinturone a borchie, da metallaro, alcune fialette puzzolenti, avanzate dal precedente carnevale.
Apro il sacchetto di carbonella e spalmo viso e mani con quello scurente.
Il tempo di uscire, e ti vedo un ombra minacciosa che scende dal di sopra: sparo piombini a raffica...colpito!
- «Stronzo! Se ti prendo ti faccio un culo così!» urla imbestialito il ragionier Brambilla, con la faccia butterata di pallini rossi.
Ritirata strategica: fuggo urlando «Fuoco amico, fuoco amico! » e mi nascondo nelle cantine; urge stabilire un piano, la tattica dell'immediato e la strategia del domani.
Devo raggiungere gli altri: sicuramente si saranno create sacche di resistenza.
Dalla tasca traggo il foglio sgualcito e appallottolato, che riportava le notizie del golpe; è vitale individuare miei e raggiungerli.
"Noi, di MD, dobbiamo ristabilire un contatto con la parte migliore della società e dell'opinione pubblica, che non c'è più, distrutta dal disegno eversivo, dove trasformata in soggetti sui quali viene riversato il pensiero unico, la verità unica".
- «Sicuro, è vero, c'ha ragione il...il...come si chiama...il compagno Ingroia! Popolo bue, ignorante, credulone, pecoreccio e pecorone...ecco, sì, ci vuole la parte migliore...addavenì er mejo, anzi: il Migliore!»
"...classe politica democraticamente eletta, voluta a maggioranza, emanazione della volontà del popolo, uscita dalle urne e non dalle caserme".
- «Ecchicazz'è stò qua, che dice minchionate? La purga, bisogna dargli, che non si contano le teste, ma la parte più acculturata, che legge, che scrive libri! Gli scemi non hanno diritti, ma devono solo pascolare e dare latte!»
Mitico, l'Ingroia, che richiama alle armi MD, rifacendosi e riproponendo il pensiero del maestro, il fondatore dei "Migliorini", il Marco Ramat;
"Le leggi non sono uguali per tutti: devono tutelare i ceti sottoprotetti. Ai Magistrati e non alla politica il compito di colmare le disuguaglianze, interpretando codici e Costituzione ed emettendo sentenze, non in nome del popolo italiano, ma per la lotta di classe".
MD...Magistratura Democratica, corrente megalomane del corpaccione dell'Associazione Nazionale Magistrati, composta di uomini che si credono illuminati in un mondo di pirla, unici depositari della conoscenza tra cavernicoli abbagliati da specchietti e collanine e con l'osso al naso.
"...attacco contro gli ultimi presidi rimasti in piedi...la stampa libera non esiste più...baratro dello stato di diritto...demoliti i pilastri dello Stato...parte di poteri criminali hanno penetrato le istituzioni...una sorta di soluzione finale";
Dove l'ho già sentita sta manfrina?
Ah, ecco, ne "La fattoria degli animali" dove i maiali, stanchi dell'uomo che li governa, convincono tutti a ribellarsi e scacciano il fattore e poi...
- «Vissero felici e contenti!»
No: il cavallo continuò a tirare l'aratro, il bue a portare il giogo, l'asino a girare la macina le galline a far l'ovo, ma i porcelli...loro no: finalmente, a fare...l'uomo!
Mi tolgo anfibi, mimetica e armamentario, rimetto la benzina nel serbatoio e i coltelli dello chef Tony al loro posto.
Leggo meglio l'articolo di giornale:
"...golpe in Italia!"
Chi l'ha detto?
Antonio Di Pietro!?
'fanculo: tradotto in italiano veniva colpe e non golpe!
"...attacco contro gli ultimi presidi della sintassi...la grammatica in stampa non esiste più...baratro dello stato di diritto scolastico...demoliti i pilastri linguistica...parte di poteri sgrammaticali hanno penetrato le istituzioni lessicali...una sorta di soluzione finale del dolce stil novo";
Ecco: ora sì, che i...tonti tornano!


Io, secondo me...28.11.2009

sabato 21 novembre 2009

Dietrologia

Gianguarino Cafasso: morto.
Wendell Mendes Paes: morto.
Josè Alexandre Vidal Silva: uomo avvisato, mezzo salvato.

