lunedì 3 novembre 2008

Puzza di bruciato

A Milano c'e il Tornado.

no, non quel tornado, misto d'aria manesca e acqua a catinelle, per rottura di cateratte celesti;
è grigio, come il tempo, il cielo e le nubi di questi giorni;
ha la coda, le ali e un abitacolo, dove ci dovrebbe stare quel coso lì...il...come si chiama...il pilota, ecco !
Non c'era;
magari era ad alloggiare all'Hotel Jolly President dove, ai tempi di vacche grasse, ci andavano altri suoi pari, anche se guidavano aerei di linea per trasporto civile, e non acciaioso volantino da guerra;
o forse a prendersi un caffè, nel baretto sotto la galleria.
Nel cortile, di faccia a Palazzo Reale, su un lato del noster Domm, alla sinistra della bella Madunina - tuta dora e picinina, che la domina Milan - ecco pure un blindato, in pittura mimetica, a far abbinamento con quella delle divise dei militari attorno e di contorno.

- «Ussìgnur, ghe semm: g'hànn el culp in càna - prunt a sparà a chi prova a fa quei cos - e a ciapà in di mann la cadrega !»:
colpo in canna - per sparare contro chi cerca di fare qualcosa - e a prendere in mano la sedia, il potere.

Ce l'avevano detto che si sentiva puzza di regime, sospetto di manganello, aria di purga e olio di ricino, ritorno del fascio.
Senza rendermene conto, così preso dalle mie paure, mi ritrovo sospinto, in fila e, poco avanti, al mio turno, un milite con un aggeggio strano mi scorre con quello dal sopra al sotto, mentre l'altro, con sguardo severo, mi squadra e intima:
- «Apra la borsa per favore», che quel "per favore" sembra il comando gutturale e secco che l'istruttore dà al cane, per richiamarlo all'obbedienza;
alzo le mani, come ho visto in una famosa fotografia, dove un bimbo ebreo faceva lo stesso, alla presenza del gerarca nazista che lo lumava, come fa un entomologo per capire dove meglio infilare e infilzare l'insetto, per la sua raccolta;
Davanti a tutto quel maschio spiegamento di mezzi e uomini, riconosco il mio ruolo di prigioniero, abbozzo un che di rassegnato, scarsa volontà di resistere e pronuncio la vil frase:

- «Mi arrendo !»

il "federale" leva quella che credevo una spazzola, che si dimostra poi un metal-detector, e l'altro fante termina l'ispezione al contenitore della macchina fotografica;
mi guardano come a capire se c'ho la faccia sola o gemellata, e scemo lo sono e pur si vede:

- «Tutto a posto: passi pure e grazie !»

Come: non era la banda Koch, che mi avrebbe portato a "villa Triste" per torturarmi ?

- «Le piace l'esposizione, signore, per la nostra festa, quella delle forze armate, preparata per la commemorazione del 4 Novembre ?», mi domanda sorridendo, uno degli inquisitori;
Che bestia sono: ecco perché il blindato, l'aereo da guerra, le mimetiche e il dispiegamento d'armati e armigeri !
- «Mi scusi» domando confuso «ma...m'avevan detto che avevano occupato le piazze, e si minacciava lo stesso per le scuole».
Lo sguardo del soldato mi pareva di chi si chiedeva da quando mancavo dal paese e se era il caso di chiedere il permesso di soggiorno;
- «Quelli erano studenti».
Ancora più smarrito, azzardo: «...e i bambini, a fare scudo e sospinti dinnanzi, per pararsi con quelli ?»
Ormai sicuri d'aver davanti un tipo strambo, se non sbiellato, con misto di compassione e pazienza, mi spiegano:
- «A pararsi erano genitori e maestri !»
Ormai, visto che mi sono abbondantemente sputtanato, continuo:
- «E l'occupazione dei posti pubblici, la rivolta, le ingiurie, i vituperi verso un tal Brunetta, definito anche "energumeno tascabile"?»
Sconsolato, il mio sospettato ma innocente "miliziano", risponde: «Quelli sono i fannulloni».
Visto la disponibilità, azzardo altra domanda: «E gli aeroporti, i blocchi e gli intoppi ?»
- «Quelli li fanno i piloti, assieme ai sindacati !»
MI sento rinfrancato;

- «Ma allora...voi...l'armata e i suoi mezzi, le mimetiche e i mitragliatori...non siete fascisti ?!»

Fortuna che lo scrocchio del caricatore ne aveva denunciato le intenzioni, e la rapidità della fuga mi ha evitato i pallettoni di quelli, incazzati come bisce !

Paonazzo, con i polmoni a mantice e sbuffanti per mancanza d'ossigeno, il fiatone della non più gioventù, il cardiopalma, le giunture scricchiolanti, le valvole cardiache in fibrillazione e le guarnizioni pronte a saltare, mi rannicchio dietro l'angolo, al riparo delle proiettili che quelli, esasperati e offesi, continuano a mandarmi, sassaiola di piombo rivestita, eccomi, con la proboscide all'aria, a sentire puzza sospetta:

Sniff...sniff...sniff...

no, non è odore di fascio...mi basta alzare il piede e rimirare la suola;

non c'è che dire: proprio una giornata di merda !

Io, secondo me...03.11.2008

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