venerdì 27 febbraio 2009
giovedì 26 febbraio 2009
Schiumarola
Prendo la paletta bucherellata, schiumo, prelevo, sgocciolo ed assaggio la notizia;
perfetto: cotta al punto giusto, pronta da mettere nel piatto ed essere consumata bella calda.
Una volta si usava, prima di dar di forchetta, recitare la preghierina, a ringraziare il buon Dio di avere, anche per il nuovo giorno, di avere un qualcosa da mettere sotto i denti.
Oggi questo rito preparatorio non si usa più, che si rischia d'essere accusati d'essere asserviti alla Chiesa ed etichettati come "Baciapile".
Beh, per salvare baracca e burattini, vedrò di arrivare ad un compromesso: canterò l'inno nazionale, quello di Mameli.
"Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta [...] Noi fummo da secoli calpesti, derisi [...] Dov'è la Vittoria ? Le porga la chioma, che...SCHIAVA DI ROMENI Iddio la creò".
Beh, sta Vittoria io non la conosco, ma dei romeni c'abbiamo le saccocce piene;
come di bulgari, tunisini, bingo-bongo stile Binladen, Rom e simile bestiario.
E non mi si risponda con la scoperta dell'acqua calda: «Non tutti sono criminali e quel che fanno questi lo combinano pure i nostri».
Vero, e l'un per l'altro pari sono, che sto parlando di delinquenti, e paese che vai tanti ne trovi;
sono a cercare riparo da costoro, che quelli onesti e laboriosi - e sono i più, ne convengo - surclassano per numero, opere e missioni, la feccia.
Non solo per noi, ma anche verso questi ultimi sono a reclamare pugno di ferro: verso i loro connazionali, disonesti, ladri ed assassini che li svergognano e pure sui nostri indigeni, "Made in Italy" e pari gaglioffi e criminali.
Le ribalderie di un ribaldo casalingo mi danno fastidio perché sputtana il paese, ma ancora di più gli altri, che fanno lo stesso, ma da ospiti, a cui si è teso la mano e ancora meno aspetti o accetti la pugnalata alla schiena.
MI scoccia assai essere ritenuto, con i miei conterranei, al pari dello scemo del villaggio:
- «Andiamo, tutti in Italia, che ci puoi fare di tutto e di più e, differentemente da casa nostra, trovi sempre il modo di fare i cazzi tuoi: il massimo risultato con il minimo sforzo, pena e castigo che, se anche ti cuccano con le mani nel sacco ne esci comunque ragionevolmente bene; dove si trovano altri fessacchiotti così ?»
Prendiamo un esempio.
Nel battibecco tra il nostro governo e quello romeno, alle nostre rimostranze sulle loro frontiere permeabili, ci rispondono che siamo come il miele per le api: lenti nelle estradizioni e nei processi, è normale ritrovarsi con una bella fetta di ricercati loro entro i nostri confini, che da noi hanno trovato il paese del Bengodi.
Vero è che un ricercato non dovrebbe neppure scavalcare la staccionata di casa sua, ma chi glielo fa fare a quelli di sobbarcarsi l'onere di prendere e mantenere quello, quando ci siamo noi a dar succulento pascolo da brucare, che in questo caso è vero: l'erba del vicino è la più verde.
Se mai avessimo dei dubbi, ecco cosa dice Eugen Terteleac, presidente dell'associazione dei romeni in Italia:
"L'Italia è una calamita per i delinquenti romeni. In Romania le pene sono molto più severe e i tempi dei processi ben più brevi. A un criminale romeno conviene delinquere in Italia".
L'ennesima prova di quel che siamo o come ci vedono: cornuti e mazziati !
- «Facciamo le ronde: cittadini professionalmente preparati, magari pensionati o usciti dall'arma di carabinieri, polizia o finanza; nessun intervento muscolare: solo presidiare, vigilare e segnalare».
Più dissuasivi che operativi, quindi; non è lo stesso che è chiesto ad ogni cittadino, ossia d'essere attento e collaborativo ?
Neanche a parlarne: l'arte del buonismo spicciolo, dei bambacioni, insorge e grida al quasi colpo di stato, alle camicie nere, se non brune.
Paese di baluba.
Persino il caro vecchio Eugen Terteleac di prima auspica e dichiara con candore di essere completamente a favore delle famigerate guardie, pattuglie o drappelli, altrimenti dette ronde; anzi chiede che esse siano aperte anche ai cittadini romeni residenti in Italia.
E certo: chiodo scaccia chiodo; chi meglio del connazionale conosce il compatriota ?
Continuiamo a farci e volerci male.
"Italia condannata per mancato rispetto diritti umani [...] lo Stato italiano è stato condannato dalla Corte europea dei Diritti dell'Uomo a risarcire il tunisino Ben Khemais con 15.000 euro tra danni e spese morali".
Il Ben è stato pizzicato da noi e condannato a cinque anni per associazione per delinquere, ed espiò l'intera condanna.