Gianguarino, procacciatore di transessuali e droga, lui stesso dedito allo sniffo, un manzo d'uomo con tutti i problemi degli obesi, lo potevi far passare per un "c'era da aspettarselo": la morte lo corteggiava per i suoi eccessi e la polverina che aggiungeva alla bottiglia non era l'idrolitina, quella per far le bollicine.
Vero è che le Brenda e le Natalie, le Wendell e le Josè, gli servivano per smerciare allucinogeni e accontentare le tante "chiappe d'oro", in cerca di surrogati di donna con il pisello e stimolanti per andar di sballo e toccare il cielo con un dito.
Sicuramente la categoria "chiappa d'oro" non fa parte della classe dei Fantozzi e dei barbonacci, che con le poche disponibilità economiche sono al "seghe e gazzosa", per i pochi spicci disponibili a sollazzar il dolce augello;
al più, questi...sfigati sono a doversi accontentare di mignotte in disarmo, rotte ormai a tutte le esperienze e cariche di cellulite, rughe e protesi.
Perette costose, quelle delle "chiappe d'oro": migliaia di euri a botta, e la coca in aggiunta non era Coca Cola.
Gente dei piani alti, con una altissima opinione di sé, del proprio potere e con palanche. Tante.
Certamente il più pezzente di questi, come minimo, guadagna in un mese quanto i più in uno o più anni.
Sicuramente con doppia vita: l'apparente, del buon padre di famiglia, marito premuroso, fustigatore di costumi e a denunciare che "non c'è più religione", salvo poi girato l'angolo o, con il favore delle tenebre, cercare tutte quelle emozioni forti, altrimenti castrate da una società puritana, nemica del "chissenefrega, si vive una volta sola!" e quindi: "viva il puttan tour!"
Qui in basso, ci si sente in colpa, per aver magari fatto un pensiero lascivo sulla procace e bonona vicina di casa, mazzolati per queste debolezze da tanti pulpiti, ormai più mediatici che al profumo d'incenso, dove tanti Soloni sono a pontificare e dar di lezione ai comuni mortali, come sono - siamo - a dover ancora salire la scala evolutiva del successo e della realizzazione, ancora grezzi, vittime delle proprie bramosie e di istinti bestiali, da uomini della foresta.
Noi Cita; loro, Tarzan.
- «Pentitevi!» è il ritornello d'ogni dì «non sta bene mercificare la donna, pensare sempre "a quella cosa lì", al sesso, all'appagamento animalesco dei sensi, a ragionare con l'attrezzeria al di sotto dell'ombelico; a guardare Il Grande Fratello, l'Isola dei Famosi, La Fattoria, La Talpa, i Simpson, i film a luci rosse e andar a mignotte!»
Te, che ti stavi a sbirciare lo spacco tra le tette della vicina, ti senti avvampare dalla vergogna, un diverso; anzi, a volte pure un perverso, se non pervertito.
Poi senti le Brenda e le Natalie e tante zoccole di lusso, che guardano con irrisione e supponenza, dall'alto in basso e, con misto compatimento e confidenza, affermano:
- «Voi neanche immaginate chi ci viene a trovare!»
A trovare, non so, ma a trombare, immagino, visto il tariffario che certo non è più a buon mercato, da bordello d'antichi tempi: m'aspetto che, davanti o dietro, vi trovate tonache, di tribunale o d'altare, industrialotti, giocatori affermati, attori e tanta gente di spettacolo.
E politici.
Fotti chi vuoi, ma attenzione a questa categoria;
è come a camminare accanto all'alta tensione: occhio, chi tocca i fili muore!
Gianguarino Cafasso: morto.
Wendell Mendes Paes: morto.
Josè Alexandre Vidal Silva: uomo avvisato, mezzo salvato.
Sputtanate chi volete, ma alla larga da noi: le "chiappe d'oro" meritano più rispetto di un Padrino!
- «Prendo i soldi e scappo, perché se rimango qui mi fanno fuori!»
Le ultime parole famose di Gianguarino.
Detto, fatto: ora è ad ingrassare vermi e terra.
L'aver ripreso con il telefonino il governatore della Regione Lazio, Pietro Marrazzo, in mutande, in attesa "Trans-consumoprestazione, ha rotto un tacito equilibrio: Pietro era ancora un pesce piccolo, ma la "Cupola" si è sentita minacciata, terrorizzata che in giro ci fossero altre immagini da troiaio.
Gianguarino non bastava più: occorreva rafforzare il messaggio, l'avvertimento, a che nessuno pensasse a una semplice e tragica fatalità e se ne impipasse delle conseguenze.
Alla lotteria è uscito il numero di Brenda, Wendell Mendes Paes.
Giorni addietro era stato aggredito, gli hanno fregato il telefonino; forse volevano vedere se c'erano nomi compromettenti o, peggio, una altro filmato, magari del fantomatico e ancora sconosciuto "chiappa d'oro", che deve essere un pezzo da novanta e un "prenditore" d'eccezione, visto il soprannome.
La Brendona aveva capito da subito che aria tirava, tanto che stava preparandosi a sloggiare, ma non le hanno dato tempo.
Il suo nome è stato estratto, per farne ammonimento.
L'hanno trovato nudo, il Wendell Mendes Paes, soffocato dal fumo scaturito dalla combustione della valigia che era pronta per la fuga.
Leggiamo i simboli.
l'aggressione e il furto del cellulare: ogni prova compromettente deve sparire - nomi, fotografie e video - con noi non si scherza;
Il Computer portatile nel lavandino, affogato nell'acqua:
acqua in bocca, cancellate ogni traccia; le vergogne devono sprofondare per mai più riemergere.
La valigia, segno di partenza, di un viaggio;
avviso ai naviganti, attenti che a noi non la si fa: ve ne andrete, sì, ma all'inferno!
C'erano tanti modi per creare una situazione simile, ma che proprio dalla borsa da viaggio dovesse scaturire l'origine della fine, è un umiliante sberleffo, uno sfregio, uno sputo in faccia, un segno di disprezzo e, tutto quanto una prova di onnipotenza, dimostrazione di forza e convinzione di impunità. Magari d'intoccabilità.
Nessuno ha nascosto nulla, simulato nulla, tentato di sviare o depistare: si vuole chiarezza, che chi deve capire, capisca.
E taccia.
Prima dell'immersione il Computer era già stato controllato: quel che si troverà sarà fumo negli occhi, quel che si sarà scelto di lasciare, per gli scopi che "chiappa d'oro" e i suoi simili avranno ritenuto convenga loro.
Altrimenti bastava farlo sparire.
Brenda-Wendell Mendes Paes non aveva bisogno di suicidarsi per nulla: bastava andare altrove, come si accingeva a fare.
Potevano eliminarlo in modo classico, veloce e pulito: una pistolettata o scannato.
Il vero pericolo è: quante potenziali altre Brenda-Natalie ci sono in giro?

