martedì 11 marzo 2008

Sputo controvento

Tempo addietro fui involontario protagonista di una comica;
non che mi fossi proposto per il cinema, un posto di pagliaccio al circo o applicassi la mia personale filosofia, del "Meglio far ridere che piangere".

No: semplicemente ho fatto come quelli che, nella prima guerra mondiale, avevano lanciato gas venefici contro l’avversario, ritornati poi al mittente sull’onda di un venticello malandrino che, stanco di volteggiare per di là, tornò sui suoi passi e imbustò la nebulosa fetida, nauseabonda e ammorbante, nelle nari dello spargitore.

Avete presente i pestiferi ragnetti che assaltano in massa le belle rose, attaccandosi a quelle e ciucciando come assatanati fino a farle avvizzire e riducendole come mummie rinsecchite ?
Lo stesso successe al frutto della mia piantagione, e reagii come fossero masse talebane:
presi una bomboletta d’insetticida e nebulizzai, fino a sentire la poveretta che, esaurita, sbuffava, ansimava e boccheggiava per mancanza di fiato.
I ragnetti si erano fermati per un attimo, attenti come i tifosi allo stadio, in un momento che s’indovinava cruciale per le sorti della partita.
Giuro, ho avuto la sensazione di una risata corale di quelli, quando una brezza assassina mi tornò la nube tossica, che m’avvolse come una coperta.

Molti ricorderanno, nella fantascienza di Star Trek, i Klingon:
erano i principali antagonisti della Federazione dei Pianeti Uniti, caratteristici per avere una faccia raggrinzita, incartapecorita, con pustole, bitorzoli e rilievi, a mezzo tra le bolle, che si formano a pelo d’acqua quando questa è ad ebollizione, e la faccia butterata da numerosi crateri, come quella della luna.

Ecco: io ero così e pure spelacchiato, che neppure al Napalm era riuscito il ridurre boschi e foreste, nel Vietnam;
errori di valutazione, imprevisti del mestiere e scherzi del destino, come l’aver sputato controvento o il ritorno di fiamma, per l’uomo che soffia il fuoco negli spettacolini circensi e di piazza.

Vuoi vedere che Osama Bin Laden e Ayman al-Zawahiri sono prossimi a riavere indietro il tanto catarro, sputato in faccia al prossimo ?

L’inversione di tendenza sembra cominciare proprio dall’Iraq, dove la più oculata strategia del generale Petraeus sta riuscendo ad accattivarsi le simpatie dei potentati tribali locali, ormai stanchi e stomacati dalle tante crudeltà delle bande d’occupazione di Al Qaeda, specializzate ormai a sparare nel mucchio, ad uccidere più fratelli nella fede che infedeli.

In passato ebbi a dire che è il cammino lungo della Storia e non lo sgambettare della cronaca a definire il giusto e il no, il ben fatto o meno, il caso e la necessità, il valore e rumore della crescita dell’erba, piuttosto che lo scrocchio violento dell’albero che cade.
Non sarà il fiato corto dell’immediato a dar figura al futuro, ma la lenta macina, che ruota con pazienza nel masticare e rumine continuo, per digerire scorze e pellacce, anche se dure e coriacee.
Il terrorismo si batte con la calma della goccia, che cade e buca anche la pietra più dura: il tempo per erodere e maggiore di quello per martellare, ma ineluttabile, a non lasciare nulla più che polvere.
Impegnando il terrore sul posto, da dove trae forza e nutrimento, è come seccarne la fonte ed impedire di doverlo incalzare dallo zerbino di casa tua.
Di suo poi ci mette, per farsi schifare, che nessuno, alla fine, vuole essere pane per la sua masticazione.

I sacerdoti della morte, i becchini del prossimo, gli adoratori della carne decomposta, non possono durare, che alla fine ogni padre, ogni madre, sarà a preferire i propri figli consegnati al domani che scannati all’oggi.

Leggo, e voglio credere all’inversione di tendenza:
"[...] l’onda d’urto all’interno del mondo islamico sta cominciando a dirigersi minacciosamente contro al-Qaeda
[...] nel novembre del 2007, l’egiziano Sayyid Imam al-Sharif, una volta mentore di al-Zawahiri, sostenne che l’uso della violenza per rovesciare governi islamici è illegale da un punti di vista religioso e dannoso da un punto di vista pratico [...] suggerisce la creazione di una speciale corte islamica per processare Osama Bin Laden e Ayman al-Zawahiri, definendo gli attacchi dell’11 Settembre 2001 una catastrofe per tutti i musulmani".
Sharif pare sia una leggenda vivente del movimento jihadista globale, mica un quaraquaquà qualsiasi.
Ha lanciato una fatwa per proibire alla gioventù saudita di dedicarsi alla jihad in terra straniera;

Continuo a bearmi nella lettura, ad alta voce, delle parole di Sayyid Imam al-Sharif, sperando che non sia l’ennesimo buco nell’acqua:
"[...] quanto sangue è stato versato? Quanti innocenti, tra bambini, anziani, deboli e donne sono stati uccisi o resi senzatetto [...] la rovina di un popolo intero così come succede in Afghanistan e in Iraq non può fare felici i musulmani".

Segue una lunga disanima di cifre, dati e proiezioni, a provare quanto simpatie, appoggi e complicità siano andati a scemare, in proporzione al tempo e al sangue.
Gli iracheni continuano a rivoltarsi contro l’organizzazione di Bin Laden e lo stesso fa la maggior parte del mondo arabo e musulmano.

Speriamo non sia tutto fumo negli occhi, una..."Taqiya per il culo" ovvero, la nobile arte di simulazione e dissimulazione, ad uso e consumo di babbei come me;
altrimenti, analisti di mente fine, come Magdi Allam e Valentina Colombo, mi sveglieranno bruscamente:
sarebbe come togliermi dalle braccia di Nicole Kidman, prima d’aver raggiunto l’orgasmo narco-soporifero e ritrovarmi...nelle braccia di Morfeo !


Io, secondo me...11.03.2008

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