Non essendo una mammoletta e pure scemo, eccolo a disattendere il vecchio adagio:
"Errare humanum est, perseverare autem diabolicum", commettere errori è umano, ma perseverare è diabolico;
Khemais era stato però anche condannato a dieci anni in contumacia da un tribunale militare tunisino, per terrorismo, e a quello è stato poi tradotto, una volta pagato da noi.
Il 3 giugno del 2008 è messo su un aereo a Milano e spedito in Tunisia, in esecuzione di un decreto d'espulsione causato dalla sua PERICOLOSITÀ per lo Stato perché legato a gruppi d'estremisti islamici vicini al terrorismo.
- «Ma siete matti: crudeli, inumani, bischeri. Multa ed esecrazione !»
Inutile pensare e credere logico che attenzione e cautela avrebbe dovuto averla il Khemais, capace di intendere e volere, nel non scassare la minchia, a destra e manca.
Sempre pronti, i piccioni, a tutelare i boia, invece che le vittime...vecchio vizio di casa e dell'intera Eurabia.
Guai però se uno di noi esce dalle righe.
Nella trasmissione "Porta a Porta" il ministro Ronchi dice che «chi stupra una quindicenne è una bestia».
Se è per questo, oltre al fatto in esame, violenze ne sono uscite, anche su minori di quella verde età.
Bestie è dire poco, anche se, in tutto il regno animale, al di sotto dell'Homo Sapiens Sapiens, nessun animale arriva a tanta aberrazione.
- «Non c'è bisogno di scomodare la categoria della bestia: viva la rieducazione», tuona la Bindi, non quella dei gelati, ma la Maria Rosaria, la Rosy, per gli amici.
- «Pan pos pan fresch: ti ten quel a mi dam quest», pane raffermo e pane fresco, tu tieni quello e a me dammi questo.
La consorteria delle Rosy vorrebbe fare cambio, affibbiarci il pane indurito, che tanto basta un morso più deciso per ingoiare ogni rospo.
Ma l'Italia è un paese ormai senza denti, che c'ha bisogno del pancotto, cara la mia Rosaria.
Che quelle come te sono disposte a "rieducare" certi energumeni, me ne compiaccio, ma una bambina o un bambino ha speranze per il futuro, di poter ancora incontrare il principe azzurro o la principessa, e non ridotti alla canna del gas, a raccattare per strada quello che viene: se il pane duro piace a te, prendilo, ma non pretendere che a tutti dia stessa soddisfazione.
Se poi sei come quella che è andata in prigione, a visitare i romeni che hanno fatto violenza di gruppo su una bambina, invece di pensare a quella, accomodati.
Ma per me, bestie sono quelli, e pure chi gli porge la tetta, per allattarli e far sentire loro il calore della mamma.
Ah, dimenticavo: è quella degli imbecilli, e sempre incinta !
Io, secondo me...26.02.2009
perfetto: cotta al punto giusto, pronta da mettere nel piatto ed essere consumata bella calda.
Una volta si usava, prima di dar di forchetta, recitare la preghierina, a ringraziare il buon Dio di avere, anche per il nuovo giorno, di avere un qualcosa da mettere sotto i denti.
Oggi questo rito preparatorio non si usa più, che si rischia d'essere accusati d'essere asserviti alla Chiesa ed etichettati come "Baciapile".
Beh, per salvare baracca e burattini, vedrò di arrivare ad un compromesso: canterò l'inno nazionale, quello di Mameli.
"Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta [...] Noi fummo da secoli calpesti, derisi [...] Dov'è la Vittoria ? Le porga la chioma, che...SCHIAVA DI ROMENI Iddio la creò".
Beh, sta Vittoria io non la conosco, ma dei romeni c'abbiamo le saccocce piene;
come di bulgari, tunisini, bingo-bongo stile Binladen, Rom e simile bestiario.
E non mi si risponda con la scoperta dell'acqua calda: «Non tutti sono criminali e quel che fanno questi lo combinano pure i nostri».
Vero, e l'un per l'altro pari sono, che sto parlando di delinquenti, e paese che vai tanti ne trovi;
sono a cercare riparo da costoro, che quelli onesti e laboriosi - e sono i più, ne convengo - surclassano per numero, opere e missioni, la feccia.
Non solo per noi, ma anche verso questi ultimi sono a reclamare pugno di ferro: verso i loro connazionali, disonesti, ladri ed assassini che li svergognano e pure sui nostri indigeni, "Made in Italy" e pari gaglioffi e criminali.
Le ribalderie di un ribaldo casalingo mi danno fastidio perché sputtana il paese, ma ancora di più gli altri, che fanno lo stesso, ma da ospiti, a cui si è teso la mano e ancora meno aspetti o accetti la pugnalata alla schiena.
MI scoccia assai essere ritenuto, con i miei conterranei, al pari dello scemo del villaggio:
- «Andiamo, tutti in Italia, che ci puoi fare di tutto e di più e, differentemente da casa nostra, trovi sempre il modo di fare i cazzi tuoi: il massimo risultato con il minimo sforzo, pena e castigo che, se anche ti cuccano con le mani nel sacco ne esci comunque ragionevolmente bene; dove si trovano altri fessacchiotti così ?»
