martedì 11 novembre 2008

Tanto per scrivere...

- Ma, con tutto lo spazio che c'è a questo mondo, proprio qui si deve mettere, che io c'ho da fare !»

La signora Rotowash, la donna delle pulizie d'origine romena, così commentava, sbuffando e brontolando come una pentola di fagioli, mentre scopava il vasto spiazzo, nel mezzo di quei palazzi che facevano da contorno, si affacciavano e guardavano dalle numerose finestre;
Il motivo del fastidio gli stava dinnanzi, accovacciato di sbieco, a far da puntello alla campana per la raccolta del vetro: tanto era ingarbugliato che l'impermeabile gli formava pieghe, somiglianti a cuscinetti di grasso debordante, mentre il bavero era un poco rialzato, a coprire la faccia;
sembrava dormire, con una bottiglietta a fianco e quella strana polverina chiara sulle mani.
Da quel fagotto spuntavano le mani e, le caviglie e un poco del cranio: lembi di pelle di un lustro, che pareva possibile solo usando lucido da scarpe.

- «E' vero: lo osservo da un pezzo, ma non ha mosso ciglio».

All'affermazione della Guardoni, molti occhi, per riflesso condizionato, si voltano verso una finestra del sesto piano che, con sarcasmo, è indicata con il nome di una rivista dei Testimoni di Geova: La torre di guardia;
l'intera comunità del rione riconosce in lei la classica ficcanaso, via di mezzo tra la comare e la portinaia, abile a metter lingua e proboscide nei fatti altrui, e immaginando quante volte quelle tendine sono scostate, per poter scrutare i fattacci del prossimo.
"Occhio di falco", com'è soprannominata, brava nel far ballare gli occhi come la lingua, continua la sua filippica:

- «Non c'è più rispetto; guarda lì, che spettacolo vergognoso: non tiene conto d'essere in una corte dove i bambini vengono a giocare tutti i giorni. Che indecenza, che menefreghismo, che esempio...ad andare bene è ubriaco, se non anche drogato!»

Anche Buonavista, la guardia giurata, si sente di dover dire la sua: è in obbligo , grazie e in virtù dell'autorevolezza della divisa, del potere che gli conferisce l'arma e dal compito assegnato, di vegliare sulla sicurezza e incolumità di cose e persone.

- «No, non è droga», dice, dopo aver inumidito di saliva e intinto dito nella polverina bianca, seminata sotto il capo reclinato e sulle mani della sagoma accovacciata;
- «Certo che, quelli come lui, se li becchiamo in servizio tra il chiaro e lo scuro, noi spariamo e poi gli facciamo le domande !»
Il vecchio maestro Bacchetta, ora in pensione, con un gesto brusco, come a scacciare mosche fastidiose, interviene, a cercar di mettere un poco d'ordine e di sale in quelle zucche vuote, dove veloci correnti d'aria passano, senza trovare intoppi, come treni in galleria.

- «La vostra è solo speculazione; a questo mondo ci vuole flessibilità nel giudicare quel che non si comprende: la vostra è semplice manipolazione dei fatti, ragionamento di bassa fattura !»

- «Oddio ! Madonna mia bella...oh, Gesù !», urla la signora Mortacci, maritata Fossa «ma è mio marito !»

Scostato il bavero, ecco il viso cianotico del povero Lazzaro;
dal capo pendulo i pochi capelli arruffati avevano nevicato forfora, che sembrava talco: polvere impalpabile scivolata su mani aperte a cucchiaio mentre, a fianco, rovesciata, stava la bottiglietta della medicina per il cuore.

- «Non sarà mica schiattato ?!» azzarda uno;

Gli uomini toccano istintivamente la patta dei pantaloni, mentre le donne fanno le corna dietro la schiena: tipici scongiuri, ferri del mestiere dell'uno e dell'altro sesso, pensa con sprezzo la zitellona, signorina Ciosponi.

- «E' morto !» sentenzia, dall'alto della sua scienza, il dottor Salasso.

- «Mezzo minuto di raccoglimento», raccomanda una voce pietosa.

- «Ma non di più», si augura Cazzuola, il muratore «tra poco comincia la partita della nazionale !»

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