Uomo avvisato...


Io, secondo me...21.11.2009

sabato 14 novembre 2009

Roland Cuor di Coniglio

Ormai si sente l'odore di nebbie e di neve e l'avvio della vecchia carretta, lasciata per strada, necessita del sacro rito del saluto all'alba e la preparazione all'accensione del catorcio che, ad andar bene, te lo trovi avvolto in una coperta di brina e ghiacci.
Armato di fiamma ossidrica per scongelare la serratura, guantoni da pugile per le mani infreddolite, pastrani pelosi per il corpo, cappellacci con paraorecchie grandi come un lenzuolo, che pari un elefantino, dai di fresa per togliere la spessa coltre di gelo dal finestrino - almeno un rettangolino, quel tanto per vederci - intanto che il motorino del tuo gommato ronfa e fa le fusa come un gatto, insomma, si scalda.
Ormai le partenze a freddo sono un sogno e intanto che passi il tempo ad intiepidire la situazione, non resta che scambiare quattro parole con il vicino di posto - giusto per non dar l'impressione di essere degli orsi - e parlare del tempo, con le conseguenti frasi fatte;
- «Non sono più gli inverni di una volta, che piuttosto che togliere la neve conveniva scavarci delle gallerie e passarci in macchina!»
Giusto per non stare indietro, il dirimpettaio aumenta la posta:
- «E le nebbie...se le ricorda, quelle toste, belle dense, che ti pareva di entrare nella melassa e si affittavano i cani per ciechi, per riportarti a casa.»
Certo che, una tempo la natura faceva le cose per bene, senza mezze misure; oggi invece...
- «Oh, mi scusi. ora che l'ho sbrinata mi sono accorto che questa deve essere la sua - maledetto: sei l'unico nel condominio che l'ha presa uguale e la sera prima hai occupato il posto dove d'abitudine parcheggio! - io ce l'ho nella via dopo!»
E già, più avanti, nell'angolino...l'ultima rimasta in ghiacciaia, che gli altri sono già sgommati via.
Stavolta guardo la targa: si, è la mia vecchia.
Grattugia, accendino, carbonella, scaldino per le mani...la batteria sembra avere la tosse e la cinghia miagola come un gatto che viene spellato, ma ancora per oggi ce la fa, si avvia, borbotta, muggisce, mugola e poi prende ritmo regolare e i pistoni cominciano a dar di gomito;
Nell'attesa, anche le mie celluline grigie cominciano ad ingranare, scoppiettano, si chiamano, cominciano a tracciare le prime elementari reti di connessione; insomma: comincia il cazzeggio mentale.
Sarà per reagire al freddo che penso a qualcosa di caldo, contorcendomi in un gioco di associazioni strane: caldo, secco, siccità, carestia, povertà, decadenza, miseria, fame, scomparsa...i Maya!
- «Beppe, più che spruzzare sul vetro per togliere la parti appannate, dovresti infilare la cannuccia nell'orecchio e togliere la patina dal cervello!»
No, no, un momento, c'ho la faccia ma non sono scemo: l'ho presa da lontano, ma ora c'arrivo, al nocciolo della questione.
Non è colpa mia se la profezia, più che la storia di quelli ce la stanno smarronando un giorno si e l'altro pure.
Prima c'era il famoso "Mille e non più mille!", poi ti ripropongono il Giovanni, quello dell'Apocalisse, che dopo una mangiata di carbonara con le cotiche vede peste e corna a non finire...anzi, no: a finire il mondo, certo che si.
Driiin...driin...driiiiiiiiin
- «Chi è?»
- «Cosa ne pensa della fine del mondo?»
E rieccoli, quelli dei Testimoni di Geova.
- «Aspetti, che guardo se c'ho impegni, per quella data!»
Ora è il momento dei Maya, del loro calendario da sfigati che, non essendoci più, non possono aggiornare.
Durarono una manciata si secoli e, come tutti i grandi imperi, si fecero dal nulla, raggiunsero l'apice della grandezza, cominciarono a perdere colpi per poi arrivare alla rottamazione;
