Papallah
Sono nato… morirò.
Nell’attesa, tra le due fette infarcite d’incognite e variabili
impazzite, non sapendo quando taglierò il filo dell’ultimo traguardo - e
“sorella” Morte il mio - a disponibilità future sono uso anteporre un bel
«A Dio piacendo.»
Da Cristiano sono abituato a rivolgermi sempre lassù,
all’Altissimo;
nell’umana sofferenza invio supplica: All’attenzione del buon DIO - Via Nell’Alto dei Cieli, Ultimo piano.
Sul nome magari ci si gioca, secondo della fonte; nel vecchio Testamento,
si presenta.
Dio disse a Mosè: "Sono Colui che sono".
E aggiunse: "Ai figli di Israele dirai: 'Io-Sono' mi ha
mandato a voi’. Dio disse ancora a Mosè: "Ai figli di Israele parlerai
così: lahve Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di
Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome in eterno, questo è il mio
ricordo per sempre".
Nel Nuovo Testamento è chiamato semplicemente Dio (o Theòs);
oppure Signore (o Kyrios), ed anche Padre (o Patèr), spesso nella forma ebraica
Abbà (non allah!).
«Abbiamo bisogno della vostra presenza, del vostro sostegno e
incoraggiamento!» implora Louis.
«Inshallah» si sente
rispondere.
Louis Raphael I Sako, Primate della Chiesa caldea, avrà pensato di
aver sbagliato persona e che quel tipo vestito di bianco fosse il proprietario
del cammello, parcheggiato a fianco della Moschea.
Ma no… è proprio Francesco - il Papa - quello che gli passa un
santino con la preghierina.
“Signore, stendi l'ombra della tua croce sui popoli in guerra […]
solleva dalla devastazione l'Iraq e la Siria […] sostieni i cristiani della
diaspora”.
All'incontro, in occasione della visita del Papa in Georgia e
Azerbaigian, Louis ci spera.
«Venga anche da noi, a farci una visitina a Baghdad. Ci farebbe piacere!»
All'incontro tra i due, inserito nel programma della visita
papale, anche il resto della comitiva dev’essere rimasta basita:
“[…] all'incontro hanno preso parte anche dodici Vescovi caldei,
reduci dal Sinodo annuale appena celebrato a Erbil, capitale del Kurdistan
iracheno, insieme a fedeli caldei provenienti dagli Stati Uniti, dalla Francia,
dal Canada e a un gruppo di cristiani iracheni che attualmente vivono nella
condizione di rifugiati, dopo aver dovuto abbandonare le loro case davanti
all'avanzata dei jihadisti dello Stato Islamico".
Inshallah.
I rappresentanti
della Chiesa Ortodossa, mica fessi, non sono cascati nel giochetto della “Captatio
benevolentiae”, goffo,
maldestro e tremebondo tentativo di guadagnarsi la benevolenza di… quell’allah!
Dal Patriarcato, nisba! Nessun rappresentante locale, né una
delegazione né vescovi. Sedie vuote.
Presenza, sostegno… incoraggiamento.
Inshallah… se Allah vuole, risponde il Papallah.
Allahu Akbar: (sotto)missione compiuta!
Caro Francesco, un consiglio per le pulizie: al ritorno metti la divisa
in lavatrice e usa un buon detersivo. Il migliore, quello che cancella tutto:
il Daesh!
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