- «Oh - poffarbacco ! - ecco che torna il baffo»;
Dai, ragazzi, lasciatemelo fare, che quel vecchio motivetto dei miei antichi tempi mi rintrona e, seppure vetusto come sono io, mi pare buono ad introdurre il personaggio, di cui andrò a parlare;
d'accordo, non sarò a rispettarne le esatte parole, ma adatto il vecchio al moderno, che una pubblicità sul nostro attore si sta cercando di fare, onde riportare verginità ad un gran figlio di...madre Russia.
"Nella Tundra sconfinata dove le eliminazioni furono legge, ritorna il caballero misterioso, in cerca della bellissima donna che ha visto sul giornale...la Pravda": trovare qualcuno da fottere è vizio di gioventù; "piccolo padre", abile nel moltiplicare stirpe sua.
- «Carmencita abita qui ?»
Si lecca i mustacchi, generoso pelo che tanto lo rese famoso e riconoscibile: Giuseppone Vissarionovic Dzhugashvili in arte Stalin fu chiamato anche "Baffone".
Trovata alfine l'ambita preda, ecco l'immancabile finale:
- «Bambina, sei già mia ! Chiudi il gas e vieni via !»
Lei, la povera verginella, cerca di resistere:
- «Pazzo ! L'uomo che amo è molto in vista; è forte, buono e ha il baffo che conquista !»
E qui, il nostro eroe prorompe nel grido del gorilla dominante:
- «Bambina, quell'uom son mì...Oh yeh yeh yeh, oh yeh !»
Oggi il Carosello non c'è più, ma una mano interessata cerca di rispolverare la mummia, quella che il caro nostro Diliberto un giorno si disse pronto a prendersi in carico, da ricollocare in botteghe oscure: loculi, ossari e sacrari di una chiesa con guglie a cipolla e croce di falce e martello.
Allora, i compagnosky di Putin, sembrava stessero per svuotare le soffitte della roba vecchia, di quelli e pari rinsecchiti resti; ma ecco oggi il "Contrordine compagni !", che di tanti disidratati ancora se ne può fare buon infuso, se rimessi in ricco brodo di coltura: chimica d'intelletto bacato, come batteri pestiferi allevati in laboratorio e poi liberati nell'aria.
Riciclare forse rende, se ben si mischia l'immondizia.
Leggo, inchiostrato dalla voce di Nikita Sokolov, 51 anni, direttore della rivista Otechestvennye Zapisky:
- «Il manuale scolastico di Aleksandr Filippov taglia gli anni delle purghe, mentre quello dello storico Nikita Zagladin addirittura le giustifica, perché "conseguenza diretta delle tensioni sociali dovute al processo di modernizzazione del paese"; le autorità stanno facendo di tutto perché restino gli unici due testi adottati nelle scuole».
Ai tempi del "Magnificat", in cui Stalin era un santino, sull'altare komunista, i crimini del Beppone erano solo "deviazioni", dalla linea generale del partito.
Ecco, ora sappiamo: milioni di trapassi sono stati solo "deviazioni", come carrozze di treni che scambi hanno portato su binari
Morti, ovviamente.
Come da noi, quando si diceva che Mussolini fu un grande uomo, tradito dai suoi tirapiedi, i veri responsabili dei crimini - anzi, delle deviazioni - di cui lui ignorava tutto.
Beppebaffo ha sì aperto gli scannatoi, ma anche portato la russa madre a seconda potenza mondiale;
come c'è ricordato: "Ricevette una nazione con l'aratro di legno e la lasciò con l'atomica".
Ciumbia, che affare !
Ben aveva da dire:
- «Il passato della Russia infonde nel cuore dei lavoratori un senso d'orgoglio nazionale rivoluzionario, capace di spostare le montagne e compiere miracoli»...in quelli dove un cuore che batteva c'era ancora !
Oggi si gioca su "La gran madre è una fortezza assediata dai nemici";
un modo per battere sulla schiena per il ruttino, a digerire tanti rospi e mettere la ragione sotto le coperte, facendo buono e lungo sonno.
"Fai la nanna mio piccino
fai la nanna nel tuo lettino
dormi, dormi tesorino
chiudi gli occhi bel bambino
Ninna nanna, ninna oh".
Oh, si, pisola, che a te ci pensano i sopravvissuti del Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti, il Comitato per la sicurezza dello Stato, che ne misero tanti, a nanna.
Presto, riabilitato il padre Beppe, lo stesso si farà con il nonno Vladimir, l'Ilic Uianov detto Lenin e pure i nostalgici e orfani nostrani, in quel d'Italia, saranno a rialzare il pelo:
- «L'uomo che amiamo è molto in vista; è forte e ha il baffo che conquista !»
Compagnosky di tutto il mondo: bottiglia, benzina e stoppino, per dar luce al sol dell'avvenire !
- «Oh yeh yeh yeh, oh yeh !»
Io, secondo me...31.10.2008
venerdì 31 ottobre 2008
mercoledì 29 ottobre 2008
Scuolazza
Dal dentro al fuori, la scuola esce in piazza e diventa Scuolazza.
- «Elementare, Watson», usava rispondere al suo un poco ottuso assistente, l'immaginario e immaginifico investigatore Sherlock Holmes, personaggio creato e tratto dalla penna di Arthur Conan Doyle;
elementare, per l'appunto, è la classe interessata dalla riforma scolastica della Gelmini, così come le norme introduttive e migliorative, altrimenti e tradizionalmente imperniate sullo "spendo e spando" che, in salendo, andavano poi a riverberare dalle medie alle superiori, sino a sparire in pozza o buco nero, che si chiamino Università o Atenei, che dir si voglia.
Di questi ultimi se ne contano una ventina alla canna del gas, sommersi dai debiti e da procedura fallimentare, mentre altri navigano a vista, in un mare di scogli e con l'acqua alla gola.
Per il resto, l'eccellenza non ci appartiene, che insignificante è il numero di quelli che fanno bella mostra in una graduatoria europea - se non mondiale - dove facciamo figura dei peggio acculturati e dei più scalcinati.
Ovvio che, tanti baroni e baronie, professoroni usi a far presenza e poi lasciare ad assistenti l'opera di manovalanza, avvistassero all'orizzonte il montare di un onda lunga, a presagire uno sconvolgimento che li sommergerebbe, come per i tanti privilegi derivati da un borsellino altrimenti sempre riempito dal Pantalone di turno.
I topi intuiscono che la nave rischia l'affondo, se non si turano prontamente le falle.
L'insufficienza in condotta che porterebbe alla bocciatura, arriverebbe inevitabilmente anche a lambire i piedi di quei tanti "Rettorbaroni" con i loro valvassori e valvassini, che si vedrebbero costretti a giustificare sperperi e dover subire controllo di chi farebbe pulci al bilancio.
Fine della bella vita e del senso d'onnipotenza, che deriva loro dal tenere la borsa dei baiocchi, gestita in totale autonomia, per i propri e gli amicali interessi.
E come fare poi a sistemare gli amici degli amici, che oggi basta apparecchiare loro una tavola, anzi, creare una cattedra, magari inutile o deserta di frequenze, ma conveniente agli appetiti e alla struttura masticatoria dei papponi.
Come per i corsi universitari -ben 37 ! - con un solo studente.
Certo, sono quattrini destinati alla ricerca...alla ricerca del posto perduto.
Accorte e scafate, ecco le cicale mettere le zampe avanti, a rastrellare massa da lanciare contro l'avversario, al grido di
- «La Gelmini è meglio prevenirla che curarla: avanti la Scuolazza !»
Come anticipo, antipasto e apripista, ecco i bambini, gli scolaretti ancora implumi, da mettere avanti con striscioni, a cantilenare slogan sessattottardi o poesiole imparate a memoria, di cui certamente poco o nulla capiscono del significato, ma disciplinati e rassegnati nell'obbedire a genitori desiderosi di riappropriarsi del tempo perduto, di una gioventù persa e fallimentare, premiata dal sei politico ottenuto riempiendo bottiglie di benzina e focoso acciarino.
Ecco madri e padri rispolverare l'Eskimo, la consunta e polverosa copia della Pravda, la tessera del Cremlino e ritornare al pugno chiuso, vuoto come ai vecchi tempi, che neppure gli riuscì d'acchiappar...Mosca.
Pazienza l'utilizzo dei Guf ( Giovani Universitari Falliti ), ma i bimbi no !!
Ed ecco partiti che si dicono opposizione, ma sono ostruzione e tappo intestinale, marca "Niet !":
derivati da dottrina di demolizioni, mal sono a gestire il costruire, sia pure un'ossatura perfettibile, ma almeno scheletro di un fare altrimenti scarnificato.
Fare, magari in corsa, come in movimento migliorare, cambiare, rivoltare ma provare, osare, che è sempre meglio della carrozzina, anzi, carrozzone politico e paralitico colpito da paresi permanente.
Lasciamo stare quando a questi s'accompagna, trascina o spinge Tontino, con i suoi "-ini": rissaiolo da portineria e ballatoio, di dirimpettaie ringhiere di stretta corte da cascinale, che butterebbe giù pure la Basilica di San Pietro per far posto ad un'osteria.
Tra un poco tutta la rumenta si rimpasterà, che il richiamo della foresta porterà a ricomporre compatte falangi di verdi e verdicchi, con socialisti di vecchio crine Craxiano, finendo a tarallucci e vino con Kompagni di merende di rosso pelo, perso per strada e da sostituire con la protesi del vizio.
Nessun risanamento s'ha da fare, che se questo governo, con delega maggioritaria, dovesse riuscire a far bene, col cazzo le chiappe dei reietti e scacciati potranno ritornare ad appoggiarsi su morbide poltrone di Palazzo !
E poi, questa maggioranza è di quantità che la qualità è il perdente, che rimane sempre...il Migliore.
Ecco la scuola usata da grimaldello, gli studenti come piedi di porco e i bambini grasso, per ammorbidire ostici e ostinati lucchetti.
Ma tanti sono i pretesti, che bastano questi a tentare di sbriciolare le fondamenta ed entrare nel castello.
Con le balle, attributi di bugie e falsità.
Ecco i "tagli finanziari" presentati come di teste: ci saranno, ma solo non reintegrando il personale da pensione;
e i risparmi, raggruppando studenti e scuole dove le presenze sono di quattro gatti;
«Sarà soppresso nelle primarie la lingua straniera e la musica», sbraitano i pinocchi;
non è vero, ma il fango è gettato.
Affermano che il tempo pieno, in aiuto alle mamme lavoratrici, sarà eliminato: il decreto invece ne prevede l'aumento.
Altro ci sarebbe, ma basta guardare il ventilatore, per conoscere chi butta merda davanti alle eliche, che girano vorticosamente, come le mie !
Ed ecco il ritorno del voto in condotta, che con il cinque ritorni alla casella precedente, come nel gioco dell'oca: formativo è il capire che si deve rispondere dei propri sbagli;
sarà prossimo il ripristino del voto numerico e degli esami di riparazione: i crediti non te li fa più nessuno, nemmeno al negozio sotto casa;
educazione, culturale e civica, sarà come la semina, per raccogliere poi frutti nelle stagioni a venire, a coltivare rispetto per cose e persone;
e grazia sia pure il prevedere l'uso dei libri scolastici per almeno 5 anni, che almeno non ci si deve svenare ogni anno per avvantaggiare imbrogli e pastette alla "Do ut des", io dispongo affinché tu dia, ad affrancare pasteggio e passaggio di palanche fatte sulle spalle di genitori, che devono far fronte a cambi di copertina e abito cartaceo per arricchire i soliti noti.
Lungi dal credere che questa riforma sia esaustiva, o che nasca già perfetta, pretendo che si lavori per raffinare, non per disfare, e che politicanti da vecchia crosta la smettano di leccarsi le ferite e cerchino riscatto al grido di
- «Muoia Sansone con tutti i Filistei !»
In fatto di bassezza, questi "energumeni tascabili" del "Niet !" l'hanno raggiunta con la storia delle "classi d'inserimento" nate per aiutare i figli d'immigrati che non conoscono l'italiano: lo s'insegni subito, ad evitare che siano zavorra di ciò che non comprendono;
apriti cielo:
Veltroni la dice "intollerabile";
Fassino, "cosa abbietta";
Diliberto addirittura rispolvera “apartheid”;
il quotidiano di sinistra, Liberazione scoreggia un "razzista e fuorilegge" mentre il Manifesto peta "ideologia nazistoide";
Segue menzogna: "In nessun Paese europeo vige una norma simile".
Ebbene, invece lo fanno già: in Spagna, in Francia dagli anni '70, in Germania e Finlandia.
Ma ai figli del "Niet" non importa:
- «Scuolazza, oppure: muoia Sansone con tutti i Filistei !»
Io, secondo me...29.10.2008
- «Elementare, Watson», usava rispondere al suo un poco ottuso assistente, l'immaginario e immaginifico investigatore Sherlock Holmes, personaggio creato e tratto dalla penna di Arthur Conan Doyle;
elementare, per l'appunto, è la classe interessata dalla riforma scolastica della Gelmini, così come le norme introduttive e migliorative, altrimenti e tradizionalmente imperniate sullo "spendo e spando" che, in salendo, andavano poi a riverberare dalle medie alle superiori, sino a sparire in pozza o buco nero, che si chiamino Università o Atenei, che dir si voglia.
Di questi ultimi se ne contano una ventina alla canna del gas, sommersi dai debiti e da procedura fallimentare, mentre altri navigano a vista, in un mare di scogli e con l'acqua alla gola.
Per il resto, l'eccellenza non ci appartiene, che insignificante è il numero di quelli che fanno bella mostra in una graduatoria europea - se non mondiale - dove facciamo figura dei peggio acculturati e dei più scalcinati.
Ovvio che, tanti baroni e baronie, professoroni usi a far presenza e poi lasciare ad assistenti l'opera di manovalanza, avvistassero all'orizzonte il montare di un onda lunga, a presagire uno sconvolgimento che li sommergerebbe, come per i tanti privilegi derivati da un borsellino altrimenti sempre riempito dal Pantalone di turno.
I topi intuiscono che la nave rischia l'affondo, se non si turano prontamente le falle.
L'insufficienza in condotta che porterebbe alla bocciatura, arriverebbe inevitabilmente anche a lambire i piedi di quei tanti "Rettorbaroni" con i loro valvassori e valvassini, che si vedrebbero costretti a giustificare sperperi e dover subire controllo di chi farebbe pulci al bilancio.
Fine della bella vita e del senso d'onnipotenza, che deriva loro dal tenere la borsa dei baiocchi, gestita in totale autonomia, per i propri e gli amicali interessi.
E come fare poi a sistemare gli amici degli amici, che oggi basta apparecchiare loro una tavola, anzi, creare una cattedra, magari inutile o deserta di frequenze, ma conveniente agli appetiti e alla struttura masticatoria dei papponi.
Come per i corsi universitari -ben 37 ! - con un solo studente.
Certo, sono quattrini destinati alla ricerca...alla ricerca del posto perduto.
Accorte e scafate, ecco le cicale mettere le zampe avanti, a rastrellare massa da lanciare contro l'avversario, al grido di
- «La Gelmini è meglio prevenirla che curarla: avanti la Scuolazza !»
Come anticipo, antipasto e apripista, ecco i bambini, gli scolaretti ancora implumi, da mettere avanti con striscioni, a cantilenare slogan sessattottardi o poesiole imparate a memoria, di cui certamente poco o nulla capiscono del significato, ma disciplinati e rassegnati nell'obbedire a genitori desiderosi di riappropriarsi del tempo perduto, di una gioventù persa e fallimentare, premiata dal sei politico ottenuto riempiendo bottiglie di benzina e focoso acciarino.
Ecco madri e padri rispolverare l'Eskimo, la consunta e polverosa copia della Pravda, la tessera del Cremlino e ritornare al pugno chiuso, vuoto come ai vecchi tempi, che neppure gli riuscì d'acchiappar...Mosca.
Pazienza l'utilizzo dei Guf ( Giovani Universitari Falliti ), ma i bimbi no !!
Ed ecco partiti che si dicono opposizione, ma sono ostruzione e tappo intestinale, marca "Niet !":
derivati da dottrina di demolizioni, mal sono a gestire il costruire, sia pure un'ossatura perfettibile, ma almeno scheletro di un fare altrimenti scarnificato.
Fare, magari in corsa, come in movimento migliorare, cambiare, rivoltare ma provare, osare, che è sempre meglio della carrozzina, anzi, carrozzone politico e paralitico colpito da paresi permanente.
Lasciamo stare quando a questi s'accompagna, trascina o spinge Tontino, con i suoi "-ini": rissaiolo da portineria e ballatoio, di dirimpettaie ringhiere di stretta corte da cascinale, che butterebbe giù pure la Basilica di San Pietro per far posto ad un'osteria.
Tra un poco tutta la rumenta si rimpasterà, che il richiamo della foresta porterà a ricomporre compatte falangi di verdi e verdicchi, con socialisti di vecchio crine Craxiano, finendo a tarallucci e vino con Kompagni di merende di rosso pelo, perso per strada e da sostituire con la protesi del vizio.
Nessun risanamento s'ha da fare, che se questo governo, con delega maggioritaria, dovesse riuscire a far bene, col cazzo le chiappe dei reietti e scacciati potranno ritornare ad appoggiarsi su morbide poltrone di Palazzo !
E poi, questa maggioranza è di quantità che la qualità è il perdente, che rimane sempre...il Migliore.
Ecco la scuola usata da grimaldello, gli studenti come piedi di porco e i bambini grasso, per ammorbidire ostici e ostinati lucchetti.
Ma tanti sono i pretesti, che bastano questi a tentare di sbriciolare le fondamenta ed entrare nel castello.
Con le balle, attributi di bugie e falsità.
Ecco i "tagli finanziari" presentati come di teste: ci saranno, ma solo non reintegrando il personale da pensione;
e i risparmi, raggruppando studenti e scuole dove le presenze sono di quattro gatti;
«Sarà soppresso nelle primarie la lingua straniera e la musica», sbraitano i pinocchi;
non è vero, ma il fango è gettato.
Affermano che il tempo pieno, in aiuto alle mamme lavoratrici, sarà eliminato: il decreto invece ne prevede l'aumento.
Altro ci sarebbe, ma basta guardare il ventilatore, per conoscere chi butta merda davanti alle eliche, che girano vorticosamente, come le mie !
Ed ecco il ritorno del voto in condotta, che con il cinque ritorni alla casella precedente, come nel gioco dell'oca: formativo è il capire che si deve rispondere dei propri sbagli;
sarà prossimo il ripristino del voto numerico e degli esami di riparazione: i crediti non te li fa più nessuno, nemmeno al negozio sotto casa;
educazione, culturale e civica, sarà come la semina, per raccogliere poi frutti nelle stagioni a venire, a coltivare rispetto per cose e persone;
e grazia sia pure il prevedere l'uso dei libri scolastici per almeno 5 anni, che almeno non ci si deve svenare ogni anno per avvantaggiare imbrogli e pastette alla "Do ut des", io dispongo affinché tu dia, ad affrancare pasteggio e passaggio di palanche fatte sulle spalle di genitori, che devono far fronte a cambi di copertina e abito cartaceo per arricchire i soliti noti.
Lungi dal credere che questa riforma sia esaustiva, o che nasca già perfetta, pretendo che si lavori per raffinare, non per disfare, e che politicanti da vecchia crosta la smettano di leccarsi le ferite e cerchino riscatto al grido di
- «Muoia Sansone con tutti i Filistei !»
In fatto di bassezza, questi "energumeni tascabili" del "Niet !" l'hanno raggiunta con la storia delle "classi d'inserimento" nate per aiutare i figli d'immigrati che non conoscono l'italiano: lo s'insegni subito, ad evitare che siano zavorra di ciò che non comprendono;
apriti cielo:
Veltroni la dice "intollerabile";
Fassino, "cosa abbietta";
Diliberto addirittura rispolvera “apartheid”;
il quotidiano di sinistra, Liberazione scoreggia un "razzista e fuorilegge" mentre il Manifesto peta "ideologia nazistoide";
Segue menzogna: "In nessun Paese europeo vige una norma simile".
Ebbene, invece lo fanno già: in Spagna, in Francia dagli anni '70, in Germania e Finlandia.