Prendiamo un esempio.
Nel battibecco tra il nostro governo e quello romeno, alle nostre rimostranze sulle loro frontiere permeabili, ci rispondono che siamo come il miele per le api: lenti nelle estradizioni e nei processi, è normale ritrovarsi con una bella fetta di ricercati loro entro i nostri confini, che da noi hanno trovato il paese del Bengodi.
Vero è che un ricercato non dovrebbe neppure scavalcare la staccionata di casa sua, ma chi glielo fa fare a quelli di sobbarcarsi l'onere di prendere e mantenere quello, quando ci siamo noi a dar succulento pascolo da brucare, che in questo caso è vero: l'erba del vicino è la più verde.
Se mai avessimo dei dubbi, ecco cosa dice Eugen Terteleac, presidente dell'associazione dei romeni in Italia:
"L'Italia è una calamita per i delinquenti romeni. In Romania le pene sono molto più severe e i tempi dei processi ben più brevi. A un criminale romeno conviene delinquere in Italia".
L'ennesima prova di quel che siamo o come ci vedono: cornuti e mazziati !
- «Facciamo le ronde: cittadini professionalmente preparati, magari pensionati o usciti dall'arma di carabinieri, polizia o finanza; nessun intervento muscolare: solo presidiare, vigilare e segnalare».
Più dissuasivi che operativi, quindi; non è lo stesso che è chiesto ad ogni cittadino, ossia d'essere attento e collaborativo ?
Neanche a parlarne: l'arte del buonismo spicciolo, dei bambacioni, insorge e grida al quasi colpo di stato, alle camicie nere, se non brune.
Paese di baluba.
Persino il caro vecchio Eugen Terteleac di prima auspica e dichiara con candore di essere completamente a favore delle famigerate guardie, pattuglie o drappelli, altrimenti dette ronde; anzi chiede che esse siano aperte anche ai cittadini romeni residenti in Italia.
E certo: chiodo scaccia chiodo; chi meglio del connazionale conosce il compatriota ?
Continuiamo a farci e volerci male.
"Italia condannata per mancato rispetto diritti umani [...] lo Stato italiano è stato condannato dalla Corte europea dei Diritti dell'Uomo a risarcire il tunisino Ben Khemais con 15.000 euro tra danni e spese morali".
Il Ben è stato pizzicato da noi e condannato a cinque anni per associazione per delinquere, ed espiò l'intera condanna.
Non essendo una mammoletta e pure scemo, eccolo a disattendere il vecchio adagio:
"Errare humanum est, perseverare autem diabolicum", commettere errori è umano, ma perseverare è diabolico;
Khemais era stato però anche condannato a dieci anni in contumacia da un tribunale militare tunisino, per terrorismo, e a quello è stato poi tradotto, una volta pagato da noi.
Il 3 giugno del 2008 è messo su un aereo a Milano e spedito in Tunisia, in esecuzione di un decreto d'espulsione causato dalla sua PERICOLOSITÀ per lo Stato perché legato a gruppi d'estremisti islamici vicini al terrorismo.
- «Ma siete matti: crudeli, inumani, bischeri. Multa ed esecrazione !»
Inutile pensare e credere logico che attenzione e cautela avrebbe dovuto averla il Khemais, capace di intendere e volere, nel non scassare la minchia, a destra e manca.
Sempre pronti, i piccioni, a tutelare i boia, invece che le vittime...vecchio vizio di casa e dell'intera Eurabia.
Guai però se uno di noi esce dalle righe.
Nella trasmissione "Porta a Porta" il ministro Ronchi dice che «chi stupra una quindicenne è una bestia».
Se è per questo, oltre al fatto in esame, violenze ne sono uscite, anche su minori di quella verde età.
Bestie è dire poco, anche se, in tutto il regno animale, al di sotto dell'Homo Sapiens Sapiens, nessun animale arriva a tanta aberrazione.
- «Non c'è bisogno di scomodare la categoria della bestia: viva la rieducazione», tuona la Bindi, non quella dei gelati, ma la Maria Rosaria, la Rosy, per gli amici.
- «Pan pos pan fresch: ti ten quel a mi dam quest», pane raffermo e pane fresco, tu tieni quello e a me dammi questo.
La consorteria delle Rosy vorrebbe fare cambio, affibbiarci il pane indurito, che tanto basta un morso più deciso per ingoiare ogni rospo.
Ma l'Italia è un paese ormai senza denti, che c'ha bisogno del pancotto, cara la mia Rosaria.
Che quelle come te sono disposte a "rieducare" certi energumeni, me ne compiaccio, ma una bambina o un bambino ha speranze per il futuro, di poter ancora incontrare il principe azzurro o la principessa, e non ridotti alla canna del gas, a raccattare per strada quello che viene: se il pane duro piace a te, prendilo, ma non pretendere che a tutti dia stessa soddisfazione.
Se poi sei come quella che è andata in prigione, a visitare i romeni che hanno fatto violenza di gruppo su una bambina, invece di pensare a quella, accomodati.
