martedì 13 ottobre 2009

Game boy

- «Ehi, Mohammed, abbiamo messo su pancetta, eh?»

Chi l'ha visto, nella bruma del primo mattino, così deve averlo apostrofato, mentre si trascinava appresso una cassetta d'attrezzi e qualche chilo d'esplosivo, che quel che nascondeva non era, purtroppo, il pannicolo delle "maniglie dell'amore", come si dice di chi, dopo il matrimonio, mette su uno strato di pancetta, nel giro vita.
Il Game Mohammed era imbottito di polvere da sparo: come per gli emuli per categoria del dottor House o degli sbirri, alla Starsky e Hutch, pure lui si era invaghito dell'immagine idealizzata dell'eroe, magari stronzo, ma perfetto per la missione cui era chiamato.
Non stava più nella pelle...oddio, quasi pure per davvero, nel voler passare di qualità e lasciare segno di un passaggio, in una vita che riteneva altrimenti povera di contenuto, se non addirittura banale;
e allora, una botta e via: cosa c'è di meglio che far saltare in aria il prossimo?
Una famiglia, un grappolo di figli, un lavoro e regolare permesso di soggiorno: quanti, nelle sue condizioni, farebbero...carte false, pur di mettere tanto equilibrio nella propria vita;
magari usciti con le ossa rotte da persecuzioni, guerre, pestilenze, umiliazioni, bastonate, e trasporti, e sbarchi clandestini, dopo la pigiatura e il macero, tra sudore, piscio ed escrementi, sardine in tanta salsa, ma con speranza d'esistenza migliore.
La benevolenza di un Dio misericordioso l'aveva risparmiato di tanto, ma la mamma, quella degli imbecilli, sempre incinta e prolifica, gli aveva dato poppata e latte d'odio, ed altro dio era quello che voleva servire, e per nulla pietoso, ma alla ricerca perenne di tettarelle di sangue.

Mohammed, sei un cretino!

Dove trovare uno scimunito così, che il premio dello scemo più scemo questo se lo prende al volo;
anche il Nobel di Obama, a confronto, perde di smalto.
Mazziato e cornuto, il Mohammed: nessun danno rilevante a cose e persone, tranne lui, che si ritrova senza una mano e cieco.
- «Dio esiste!» mi sento di dire, felice dell'epilogo, e lo dica con nulla spirito cristiano e con tutto il disprezzo per il quarto di bue senza cervello;
e, Mohammed, ascolta me: ti è andata ancora di culo, che se perdevi pure l'altra mano, andavi al cesso con l'accompagnatore, mangiavi dalla ciotola del cane e cambiavi stazioni radio usando la lingua.
Già, dimenticavo, ora non ci vedi più.
Pazienza: la farai fuori della tazza, ti s'infilerà il naso nel piatto della minestra, ma pensa positivo: risparmierai sulle lampadine.
Caserma dell'esercito Santa Barbara di via Perrucchetti a Milano, sede del Primo Reggimento Trasmissioni e del Reggimento artiglieria a cavallo dell'esercito: che t'avevano fatto?
E Guido La Veneziana, caporale di 20 anni, che avvicinatosi ha rischiato di saltare in aria pure lui: che ti aveva fatto?
E quelli che ti stavano attorno, che centravano?
Pirla cammellato: entri in casa mia, mangi dal mio piatto e ne hai goduto ospitalità;
se ti stavamo sui coglioni, perché non sei tornato al paesello, e se proprio ti stava sul piloro la causa Afghana o di Canicattì, perché non sei andato a combattere dove ci si mena le mani, tra gente armata, e non in mezzo agli innocenti?
Beh, coraggio, che se fino ad ora ti avevamo dato...una mano, adesso ti mettiamo quella di Capitan Uncino.
"Nella notte sono stati fermati a Milano due suoi complici: un libico e un egiziano; il primo gli avrebbe dato il materiale esplosivo mentre l'altro - vicino di casa - lo avrebbe accompagnato davanti alla caserma".
- «Mohammed, t'hanno coglionato!»
Si susseguono le notizie:
"Aveva aperto una ditta individuale: muratore ed elettricista, lui che in Libia aveva studiato da ingegnere elettronico, qualcuno dice addirittura laureato".
Vista la figura barbina e l'epilogo, mi verrebbe di avvalorare solo che è un semplice manovale, apprendista del tubo, più che elettricista, ingegnere del menga, da come ha incartato la polvere pirica, e laureato come un comunista uscito con il sei politico, dall'università degli asini.
Aveva cercato di entrare nella caserma senza dare nell'occhio: non ce l'ha fatta, ma l'occhio l'ha lasciato, anzi, tutti e due!
Imbecille.
Giusto ad inquadrare il tipo, continuo a leggerne qualifica:
"La casa popolare, due locali senza bagno nel casermone di via Civitali, l'aveva occupata [...] forzando la porta-finestra del piccolo balcone [...] all'epoca la sua compagna aveva già due bambini, da una precedente relazione e già incinta del primo di Mohamed: l'avevano chiamato Islam. Tre anni dopo, un altro, di nome Omar. In sei, tutti stipati in quei due locali. Da abusivi. All'Aler, l'azienda milanese di edilizia popolare, la pratica era nota: erano morosi di 11mila euro».
Però, aveva imparato in fretta, il Mohammed, di come si sgomita e ci si piazza passando avanti alla fila, al grido di "Mors tua vita mea", la tua morte è la mia vita;
e questo ha cercato di metterlo in pratica sul serio, cercando di dinamitare la pelle d'altri.
'fanculo, stronzo; hai sputato controvento e c'hai il tuo catarro, di ritorno: chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
Oh, scusa, dimenticavo: per piangere ci vogliono gli occhi, non quelli di vetro.
Ancora in lettura, intravedo dove, quando e come la noce di cervello ha cominciato a sbiellare:
- «Ultimamente si erano aggravati i problemi di salute di Mohamed: soffriva di cuore e anche alla gola. Era convinto che la morte fosse vicina [...] Era da mesi che si era riavvicinato ad Allah. Era anche tornato a frequentare la moschea di viale Jenner [...] era molto, molto arrabbiato per i soldati che l'Italia ha inviato in Afghanistan», racconta il suo amico Israfil.
Eccola, la palude del fiele, quella moschea putrefatta di viale Jenner, discarica d'ogni pensiero fognario del talebanpensiero, lavanderia per centrifugazione di cervelli in gelatina.
Seppure in sei in una casa occupata, senza bagno - tanto che, per lavarsi dovevano andare da parenti od amici, come spiegava la moglie - riuscendo a mettere assieme un migliaio d'euro al mese, tiravano avanti, che ho conosciuto anziani soli, a raccattare gli avanzi del mercato, vedersela peggio, e senza più davanti la prateria della vita, da cui brucare.
L'Afghanistan, Allah, il profeta, il Jihad, centra nulla: il Mohammed era solo alla ricerca di riscattare e dar valore ad una vita, altrimenti fallimentare e trovare vigliacca e facile via d'uscita, in stile "Muoia Sansone con tutti i filistei", a poter rimarcare che "Mancò la fortuna non il valore".
No, il Mohammed Game non mi fa compassione:


Game boy: game over !


Io, secondo me...13.10.2009

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