venerdì 2 ottobre 2009

Uova...di Pasquale

- «Ma chi glielo ha detto?»

Questa la domanda che, nell'anno del Signore 2009, in quel primo d'Ottobre, all'Urban Center Milano, un meravigliato Magdi Cristiano Allam rivolge alla vulcanica Maria Luisa Chiara, alla mostra del di lei figlio, architetto Joseph di Pasquale, brillante e geniale progettista della nuova città di Jingwu, che sorgerà vicino a TianJin, in Cina.
Per un momento mi sono sentito come Gabriele Paolini, noto rompiscatole e disturbatore della tv, che lo trovi presente dietro ad ogni cronista, che cerca di portare a termine il proprio lavoro d'informatore o intervistatore.
Come il prezzemolo, te lo vedi dappertutto, che si agita come una marionetta o fa una delle sue tante battute e battutacce di sottofondo e, già la presenza, basta a farne disturbatore di professione.

- «L'ho invitato io», candidamente risponde la cara "Isichiara";

Il buon Cristiano, di nome e pur ormai di fatto, abbozza e incassa.
"Vabbè, mi tocca", avrà pensato, e rassegnato è tornato ad ascoltare il buon Joseph che, certamente conoscendo la buona ma a volte mal risposta fede della madre, aveva messo in conto un contrattempo e, imperterrito, ha continuato nell'illustrare opera sua.