Ma per me, bestie sono quelli, e pure chi gli porge la tetta, per allattarli e far sentire loro il calore della mamma.
Ah, dimenticavo: è quella degli imbecilli, e sempre incinta !
Io, secondo me...26.02.2009
mercoledì 25 febbraio 2009
Il Cagotto
- «Se uno il coraggio non ce l'ha non se lo può certo inventare».
Povero don Abbondio, tremebonda gelatina di curato di campagna, che si trova avvisato dagli sgherri del signorotto del posto, il Don Rodrigo, malato di priapismo o satiriasi, che dir si voglia, per la povera ma conturbante verginella Lucia, che vuol essere lui a stropicciarla per primo, tra le lenzuola;
così descrive e racconta il sommo Alessandro Manzoni - il "don Lisander", comm ch'el ciamen i milanes, come lo chiamano i milanesi - ne "I promessi sposi".
- «Questo matrimonio non s'ha da fare !» manda a dire il Rodrigo;
- «il primo colpetto lo voglio dare io, e non quello zoticone del Renzo. Al massimo posso lasciar gli ossicini, dopo aver gustato la carne, a quel tontolone del Tramaglino, che potrà consolarsi con ciò che resta tanto - come dicono a Milano - "na lavada e na sugada la par nanca duperada"; una lavata e torna come nuova !»
Ecco che, il vigliacchetto nostro, scatta sull'attenti, batte i tacchi e untuosamente risponde:
- «Obbedisco !»
Quel budino tenuto assieme dalla tonaca era un vile, che indossò l'abito come si sceglie un lavoro qualunque, bastante a garantire di che campare.
Dalle mie parti si usa dire che un tipo così ha "il cagotto" ovvero, se la fa sotto.
Ora, quando si parla del singolo, nessuno può puntare l'indice verso chicchessia, a meno di aver modo di dimostrare che il coraggio fa parte del bagaglio di cui ci ha dotato madre natura, altrimenti... "non se lo può certo inventare".
Destino vuole che costoro sono quelli del "Meglio tirare a campare che tirare le cuoia", che può lo stesso essere una delle tante strategie messe in atto dall'evoluzione per salvaguardare una specie dall'estinzione.
Difficile che qualcuno si prenda la briga di fermarsi, per schiacciare simili formiche, quando esiste sempre di meglio da fare.
Ecco la logica di chi conosce il finale, ma cerca di allontanare il momento in cui sarà divorato dal coccodrillo, fino a che può lasciare il posto ad altri, in modo che lo siano per lui.
Diverso il ragionamento quando si parla della società, di un rapporto di forze ed equilibri tra popoli e civiltà, quando il rispetto o il disprezzo si misura e calza come l'abito: su tutto il corpo.
Il Beppe Fontana può essere un ammasso di tremarella, ma l'Italia, l'Europa, no !
Io rappresento l'eccezione, ma il paese, la regola.
Io sono sacrificabile: il mio mondo di relazioni, affetti, di cultura, l'eredità dei miei padri, che tanto è costato, no.
Assolutamente, anzi, assolutisticamente NO !!
Ma, dei panni di don Abbondio, si veste oggi, come la madre Eurabia, pure l'italiota sponda.
"Giochi a Pescara" una specie di Olimpiade formato mediterraneo "anche l'Italia esclude Israele; Jeux méditerranéens: per ragioni politiche e per la minaccia del boicottaggio dei Paesi musulmani, Israele non può partecipare a questa manifestazione sportiva".
Ragioni politiche...minaccia del boicottaggio...parliamoci chiaro: se noi abbiamo bisogno dei paesi arabi, pure quelli di noi, che altrimenti con il petrolio ci possono fare i gargarismi o usarlo per l'igiene intima !
Abbiamo paura delle bombe, e quelli - i dinosauri di Allah dalle menti beduine - lo sanno.
- «Avanti, addosso all'Occidente, che c'ha il cagotto !»
Dice bene l'ambasciatore israeliano a Roma Gideon Meir:
- «Persino nello sport gli estremisti del mondo arabo rifiutano la coesistenza e la collaborazione, anche a costo di escludere i loro fratelli palestinesi».
Neppure a pensare di trovare quel poco che avvicina, privilegiando il tanto che allontana.
Mi ripeto: al mondo arabo Binladensis non frega un cazzo dei palestinesi: ogni pretesto è buono per portare avanti i loro sogni di gloria, l'istinto predatorio e rapace di ladroni del deserto che trovano meglio sgraffignare ad altri che faticare del proprio.
Ecco chi sono i veri razzisti, gli xenofobi, che offendono la nostra sensibilità, rompicoglioni e pomposi palloni gonfiati, che vogliono un mondo a loro immagine e somiglianza, di poter suonare l'organetto mentre noi si balla al ritmo di quella musica.
Il comitato organizzatore di Pescara 2009 glissa:
- «Avevamo pensato ad una partita amichevole tra Israele e palestinesi, ma la proposta è stata accolta nel gelo e accantonata».
