mercoledì 26 settembre 2012

Duralex SEX lex

 

«Signora, si spogli!»


La “Carabiniera” infila il guanto di lattice.
 

«Non penserete che nasconda documenti segreti nelle mutande?» prova a sdrammatizzare l’Anna Maria.

La “militaressa”, senza capire la sottile ironia, si sgranchisce e fa scroccare le dita, fasciate dal lattiginoso guanto. Chiude il pugno lasciando sull’attenti il solo dito medio.

«Chiavette USB, microschede e memorie elettroniche oggi sono talmente piccole che si possono infilare dappertutto» ribatte l’”ispettrice”.

L’Anna Maria Greco forse avrà pensato anche al CD, indovinando dove la tipa si sarebbe spinta nella ricerca, avendo bene a mente la forma del supporto e la naturale scanalatura, dove potrebbe essere ospitato!
 

“Dura lex, sed lex”: la legge è dura, ma è la legge.
 

Questo, in sintesi, il succo del discorso che le fecero i “Rambo” in divisa (una donna e quattro uomini!), dopo essersi presentati, poco prima della nove di mattina, in quel di febbraio, nell’anno del Signore 2011.

Tutte le portinaie e le pettegole del vicinato (migliori delle spie del KGB!) saranno ancora oggi a raccontarsi di quella muscolare prova di forza bruta e a malignare che, per tanto casino, qualchhe scheletro nell’armadio l’Anna lo doveva avere.

«Te l’avevo detto che  nascondeva qualcosa: quello sguardo fuggente, sempre di fretta, con cartellette e borse piene di documenti… sicuramente compromettenti! E poi... lavora al Giornale, quel fogliaccio destroide, dove lavora quel tipo pelato con la zucca da Duce… l’Alessandro Sallusti, ecco!»

Senza saperlo, le betoniche, esperte nel farsi i cazzi degli altri, almeno in questo avevano fatto centro.

L’Anna era dalla parte sbagliata della barricata, quella avversa ai rossi… e alla rossa: l’Ilda Boccassini, una toga che contava, nel palazzone di Giustizia di Milano.

Il Giornale, aveva riportato una notiziola succulenta, su quella che sentenziava sui costumi - o dei non costumi - del Berlusca, il satiro depravato, affetto da priapismo e sempre a caccia delle “patatine”.

La moralizzatrice, il Savonarola meneghino, fu pescata con la veste alzata, mentre giocava al dottore con un giornalista di sinistra.

Mica un pettegolezzo campato in aria, ma riportato in atti giudiziari: un processo, dove l’Ilda doveva spiegare cosa ci faceva in luogo pubblico con la toga ad altezza ombelico e un maschietto a occupare lo spazio lasciato - momentaneamente - libero.

Ora, se le notizie più goderecce e "porcellose" sono proprio quelli come lei, a tollerare che escano dalle muffe mura, per ingrossare le ventole che poi ne spandono merda al mondo, contro quelli che gli stanno antipatici o lo sono per “amici di merende”, passi.

Ma non sia mai il contrario!

Occorreva un atto di terrore, onde scoprire la “gola profonda”, che aveva rivelato quanto anche gli inquisitori erano votati all’orgasmo del “Dura lex… SEX lex!”.

Sulle vergogne loro c’è un cartello con un teschio, come quello sulle linee elettrificate:

“Chi CI tocca muore!”.

A tanto, per fortuna, mancando la possibilità di infliggere la pena di morte, non possono arrivare, ma hanno talmente tanto potere e nessuno “sfogatoio”, che quando scoppiano fanno massacri.

Contro l’Anna Maria hanno sventagliato tutta la feròcia che può solo un nido di calabroni, quando è violato!

Truffatori, malversatori, ricattatori e spacciatori spesso non hanno pari trattamento.

Ben cinque armigeri - dicasi cinque - per irrompere in casa di una madre e moglie, alla buonora.

Un avvertimento… colpirne uno per educarne cento!

Vergogna, umiliazione, terrore… tanto bastava: uomo - o donna - avvisato…

 

Oggi tocca all’Alessandro prendersi una bella… lavata di capo!

 

Sallusti dimostra di non essere stato tra i cento educati e di tenere “Testa de coccio”.

Occorre provvedere e risvegliare la “Santa Inquisizione”.

Per farlo, sono tornati a pescare nella spazzatura, riportando a galla putride croste di formaggio dal fondo della  pattumiera.
Roba vecchia, frattaglie e avanzi da riutilizzare quando manca di meglio, da cucinare “Pro domo loro”.
 
Il nastro del film è riavvolto ancora più indietro nel tempo: febbraio 2007.

Alex Sallusti era allora Direttore di Libero, che pubblicò un corsivo anonimo, per cui un giudice (arieccoci!), si sentì diffamato e denunciò per tanto.

Che avesse torto o ragione, la cosa fu liquidata - come dovrebbe, per cazzate simili - con una pena pecuniaria, dove generalmente l’entità dovrebbe coprire ogni qualsivoglia danno fosse stato cagionato, quando provato il reato e la colpa.

Ebbene no… colpirne uno per educarne cento!

Botteghe e toghe oscure vorrebbero affondare il colpo e aggiungere pena detentiva: quattordici mesi di galera!

Non sarà forse confermata, ma il segno rimarrà, a futura memoria.

Per le strade intanto girano liberi criminali della peggior specie, perché nelle patrie galere non c’è più posto.

Di tutto e di più, ma hanno l’accortezza di non rompere gli zebedei agli “Intoccabili”.

Io, secondo me… così pensa il Bepp… Mister X!!
 

Io, secondo me... 26.09.2012

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