Ma ai figli del "Niet" non importa:
- «Scuolazza, oppure: muoia Sansone con tutti i Filistei !»
Io, secondo me...29.10.2008
martedì 28 ottobre 2008
Raid ammazza insetti
Anche per gli insetti c'è un giustiziere: "Raid li ammazza stecchiti";
Potenza della pubblicità, ma pure efficacia del prodotto:
il vaporizzatore era a forma di elicottero e i getti ad immagine di soldati, "spruzzati" su delle piattole, che pure quelle tramortite ne sono uscite debitamente rintronate.
Cazzi amari quando da cacciatori si diventa cacciati, da predatori a prede e ci si trova davanti a chi il pelo l'ha sullo stomaco, e non è lana di pecora, che un missile-supposta può cogliere anche te sulla tazza del bagno, indifeso e infilato come un allocco.
Una bella spazzolata e via, che il crine rimane mondo da parassiti, come faccio con il mio cane se assalito da quelli.
Truppe speciali statunitensi hanno colpito un gruppo terrorista iracheno, comodamente ospitato in Siria, dove alcuni suoi accoliti se ne sono andati, insalutati ospiti, crepando come mosche e portandosi dietro la pia e ultima illusione d'impunità da assassini, perché riparati dalle mura di casa di fidati complici.
Non c'è più trippa per gatti...o, meglio: se proprio, che sia il loro, di budello, a fumare fuori dalla pancia.
Se siamo d'accordo a definire la guerra contro il terrorismo e i suoi lombrichi, come "asimmetrica", con modi, applicazione, strategie e tattiche fuori d'ogni schema e, come si dice, per l'amore come per il gioco, tutto è permesso, allora così sia: si adatti elastico e calzamaglia alle forme, se ne seguano i contorni, si cerchi di seguirne la sagoma...come al poligono di tiro.
La Siria di Beshar al Assad intenda, che dovrà pagar pegno: è il padrone a rispondere se i suoi cani mordono !
Il Beshar continua ad appoggiare gli sgherri di Al Qaeda, così come Hezbollah in Libano e certamente pure Hamas, pensando di cavarsela sempre nascondendo la mano, quando lanciato il sasso.
Il francesotto Sarkozy, ospitando l'Assad alla sfilata del 14 luglio a Parigi, ora si trova da errare al perseverare, onde non perdere la faccia e gli interessi di bottega con il compagno di merende.
Pari a lui sono le cancellerie europee, quelle che si sono legate dal codazzo d'opportunisti leccaculo.
Sbraitano, accozzaglia d'ipocriti farisei, a cercar di riuscire raccolta di sostanza e mantenimento di verginità nella forma.
Mi ricordano e riportano alla guerra contro Saddam, quando erano contro, non per motivi umanitari ma perché saltavano le commesse sul petrolio e sulle infrastrutture.
Se il diavolo paga, perchè combatterlo: "Pecunia non olet", il denaro non puzza !
Beshar al Assad, convinto così d'aver pagato dazio, aveva intensificato la sua politica di destabilizzazione dell'area, fancendo un pensierino se invadere il Libano, con il pretesto di scontri tra alauiti filosiriani e sunniti nella zona di Tiro.
Ora ecco: uomo avvisato, mezzo salvato.
Ma le forze d'interposizione sono a rimirare i confini con Israele con, alle spalle, un'intera fila di missileria: Hezbollah li ha presi per, e gli ha messo falangi a razzo dietro il culo;
è da terga che potrebbe arrivare l'invasione, ma nessuno dei nostri rimarrà fulminato...sulla via di Damasco.
Bastano, per questo, i cadetti di Hezbollah !
Ovviamente il raid avrebbe colpito dei "civili", che quando quelli di Al Qaeda hanno timbrato il cartellino e sono fuori "orario di lavoro", tali sono ritenuti: che il macellaio, quando si toglie il grembiule, non sia più tale ?
L'illuminata strategia del generale americano Petreus, ora "in progress", ha dato frutti: gli iracheni sono, pian piano, a riappropriarsi del loro, e i carnefici di Bin Laden e compagnia sono in rotta, attestati ai confini, in casa di amici, per poter tirare il fiato, riprendersi e riprendere;
e anche io sono ad augurare loro di tirare il fiato...e le cuoia !
Raid li ammazza stecchiti.
Grazie Raid !!
Io, secondo me...28.10.2008
Potenza della pubblicità, ma pure efficacia del prodotto:
il vaporizzatore era a forma di elicottero e i getti ad immagine di soldati, "spruzzati" su delle piattole, che pure quelle tramortite ne sono uscite debitamente rintronate.
Cazzi amari quando da cacciatori si diventa cacciati, da predatori a prede e ci si trova davanti a chi il pelo l'ha sullo stomaco, e non è lana di pecora, che un missile-supposta può cogliere anche te sulla tazza del bagno, indifeso e infilato come un allocco.
Una bella spazzolata e via, che il crine rimane mondo da parassiti, come faccio con il mio cane se assalito da quelli.
Truppe speciali statunitensi hanno colpito un gruppo terrorista iracheno, comodamente ospitato in Siria, dove alcuni suoi accoliti se ne sono andati, insalutati ospiti, crepando come mosche e portandosi dietro la pia e ultima illusione d'impunità da assassini, perché riparati dalle mura di casa di fidati complici.
Non c'è più trippa per gatti...o, meglio: se proprio, che sia il loro, di budello, a fumare fuori dalla pancia.
Se siamo d'accordo a definire la guerra contro il terrorismo e i suoi lombrichi, come "asimmetrica", con modi, applicazione, strategie e tattiche fuori d'ogni schema e, come si dice, per l'amore come per il gioco, tutto è permesso, allora così sia: si adatti elastico e calzamaglia alle forme, se ne seguano i contorni, si cerchi di seguirne la sagoma...come al poligono di tiro.
La Siria di Beshar al Assad intenda, che dovrà pagar pegno: è il padrone a rispondere se i suoi cani mordono !
Il Beshar continua ad appoggiare gli sgherri di Al Qaeda, così come Hezbollah in Libano e certamente pure Hamas, pensando di cavarsela sempre nascondendo la mano, quando lanciato il sasso.
Il francesotto Sarkozy, ospitando l'Assad alla sfilata del 14 luglio a Parigi, ora si trova da errare al perseverare, onde non perdere la faccia e gli interessi di bottega con il compagno di merende.
Pari a lui sono le cancellerie europee, quelle che si sono legate dal codazzo d'opportunisti leccaculo.
Sbraitano, accozzaglia d'ipocriti farisei, a cercar di riuscire raccolta di sostanza e mantenimento di verginità nella forma.
Mi ricordano e riportano alla guerra contro Saddam, quando erano contro, non per motivi umanitari ma perché saltavano le commesse sul petrolio e sulle infrastrutture.
Se il diavolo paga, perchè combatterlo: "Pecunia non olet", il denaro non puzza !
Beshar al Assad, convinto così d'aver pagato dazio, aveva intensificato la sua politica di destabilizzazione dell'area, fancendo un pensierino se invadere il Libano, con il pretesto di scontri tra alauiti filosiriani e sunniti nella zona di Tiro.
Ora ecco: uomo avvisato, mezzo salvato.
Ma le forze d'interposizione sono a rimirare i confini con Israele con, alle spalle, un'intera fila di missileria: Hezbollah li ha presi per, e gli ha messo falangi a razzo dietro il culo;
è da terga che potrebbe arrivare l'invasione, ma nessuno dei nostri rimarrà fulminato...sulla via di Damasco.
Bastano, per questo, i cadetti di Hezbollah !
Ovviamente il raid avrebbe colpito dei "civili", che quando quelli di Al Qaeda hanno timbrato il cartellino e sono fuori "orario di lavoro", tali sono ritenuti: che il macellaio, quando si toglie il grembiule, non sia più tale ?
L'illuminata strategia del generale americano Petreus, ora "in progress", ha dato frutti: gli iracheni sono, pian piano, a riappropriarsi del loro, e i carnefici di Bin Laden e compagnia sono in rotta, attestati ai confini, in casa di amici, per poter tirare il fiato, riprendersi e riprendere;
e anche io sono ad augurare loro di tirare il fiato...e le cuoia !
Raid li ammazza stecchiti.
Grazie Raid !!
Io, secondo me...28.10.2008
lunedì 27 ottobre 2008
Il sangue e la porpora
"Per ogni cosa c'è la sua stagione, c'è un tempo per ogni situazione sotto il cielo: un tempo per nascere e un tempo per morire";
anche per me è giunto il tempo di ricevere sputi ma, nel bene come nel male, questo sono io.
"Chi te lo fa fare"..."Un bel tacere non fu mai detto" o, nel mio caso, scritto... "parola che fugge mai più ritorna", fino al "Boccaccia mia statte zitta": tutta la saggezza popolare, quanto lo spirito di sopravvivenza, esperienza d'antichi padri, sono a suggerirmi di non incocciare e incrociare stracci con la porpora, a non dar di zucca contro testa d'ariete, ma questa storia mi sta sul piloro, non la digerisco;
e allora via, a farmi del male, a disegnar bersaglio sulla mia carcassa, rifiutando di portare la benda, al grido di:
- «Signori, puntate i vostri pennini e mirate al cuore !».
Beato fui io, prima che la lingua mi partisse, l'inchiostro più che il sangue a scorrere ed io a dar di lettere.
Ma del beato, a lui, il "Pio ics i i", alias XII, proprio no, non mi va giù, che glielo si dà, neppure se, per farmelo digerire, al fin di tutto, mi si purgherà per bene;
"[...] c'è un tempo per sradicare [...] un tempo per demolire [...] un tempo per strappare".
Milioni di esseri umani, ridotti ad essere trattati come topi e, come sorci, da disinfestare ed eliminare: "derattizzare", era la consegna.
Silenzio.
Denudati per la vergogna, divisi dagli affetti e dai cari - dal sangue del proprio sangue prima e asciugati dallo stesso poi - picchiati, insultati, umiliati, usati e gettati, accartocciati come cartaccia, prima di essere seppelliti o inceneriti, come immondizia;
Silenzio.
Seviziati, ridotti alla fame, per renderli simili ad animali, a dover raccattare gli avanzi, come i cani;
Silenzio.
A ridurli gli uni contro gli altri, disperati, annullati, riportati all'istinto primordiale, alla ricerca della propria sopravvivenza in cambio dell'altrui.
Silenzio.
Ancora ho negli occhi la vita distrutta di uno di questi, quando confessò il suo tormento;
attraversò l'inferno, ma quello gli entrò, e lo dilaniò dall'interno:
nel campo, dove fu prigioniero, c'era l'obbligo di presentarsi all'appello con il berretto e lui, non ritrovando il suo, lo rubò, condannando a morte quello che non riuscì a presentarlo.
Allora la morte lo risparmiò, ma solo per poi giocare con lui, giorno per giorno, fino alla fine dei suoi respiri.
E videro i propri affetti avviarsi alle camere a gas, ad essere trucidati per un nonnulla, a crepare come mosche tra patimenti e, i più sfortunati, dopo lunga agonia;
Silenzio.
Era tutto studiato a tavolino, per dare il massimo del dolore, nel fisico e nella mente, ma il silenzio dei vili coprì ogni loro straziante grido.
"[...] c'è un tempo per la guerra [...] per morire".
Per i topi, non per la chiesa di "Pio ics i i", il XII, che non capisco cosa abbia da essere beato, "che fece per viltade il gran rifiuto", di prendere la croce sulle spalle e tornare nel Colosseo, in pasto ai leoni.
Anche per la porpora era tempo di entrare in quei campi, di macchiare le vesti non solo del colore, ma della sostanza del sangue.
Là, dietro il filo spinato, con gli ebrei, ma anche con zingari e omosessuali, e testimoni di Geova !
Tutto il mondo civile avrebbe reagito allora, più velocemente, perché il demonio era alle fondamenta del Paradiso.
"[...] c'è un tempo per morire";
Ma la porpora era pallida, del colore di Don Abbondio quando disse:
- «Se uno il coraggio non ce l'ha,. non se lo può dare».
"[...] c'è un tempo stabilito per ogni cosa e per ogni opera".
Ma non sempre: chi ha potuto, l'amaro calice l'ha allontanato;
Beato...beato lui !
Io, secondo me...27.10.2008
anche per me è giunto il tempo di ricevere sputi ma, nel bene come nel male, questo sono io.
"Chi te lo fa fare"..."Un bel tacere non fu mai detto" o, nel mio caso, scritto... "parola che fugge mai più ritorna", fino al "Boccaccia mia statte zitta": tutta la saggezza popolare, quanto lo spirito di sopravvivenza, esperienza d'antichi padri, sono a suggerirmi di non incocciare e incrociare stracci con la porpora, a non dar di zucca contro testa d'ariete, ma questa storia mi sta sul piloro, non la digerisco;
e allora via, a farmi del male, a disegnar bersaglio sulla mia carcassa, rifiutando di portare la benda, al grido di:
- «Signori, puntate i vostri pennini e mirate al cuore !».
Beato fui io, prima che la lingua mi partisse, l'inchiostro più che il sangue a scorrere ed io a dar di lettere.
Ma del beato, a lui, il "Pio ics i i", alias XII, proprio no, non mi va giù, che glielo si dà, neppure se, per farmelo digerire, al fin di tutto, mi si purgherà per bene;
"[...] c'è un tempo per sradicare [...] un tempo per demolire [...] un tempo per strappare".
Milioni di esseri umani, ridotti ad essere trattati come topi e, come sorci, da disinfestare ed eliminare: "derattizzare", era la consegna.
Silenzio.
Denudati per la vergogna, divisi dagli affetti e dai cari - dal sangue del proprio sangue prima e asciugati dallo stesso poi - picchiati, insultati, umiliati, usati e gettati, accartocciati come cartaccia, prima di essere seppelliti o inceneriti, come immondizia;
Silenzio.
Seviziati, ridotti alla fame, per renderli simili ad animali, a dover raccattare gli avanzi, come i cani;
Silenzio.
A ridurli gli uni contro gli altri, disperati, annullati, riportati all'istinto primordiale, alla ricerca della propria sopravvivenza in cambio dell'altrui.
Silenzio.
Ancora ho negli occhi la vita distrutta di uno di questi, quando confessò il suo tormento;
attraversò l'inferno, ma quello gli entrò, e lo dilaniò dall'interno:
nel campo, dove fu prigioniero, c'era l'obbligo di presentarsi all'appello con il berretto e lui, non ritrovando il suo, lo rubò, condannando a morte quello che non riuscì a presentarlo.
Allora la morte lo risparmiò, ma solo per poi giocare con lui, giorno per giorno, fino alla fine dei suoi respiri.
E videro i propri affetti avviarsi alle camere a gas, ad essere trucidati per un nonnulla, a crepare come mosche tra patimenti e, i più sfortunati, dopo lunga agonia;
Silenzio.
Era tutto studiato a tavolino, per dare il massimo del dolore, nel fisico e nella mente, ma il silenzio dei vili coprì ogni loro straziante grido.
"[...] c'è un tempo per la guerra [...] per morire".
Per i topi, non per la chiesa di "Pio ics i i", il XII, che non capisco cosa abbia da essere beato, "che fece per viltade il gran rifiuto", di prendere la croce sulle spalle e tornare nel Colosseo, in pasto ai leoni.
Anche per la porpora era tempo di entrare in quei campi, di macchiare le vesti non solo del colore, ma della sostanza del sangue.
Là, dietro il filo spinato, con gli ebrei, ma anche con zingari e omosessuali, e testimoni di Geova !
Tutto il mondo civile avrebbe reagito allora, più velocemente, perché il demonio era alle fondamenta del Paradiso.
"[...] c'è un tempo per morire";
Ma la porpora era pallida, del colore di Don Abbondio quando disse:
- «Se uno il coraggio non ce l'ha,. non se lo può dare».
"[...] c'è un tempo stabilito per ogni cosa e per ogni opera".
Ma non sempre: chi ha potuto, l'amaro calice l'ha allontanato;
Beato...beato lui !
Io, secondo me...27.10.2008
giovedì 23 ottobre 2008
L'amico degli animali
Mi accorgo del passar del tempo quando, oltre al mio decadimento strutturale - come una palazzina che perde la crosta - un perverso meccanismo scatta automaticamente nell'associare idee, tra l'attualità d'oggi e il mio giurassico natale.
- «Amici dei miei amici, buonasera !»
Così presentava "L'amico degli animali", la sua trasmissione televisiva, nel lontano '56, il caro Angelo Lombardi:
ovvio, come ben si ricava dal titolo, che soggetto di tanta attenzione sono proprio loro, tutti quei nostri compagni messi dalla creazione, dal creatore e nel creato, uno o più gradini sotto di noi.
Guardo la fotografia e continuo a trovare equivalenza, con gli abitanti del caravanserraglio, luogo deputato, in un lontano passato, ad ospitare e parcheggiare le mandrie delle carovane di passaggio, sulle vie dei mercati e dei mercanti.
Beh, di bancarelle e piazzisti andrò a parlare, che da una parte ci sta quello con il bastone in una mano e la carota nell'altra, con appresso l'asino, che cerca di schivare l'uno per prendere l'altra.
Di qua, Ahmadinejad, il Mahmoud, stringe la zampa con la destra e sostiene il braccio con la sinistra, quasi a voler dire:
- «Ora che ho preso una mano, posso fare altrettanto con il braccio»;
Al suo cospetto, con un sorriso modellato da labbra a "Cul de poule", a culo di gallina - che implodono su se stesse, come di chi ha dimenticato la dentiera nel bicchiere, sul comodino dell'albergo - ecco quel Romano Prodi, riciclato e subito speso, come a liberarsi di fastidiosi spiccioli, zavorra da affibbiare ad altri, per camminare poi più spediti.
Certo che, a confronto, il Romano con Mahmoud pare Don Abbondio davanti a Don Rodrigo.
Beh, qualche barile in più di petrolio, al che in Libano i bambocci dell'Ahmadinejad lascino in pace le nostre smarrite truppe e non ci indicano a bersaglio al terrorismo, vale pure d'esibire quanto di peggio possiamo, e se ne può dedurre che, se questo è il meglio, del resto non c'è d'aver paura !
Gli occhi poi, lo sguardo del nostro emiliota - nativo di quel di Scandiano, provincia di Reggio - sono un qualcosa di disarmante;
la profondità di tanto, che dovrebbe raggiungere l'anima facendone da specchio, sono a toccare il fondo quasi subito, come mettere i piedi in un catino d'acqua tiepida:
la luce si spegne come quei fiammiferi subito smorzati dal vento, che rivedo quel vecchio ed impietoso filmato della trasmissione "Striscia la notizia", che lo immortalò, smarrito e perso, a fissare l'interno del caschetto da sciatore, rigirato per il lungo e per il largo, a chiedersi:
- «Ma come cazzo si mette ?!»
La moglie, imbarazzata, s'allontana, mentre le guardie del corpo provano a suggerire la risposta, cercando di non scalfire il tentativo di mussoliniana e tecnica memoria: costruire un'immagine virtuale, muscolare e virile di un mollusco, una cozza con seduta a ventosa e adesivo, non da scoglio ma da poltrona.
Ma il danno non si ferma all'immagine, che il nostro pure ha l'incoscienza di parlare:
- «Le grandi potenze stanno cercando di promuovere l'estremismo nel mondo»,
dice all'agenzia ufficiale del regime Irna: il "Cul de poule" ha fatto l'uovo !
Come un povero incontinente, sì è fatto tutto addosso, nel pannolone, assorbente per pensieri purgati.
Ce lo abbiamo mandato noi questo, a Tehran, per partecipare alla conferenza "Religioni nel mondo moderno".
E lui fa la pipì in pubblico.
Alla domanda del congresso
"Come i religiosi e i responsabili politici potrebbero collaborare per promuovere la pace attraverso la tutela dei diritti umani, valori morali e religiosi, la diversità e la convivenza pacifica nella pluralistica società moderna", risponde con
«I coglioni siamo noi: ecco le terga per la monta»;
e lo afferma alla presenza del Mahmoud, quello che va a dire:
- «La Shoah non è mai esistita e Israele va cancellato dalla faccia della terra !»
Ecco come il nanerottolo iraniano interpreta "[...] come collaborare per promuovere la pace attraverso la tutela dei diritti umani, valori morali e religiosi, la diversità e la convivenza pacifica nella pluralistica società moderna".