Cretinetti !
Sarebbe stata la prova del nove, la conferma o lo sputtanamento, il definire chi sta con chi e tracciare i profili degli amici e la sagoma dei nemici, da usare nel poligono di tiro.
- «Ormai è dato per scontato che Israele non ci può essere e nessuno parer lo considera un torto [...] un atto vergognoso e inaccettabile di discriminazione, che oltretutto dura da anni nell'acquiescenza generale».
Aveva ragione don Abbondio che "se uno il coraggio non ce l'ha non se lo può certo inventare".
Noi, scimmie, ad imitare altri bingo-bongo, di cui leggo:
"Un attore come Di Caprio si fidanza con una 'puttanella ebrea', cioè Bar Rafaeli (così definita sul blog della tv Al Arabya, riferito dal Corriere): lo si boicotta ! Chi va a letto con un'israeliana non merita i sogni delle adolescenti egiziane";
figuriamoci poi l'idea di un Di Caprio convertito all'ebraismo: apriti cielo che, come per il Cristianesimo, è concepito come surrogato, sottoprodotto, religione da e per subumani, cani, scimmie e porci !
e ancora, a dimostrare la pesca nel torbido, andando al fondo delle cose...anzi, del cagotto:
"Una tennista israeliana conquista il diritto di giocare al torneo di Dubai: non le si dà il visto".
Bombe e stragi dappertutto, carnai, budella e frattaglie d'innocenti tappezzano il mondo intero, che tanto il dio di Bin Laden è padrone e non padre e il servo, lo schiavo, differentemente da un figlio, è polpetta di macellazione;
e la polpetta, si sa, si fa appunto con gli avanzi.
E poi, non è forse tipico del nostro mondo decadente l'avere ed essere ventre molle...da cagotto ?!
Io, secondo me...25.02.2009
Povero don Abbondio, tremebonda gelatina di curato di campagna, che si trova avvisato dagli sgherri del signorotto del posto, il Don Rodrigo, malato di priapismo o satiriasi, che dir si voglia, per la povera ma conturbante verginella Lucia, che vuol essere lui a stropicciarla per primo, tra le lenzuola;
così descrive e racconta il sommo Alessandro Manzoni - il "don Lisander", comm ch'el ciamen i milanes, come lo chiamano i milanesi - ne "I promessi sposi".
- «Questo matrimonio non s'ha da fare !» manda a dire il Rodrigo;
- «il primo colpetto lo voglio dare io, e non quello zoticone del Renzo. Al massimo posso lasciar gli ossicini, dopo aver gustato la carne, a quel tontolone del Tramaglino, che potrà consolarsi con ciò che resta tanto - come dicono a Milano - "na lavada e na sugada la par nanca duperada"; una lavata e torna come nuova !»
Ecco che, il vigliacchetto nostro, scatta sull'attenti, batte i tacchi e untuosamente risponde:
- «Obbedisco !»
Quel budino tenuto assieme dalla tonaca era un vile, che indossò l'abito come si sceglie un lavoro qualunque, bastante a garantire di che campare.
Dalle mie parti si usa dire che un tipo così ha "il cagotto" ovvero, se la fa sotto.
Ora, quando si parla del singolo, nessuno può puntare l'indice verso chicchessia, a meno di aver modo di dimostrare che il coraggio fa parte del bagaglio di cui ci ha dotato madre natura, altrimenti... "non se lo può certo inventare".
Destino vuole che costoro sono quelli del "Meglio tirare a campare che tirare le cuoia", che può lo stesso essere una delle tante strategie messe in atto dall'evoluzione per salvaguardare una specie dall'estinzione.
Difficile che qualcuno si prenda la briga di fermarsi, per schiacciare simili formiche, quando esiste sempre di meglio da fare.
Ecco la logica di chi conosce il finale, ma cerca di allontanare il momento in cui sarà divorato dal coccodrillo, fino a che può lasciare il posto ad altri, in modo che lo siano per lui.
Diverso il ragionamento quando si parla della società, di un rapporto di forze ed equilibri tra popoli e civiltà, quando il rispetto o il disprezzo si misura e calza come l'abito: su tutto il corpo.
Il Beppe Fontana può essere un ammasso di tremarella, ma l'Italia, l'Europa, no !
Io rappresento l'eccezione, ma il paese, la regola.
Io sono sacrificabile: il mio mondo di relazioni, affetti, di cultura, l'eredità dei miei padri, che tanto è costato, no.
Assolutamente, anzi, assolutisticamente NO !!
Ma, dei panni di don Abbondio, si veste oggi, come la madre Eurabia, pure l'italiota sponda.
"Giochi a Pescara" una specie di Olimpiade formato mediterraneo "anche l'Italia esclude Israele; Jeux méditerranéens: per ragioni politiche e per la minaccia del boicottaggio dei Paesi musulmani, Israele non può partecipare a questa manifestazione sportiva".
