mercoledì 27 aprile 2011

Napoleoncino



Carte, ori, primiera, settebello e napola...c’ha inchiappettato, pure con la scopa!

E bravo il nano.

Noi, a guardare oltre le sponde, l’Africa, laggiù, in fondo, pensando di avere le spalle coperte...e poi, il bruciore, della fregatura.
Le bombe che si sta prendendo Gheddafi non sono nulla, a confronto di quelle che ci ha scaricato addosso il Sarkozy, dove le macerie le avremo al momento della resa dei conti, quando capiremo davvero cosa ci ha colpito, tanto da fare tabula rasa della nostra economia, dove ci troveremo sfilato da sotto i contratti con la Libia, dallo sfruttamento del petrolio e del gas e tutto l’indotto, dall’edilizia alle strade, senza contare quel che vendevamo e ci compravano a buon prezzo.
Ora, comunque vadano le cose, siamo tagliati fuori;
Sarkozy aveva bel pasturato, facendo incontrare i capoccia degli eroici rivoltosi dai suoi servizi segreti, per preparare il trappolone, che doveva prendere due piccioni con una fava: eliminare il beduino e fottere l’Italia.
Che fosse un dittatore, se ne sono accorti solo ora, dopo quarant’anni, ma di questi il mondo ne è pieno: non per questo siamo a far guerra a questo e a quello.
Litigare costa e, se non c’è ritorno di spiccioli, si lascia che i fuochi si spengano da soli.
Come in Ruanda quando Hutu e Tutsi si menarono, nel ’94: si stette al balcone, a godersi lo spettacolo della macellazione di quasi un milione di persone.
Ma lì, non c’era niente da ramazzare.
In Siria, come nelle piazze in Iran, dove ragazzi vengono tranquillamente sparati, si volta il collo dall’altra parte: mica sarebbe una passeggiata, come si pensava e si crede in Libia;
lì, non essendoci stata una “spontanea” rivolta di popolo, ma l’ingaggio di bande armate, non c’è stato quel ribaltamento tanto sperato, perché l’esercito è rimasto compatto, con il Gheddafi, così come tanto della popolazione.
Prova sono proprio i filmati e il muovere degli stessi rivoltosi, dove quel che arrivava da quelli erano solo miserabili spezzoni di quattro pirla, che sparano alle quaglie e alle dune;
e sorridono, come cretini, nell’immortalarsi per tanta coglionaggine; salvo poi chiamare la mamma, quando li menano.
Tanto è vero che, il napoleoncino ha dovuto mettere in campo l’artiglieria visto che, dalla sua armata Brancaleone, gli ritornavano solo fiaschi e non barili di petrolio.
E qui ha raggiunto il massimo del cinismo e del menefreghismo, mettendo i letargici alleati europei e il bradipo americano nelle condizioni del fatto compiuto e di dover muoversi prima a strascico, poi a rincorsa ed infine a ritmo del tamburo, che scandiva la remata gallica.
Ad un logorante e lento embargo, ad una inefficace “No fly zone”, che avrebbe coperto solo i cieli, lasciando scoperto il culo dei ribelli, preso difilato da carri armati e missileria, ha dovuto scoprire le carte, denunciando al mondo i suoi veri progetti: essere il Giuda dei trenta denari, tradire, imbrogliare, ingannare, pugnalare alla schiena i suoi dirimpettai, lasciandoli in mutande, sfilandogli pure il portafoglio;
alla faccia di tante anime belle, che ancora credevano nelle favole ed erano a magnificare la riscossa e il riscatto dei buoni, che cacciavano il cattivo.
No, la guerra non andava dichiarata a Gheddafi, ma a Sarkozy!
Di tanti denunciato massacri in Libia, non c’è mai arrivato nulla, dai rivoltosi, dediti più all’autoritratto, a mandare immagini di scemi che sparavano dietro gli angoli, dove non c’era nessuno o in cielo, dove al massimo colpivano qualche pennuto: come ci sono arrivate quelle frescacce, perché non allora anche carne macellata?
Ora ci fanno vedere qualcosa, ma le bombe francesi e dei buoi al pascolo, che si sono trascinati dietro, sicuramente hanno mietuto del loro;
prima dei droni ora messi in campo - che un poco di vista ce l’hanno - quel che cadeva aveva l’intelligenza selettiva del “a chi tuca taca”, a chi tocca, tocca, colpendo nel mucchio:
Anche le armate di Gheddafi si erano fatte furbe, smettendo la divisa e indossando gli stracci, a confondere le idee alle costose ferraglie di quegli “aiuti umanitari”, dove si era messo in campo un cannone per colpire la zanzara.
Dopo aver toccato il ridicolo - “gente, non c’è più un missile” - delle scorte belliche in riserva, alla santabarbara da rifocillare, alla polvere da sparo che stava per finire, ora sono riusciti a far aprire il magazzino per munizioni anche all’Italia, a pompare altra ferramenta nel serbatoio dei fuochi d’artificio, che erano alla canna del gas.
E noi, mazziati e cornuti;
altro che carte, ori, primiera, settebello, napola e scope a non finire: dobbiamo pure servire al tavolo “Napoleoncino”, che gli sono venute altre voglie.

Anche noi, lo stesso, arriveremo in fondo.

Nudi.

Nudi alla meta.


Io, secondo me...27.04.2011