E Don Romano Abbondio, come un sordo che ha esaurito le pile dell'auricolare, sorride, stringe la mano, finge d'aver seguito, capito e sentito tutto, muove la testa dall'alto in basso, come quei pupazzetti sulle auto, ammicca, acconsente, sottoscrive, in perfetta, beota e beata inco(no) scienza.
Alla fine, non ha fatto che seguire l'esempio del "Kompagno di merende", quel Massimo D'Alema, diventato famoso per lo "struscio", passeggiata e corteggiamento, a braccetto con un alto esponente degli estremo-teroristi Hezbollah, che par vero il detto:
"Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei" !
A chiudere il cerchio, alla parata militare di Teheran, un nostro "gallonato" colonnello assiste alla muscolare marcia:
"[...] sfilano i soldati e i carri armati. Sfilano i missili balistici Shahab-3, sui quali è dipinta la scritta:
Israele deve essere spazzata via dalle mappe".
Il nostro graduato, tiene basso profilo, come al contrabbando - dietro al culo e sotto il naso - dei missili Hezbollah, in Libano: guarda le mosche passare e sorride...a "Cul de poule", a culo di gallina !
Sono gli amici...gli amici degli animali;
- «Amici dei miei nemici: 'fanculo !»
Io, secondo me...23.10.2008
- «Amici dei miei amici, buonasera !»
Così presentava "L'amico degli animali", la sua trasmissione televisiva, nel lontano '56, il caro Angelo Lombardi:
ovvio, come ben si ricava dal titolo, che soggetto di tanta attenzione sono proprio loro, tutti quei nostri compagni messi dalla creazione, dal creatore e nel creato, uno o più gradini sotto di noi.
Guardo la fotografia e continuo a trovare equivalenza, con gli abitanti del caravanserraglio, luogo deputato, in un lontano passato, ad ospitare e parcheggiare le mandrie delle carovane di passaggio, sulle vie dei mercati e dei mercanti.
Beh, di bancarelle e piazzisti andrò a parlare, che da una parte ci sta quello con il bastone in una mano e la carota nell'altra, con appresso l'asino, che cerca di schivare l'uno per prendere l'altra.
Di qua, Ahmadinejad, il Mahmoud, stringe la zampa con la destra e sostiene il braccio con la sinistra, quasi a voler dire:
- «Ora che ho preso una mano, posso fare altrettanto con il braccio»;
Al suo cospetto, con un sorriso modellato da labbra a "Cul de poule", a culo di gallina - che implodono su se stesse, come di chi ha dimenticato la dentiera nel bicchiere, sul comodino dell'albergo - ecco quel Romano Prodi, riciclato e subito speso, come a liberarsi di fastidiosi spiccioli, zavorra da affibbiare ad altri, per camminare poi più spediti.
Certo che, a confronto, il Romano con Mahmoud pare Don Abbondio davanti a Don Rodrigo.
Beh, qualche barile in più di petrolio, al che in Libano i bambocci dell'Ahmadinejad lascino in pace le nostre smarrite truppe e non ci indicano a bersaglio al terrorismo, vale pure d'esibire quanto di peggio possiamo, e se ne può dedurre che, se questo è il meglio, del resto non c'è d'aver paura !
Gli occhi poi, lo sguardo del nostro emiliota - nativo di quel di Scandiano, provincia di Reggio - sono un qualcosa di disarmante;
la profondità di tanto, che dovrebbe raggiungere l'anima facendone da specchio, sono a toccare il fondo quasi subito, come mettere i piedi in un catino d'acqua tiepida:
la luce si spegne come quei fiammiferi subito smorzati dal vento, che rivedo quel vecchio ed impietoso filmato della trasmissione "Striscia la notizia", che lo immortalò, smarrito e perso, a fissare l'interno del caschetto da sciatore, rigirato per il lungo e per il largo, a chiedersi:
- «Ma come cazzo si mette ?!»
La moglie, imbarazzata, s'allontana, mentre le guardie del corpo provano a suggerire la risposta, cercando di non scalfire il tentativo di mussoliniana e tecnica memoria: costruire un'immagine virtuale, muscolare e virile di un mollusco, una cozza con seduta a ventosa e adesivo, non da scoglio ma da poltrona.
Ma il danno non si ferma all'immagine, che il nostro pure ha l'incoscienza di parlare:
- «Le grandi potenze stanno cercando di promuovere l'estremismo nel mondo»,
dice all'agenzia ufficiale del regime Irna: il "Cul de poule" ha fatto l'uovo !
Come un povero incontinente, sì è fatto tutto addosso, nel pannolone, assorbente per pensieri purgati.
Ce lo abbiamo mandato noi questo, a Tehran, per partecipare alla conferenza "Religioni nel mondo moderno".
E lui fa la pipì in pubblico.
Alla domanda del congresso
"Come i religiosi e i responsabili politici potrebbero collaborare per promuovere la pace attraverso la tutela dei diritti umani, valori morali e religiosi, la diversità e la convivenza pacifica nella pluralistica società moderna", risponde con
«I coglioni siamo noi: ecco le terga per la monta»;
e lo afferma alla presenza del Mahmoud, quello che va a dire:
- «La Shoah non è mai esistita e Israele va cancellato dalla faccia della terra !»
Ecco come il nanerottolo iraniano interpreta "[...] come collaborare per promuovere la pace attraverso la tutela dei diritti umani, valori morali e religiosi, la diversità e la convivenza pacifica nella pluralistica società moderna".
E Don Romano Abbondio, come un sordo che ha esaurito le pile dell'auricolare, sorride, stringe la mano, finge d'aver seguito, capito e sentito tutto, muove la testa dall'alto in basso, come quei pupazzetti sulle auto, ammicca, acconsente, sottoscrive, in perfetta, beota e beata inco(no) scienza.
Alla fine, non ha fatto che seguire l'esempio del "Kompagno di merende", quel Massimo D'Alema, diventato famoso per lo "struscio", passeggiata e corteggiamento, a braccetto con un alto esponente degli estremo-teroristi Hezbollah, che par vero il detto:
"Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei" !
A chiudere il cerchio, alla parata militare di Teheran, un nostro "gallonato" colonnello assiste alla muscolare marcia:
"[...] sfilano i soldati e i carri armati. Sfilano i missili balistici Shahab-3, sui quali è dipinta la scritta:
Israele deve essere spazzata via dalle mappe".
Il nostro graduato, tiene basso profilo, come al contrabbando - dietro al culo e sotto il naso - dei missili Hezbollah, in Libano: guarda le mosche passare e sorride...a "Cul de poule", a culo di gallina !
Sono gli amici...gli amici degli animali;
- «Amici dei miei nemici: 'fanculo !»
Io, secondo me...23.10.2008
martedì 21 ottobre 2008
Da Giuseppe a Giuseppe
Caro Giuseppe, mio omonimo e omofono, ti scrivo questa mia letterina aperta, che c'ho un amaro proprio qui, in gola, che ancora non capisco se siamo fessi perché siamo vili, vili per fessi o tutte e due le cose.
- «Li abbiamo uccisi e abbiamo disseminato i resti in tutta la zona; abbiamo lasciato i corpi sulla strada e nei villaggi, a gruppi di due o di quattro, per dare l'esempio alla popolazione».
Sono parole del portavoce talebano Yousuf Ahmadi, in quel di Afghanistan, dopo l'ennesima mattanza di queste latrine bipedi, dopo che avevano sparacchiato su un autobus di persone disarmate, uccidendo pure un bimbo e scannando poi una trentina di sopravvissuti. La traccia di Pollicino, che ha portato a questi poveri disgraziati, è stata il ritrovamento dei primi sei, decapitati;
tra l'indifferenza nostra, che di resti ci premono di più quelli di ritorno, dalla spesa.
Giuseppe, tu sai, come me, che il liquame, dopo essere stato spurgato dalle fosse biologiche in Irak, sta passando ad intasare le fogne afghane, a portare la "lieta novella" e la misericordia di Binallah e Maomettaleban nelle macellerie di casa prima e d'esportazione poi.
Nel trasloco, si sono portati dietro armi e bagagli, manuali e videocassette del loro "maestro unico" e del come si dovrà raddrizzare la schiena alle genti se non si legano al carrozzone e non entrano nel caravanserraglio dei loro deliri.
E già, dimenticavo, caro Giuseppe mio, tu contro questa schiumarola c'avevi già sbattuto il grugno, che del tuo dire non avevano capito una mazza, ma tradotto alla somara, confermando un vecchio detto milanese, magari volgarotto ma sintesi di profonda filosofia:
- «Se fa prima a picaghel denter nel cù che nel cò !»
Non traduco, ma brevemente sintetizzo: è più veloce infilare altrove qualcosa che non entra nella testa.
I nostri vecchi, usi ad economie in tempi di fame, quando non si mangiava con il "dolce stil novo", erano così, a riassumere in poche parole un concetto altrimenti d'arzigogoli e bizantinismi dialettali.
Caro Giuseppe, in questa mia epistola sono a confrontarmi con te, alla pari, se non altro fidando d'essere tutti uguali al cospetto di Dio;
io non ci credo troppo, come del fatto che l'essere a sua immagine e somiglianza sia da prendere alla lettera:
mi pare sacrilega veduta l'immaginarlo con il mio nasone, la fronte spelacchiata, cicciotello che, se entrassi in un campo di grano, i passeri se ne fuggono.
Caro Giuseppe, io e te sappiamo che, se quelli creano metastasi, la nostra testa diventa pallone da calcio e la carcassa pasto per i corvi;
Te, me e i nostri Santi e Profeti ci possono ridere sopra e prendere per i fondelli: i loro quattro gatti, non si toccano.
Prendi la tessera di quel partito e non ne esci più, se non con le gambe allungate e il fiato strozzato.
Anche di noi diranno: «Abbiamo disseminato i resti; abbiamo lasciato i corpi sulla strada e nei villaggi».
Dobbiamo modellare la nostra cultura e civiltà secondo la loro, dobbiamo cambiare arredi di casa secondo l'altra mobilia;
manca poco - ma è questione di tempo - che saremo a fare corsi di "Eurabiarabese" pure nelle nostre scuole, a spostare le nostre feste, a buttare la nostra bistecca, a silenziar le nostre campane, a disporre loro Chiese e Oratori, in cambio di specchietti e collanine e l'ossetto da mettere al naso.
Noi dobbiamo - non devono - adattarci, rassegnarci, piegarci, sottometterci e comportarci con rispetto a tutto questo.
Dobbiamo, perché siamo visti così: servi oggi; schiavi domani.
Caro Giuseppe - ma tu l'hai capito prima di me – costoro non seminano, ma disseminano, resti, porzioni e frazioni.
Di noi. Della nostra civiltà, della nostra cultura, della nostra terra, del lascito dei nostri padri.
Giuseppe, tu sai: che i talebani sono ancora lontani, ma in casa ce ne abbiamo di nostrani;
con i fratelli e gli emuli di Yousuf Ahmadi ci vanno a braccetto, ci vogliono trattare assieme, ci fanno da collettore, per la raccolta di Katiuscia e petarderia varia, applaudono le uscite del nanerottolo, quello che vuole la bombetta atomica per finire l'opera dei forni crematori del baffetto nazista;
Il ComuNazIslam raccoglie e salda rigagnoli di fonti diverse, ma che assieme s'accompagnano alla foce, con stesso denominatore comune che è pratica di terrore e terrorismo.
Affinità...affinità elettive.
Caro Giuseppe, mentre i cristiani nel mondo sono ad essere scacciati e schiacciati, come insetti, il peggio ce l'hai in casa, che molti del tuo abito sono ad ammirare quanto sia più bella l'erba del vicino, quanto più obbedienti e adulatori siano nell'altro giardino;
quanto più disposti a rispondere, ad una jihad-crociata, simbolo a crocicchio tra una luna a mezzo e la scimitarra.
Caro Giuseppe, proprio tanti dei tuoi sono serpi, che del credo e della fede sono a prediligere - tra il malinconico e il nostalgico - i tempi in cui non si dava tanta confidenza al popol bue, che altrimenti - che bello ! – si poteva accender sotto i piedi dei villani un bel focherello !
Vogliamo mica mettere il buonismo, del «Tu sarai con me in Paradiso», invece che «Sia il diluvio, a cancellare gli empi !»
Ovviamente, tali Mullah-porporati, si sentono Noè, mica un pirlotto come il Beppe Fontana, destinato a perire tra i gorghi del loro dio, incazzoso e virile, non molliccio, come Salvatore...Gesù, che, si sa:
l'essere troppo buoni lo si prende sempre in quel posto, e poi ti mettono pure in croce !
Caro Giuseppe...Joseph Alois...Ratzinger; Benedictus XVI, Santità:
Una mano davanti e l'altra dietro, a parare e coprire tutti i fronti.
Mi perdoni la franchezza: è il volerLe troppo bene che mi fa dir le cose fuori dei denti e oltre le righe.
Che il Signore la preservi e ci salvi, Santità:
Beppe di Canossa.
Io, secondo me...21.10.2008
- «Li abbiamo uccisi e abbiamo disseminato i resti in tutta la zona; abbiamo lasciato i corpi sulla strada e nei villaggi, a gruppi di due o di quattro, per dare l'esempio alla popolazione».
Sono parole del portavoce talebano Yousuf Ahmadi, in quel di Afghanistan, dopo l'ennesima mattanza di queste latrine bipedi, dopo che avevano sparacchiato su un autobus di persone disarmate, uccidendo pure un bimbo e scannando poi una trentina di sopravvissuti. La traccia di Pollicino, che ha portato a questi poveri disgraziati, è stata il ritrovamento dei primi sei, decapitati;
tra l'indifferenza nostra, che di resti ci premono di più quelli di ritorno, dalla spesa.
Giuseppe, tu sai, come me, che il liquame, dopo essere stato spurgato dalle fosse biologiche in Irak, sta passando ad intasare le fogne afghane, a portare la "lieta novella" e la misericordia di Binallah e Maomettaleban nelle macellerie di casa prima e d'esportazione poi.
Nel trasloco, si sono portati dietro armi e bagagli, manuali e videocassette del loro "maestro unico" e del come si dovrà raddrizzare la schiena alle genti se non si legano al carrozzone e non entrano nel caravanserraglio dei loro deliri.
E già, dimenticavo, caro Giuseppe mio, tu contro questa schiumarola c'avevi già sbattuto il grugno, che del tuo dire non avevano capito una mazza, ma tradotto alla somara, confermando un vecchio detto milanese, magari volgarotto ma sintesi di profonda filosofia:
- «Se fa prima a picaghel denter nel cù che nel cò !»
Non traduco, ma brevemente sintetizzo: è più veloce infilare altrove qualcosa che non entra nella testa.
I nostri vecchi, usi ad economie in tempi di fame, quando non si mangiava con il "dolce stil novo", erano così, a riassumere in poche parole un concetto altrimenti d'arzigogoli e bizantinismi dialettali.
Caro Giuseppe, in questa mia epistola sono a confrontarmi con te, alla pari, se non altro fidando d'essere tutti uguali al cospetto di Dio;
io non ci credo troppo, come del fatto che l'essere a sua immagine e somiglianza sia da prendere alla lettera:
mi pare sacrilega veduta l'immaginarlo con il mio nasone, la fronte spelacchiata, cicciotello che, se entrassi in un campo di grano, i passeri se ne fuggono.
Caro Giuseppe, io e te sappiamo che, se quelli creano metastasi, la nostra testa diventa pallone da calcio e la carcassa pasto per i corvi;
Te, me e i nostri Santi e Profeti ci possono ridere sopra e prendere per i fondelli: i loro quattro gatti, non si toccano.
Prendi la tessera di quel partito e non ne esci più, se non con le gambe allungate e il fiato strozzato.
Anche di noi diranno: «Abbiamo disseminato i resti; abbiamo lasciato i corpi sulla strada e nei villaggi».
Dobbiamo modellare la nostra cultura e civiltà secondo la loro, dobbiamo cambiare arredi di casa secondo l'altra mobilia;
manca poco - ma è questione di tempo - che saremo a fare corsi di "Eurabiarabese" pure nelle nostre scuole, a spostare le nostre feste, a buttare la nostra bistecca, a silenziar le nostre campane, a disporre loro Chiese e Oratori, in cambio di specchietti e collanine e l'ossetto da mettere al naso.
Noi dobbiamo - non devono - adattarci, rassegnarci, piegarci, sottometterci e comportarci con rispetto a tutto questo.
Dobbiamo, perché siamo visti così: servi oggi; schiavi domani.
Caro Giuseppe - ma tu l'hai capito prima di me – costoro non seminano, ma disseminano, resti, porzioni e frazioni.
Di noi. Della nostra civiltà, della nostra cultura, della nostra terra, del lascito dei nostri padri.
Giuseppe, tu sai: che i talebani sono ancora lontani, ma in casa ce ne abbiamo di nostrani;
con i fratelli e gli emuli di Yousuf Ahmadi ci vanno a braccetto, ci vogliono trattare assieme, ci fanno da collettore, per la raccolta di Katiuscia e petarderia varia, applaudono le uscite del nanerottolo, quello che vuole la bombetta atomica per finire l'opera dei forni crematori del baffetto nazista;
Il ComuNazIslam raccoglie e salda rigagnoli di fonti diverse, ma che assieme s'accompagnano alla foce, con stesso denominatore comune che è pratica di terrore e terrorismo.
Affinità...affinità elettive.
Caro Giuseppe, mentre i cristiani nel mondo sono ad essere scacciati e schiacciati, come insetti, il peggio ce l'hai in casa, che molti del tuo abito sono ad ammirare quanto sia più bella l'erba del vicino, quanto più obbedienti e adulatori siano nell'altro giardino;
quanto più disposti a rispondere, ad una jihad-crociata, simbolo a crocicchio tra una luna a mezzo e la scimitarra.
Caro Giuseppe, proprio tanti dei tuoi sono serpi, che del credo e della fede sono a prediligere - tra il malinconico e il nostalgico - i tempi in cui non si dava tanta confidenza al popol bue, che altrimenti - che bello ! – si poteva accender sotto i piedi dei villani un bel focherello !
Vogliamo mica mettere il buonismo, del «Tu sarai con me in Paradiso», invece che «Sia il diluvio, a cancellare gli empi !»
Ovviamente, tali Mullah-porporati, si sentono Noè, mica un pirlotto come il Beppe Fontana, destinato a perire tra i gorghi del loro dio, incazzoso e virile, non molliccio, come Salvatore...Gesù, che, si sa:
l'essere troppo buoni lo si prende sempre in quel posto, e poi ti mettono pure in croce !
Caro Giuseppe...Joseph Alois...Ratzinger; Benedictus XVI, Santità:
Una mano davanti e l'altra dietro, a parare e coprire tutti i fronti.
Mi perdoni la franchezza: è il volerLe troppo bene che mi fa dir le cose fuori dei denti e oltre le righe.
Che il Signore la preservi e ci salvi, Santità:
Beppe di Canossa.
Io, secondo me...21.10.2008
lunedì 20 ottobre 2008
Gelminator
Panoramica, con vista d'insieme:
per un momento mi è sembrato di essere a Gaza, con quelli di Hamas che avanzavano, schermati dai loro bambini.
No, mi sono detto: è un vecchio filmato di quando i piccini iraniani andavano al macello, sminando con la propria carne i campi, a crepare falciati come mosche dalle raffiche dei soldati iracheni che li fronteggiavano;
così l'ayatollah komehini mandava al macero dei bambini, con una chiave di legno al collo, che gli avrebbe aperto le porte del Paradiso.
Vedendo poi gli zainetti, mi sono chiesto se dentro ci fosse plastico o plastilina, libri di testo o tasto del detonatore, barre di dinamite piuttosto che barrette al cioccolato.
Una rapida ripresa ravvicinata della telecamera mi ha fatto leggere le scritte in italiano, e allora ho capito:
"Contro la scuola dei padroni 10,100,1000 occupazioni".
Usando i bambini delle elementari come teste d'ariete, altre teste, nostalgiche della glande - scusate -della grande Russia Lenin-Stalinista, hanno "okkupato": ancora sono a svuotare i pitali ideologici nelle piazze e nelle scuole, usando - da parassiti - la società da discarica.
"La gente come noi non molla mai".
