martedì 26 giugno 2012
venerdì 22 giugno 2012
FOccia di tolla
La Russia ci tiene per le palle con il gas;
la Libia, con il petrolio.
Così come ogni paese ci abbia al guinzaglio, nel fornire materie prime di
cui siamo assolutamente mancanti.
Il bello e il cattivo tempo - da sempre - lo fanno quelli che hanno il
coltello dalla parte del manico.
La filosofia spicciola in genere la fa chi la pancia piena o,
all’opposto, talmente abituato a mangiare aria e bere l’acqua di pozza da non
avere altro da perdere; anzi, magari neppure mai nulla avuto.
Il buon Silvio, il Berlusca, andava da Putin e da Gheddafi con il
cappello in mano perché, se l’uno o l’altro di quei beni veniva a mancare, al
lato pratico qualunque filosofia casereccia sarebbe venuta meno.
Macchina a riposo e culetto freddo d’inverno.
Senza contare impennate d’ogni cosa e costi, quando il fare gli
schizzinosi o alzare scudi crociati (ma pur quelli guerreggiarono per ben altri
interessi!) portava chi teneva la valvola della nostra bombola d’ossigeno a
chiuderne i rubinetti.
Il difendere alto e nobile ideale porta nefaste conseguenze; è qualcosa
che può affrontare chi ha le palle, non quelli che, sentendole strizzare,
guaiscono e si ritirano, quando abituati a vincere facile, a essere forti con i
deboli e deboli con i forti!
Perché è a far di conto con la cruda realtà che casca l’asino, così come
i bocconiani di Monti insegnano, quando il passaggio dalla teoria cattedratica
- infallibile, sulla carta - si passa a far di conto con il mondo reale, dove
la pratica si prende gioco e beffa ogni cazzeggio mentale.
“Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e 'l salir per l'altrui scale”.
L’impietoso e nodoso legno del bastonatore di turno, piega ogni schiena
che non abbia abbastanza callo da assorbirne i colpi.
Silvio era demonizzato, un “vil scodinzolante” che addentava l'osso da
crudeli padri-padroni.
Chi oggi in vece sua, comunque è a seguire traiettoria del rametto, che
il padrone agita per farlo poi correre al riporto e avere biscottino in premio…
un pezzo di pane con il sale e la scalinata dell’umiliazione da salire per
leccar le mani del signore suo.
«Tutta la mia stima e solidarietà […] è colpa del potere di ricatto della
Cina. Quando l'economia batte e umilia la democrazia è una brutta situazione
[…] comprendo le ragioni degli attuali amministratori, persone civili e oneste,
costrette a mandar giù il rospo per il bene della città!»
Ohibo! Ancora Berlusconi?
No: Fo… Dario, premio Nobel per la letteratura 1997, che nella tradizione
dei giullari medievali “fustiga il potere e riabilita la dignità degli
umiliati"!
Giuliano PIsapia, Sindaco di Milano, cala le braghe di fronte al dragone
- non avendo il cuore di San Giorgio - e nega al Dalai Lama la cittadinanza
onoraria.
Ha visto il viso corrucciato di chi tiene lo zuccherino, e abbassa
orecchie e coda: la sottomissione con cui riconosce il capo, che ha marcato il
territorio con il giallo paglierino dei suoi liquidi umori.
No Cina, no Expo!
Giulietto china la testa e Fo, il suo giullar di corte, ne magnifica il gran
senso di responsabilità… per il “bene del popolo”, dove pelosa e collaudata ipocrisia
nasconde nudità e vergogne del re.
Si accorge, il… FOccia di tolla, di aver d’Abbondio animo al budino, e
cerca di adattar elasticità di mutanda alla deformità della propria “viltade
ragione”.
«Spero almeno in un gesto riparatore. Il Comune si organizzi per
riceverlo con tutti gli onori nella sala principale di Palazzo Marino. Sarebbe
un segnale forte, ci eviterebbe di fare la figura di peracottari di provincia.»
Il Dalai Lama come la foca: diamogli un contentino… lontano dai
riflettori, in una saletta anonima.
Magari liberandola da stracci e scope, adornando con specchietti e
collanine clorate, per accattivarsi e accontentare le semplici passioni del
“selvaggio” indigeno.
Questi sono i paladini dei palestinesi, quelli che si fanno ascoltare con
le bombe, quando lo stesso e più hanno da dire i tibetani, dove casa loro è
stata occupata e “bianchettata” dai… Comunisti, tanto per cambiare.
Ma che ci frega del Tibet: quelli mica ricattano il mondo con attentati e
terrorismo!
Spariscano con discrezione, che già siamo impegnati a salvare il Panda.
Dai, diamo un “segnale forte”.
Zum-zum pappà… zum-zum-pappà.
Tromboni e fanfare per Tenzin Gyatso, leader spirituale del Tibet… in un
salottino defilato.
Colpa del potere di ricatto… quando l'economia batte e umilia la
democrazia… persone civili e oneste, costrette a mandar giù il rospo per il BENE
DELLA CITTÀ!
Avrò torto io... Il coraggio, uno non se lo può dare!
