lunedì 5 ottobre 2009

Carta canta

"Carta canta e villan dorme"...

gemella del più raffinato "Verba volant, scripta manent", le parole volano, gli scritti rimangono, insegna:
la carta porta lo scritto e pure il più semplice degli uomini può dormire tranquillo, che l'inchiostro rimane dove non le balle del marinaio.
Carta canta...il mio dire e riferire vuole essere al canto di un certo tipo di foglio, che non è quello bollato, di notabile o di codice, ma che spesso detta più legge, che tanto e tanti sono ad essere stati giudicati da questo piuttosto che da quelli, e non sempre il villan dorme sonni tranquilli perché anche sulla veste più candida, se gli si lancia merda, rimane macchia.

"...è la stampa, bellezza. E tu non ci puoi fare niente. Niente.";

così Humphrey Bogart, nei panni del giornalista Ed Hutchinson, nel film "L'ultima minaccia" sul tema della libertà di stampa, ma lui era il buono, contro i cattivi.
La forza della carta stampata, il suo canto, è tutta in quella frase, ma non sempre sono i criminali a doverne avere paura, che il cattivo uso è come per il coltello da cucina, buono sia per tagliare la bistecca che una pancia!
Da qui c'azzecca, che "Ne uccide più la penna che la spada".
Di tanti crocefissi, inchiodati mani e piedi con i pennini, messi alla gogna seppur innocenti, ce ne sono stati e, quando capita accidentalmente, fa parte della legge dei grandi numeri, ma non se scientemente legati alla ruota del bersaglio per giocarci a freccette nelle rissose osterie Dipietrine o nel tirassegno di botteghe oscure.
Tanta libertà c'è che si è potuto dare del vile o del dormiente al Presidente della Repubblica, lanciar anatemi contro il Papa e lapidare ognuno che passasse a tiro...Di Pietro: dal sacro al profano, da Dio all'ultimo degli uomini, a nessuno è mancato sassi e sagoma.
Ho passato tempo in vacanza e se mutandine, culi e tette son mancati, più facile era in spiaggia che sui giornali.
Tornato, nulla è cambiato, che il tempo mio delle mele, l'acerba gioventù, mi si è trasformato in quello delle mignotte, chiamate oggi a dar lezione a classe loro: quella dei coglioni!
"...è la stampa, bellezza. E tu non ci puoi fare niente. Niente.", mi si risponde.
Ebbene, si stampi: non si dica che la libertà l'è morta.
E invece no: se scaracchio, non rispondere, ma passa la mano, a spandere saliva sulla faccia e non fare gargarismi, a caricare la sputazza tua sulla faccia mia.
- «Ti denuncio, e che sia la legge a giudicar se nel giusto io!»
E no, così non va, o zotico, che noi siamo "senza dubbio la parte più acculturata del paese [...] gli italiani che leggono libri, che leggono i giornali [...] minoranza, ma è una minoranza che rappresenta la classe dirigente del paese, in tutti i campi".
Da tanta lesa maestà sale un urlo di dolore:
- «Questa denuncia è da regime di libertà vigilata, attentato all'informazione, rischio di nuovo fascismo, bavaglio alla stampa. In marcia, compagni, tutti a Roma, a far cagnara!»
Dove ho letto tutto questo, dove ho visto?
Ma dai giornali, dalla televisione, che nessuna purga o manganello ha mai zittito, anche se qualcuno denuncia quanto, scrivendolo in inglese, violentando quella grammatica come uso fare con quella italiana: dalle bestialità che ne sono uscite l'olio di ricino ha avuto ritorno di fiamma, sbagliando uscita di spurgo.
Il poverello si difende:
- «L'ho visdo in zogno: me l'ha bromesso: Du sei Pietro e su quesda piedra fonderò il mio bardido!»
Beh, anche uno così ha il suo spazio ma, più che bavaglio, dovrebbero mettergli il bavaglino e dare pacca sulla schiena, ad assorbire sbavature e ruttini.

- «Io a quello lo sfascio!»

Ecco, è meglio che mi allontani, che la pentola comincia a fischiare.
In televisione siamo passati dal film "L'albero degli zoccoli" all'albero delle zoccole, presentato in prima serata dal regista Santoro, della casa cinematografica Annozero: dalle mele, agli zoccoli, alle prugne;
non siamo caduti tanto in basso, ma un poco sotto l'ombelico si.
A sinistra, nessun giornale ha chiuso, nessuna rotativa è stata sfasciata, nessun giornalista e stato sprangato, nessuna manifestazione è stata dispersa o bandiere rosse bruciate, nessuna tromba, trombetta o trombone è silenziato.
Parlano Santoro, Travaglio, Lerner, Floris, la Bignardi, Fazio.
Non ho mai visto un regime più scassato di questo che dove esistiti o esistenti, si sente sempre e solo la voce del padrone.
E il Giorgio, che con quella Bocca può dire ciò che vuole, chiosa:
- «Come per il delitto Matteotti, arriverà il momento in cui questo governo si troverà nella necessità di sopprimere davvero la libertà di stampa.»
Boccadoro teme dover rimettere firma sul nuovo "Manifesto della Razza" dove, ad "ebrei", oggi si sostituisce "giornalisti".
Gli fa...Eco pure il Don, il Tony Sciortino, di Famiglia Cristiana:
- «La stampa non può essere lo zerbino del potere».
E già, lui lo sa: lui ha visto il diavolo ed ora fa l'esorcismo.
Io l'avevo detto, al buon diavolo:
- «Ascolta me, Lucy», che sta per Lucifero «Antonio non è cattivo, mettiti nei suoi panni...»
Troppo tardi mi sono accorto di aver commesso un errore.
- «Lucy, ti scongiuro, non volevo dire questo: in nome della nostra vecchia amicizia, ascoltami: esci dal Sciortino, che se no ti agiti, sudi, prendi freddo e poi muori.»
Ce l'ho quasi fatta: ora Don Sciortino è migliorato;
c'ha solo un diavolo per capello!

- «Antonio, guardami, io ti esorcizzo: vade retro, Satana!»

E voi, a casa, non provateci a farlo con l'altro Antonio, il Di Pietro: non funziona, perché non esce.


Io, secondo me...05.10.2009

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