lunedì 10 marzo 2008

Stercopoli

I più fortunati arrivano alla fine del mese, ma non riescono a risparmiare un ghello:
saranno i prossimi predestinati alla "maledizione dei tre quarti", ovvero, l’avere il portafoglio in riserva prima ancora di aggrapparsi al salvagente dell’ultima settimana del mese, nel giorno di san Paganino, il 27, della busta paga.

Non che questo fosse risolutivo, ma aiuta a mantenere cucito addosso, attaccata come pezze nei pantaloni, la "signora speranza", ultima e disperata illusione che, in mezzo al guado, si tocchi, a non trovarsi con l’acqua alla gola, il sentirsi sprofondare e strapazzare nel gorgo della miseria e della disperazione !
La fiducia che possa domani andare meglio è essenziale, anzi, vitale: asfittici ma presenti battiti d’ottimismo, a dare forza, le ultime e consumate unghie con cui si graffia la depressione e ci si artiglia alla ciambella di salvataggio della dignità, alla fede nelle proprie forze e potenzialità, a mai dire "Mi arrendo, mi lascio morire qui", come quegli alpini durante la ritirata di Russia, che preferirono addormentarsi per sempre, stanchi di lottare, nella convinzione che tutto era ormai perduto.

La rassegnazione è la peggior arma che può mai veramente ucciderci: più che le bombe dei terroristi, i coltelli e le pistole dei rapinatori, la violenza di mandrie d’importazione, bestie a due zampe che percezione hanno pur’essi, ma che noi siamo ormai indifesi e pronti al macello.
Il salvaguardare la dignità, il rispetto di sè, è l’ultima barricata che si erge: il soffrire in silenzio l’umiliazione d’ogni giorno, lo stillicidio di sangue che costa ogni ora, l’incertezza che divora dal di dentro, che l’affondo può avvenire al minuto, magari da una lettera di licenziamento o della dismissione di quel mondo economico con cui hai sino al quel momento interagito e su cui si è galleggiato per tanto, costruendo un castello di carte su cui si erano accatastati sogni, il destino per noi e chi si ama, il futuro dei figli, le fondamenta per la propria continuità attraverso questi.

Tante sono le piaghe e le pieghe nascoste, dove tanti poveri disgraziati cercano ancora d’afferrare il miraggio del domani migliore, di un miracolo che forse verrà;
è solo questione di tenere duro, che prima o dopo anche la sfiga si stancherà di tenere la presa, e tutto rimarrà come un brutto sogno, il senso dell’incubo di una notte agitata, ma il ritrovare poi la piacevolezza nel ritornare alla normalità, felici di un bagno nella quotidiana, banale ma rassicurante normalità.
No, non sarà così: avremo in più il mal di testa della sbronza, unico valore aggiunto e tormento, nel vedere che l’angoscia era vera e che i sudori freddi era la stretta, che la notte e le tenebre andavano a dire che il loro regno sarebbe proseguito, anche all’apertura degli occhi.

L’eternità non apparterrà neppure al buio e, certo, ne usciremo, ma non tutti, e tanti saranno a terminare l’agonia nel rivedere la luce, come i prigionieri dei campi di concentramento, che morirono dopo la liberazione, l’ultima beffa di un destino carogna.
Altri rimarranno tra i fortunati, ma con l’anima dilaniata dalle ferite, che si porteranno nella tomba gli schiaffi e la vergogna che li prese.
Solo, mi auguro, che i rimanenti si ricordino e onorino gli onesti e i giusti che non ce l’hanno fatta, che si mettano in caccia: nelle strade, nelle piazze, negli angoli e negli anfratti, nelle ombre e dietro ogni nascondiglio, nelle aule e in palazzi del potere, su scranni, scaldini di tante chiappe onorevoli che, mentre la gente soffriva per loro incaute ed egoistiche scelte, erano a litigare sul come dividersene le spoglie.

Non pallottole, s’intende, ma sputi, tanti sputi: si cominci sin d’ora la salivazione, lo scatarramento, ad essere pronti a lavarli con quello, quando cadranno nella polvere, che devono subire identica privazione d’ogni rispetto umano; troppo male hanno fatto nel loro demenziale egoismo.

SI PUO' FARE !!

Alcuni se ne vanno - topi che sentono la nave affondare - grassi e paciosi dopo aver vuotato la dispensa:
- «Lascio la politica», ruttano i tromboni, dopo aver marcato con lo sterco.
Tanti sono i buchi che hanno lasciato d’aver certezza nel ritorno, quando rimesse le forme di formaggio.

E non sarà il nuovo che avanza, ma che DI NUOVO AVANZANO !!

Io, secondo me...10.03.2008

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