giovedì 10 dicembre 2009

Carampane a morto

Ci si abitua a tutto, tanto che neppure le stragi ormai fanno più notizie ed effetto, tanto che, il ripetere morti qua e morti...Allah, serve solo a formare ancora più strati sul callo dell'indifferenza e il farne conta è come recitare il ritornello del girotondo, e chi se ne frega se finisce con un bel "Casca il mondo, casca la terra e tutti giù per terra";
davanti a tanta stanchezza e rassegnazione, a continuare a raccogliere e a far l'avvocato delle cause perse, cascano le braccia e si cerca il rimbambimento e il cavalcare chi e quello che non presenta resistenza o pericolo, lasciando e stando alla larga da quelli del "Chi vusa pusè la vacca l'è sua", chi grida di più si prende la vacca.
Bello, l'applicare la regola del "Ti piace vincere facile" e fare il debole con i forti e i forti con il debole.
Accada quel che accada, ma non in casa mia, che degli altri non me ne intrigo.
Un esempio, uno per tutti?
"2012", del regista Roland Emmerich, pellicola che cavalca l'onda e la moda del catastrofismo, prendendo spunto dal calendario Maya che, interrompendosi proprio lì, fa presagire che non ce lo volevano dire - per non spaventarci - ma siamo alla fine del mondo, all'Apocalisse.
Casca il mondo, casca la terra, Notre Dame va in pezzi, così come l'abbazia di Westminster, il Big Ben, si sbriciola il Cristo Redentore, che sovrasta Rio de Janeiro e va in polvere la Casa Bianca, il Congresso di Washington e il Vaticano, con San Pietro e il cupolone;
Ma la Kaaba alla Mecca no, come tanto altro dell'altra sponda.
Miracolo!
Macche: fifa.
- «Far crollare il Vaticano non comporta alcun rischio: i cattolici non mi condanneranno a morte; far sprofondare la Mecca mi avrebbe procurato una fatwa dagli islamici!», ammette il caro Roland Cuor di Coniglio;
e allora, come dicono - disen i milanes vecc - i "meneghitt", i vecchi meneghini - "Gh'è minga de maravejass a pensà che'l faga un puu 'l ganassa", non c'è da meravigliarsi che faccia un pò il bauscia, ma solo dove non rischia la cotica.
Tempo addietro, il custode di un Museo si prese un cazziatone pauroso, solo per aver fatto bene nell'invitare a scantonare una che voleva entrare con il burqa, il telone che copre le donne musulmane, marchiate Taleban.
Dove il divieto, di accedere alle acque pubbliche con il "burkini", burqa-tendone per il bagno, alcune "onorevoli" femmine nostre si sono cosi intabarrate, per protesta, spacciando e dando ad intendere che chi vietava attentava ad una libertà, quasi che le "burkinate" godessero del bene principale d'essere padrone di se e delle proprie scelte.
Femministe da quattro soldi, che il loro fare evidenziava una crudeltà: dove alle une era concesso vivere alla luce, alle altre era imposto la tenebra.
Carampane italiote!
A migliaia invasero i marciapiedi, stendere i pannolini della preghiera e la piazza del Duomo, a Milano, a marcare con la forza il territorio, a far i cazzi propri in casa d'altri, in muscolare pretendere, a mostrare disprezzo e terga per gli altri, imperfetti, miscredenti, infedeli, cani, porci e scimmie.
Queste ed altre manifestazioni, a confermare: "Chi vusa pusè la vacca l'è sua".
E tutti zitti: a chinar la testa, nell'illusione che basti chinare il capo, a che l'uragano si sposti e vada a devastar altrove.
Germania, università di Ratisbona, Benedetto XVI sul rapporto tra fede e ragione:
- «Il dotto imperatore bizantino Manuele II Paleologo tocca il tema della jihad, della guerra santa [...] si rivolge al suo interlocutore [...] dicendo: "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava".»
Manuele II Paleologo...si rivolge al suo interlocutore dicendo...
Manuele dice, NON Benedetto.
Apriti cielo!
La parte analfabeta, rozza, grossolana e d'infima cultura dell'Islam peggiore, apre le stalle e chiama a raccolta il bestiame, lanciandolo per le piazze di mezzo mondo, a bruciare Chiese imbottite di cristiani, a dar da intendere che quelle erano le parole del massimo esponente della cristianità, in spregio all'unico vero dio; il loro, ovviamente.
E l'Occidente, zitto, tremebondo, a domandar perdono per un peccato che mai ci fu, ad accettar supinamente che missionari e gente nostra fosse accatastata a far fiamma, e addirittura crocefissa!
La parte infame di un mondo aggressivo, soffocante, schiavizzante, fanatico, irrispettoso, megalomane e ignorante vive di "percezioni", come una belva in caccia: elabora segnali, che l'istinto agisce per la ragione, unghie e denti come forza.
La preda è quella che dà la sensazione d'essere l'ultima del branco, la più debole, la più facile da abbattere.
Via i Presepi, i Crocifissi, le immagini, le campane che disturbano, i segni, le tradizioni, l'eredità della Storia nostra, bella o brutta che fosse: una pianta senza radici, magari bella a vedersi, ma a dover cadere con un soffio.
"Novembre, Nova Milanese, alle porte di Milano: una mamma scrive una lettera al dirigente scolastico della scuola dell'istituto elementare di Via Novati chiedendo di cambiare il nome del Natale, per rispetto di chi non è cattolico; si chiami magari Festa della neve, o dell'inverno".
Stiamo parlando di una scuola elementare, dove i bambini ancora non conoscono simili sottigliezze, a vivere ancora d'innocenza e senza barriere: ma ci pensano i genitori, con il proprio livore, rabbia, acredine, odio, a preparare i primi steccati ideologici, a pompare veleno nei dentini, a che la progenie, crescendo, prenda del loro.
Ancora: "[...] genitori della scuola elementare “Jean Piaget” di Roma protestano contro la nuova insegnante d'italiano perché è una suora. Un gruppo di mamme contrarie alla nuova insegnante, suor Annalisa Falasco, ha incontrato la preside: «La nostra è una scuola pubblica, una scuola statale. Qui non è in discussione la persona ma l'istituzione che rappresenta, cioè la Chiesa [...] potrebbe cristianamente lasciare il suo posto ai tanti professori senza lavoro»".
E già: magari quelli usciti con il sei politico, dalle "scuole del poppolo", con la pagella con il timbro falcemartello!
"I bambini sembrano gli unici ad avere le idee chiare: loro non vogliono cambiare maestra, dimostrando il loro affetto con un lungo applauso a favore della suora. Gli alunni hanno applaudito, come risposta alla domanda della preside, che ha chiesto se cambiare maestra".
Penso che i loro genitori, sconfessati, li manderanno a Mosca, nelle vecchie aule dove hanno imparato loro.

Con questo fare ed essere, stiamo morendo;
queste sono le termiti che rosicchiano, a far crollare scuola, famiglia, a minare le fondamenta dell'intera società, a dare percezione che siamo vulnerabili, facile preda e ventre molle.

Sono queste le nostre campane...Carampane a morto.

Io, secondo me...10.12.2009

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