giovedì 15 ottobre 2015

CUL tura palestinese
«Modè anì… io Ti ringrazio.
Al risveglio, Eitam Henkin avrà sicuramente pronunciato le prime parole della preghiera del mattino.
«Modè anì» avrà sussurrato anche sua moglie, Na'ama.
«B'ezrat HaShem» ovviamente: con l'aiuto di Dio.
A Dio piacendo… ma non ai vari Muhannad Halabi, Ahmed al Hirbawi, Shadi Dawla, Nabil Sharaf, Mohammed al Raqab, Adnan Abu Alian e via dicendo;
fortunatamente i più, accoppati, come meritano cani rognosi sguinzagliati per sbranare.
Eitame e Na'ama non potevano sapere che sarebbe stato il loro ultimo giorno.
L’elenco sarebbe lungo, anche perché tanti mezzi d’informazione sono prodighi nel dare nome, età e sesso dei macellai; la scolorina invece per le loro vittime.
Sfortunati giovani e vecchi, mamme e bambini capitati sulla loro strada: sgozzati e sbudellati alla rinfusa, solo perché ebrei.
Non vi sono dubbi su chi sono gli aggressori, chi gli aggrediti.
«Mazal tov» una buona stella auguro a Èretz Israèl, alla terra di Israele e alla sua gente;
Quella e il Magèn David, lo Scudo di Davide spero veglino su loro, da qui all’eternità.
A percuotere lo scudo di Israele comincia Ismail Abdel Salam Ahmed Haniyeh, leader di Hamas, l’Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya: il Movimento Islamico di Resistenza, nato nel 1987come braccio operativo dei Fratelli Musulmani.
Il tipo, per proteggersi il culo, vive in Qatar. A Gaza è di passaggio, giusto il tempo di gettare il fiammifero nella polveriera.
Durante la preghiera settimanale del venerdì, in una moschea, lungi dall’essere l’una e l’altra parola e luogo di pace, nel nome di Dio, per delega ricevuta, si dichiara guerra.
«Chiediamo di rafforzare l'intifada, è la sola via che porterà alla liberazione. Gaza farà la sua parte nell'intifada di Gerusalemme ed è più che pronta allo scontro!»
Dato l’avvio, partono i pappagalli.
Il sindaco di Gerusalemme esordisce di suo con un bel «Uscite di casa armati per difendervi!»
Per “difendersi” un “rincopalestinese” ferisce una donna e un bambino di due anni;
due "pirlopalestinesi" salgono su un autobus e sparano sui passeggeri, provocando numerosi feriti e due morti;
Sempre per “difendersi”, un altro con il cervello all’ammasso si è lanciato con l’auto contro dei pedoni, poi, sceso dalla vettura, ha cominciato a menare fendenti con il coltellaccio: si contano numerosi feriti e una vittima.
La “difesa” continua e ogni azione pare la fotocopia delle altre: coltelli e pietre la fanno da padrone.

“Tu sei buono e ti tirano le pietre /…/ qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, sempre pietre in faccia prenderai”.

