venerdì 12 dicembre 2008

Foglie morte

Li stiamo perdendo.

Ora - oggi - più che mai la vera emergenza è, non la deriva economica, ma ancora di più e peggio, quella dei valori, delle radici, della memoria, dell'orgoglio d'essere, della persa autorità, dell'incapacità di dare esempi costruttivi e non distruttivi, nel non sentirsi più addosso un'identità, che ci porta a trasmettere un vuoto, come quelle bottiglie prosciugate, di cui si rende una trasparenza, il vetro, un involucro senza più nulla dentro.
Tutto quello che ci definiva, il noi stessi, ce lo siamo bevuti, in una sbornia colossale, mista di buonismo e lasco lasciar vivere, che nascondeva solo una cruda e nuda realtà: rassegnazione e impotenza.

Li stiamo perdendo; i nostri ragazzi, li stiamo perdendo, e ci cadono attorno, come foglie morte di tanti alberi senza più sostegno, dai piedi d'argilla.

La famiglia, il primo baluardo, il primo latte, poi la scuola, la seconda barricata, stanno cadendo, come travolti dall'assalto di possenti armate: quelle dell'incapacità ormai di governare e governarci, della perdita di una volontà che è fondamentale, portante, come la spina dorsale del nostro corpo o i pilastri delle nostre case.
I nostri figli li abbiamo "parcheggiati", lasciati allo sbando, davanti ad un televisore o allo scatolozzo elettronico: aggeggi che sbuffano fumi oppiacei, volute stordenti e suoni di sirene ammalianti tra fumate da sballo e realtà virtuali.
Come Eolo, il re dei venti, abbiamo abbandonato, ai nostri ragazzi, quei mezzi tecnologici come contenitori di venti, favorevoli e non, mancando d'attenzione, di modo che quelli aprissero l'otre liberando tempeste ed uragani.
Uno per tutti: la noia, devastante quanto mai.

"Vandali in azione a Torino: Baby gang devasta stazione: «Ci annoiavamo»".

Sette ragazzi di età compresa tra i 13 e i 17 anni, quattro maschi e tre femmine - tutti ubriachi di birra e limoncello - per festeggiare Halloween, hanno preso a calci la cabina di un ascensore della stazione ferroviaria di Avigliana, avendone già danneggiato prima la sala d'attesa.

- « Non so spiegarmi perché; forse perché non avevamo nulla da fare; ero arrabbiato; l'abbiamo fatto per noia, per divertirci un pò, tutti insieme ma, in fondo, cosa abbiamo fatto mai di così grave ?» dice, a sua e loro discolpa, uno di quelli.

Tra i 13 e i 17 anni...UBRIACHI...ANNOIATI..."cosa abbiamo fatto mai di così grave ?".

Abbandonati a se stessi, ecco stordirsi con alcolici, sbattuti in un mare di depressa noia, incoscienti e incapaci di rendersi conto che quel che fanno non è recuperabile, come le tante vite messe a disposizione dai loro giochini:
"game over", e alla fine s'arriva a bruciare il barbone di turno o ad accoltellare i compagni più deboli.

"Nei giorni seguenti l'«assalto» alla stazione, hanno raccontato, con gran fierezza, l'accaduto agli altri compagni di scuola, vantandosene".
Ecco, il vanto: la falsa sicurezza, il vendersi per uomini fatti, il fascino del "bello e selvaggio", l'essere "contro" ma, alla fine, il grido disperato, una richiesta d'aiuto, seppure violenta, ad essere visti, come formichine che non vogliono essere calpestate dalla disattenzione dei grandi.
La cosa peggiore, la disfatta di Caporetto, l'hanno avuta alcuni genitori, certamente consci del proprio fallimento, ma troppo pieni di sè per fare ammenda, che addirittura hanno cercato di perseverare nella propria decadenza di educatori, quando pronti a bollare quella disfatta come "ragazzate", sfoghi innocenti di giusta energia repressa, goliardate di compagnoni e simili amenità.
Dall'irresponsabilità alla viltà, dove dovrebbe albergare senno e saggezza di criniere grigie.

Li stiamo perdendo, e che Dio ci perdoni di tanta inettitudine: eccoci, come dicevano i nostri vecchi, ad uccidere il vitello in pancia alla mucca.

Voglio farmi del male, fino in fondo: scendere pian piano alcuni dei gradini dell'inferno.

"Bullismo: Treviso, 16enne arrestato per minacce ed estorsione: aveva minacciato di morte un compagno di classe per estorcergli 20 euro".

Ancora: "Fermati a Roma cinque giovani, tra i 17 e i 18 anni per aver aggredito tre coetanei minacciandoli con un coltello. Il gruppetto si era già fatto notare per i propri atteggiamenti: alzavano la voce, esigevano sigarette dai più piccoli e apostrofavano ragazzi e ragazze che passeggiavano".

E, a voler girare la lama nella piaga:
"Aggressioni a Bari, tre minori - un 17enne e due 15enni - in Comunità: per mesi, con minacce e aggressioni fisiche, hanno costretto un tredicenne a consegnare loro piccole somme di denaro per acquistare sigarette e giocare con i videogame".

E qui mi fermo, che ormai sono l'una notizia fotocopia delle altre:
"Scoperta una baby-gang nel bergamasco: sono finiti in manette tre minori, accusati di atti di bullismo dopo aver malmenato un coetaneo per rubargli un motorino".

Assistiamo quotidianamente a scannamenti e linciaggi mediatici, dove se non urli, sgomiti e pesti non ti nota nessuno;
che si parli di politica o di sport, nulla vale più se non vedi il sangue salire agli occhi, l'adrenalina al cuore, i fumi alla mente e i pugni sopra e sotto la cintura.
Ti "addestrano" come un animale, a comportarti da tale, che non è più di moda il boy scout che aiuta la vecchia ad attraversare sulle strisce, ma a buttarla sotto l'automobile !

Questo è il modo, insinuano, se vuoi acquisire "visibilità", se vuoi "emergere".

In mezzo a questo suicidio sociale, a questo abbandono d'ogni freno e dignità, ben venga il nuovo "Protagonisti per l'Europa Cristiana" del nostro Magdi Cristiano Allam, a cercare di recuperare o salvare il salvabile, in una società che sta andando incontro al disastro in piena ubriachezza.

Come i nostri ragazzi.

Non per piaggeria, non per "leccaculaggine": con Cristiano ho rapporti di vecchia data, in tempi non sospetti, quando ancora era uno sconosciuto, non quello di oggi;
in lui ho creduto prima e, a maggior ragione oggi, e non perché mi aspetti di ricevere luce riflessa, che io sono per natura alla ricerca dell'ombra, a guardare più che essere guardato.

Credo ancora in qualcosa, ho ancora sogni nel cassetto, e spero che uno di questi si trasformi in realtà, assieme a Cristiano e a tutti gli splendidi amici che, grazie a lui, ho avuto - e avrò - modo di conoscere.

E se tanti scelgono di andare avanti al grido di: "Tanto non serve a nulla: sono tutti uguali", buon suicidio a tutti.

Stiamo perdendo.

Io, secondo me...12.12.2008

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