E già, io vi conosco bene, che anche ai tempi della mia, di scuola, eravate a chiedere il sei politico e a spintonate e calciare i professori fuori delle aule:
La gente come voi non molla mai... "Boia chi molla !" vero, "Kompagnoski fascired" ?
Dove c'è indisciplina, bullismo, violenza dentro e fuori, "Youtube" a luci, rosse pure quelle, mancanza di rispetto per cose e persone, caos e macerie da cavalcare, dietro ci sono gli asini del "seipolitico", della sufficienza a tutti, che garantiva alle nullità che erano, impunità dall'esser nati con la cannetta, ovvero, con poca o nulla voglia di sgobbare e sudare, abitudine poi applicata negli "espropri proletari" dove, da cicale, aspettavano che le formiche riempissero le dispense per poi rapinarle e distribuirne le fatiche al popolo...dei nullafacenti "seipolitichesi".
"Tanti bravi soldatini, ovvero: la scuola come la vogliono Tremonti e Gelmini".
Beh, meglio che "Tanti bravi ignorantini", il popol bue che amano quelli, facile da menare al pascolo con l'anello al naso.
E cosa più facile da manipolare, che tanti poveri bimbi delle elementari, che fanno figura ed equivalenza di balilla di fascista memoria, che pari a quelli ne fanno uso !
"I bambini non sono bagagli, Gelmini";
già, ma menati all'ammasso dai loro stessi genitori, questo si, eh ?
"Per Brunetta e per Gelmini siamo tutti dei cretini".
No, non solo per loro: tanti sono a credere lo stesso di voi, che usate i vostri stessi figli per farne immagine e somiglianza, all'addestramento, perché diventino come voi e siano alibi per non ammettere che, del vostro sacro credo e dottrina, la Storia ne ha fatto carta e sostanza da latrina !
"La scuola è degli studenti e dei docenti [...] assemblee in tutte le scuole [...] non basta una sfilata: lotta dal basso autorganizzata [...]Tremonti, Gelmini vi spazzeremo via !"
Ah, finalmente ritorna la puzza che qualcuno spacciava per vecchio fasciume, e neppure riconoscono del loro, che è da Brigate Rosse.
"No alle classi differenziali, i bambini sono tutti uguali".
E già: io come Einstein, uguale a Leonardo da Vinci, lo stesso che Shakespeare;
vuoi vedere invece che anche a Chernobyl c'aveva messo mano, nel reattore nucleare, uno di quegli altri somari: un "Homunculus insapiens Seipoliticus" ?
Io, secondo me...20.10.2008
per un momento mi è sembrato di essere a Gaza, con quelli di Hamas che avanzavano, schermati dai loro bambini.
No, mi sono detto: è un vecchio filmato di quando i piccini iraniani andavano al macello, sminando con la propria carne i campi, a crepare falciati come mosche dalle raffiche dei soldati iracheni che li fronteggiavano;
così l'ayatollah komehini mandava al macero dei bambini, con una chiave di legno al collo, che gli avrebbe aperto le porte del Paradiso.
Vedendo poi gli zainetti, mi sono chiesto se dentro ci fosse plastico o plastilina, libri di testo o tasto del detonatore, barre di dinamite piuttosto che barrette al cioccolato.
Una rapida ripresa ravvicinata della telecamera mi ha fatto leggere le scritte in italiano, e allora ho capito:
"Contro la scuola dei padroni 10,100,1000 occupazioni".
Usando i bambini delle elementari come teste d'ariete, altre teste, nostalgiche della glande - scusate -della grande Russia Lenin-Stalinista, hanno "okkupato": ancora sono a svuotare i pitali ideologici nelle piazze e nelle scuole, usando - da parassiti - la società da discarica.
"La gente come noi non molla mai".
E già, io vi conosco bene, che anche ai tempi della mia, di scuola, eravate a chiedere il sei politico e a spintonate e calciare i professori fuori delle aule:
La gente come voi non molla mai... "Boia chi molla !" vero, "Kompagnoski fascired" ?
Dove c'è indisciplina, bullismo, violenza dentro e fuori, "Youtube" a luci, rosse pure quelle, mancanza di rispetto per cose e persone, caos e macerie da cavalcare, dietro ci sono gli asini del "seipolitico", della sufficienza a tutti, che garantiva alle nullità che erano, impunità dall'esser nati con la cannetta, ovvero, con poca o nulla voglia di sgobbare e sudare, abitudine poi applicata negli "espropri proletari" dove, da cicale, aspettavano che le formiche riempissero le dispense per poi rapinarle e distribuirne le fatiche al popolo...dei nullafacenti "seipolitichesi".
"Tanti bravi soldatini, ovvero: la scuola come la vogliono Tremonti e Gelmini".
Beh, meglio che "Tanti bravi ignorantini", il popol bue che amano quelli, facile da menare al pascolo con l'anello al naso.
E cosa più facile da manipolare, che tanti poveri bimbi delle elementari, che fanno figura ed equivalenza di balilla di fascista memoria, che pari a quelli ne fanno uso !
"I bambini non sono bagagli, Gelmini";
già, ma menati all'ammasso dai loro stessi genitori, questo si, eh ?
"Per Brunetta e per Gelmini siamo tutti dei cretini".
No, non solo per loro: tanti sono a credere lo stesso di voi, che usate i vostri stessi figli per farne immagine e somiglianza, all'addestramento, perché diventino come voi e siano alibi per non ammettere che, del vostro sacro credo e dottrina, la Storia ne ha fatto carta e sostanza da latrina !
"La scuola è degli studenti e dei docenti [...] assemblee in tutte le scuole [...] non basta una sfilata: lotta dal basso autorganizzata [...]Tremonti, Gelmini vi spazzeremo via !"
Ah, finalmente ritorna la puzza che qualcuno spacciava per vecchio fasciume, e neppure riconoscono del loro, che è da Brigate Rosse.
"No alle classi differenziali, i bambini sono tutti uguali".
E già: io come Einstein, uguale a Leonardo da Vinci, lo stesso che Shakespeare;
vuoi vedere invece che anche a Chernobyl c'aveva messo mano, nel reattore nucleare, uno di quegli altri somari: un "Homunculus insapiens Seipoliticus" ?
Io, secondo me...20.10.2008
venerdì 17 ottobre 2008
Li mortacci loro
- «[...] avevo già trascorso sette anni e mezzo in un ospedale psichiatrico giudiziario. E non ho mai dato problemi. Ho fatto il mio percorso di riabilitazione, com'era giusto che fosse e ora mi sento pronto ad affrontare la vita».
Come se parlasse dell'estinzione di un mutuo, non dei suoi famigliari: ho onorato periodo e scadenze, "non ho mai dato problemi", ergo reclamo del mio.
Era il 4 agosto 1989 quando Ferdinando Carretta macellò la famiglia: fratello, padre e madre;
ancora oggi, dei corpi dei primi due non si è trovato nulla.
Ora, scarcerato, ne ottiene pure i beni, in soldi ed appartamenti.
Allora la corte lo giudicò "incapace di intendere di volere", al momento del delitto.
- «Continuo a pensare al fatto che la tragedia poteva essere evitata. Se io mi fossi curato, quello che è successo non sarebbe mai accaduto».
Prima ci dice di avere già dato, poi quasi ci colpevolizza: la società - e noi con lei - non ha capito, che avrebbe potuto evitare se avesse ben vigilato, al grido che prevenire sarebbe stato meglio che curare.
Manca poco che ci denunci tutti per omissione di soccorso !
La ciliegina sulla torta la mette dopo tutti questi colpi di spugna:
- «[...] mi sento pronto ad affrontare la vita [...] spero di poter trovare un lavoro a tempo pieno».
E già pensa al futuro, con una moglie e dei figli.
Auguri, figli maschi e somiglianti: "Talis pater, tali filius", tale il padre, tale il figlio;
Un domani saranno loro a...tirare la Carretta !
In questi giorni di sconti e promozioni era inevitabile uscisse pure un altro prodotto: il Pietro Maso.
Parlando di sbiellati e sbullonati, non potevamo ignorare il principe della cannetta, come dalle mie parti si chiama quello che porta quella, invece della spina dorsale, ad indicare la nulla voglia di lavorare e il fare vita da cicala.
Il Pietro voleva i soldi dei genitori.
Subito, che la pazienza non è mai stata il suo forte.
Meglio un giorno da leone che cent'anni da pecora;
meglio cambiare la berlina di lusso, continuare a spendere e spandere in pub e discoteche, gongolare e godere:
Caviale e champagne contro seghe e gassosa !
Eccolo chiedere l'anticipo sullo spettante: uccidere padre e madre, carne della sua carne e sangue del suo sangue, per poter ereditare.
Complici tre amici, macella la sua gente in una maniera orribile, feroce, senza pietà alcuna.
Dopo, via, a cercare di costruirsi un alibi: in discoteca !
Fortuna vuole che sia troppo scemo, difetta d'astuzia, povero apprendista senza ancora malizia di lavoro.
Condannato a trent'anni, eccolo a prendere aria un bel pezzo prima.
Cazzo, vuoi vedere che è più conveniente "spegnere" la famiglia piuttosto che "accendere" un mutuo ?
Il direttore della banca, se non paghi, ti pignora l'immobile;
sociologi saccenti, criminologi da poltrona, psicologi teorici e religiosi compassionevoli, tesi alla ricerca della famosa mosca bianca, il redento pentito, sono pronti e proni al perdonismo da un tanto al chilo.
L'indulgenza, l'indulto o la grazia non contano i morti, la loro sofferenza, l'agonia;
e i morti non contano.
"La tragedia poteva essere evitata. Se io mi fossi curato, quello che è successo non sarebbe mai accaduto".
Si può condannare la Società, all'ergastolo ?
A proposito, manica di bamba: a quando il rientro dell'Erika, quella che massacrò a coltellate la madre e il fratellino, di soli 12 anni ?
Cronaca di allora:
- «Lei ha tirato fuori i coltelli e mi ha dato i guanti giallini da cucina».
Quando la madre di Erika rientra col figlio minore, viene "sfilettata" subito;
Gianluca, il fratellino, cerca la fuga, ma è raggiunto nel bagno dalla sorella e accoppato con decine e decine di colpi di coltellaccio.
Omar descrive così la macabra scena:
- «Quando ormai era coricato nella vasca con una palla che gli usciva dalla pancia lei mi ha detto: Colpiscilo. Io ho chiuso gli occhi e ho colpito».
Quando il complice vuole andarsene, la stronzetta chiede:
- « Come, te ne vai e mio padre non lo uccidiamo ? Mi lasci qui ?»
Rassegnata all'incompiuta, comincia la sceneggiata:
- «Hanno ucciso i miei genitori. Sono stati gli albanesi !»
Anche lei, come il Maso, è determinata ma scema: non regge per molto e la smascherano.
Sociologi saccenti, criminologi da poltrona, psicologi teorici e religiosi compassionevoli: liberate la mosca bianca !
Io, secondo me...17.10.2008
Come se parlasse dell'estinzione di un mutuo, non dei suoi famigliari: ho onorato periodo e scadenze, "non ho mai dato problemi", ergo reclamo del mio.
Era il 4 agosto 1989 quando Ferdinando Carretta macellò la famiglia: fratello, padre e madre;
ancora oggi, dei corpi dei primi due non si è trovato nulla.
Ora, scarcerato, ne ottiene pure i beni, in soldi ed appartamenti.
Allora la corte lo giudicò "incapace di intendere di volere", al momento del delitto.
- «Continuo a pensare al fatto che la tragedia poteva essere evitata. Se io mi fossi curato, quello che è successo non sarebbe mai accaduto».
Prima ci dice di avere già dato, poi quasi ci colpevolizza: la società - e noi con lei - non ha capito, che avrebbe potuto evitare se avesse ben vigilato, al grido che prevenire sarebbe stato meglio che curare.
Manca poco che ci denunci tutti per omissione di soccorso !
La ciliegina sulla torta la mette dopo tutti questi colpi di spugna:
- «[...] mi sento pronto ad affrontare la vita [...] spero di poter trovare un lavoro a tempo pieno».
E già pensa al futuro, con una moglie e dei figli.
Auguri, figli maschi e somiglianti: "Talis pater, tali filius", tale il padre, tale il figlio;
Un domani saranno loro a...tirare la Carretta !
In questi giorni di sconti e promozioni era inevitabile uscisse pure un altro prodotto: il Pietro Maso.
Parlando di sbiellati e sbullonati, non potevamo ignorare il principe della cannetta, come dalle mie parti si chiama quello che porta quella, invece della spina dorsale, ad indicare la nulla voglia di lavorare e il fare vita da cicala.
Il Pietro voleva i soldi dei genitori.
Subito, che la pazienza non è mai stata il suo forte.
Meglio un giorno da leone che cent'anni da pecora;
meglio cambiare la berlina di lusso, continuare a spendere e spandere in pub e discoteche, gongolare e godere:
Caviale e champagne contro seghe e gassosa !
Eccolo chiedere l'anticipo sullo spettante: uccidere padre e madre, carne della sua carne e sangue del suo sangue, per poter ereditare.
Complici tre amici, macella la sua gente in una maniera orribile, feroce, senza pietà alcuna.
Dopo, via, a cercare di costruirsi un alibi: in discoteca !
Fortuna vuole che sia troppo scemo, difetta d'astuzia, povero apprendista senza ancora malizia di lavoro.
Condannato a trent'anni, eccolo a prendere aria un bel pezzo prima.
Cazzo, vuoi vedere che è più conveniente "spegnere" la famiglia piuttosto che "accendere" un mutuo ?
Il direttore della banca, se non paghi, ti pignora l'immobile;
sociologi saccenti, criminologi da poltrona, psicologi teorici e religiosi compassionevoli, tesi alla ricerca della famosa mosca bianca, il redento pentito, sono pronti e proni al perdonismo da un tanto al chilo.
L'indulgenza, l'indulto o la grazia non contano i morti, la loro sofferenza, l'agonia;
e i morti non contano.
"La tragedia poteva essere evitata. Se io mi fossi curato, quello che è successo non sarebbe mai accaduto".
Si può condannare la Società, all'ergastolo ?
A proposito, manica di bamba: a quando il rientro dell'Erika, quella che massacrò a coltellate la madre e il fratellino, di soli 12 anni ?
Cronaca di allora:
- «Lei ha tirato fuori i coltelli e mi ha dato i guanti giallini da cucina».
Quando la madre di Erika rientra col figlio minore, viene "sfilettata" subito;
Gianluca, il fratellino, cerca la fuga, ma è raggiunto nel bagno dalla sorella e accoppato con decine e decine di colpi di coltellaccio.
Omar descrive così la macabra scena:
- «Quando ormai era coricato nella vasca con una palla che gli usciva dalla pancia lei mi ha detto: Colpiscilo. Io ho chiuso gli occhi e ho colpito».
Quando il complice vuole andarsene, la stronzetta chiede:
- « Come, te ne vai e mio padre non lo uccidiamo ? Mi lasci qui ?»
Rassegnata all'incompiuta, comincia la sceneggiata:
- «Hanno ucciso i miei genitori. Sono stati gli albanesi !»
Anche lei, come il Maso, è determinata ma scema: non regge per molto e la smascherano.
Sociologi saccenti, criminologi da poltrona, psicologi teorici e religiosi compassionevoli: liberate la mosca bianca !
Io, secondo me...17.10.2008
giovedì 16 ottobre 2008
Wat ai dett iù
Siamo in Italia.
In Italia si parla l'italiano;
magari, dove proprio si sta un poco indietro, un misto dialetto-italianese magari ostico da decifrare, ma interpretabile.
Entri, magari ci stai poco, giri, ti guardi attorno e torni al paese tuo: non sei obbligato ad imparare la lingua di dove stai, sosti, parcheggi e passeggi per un poco e te ne vai;
pochi gesti, una certa mimica, l'adattarsi a chiedere una cosa e t'arriva un'altra e rassegnarsi a ripartire da capo perché l'altro finalmente capisca e ti serva, secondo intenzione, e poi via: cammello e valigia e torni alla cuccia tua, nella consapevolezza che, nella tana altrui, sei tu a doverti adeguare...o no ?
Se poi hai la fortuna di incontrare il vigile, il cameriere, l'autista, il giornalaio o la maestra che capisce il tuo "arabese", tanto di guadagnato, ma è valore aggiunto di queste figure il sapere, non passo obbligato.
In fin dei conti, mica ti ho cercato io: sei tu che hai incagliato il gommone sulla mia spiaggia, ti sei fatto ospitare e hai trovato fortuna in un lavoro e in una qualità di vita che, se era meglio da dove venivi sei un pirla, per aver traslocato da una reggia alla topaia.
Dato per certo - salvo tu sia un masochista - che da noi, tutto sommato, non è poi così malaccio, sono a chiederti un minimo di rispetto, per la terra e la Storia dei miei padri;
almeno la lingua vedi di impararla, e il "marocchinese" tientelo per e tra le mura della tua abitazione.
E si, perché se pretendi il contrario, allora m'incazzo, perché ne deduco che vuoi ficcarmi nello strozzo un rospo che non ho nessuna intenzione d'ingoiare !
E ancora, per favore, non andare in giro a starnazzare: «Siete razzisti, siete xenofobi»;
se pretendete, vi rispondo: «Siete rompicoglioni, e nessuno vi trattiene dal cercare gente e albergo più accogliente.
Siamo in Italia.
In Italia si parla l'italiano;
se vuoi restare in pianta stabile, imparalo e lo stesso per i tuoi figli.
A scuola, non possiamo costringere gli altri - e nemmeno gli insegnati - a dover fare un corso di cinese, di swahili, di lingua cirillica o runica, di comprensione di pittogrammi, geroglifici e ondine arabeggianti.
Non hai avuto tempo di imparare, e così la tua prole ?
Nessun problema: pazienza, olio alle meningi e al gomito, lubrificazione alla lingua e si risale lo scoglio, che non dobbiamo cercare la stele di Rosetta e andare per tentativi, nel chiedere: «Wat ai dett iù ? No capisc !»
Guarda che il muro del ghetto, altrimenti, non sorge dal di fuori, ma te lo costruisci da dentro, costretto a vivere tra la rete del pollaio e con le tue galline !
Guardati attorno: ogni prodotto che è venduto ha un libretto con le istruzioni, in diverse lingue;
io tengo e consulto quel che è nel mio idioma: il resto lo allontano, che non sono obbligato a studiare d'altro, se non - al limite - per sfizio, non per legge divina.
Dovunque, se non accetto condizioni e regole o, peggio, le voglio piegare a mio comodo e piacimento, devo essere pronto a non recriminare e prepararmi a ricevere rifiuti o sputi, in rapporto e in modo proporzionale all'aggressività con cui porto avanti le mie pretese.
Non è razzismo, e neppure xenofobia: si paga l'errore di avere lanciato messaggi o mantenuto atteggiamenti ambigui, quando non volutamente di presunzione o prepotenza.
Ancora più attenzione si deve fare a non divenire grimaldello per le altrui malefatte, strumenti per offesa e non soggetti e portatori in proprio.
L'ultimo caso: le classi differenti per immigrati;
dov'è la vergogna, se s'insegna l'italiano agli studenti stranieri ?
Guardiamo con l'occhio della formazione e della crescita, non come un rinchiudere selvaggina in una riserva, come auspicano, vogliono e menano detto che è - mentendo e sapendo di mentire - i ripetenti, con Master in disinformatjia, usciti dalle scuole dei maestri-gestori dei Gulag !
Eccoli, i guastatori e specialisti della demolizione, quelli della gran muraglia berlinese, che con le ossa costruirono muri ben peggiori, a tentare lo scasso e lo scardine, a rientrare dalla finestra dopo essere stati cacciati e calciati dalla porta, che di termiti hanno bisogno per far numero e buchi nella casa che non li ha voluti.
Sono a soffiare sul fuoco del razzi-xeno-fascismo, a cavalcare la notizia della "Somala desnuda", una trafficante di droga che rifiutava i dovuti controlli o dello spaccavetrine del "raid nazifascista" del Pigneto, in quel di Roma, poi trovato con il ritratto di Che Guevara tatuato sul braccio, che di quella parte era;
o il caso del fuoco in un campo di nomadi, ove "suggeritori" ebbero ad imboccare operatori di un'associazione per l'assistenza, pronti a spergiurare d'aver visto marmaglia fascistoide che lanciava bombe incendiarie, tranne essere smentiti dagli stessi zingari, che la causa dell'incendio fu per cause accidentali.