ne più, ne meno che per tutto l'ordine delle cose e del creato: si nasce, si cresce, si invecchia e si muore.
La vita è uno dei film dove il gusto si sente nello scorrere dei fotogrammi, che la fine già la si sa.
Giusto per non rovinare del tutto la festa agli spettatori, qualcuno ha messo in giro la voce che no, ci sarà un secondo tempo e l'essere morti stecchiti è come l'intervallo: giusto il tempo di andare a prendere i pop corn per poi rimettersi seduto e godersi il classico colpo di scena, il finale ad effetto, dove tutto s'aggiusta per il meglio e tutti vissero felici e contenti.
Vabbè, la storia dell'uomo è fatta di migrazioni, anche se questa non troverà il nuovo, ma il trapasso sarà per "l'altro" mondo.
Beh, morale della favola: la vita scorre lesta, tutte le cose passano, noi pure.
Nel nostro corpo, siamo in affitto: prima o dopo c'arriva lo sfratto.
Visto che non possiamo farci nulla, ridiamoci o piangiamoci sopra, secondo la disposizione di ognuno.
Magari esorcizziamo la dipartita, andiamo a vederci un bel filmone catastrofico, con crolli, inondazioni, incendi, eruzioni vulcaniche, terremoti, macerie, morti, appestati e chi più ne ha, ne metta.
Magari - perché no? - proprio "2012", del regista Roland Emmerich.
L'antica popolazione mesoamericana, aveva preparato un calendario complesso, basato su diversi cicli terrestri: il tredicesimo si conclude proprio tra poco, e i nostri amici Maya null'altro avevano proposto dopo.
Qualche Fantozzi dei giorni nostri ha pensato: vuoi vedere che quelli non ce l'hanno voluto dire, ma aggiunte non ne hanno fatte perché siamo arrivati alla canna del gas?
Abituati a vedere il bicchiere mezzo vuoto, neppure questi baciati dalla scalogna arrivano a supporre che, semplicemente, dopo il tredici, magari si ricomincia da uno, e via così, all'infinito;
o magari, quei nostri antenati c'avevano da pensare a siccità e pestilenze, a sopravvivere, e il calendario, chi cazzo ci aveva più voglia di pensarci, che il tempo loro magari era già risicato.
No, no, no, Beppe, dacci retta: lascia tutto, vestiti di stracci, vai nel deserto, mangia miele e cavallette e aspetta la fine.
Giusto per farmi una idea, di che morte devo morire...e dai, Roland: facce ride!
Notre Dame va in pezzi, così come l'abbazia di Westminster, il Big Ben, si sbriciola il Cristo Redentore, che sovrasta Rio de Janeiro e va in polvere la Casa Bianca , il Congresso di Washington e il Vaticano, con San Pietro e il cupolone.
La Kaaba alla Mecca no, come tanto altro dell'altra sponda!
Sarà in ragione della qualità della malta, del cemento del gesso...le fondamenta, le nervature, i pilastri, le colonne, i muraglioni, fatti come...dio comanda?
No: merito del coniglio!
Qui, certamente, anche uno dei pochi che mi legge - e mi regge - arrivato a fatica, getterà la spugna.
- «E no, Beppe ! Sei un caso umano e cerchiamo di accudirti, ma non puoi chiedere l'impossibile!»
A costo di far scappare pure i rimasti, ribadisco: la Kaaba sta in piedi grazie ad un coniglio!
- «Far crollare il Vaticano non comporta alcun rischio: i cattolici non mi condanneranno a morte; far sprofondare la Mecca mi avrebbe procurato una fatwa dagli islamici!»
Ah, Roland...Roland Cuor di Coniglio: su te poggia la Kaaba.
- «Non credo nella religione organizzata.»
E allora, muoia pure il Vaticano con tutti i Filistei!
"2012", la fine del mondo.
- «La fede e la religione non possono aiutarti in momenti così, perché se c'è un terremoto non ti rifugi in una Chiesa: ti può cadere in testa.»
Hai ragione Roland Cuor di Coniglio...e allora vai, con la mia benedizione...vai...