Ragioni politiche...minaccia del boicottaggio...parliamoci chiaro: se noi abbiamo bisogno dei paesi arabi, pure quelli di noi, che altrimenti con il petrolio ci possono fare i gargarismi o usarlo per l'igiene intima !
Abbiamo paura delle bombe, e quelli - i dinosauri di Allah dalle menti beduine - lo sanno.
- «Avanti, addosso all'Occidente, che c'ha il cagotto !»
Dice bene l'ambasciatore israeliano a Roma Gideon Meir:
- «Persino nello sport gli estremisti del mondo arabo rifiutano la coesistenza e la collaborazione, anche a costo di escludere i loro fratelli palestinesi».
Neppure a pensare di trovare quel poco che avvicina, privilegiando il tanto che allontana.
Mi ripeto: al mondo arabo Binladensis non frega un cazzo dei palestinesi: ogni pretesto è buono per portare avanti i loro sogni di gloria, l'istinto predatorio e rapace di ladroni del deserto che trovano meglio sgraffignare ad altri che faticare del proprio.
Ecco chi sono i veri razzisti, gli xenofobi, che offendono la nostra sensibilità, rompicoglioni e pomposi palloni gonfiati, che vogliono un mondo a loro immagine e somiglianza, di poter suonare l'organetto mentre noi si balla al ritmo di quella musica.
Il comitato organizzatore di Pescara 2009 glissa:
- «Avevamo pensato ad una partita amichevole tra Israele e palestinesi, ma la proposta è stata accolta nel gelo e accantonata».
Cretinetti !
Sarebbe stata la prova del nove, la conferma o lo sputtanamento, il definire chi sta con chi e tracciare i profili degli amici e la sagoma dei nemici, da usare nel poligono di tiro.
- «Ormai è dato per scontato che Israele non ci può essere e nessuno parer lo considera un torto [...] un atto vergognoso e inaccettabile di discriminazione, che oltretutto dura da anni nell'acquiescenza generale».
Aveva ragione don Abbondio che "se uno il coraggio non ce l'ha non se lo può certo inventare".
Noi, scimmie, ad imitare altri bingo-bongo, di cui leggo:
"Un attore come Di Caprio si fidanza con una 'puttanella ebrea', cioè Bar Rafaeli (così definita sul blog della tv Al Arabya, riferito dal Corriere): lo si boicotta ! Chi va a letto con un'israeliana non merita i sogni delle adolescenti egiziane";
figuriamoci poi l'idea di un Di Caprio convertito all'ebraismo: apriti cielo che, come per il Cristianesimo, è concepito come surrogato, sottoprodotto, religione da e per subumani, cani, scimmie e porci !
e ancora, a dimostrare la pesca nel torbido, andando al fondo delle cose...anzi, del cagotto:
"Una tennista israeliana conquista il diritto di giocare al torneo di Dubai: non le si dà il visto".
Bombe e stragi dappertutto, carnai, budella e frattaglie d'innocenti tappezzano il mondo intero, che tanto il dio di Bin Laden è padrone e non padre e il servo, lo schiavo, differentemente da un figlio, è polpetta di macellazione;
e la polpetta, si sa, si fa appunto con gli avanzi.
E poi, non è forse tipico del nostro mondo decadente l'avere ed essere ventre molle...da cagotto ?!
Io, secondo me...25.02.2009
lunedì 23 febbraio 2009
AMORte
"Amor, ch'a nullo amato amar perdona..."
- «e l'odor repełente de morti asà a marsir par tera», io aggiungo;
che schifo, qualcuno dirà: passare dal profumo della vita al puzzo, quel fetore repellente che è della fossa, quando poi lasciati a marcire nella terra.
"...la bella persona che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende"...
Quante offese, anche noi abbiamo subito, quanto di più caro c'è stato e c'è tolto, quanto rubato subito e quanto strappato, pezzo a pezzo, nella sofferenza e nel dolore.
E il sommo poeta all'inferno ci ficca l'amore o il troppo amare, che lui dice lussuria, che per lui sono Paolo e Francesca, peccatori...
"Amor condusse noi ad una morte".
Poveri amanti innamorati, "peccatori carnali che la ragion sommettono al talento", puniti in terra come in cielo, dove menati da "la bufera infernal che mai non resta", sono ad espiare in eterno per essere lei stata data in pegno a quello: "il marito era sozzissimo et era sciancato".
Tanto sudicio che l'unica lavata che si è dato è stata per l'onta: nettare la vergogna di una che rifiutò di essere scambiata, anche se per Lanciotto fu come baratto di vacca.
Fa nulla: un contratto è un contratto, anche davanti alle porte del Paradiso e la passione, bassa e bestiale, accomuna tutti, come fu per Semiramide, Didone, Cleopatra, Elena, Achille, Paride e Tristano;
"Onde apostali e trovatoli uniti insieme, confisse l'uno insieme con l'altro con uno stocco, sì che amendue insieme morirono":
giustizia è fatta, di tutta l'erba un fascio e all'Inferno !!
E così - in quel lontano 1275 - prese due olive con uno stuzzicadenti, il Giovanni Malatesta, signore di Rimini, detto Gianciotto perché "ciotto" ovvero sciancato: come dire... 'na chiavica !