Di sputtanamenti simili né son piene le fosse, ma il senno, i figuri, mai l'hanno avuto a riprendere.
Sono come quelli che arringano e aizzano la folla, a che impicchino e vadano a linciare senza dar modo di usare prima razionalità e ragione.
Sono loro i veri incendiari: terroristi della cattiva politica.
I Neroni sono ad usare alunni come zolfanello e scuola come pagliaio, per cantare sui resti carbonizzati della nostra società, che loro vorrebbero "rieducata", ricostruita dalle braci, disinfettata, disinfestata, purificata e ricondotta alla dottrina dei "padri affondatori", i lombi primitivi e primevi.
Ecco sparlare di "istigazione al razzismo", "classi senza cielo", "discriminazione tra i più piccoli", "ghettizzazione dei bambini", "provvedimento ghettizzante", sino al demenziale, del Komunista Diliberto, che parla di "apartheid":
tanti stoppini infilati nelle Molotov, lanciate nella paglia;
e raccomandazione assurda, a che gli insegnanti si "dotino d'archi con molte faretre";
forse devono imparare l'arabiotico, il cinesotto, il giapponesario, il banturese, il pigmeiano, il codice binario e tranviario ?
Forse i malinconici falcemartelluti sono a rimpiangere il "sei politico", che permise a molti asini di uscire della stalla ed entrare nel circolo politico.
Ora vorrebbero che ad altri spuntassero le loro stesse orecchie lunghe, a credere sia normalità;
la vera "classe senza cielo" sono loro:
un firmamento alto e irraggiungibile...come il sol dell'avvenire !
Io, secondo me...16.10.2008
In Italia si parla l'italiano;
magari, dove proprio si sta un poco indietro, un misto dialetto-italianese magari ostico da decifrare, ma interpretabile.
Entri, magari ci stai poco, giri, ti guardi attorno e torni al paese tuo: non sei obbligato ad imparare la lingua di dove stai, sosti, parcheggi e passeggi per un poco e te ne vai;
pochi gesti, una certa mimica, l'adattarsi a chiedere una cosa e t'arriva un'altra e rassegnarsi a ripartire da capo perché l'altro finalmente capisca e ti serva, secondo intenzione, e poi via: cammello e valigia e torni alla cuccia tua, nella consapevolezza che, nella tana altrui, sei tu a doverti adeguare...o no ?
Se poi hai la fortuna di incontrare il vigile, il cameriere, l'autista, il giornalaio o la maestra che capisce il tuo "arabese", tanto di guadagnato, ma è valore aggiunto di queste figure il sapere, non passo obbligato.
In fin dei conti, mica ti ho cercato io: sei tu che hai incagliato il gommone sulla mia spiaggia, ti sei fatto ospitare e hai trovato fortuna in un lavoro e in una qualità di vita che, se era meglio da dove venivi sei un pirla, per aver traslocato da una reggia alla topaia.
Dato per certo - salvo tu sia un masochista - che da noi, tutto sommato, non è poi così malaccio, sono a chiederti un minimo di rispetto, per la terra e la Storia dei miei padri;
almeno la lingua vedi di impararla, e il "marocchinese" tientelo per e tra le mura della tua abitazione.
E si, perché se pretendi il contrario, allora m'incazzo, perché ne deduco che vuoi ficcarmi nello strozzo un rospo che non ho nessuna intenzione d'ingoiare !
E ancora, per favore, non andare in giro a starnazzare: «Siete razzisti, siete xenofobi»;
se pretendete, vi rispondo: «Siete rompicoglioni, e nessuno vi trattiene dal cercare gente e albergo più accogliente.
Siamo in Italia.
In Italia si parla l'italiano;
se vuoi restare in pianta stabile, imparalo e lo stesso per i tuoi figli.
A scuola, non possiamo costringere gli altri - e nemmeno gli insegnati - a dover fare un corso di cinese, di swahili, di lingua cirillica o runica, di comprensione di pittogrammi, geroglifici e ondine arabeggianti.
Non hai avuto tempo di imparare, e così la tua prole ?
Nessun problema: pazienza, olio alle meningi e al gomito, lubrificazione alla lingua e si risale lo scoglio, che non dobbiamo cercare la stele di Rosetta e andare per tentativi, nel chiedere: «Wat ai dett iù ? No capisc !»
Guarda che il muro del ghetto, altrimenti, non sorge dal di fuori, ma te lo costruisci da dentro, costretto a vivere tra la rete del pollaio e con le tue galline !
Guardati attorno: ogni prodotto che è venduto ha un libretto con le istruzioni, in diverse lingue;
io tengo e consulto quel che è nel mio idioma: il resto lo allontano, che non sono obbligato a studiare d'altro, se non - al limite - per sfizio, non per legge divina.
Dovunque, se non accetto condizioni e regole o, peggio, le voglio piegare a mio comodo e piacimento, devo essere pronto a non recriminare e prepararmi a ricevere rifiuti o sputi, in rapporto e in modo proporzionale all'aggressività con cui porto avanti le mie pretese.
Non è razzismo, e neppure xenofobia: si paga l'errore di avere lanciato messaggi o mantenuto atteggiamenti ambigui, quando non volutamente di presunzione o prepotenza.
Ancora più attenzione si deve fare a non divenire grimaldello per le altrui malefatte, strumenti per offesa e non soggetti e portatori in proprio.
L'ultimo caso: le classi differenti per immigrati;
dov'è la vergogna, se s'insegna l'italiano agli studenti stranieri ?
Guardiamo con l'occhio della formazione e della crescita, non come un rinchiudere selvaggina in una riserva, come auspicano, vogliono e menano detto che è - mentendo e sapendo di mentire - i ripetenti, con Master in disinformatjia, usciti dalle scuole dei maestri-gestori dei Gulag !
Eccoli, i guastatori e specialisti della demolizione, quelli della gran muraglia berlinese, che con le ossa costruirono muri ben peggiori, a tentare lo scasso e lo scardine, a rientrare dalla finestra dopo essere stati cacciati e calciati dalla porta, che di termiti hanno bisogno per far numero e buchi nella casa che non li ha voluti.
Sono a soffiare sul fuoco del razzi-xeno-fascismo, a cavalcare la notizia della "Somala desnuda", una trafficante di droga che rifiutava i dovuti controlli o dello spaccavetrine del "raid nazifascista" del Pigneto, in quel di Roma, poi trovato con il ritratto di Che Guevara tatuato sul braccio, che di quella parte era;
o il caso del fuoco in un campo di nomadi, ove "suggeritori" ebbero ad imboccare operatori di un'associazione per l'assistenza, pronti a spergiurare d'aver visto marmaglia fascistoide che lanciava bombe incendiarie, tranne essere smentiti dagli stessi zingari, che la causa dell'incendio fu per cause accidentali.
Di sputtanamenti simili né son piene le fosse, ma il senno, i figuri, mai l'hanno avuto a riprendere.
Sono come quelli che arringano e aizzano la folla, a che impicchino e vadano a linciare senza dar modo di usare prima razionalità e ragione.
Sono loro i veri incendiari: terroristi della cattiva politica.
I Neroni sono ad usare alunni come zolfanello e scuola come pagliaio, per cantare sui resti carbonizzati della nostra società, che loro vorrebbero "rieducata", ricostruita dalle braci, disinfettata, disinfestata, purificata e ricondotta alla dottrina dei "padri affondatori", i lombi primitivi e primevi.
Ecco sparlare di "istigazione al razzismo", "classi senza cielo", "discriminazione tra i più piccoli", "ghettizzazione dei bambini", "provvedimento ghettizzante", sino al demenziale, del Komunista Diliberto, che parla di "apartheid":
tanti stoppini infilati nelle Molotov, lanciate nella paglia;
e raccomandazione assurda, a che gli insegnanti si "dotino d'archi con molte faretre";
forse devono imparare l'arabiotico, il cinesotto, il giapponesario, il banturese, il pigmeiano, il codice binario e tranviario ?
Forse i malinconici falcemartelluti sono a rimpiangere il "sei politico", che permise a molti asini di uscire della stalla ed entrare nel circolo politico.
Ora vorrebbero che ad altri spuntassero le loro stesse orecchie lunghe, a credere sia normalità;
la vera "classe senza cielo" sono loro:
un firmamento alto e irraggiungibile...come il sol dell'avvenire !
Io, secondo me...16.10.2008
mercoledì 15 ottobre 2008
Oggi mi è venuto così...
- «Maledetto guercio !»
Eccomi, vecchio, stanco e malmesso, ormai al capolinea, ripassare e rimuginare il passato...anzi, il "passaggio";
- «Avanti, avanti, gridava lui, l’Annibale Barca...avanti un corno, avrei voluto rispondere; anzi, visto il seguito: una zanna !»
E già, con il Barca e sulla stessa barca, c’era l’intero caravanserraglio: cani e porci...ed elefanti che, alla partenza, i possenti animali da guerra erano ben trentasette !
Tutti, uomini e bestie, in principio campavano di un bene che era una meraviglia: chi sulle coste assolate d’Africa, chi su quelle tiepide e fresche di Spagna;
fino a che il guercio s’incaponì a voler prendere i romani alle spalle, o per il culo, secondo le interpretazioni.
Non se l’aspettavano, questo bisogna dirlo, e la cosa gli bruciò molto.
Dapprima controvoglia, poi contagiato dall’entusiasmo e dalla sfida, attraversai i passi dei Pirenei e i ghiacciai delle Alpi, vedendo compagni cadere nei crepacci, morire per il freddo e gli stenti ed infilzati dalle frecce e dai giavellotti di quei bellicosi montanari, che ci vedevano come neve negli occhi.
Una volta in pianura, m’accorsi con sgomento d’essere il solo della mia gente;
Combattei con il guercio in alcuni dei suoi innumerevoli scontri ma, per le ferite delle sanguinose battaglie nella Pianura Padana - sulle rive del Ticino e della Trebbia - per il cibo a me ostile e il freddo assassino delle italiche montagne, stremato, restai indietro;
Io, Surus, conosciuto anche come Barrus, sedetti e stetti lì, sulle sponde del torrente Ceno.
Il ricordo del clangore delle armi, il pianto e il riso, pian piano si attutì, come il mio udito, così come l’odore del sudore, del sangue e della morte.
Attorno a me passano uomini ed armati, in su e in giù andare, e a loro rubai le storie, attorno ai bivacchi.
- «A Canne, i romani ne hanno persi 50.000»;
attorno al fuoco, si formano le ombre lunghe disegnate dai fuochi, e la conta del massacro è grande, come gli occhi increduli di quelli che ascoltano uno che ha visto quel cimitero, dopo il passaggio del generale cartaginese.
Un altro, che aveva una pezza sull’occhio e una cicatrice, che andava da quello fino alla base del mento, proseguì, insieme parlando e roteando il coltello, dove era infilzato un pezzo di carne:
- «Sul Trasimeno Roma già ebbe una lezione, ma non fece tesoro della forza di Maarbale e della sua cavalleria, come delle fionde e dei sassi dei frombolieri delle Baleari: lì, come a Canne, caddero sotto i veloci cavalli o allineati tra la terra e l’acqua, dove la scelta era morire all’asciutto o annegati, zavorrati al fondo dalla pesante armatura».
Una tosse insistente e sorda scuote i miei polmoni facendo tremare la cassa toracica, come un terremoto con la terra.
Le ginocchia si piegano, che mi sembra di poggiare su tronchi che si spezzano.
- «Hannibal ante portas !»
E bravo il mio guercio, ma sento che non mi riuscirà più di catturare altre storie di lui.
Il tempo che mi è stato concesso fugge, e un poco mi dispiace di non essere riuscito a proseguire cammino e mirabili gesta, però il mio nome è sulla bocca di tutti: Surus, l’ultimo !
la mia esistenza è stata breve, ma intensa, che un giorno da leone è meglio di cent’anni da pecora.
- «Maledetto guercio, grazie: è stato il più glorioso tempo dell’esistere; io, Surus, l’ultimo dei tuoi elefanti, il più valoroso di tutte le guerre puniche, sto morendo per la malaria delle paludi appenniniche, ma furono formidabili quegli anni !»
Ho sonno, sento freddo, come sulle cime innevate; mi sento leggero, come mai prima.
Penso che mi preparerò il giaciglio per un lungo, lunghissimo sonno.
- «Buonanotte, maledetto, meraviglioso guercio !»
Eccomi, vecchio, stanco e malmesso, ormai al capolinea, ripassare e rimuginare il passato...anzi, il "passaggio";
- «Avanti, avanti, gridava lui, l’Annibale Barca...avanti un corno, avrei voluto rispondere; anzi, visto il seguito: una zanna !»
E già, con il Barca e sulla stessa barca, c’era l’intero caravanserraglio: cani e porci...ed elefanti che, alla partenza, i possenti animali da guerra erano ben trentasette !
Tutti, uomini e bestie, in principio campavano di un bene che era una meraviglia: chi sulle coste assolate d’Africa, chi su quelle tiepide e fresche di Spagna;
fino a che il guercio s’incaponì a voler prendere i romani alle spalle, o per il culo, secondo le interpretazioni.
Non se l’aspettavano, questo bisogna dirlo, e la cosa gli bruciò molto.
Dapprima controvoglia, poi contagiato dall’entusiasmo e dalla sfida, attraversai i passi dei Pirenei e i ghiacciai delle Alpi, vedendo compagni cadere nei crepacci, morire per il freddo e gli stenti ed infilzati dalle frecce e dai giavellotti di quei bellicosi montanari, che ci vedevano come neve negli occhi.
Una volta in pianura, m’accorsi con sgomento d’essere il solo della mia gente;
Combattei con il guercio in alcuni dei suoi innumerevoli scontri ma, per le ferite delle sanguinose battaglie nella Pianura Padana - sulle rive del Ticino e della Trebbia - per il cibo a me ostile e il freddo assassino delle italiche montagne, stremato, restai indietro;
Io, Surus, conosciuto anche come Barrus, sedetti e stetti lì, sulle sponde del torrente Ceno.
Il ricordo del clangore delle armi, il pianto e il riso, pian piano si attutì, come il mio udito, così come l’odore del sudore, del sangue e della morte.
Attorno a me passano uomini ed armati, in su e in giù andare, e a loro rubai le storie, attorno ai bivacchi.
- «A Canne, i romani ne hanno persi 50.000»;
attorno al fuoco, si formano le ombre lunghe disegnate dai fuochi, e la conta del massacro è grande, come gli occhi increduli di quelli che ascoltano uno che ha visto quel cimitero, dopo il passaggio del generale cartaginese.
Un altro, che aveva una pezza sull’occhio e una cicatrice, che andava da quello fino alla base del mento, proseguì, insieme parlando e roteando il coltello, dove era infilzato un pezzo di carne:
- «Sul Trasimeno Roma già ebbe una lezione, ma non fece tesoro della forza di Maarbale e della sua cavalleria, come delle fionde e dei sassi dei frombolieri delle Baleari: lì, come a Canne, caddero sotto i veloci cavalli o allineati tra la terra e l’acqua, dove la scelta era morire all’asciutto o annegati, zavorrati al fondo dalla pesante armatura».
Una tosse insistente e sorda scuote i miei polmoni facendo tremare la cassa toracica, come un terremoto con la terra.
Le ginocchia si piegano, che mi sembra di poggiare su tronchi che si spezzano.
- «Hannibal ante portas !»
E bravo il mio guercio, ma sento che non mi riuscirà più di catturare altre storie di lui.
Il tempo che mi è stato concesso fugge, e un poco mi dispiace di non essere riuscito a proseguire cammino e mirabili gesta, però il mio nome è sulla bocca di tutti: Surus, l’ultimo !
la mia esistenza è stata breve, ma intensa, che un giorno da leone è meglio di cent’anni da pecora.
- «Maledetto guercio, grazie: è stato il più glorioso tempo dell’esistere; io, Surus, l’ultimo dei tuoi elefanti, il più valoroso di tutte le guerre puniche, sto morendo per la malaria delle paludi appenniniche, ma furono formidabili quegli anni !»
Ho sonno, sento freddo, come sulle cime innevate; mi sento leggero, come mai prima.
Penso che mi preparerò il giaciglio per un lungo, lunghissimo sonno.
- «Buonanotte, maledetto, meraviglioso guercio !»
martedì 14 ottobre 2008
Sadomasopolitik
- «Fammi male», dice uno;
- «No», risponde l'altro.
Il rapporto tra il masochista e il sadico si concentra tra la prima richiesta e la risposta che, proprio negando il piacere, facilita l'orgasmo: uno chiede che gli si faccia male e l'altro gongola del rifiuto e ognuno gode, secondo natura.
Ecco: io penso che qualcosa di simile è successo tra la Moratti - sindaco meneghino - e Elio Catania, presidente della Metropolitana Milanese;
altrimenti, come si può definire una che chiama a se un tizio referenziato come quello che arriva, dall'aver fatto danni nell'errare, a perseverare nel diabolico ?
Pesco nel torbido, prendendo spunto da un bell'articolo del bravo Gianfranco Pagliarulo, su EPolis Milano.
L'antefatto parte dal passare di pochi giorni, che ancora fresco rimane il ricordo di un Lunedi nero, dove la sotterranea linea verde si blocca e rimane paralitica per ben tredici ore.
Nello scorrere di queste righe è attuale lo scontro tra due mezzi di superficie, due generazioni d'acciaio- un vecchio e il nuovo - che vanno a rottame in uno scambio, che li porta in rotta di collisione.
Non so il Catania cosa ancora aggiungerà, ma mi basta parlare del primo dire, che l'eventuale non aggiungerà sale all'insipienza;
- «Il guasto d'oggi è il prezzo che la città e l'azienda pagano per dieci anni di mancati investimenti nell'ammodernamento delle infrastrutture. Ma ciascun dipendente [...] deve chiedere scusa ai clienti per il disservizio inaccettabile».
Roba da renderlo a calci, a sostituire altro invece delle tonsille !
Ecco che uno strapagato inetto alza il cassone e fa scivolare la merda sopra il formicaio, quando ne è stato guida e direttore d'opera: ora ne calpesta subordinati e operai.
A dire il vero, per il tipo sarebbe bastato che la Moratti applicasse la vecchia e saggia regola:
"Se lo conosci, lo eviti !"
E già, perché il tipo già nel 2004 era stato messo a capo presidente e amministratore delegato delle Ferrovie, sostituendo Giancarlo Cimoli, spostato di una casella e sedutosi poi sulla poltrona dell'Alitalia:
dal de..raglio alla picchiata.
Entrambi si sono gemellati, a confermare la "regola del massimo incapace": un gradino più in basso sei il massimo di bravura, che usi al meglio la tua dotazione naturale; un passo sopra, superi le tue capacità, diventando un massimo incapace.
Saltando il discorso aviatorio - che è fresco uovo di giornata quanto l'ala è stata ridimensionata - continuiamo a scoprire le vergogne dell'Elio: crescita esponenziale delle perdite, che il Catania porta a record, ma al contrario, triplicandole.
Era l'epoca dei binari che "sbullonavano" e dei treni che si fiondavano contro i muri delle abitazioni;
era - ma poco è cambiato - il momento delle latrine su rotaia, che parevano bidoni d'immondizia su binari che, più che i passeggeri erano pulci e zecche a doversi lamentare d'essere impestate dagli uomini, se non altro per il diritto al voto di maggioranza, che erano quelle a detenerlo !
Allora, come oggi, il Catania perde pelo ma tiene il vizio: era sempre colpa delle maestranze, era sempre "errore umano", era sempre uno spalatore e spanditore di cacca;
lui strapagato capitano della nave, sulla scialuppa di salvataggio era ad inveire contro i marinai, rimasti sulla nave portata sugli scogli !
Dopo aver fatto del suo peggio, se né usci con una liquidazione principesca: ben sette milioni di Euro.
Fossi stato io al suo posto, neppure volendo sarei riuscito a fare peggio ma, visto i risultati, qualunque testa con il vuoto pneumatico tra le orecchie avrebbe potuto eguagliare il nostro eroe.
Ma la Moratti che, come Penelope, ha fatto e disfatta scuola, si è comportata da eterna ripetente, dimostrando di non avere imparato nulla, accogliendo tra le sue braccia quel figliol prodigo e prodigio...di sventure.
