mercoledì 29 dicembre 2010

Partigiano Reggiano

«Se perdo, vado in Africa e non mi vedrete più!»

Per un momento, l’intero continente nero tremò: pure il bestiario dell’intera savana ebbe un attimo di smarrimento;
zebre e gnu, bufali e leoni, giraffe, elefanti, ippopotami, gazzelle e quanto ebbe respiro, nell’erba, sull’acqua e sotto, si mise in allarme, a fiutar l’aria, come a cercare di capire da dove sarebbe arrivata la disgrazia.
Tamburi di guerra riecheggiarono nei vasti spazi, mentre i guerrieri raccoglievano le loro zagaglie, gli scudi, le cerbottane e le pesanti scuri da guerra.
Tutti, ma proprio tutti si misero sulla difensiva, promettendo di vendere care la pelle.
Poi, così come si era annunciata, la minaccia sparì.
Da buon politico, come la banderuola sul cocuzzolo del tetto, cambiò il vento e pure opinione.
L’Africa tornò alla normalità e la gazzella, come la zebra e la giraffa, ringraziò il cielo di aver da temere, per la giugulare, solo i canini della leonessa.
Peggio andò a noi, che il Veltroni lo dovemmo tenere e, addirittura, voci di portineria lo danno ancora per candidato al timone di quella nave, che già portò ad incaglio sugli scogli.
Beh, non è colpa di nessuno: quando i dinosauri furono a far l’appello con il contagocce, altra scelta non ebbero che pescare nel sacco della miseria.
L’unica speranza, per gli italiani saranno le montagne, sempre che il caro “Uòlter“ della foresta ancora ne senta il richiamo.

«Dobbiamo stare tutti assieme. Siamo in emergenza democratica e dalla storia ci viene un insegnamento!»

‘azzarola: venti di guerra incombono!

Dario Franceschini, capogruppo alla camera, ex democristiano e tanto altro, pure lui rottame da incaglio, sulla barriera corallina berlusconiana, chiama a raccolta i Panda e di quanti hanno imboccato ottusamente il ramo evolutivo cieco, quello che porta all’estinzione del meno adatto e incompetente a rimodellarsi all’ambiente che, nel frattempo, è andato modificando.
Disarma veramente quest’incapacità, tanta ignoranza nel non vedere quanto inutili sono i vecchi modelli, per combattere e sopravvivere nel mondo della savana politica.

«Quando le nostre madri e i nostri padri erano sulle montagne a fare la resistenza, prima di fare le azioni delle brigate partigiane non si chiedevano: Sei liberale? Sei comunista? Sei democristiano? Sei per la repubblica o per la monarchia? Prima liberarono il paese.»

Riecco il Panda, che propone al resto del mondo l’unica dieta che conosce: no, non quella del bambù, ma del macinare Berlusconi;

Bersani, l’altro orsetto, non è stato da meno...l’ultima in ordine di tempo, per un parlato e un’apparizione catodica del cavaliere:
«[...] ha occupato la televisione per due ore e mezzo, come solo Kim il Sung e Lukashenko!»
Porca miseria, ecco il bue che da del cornuto all’asino: due nomi, due comunisti che più non si può, prodotto di quella cultura a cui il nostro Piergiggi ha donato i migliori anni della sua vita!

Dario nostro continua a farsi del male:
«Prima chiudere con il berlusconismo, poi tornare al confronto civile.»

Della serie: meniamo lui, poi torneremo a fare a botte tra noi, come ai vecchi tempi.
No, non credo che il suo accorato appello farà presa sul Uòlter d’Africa e sui tanti che, sputato nel piatto dove mangiavano, ben si guardarono dall'emigrare altrove: né nel continente nero, men che meno in quello rosso, dei Gulag, delle purghe e della fredda Siberia.

«Bisogna trasmettere un messaggio di cambiamento: il verbo principale del centrosinistra non è difendere, ma cambiare.»
Questo diceva il Veltroni, ai tempi delle avvisaglie, delle bastonate che erano presto seguite.
Veltroni, Franceschini, Bersani...il ritorno di Veltroni: i sussurri e le grida lo danno per riemerso dal sepolcro.
Sicuramente, dopo essere stato avvolto nel lenzuolo della bandiera rossa, su questo c’è rimasta traccia del risorto.

Veltroni, Franceschini, Bersani...i Panda si contano e recuperano nell’abbondanza dell’urna, quella cineraria, per scegliere le vecchie ossa da ripescare.
«Bisogna trasmettere un messaggio di cambiamento: il verbo principale del centrosinistra non è difendere, ma cambiare.»

Berlusconi è vecchio d’anagrafe, con quindici anni di politica: i nuovi giovani, di manovalanza vanno dai trenta ai quaranta, di militanza in stessa ditta.

Come ripete l’operosa donna di casa: per quanto si pulisce, la polvere ritorna!

Io, secondo me...29.12.2010