mercoledì 13 maggio 2009

sBarconi

"La Signoria Vostra è invitata alla Giornata del Rientro; troverà, in allegato, l'opuscolo con la fotografia delle navi che potrà scegliere per l'imbarco. Partecipate numerosi!"
- «Ahmed, passa parola: stavolta ci mandano la Costa Crociere per Lampedusa!»
Ahmed si scuote e distoglie l'attenzione dalla preparazione dell'ennesimo documento falso;
alza la testa e appoggia i gessetti colorati, che gli servono per disegnare la faccia nell'apposito spazio per la fotografia.
Yusuf gli si avvicina, sventolando la lettera d'invito e il pieghevole dei navigli.
- «Ahmed, sei il solito cretino; per forza ci prendono sempre in castagna: Mustafà Berlusconi attira troppo l'attenzione, sa troppo di tarocco. Dai, lascia stare: Le Nazioni Unite hanno fatto un culo grosso così all'Italia, e ora ci riprendono!»
Nel mentre, la Melody fa il suo ingresso nel porto di Tripoli, con tutte le sirene a concerto.
"TOOOOOOOO...TUUUuuuuu...WOOOoooh...WooooH".
Dall'alto di quel trattore dei mari, il comandante Di Sasso chiama a raccolta:
- «Bobolo di sgonfiddi, boveri, masse che volede resbirare la libertà, residui delle goste: venide a me, voi, senza gasda, naufraghi della dembesda; la mia fiaggola illumina la borda dorada.»
Ahmed e Yusuf, e tanti altri, si guardano l'un l'altro.
- «Ma che cavolo di lingua parla quello?»
Uno spettatore anziano, lasciato a terra dai tempi in cui i colonialisti italiani, sconfitti, lasciarono la Libia, traduce per tutti:
- «Arriva dal Montenero, quello di Bisaccia; tradotto dal gerghese della Murgia dei trulli, all'incirca suona così: "Popolo di sconfitti, poveri, masse che volete respirare la libertà, residui delle coste, venite a me, voi, senza casta, naufraghi della tempesta: la mia fiaccola illumina la porta dorata" Insomma: imbarchiamoci e partite!»
Abshir, che è l'equivalente somalo del San Tommaso cristiano, diffidente e sospettoso, ci mette del suo:
- «E già: ci sbarcano a Lampedusa e poi si resta nei centri di raccolta vita natural durante!»
Yusuf, scafato e scafista, maneggione di prima categoria, con le mani in pasta in tutto, rassicura:
- «Ricordati i fiammiferi: i nostri fiancheggiatori hanno detto che, se non ci ascoltano, di dare ancora alle fiamme la struttura e poi dare del razzista e dello xenofobo. Funziona davvero: gli europei sono incontinenti e se la fanno subito sotto!»
Il secondo di bordo incalza, impaziente:
- «Dai, datevi una mossa: salite che si parte!»
"TOOOOOOOO...TUUUuuuuu...WOOOoooh...WooooH".
Dalla banchina d'imbarco, l'imam Dar al-Franceschin manda la benedizione di Allah sui migranti:
- «Andate, figli miei, nella vostra nuova casa: un nostro compatriota, da Bruzzano, mi ha chiamato: quelli dei centri sociali hanno detto che c'è un tetto per tutti, e loro di okkupazione se ne intendono.»
Ahmed, di rimando:
- «Ehi, ma io ho sentito che vogliono farci lavorare!»
Dar al-Franceschin tranquillizza:
- «Voi rifiutate! Fate cagnara, appellatevi alla convenzione di Ginevra, alla Costituzione italiana, all'Onu, andate dal Tettamanzi e minacciate di occupare di nuovo piazza del Duomo, a Milano e di riempire i marciapiedi dell'intera città, stendendoci sopra il tappeto della preghiera, nel nome dell'unico e vero dio: Allah nostro!»
Vecchio marpione di un Dar al-Franceschin: ne trova sempre una più del diavolo!
Gli ufficiali Salvioni e Marossi fendono la folla, battendo le mani e gridando:
- «Su, su, signori: tutti nelle lance di salvataggio, forza...Italia!»
Su ogni barca spicca l'immagine del Bersilvio Lusca, il nuovo capoccia italico.
"Con Titanic sforzo il popol d'Italia donò questi legni, a portar verso il sol dell'avvenire l'inverno di genti oppresse".
- «Non c'ho capito 'na mazza!», dice Abshir «ma mi sa di presa in giro e fine in discarica.»
Malfidente.
Improvvisamente tutte le luci si spengono, nel buio pesto di una notte senza luna.
- «Su, signori, ora vi caliamo in mare: remate fino a raggiungere quei puntolini luminosi, che siete arrivati a Ceuta e Melilla. Una volta a terra, tenete la testa bassa e non fate caso agli spari: continuate a correre e seguite la cartina, che porterà i sopravvissuti a destinazione. Quando arrivati, chiedete dell'Alto Commissario per i Rifugiati, palazzo Nazioni Unite, sezione Unhcr e buona permanenza!»
Il compagno Dar al-Franceschin ricevette una lettera, tempo dopo:
"Caro compagno, io, Ahmed e Abshir, appena ci riesce di finire il cunicolo per uscire dal campo, qui in Siberia, ti veniamo a trovare, che non so dove sta il tuo paradiso ma, appena ti acchiappiamo, l'inferno te lo facciamo conoscere noi! "
Da un giornale locale:
"L'imam Dar al-Franceschin è scomparso. Si pensa sia stato sequestrato dai servizi segreti americani. Tre i rapitori, di cui si conoscono i nomi in codice: Yusuf, Ahmed e Abshir. Maledetti imperialisti!»


Io, secondo me...13.05.2009

Nessun commento:

Posta un commento