- «Beh», si potrebbe ribattere «prova te a trovare tua moglie a letto con un altro !»
Vero.
Ma non ci sono solo questi sfigati al mondo e l'anima a Mefistofele si è tentati di barattarla, che di Faust non ce n'è uno solo;
e lo scambio spesso non è voluto per odio, vendetta, ambizione, potere, ma per il tanto amore...quello nobile, "che move il sole l'altre stelle";
e io, per questo, sono a dire: «Mefistofele...dove firmo ?!»
"Vuole un figlio dal marito in coma: prelevato lo sperma per un'inseminazione artificiale".
Dante non c'è più, ma risponde il Vaticano:
- «Gravissimo !»
Mi vien naturale, a pelle, rispondere:
- «Ma che sta a ddì ?»
Di gravissimo c'è solo un tragico fatto: lui, 35 anni, per un tumore fulminante al cervello entra in coma. Speranze di salvezza: zero.
Lei risponde e mi ricorda un'altra donna, che in una trasmissione televisiva pronunciò, per il suo uomo, una delle frasi più belle:
- «Da qui all'eternità: sempre con te !»
Ebbene, il suo compagno sta per morire;
"...la bella persona che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende".
L'amore, allo stato più alto, sfida la morte:
"Voglio avere un figlio da lui: diventare genitori era il nostro sogno".
Da quando, potendo, non si deve rispondere alla morte con un bel dito medio alzato, alla facciazza di quelle quattro ossa, con sopra il teschio ghignate e le orbite vuote ?
- «'fanculo ! Li mortacci tua: xe che me son proprio stufà ...me desmentego che son morto e te brinco pal copin !», sicuramente risponderebbe quel povero corpo che sta per esalare l'ultimo respiro.
Parla la Chiesa:
- «Credo che un figlio debba sempre essere un atto d'amore, non un esperimento di laboratorio» ha affermato Rino Fisichella, pretore della Pontificia Università Lateranense «un figlio non deve arrivare per desiderio recondito di una persona. Facciamo in modo di rispettare anche in quest'aspetto la natura. Pur con molta comprensione per chi vive queste situazioni, non ogni desiderio è legittimo».
"Eminens", se lo lasci dire: una nascita è un atto d'amore e ricordi pure lei, che le vie del Signore sono infinite, e passano anche attraverso una siringa;
nel nostro caso, è un miracolo di Dio che, come Prometeo, ha donato il sapere all'uomo, e mai fu meglio riposto quando, invece che la morte, porta la vita !
Se fossimo solo a seguire passivamente la natura, non avrebbe senso che nostro Signore ci avesse dotato di attitudine al sapere e alla scoperta;
gli sarebbe bastato mettere insieme un elettrodomestico, con un banale interruttore: acceso-spento.
Forse non ogni desiderio è legittimo, ma il bambino nascerà, "Eminens";
come il cacio sui maccheroni: sarà...AMORte sua.
E io, per questo, sono a dire: «Dio mio, Padre Nostro...dove firmo ?!»
"Amor, ch'a nullo amato amar perdona..."
Io, secondo me...23.02.2009
- «e l'odor repełente de morti asà a marsir par tera», io aggiungo;
che schifo, qualcuno dirà: passare dal profumo della vita al puzzo, quel fetore repellente che è della fossa, quando poi lasciati a marcire nella terra.
"...la bella persona che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende"...
Quante offese, anche noi abbiamo subito, quanto di più caro c'è stato e c'è tolto, quanto rubato subito e quanto strappato, pezzo a pezzo, nella sofferenza e nel dolore.
E il sommo poeta all'inferno ci ficca l'amore o il troppo amare, che lui dice lussuria, che per lui sono Paolo e Francesca, peccatori...
"Amor condusse noi ad una morte".
Poveri amanti innamorati, "peccatori carnali che la ragion sommettono al talento", puniti in terra come in cielo, dove menati da "la bufera infernal che mai non resta", sono ad espiare in eterno per essere lei stata data in pegno a quello: "il marito era sozzissimo et era sciancato".
Tanto sudicio che l'unica lavata che si è dato è stata per l'onta: nettare la vergogna di una che rifiutò di essere scambiata, anche se per Lanciotto fu come baratto di vacca.
Fa nulla: un contratto è un contratto, anche davanti alle porte del Paradiso e la passione, bassa e bestiale, accomuna tutti, come fu per Semiramide, Didone, Cleopatra, Elena, Achille, Paride e Tristano;
"Onde apostali e trovatoli uniti insieme, confisse l'uno insieme con l'altro con uno stocco, sì che amendue insieme morirono":
giustizia è fatta, di tutta l'erba un fascio e all'Inferno !!
E così - in quel lontano 1275 - prese due olive con uno stuzzicadenti, il Giovanni Malatesta, signore di Rimini, detto Gianciotto perché "ciotto" ovvero sciancato: come dire... 'na chiavica !
