mercoledì 4 aprile 2012

Tagli e ritagli

E rieccoci: Il capo non sapeva.

Ancora in me è vivido il ricordo dei vecchi, che ripetevano - più per convincersi che per convincere - lo stesso per Mussolini, a non dover amaramente ammettere di essere stati coglionati: ingenui ed ignoranti, quando non complici.

Il capo non sapeva… altrimenti… e quel minaccioso ”altrimenti” pareva lo spalancarsi delle porte dell’inferno, l’applicare di pene spaventose, di effervescenti purghe intestinali, di corpo e di gruppo.
Mai successo, e mai succederà, perché “Cane non mangia cane”… tra simili non ci si sbrana, attenti che se oggi hai denti per mordere, domani potrebbe non essere e prudenza vuole tacito patto di non aggressione, dove anche tra ladri ci si deve parare il culo a vicenda.

E ritorna l’eterno dubbio: se, quando presi con le mani nel sacco, sia meglio essere ritenuti cretini che furbi, babbioni invece di scafate faine.

Per il villano, il volgo del popol bue, nessuna pietà: la legge non ammette ignoranza.

Non si poteva non sapere!

Per gli “eletti”, indulgenza plenaria.

"Ego te absolvo a peccatis tuis in nomine patris el Filii et Spiritus Sancti”;
al pari del vecchio saggio meneghino:
“Na lavada, na sugada, la par nanca duperada”… quando voluto per l’adoperata della gemma femminile, a bastar poca acqua e un bel colpo di spugna per rimetterla in sesto, che “la par nanca duperada”, ad Accorgersi d’esser stata mai neppure stropicciata.

Nel mondo della politica, lavare, asciugare, ricucire e ritornare vergini è un tutt’uno.
Assoluzione per mancanza di reato.
Anche di cassa, ma è solo un dettaglio.
“Tira, molla e messeda, al fin della fera càmbia negót": dagli, picchia e mena, finita la festa non cambia niente…’na beata fava!

Non per nulla - e ci si guardi addosso - sempre quelle sono i pidocchi che ci tiriamo ancora dietro, che anche dove relativamente giovani d’età, decrepiti sono per anzianità di mastice sotto le chiappe, tenace adesivo per pelle: di fondello e poltrona.

Non sapevano, gli “albanesi” della Prima Repubblica: quelli spiaggiati con il gommone, dopo aver abbandonato la nativa nave del formaggio, nelle cui stive arano nati, avevano pasteggiato ed erano ingrassati.

Non potevano non sapere… ma fecero faccia meravigliata e contrita, da gnorri e ciula.

La stessa faccia di m….bronzo con cui poi si dissero preparati e pronti a dirigere il vapore Italia;
dove, se non quando e complici di ladri, dovevano essere abbandonati sull’autostrada, per “manifesta ignoranza” e incapace gestione della “Res Pubblica”, della cosa pubblica… i nostri danee, i ghelli, le palanche, i denari!

Le conseguenze siamo a pagarle oggi quando, ancora portati dai “soliti noti” alla bancarotta, siamo a svenarci per quelli;
che si sono defilati prudentemente da sotto le piante che, durante la tempesta attirano i fulmini.

Pensano di poter tornare dopo i bombardamenti, quando gli agnelli di Pasqua e i tacchini di Natale saranno a contare i superstiti.
Con poche granaglie quelli si presenteranno, come i vecchi depravati con le caramelle, per poi aprire l’impermeabile e mostrare le vergogne.

Fanno i giunchi sotto l’uragano: si piegano per non spezzarsi, per poi ridiventare rigidi bastoni, da calare prontamente sui nostri gropponi quando a portare al pascolo e poter mungere di nuovo, in tempo di vacche grasse.
I cornuti oggi sono magri: se ne lavano le mani, dando in gestione la stalla e le bestie ai fittavoli, che devono strizzare le sgonfie mammelle e macellare chi è a secco, quando ottime anche le costine, alla brace.
I sopravvissuti, ritorneranno alla padronanza, una volta passato il pericolo che “La fattoria degli animali” possa mai praticare azioni bellicose vendicative e rivoluzionarie, verso chi ne ha troppo approfittato della pazienza degli “animali da riproduzione”.
I “fittavoli” come gli armigeri dello sceriffo di Nottingham, esattore e lama del re: il braccio armato, che si doveva “sporcare le mani”, levare le castagne dal fuoco e raffreddare le patate bollenti, per lui.

Memorabile la foto ricordo, dei riuniti “Compagni di merende”, la famosa classe “ABC”: Alfano, Bersani e “sor Bretella”, quel Casini con le traversine elastiche belle in vista;

in mezzo a tanti attributi, ritto come una pertica, il Marietto Monti, “Lo Sceriffo”.
Belli, pacioni e piacioni, sorridenti quando non c’è motivo, soddisfatti, come i tedeschi dopo i bombardamenti di Londra.