Proprio vero che "Dio li fa poi li accoppia" !
Io, secondo me...14.10.2008
- «No», risponde l'altro.
Il rapporto tra il masochista e il sadico si concentra tra la prima richiesta e la risposta che, proprio negando il piacere, facilita l'orgasmo: uno chiede che gli si faccia male e l'altro gongola del rifiuto e ognuno gode, secondo natura.
Ecco: io penso che qualcosa di simile è successo tra la Moratti - sindaco meneghino - e Elio Catania, presidente della Metropolitana Milanese;
altrimenti, come si può definire una che chiama a se un tizio referenziato come quello che arriva, dall'aver fatto danni nell'errare, a perseverare nel diabolico ?
Pesco nel torbido, prendendo spunto da un bell'articolo del bravo Gianfranco Pagliarulo, su EPolis Milano.
L'antefatto parte dal passare di pochi giorni, che ancora fresco rimane il ricordo di un Lunedi nero, dove la sotterranea linea verde si blocca e rimane paralitica per ben tredici ore.
Nello scorrere di queste righe è attuale lo scontro tra due mezzi di superficie, due generazioni d'acciaio- un vecchio e il nuovo - che vanno a rottame in uno scambio, che li porta in rotta di collisione.
Non so il Catania cosa ancora aggiungerà, ma mi basta parlare del primo dire, che l'eventuale non aggiungerà sale all'insipienza;
- «Il guasto d'oggi è il prezzo che la città e l'azienda pagano per dieci anni di mancati investimenti nell'ammodernamento delle infrastrutture. Ma ciascun dipendente [...] deve chiedere scusa ai clienti per il disservizio inaccettabile».
Roba da renderlo a calci, a sostituire altro invece delle tonsille !
Ecco che uno strapagato inetto alza il cassone e fa scivolare la merda sopra il formicaio, quando ne è stato guida e direttore d'opera: ora ne calpesta subordinati e operai.
A dire il vero, per il tipo sarebbe bastato che la Moratti applicasse la vecchia e saggia regola:
"Se lo conosci, lo eviti !"
E già, perché il tipo già nel 2004 era stato messo a capo presidente e amministratore delegato delle Ferrovie, sostituendo Giancarlo Cimoli, spostato di una casella e sedutosi poi sulla poltrona dell'Alitalia:
dal de..raglio alla picchiata.
Entrambi si sono gemellati, a confermare la "regola del massimo incapace": un gradino più in basso sei il massimo di bravura, che usi al meglio la tua dotazione naturale; un passo sopra, superi le tue capacità, diventando un massimo incapace.
Saltando il discorso aviatorio - che è fresco uovo di giornata quanto l'ala è stata ridimensionata - continuiamo a scoprire le vergogne dell'Elio: crescita esponenziale delle perdite, che il Catania porta a record, ma al contrario, triplicandole.
Era l'epoca dei binari che "sbullonavano" e dei treni che si fiondavano contro i muri delle abitazioni;
era - ma poco è cambiato - il momento delle latrine su rotaia, che parevano bidoni d'immondizia su binari che, più che i passeggeri erano pulci e zecche a doversi lamentare d'essere impestate dagli uomini, se non altro per il diritto al voto di maggioranza, che erano quelle a detenerlo !
Allora, come oggi, il Catania perde pelo ma tiene il vizio: era sempre colpa delle maestranze, era sempre "errore umano", era sempre uno spalatore e spanditore di cacca;
lui strapagato capitano della nave, sulla scialuppa di salvataggio era ad inveire contro i marinai, rimasti sulla nave portata sugli scogli !
Dopo aver fatto del suo peggio, se né usci con una liquidazione principesca: ben sette milioni di Euro.
Fossi stato io al suo posto, neppure volendo sarei riuscito a fare peggio ma, visto i risultati, qualunque testa con il vuoto pneumatico tra le orecchie avrebbe potuto eguagliare il nostro eroe.
Ma la Moratti che, come Penelope, ha fatto e disfatta scuola, si è comportata da eterna ripetente, dimostrando di non avere imparato nulla, accogliendo tra le sue braccia quel figliol prodigo e prodigio...di sventure.
Proprio vero che "Dio li fa poi li accoppia" !
Io, secondo me...14.10.2008
mercoledì 8 ottobre 2008
Xenorazzifollia
Muto.
Il rassicurante suono del cicalino diventa omertoso, mentre l'occhio di un semaforo sovradimensionato passa ad un rosso sangue minaccioso e la sbarra rimane ostinatamente abbassata, mentre nello specchietto retrovisore riesco a vedere solo lo stemma del camion che tallona il piccolo scatolozzo su ruote che mi contiene.
- «'azzarola: se il bisonte non frena io a Nova Milanese non ci arrivo, e Magdi Cristiano Allam l'incontro solo se mi evoca al tavolino della seduta spiritica !»
Bella cosa il Telepass, che ti permette d'evitare le code ai caselli autostradali...sempre che la moglie, nel pulire il parabrezza interno della macchinina, non ti sposta e scollega l'aggeggio, impedendogli così di abbeverarsi alla vitale energia della batteria e fare il suo dovere, nel formulare la frase magica "Apriti sesamo".
L'intercessione dei Santi, la raccomandazione dei miei poveri defunti, il buon Dio, che non ha estratto il tesserino rosso di squalifica, una semplice botta di culo, la prontezza di riflessi dell'altro autista o tutto ciò assieme, mi ha permesso di continuare ad abitare su - e non sotto -questa terra.
Inutile dire che l'armadio a più ante, che guidava dietro di me, era nella cabina che agitava i due pilastri attaccati al tronco e non per scacciare una mosca;
sceso dalla macchina ho steso il tappetino di gomma e, rivolto in direzione del Tir, mi sono genuflesso recitando la preghiera del perdono, la litania delle scuse e mostrato atto di sottomissione e rispetto al maschio dominante che, un poco più rabbonito, ha smoccolato di ritorno e innestato la salvifica retromarcia, rinunciando a sprangare quell'imbranato che gli stava rovinando una giornata di lavoro.
Mi ero già lasciato alle spalle il ricordo dello scampato pericolo - e della "fatwa" lanciata alla moglie, vietandole manovre di qualsivoglia tipo nello spazio del prezioso "apristanga" elettronico - che una notizia fresca di stampa mi agghiacciava, nel provare quanto un avvenimento di poco spessore possa innescare reazioni violente, se non omicide:
"Alessandria, statale 10 Tortona-Voghera: si è fermato nei pressi di un bar, vicino ad Alessandria, per far pipì [...]il proprietario dell'esercizio è uscito, ha tirato fuori la pistola, gli spara e lo uccide: i carabinieri lo hanno trovato accanto al cadavere, nel tentativo di nasconderlo".
Follia, mormora la gente; e se l'accoppato fosse stato di colore ?
Un pari gesto omicida per futili motivi era accaduto poco tempo addietro, vittima Abdul "Abba" Samir Guibre, accoppato a bastonate dalla rabbia di Fausto e Daniele Cristofoli, padre e figlio, proprietari del bar Shining a Milano, dopo che il ragazzo aveva rubato un pacchetto di biscotti: allora si spese la parola "razzismo", in un atto di politico sciacallaggio, a prendere un puro atto di pazzia per contornarlo e pomparlo, a diventare di dimensioni atte a scatenare paura e panico, da sfruttare e cavalcare per rimontare posizioni perdute, alla ricerca della "poltrona perduta".
Uguale per il gruppo di minorenni, che aggredisce un cinese: si attribuisce al branco capacità di coniugare concetto complesso, come la xenofobia, quando la non perseguibilità penale degli stessi, qualora avessero soppresso la loro vittima, perché, per l'età: incapaci di intendere di volere;
e allora perché dovrebbero capire cosa significa "razzismo" ?
E il tizio del mercato, che lascia la sua bancarella per rincorrere e pestare il "coloured" di turno, che s'era messo accanto a lui, a vendere senza licenza ?
Ci si dimentica che una volta, quando erano pochi, erano tollerati - anzi, magari lo stesso mercante gli allungava qualche spicciolo - ma ora che una ciliegia ne ha portate altre, diventano aggressivi, seppur fuorilegge, e fanno forza e prepotenza con il numero: la realtà o il percepirla come tale, ha scatenato la reazione di una vicinanza ingombrante, ma è più simile a una difesa, il marcare un territorio e il suo legittimo e pagato utilizzo, che il raccogliere branco per la caccia.
Ma i soliti e conosciuti terroristi hanno anche qui soffiato sul fuoco, che solo dopo un incendio possono credere di poter colonizzare un terreno perduto !
E la storia di Amina Sheikh Said, che ha starnazzato come un'oca perché l'hanno spogliata e perquisita con dovizia e attenzione ?
Beh, personalmente da nera l'avrei fatta sbiancare e, se fosse stata bianca, l'avrei fatta nera;
no, non sono razzista: è lei che ha un "pedigree", dei precedenti da schifezza umana.
Leggo da "Libero" di Feltri:
"L'anno scorso era arrivata da Londra con 35 chili di droga nella valigia. Otto mesi fa ne aveva portati altri due [...] a Ciampino hanno deciso di perquisire la donna [...] perché lo stupefacente che più volte aveva tentato di introdurre nel nostro Paese, il Khat, è un potente allucinogeno che, insieme a cocaina ed eroina, è una sostanza di gran lunga più dannosa di hashish e marijuana".
Titoloni dei soliti giornali di sinistra parte: "Razzismo, caso Amina Sheikh Said".
Visto l'abitudine della tipa, certi articoli a suo favore mi paiono come gli apprezzamenti di chi s'è appena fatto una canna e magnifica il suo pusher, che gli ha offerto materiale per uno sballo giornalistico.
Anche qui razzismo e xenofobia c'entrano un cazzo, che non è patrimonio genetico degli italiani.
Tanti anni fa la possibilità di venire alle brutte con un musulmano o un extracomunitario sarebbe stata uguale al picchiare contro una sparuta palma, nel deserto;
ora, che di palme ce ne sono tante, è sempre più facile - per la legge dei grandi numeri - arrivare in contatto con l'eccezione di ieri, ma la regola dell'oggi;
ma non è razzismo o xenofobia: è solo questione di civile e incivile coabitare, beghe da condominio tra vicini troppo alle strette.
Aspetta che controllo il Telepass, che con l'ultimo sole mi sono un poco abbronzato:
se uno con il camion mi pesta come una cotoletta perché gli ho ostruito il casello, non voglio che poi si scriva:
"Razzismo, caso Yusuf ibn al-Fontan" !
Io, secondo me...08.10.2008
Il rassicurante suono del cicalino diventa omertoso, mentre l'occhio di un semaforo sovradimensionato passa ad un rosso sangue minaccioso e la sbarra rimane ostinatamente abbassata, mentre nello specchietto retrovisore riesco a vedere solo lo stemma del camion che tallona il piccolo scatolozzo su ruote che mi contiene.
- «'azzarola: se il bisonte non frena io a Nova Milanese non ci arrivo, e Magdi Cristiano Allam l'incontro solo se mi evoca al tavolino della seduta spiritica !»
Bella cosa il Telepass, che ti permette d'evitare le code ai caselli autostradali...sempre che la moglie, nel pulire il parabrezza interno della macchinina, non ti sposta e scollega l'aggeggio, impedendogli così di abbeverarsi alla vitale energia della batteria e fare il suo dovere, nel formulare la frase magica "Apriti sesamo".
L'intercessione dei Santi, la raccomandazione dei miei poveri defunti, il buon Dio, che non ha estratto il tesserino rosso di squalifica, una semplice botta di culo, la prontezza di riflessi dell'altro autista o tutto ciò assieme, mi ha permesso di continuare ad abitare su - e non sotto -questa terra.
Inutile dire che l'armadio a più ante, che guidava dietro di me, era nella cabina che agitava i due pilastri attaccati al tronco e non per scacciare una mosca;
sceso dalla macchina ho steso il tappetino di gomma e, rivolto in direzione del Tir, mi sono genuflesso recitando la preghiera del perdono, la litania delle scuse e mostrato atto di sottomissione e rispetto al maschio dominante che, un poco più rabbonito, ha smoccolato di ritorno e innestato la salvifica retromarcia, rinunciando a sprangare quell'imbranato che gli stava rovinando una giornata di lavoro.
Mi ero già lasciato alle spalle il ricordo dello scampato pericolo - e della "fatwa" lanciata alla moglie, vietandole manovre di qualsivoglia tipo nello spazio del prezioso "apristanga" elettronico - che una notizia fresca di stampa mi agghiacciava, nel provare quanto un avvenimento di poco spessore possa innescare reazioni violente, se non omicide:
"Alessandria, statale 10 Tortona-Voghera: si è fermato nei pressi di un bar, vicino ad Alessandria, per far pipì [...]il proprietario dell'esercizio è uscito, ha tirato fuori la pistola, gli spara e lo uccide: i carabinieri lo hanno trovato accanto al cadavere, nel tentativo di nasconderlo".
Follia, mormora la gente; e se l'accoppato fosse stato di colore ?
Un pari gesto omicida per futili motivi era accaduto poco tempo addietro, vittima Abdul "Abba" Samir Guibre, accoppato a bastonate dalla rabbia di Fausto e Daniele Cristofoli, padre e figlio, proprietari del bar Shining a Milano, dopo che il ragazzo aveva rubato un pacchetto di biscotti: allora si spese la parola "razzismo", in un atto di politico sciacallaggio, a prendere un puro atto di pazzia per contornarlo e pomparlo, a diventare di dimensioni atte a scatenare paura e panico, da sfruttare e cavalcare per rimontare posizioni perdute, alla ricerca della "poltrona perduta".
Uguale per il gruppo di minorenni, che aggredisce un cinese: si attribuisce al branco capacità di coniugare concetto complesso, come la xenofobia, quando la non perseguibilità penale degli stessi, qualora avessero soppresso la loro vittima, perché, per l'età: incapaci di intendere di volere;
e allora perché dovrebbero capire cosa significa "razzismo" ?
E il tizio del mercato, che lascia la sua bancarella per rincorrere e pestare il "coloured" di turno, che s'era messo accanto a lui, a vendere senza licenza ?
Ci si dimentica che una volta, quando erano pochi, erano tollerati - anzi, magari lo stesso mercante gli allungava qualche spicciolo - ma ora che una ciliegia ne ha portate altre, diventano aggressivi, seppur fuorilegge, e fanno forza e prepotenza con il numero: la realtà o il percepirla come tale, ha scatenato la reazione di una vicinanza ingombrante, ma è più simile a una difesa, il marcare un territorio e il suo legittimo e pagato utilizzo, che il raccogliere branco per la caccia.
Ma i soliti e conosciuti terroristi hanno anche qui soffiato sul fuoco, che solo dopo un incendio possono credere di poter colonizzare un terreno perduto !
E la storia di Amina Sheikh Said, che ha starnazzato come un'oca perché l'hanno spogliata e perquisita con dovizia e attenzione ?
Beh, personalmente da nera l'avrei fatta sbiancare e, se fosse stata bianca, l'avrei fatta nera;
no, non sono razzista: è lei che ha un "pedigree", dei precedenti da schifezza umana.
Leggo da "Libero" di Feltri:
"L'anno scorso era arrivata da Londra con 35 chili di droga nella valigia. Otto mesi fa ne aveva portati altri due [...] a Ciampino hanno deciso di perquisire la donna [...] perché lo stupefacente che più volte aveva tentato di introdurre nel nostro Paese, il Khat, è un potente allucinogeno che, insieme a cocaina ed eroina, è una sostanza di gran lunga più dannosa di hashish e marijuana".
Titoloni dei soliti giornali di sinistra parte: "Razzismo, caso Amina Sheikh Said".
Visto l'abitudine della tipa, certi articoli a suo favore mi paiono come gli apprezzamenti di chi s'è appena fatto una canna e magnifica il suo pusher, che gli ha offerto materiale per uno sballo giornalistico.
Anche qui razzismo e xenofobia c'entrano un cazzo, che non è patrimonio genetico degli italiani.
Tanti anni fa la possibilità di venire alle brutte con un musulmano o un extracomunitario sarebbe stata uguale al picchiare contro una sparuta palma, nel deserto;
ora, che di palme ce ne sono tante, è sempre più facile - per la legge dei grandi numeri - arrivare in contatto con l'eccezione di ieri, ma la regola dell'oggi;
ma non è razzismo o xenofobia: è solo questione di civile e incivile coabitare, beghe da condominio tra vicini troppo alle strette.
Aspetta che controllo il Telepass, che con l'ultimo sole mi sono un poco abbronzato:
se uno con il camion mi pesta come una cotoletta perché gli ho ostruito il casello, non voglio che poi si scriva:
"Razzismo, caso Yusuf ibn al-Fontan" !
Io, secondo me...08.10.2008
lunedì 6 ottobre 2008
Mal di Veltroni
Quando c'avevano loro le chiavi della dispensa, a quella avevano dato permesso d'accesso solo ai compagni di merende: Presidente di Camera e Senato e giù, giù, fino a quello che chiedeva 50 centesimi per andare al cesso, erano di loro;
all'opposizione, nemmeno le bucce di patate da ciucciare.
Con metà dell'elettorato dalla loro, comandavano - non amministravano - su quello e sugli altri, impipandosene dell'equilibrio dei pesi sulla bilancia.
Il messaggio degli italiani era chiaro: visto che nessuno può fare il bauscia, vedete di lasciare il cazzeggio politico, di zappare e piantare semi nell'orto, che non doveva essere più di guerra, ma di una comunità che doveva ricostruire dalle macerie di quella.
Il risultato s'è visto: botte da orbi tra loro per chi doveva schiacciare i bottoni della stanza di comando, come alla PlayStation che, alla fine, economicamente pareva d'essere a Chernobyl con Napoli ridotta ad una Bidonville.
Alta velocità, rigassificatori, termovalorizzatori: veto su ogni cosa, immobilismo, anzi, paresi assoluta.
Il paese sembrava muoversi tra nonno lettiga e mamma flebo.
Giocavano al dire, sbagliare, per finire a lettera e - fortunatamente - a testamento.
Oggi siamo al fare e, muovendosi, anche sbagliando si può rimediare, che dagli errori s'impara e si migliora, ma dal rachitismo non si sarebbe guariti, fissi alle schioppettate della sfiga.
All'approssimarsi dell'affondo del barcone, ecco il «Si salvi chi può !»
Come armate in rotta, quelli che non si tolgono l'armatura ideologica affondano nel fango;
una parte si toglie le croste e si mescola, copiando le mosse di quello che s'indovina sarà il vincitore:
ecco copiare per due terzi il simbolo tricolore dell'acronimo del partito destinato alla gloria, il modo di muoversi, il declamare, perfino il dar di barzelletta e tentando di sovrapporsi con la mimica all'avversario più accreditato, volendo spegnergli l'audio per poi fare doppiaggio in proprio.
Inutile, che il caffè di cicoria non potrà mai avere gusto diverso da quello che la natura gli ha appiccicato.
La parte più giurassica di quelli collassa, quasi si estingue, come i dinosauri dopo la caduta del meteorite;
i sopravvissuti simulano una presa di coscienza, fingono signorilità e, addirittura, quasi a voler dimostrare magnanimità, come il signorotto compassionevole verso il villano, millantano fattiva collaborazione.
L'intero paese pare tirare un sospiro di sollievo: «Vuoi vedere che forse l'hanno capita di smettere di beccarsi, si tirano su le maniche, sputano nelle mani e danno di badile ?»
Dura poco.
Il lontano brontolare diventa ruggito e rumore di cose infrante, mentre il trattore sfonda e abbatte decenza e speranza: Tontino di Pietro, dell'Italia Dei Veleni, applica la sgrammatica del verbo «Io a quello lo sfascio !»
Il Pietro Manetta trascina "Uòlter" Veltroni e la sua gente a confrontarsi con mezzi e modi tipici da beota d'osteria: la rissa.
Ora, il povero Valterino, come imitatore, vale una cicca: né come brutta copia di Berlusconi, né come caricatura campagnola del sottoprodotto grammaticale del "Dolce stil novo", cresciuto nella romantica lettura del "T'amo pio bove".
Tontino dice che Berlusca è un pappone: «C'ha ragione !» dice Uòlter.
