venerdì 24 giugno 2011

TESTIMONIal



È stato più forte di me: alla fine non ce l’ho fatta e mi sono “imbucato”;

Insomma, ho fatto il “portoghese”, come si suole indicare quello che si mischia alla festa senza pagare dazio.

Non in lista, senza invito, con la curiosità della comare e da portinaia impicciona, mi sono tostato la faccia, ci ho messo il bronzo e mi sono presentato alla porta.

«Mi scusi: è qui la festa?»

Beh...non proprio così: le guardie del corpo di Magdi Cristiano Allam sono armadi, con spalle proporzionate.
Mentre il poveretto scorreva l’elenco, un foglio dopo l’altro, alla ricerca di un nome che non doveva e non c’era, di sbircio mi vede Cristiano e basta il saluto a sollevare il bravo angelo custode e garantire che, sì, quella faccia di tolla all’entrata era un rompiballe, ma innocuo.
Entrato nel “Sancta Sanctorum”, mi sono trovato già che l’acqua era a bollore e la pasta buttata...nel senso che ero in ritardo e il cucinato era già bello che pronto.
Anticipato l’avvenimento, era ovvio che il disinformato sarebbe stato solo il clandestino: io.
Accidenti!
Volevo vedere come funzionava la stanza dei bottoni, conoscere e scrutare chi fa cosa, la fonte delle decisioni, trama e ordito di come si manovra tattica e strategia, del come si dispongono e muovono i pezzi sulla scacchiera, quali i punti di vista, quali le piccole e le grandi emozioni, che accendono le passioni, che mettono i brividi, fanno vibrare e tremare i polsi e mettono voglia di gettare il cuore oltre la barricata!
Ti tante fiamme, solo riverbero...ma non è stato inutile.
A ben vedere, ho lo stesso avuto modo di intingere un boccon di pane nel piatto da dove era solo intingolo e il “sapore” della serata mi ha ben rappresentato quanto il pasto fosse stato succulento.
Alla fine, non eran bruscolini gli interrogativi:

«E mò, che famo?»

Siamo belli...siam giovani e forti...camminiamo da soli!?
No, aspettiamo di mettere su ancora qualche muscoletto, intanto che ci alleniamo con i grandi!
Più tiepida la risposta e la volontà di “innesto”: quella di donarsi e diventare trasfusione per vene di chi, ora, compatibile e con nulla rischio di rigetto.

Manca poco al “Qui si fa...Io amo l’Italia, o si muore”.

Comunque si voglia mettere, siamo a doverci misurare su campo drogato, dove per non divenire palude occorre trovare sbocco, per non rischiare di dover mettere fuori targhetta, come quella di altri sconfitti ed amareggiati eroi:

"Mancò la fortuna, non il valore".

Dobbiamo...dovremmo...Io, secondo me...bucare!
Sarà pure la scoperta dell’acqua calda, ma senza trovar modo di comunicare, in questa che è l’era dell’immagine, non importa se riempita di ciccia o d’aria: se non li conosci...li eviti!
Per questo dicevo che giochiamo con un baro, capace di creare illusioni dove si rincorrono spesso dei miraggi e si abbraccia l'aria.
Non è solo questione di pubblicità, che dell’arte del creare consenso è soggetta e succube;
se non si riesce a cavalcare l’onda, solo sotto possiamo scivolare.
Bisogna trovare modo d’essere prezzemolo...come la vecchia 500: ci siamo per tutti, le Ferrari, no.

In qualche modo, di riffa o di raffa, nello scatolone dobbiamo entrare, al tubo catodico aspirare, ma...

C’è un ma.
Io amo l’Italia è Magdi Cristiano Allam.
Come il PdL con Berlusconi, l’IdV e Di Pietro: piaccia o no, tolti loro, il nulla.
Diverso il Pd, dove invece vale la mediocrità, ma questa ha il vantaggio che, morto un Papa, se ne fa un altro: come cambiare la ruota sfiatata dell’auto.
Bisogna da subito formare, allenare, addestrare e insegnare arte del dibattito e del dibattere, applicato al mezzo mediatico.

La gente deve vedere non l’ennesimo partito, il cespuglietto, l’altro ruotino del carrozzone, altro parassita da mantenere: deve percepire a pelle la buona volontà, l’impegno, lo spirito di servizio dei nostri ragazzi, delle nostre migliori menti.
Deve orientarsi sul carismatico capo, ma vedere accanto a lui com’è stato capace di trasmettere alla prole ricca dote.
Non sarà Silvio Imperatore, Antonio il dittatore o un comune altro “padroncino”.
Dovrà per forza, fuori dal coro, essere “Maestro” Magdi Cristiano Allam.

Per questo, a mio parere, modesto e a buon prezzo, sono ancora a ritenere acerba l’idea di correre da soli, se prima non abbiamo “pasturato” nel giusto modo.
Non siamo ancora percepiti come qualche cosa di diverso e ci si fonderebbe nel disegno della tappezzeria: mimetizzati, nascosti.

Restiamo ancora nel mezzo: con pazienza, con discrezione ma con decisione;
camminiamo ancora con qualcuno più grande...”rubiamo il mestiere”, come mi dicevano i vecchi, in officina.

I nostri più portati e che natura ha scelto, abbiano modo di entrare nell’arena mediatica conoscendone trucchi, malizie, sgambetti, inganni, forme e difese;
senza di questo rischieremmo poi, una volta notati, di soccombere o, peggio, ridicolizzati da chi meglio padroneggi arte incantatoria.

Non basta essere santi, dietro le telecamere, per avere la beatificazione!

In un mondo di “Testimonial”, immagine spesso ad una dimensione, proviamo ad essere testimoni, ma istruiti e sapienti nel proporre e far apprezzare la nostra eccellenza.
Solo allora sconfiggeremo l’idea che basti adeguarsi al “Chi vusa pusè la vaca l'è sua”: solo chi grida più forte è ascoltato.

Una piccola coda: le radici...ecco.
L’amico Marco Marchini, mi ricorda “Nel nostro DNA ovvero le radici cristiane”.
Vero e sottoscrivo.
I valori di cui siamo a voler testimoniare, attraverso l’esempio e immersi nel quotidiano vivere, arrivano da lontano: duemila anni.
Non si scappa, seppure tanti, che sono venuti dopo, hanno “reinventato” quei contenuti;
addirittura a dire che Gesù fu il primo socialista o cazzate simili.
Insomma, Gesù lo avrebbero “inventato” loro.

Caro Marco, si...e no.
Chi dovesse accettare di camminare con noi, certamente dovrà avere ben chiaro che non dovrà poi sovvertire il nostro patrimonio genetico cristiano;
ma dovrà sentirsi in ogni modo a casa sua, accettato: valore aggiunto, non una tessera numerata.
Fosse anche ateo, musulmano, animista, ebreo...un Beppe Fontana qualunque...il minimo comun denominatore sono i valori non negoziabili e il RISPETTO.
Come in un condominio: fatto salvo la facciata, che è il biglietto da visita, all’interno proprio, ognuno compone al meglio il proprio nido.
Gesù parlò ai discepoli e ci fu chi trascrisse quanto insegnato sulla carta;
se non ci fosse stato un san Paolo, l’”Apostolo dei gentili”, a rivelare la lieta novella, nella lingua allora più intesa, indifferentemente tra i pagani, greci e romani e avesse fatto catenaccio, oggi nulla avremmo di quel DNA che, sì, caro Marco, alberga in noi.

Come mi ha detto il dietologo, si deve essere...elastici.

Così penso...io, secondo me...


Io, secondo me...24.06.2011