- «Roland: ma và a...kaaba!»


Io, secondo me...14.11.2009

mercoledì 11 novembre 2009

martedì 10 novembre 2009

Vermi e boccaloni

Il persico trota è chiamato anche Boccalone: ha bocca molto grossa, con una mascella inferiore prominente e rivolta verso l'alto, ed è molto vorace;
Prendi un verme, infilzalo sull'amo e getta l'esca: i Boccaloni sono i primi ad abboccare, data la predisposizione ad ingoiare di tutto;
aggancia il lombrico, fallo agitare e vedi che pesca miracolosa: meglio del cagnotto non c'è nulla!
Il migliore della specie, il bacherozzo d'oro, si chiama Richard Goldstone, quello del rapporto delle Nazioni Unite il giudice che accusa Israele di crimini di guerra al pari, tanto per intendersi, del genocidio degli Hutu, in Ruanda, e delle milizie serbo-bosniache di Karadzic, nell'ex Jugoslavia.
- «Il rapporto Goldstone ha il mio sostegno», gli fa eco il pappagallo sulla spalla, il pavido e tremebondo budino, il segretario generale dell'Onu Ban ki-Moon, quello che offrì immagine esilarante a Baghdad quando, durante una conferenza stampa, sentendo un'esplosione in lontananza, si rifugiò sotto il tavolo tra risolini e sguardi divertiti dei presenti.
Questo ammasso di gelatina, meglio di altri allora avrebbe dovuto capire chi, sotto le esplosioni, c'è e ci sta da anni:
dodicimila razzi palestinesi sono caduti sulle città di Sderot e Ashkelon, per nove anni mentre, dalla fine dell'operazione israeliana a Gaza, ne sono arrivati altri trecento, con una media di uno al giorno.
Le Forze di Difesa israeliane, con l'Operazione Piombo Fuso, dopo tanto stillicidio, risposero semplicemente alle provocazioni quotidiane di una masnada di coglioni, che giornalmente giocano al tirassegno, sparando razzi sopra le teste d'innocenti, con il sistema 'ndo cojo, cojo, a casaccio: a chi tocca, tocca.
L'azione dell'esercito israeliano a Gaza fu lanciata proprio per fermare i razzi su Sderot.
Inutile: Hamas è un'accozzaglia d'assassini, specializzati in alta macelleria, e altro mestiere non conoscono, per altrimenti trovare di fare, nella vita.
La pace, per questi, equivarrebbe ad una iattura: l'estrema specializzazione, una volta rimosso o variato l'ambiente li porterebbe ad estinzione e quindi, "Mors tua vita mea", la tua morte è la mia vita.
Te li vedi quelli di Hamas, zappare la terra, tosare le pecore, mungere le vacche e pascolare le capre?
Ora, con il fucile a tracolla, con tracotanza sono a fare gli sboroni, i bauscia, i bulli, sollevandosi dai comuni mortali in forza...della forza.
Gaza non è stata una conquista, ma una concessione: l'hanno spianata per farne una caserma e un deposito d'armi, cominciando da subito a stirarla per farne appoggio per i razzi.
La guerra sanno fare, e normale è, per la specie cui appartengono, comportarsi da predatori, anche tra loro quando, in disaccordo sui metodi di caccia, sono venuti alle mani con quelli del branco Al-Fatah.
Botte e morti da orbi, al grido di "Vinca il peggiore"!
I vermetti alla Goldstone o alla Ban ki-Moon li usano per accalappiare i gonzi, i Boccaloni dei paesi nostri, che li ingrassano con palate di palanche, assegni subito girati agli armaioli, che li foraggiano.
Crimini di guerra...Israele?
Andassero a Sderot o Ashkelon, al primo allarme, mentre Ban ki-Moon scava con le mani, Goldstone sarebbe già in buca, meglio di un tarlo nel legno: ma gli stronzetti sono al coperto, nel bel palazzone di vetro, su comode poltroncine imbottite di bambagia e con lauti stipendi!
Per nove anni - e ancora non è finita - sono piovuti missili, sulla gente di Israele, tra l'indifferenza di simili personaggi, nullità assolute, vigliacche rappresentazioni degli strisci da terra, vermi per Boccaloni.
Giochiamo a "Tu dai una cosa a me, io do una cosa a te": un razzo a me, uno a te.
Immagino i cani da riporto razza Ban ki-Moon e Goldstone: chiederebberero di bombardare Israele con la bomba atomica!
Se al posto di Gilad Shalit, il soldato israeliano rapito il 25 giugno del 2006, ci fosse stata una fetenzia di Hamas, sarebbero ancora a piagnucolare per l'inumano trattamento, ma per Gilad no: è solo un ebreo!
Quando gli alleati sbarcarono nel sud Italia, alla fine della seconda Guerra Mondiale, si portarono dietro dei preservativi: avevano la bustina dorata, ed erano appunto chiamati "Gold One", da noi storpiato in "Goldone".

