USA e getta
Vorrei
cominciare con il classico “sarò breve”, ma la materia non me lo concede;per gli eroi che volessero continuare, m’impegnerò al succinto, per quanto possibile.
Lasciate ogni
speranza a voi che proseguite.
«L’Isil è roba nostra, ma c’è SFUGGITA DI MANO.»
ISIL e la sua variante ISIS sono
acronimi di Islamic State in Iraq and the Levant e Daesh (Al Dawla Al Islamiya fi al Iraq wa al Sham) pari sono: se non è zuppa,
è pan bagnato.
Con
l’ultimo si cancella parzialmente il risalire alla fonte: l’aggettivo “islamico”.
Eravamo nell’agosto del
2014 quando l’allora ex
segretario di Stato
“iùessei”, Hillary Rodham Clinton,
rivendicava la paternità della guerriglia islamista, in funzione anti Assad; l’America di Obama.
Se mai ci
fossero stati dubbiosi, su chi avesse creato il mostro, ora negando pure
l’evidenza, sarebbero sempre di più a confermare che “errare humanum est, perseverare
autem diabolicum” ovvero “commettere errori è umano, ma perseverare è diabolico”.
«È stato un fallimento. Abbiamo
fallito nel voler creare una guerriglia anti Assad credibile. Era formata da
islamisti, da secolaristi, da gente nel mezzo. Il fallimento di questo progetto
ha portato all’orrore a cui stiamo assistendo oggi in Iraq».
Parola della “sciura” Hillary, al
momento in cui scrivo, favorita e avvantaggiata nella corsa per la Casa Bianca,
futura “Presidenta” degli USA.
A quel grande deficiente di Obama, gli
abbiamo dato credito da subito: un bel Nobel per la pace. Come dare un dottorato
a un neonato.
Ma tant’è… faceva tanto colore.
Da allora, in politica estera, lo scemo
del villaggio a stelle e strisce, ha fatto più danni e del suo peggio,
destabilizzando all’ennesima potenza, dal mediterraneo all’estremo oriente.
«[…] abbiamo anche commesso molti errori […] appoggiato
personaggi veramente cattivi. […] in America Latina e nel Sud-est asiatico di
cui non vado per nulla fiera. Ma all’epoca c’era un obiettivo più grande. E lo
abbiamo raggiunto. TUTTO IL RESTO È PASSATO IN SECONDO PIANO. È così che
bisogna agire, che deve agire l’America!»
Idee chiare; e brava la “Clintonina”!
«Obama deve prendere esempio da Netanyahu […] ha fatto
quello che serviva per contrastare i missili sparati dai palestinesi […]
diritto di difendersi […] agito correttamente, come andava fatto. LE VITTIME
CIVILI, I BAMBINI, LE DONNE, SONO TUTTI EFFETTI COLLATERALI di una POLITICA
GIUSTA. Quando un Paese attacca, ovviamente, colpisce ANCHE CIVILI INNOCENTI
[…] la colpa per quello che sta accadendo resta ad Hamas!»
Bene, ricordiamoci questo passo, perché la nostra amica ha
sputato controvento e gli ritorna.
«Obama deve prendere esempio da Netanyahu. Se avessimo agito
con la stessa decisione in Siria I COMBATTENTI DELLA JIHAD non ci sarebbero
sfuggiti di mano, come poi è accaduto. Adesso RAPPRESENTANO UN VERO PERICOLO
PER IL MEDIO ORIENTE, PER L’EUROPA E PERFINO PER GLI STATI UNITI.»«Pape Satàn, pape Satàn… Aleppo!»
Mi perdonerà Dante,
il divin poeta, se ho preso a prestito e storpiato un suo verso.
Aleppo… Siria.
Occorre disinfestare: anche Putin “deve
prendere esempio da Netanyahu”, per non farsi sfuggire i combattenti della
Jihad… “roba nostra”, prossima a “sfuggire di mano”, vero
“sciura” Rodham, coniugata Clinton?
Jabhat al-nuṣra li-ahl al-Shām, ossia… fronte del soccorso al popolo di Siria, chiamato
anche Anṣār al-Jabhat al-Nuṣra li-Ahl
al-Shām", Partigiani del soccorso al popolo della Grande Siria: il
Fronte al-Nusra… affiliato ad al-Qāʿida!
Perché, nella
mente elementare di Obama, vale l’assunto che “il nemico del mio nemico è mio
amico!”.
Mai avrei creduto
di guardare con sollievo, addirittura ammirazione, l’intervento di Putin, per
rabberciare alla meglio gli strappi, i danni e il disequilibrio che un simile
imbecille ha saputo fare, in mezzo mondo.E, per favore, non mi si venga a dire che l’intervento americano in Siria è per motivi umanitari.
Lo Stato Islamico di Iraq e Siria è il pretesto, il
grimaldello che, in teoria, avrebbe dovuto permette agli Stati Uniti di
intervenire nei paesi arabi, con i “buoni islamici” per sconfiggere quelli
“cattivi”, che minacciano la sicurezza mondiale… o gli interessi “iùessei”.
Dove “i civili,
i bambini, le donne, sono tutti effetti collaterali di una politica giusta”.
Le brutte
abitudini pescano da lontano, ma non hanno insegnato nulla.