Cazzo c’era da ridere… boh!

Parevano becchini dopo una pandemia!

Siamo con il paiolo per terra, in recessione;

le agenzie di rating, arcigni notabili del patentino, ci hanno sputtanati, togliendoci punti;
la pensione ce l’hanno sfumata: dello spessore di un capello, linea d’orizzonte lontana ormai anni luce, nello spazio e nel tempo;
“esodati”, vittime della “retroazione”, come i comuni mortali con alcuni balzelli: perverso meccanismo, che permette di far partire la "grattata" dal passato remoto, invece che dal momento in cui deciso l’inganno.
Prossimi alla pensione, eccoli accordarsi con la ditta: ti verso i contributi per quel francobollo che ti manca, e tu te ne vai prima dal posto di lavoro; peccato che il francobollo si è allungato, come la muraglia cinese, facendoli rimanere in mutande, disoccupati e con il rischio di far la fame per mancanza d’introiti.
Si spera trovino una soluzione, altrimenti diverranno… “ex” odati!

Con le tasse alle stelle, reintrodotte fino le vecchie dismesse, e pure elevate all’ennesima potenza, eccoli, i “tecnici”;
cianciano di “Crescitalia” e di “Ripresa”, quando ormai si sente l’odore di decomposto.
Presentati e imposti come toccasana, illuminati e innovatori, sono stati a fare l’esatto del passato, salvo nel numero delle coltellate, che sono di più.
In un paese che vive sul trasporto su gomma, eccoli ad alzare le accise sulla benzina alle stelle, creando un effetto domino di proporzioni inimmaginabili, gioco al massacro economico che è come il lievito per la torta;

non ho più soldi, non domando o compro, se non lo stretto necessario, dice il piccoletto;
non ho domanda, non vendo: riduco e chiudo, dice “el cumenda”, prima di impiccarsi, spararsi o darsi fuoco!

Posto di lavoro come la pentola sul fuoco, con il pollo dentro l’acqua prossima all’ebollizione, mentre i volponi si leccano i baffi, in attesa della cottura.
Di un sol colpo, distrutta “la terra di mezzo”, quella media borghesia che faceva da collante e da cerniera.
Scardinata dai piedi di porco.
Addio risparmio, addio futuro;
insicurezza, paura e panico stanno per colmare l’improvvisa depressione che si è creata;
un gorgoglio di pulsioni ancestrali s’incanalano in feroce vorticare: l’occhio ancora calmo, di un uragano che sta montando tutt’attorno!

I “Crapapelada”, con il “Sor Bretella” sorridono beati: in fra mezzo, in posa eretta, la Maestà loro, il Mariettomonti.
Mi ricordano Luigino e la Maria Antonietta, quella del “S'ils n'ont plus de pain, qu'ils mangent de la brioche”, se non pane, mangino brioches, riferita a un popolo affamato.
Frase infelice, non da dire… se hai la testa sulle spalle!

“La storia del passato / ormai ce l'ha insegnato / che il popolo affamato fa la rivoluzion […] la pancia che borbotta è causa del complotto / è causa della lotta / abbasso il direttor” era l ritornello di una simpatica canzone.

“Panem et circenses”, pane e giochi, raccomandavano di non far mancare al popolo gli antichi romani, che la sapevano lunga del com’era pericoloso il tirar troppo la corda.

Ecco, i devastatori sono oggi a finire la presa per il culo, nel fare faccia stupefatta di chi fregava nella casa loro le palanche, alfine nostre.

Bersani non sapeva che il suo paraculato Penati sgraffignava fondi;
così come il “bambolone” Rutelli, del Lusi amministratore suo, che avrebbe soffiato da sotto il naso milioni e milioni di Euro, mentre lui “Non sapeva”;
lo stesso nella lega, dove i capoccioni nulla sapevano dei Boni e Belsito, che “distraevano” fondi per ingrassare ingranaggi di parte e per il “Capofamiglia”.
Gente che faceva vacanze “a gratis” o si trovava pagato mutui o ristrutturazioni di casa.

«Cazzo, chi è stato… non sapevo!»

Sangue, sudore e lacrime al vil popolaccio: nulla a rinunciare dei privilegi loro.

Quanto può reggere ancora la sopportazione?
quanto ancora chi, alla canna del gas, sceglierà d’essere boia di sè e non risolutore della causa?

La vecchia “Tricoteuse” ha messo nel cestino ferri e maglia, assieme alla brioche, in attesa che sia allestita la ghigliottina.

Il capo non sapeva…

Zac!
Tum… tum… tum…ploff…

«Canestro!»

Il “capo” che non sapeva, dell’Antonietta, ritrovò quello del Luigino;
la sua… dolce metà, nel cestone delle zucche!

“LA STORIA DEL PASSATO / ORMAI CE L'HA INSEGNATO / che il popolo affamato fa la rivoluzion…”.

Sia mai… ma non è detto!

Io, secondo me... 04.04.2012

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