- «Il mio nome è Richard...Richard Goldone!»

Suona bene, non c'è che dire.


Io, secondo me...10.11.2009

mercoledì 4 novembre 2009

Me giren i ball

Cinquemila euro per danni morali...ma di che sono fatti i bambolotti della Soile Lautsi, di gelatina?
Ti vedono il Crocefisso e a schifio finisce: vanno in depressione e se la fanno sotto, come i vampiri con le trecce d'aglio;
Viviamo in una società dell'immagine, dove pure una boccetta di profumo richiama simboli fallici, puttane e puttanieri sono a raccontare la loro e ogni qual cosa voglia trovare mercato troneggia su gigantografie pubblicitarie, stimolanti sott'ombelicali, distribuite in ogni dove;
i tossici si bucano per strada, magari nell'androne della nostra portineria, così che trovare siringhe e profilattici e superiore al rischio di pestare merda di cane;
nelle scuole, tra bulli e zoccolette, che la danno via per una ricarica del telefono o un paio di scarpette nuove, rischi di iscrivere il pargolo a mezzo tra un fight club e un bordello, dove le dai o la dai.
Televisione e carta stampata ormai provocano pruriti e arrapamenti, con abbondanza di notizie ed immagini, tra tettume, chiappe, culi, culattoni e culatelli, zoccolame e mignotteria: partizioni di sesso e carnazza la fanno da maestro, salgono in cattedra e insegnano ai normali che gli anormali ormai sono loro, schiacciati dal numero di tante trombe, trombette, tromboni e trombati.
Sei un pirla, ma di bella presenza?
Sali sullo sgabello, diventi "Tronista" e, da lassù, dispensi specchietti e collanine ai selvaggi, un poco più sotto.
- «Mi sono fatto tua moglie!» dice il vicino di casa al marito cornutazzo;
Quello oggi ti guarda e rispode:
- «Sciocchino: cosa ha lei più di me?»
Bene: in un mondo che gira a rovescio, in un bailamme di fantasmagorie e sirene tutt'attorno, di che cosa si scandalizzano e si preoccupano le Soile Lautsi, per il bene dei propri mostriciattoli?
Ma del Crocifisso, no!
Fa impressione quel coso appesa là, nudo come un verme, inchiodati piedi e mani, un roveto in testa e il costato aperto come una busta;
Magari fa anche un poco schifo, quel sangue che cola.
E poi, con quella faccia da...madonnina infilzata, sofferente, pietosa, quel godere nel farsi male perché "Dio lo vuole", l'aria da reietto e abbandonato ma accusatoria, che ti fa sentire in colpa, una carogna...mette a disagio, che doveva morire in silenzio, senza fare tanta cagnara, non disturbando il sonno e la coscienza del di noi venire.
Soile Lautsi ha somatizzato tutto questo, che gli avrà rallentato la crescita, fatto venire le emorroidi, l'insonnia, la ritenzione di liquidi e il travaso di bile, le zampe di gallina e le smagliature e le sue cose.
- «Ebbene sì», sembra dire «avete fatto di me quel che volevate, ma ai figli no; I figli so' piezz'e core e non si toccano, che il Crocefisso nelle scuole potrebbe bloccarne la pubertà, sballandone gli ormoni, a crescere peli e pisello alla Federica e patatina e zinne al Filippo.»
Danni morali...la Lautsi s'appella alla Corte Europea che, essendo asessuata di suo, neutra più che neutrale, viva come un fiore reciso, le da ragione, catalogando l'incrocio legnoso come "una violazione dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni, alla libertà di religione degli alunni;
Nella generazione Soile la progenie segue la regola della femminista sessantottina che, unendo i pollici e gli indici delle mani, in forma di fessura bislunga, urlava che: «È mia e la gestisco io!»
Un Crocefisso ha abbattuto i loro muri, i fili spinati, le purghe e tutto un mondo d'utopie, violento e costrittivo:
la vendetta è un piatto che si consuma freddo e il giocattolo rotto reclama rappresaglie, rabbiosa eredità da passare a testimone, rivalsa e rivincita delle proprie brucianti e umilianti sconfitte.
Quanto odio e rancore deve avere masticato la Soile Lautsi, all'ombra dei Crocefissi.
- «Figlio mio: un giorno tutto questo sarà tuo» ed ecco il travaso di bile, l'imbeccata, il verme passato all'implume che, una volta cresciuto, continuerà a portare avanti l'allergia alla Croce, al suo inquilino e a quanti lo usano come esorcismo, per scacciare demoni possessioni maligne.
E quelli, i più, a cui il legno da sicurezza, fede, fiducia, coraggio, non dovrebbero anch'essi ricorrere alla Corte europea il togliere quella scheggia è "una violazione alla libertà di manifestare le proprie convinzioni, una violazione alla libertà di religione dei credenti"?
siamo ad un passo dall'accettare o manifestare rassegnazione a ricevere o subire regole e leggi di pastori, dal burqa alla sharia, dall'infibulazione al dimezzamento del valore della donna, ma si vorrà mica mettere la prevaricazione del Crocefisso, eh?
La Croce non è solo il richiamare una religione, ma anche a ricordare storia e radici, identità e cultura;
Nessuno impedirà alle Soile Lautsi di dir la loro, ma di contare più di quanto rappresentano, si.

E, alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo e alle Soile Lautsi, raccomando:

- «Faciteve 'e cazze vuoste!»

Come quel Crocefisso, che non ha mai obbligato nessuno a prendere tessera di partito e, se proprio non piace, male fa solo se cede il chiodino e ti cade in testa.

Passate oltre, iatevinne, andate, vai... va da via i ciap!


Io, secondo me...04.11.2009

lunedì 2 novembre 2009

Open space

C'era una volta...
vuoi che fosse una principessa, vuoi un principe;
allora c'avevo le braghette corte e il moccio al naso e leggevo i fumetti de Il Monello, dove c'era anche la bella principessa Fiordistella: sognatrice, romantica, con fattezze per nulla delle indiane dell'India, ma lì stava, attorniata da tigri e incantatori di serpenti, da minareti e poveracci, avvolti in stracci;
una fiera aristocrazia, mai oppressiva e sfruttatrice: nobiltà, di natali e pure nell'animo.
Come gli avrebbe detto Fantozzi, lo sfigato impiegato dei giorni nostri: «Come è umana lei.»
Le prime turbe giovanili, il massimo dell'ardimento e dell'azzardo, era poi il passare oltre, a divenire più grandi, a sfogliare l'Intrepido, giornalino proibito, messo quasi all'indice, con personaggi quasi speculari a quelli del Monello. Al posto di Fiordistella, ecco Chiomadoro, il "Principe del sogno", l'eroe alto, bello, forte e invincibile, cui tutti si vorrebbe somigliare.
Poi, il brutto risveglio: tutto ha subito un'accelerazione, ed eccomi tondo, pelato, rimbambito, rincoglionito e prossimo alla rottamazione, a leggere le avventure di "Chiappe d'Oro", che se principe mai è, sarebbe quello del foro, ma non avvocatizio;
«Aho, c'è uno grosso che lo chiamano chiappe d'oro per come je piace!»
Così c'ha spiegato il povero Gianguarino Cafasso, "Er mejo spacciatore e pappone de Roma", morto da poco per eccessi di drogheria, mentre tentava di vendere i video dello scandalo, quelli che dovrebbero darci uno...spaccato della nuova Repubblica, che dalla nascita alla morte ricorda la storia del fisico Stephen Hawking: "Dal big bang ai buchi neri".
"Sic transit gloria mundi", così passa la gloria del mondo: in questo modo San Paolo definisce la condizione umana, in una delle sue epistole.
Povero Paolino, che oggi sarebbe a dire:
"Sic trans gloria mundi", qui, dalla trans Gloria, il mondo, e non certo ai suoi piedi.
Ebbene sì: l'unica certezza nella vita e che ci si avvizzisce e poi si muore, e allora...diamoci dentro!
"Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia [...] oggi sian, giovani e vecchi, lieti ognun, femmine e maschi [...] facciam festa tuttavia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza"; questo andava poetando, cinque secoli fa, Lorenzo il Magnifico.
Una sniffatina di qua, una trombata di là...chi vuol esser lieto, sia.
Poveri i nostri vecchi che, al grido di "Meglio vivere di rimorsi che di rimpianti", consumavano il loro cornetto, e non in latteria.
Qaundo scoperti, eran dolori!
La moglie li randellava per bene, urlando loro: «Vechio porco! Cosa ha quella più di me?»
Oggi no. Non lo dice più. Lo sa, cosa hanno più di lei...la Luana, la Palomina, la Tiffany, la Maira, la Camilla, la Brenda e la Natalì; e, dove manca il pendolo, quelli, meglio di lei, ormai sono a donare i migliori...ani della loro vita.
Chiappe d'oro...dal "punto G" al "lato B", e magari ti trovi pure quello che ti dice «Beato te: sei nato con la camicia; ai miei tempi, invece...»
E già, ti viene proprio da rispondere: «Vero. Pensa che culo che c'ho avuto!»
Ma sono cambiate le regole della strada: una volta, chi tamponava, pagava, e chi si trovava violato il didietro, era risarcito;