Non posso fare a meno di richiamare alla memoria la canzoncina del cantante francese Pierre Antoine Muraccioli, in arte Antoine.
La figura più pietosa e da miserabile la fa Mahmud Abbas, meglio conosciuto come Abu Mazen, Presidente della Palestina e dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina.
Nel mazzo di carte ormai è in due di picche a Briscola: serve solo da paravento per noi, l’Occidente cretino che s’illude che dal corano possano nascere colombe e che esistano dei “moderati” con cui dialogare di pace, quando più facile mungere latte dalle galline!
«Noi benediciamo ogni goccia di sangue versata per Gerusalemme... ogni shahid raggiungerà il paradiso, la moschea di Al Aqsa è nostra, nostra la Chiesa del Santo Sepolcro, ed essi non hanno diritto di dissacrarle con i loro piedi sporchi!»
Cosa non farebbero, se solo - disgrazia volesse - ne avessero i mezzi?
Lo Statuto di Hamas propone la cancellazione dello Stato di Israele e la sua sostituzione con uno Stato islamico palestinese.
La stessa Carta dichiara che "non esiste soluzione alla questione palestinese se non nel jihad”.
La carta costitutiva, scritta nel 1988, denuncia chiaramente il suo abbietto obiettivo: sollevare la bandiera di Allah sopra ogni pollice della Palestina; la cancellare lo Stato di Israele!
Verba volant, scripta manent: le parole volano, gli scritti rimangono.
 “[…] la TERRA DI PALESTINA È UN BENE INALIENABILE, islamica affidata alle generazioni dell’islam fino al giorno della resurrezione. Non è accettabile rinunciare ad alcuna parte di essa. Nessuno Stato arabo, né tutti gli Stati arabi nel loro insieme, nessun re o presidente, né tutti i re e presidenti messi insieme, nessuna organizzazione, né tutte le organizzazioni palestinesi o arabe unite hanno il diritto di disporre o di cedere anche un singolo pezzo di essa […] chi, dopo tutto, potrebbe arrogarsi il diritto di agire per conto di tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio? Questa è la regola nella legge islamica (shari'a), e LA STESSA REGOLA SI APPLICA A OGNI TERRA CHE I MUSULMANI ABBIANO CONQUISTATO CON LA FORZA, PERCHÉ AL TEMPO DELLA CONQUISTA I MUSULMANI LA HANNO CONSACRATA PER TUTTE LE GENERAZIONI DELL’ISLAM fino al giorno del giudizio”.
Articolo 11 dello statuto.
Della serie: con il piscio hanno marcato i territori e, anche se scacciati, prima o dopo si ripromettono di riprenderli.
Per i sognatori d’Occidente, per i “pacifessi” e i buonisti con le farfalle nel cranio:
“Benché […] molti ostacoli siano stati posti di fronte ai combattenti da coloro che si muovono agli ordini del sionismo, così da rendere talora impossibile il perseguimento del jihad, il Movimento di Resistenza Islamico ha sempre cercato di corrispondere alle promesse di Allah, SENZA CHIEDERSI QUANTO TEMPO CI SAREBBE VOLUTO”.
Il mezzo:
“Il Profeta […] dichiarò: L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno […] si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: o musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me, vieni e uccidilo”.
Articolo 7.
Da leggersi in senso lato: cani, porci e scimmie (saremmo noi) sono compresi nella mattanza.
Israele non è altro che la propaggine più incuneata: quel che frulla in testa è chiodo fisso, dove non vi sarà mai pace: magari dovranno fermarsi, per riprendere fiato o leccarsi le ferite, ma sono programmati, come la lavatrice o la lavastoviglie.
Se non gli si stacca la corrente, il lavaggio continuerà, fino alla “pulizia” totale… etnica.
Israele oggi è un laboratorio in miniatura, dove si fanno prove di sterminio: in piccolo come in grande.
Fiamma Nirenstein, fresca ambasciatrice di Israele in Italia, ammonisce e da esempio di ciò che farebbero se ne avessero modo e forza.
Ricorda la famiglia Fogel, sterminata a Itamar nel 2011: padre, madre, i bambini di tre mesi, tre anni, undici anni. Hanno tagliato la gola a tutti.
Un domani non tanto lontano, toccherà al letargico Occidente fare i conti con costoro e a doversela vedere con bestie simili, rasente i nostri muri e dietro gli angoli, con il coltello tra i denti o la pietra da spaccarci in testa.
Fresco di giornata, la notizia ce la presenta il nostro Magdi Cristiano Allam:
“In Francia uno studente di quindici anni, al grido di ‘Allah Akbar’, ha sparato e ucciso il professore di fisica […] voleva rubare l’auto dell’insegnante ucciso per schiantarsi poi contro il locale commissariato di polizia. Il suo obiettivo era quello di morire come martire”.
Domanda (ma grida nel deserto, nel modo delle tre scimmiette, quelle del “non parlo, non sento, non vedo"):
“[…] forse che Maometto non ha sgozzato e decapitato i miscredenti? Forse che gli imam dai pulpiti delle moschee non istigano a uccidere i miscredenti? Forse che dai siti e profili in Rete i predicatori d'odio islamici non legittimano l'uccisione dei miscredenti”?
Per ora, sono avvisaglie, refoli d’aria che precede l’uragano.
La morte ci coglierà nel sonno, quello profondo che c’è compagno.
Ci nasconderemo dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: o musulmano, o servo di Allah, c’è un infedele nascosto dietro di me, vieni e uccidilo!
 “Tu sei bello e ti tirano le pietre / tu sei brutto e ti tirano le pietre.
E il giorno che vorrai difenderti vedrai / che tante pietre in faccia prenderai!
Sarà così finché vivrai Sarà così”!
«Modè anì!»
Anch’io Ti ringrazio o mio Signore, per tutti i giorni che potrò svegliarmi e vedere l’alba di un nuovo giorno.

Am israel chai ve chaiam: il popolo d’Israele vive e vivrà!


Io,  secondo me... 15.10.2015

Nessun commento:

Posta un commento