Sotto la presidenza di Reagan gli Stati Uniti armarono e
addestrarono i talebani in Afghanistan per contrastare l’intervento sovietico.
Al-Qaeda nasce qui, con i soldi e il supporto loro.
Allora Bin
Laden era intervistato da quotidiani occidentali, che lo definivano “freedom
fighter”.
I Talebani erano glorificati e i vari leader islamisti
afghani ricevuti alla Casa Bianca con tutti gli onori e considerati “leader con
gli stessi valori dei Padri Fondatori”.
Poi, con l’11
Settembre e il crollo delle torri gemelle, gli amici di ieri diventano i nemici
di oggi, ma il danno è fatto e il cancro ha generato le sue metastasi.
Come oggi contro Putin, partì allora una campagna
propagandistica mondiale, dove si voleva che “[…] l’Islam ha dichiarato guerra
alla civiltà occidentale […] ci sono arabi pronti a farsi esplodere dappertutto”.
Creata la paura, ecco ottenuto i consensi per la guerra al
terrore e prontamente eliminare gli ex-alleati talebani, ORA SFUGGITI AL
CONTROLLO e s’invade l’Iraq; ma il governo di Saddam Hussein apparteneva alla
corrente del baathismo laico e nulla aveva di islamismo.
Non lasciano, vincono e che fanno? Raddoppiano!Il governo di Baghdad cede, nel 2003,
Con nefasta scelta “Ad minchiam”, l’esercito regolare del sunnita Saddam fu disciolto:
400.000 soldati persero grado, occupazione e incarico militare, esclusi dal sistema pensionistico vigente, umiliati e ridotti ai margini della comunità, come appestati.
Quello che pure un bambino avrebbe capito, successe:
molti di quei soldati, senza più un posto nel “nuovo” Iraq,
ritornarono in armi e iniziarono a opporre resistenza armata contro
l’amministrazione americana e il neonato stato iracheno sciita, per poi
confluire in quella forza che prometteva riqualificazione, patria, protezione,
bottino e vendetta, tremenda vendetta!
Ecco l’embrione dello Stato Islamico, nocciolo dei ribelli
anti-Assad, anche loro, per ammissione della Hilary Clinton, supportati e
finanziati dagli Stati Uniti.
Proprio bravi a creare mostri, stì imbecilli americani,
neanche capaci di imparare dagli errori del passato.
Poi non solo raddoppiano, ma triplicano, mettendo altra
benzina sul fuoco.
Con Obama: gli Stati Uniti devono intervenire per difendere
i giovani della Primavera Araba in lotta contro i “dittatori” (ovviamente tutti
i non graditi all’America). Bin Laden, ormai divenuto ingombrante e vetusto spauracchio, è fatto fuori al volo.
Nuovo giro di frittata… et voilà!
Gli islamisti adesso sono alleati: tutti i peggiori, dal
Fronte Al-Nusra siriano ai Fratelli Musulmani, sono trasformati in giovani non
violenti, in lotta contro la dittatura.
Entra in gioco il nano: Nicolas Paul Stéphane Sárközy de Nagy-Bócsa… tanti nomi per
tanta pochezza.
Obama e il suo mezzo-complice francese, arma delle milizie
islamiste in Libia per eliminare Gheddafi, che aveva messo un tappo efficace
per quei barconi che scaricano continuamente una fiumana bipede che sta
invadendo e occupando l’intera Europa, portando con sé tanti frutti avvelenati,
che stanno dando scossoni potenti alle fondamenta economiche, di sicurezza e
stabilità al gigante dai piedi d’argilla: un’unione europea solo sulla carta,
che vacilla sotto i colpi di maglio di tanto scodellamento.Ormai “roba nostra, ma c’è SFUGGITA DI MANO”.
Ecco il
ritorno della propaganda, martellante, insistente, invasiva e pervasiva.
Putin è un
cattivone. Uccide i bambini: pensare che una volta si diceva che i comunisti li
mangiavano; forse che Vladimir sia diventato vegano?
«LE VITTIME CIVILI, I BAMBINI, LE DONNE, SONO TUTTI EFFETTI
COLLATERALI di una POLITICA GIUSTA. Quando un Paese attacca, ovviamente,
colpisce ANCHE CIVILI INNOCENTI!»
Leggo:“L’Isis è funzionale agli interessi americani anche in Iraq. Dopo la caduta del sunnita Saddam il paese, essendo a maggioranza sciita, si è avvicinato politicamente ai correligionari e all’Iran, e di conseguenza anche alla Siria alleato storico di Teheran, creando negli Usa il timore di perdere la propria influenza sul paese […] l’obiettivo di Washington è quello di rendere controllabile il paese suddividendolo in tre aree: sunnita, sciita e curda […] il governo Usa ha invitato l’Iraq a procedere a una riforma in senso federalista. Per questo l’Isis è stato lasciato agire fino a mettere alle strette il governo di Al-Maliki”.
«[…] abbiamo anche commesso molti errori […] appoggiato
personaggi veramente cattivi. […] di cui non vado per nulla fiera. Ma c’era un
obiettivo più grande. E lo abbiamo raggiunto. TUTTO IL RESTO È PASSATO IN
SECONDO PIANO. È così che bisogna agire, che deve agire l’America!»
Come si dice:
chi sta meglio c’ha la rogna!
Io, secondo me… 12.10.2016