- «Ho visto che ci ha parlato...lei lo conosce, Magdi?»
Così, tirandomi un poco di manica, mi apostrofa uno dei curiosi della mostra.
- «Di vista...»
Mi guarda un poco dubbioso ma, dato che nelle immediate vicinanze c'erano solo attente e massicce guardie del corpo, s'accontenta del surrogato, e parte con profluvio di domande, salvando i malcapitati dal subire continuazione della mia ingombrante presenza;
a mia volta, dall'improvvisato comizio che mi sono trovato a fare, mi ha salvato la caritatevole Isichiara che, in un momento di lucidità, deve avere compreso l'errore d'aver portato un campagnolo in città e, con i saluti, mi sgancia dall'amplesso oratorio che mi aveva abbottonato a quello che, non potendo avere il caffè, si era appagato con la cicoria.
Al pensiero del "Chi è causa del suo mal, pianga se stesso", eccola guidare il Beppe-Paolini in un tavolinetto di cantone, a lasciare ai veri protagonisti spazio e respiro.
Ah, le mamme: quanti dolori e disgrazie prendono su di se, pur di evitarli ai figli!
Messo così, all'angolo, come per i pugili suonati, mi sono trovato a fare il Paolini di me stesso, dando via al personale cazzeggio e centrifuga del pensiero, come i vecchi rimbambiti che parlano e si rispondono da soli.
"Quel ramo del lago di Como d'onde esce l'Adda e che giace fra due catene non interrotte di monti da settentrione a mezzogiorno...";
Sono i primi versi de "I Promessi Sposi" del del Lisander Manzon, o don Lisander, coma ch'el ciamen i Milanes, il Manzoni Alessandro, che mi riportano al nido dove sono nati e cresciuti i "pulcini" di Pasquale, covata di tre fratelli, che hanno raggiunto alte vette partendo già dall'alto delle spalle di due giganti: i loro genitori.
Buona schiusa, quelle uova...uova di Pasquale.
Como però è anche l'assurdo, una macchietta, la conferma del "Nessuno è profeta in patria", l'occhio guercio di un'amministrazione che ha cercato lontano quel che aveva sotto il naso: un architetto nato dai propri lombi, cosciente e conoscente di sua terra e gente, adatto alla bisogna e competente in forma e sostanza.
Di questi giorni è la notizia del famoso muro, quello che doveva salvare le case dall'esuberanza del lago suo, quando l'abbondanza d'acqua esce dalla bacinella.
Ma chi l'ha fatto: un muratore in pensione del posto?
Manco quello di Berlino faceva così schifo, nel togliere vista e dar impressione di soffoco.
"Il sindaco cede: via la barriera [...] l'orripilante muraglia costruita chissà perché sul lungolago di Como, che aveva l'unica funzione di privare la città di uno dei panorami più famosi del mondo, sarà abbattuta".
Ma come, mi chiedo: proprio lì c'è un di Pasquale e ci fanno una cacchiata mostruosa, per poi arrivare a sposare affermazione, cara a quel buon toscanaccio che era Bartali: «Gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare!»
Tornando invece a Jingwu, Joseph raccontava così, della meraviglia per essere stato prescelto:
- «Si partecipava in diversi e accreditati professionisti; mai pensavo di vincere, perché nel gruppo ce n'era anche uno cinese.»
Abituati a casa nostra, si stenta a credere che i giochi di campanile, tessera o convenienza, avrebbero mai favorito l'avvento dello "straniero", per costruire pollaio per propri pennuti.
E già, ma siamo in Cina: forse abbonda il riso, ma non il ridicolo, e vogliono sostanza, assieme alla forma.
- «Mi scusi: ma questa è Milano?»
Il tizio che mi aveva appiccicato alla sua carta moschicida, per un momento aveva avuto anche questa forma di cortocircuito mentale.
In effetti, nel laghetto artificiale, sull'isoletta c'è una ruota che assomiglia a quella delle giostre dell'Idroscalo.
- «Magari!», ho risposto «è il progetto della genialità italiana, ma noi siamo in bolletta, e i cinesi no, e tutto quanto sarà a casa loro, che noi neppure per l'Expò ce la tiriamo fuori!»
Ritorno al Joseph-pensiero;
- «Gli elementi di partenza sono di tipo culturale e simbolico: l'asse verde si sviluppa attraverso tutta la città che, al suo interno, contiene un fiume artificiale.»
Vero: dal plastico si vede questa passatoia che scorre, con contorcimenti flessuosi e sinuosi, facendo da specchio a quel che sta di qua e di là.
- «Una leggenda locale narra di due amanti divisi proprio da quel corso d'acqua. E noi, sulle sponde, abbiamo immaginato due edifici che si abbracciano e danno vita ad un'unica struttura, la Diamond Mansion; questo per interpretare l'identità culturale del luogo, rimodellandola in modo riconoscibile dalla gente che ci vive.»
Una marcia in più il nostro Joseph: oltre a squadra e righello, testa e cervello, pure il cuore, da lanciare oltre la barricata!
Una mondo incantato, con 75 mila respiri. Altro che la murella di Como!
Mi piace immensamente "la Ciambella", quella formella con il buco in centro, a cui si arriva percorrendo il fiume, con le tante torri e torrette sull'attenti che, come soldatini, ci accompagnano e, traguardando in quel foro, si ammira la ruota panoramica sul laghetto...dell'Idroscalo cinese.
Il nostro "Michelangiolo" comasco, novello Leonardo lariano, funambolico ed immaginifico Magister, perdonerà il mio maccheronico approccio all'architettura, che chiama Ciambella una margherita, un diamante di vetri e riflessi, dove mente grezza e ristretta, da villan terricolo decifra l'armonia di forme come sagome a mattoncini, sovrapposti, a sbalzo e in equilibrio: nelle campagne, da cui provengo, tanta grazia non l'avevo mai vista.
L'acqua, la vita, il liquido formare e deformare, l'acqua di casa sua: un poco del suo lago, del suo mondo, il Joseph l'ha trapiantato, in quel di Cina.
Jingwu...eco-town...eco-densità: mica quisquilie, bazzecole, pinzillacchere, sciocchezzuole, reboanti parole per riempirsi la bocca, effetti speciali o concetti sacerdotali, a far soggezione allo zotico, al volgo Beppo-vulgaris.
Eco sta per qualcosa a misura d'uomo, la soffice bambagia e il calore naturale della pelle e dell'amore di una mamma, che da piccolo ti protegge e ti scalda: la natura genitrice di tutto il vivente, dal cui ventre siamo venuti e dalle cui mammelle abbiamo succhiato il latte della vita.
Jingwu vuole essere questo, ma anche raccogliere la quantità, oltre che la qualità, a vedere il numero non come un affollamento caotico, "mandrianesco", raffazzonato, raccogliticcio, compromesso del compresso, alla sardine da scatolame.
- «Densificare un territorio, dal punto di vista abitativo, consente di mitigare l'impatto ambientale: per esempio, preservando altre porzioni dello stesso territorio; ma anche per un risparmio economico ed energetico generale. Pensiamo solo a cosa significa poter fare la spesa a piedi [...] Se tutti sono vicini serve meno energia [...] più funzioni e relazioni, nessun rischio di quartieri-alveare [...] si moltiplicano i rapporti sociali, i valori identitari, come nella città medioevale, povera di verde, ma non disumana, ove il simile cercava e trovava il proprio simile [...] trovo più alienante una periferia rarefatta, divisa per zone stagne - qui si dorme, là si produce - che una densamente abitata ma con una molteplicità di funzioni integrate.»
Oltre al cuore, ecco che Joseph ci ha buttato anche l'anima, di là dal muro...non dalla murella comasca.
- «Signora, il dottore vorrebbe salutarla», avvisa lo spallato angelo custode di Cristiano.
Ciao, Magdi, non ti rompo oltre con la mia presenza, che ormai io mi sento valore aggiunto, ma come i chili di troppo per chi già abbonda di ciccia.
Per un momento mi sono sentito illuminato di luce riflessa e, tra Joseph e lui, mi son detto fortunato, d'aver preso...due piccioni con una fava :-))
Ai di Pasquale e al caro Magdi, il saluto del Beppe...il Beppe-Paolini, con l'augurio che la benevolenza del buon destino continui a poggiare sulla loro fronte il serto d'alloro!


Io, secondo me...02.10.2009

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