giovedì 27 gennaio 2011

Sput(t)anieri

«Avanti la prossima, avanti la prossima. Una alla volta!»

Tempo d’assemblaggio, cinque minuti, moltiplicato per sei o sette: tanto sarebbero state le carrozzerie da montare.
Ce la facesse Marchionne, con la sua Fiat, a mantenere un simile ritmo, la sua catena sfornerebbe tante auto da saturare l’intero mercato, non dico nazionale, ma addirittura mondiale.
Peccato che, a dover reggere tale cadenza e offerta di prestazioni, non fosse una fredda macchina ma un vispo e arzillo ultrasettantenne.
Che però deve avere il cuore e il pisello di uno stallone;
o essere imbottito di Viagra o Cialis, quelle pasticche tanto miracolose da far rizzare...anche un morto.
Una...due...cinque, sei, sette...Silvio, hai tutta la mia ammirazione e invidia!!
Io, con una ventina d’anni meno di te, finirei con le coronarie sgonfie, dopo le prime...non dico quante.
Bene: per la Nadia Macrì, Silvio Berlusconi non sarebbe un uomo normale, ma un trapano a percussione, con un sistema di pompaggio più efficace di quello per estrarre il petrolio!
Nemmeno il vecchietto all’ospizio riuscirebbe a riempire un pannolone in così poco tempo, e questo poi solo per incontinenza, mentre il Silvio produrrebbe più spermatozoi in pochi minuti che le zanzare in una stagione ovaiola.
Interrogata per cinque ore, dai Pubblici Ministeri di Milano Pietro Forno e Antonio Sangermano, l'ex escort Nadia Macrì racconta:

« [...] andiamo in un posto, una specie di privé dove c'è un palo piccolino, con le luci da discoteca. Abbiamo fatto il bagno in piscina, dove ci raggiunse il presidente. Nudo. Noi eravamo sei, sette ragazze. Siamo stati tutti quanti insieme a ridere, a scherzare, a toccarci. Poi lui dopo un po' si è avvicinato ad un'altra camera dove c'è un lettino in cui fai i massaggi [...] ogni cinque minuti noi aprivamo la porta e consumavamo il rapporto sessuale.»

Cinque minuti, una botta e via...avanti l’altra; che fottitor superbo!

«[...] fui pagata cinquemila euro, dal presidente direttamente.»

Mike Tyson lo remuneravano per usare i pugni, Totti i piedi, un tennista per le braccia: ognuno per il muscolo che più mostra virilità nel turgore.
Le Macrì, come le D’Addario, sono come le vecchie cassette a nastro: con un lato "A" e - soprattutto - uno "B", oltre alla lingua, che non sempre usano per chiudere le buste.
Detto questo, ognuno adopera quel che di meglio la natura ha donato e se ci fai cinquemila euro a botta, ben vengano!
Nessuna delle “signorine a noleggio” aveva verginità da custodire, né ingenuità da educanda, ma concorrenziale rapacità nell’offerta di grazie, in un mercato ingolfato di domanda.
“Nà lavàda, nà sùgàda, la par n'anca duperàda”, una lavata, un'asciugata, non sembra neanche usata e, come i panni, si possono indossare nuovamente per altra festa.
Ed oggi, con ago e filo, un buon chirurgo riesce pure a ricostruire ogni virtù deflorata.
La sessualità è cosa privata, quando non esiste violenza né costrizione.
Con il resto, ognuno può portarsi il raccontato al gabinetto - sia esso di grazia o di giustizia - gettandolo nello sciacquone o facendone materia di piacere, come il pieghevole di Palyboy.
Per raccattare tanta pruriginosa paccottiglia, fior di magistratura ha messo in campo tanti mezzi e forze che è come se usassi un missile Cruise per colpire una zanzara;
di tanto, hanno mercificato lavoro d’indagine, che doveva essere materia al vaglio di uomini di legge e non “spu(t)tanieri”, prodotto catarrale di un vecchio tisico sulla pubblica piazza.
Seppure voluminose, quelle centinaia di pagine, hanno consistenza dell’aria in un palloncino.
Hanno scoperto che, in un luogo privato, ci possono scappare una...due...tre...sette scopate.
Libero mercato in libero Stato e, se si devono riaprire case, siano quelle benemerite e chiuse di una volta, dove le uniche cimici sarebbero quelle da grattare via, non dei guardoni, alla “cinque contro uno”.
Dove vige un rapporto di reciproca soddisfazione tra le parti e nessuna violenza, invito a seguire il detto:

«Pensa ai cassi tò!», segui la tua coscienza senza “talebanizzare” la vita d’altri.

Avanti il prossimo.

Io, secondo me...27.01.2011