sabato 8 gennaio 2011

la première stupiDAME

E si: a un certo punto, madre natura deve essersi fatto un esame di coscienza;
non sempre è facile, per una mamma, restare imparziale e distribuire equamente grazie e disgrazie.
Qualcuno dei figli, alla fine, si troverà in difetto e l’altro con grasso che cola, secondo la regola del pollo, che statistica vorrebbe di due uno a testa e, nella realtà, spesso c’è chi li spazzola tutti e chi nisba!
Allora, ecco: uno è na’ chiavica, o’ scarafone, bello solo per mamma sua e l’altro, sfolgorante come il sole;
uno con la pancia che brontola d’indigestione e quell’altro di fame.
C’è cascato pure il Padreterno, con Caino e Abele, figuriamoci la natura, che è un gradino sotto.
Il primo, rotto l’uovo e fatta la frittata, ha urlato: «Nessuno la tocchi!»
L’altra, invece, ha giocato di sottrazione, applicando la legge dell’inversamente proporzionale:
tanto hai da una parte, tanto perdi dall’altra.
Beh, non sempre funziona, ma nel caso sì, della Carla Bruni, ora “sciura” Sarkozy, compagna di Monsieur le President de France!
Il far paio, porta a degli automatismi: stai con il gallo e diventi la première dame del pollaio, anche se per meriti di puro accoppiamento.
Da Cenerentola a principessa, solo per grazie ricevute, mentre una racchia in alto così facilmente sale, se solo ne ha di sue, di palle.
Ma ecco che, dopo la fatina, passa la strega cattiva e smonta: tanto un quoziente sale, l’altro precipitevolissimevolmente scende, e si chiama intelligenza.
L’abbondanza è nel tondo dove, alla testa, si contrappone la coda.
E già perché Carletta ha fatto solo passerella, andando su e giù di modella: ha provato a far l’attrice, ma più del guitto non è andata;
e pari è stato nello strimpello di chitarra cui, nel sovrapporre canto, neppure questo è arrivato a pareggiare quello della suorina, che gorgheggia tra i banchi della chiesetta di campagna.
Pazienza: nell’era dell’immagine, dove basta lo smalto a coprire ogni ruggine, tanto basta.
Appollaiata sulla spalla di un mastino, pure una gallinella può spernacchiare la volpe.
Se vogliamo vedere, è ben questo che ha fatto, la damigella nostra che, passeggiando nelle corti dei re, ebbe pure modo di rinnegare la radice sua, nello spregiare origine in un bel dire:
«Spesso sono molto felice di essere diventata francese!»
Pure io ora sono d’accordo, bella mia: nel bene e nel male, lo sputo nel piatto di casa mi schifa, e non vorrei che si attacchi al mio pane, quando passo la mollica per catturare il vile intingolo.
Ochetta giuliva, starnazza e vorrebbe spiccare volo e grida d’aquila:
«Nicolino mio, ascolta ammè: il Cesarino Battisti fallo scappare via, non darlo agli italioti; come abbiamo fatto con la Marinuccia, la Petrella, quella che rapì Moro, ricordi? Meno male che, con Valeriuccia, sorellina mia, ci è riuscito di tirarla fuori, altrimenti andava in depressione diventava anoressica. Il Battistino poi, è così…così…figo! C’ha il profumino dell’intellettuale e, a strusciarsi contro ti senti pure tu una cima…oh, scusa Nicoletto mio: non intendevo dire che tu sei basso.»
Ah, come staremmo, se in giro non ci fossero le Brune, ad impedirci d’essere inumani con gli assassini che, si sa: sono solo compagni.
Compagni che sbagliano.
Come gli gnocchi, anche gli stessi, al femminile, saltano subito a galla perché sono di un leggero che più non si può.
La legge del tondo, dove la faccia è pari all’altro polo: basta poco per diventare grandi dame;

Anzi, la migliore…la première stupiDAME.


Io, secondo me...08.01.2011