Tontino dice che siamo al regime fascista: «C'ha ragione !» dice Uòlter.
Minorenni - incapaci d'intendere e di volere, dice la legge - picchiano un cinese e la camorra - semplici criminali - ammazza degli uomini di colore mentre un ragazzo - "Abba" Abdul Gruibe, il 19enne originario del Burkina Faso - è ucciso a sprangate da un barista cui ha fregato dei biscotti: «Razzismo, xenofobia !» urla Tontino;
«C'ha ragione !» dice Uòlter.
Alla fine pare un deficiente, accompagnato dalla badante.
«Berlusconi non ammette che esista l'opposizione», urla la nostra sbiadita macchietta, durante un'intervista di quella che, dal nome, pare la direttrice di una scuola di ballo, ma lo è invece dell'Unità: la Concita De Gregorio;
lamenta un "clima da pensiero unico", e di un regime che "ha fastidio per l'esistenza dell'opposizione, dei sindacati, del Parlamento e dei giornalisti che dicono cose che a lui non piacciono".
Milioni d'italiani - cretini - hanno votato e dato delega ad uno che manda "tanti segnali di un possibile slittamento verso una perdita della democrazia".
Dopo essersi fatto una pera di grappa, direttamente in vena, tromboneggia:
«A Berlusconi tutto è consentito [...] c'è un pensiero unico dove anche il sistema della comunicazione è assolutamente piegato»: l'illuminato, il veggente, vede cose che milioni di scimuniti e guerci ignorano.
«[...] farà solo decreti: la Costituzione prevede che siano possibili solo con determinati requisiti di necessità e urgenza».
E già, caro Uòlter: necessità e urgenza, hanno permesso di rimuovere la monnezza, che tu e i tuoi avevate lasciato a Napoli, e aiutano oggi, che siamo ad affrontare sbarchi di clandestini, criminalità d'importazione, crollo di Banche mondiali e tanto, ma tanto di peggio.
Mi domando: da quanto manchi dall'Italia ?
Caro amico, finalmente ci si muove, dopo che te e i tuoi eravate al volante e, come i bambini, senza muovervi, facevate con la bocca:
- «Bruuummm...bruuuuuummmmmMMMMM...UoooOOOOMMmmmm».
Avremo tempo di migliorare, e tutto e tanto sarà perfettibile, ma non guardando le cose come al cinema, davanti ad un telo, mangiando Pop-Corn mentre scorrono le immagini de "La Penisola dei fumosi".
Ultimamente D'Alema, anticipato prima da Violante e poi dal Bertinotti, auspicava una riapertura, il ritrovare pacatezza e dialogo con la maggioranza;
ma Uòlter no: quando esce senza la badante, che gli fa da suggeritore e guida, si perde.
Tontino l'ha abbandonato sull'autostrada, da solo, scaricandolo dal trattore.
Scusate, devo andare;
m'è venuto un mal di pancia...di ventre, anzi: di Veltroni !
Io, secondo me...06.10.2008
all'opposizione, nemmeno le bucce di patate da ciucciare.
Con metà dell'elettorato dalla loro, comandavano - non amministravano - su quello e sugli altri, impipandosene dell'equilibrio dei pesi sulla bilancia.
Il messaggio degli italiani era chiaro: visto che nessuno può fare il bauscia, vedete di lasciare il cazzeggio politico, di zappare e piantare semi nell'orto, che non doveva essere più di guerra, ma di una comunità che doveva ricostruire dalle macerie di quella.
Il risultato s'è visto: botte da orbi tra loro per chi doveva schiacciare i bottoni della stanza di comando, come alla PlayStation che, alla fine, economicamente pareva d'essere a Chernobyl con Napoli ridotta ad una Bidonville.
Alta velocità, rigassificatori, termovalorizzatori: veto su ogni cosa, immobilismo, anzi, paresi assoluta.
Il paese sembrava muoversi tra nonno lettiga e mamma flebo.
Giocavano al dire, sbagliare, per finire a lettera e - fortunatamente - a testamento.
Oggi siamo al fare e, muovendosi, anche sbagliando si può rimediare, che dagli errori s'impara e si migliora, ma dal rachitismo non si sarebbe guariti, fissi alle schioppettate della sfiga.
All'approssimarsi dell'affondo del barcone, ecco il «Si salvi chi può !»
Come armate in rotta, quelli che non si tolgono l'armatura ideologica affondano nel fango;
una parte si toglie le croste e si mescola, copiando le mosse di quello che s'indovina sarà il vincitore:
ecco copiare per due terzi il simbolo tricolore dell'acronimo del partito destinato alla gloria, il modo di muoversi, il declamare, perfino il dar di barzelletta e tentando di sovrapporsi con la mimica all'avversario più accreditato, volendo spegnergli l'audio per poi fare doppiaggio in proprio.
Inutile, che il caffè di cicoria non potrà mai avere gusto diverso da quello che la natura gli ha appiccicato.
La parte più giurassica di quelli collassa, quasi si estingue, come i dinosauri dopo la caduta del meteorite;
i sopravvissuti simulano una presa di coscienza, fingono signorilità e, addirittura, quasi a voler dimostrare magnanimità, come il signorotto compassionevole verso il villano, millantano fattiva collaborazione.
L'intero paese pare tirare un sospiro di sollievo: «Vuoi vedere che forse l'hanno capita di smettere di beccarsi, si tirano su le maniche, sputano nelle mani e danno di badile ?»
Dura poco.
Il lontano brontolare diventa ruggito e rumore di cose infrante, mentre il trattore sfonda e abbatte decenza e speranza: Tontino di Pietro, dell'Italia Dei Veleni, applica la sgrammatica del verbo «Io a quello lo sfascio !»
Il Pietro Manetta trascina "Uòlter" Veltroni e la sua gente a confrontarsi con mezzi e modi tipici da beota d'osteria: la rissa.
Ora, il povero Valterino, come imitatore, vale una cicca: né come brutta copia di Berlusconi, né come caricatura campagnola del sottoprodotto grammaticale del "Dolce stil novo", cresciuto nella romantica lettura del "T'amo pio bove".
Tontino dice che Berlusca è un pappone: «C'ha ragione !» dice Uòlter.
Tontino dice che siamo al regime fascista: «C'ha ragione !» dice Uòlter.
Minorenni - incapaci d'intendere e di volere, dice la legge - picchiano un cinese e la camorra - semplici criminali - ammazza degli uomini di colore mentre un ragazzo - "Abba" Abdul Gruibe, il 19enne originario del Burkina Faso - è ucciso a sprangate da un barista cui ha fregato dei biscotti: «Razzismo, xenofobia !» urla Tontino;
«C'ha ragione !» dice Uòlter.
Alla fine pare un deficiente, accompagnato dalla badante.
«Berlusconi non ammette che esista l'opposizione», urla la nostra sbiadita macchietta, durante un'intervista di quella che, dal nome, pare la direttrice di una scuola di ballo, ma lo è invece dell'Unità: la Concita De Gregorio;
lamenta un "clima da pensiero unico", e di un regime che "ha fastidio per l'esistenza dell'opposizione, dei sindacati, del Parlamento e dei giornalisti che dicono cose che a lui non piacciono".
Milioni d'italiani - cretini - hanno votato e dato delega ad uno che manda "tanti segnali di un possibile slittamento verso una perdita della democrazia".
Dopo essersi fatto una pera di grappa, direttamente in vena, tromboneggia:
«A Berlusconi tutto è consentito [...] c'è un pensiero unico dove anche il sistema della comunicazione è assolutamente piegato»: l'illuminato, il veggente, vede cose che milioni di scimuniti e guerci ignorano.
«[...] farà solo decreti: la Costituzione prevede che siano possibili solo con determinati requisiti di necessità e urgenza».
E già, caro Uòlter: necessità e urgenza, hanno permesso di rimuovere la monnezza, che tu e i tuoi avevate lasciato a Napoli, e aiutano oggi, che siamo ad affrontare sbarchi di clandestini, criminalità d'importazione, crollo di Banche mondiali e tanto, ma tanto di peggio.
Mi domando: da quanto manchi dall'Italia ?
Caro amico, finalmente ci si muove, dopo che te e i tuoi eravate al volante e, come i bambini, senza muovervi, facevate con la bocca:
- «Bruuummm...bruuuuuummmmmMMMMM...UoooOOOOMMmmmm».
Avremo tempo di migliorare, e tutto e tanto sarà perfettibile, ma non guardando le cose come al cinema, davanti ad un telo, mangiando Pop-Corn mentre scorrono le immagini de "La Penisola dei fumosi".
Ultimamente D'Alema, anticipato prima da Violante e poi dal Bertinotti, auspicava una riapertura, il ritrovare pacatezza e dialogo con la maggioranza;
ma Uòlter no: quando esce senza la badante, che gli fa da suggeritore e guida, si perde.
Tontino l'ha abbandonato sull'autostrada, da solo, scaricandolo dal trattore.
Scusate, devo andare;
m'è venuto un mal di pancia...di ventre, anzi: di Veltroni !
Io, secondo me...06.10.2008
sabato 4 ottobre 2008
Dall'amico Andrea B. Nardi de "L'Occidentale"
Mentre nei paesi e nelle comunità islamiche integraliste la condizione della donna è drammatica, in Iran almeno le bambine tentano d'opporsi al regime totalitario di ayatollah e Pasdaran, e lo fanno rifiutando Sara, la bambola islamica imposta loro dal governo del presidente Ahmadinejad. Invece degli abitini musulmani di Sara, infatti, le bambine continuano a preferire Barbie; così alla riapertura delle scuole si sono visti entrare in classe unicamente zaini, quaderni e gadget firmati dall'americana Barbie. «È il segno del fallimento della politica del governo», ammette il sito iraniano Tabnak, vicino all'ex comandante dei Pasdaran, Mohsen Rezaii. Stessa sorte per l'eroe maschile Dara, lanciato in Iran qualche anno fa nel tentativo di fermare l'invasione occidentale oscurandone anche cartoni animati. Insomma, sebbene da soli, i bambini iraniani continuano a modo loro a resistere alla dittatura islamista.E forse è proprio questo il punto di partenza. La shari'a islamica è una teocrazia maschilista, in cui le donne sono soggetti inferiori di diritto. Sono loro le vere vittime dell'islamizzazione integralista, ed è soltanto da loro che potrà sorgere un concreto movimento di rinascita democratica nel mondo musulmano. Gli esempi non mancano, ma...
LEGGI TUTTO SU
http://www.loccidentale.it/articolo/sar%C3%A0+barbie+a+sconfiggere+l%E2%80%99islamismo+integralista%3F+.0059010
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Il Cristiano e il leone
- «Dottò...in fondo alla strada: gira e trovi il coso con li buchi».
Il ricordo, oggi come allora, della mia entrata in Roma, mi strappa un sorriso, che ancora sono divertito dall'aver scoperto il secondo nome del Colosseo...il coso con li buchi.
Oggi mi torna alla mente, quel pezzo di groviera con i fori: mi ricorda il cristiano e il leone, il mangiare e il mangiato quando, ai tempi, così si dava quello, come carnina, ai micioni randagi.
La costata con l'osso entrava nell'arena...«In nome del Padre, del Figlio e dello spirito Santo...Padre nostro che sei nei cieli...» e intanto si faceva il segno della croce;
il gattone guardava quel gesticolare, pensava che quello volesse arrivare alle mani, s'incazzava e partiva all'attacco:
«M'hai provocato, mo te magno !»
Oggi, il pasto per i leoni, c'aggiunge alla prece pure un fondo: «...Grazie Gesù»;
parola di Cristiano...Cristiano Magdi Allam.
Ma il peggio è – non vorrei – che il nostro caro amico smarrisca la retta via e, nella bocca del leone, c'infili da solo la testa.
Un personaggio come lui è quanto di meglio la nostra Italia ha e possa mai sperare di avere, dopo che politicanti senza scrupoli hanno rubato i soldi dal borsellino del genitore, sono ricomparsi dalle macerie, come i ratti, si sono cambiati e rivoltati d'abito, hanno ricucito la lacerata verginità, rifatto il trucco e, incipriati ed imbellettati, hanno cercato di rimettersi vicino alla dispensa;
La più parte gli italiani li hanno di nuovo castigati e bocciati, ma sono incazzati come calabroni, cui hanno infilato il bastone nel...nido.
Eccoli, fuori ma all'attacco, come i Mongoli alla scalata della Grande Muraglia.
Sono ad approntare possenti macchine d'assedio: teste ..d'ariete, catapulte con cucchiai pieni di merda, bombarde, bombardini e archibugi riempiti...a balle, armi da "raglio" in quantità, proiettili di fango e il fuoco di candele, tenute in piedi dalla...bugia.
Te, Cristiano, nell'arte dello sbudello politico, ci devi ancora fare le ossa, che altrimenti ce le lasci.
Dai fastidio: sei tutto quello che loro non sono, cerchi di rendere veri i sogni in cui hanno smesso di credere, hai attorno – e sempre più raccogli – gente che ti vuole bene e crede in te, mentre quelli, sempre più vanno a sputi;
per i soldi hanno fatto e si sono compromessi, con il potere hanno ceduto l'anima al diavolo e, come chi annega, s'aggrappano e tirano a fondo quelli che hanno la malaugurata idea di avvicinarsi.
Aspetta, Cristiano, se mai avessi idea o ti balenasse tentazione di entrare in qualsivoglia stalla, che per quello potrebbero marchiarti a fuoco e dire da che allevamento provieni, e poi è facile dar a intendere a chi consegni il latte.
Fai tesoro delle ultime esperienze, che ti sei avvicinato alla gabbia è già ti hanno graffiato:
- «Se l'intende con il Berlusca ! Sono ormai pappa e ciccia ! Eccoli, a festeggiare: tarallucci e vino !»
Hai voglia di dire che non è vero, ma la ballista ha già fiondato la sua cacca, e rischi di portarti addosso uno sgradevole odore, anche se ti cambi d'abito.
Lo so che, con quello che sto scrivendo, rischio di amareggiarti, se mai l'idea di misurarti nell'agone politico ti fosse balenata: non hai bisogno di un rompicoglioni come il Beppe, che ti raccomanda di mettere la maglia di lana, altrimenti prendi il raffreddore;
ma guarda, stai attento: tirano degli spifferi...
Ti voglio un bene dell'anima,così come alla tua famiglia, caro Cristiano, e anche se tu dovessi rimetterci ed uscirne spennato, io sarò sempre il tuo Beppe Panza, come il Sancho, di Don Chisciotte: continuerò a portarti l'armatura, e ti seguirò alla carica di altri giganti.
Tu hai un tesoro immenso che neppure t'immagini: sei credibile, sei umano, e questo motiva la "tua" gente e ne fa accorrere altra.
La tua forza siamo noi, e un domani, raggiunto la crescita giusta, saremo le tue zanne e i tuoi artigli,all'occorrenza e alla difesa.
Ora è prematuro, che il vero confronto è nelle azioni: sei una galassia in formazione, stai ancora vorticando e attirando a te polvere, che un domani farà e sarà massa.
Pazienza, Cristiano, pazienza.
Raccogli e raccogliti con la tua gente, Cristiano: se proprio fai da anello di congiunzione, da interprete, da esempio, da traino, ma rimanendo nel tuo, in campo neutro, che arriverà il tempo di scegliere il terreno, per quando la battaglia.
In caso contrario, sarai come la quaglia, liberata in riserva, all'apertura della caccia...e "il coso con li buchi" sarai tu, dopo l'impallinata !
Copriti Cristiano, che continuano a tirare degli spifferi da far accapponare la pelle.
Si, si, lo so; a Milano si dice:
- «Pensa ai cassi tò», pensa ai c***i tuoi !
Casomai dillo in arabo, che almeno non capisco e, quando ci si rivedrà, non aizzarmi contro la scorta.
Un abbraccio: Beppe Panza.
Io, secondo me...04.10.2008
Il ricordo, oggi come allora, della mia entrata in Roma, mi strappa un sorriso, che ancora sono divertito dall'aver scoperto il secondo nome del Colosseo...il coso con li buchi.
Oggi mi torna alla mente, quel pezzo di groviera con i fori: mi ricorda il cristiano e il leone, il mangiare e il mangiato quando, ai tempi, così si dava quello, come carnina, ai micioni randagi.
La costata con l'osso entrava nell'arena...«In nome del Padre, del Figlio e dello spirito Santo...Padre nostro che sei nei cieli...» e intanto si faceva il segno della croce;
il gattone guardava quel gesticolare, pensava che quello volesse arrivare alle mani, s'incazzava e partiva all'attacco:
«M'hai provocato, mo te magno !»
Oggi, il pasto per i leoni, c'aggiunge alla prece pure un fondo: «...Grazie Gesù»;
parola di Cristiano...Cristiano Magdi Allam.
Ma il peggio è – non vorrei – che il nostro caro amico smarrisca la retta via e, nella bocca del leone, c'infili da solo la testa.
Un personaggio come lui è quanto di meglio la nostra Italia ha e possa mai sperare di avere, dopo che politicanti senza scrupoli hanno rubato i soldi dal borsellino del genitore, sono ricomparsi dalle macerie, come i ratti, si sono cambiati e rivoltati d'abito, hanno ricucito la lacerata verginità, rifatto il trucco e, incipriati ed imbellettati, hanno cercato di rimettersi vicino alla dispensa;
La più parte gli italiani li hanno di nuovo castigati e bocciati, ma sono incazzati come calabroni, cui hanno infilato il bastone nel...nido.
Eccoli, fuori ma all'attacco, come i Mongoli alla scalata della Grande Muraglia.
Sono ad approntare possenti macchine d'assedio: teste ..d'ariete, catapulte con cucchiai pieni di merda, bombarde, bombardini e archibugi riempiti...a balle, armi da "raglio" in quantità, proiettili di fango e il fuoco di candele, tenute in piedi dalla...bugia.
Te, Cristiano, nell'arte dello sbudello politico, ci devi ancora fare le ossa, che altrimenti ce le lasci.
Dai fastidio: sei tutto quello che loro non sono, cerchi di rendere veri i sogni in cui hanno smesso di credere, hai attorno – e sempre più raccogli – gente che ti vuole bene e crede in te, mentre quelli, sempre più vanno a sputi;
per i soldi hanno fatto e si sono compromessi, con il potere hanno ceduto l'anima al diavolo e, come chi annega, s'aggrappano e tirano a fondo quelli che hanno la malaugurata idea di avvicinarsi.
Aspetta, Cristiano, se mai avessi idea o ti balenasse tentazione di entrare in qualsivoglia stalla, che per quello potrebbero marchiarti a fuoco e dire da che allevamento provieni, e poi è facile dar a intendere a chi consegni il latte.
Fai tesoro delle ultime esperienze, che ti sei avvicinato alla gabbia è già ti hanno graffiato:
- «Se l'intende con il Berlusca ! Sono ormai pappa e ciccia ! Eccoli, a festeggiare: tarallucci e vino !»
Hai voglia di dire che non è vero, ma la ballista ha già fiondato la sua cacca, e rischi di portarti addosso uno sgradevole odore, anche se ti cambi d'abito.
Lo so che, con quello che sto scrivendo, rischio di amareggiarti, se mai l'idea di misurarti nell'agone politico ti fosse balenata: non hai bisogno di un rompicoglioni come il Beppe, che ti raccomanda di mettere la maglia di lana, altrimenti prendi il raffreddore;
ma guarda, stai attento: tirano degli spifferi...
Ti voglio un bene dell'anima,così come alla tua famiglia, caro Cristiano, e anche se tu dovessi rimetterci ed uscirne spennato, io sarò sempre il tuo Beppe Panza, come il Sancho, di Don Chisciotte: continuerò a portarti l'armatura, e ti seguirò alla carica di altri giganti.
Tu hai un tesoro immenso che neppure t'immagini: sei credibile, sei umano, e questo motiva la "tua" gente e ne fa accorrere altra.
La tua forza siamo noi, e un domani, raggiunto la crescita giusta, saremo le tue zanne e i tuoi artigli,all'occorrenza e alla difesa.
Ora è prematuro, che il vero confronto è nelle azioni: sei una galassia in formazione, stai ancora vorticando e attirando a te polvere, che un domani farà e sarà massa.
Pazienza, Cristiano, pazienza.
