lunedì 14 giugno 2010

Cul Tura

Non ce l'hanno nel sangue, e neppure arriva dai cromosomi: è istinto, pura natura animale, bollenti spiriti, latenti ma pronti ad uscire, come lava di vulcano quando salta il tappo;
elementare ma efficace, come per l'interruttore della luce: click, acceso...ri-click, spento.
L'unico nemico buono è quello morto.
Correva l'Ottobre del 2009, quando un esemplare della razza disse, invitò, predicò, istigò e sperò:

«Ma, santo cielo, possibile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa a Berlusconi?»

Parole di Matteo Mezzadri - coordinatore a Vignola e membro della segreteria provinciale dei giovani del Partito Democratico - a sublimare e sintetizzare una potente certezza, ben radicata nella mente profonda dei sinistri, in special modo se istruiti da vecchi ruderi di scuola moscovita.
I "teorici", fighetti in guanti bianchi, "suggeritori occulti", che si fingono pompieri mentre offrono il cerino alla nuova generazione, ragionavano così, dopo l'ennesima bastonata elettorale, dove usciti a pezzi:
- «Vero che siamo in minoranza, ma siamo in maggioranza nella parte più acculturata del paese [...] il primo partito nelle aree urbane tra gli italiani che leggono libri, che leggono i giornali [...] che rappresenta la classe dirigente del paese in tutti i campi ed è molto difficile che chi governa possa cambiare le cose senza il nostro consenso attivo.»
Un anno prima di Matteo Mezzadri, il "professorino", Massimo D'Alema, già pasturava, seminando per il futuro.
Ovvio che quelli come loro sono pochi: la razza eletta è qualità, non quantità e, visto che il fine giustifica i mezzi, è compito degli unti dal Signore correggere gli errori dell'urna elettorale.
"Resuscitiamo le Brigate Rosse ed ammazziamo Berlusconi";
gli effetti della campagna d'odio de la Repubblica e di Di Pietro continuarono la missione, la ricerca del sicario, al di là e sempre più incattiviti dai responsi sfavorevoli degli elettori che, imperterriti, continuavano - e continuano - a riempirli di mazzate.
Ma noi, Australopitechi, Cro-Magnon, cavernicoli, solo la clava sappiamo usare e quelli soffrono, a dover seguire le regole di noi selvaggi.
Fu così che venne quel 13 dicembre 2009 dove, in Piazza Duomo, a Milano, l'odiato rappresentante della brulicante ma ignorante specie inferiore, subì conseguenza di tanti messaggi, non tanto subliminali:
"Il premier Berlusconi è stato aggredito in Piazza Duomo da Massimo Tartaglia, 42 anni di Cesano Boscone, grafico, che lo ha colpito con una statuina di metallo. Il viso del premier e' diventato una maschera di sangue", recita la stampa.
Due otturazioni saltate, un'infrazione all'osso nasale e un labbro spaccato.
L'istinto primorde, l'Imprinting violento e profondo nella carne rossa, fa esultare la massa gongolante, che si rammarica non dell'attentato, ma che questo non è stato risolutivo: la..."Mortal suasion" riuscì solo a metà.
L'imbeccata fu buona, ma il braccio moscio.

- «Roba da scendere in piazza e fare subito la rivoluzione [...] io dico se non esiste nessuno in grado di fermare questo scempio...che so, esiste ancora la figura del killer a pagamento? La cultura non si deve toccare!»

Cazzo, mi dico: ma è mai possibile che i vogliosi di sangue e lacrime, siano sempre a voler fare i froci col culo degli altri?
Cara Wertmuller, regista da pellicole al Domopack,nonchè sciura Lina, perché ancora cerchi l'ennesimo Tartaglia e non ci metti del tuo?
Accoppalo da te, il Tremonti Giulio, Ministro dell'Economia e di - scarse- Finanze che, in tempo di vacche magre, ci dice: «Bambole, non c'è più una lira!»
All'invito al risparmio, forzatura e non scelta, in tempo di crisi, la cultura risponde, a chi gli fa i conti in tasca, con un minaccioso:

- «Copa el porseo!», accoppa il maiale.

Pallottola in testa...killer a pagamento...

Cul Tura che im...pazza?

Io, secondo me...10.06.2010