- «Non fa male...non fa male!»
La tipa saltellava come un grillo, attorno al più possente e tarchiato marito.
A vederli, pareva la serie di Rocky Balboa, il famoso pugile interpretato dall'attore Silvester Stallone, dove usava la propria faccia per intercettare i colpi dell'avversario, più che il pugno;
il povero Rocky ne usciva sempre vincitore, più per sfinimento di chi lo affrontava che per doti agonistiche proprie.
Con la faccia come una bistecca passata al tritacarne, scoraggiava quel che lo pestava con la famosa frase, appunto:
«Non fa male...Non fa male!»
A quello, prima o poi, cascavano le braccia e - beng! - gli arrivava la mazzata finale di quel che, fino ad allora, le aveva buscate incessantemente.
- «Fatto niente, fatto niente: ciccabù, ciccabù!»
La femmina continuava l'incontro, nonostante il naso ridotto a gnocco, gli occhi tumefatti, gli zigomi violacei, gli incisivi spezzati, il contorno occhi dell'orsetto Panda, le labbra gonfie come canotti, le capsule dentali saltate, la mandibola sghemba e cascante, le dita fratturate e i capelli arruffati.
- «Non mi fai paura, marameo!!»
Il gancio le arrivò dal lato scoperto, mentre un montante devastante le schiacciò i denti, gli uni sugli altri, mandandoli in frantumi;
Il colpo allo stomaco la piegò in due, come un libro rinchiuso di botto, mentre i polmoni si sgonfiarono d'un fiato, come una gomma forata dal chiodo.
Il colpo basso le fece vibrare tutto l'apparato riproduttivo, dove ormai quel che stava sopra ora era sotto e viceversa.
- «Tutto qui, non sai fare di meglio?»
a dire il vero, questa frase è stata interpretata più dalla mimica che dalla lettura del labiale, che ormai la bocca era attaccata al naso, a formare un tutt'uno.
L'uomo la finì con lo sgabello, il martello del gong e il secchio, dove stava in ammollo la spugna.
Alla vista dei carabinieri, avvertiti dai vicini di casa della coppia, allarmati dalle urla bestiali, di rabbia e dolore, si presentò uno spettacolo tremendo, quando i portantini della lettiga deposero i pezzi della donna sulla tela, avendo l'accortezza di numerarli, per dar modo poi di ricomporre i tanti ossicini spezzati, i lembi di carne striata e i tendini che assomigliavano a stringhe slacciate o spaghetti scotti;
la donna, con la migliore delle dita maciullate riuscì ancora a tracciare, con il suo sangue, una riga sul pavimento
- «Non fa male...non fa male!»
Ad uno dei militi scappò detto, con ammirazione e dopo aver ammanettato il manesco marito:
- «'azzarola; quella è proprio una donna con le palle!»
Dopo aver raccolto i coriandoli corporali più minuti con lo scopino e l'aspirapolvere, i volontari della croce rossa sgommarono quanto più in fretta possibile, a sirene spiegate e con la massima celerità.
- «[...] una con le palle, per nulla intimorita dal consorte, manesco e offensivo; pertanto, questo tribunale assolve l'imputato perché ritiene che ingiurie e botte non possano essere considerate sopraffazione esercitata dall'accusato, visto che la moglie è una tigre, per nulla spaventata dalla brutale virilità del suo King Kong!»
Bam! Bam! Bam!
Il martelletto batté inesorabile, sottolineando l'atto di giustizia, mentre i signori togati se ne andarono alla spicciolata, tronfi e ringalluzziti, dopo aver telefonato a casa: «Maria, butta la pasta, che sto arrivando!»
Le tante Marie, mogli di questi della Cassazione, Suprema Corte di illuminati, sicuramente avranno fatto tesoro del neanche tanto velato messaggio: credere, obbedire e tacere, altrimenti, se mostrate gli attributi - io sono omo! - c'è licenza di raddrizzarvi a legnate!
Prese per i capelli e trascinate nella caverna, c'hanno tagliato le unghie, alle ribelli, quei maschioni della...Cazzazione.
King Kong, scimmione di Livigno, condannato dalla corte di Sondrio e pure, in appello, in quella di Milano, altri parrucconi l'hanno fatto uscire dalla gabbia: tribunale che vai, legge che trovi, che non è vero sia uguale per tutti.
Io, secondo me...04.07.2010