Pensa te che Berlusconi giocava invece in grande: per IL BENE DELLA
NAZIONE!
Ma quello non andava bene: non era del brancodi FOccia di tolla!
Io, secondo me... 22.06.2012
Arsène Heitz la combinò proprio bella.
Al momento sembrava una cosa… campata in aria: dodici innocue stelline
disposte a cerchio, in campo blu;
come se ne vedono dappertutto, a distinguere gli scudetti vinti dalle
squadre di calcio, di boriosi soldatini graduati, voto di guide gastronomiche e
tante altre categorie, che le utilizzano per certificare o no la qualità e
affidabilità di tanti prodotti, quando non assegnare scale di merito.
Non fosse che…
Colori, simboli e loro disposizione sono stati ripresi direttamente dalla
devozione mariana;
l'azzurro del cielo… dodici stelle… dall'Apocalisse biblica, in cui
compare la Madonna con in capo una corona.
"Com'è al di sopra, così è al di sotto; com'è al di sotto, così è al
di sopra".
Per il lupo è il richiamo della foresta, così per l’uomo, quello di Dio: comunque
si adori, si chiami o s’identifichi.
Dall’animista, che lo vede come nei tanti frammenti di uno specchio
rotto, dove questi sono le cose del mondo, gli animali, i fenomeni naturali:
noi, “immersi” nel corpo metabolico divino, nel sangue e nel soffio;
Dio è ogni cosa, ogni cosa è Dio.
L’ateo… esiste?
Se sì, comunque un dio l’ha: terreno… terra-terra… di materia e a
scadenza, come lui.
Lo identificherà nel soldo o nel potere, ma adorerà comunque un qualcosa
e si accontenterà di seguire la dottrina del “Magnifico” Lorenzo de Medici, più
che del “Migliore”:
“Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza
…
perché 'l tempo fugge e inganna
…
di doman nessun si paschi;
oggi sian, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
…
Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti”.
Del davanti si aspetta solo di divenir un giorno polvere, e allora…
Bacco, tabacco e Venere: meglio cercar subito il godimento, per poi ridursi in
cenere.
Ma, di quanti conosciuti, posso dire, usando i versi ironici del nostro
poeta ottocentesco Giuseppe Giusti:
“Ateo sin ch'è robusto/ infermo è pio./ Saprò dal polso/ quando crede in
Dio”
Li vidi nascere incendiari e morire pompieri!
Come in cielo, così in terra…
I nostri antichi padri, i popoli che ci hanno preceduto, hanno cercato di
mettere in atto sulla Terra questo “gemellaggio” spirituale: le Piramidi di
Giza e la cintura di Orione, i templi cambogiani di Angkor Wat e altri e la
costellazione del Drago, come l'acropoli di Alatri e la costellazione dei
Gemelli.
Arsène Heitz disegnatore… cattolico.
Il cittadino Arsène Heitz, che nel 1955 vinse il concorso del Consiglio
d’Europa, per raffigurare il simbolo che li avrebbe rappresentati… la bandiera
blu con le dodici stelle dell’Immacolata Concezione.
“Ispirato da Dio”, disse del suo lavoro: Corona stellarum duodecim.
"Io chiederò la Consacrazione della Russia al Mio Cuore
Immacolato... Se vi atterrete alle mie richieste, la Russia si convertirà e il
mondo avrà pace" raccomandò la Madonna, apparsa a Fatima.
Anche l’Europa… perché no?
No, non per timore di “rappresaglie”, come i più arrabbiati vorrebbero
sia l’ira di quel Dio di cui hanno tanta paura, da volerlo in forma diabolica,
per allontanare quel richiamo da respingere.
Arsène ascoltò la voce dei nostri avi, lesse nelle radici della nostra
cultura, nei simboli e nelle forme delle costruzioni degli antichi architetti,
interpretò la voce dei tanti morti per la fede, di cui è pieno il cuore
dell’Europa.
Arsène trasferì l’identità del vecchio Continente, che è come il
companatico tra le croste di pane.
Oggi ciò sembra schifare, quasi si volesse fare a gara nel presentarsi
come “illuminati”: che quello è solo strame di buoi, menati con l’anello al
naso, dicono i relativisti.
La morale ridotta a mutanda elastica: bella lasca, che si adatta bene a
tutte le forme e a perdonarne e modellarne pure le deformazioni.
Tutto è relativo… dipende dal punto di vista da cui si osserva un
fenomeno.
“Quando un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza, sembra
sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli
sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa è la relatività”,
spiegava Einstein.
Ecco, oggi questa Europa è Unita solo nella democratica forma di una
discarica, non differenziata: ci si getta ed entra di tutto, sino al colmo.
In cielo come in terra… no.
Dalla stalla si guarda in alto, dove brillano le stelle.
E sotto i nostri piedi non ci vuol molto a capire cosa ci sommergerà, che
dall’odore del pestato s‘indovina materia.
L’Europa è come il carapace di un fossile: guardando il vuoto se ne
indovina la grandezza che fu.
Solo in cielo… non più in terra.
Arsène Heitz la disegnò proprio bella, ma finì la carta igienica!
Io, secondo me... 21.06.2012
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