ora, non più: i ruoli si sono...come dire...non mi viene la parola...ecco, si: invertiti.
Ti fermi per allacciarti le scarpe e - zac! - alla Brendona gli si rompono i freni...inibitori.
La cosa brucia, ma mi dicono che i tempi sono cambiati e io sono rimasto indietro;
io forse, ma altri sono "in dietro", che se proprio devo leggere la targa di chi mi precede, spero sempre quella di una bella donna, e pure vorrei fosse questa che mi segue, e mai un paracarro, messo di traverso.
C'era una volta...il bel cavaliere che, lancia in resta, salvava la bella principessa.
Oggi c'è la Brenda, con la lancia in resta, e la fiaba scorre liscia, non più però come l'olio, che è meglio la vaselina.
Ma io sono superato, dal nuovo che avanza: i miei schemi mentali sono muffi, così come l'apertura mentale ma, di questi tempi, è meglio avere stretta questa come altre cose.
C'era una volta una bella principessa, con le chiome d'oro, splendenti come il sole.
Principessa l'è morta: oggi, d'oro, son rimaste solo le chiappe.
- «Beppe: son cazzi loro!» mi si dice.
Vero.
Ma io stavo tranquillo, prima che spuntasse la repubblica, quella cartacea, delle banane, che cominciò a smarronarmi gli zebedei riempiendo le giornate delle vacanze con le fotografie del pisello di Topolanek, nudo sul balcone della villa di Berlusconi; e pure la D'Addario, di professione "escort", quella che, sempre in casa d'altri, ci va con il telefonino, per filmare a colori, meglio se con le luci rosse;
Forse sono i provini per un nuovo "L'albero delle zoccole", girato in cinemascopata, più che in cinemascope?
Finiti i tempi del "Non te la do", dell’illibata Maria Teresa Goretti :"No, no, Dio non vuole, se fai questo vai all'inferno", per essere bucherellata a punteruolo, dal giovane arrapato respinto.
Oggi, ci sono le Patrizie, "escort" ad un tanto a botta, che all'inferno mandano te, usando il telefonino al posto del punteruolo.
Il povero Marrazzo ne sa qualcosa, che in mutande c'è rimasto per colpa della recessione, recedendo, appunto.
- «Se vado avanti seguitemi, se indietreggio uccidetemi!», raccomandava Mussolini.
C'aveva ragione.
Un volta si diceva: «Fatti da parte: questa è una cosa da uomini!»
Sempre attuale, e mai più vera.
Ed ecco perché persino un direttore di giornale cattolico minaccia la moglie del suo "moroso";
quella scostumata!
Forse che non l'aveva avvisata che "tra moglie e marito non mettere il dito", che quello gliel'aveva già messo lui, da allora per tutto il tempo a venire. O Avvenire.
E pensare che volevano pure fare una legge apposta, a tutela degli omosessuali.
Sicuramente poi sarebbe seguita quella per i Trans, le mignotte e compagnia bella.
Già ci sono leggi che tutelano: l'essere umano nella sua interezza, non solo dei quarti d'umanità.
Già ci si sente in imbarazzo, che se un marito tradisce la moglie con un altra donna, la sua s'incazza:
«Che figura mi fai fare con le amiche? Se proprio, scappa con il loro marito!»
Il giovane Albertino (gran bel fisico!) Einstein aveva ragione:
- «Tutto è relativo: dipende dal sistema di riferimento», inteso da dove uno guarda il fenomeno.
Dalla posizione, appunto.
Open space...basta con i confini, i muri, i pregiudizi, le calcificazioni, le chiusure.
Beh, ritorno alle mie letture.

"C'era una volta una bella principessa, dai capelli lunghi e biondi come il sole: si stava depilando, quando sbucò il principe Chiappe d'Oro..."

Non ci resta che stringere, anche i denti, e andare avanti;
mal che vada, in caso d'incidente, rimane la constatazione amichevole: chi SI rompe paga, e i cocci sono suoi.


Io, secondo me...02.11.2009