Raccogli e raccogliti con la tua gente, Cristiano: se proprio fai da anello di congiunzione, da interprete, da esempio, da traino, ma rimanendo nel tuo, in campo neutro, che arriverà il tempo di scegliere il terreno, per quando la battaglia.
In caso contrario, sarai come la quaglia, liberata in riserva, all'apertura della caccia...e "il coso con li buchi" sarai tu, dopo l'impallinata !
Copriti Cristiano, che continuano a tirare degli spifferi da far accapponare la pelle.
Si, si, lo so; a Milano si dice:
- «Pensa ai cassi tò», pensa ai c***i tuoi !
Casomai dillo in arabo, che almeno non capisco e, quando ci si rivedrà, non aizzarmi contro la scorta.
Un abbraccio: Beppe Panza.
Io, secondo me...04.10.2008
giovedì 2 ottobre 2008
Terroristan
"Il terrorista è il combattente di una guerra asimmetrica [...] il piccolo non ha le armi del grande ed è efficace soltanto quando colpisce l'avversario sotto la cintura. Tentare di sottoporre questa guerra a regole convenzionali mi sembra un esercizio inutile".
Esercizio ?
Cazzo, si presenta come un saggio ginnico, un'acrobazia mentale, un'elucubrazione da contorsionista, una dialettica da triplice salto mortale carpiato.
Ma è la logica di Sergio Romano, che dalla torre del Corriere della Sera butta giù "il grande" e le sue armi e salva il "cucciolo", che pinza i testicoli...ma fa così tanta tenerezza.
Tentare un distinguo, a bollare sicuramente come terrorismo il far scoppiare come castagnole dei civili, bambini e vecchi compresi, l'arte grezza del "n'do cojo cojo", è "[...] un sentimento comprensibile, ma poco razionale".
Romano è per il Machiavelli: "Il fine giustifica i mezzi";
ma, si badi bene: è prerogativa del piccoletto, che il grande deve combattere con i piedi legati e la mano dietro la schiena.
Israele non può fare lo stesso, mettendo bombe nei mercati, sui bus, nei cinema o fuori delle scuole, a Gaza;
e neppure rilanciare razzi da Sderot, a pareggiare i conti di quelli che gli piovono in testa;
figurarsi poi il farlo nel covo di Hezbollah, che poi tanto indifesi non sono: hanno più missili e bombarde dell'intera penisola italica, che rischierebbe di uscirne con le ossa rotte, in un confronto diretto.
Non parliamo poi di lanciare qualche ogiva atomica sull'Iran: si deve aspettare che sia questi a dare la prima mazzolata e poi, se ancora la testa non si è scoperchiata, rispondere...ma con moderazione, che il grande deve saper dosare le sue forze e accettare l'handicap, qualche condizione di svantaggio, che altrimenti il gioco finisce subito, e dove lo mettiamo il divertimento, il fremito emotivo che deve percorrere e far rabbrividire la cotica degli spettatori ?
"Il piccolo non dispone delle armi"...
E allora, caro Sergio, ascolta questa:
"[...] è di almeno 26 persone uccise e 68 ferite il bilancio complessivo di una serie d'attentati che in Iraq hanno insanguinato i festeggiamenti per la fine del Ramadan [...] un kamikaze alla guida di un'autobomba si è lanciato contro una moschea sciita del quartiere Zafaraniya di Baghdad [...] in una moschea nel sobborgo sud-orientale di Jadida un ragazzino di appena 14 anni si e' mescolato ai fedeli intenti a celebrare la ricorrenza di Eid al-Fitr, che per gli sciiti segna la conclusione del mese sacro islamico dedicato al digiuno diurno e alla preghiera [...] altre persone uccise dall'esplosione di un'autobomba nei pressi di una moschea sciita nella regione di Balad [...] due donne, due bambini e due uomini di una stessa famiglia sono inoltre stati massacrati nei pressi di Baquba [...] un commando di miliziani ha aperto il fuoco su un mini-bus, uccidendo sei passeggeri".
Fedeli all'uscita della preghiera, viaggiatori presi a fucilate, come pupazzi al Luna Park, bambini usati come contenitori di polvere da sparo contro...contro...e già contro quale "grande", da colpire sotto la cintura, in una guerra asimmetrica ?
Ma no, c'ha ragione il Romano: quelli sono "resistenti", che resistono, resistono e resistono...
Terroristi ?
Nooooo !
'A Romà: perché addirittura gli alzi un altare ai bombaroli ?
Anzi, fai come quelli di Cinisello Balsamo, accatastamento alla periferia nord di Milano, che hanno pensato bene di dedicare una via ai "Martiri palestinesi": shahid, attentantori suicidi.
Sotto la cintura, il plastico.
E già si devono difendere, che hanno letto "Il manuale delle giovani marmotte", i famosi "Protocolli dei “savi anziani di Sion", falso documento su un complotto degli ebrei per dominare la terra.
Ma guarda te che furbi: ti avvisano prima e pure ti spiegano l'attacco.
Come Hitler con la Russia o i giapponesi a Pearl Harbour !
Proprio vero che i babbei sono i nipoti della madre di tutti gli imbecilli, quella che hanno colpito...sotto la cintura !
Io, secondo me...02.10.2008
Esercizio ?
Cazzo, si presenta come un saggio ginnico, un'acrobazia mentale, un'elucubrazione da contorsionista, una dialettica da triplice salto mortale carpiato.
Ma è la logica di Sergio Romano, che dalla torre del Corriere della Sera butta giù "il grande" e le sue armi e salva il "cucciolo", che pinza i testicoli...ma fa così tanta tenerezza.
Tentare un distinguo, a bollare sicuramente come terrorismo il far scoppiare come castagnole dei civili, bambini e vecchi compresi, l'arte grezza del "n'do cojo cojo", è "[...] un sentimento comprensibile, ma poco razionale".
Romano è per il Machiavelli: "Il fine giustifica i mezzi";
ma, si badi bene: è prerogativa del piccoletto, che il grande deve combattere con i piedi legati e la mano dietro la schiena.
Israele non può fare lo stesso, mettendo bombe nei mercati, sui bus, nei cinema o fuori delle scuole, a Gaza;
e neppure rilanciare razzi da Sderot, a pareggiare i conti di quelli che gli piovono in testa;
figurarsi poi il farlo nel covo di Hezbollah, che poi tanto indifesi non sono: hanno più missili e bombarde dell'intera penisola italica, che rischierebbe di uscirne con le ossa rotte, in un confronto diretto.
Non parliamo poi di lanciare qualche ogiva atomica sull'Iran: si deve aspettare che sia questi a dare la prima mazzolata e poi, se ancora la testa non si è scoperchiata, rispondere...ma con moderazione, che il grande deve saper dosare le sue forze e accettare l'handicap, qualche condizione di svantaggio, che altrimenti il gioco finisce subito, e dove lo mettiamo il divertimento, il fremito emotivo che deve percorrere e far rabbrividire la cotica degli spettatori ?
"Il piccolo non dispone delle armi"...
E allora, caro Sergio, ascolta questa:
"[...] è di almeno 26 persone uccise e 68 ferite il bilancio complessivo di una serie d'attentati che in Iraq hanno insanguinato i festeggiamenti per la fine del Ramadan [...] un kamikaze alla guida di un'autobomba si è lanciato contro una moschea sciita del quartiere Zafaraniya di Baghdad [...] in una moschea nel sobborgo sud-orientale di Jadida un ragazzino di appena 14 anni si e' mescolato ai fedeli intenti a celebrare la ricorrenza di Eid al-Fitr, che per gli sciiti segna la conclusione del mese sacro islamico dedicato al digiuno diurno e alla preghiera [...] altre persone uccise dall'esplosione di un'autobomba nei pressi di una moschea sciita nella regione di Balad [...] due donne, due bambini e due uomini di una stessa famiglia sono inoltre stati massacrati nei pressi di Baquba [...] un commando di miliziani ha aperto il fuoco su un mini-bus, uccidendo sei passeggeri".
Fedeli all'uscita della preghiera, viaggiatori presi a fucilate, come pupazzi al Luna Park, bambini usati come contenitori di polvere da sparo contro...contro...e già contro quale "grande", da colpire sotto la cintura, in una guerra asimmetrica ?
Ma no, c'ha ragione il Romano: quelli sono "resistenti", che resistono, resistono e resistono...
Terroristi ?
Nooooo !
'A Romà: perché addirittura gli alzi un altare ai bombaroli ?
Anzi, fai come quelli di Cinisello Balsamo, accatastamento alla periferia nord di Milano, che hanno pensato bene di dedicare una via ai "Martiri palestinesi": shahid, attentantori suicidi.
Sotto la cintura, il plastico.
E già si devono difendere, che hanno letto "Il manuale delle giovani marmotte", i famosi "Protocolli dei “savi anziani di Sion", falso documento su un complotto degli ebrei per dominare la terra.
Ma guarda te che furbi: ti avvisano prima e pure ti spiegano l'attacco.
Come Hitler con la Russia o i giapponesi a Pearl Harbour !
Proprio vero che i babbei sono i nipoti della madre di tutti gli imbecilli, quella che hanno colpito...sotto la cintura !
Io, secondo me...02.10.2008
mercoledì 1 ottobre 2008
La ciucca di Mohammed
Sono un uomo fortunato, che la mia vita è piena di donne !
No, non nel senso e con il fascino del "tombeur de femmes", del "sciupafemmine", che di quello la natura è stata avara, privandomi della chioma, come gli indiani, abbondando in girovita, come porcellino all'ingrasso, e appiccicandomi un naso che quando incontro un elefante quello mi saluta e mi da del tu e mi chiede dov'è il resto del branco.
Le mie donne sono intelligenti, toste, tenaci e pugnaci; insomma: eccezionali.
Oggi sono andato a trovare http://unpoliticallycorrect.ilcannocchiale.it/
Ops ! Scusate, questo è l'indirizzo del sito: lei si chiama Stefania e, per me, è come andare sul banchetto del mercato, dove mi servo e raccolgo gli ingredienti da cucinare.
Ovviamente non parlo d'ortaggi, formaggi o salumi, ma d'informazioni.
Fatto il giro di tante chiesuole, mi siedo al tavolo da lavoro e comincio: pelo, sminuzzo, taglio, raccolgo e mischio, impasto, frullo, grattugio, scotto, metto a fuoco lento, nel forno o nella pentola a pressione, scodello nel piatto, sale e pepe, un poco di peperoncino alla bisogna - et voila ! - ecco...lo stufato, l'arrosto o il trito alla Fontaine.
A qualcuno poi piace, altri s'ingozzano e taluni si strozzano, quando non rimane sullo stomaco o richiede drastico purgativo.
Di quel che m'avanza, tengo per il polpettone; il resto lo congelo, nell’attesa di tempi migliori.
La mia specialità è la frittata e il suo volteggio: uova, formaggio, sale e frusta...da cucina, non per giochini sado-maso.
Oggi, è ai fornelli la Stefy, o meglio, io, ma con la roba sua.
Un buon vinello, per innaffiare l'abbondante libagione e...un paio di scarponi chiodati per lui, Mohammed Ahmed.
Si, perché la razza d'imbecilli cui fa parte c'ha non solo da dire che non beve alcolici - e fin qui è lecito - ma neppure che tocca una bottiglia, nel vero senso di palpeggiarla.
Ora, da chi si fa assumere questo coglione ?
Ma dal colosso dei supermercati britannico Tesco, dove parte delle sue mansioni di magazziniere prevedono lo spostamento di casse piene di vino, grappini, birrozze, Cognac e infiammabili di tal fatta.
- «Io quella roba lì non la tocco; anzi, vi denuncio, che è una pratica vietata dalla mia religione».
Deficiente, mica te le devi bere !
Fa nulla: tipi così sono talmente stati abituati a fare i cazzi propri in casa d'altri, che ora vogliono dettare legge, anzi, Shari'a, come fossero nel cortiletto del paesello natio.
Diretta conseguenza è il licenziamento: vatti a cercare un altro posto.
Mica l'hanno fucilato.
Ahmed, decide di far causa, dopo aver lavorato per otto mesi in magazzino.
- «Non sapevo che la Tasco vendeva alcolici !»
Otto mesi c'ha messo per capire che, sulle confezioni di cartone con la scritta "Wine", quelle immagini di cose affusolate, con il tappo di sughero, il culatello incavato, il cilindro e il collo di vetro non erano clisteri e boccette di collirio.
Guercio e pure analfabeta, il fetuso.
Continuo a scorrere lo spazio della Stefy, ed ecco apparire l'equivalente femminile del cretinetto.
"Amo essere sottomessa alla forza del mio uomo e non vado in giro mezza nuda come le prostitute".
Ah, finalmente: una verginella, da aprire in esclusiva !
"[...] Sono di Macerata, ho 33 anni, bonazza, altezza 175 centimetri per 70 chili, occhi marroni e capelli castani, non fumo...".
Insomma: roba da zompargli addosso con balzo felino, "pastrugnare", palpeggiare e adoperare, al grido di
«Sesso e carnazza !»
Sempre che si trovi l'entrata del tendone.
E si, perché nella fotografia si presenta in Burqa.
- «Sono una vera musulmana e odio tutti gli occidentali miscredenti».
Chi è disposto a rischiare di trovare sotto e dietro la sorpresa !
Ma di tutto, una cosa mi ha fatto veramente godere ( no, non ho risposto all'inserzione di prima ! ):
Omar Bakri ha fatto la figura del babbeo;
lo sceicco che ha istituito e dirige l'Islamic Religious Court a Londra ed è a capo dell'organizzazione islamica Al-Muhajiroun, quello che predica di volerci educare e piegare alle regole talebane, ha ricevuto una bella fotografia dalla figlia, la bella Yusra, ora Yasmin;
Una bella gnoccolona, ballerina aggrappata, anzi, avvinghiata ad un palo di "pole dance", come un pitone, vestita di uno spago che non usa come infradito.
Di mestiere, si dimena intorno alla pertica, in abiti più d'aria che ariosi, o fa la cubista nei bar di Londra.
Beve come una spugna, ama essere sottomessa dall'uomo, gode come una porcellina, è madre di un bimbo di tre anni, impollinata da uno che è andato ad infilare la spirotromba in un altro fiorellino, il Burqa lo usa come coperta da camporella e si fa spupazzare da un altro stallone.
Bakri, tra l'altro, è noto anche per le sue prediche contro la "depravazione" dell'Occidente e condanna le donne che esibiscono la loro femminilità.
Povero Omar: dai, per dimenticare prenditi una bella ciucca, assieme a "Mammaluc" Ahmed;
e se vuoi farti sollazzare, ti do io una dritta:
"[...] Sono di Macerata, ho 33 anni, bonazza, altezza...".
- «Come ? Non v’interessa ? Beh, siete in due...datevi una mano l'un con l’altro !»
Io, secondo me...01.10.2008
No, non nel senso e con il fascino del "tombeur de femmes", del "sciupafemmine", che di quello la natura è stata avara, privandomi della chioma, come gli indiani, abbondando in girovita, come porcellino all'ingrasso, e appiccicandomi un naso che quando incontro un elefante quello mi saluta e mi da del tu e mi chiede dov'è il resto del branco.
Le mie donne sono intelligenti, toste, tenaci e pugnaci; insomma: eccezionali.
Oggi sono andato a trovare http://unpoliticallycorrect.ilcannocchiale.it/
Ops ! Scusate, questo è l'indirizzo del sito: lei si chiama Stefania e, per me, è come andare sul banchetto del mercato, dove mi servo e raccolgo gli ingredienti da cucinare.
Ovviamente non parlo d'ortaggi, formaggi o salumi, ma d'informazioni.
Fatto il giro di tante chiesuole, mi siedo al tavolo da lavoro e comincio: pelo, sminuzzo, taglio, raccolgo e mischio, impasto, frullo, grattugio, scotto, metto a fuoco lento, nel forno o nella pentola a pressione, scodello nel piatto, sale e pepe, un poco di peperoncino alla bisogna - et voila ! - ecco...lo stufato, l'arrosto o il trito alla Fontaine.
A qualcuno poi piace, altri s'ingozzano e taluni si strozzano, quando non rimane sullo stomaco o richiede drastico purgativo.
Di quel che m'avanza, tengo per il polpettone; il resto lo congelo, nell’attesa di tempi migliori.
La mia specialità è la frittata e il suo volteggio: uova, formaggio, sale e frusta...da cucina, non per giochini sado-maso.
Oggi, è ai fornelli la Stefy, o meglio, io, ma con la roba sua.
Un buon vinello, per innaffiare l'abbondante libagione e...un paio di scarponi chiodati per lui, Mohammed Ahmed.
Si, perché la razza d'imbecilli cui fa parte c'ha non solo da dire che non beve alcolici - e fin qui è lecito - ma neppure che tocca una bottiglia, nel vero senso di palpeggiarla.
Ora, da chi si fa assumere questo coglione ?
Ma dal colosso dei supermercati britannico Tesco, dove parte delle sue mansioni di magazziniere prevedono lo spostamento di casse piene di vino, grappini, birrozze, Cognac e infiammabili di tal fatta.
- «Io quella roba lì non la tocco; anzi, vi denuncio, che è una pratica vietata dalla mia religione».
Deficiente, mica te le devi bere !
Fa nulla: tipi così sono talmente stati abituati a fare i cazzi propri in casa d'altri, che ora vogliono dettare legge, anzi, Shari'a, come fossero nel cortiletto del paesello natio.
Diretta conseguenza è il licenziamento: vatti a cercare un altro posto.
Mica l'hanno fucilato.
Ahmed, decide di far causa, dopo aver lavorato per otto mesi in magazzino.
- «Non sapevo che la Tasco vendeva alcolici !»
Otto mesi c'ha messo per capire che, sulle confezioni di cartone con la scritta "Wine", quelle immagini di cose affusolate, con il tappo di sughero, il culatello incavato, il cilindro e il collo di vetro non erano clisteri e boccette di collirio.
Guercio e pure analfabeta, il fetuso.
Continuo a scorrere lo spazio della Stefy, ed ecco apparire l'equivalente femminile del cretinetto.
"Amo essere sottomessa alla forza del mio uomo e non vado in giro mezza nuda come le prostitute".
Ah, finalmente: una verginella, da aprire in esclusiva !
"[...] Sono di Macerata, ho 33 anni, bonazza, altezza 175 centimetri per 70 chili, occhi marroni e capelli castani, non fumo...".
Insomma: roba da zompargli addosso con balzo felino, "pastrugnare", palpeggiare e adoperare, al grido di
«Sesso e carnazza !»
Sempre che si trovi l'entrata del tendone.
E si, perché nella fotografia si presenta in Burqa.
- «Sono una vera musulmana e odio tutti gli occidentali miscredenti».
Chi è disposto a rischiare di trovare sotto e dietro la sorpresa !
Ma di tutto, una cosa mi ha fatto veramente godere ( no, non ho risposto all'inserzione di prima ! ):
Omar Bakri ha fatto la figura del babbeo;
lo sceicco che ha istituito e dirige l'Islamic Religious Court a Londra ed è a capo dell'organizzazione islamica Al-Muhajiroun, quello che predica di volerci educare e piegare alle regole talebane, ha ricevuto una bella fotografia dalla figlia, la bella Yusra, ora Yasmin;
Una bella gnoccolona, ballerina aggrappata, anzi, avvinghiata ad un palo di "pole dance", come un pitone, vestita di uno spago che non usa come infradito.
Di mestiere, si dimena intorno alla pertica, in abiti più d'aria che ariosi, o fa la cubista nei bar di Londra.
Beve come una spugna, ama essere sottomessa dall'uomo, gode come una porcellina, è madre di un bimbo di tre anni, impollinata da uno che è andato ad infilare la spirotromba in un altro fiorellino, il Burqa lo usa come coperta da camporella e si fa spupazzare da un altro stallone.
Bakri, tra l'altro, è noto anche per le sue prediche contro la "depravazione" dell'Occidente e condanna le donne che esibiscono la loro femminilità.
Povero Omar: dai, per dimenticare prenditi una bella ciucca, assieme a "Mammaluc" Ahmed;
e se vuoi farti sollazzare, ti do io una dritta:
"[...] Sono di Macerata, ho 33 anni, bonazza, altezza...".
- «Come ? Non v’interessa ? Beh, siete in due...datevi una mano l'un con l’altro !»
Io, secondo me...01.10.2008
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