- «Beh», si potrebbe ribattere «prova te a trovare tua moglie a letto con un altro !»
Vero.
Ma non ci sono solo questi sfigati al mondo e l'anima a Mefistofele si è tentati di barattarla, che di Faust non ce n'è uno solo;
e lo scambio spesso non è voluto per odio, vendetta, ambizione, potere, ma per il tanto amore...quello nobile, "che move il sole l'altre stelle";
e io, per questo, sono a dire: «Mefistofele...dove firmo ?!»
"Vuole un figlio dal marito in coma: prelevato lo sperma per un'inseminazione artificiale".
Dante non c'è più, ma risponde il Vaticano:
- «Gravissimo !»
Mi vien naturale, a pelle, rispondere:
- «Ma che sta a ddì ?»
Di gravissimo c'è solo un tragico fatto: lui, 35 anni, per un tumore fulminante al cervello entra in coma. Speranze di salvezza: zero.
Lei risponde e mi ricorda un'altra donna, che in una trasmissione televisiva pronunciò, per il suo uomo, una delle frasi più belle:
- «Da qui all'eternità: sempre con te !»
Ebbene, il suo compagno sta per morire;
"...la bella persona che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende".
L'amore, allo stato più alto, sfida la morte:
"Voglio avere un figlio da lui: diventare genitori era il nostro sogno".
Da quando, potendo, non si deve rispondere alla morte con un bel dito medio alzato, alla facciazza di quelle quattro ossa, con sopra il teschio ghignate e le orbite vuote ?
- «'fanculo ! Li mortacci tua: xe che me son proprio stufà ...me desmentego che son morto e te brinco pal copin !», sicuramente risponderebbe quel povero corpo che sta per esalare l'ultimo respiro.
Parla la Chiesa:
- «Credo che un figlio debba sempre essere un atto d'amore, non un esperimento di laboratorio» ha affermato Rino Fisichella, pretore della Pontificia Università Lateranense «un figlio non deve arrivare per desiderio recondito di una persona. Facciamo in modo di rispettare anche in quest'aspetto la natura. Pur con molta comprensione per chi vive queste situazioni, non ogni desiderio è legittimo».
"Eminens", se lo lasci dire: una nascita è un atto d'amore e ricordi pure lei, che le vie del Signore sono infinite, e passano anche attraverso una siringa;
nel nostro caso, è un miracolo di Dio che, come Prometeo, ha donato il sapere all'uomo, e mai fu meglio riposto quando, invece che la morte, porta la vita !
Se fossimo solo a seguire passivamente la natura, non avrebbe senso che nostro Signore ci avesse dotato di attitudine al sapere e alla scoperta;
gli sarebbe bastato mettere insieme un elettrodomestico, con un banale interruttore: acceso-spento.
Forse non ogni desiderio è legittimo, ma il bambino nascerà, "Eminens";
come il cacio sui maccheroni: sarà...AMORte sua.
E io, per questo, sono a dire: «Dio mio, Padre Nostro...dove firmo ?!»
"Amor, ch'a nullo amato amar perdona..."
Io, secondo me...23.02.2009
mercoledì 18 febbraio 2009
Maxismo
Dal Marxismo al Maxismo il passo è breve, ma è come rifare il percorso dell'evoluzione al contrario dove, dall'uomo, si ritorna alla scimmia;
solo che a Cita non s'accompagna neppure Tarzan ma, al D'Alema, un Bertinotti in perizoma di lana caprina, che hanno, più che il pregio, lo spregio di ballare la consueta musica al solito organetto, senza neppure dover loro ormai lanciare una banana o la nocciolina.
Riflessi condizionati: un segnale, ed eccoli, a perdere saliva e con la bava alla bocca.
Beh, una cosa bisogna riconoscere loro, ed è comunione d'esperienze: dalle macerie di Gaza a quelle dei loro rispettivi partiti, c'abbiamo gli stessi sconnessi e sbrecciati;
Ai nostri, ci hanno pensato gli italiani a cannoneggiarli, con il "Niet" elettorale.
Il Max c'ha risposto da fighetto, con le pezze al culo del conte Max di De Sica, ma l'elevazione al rango per elezione divina:
"Il Pd è senza dubbio il maggior partito nella parte più acculturata del Paese, una forza non certo residuale. È il primo partito tra gli italiani che leggono libri, che leggono i giornali...è vero che il centrosinistra è minoranza, ma è una minoranza che rappresenta la classe dirigente del Paese in tutti i campi".
Pochi ma buoni, a confronto di tanti, ma buoi.
Arlecchineschi straccetti, pezzuole sulle chiappe, panni rivoltati, cuciture e giunte, ma vogliamo mettere i modi raffinati e "l'intellighenzia", seppure di un mendico elettorale.
L'ultimo e unico comunismo che gli rimane è quello dell'orgia di letto, sotto le lenzuola, con i terroristi: che siano di Hamas che Hezbollah, sempre si parla di "figlio prodigo", d’altra specie, ma a seguire teoria e pratica dei loro nonni e padri, che di rosso si fecero colore, dopo aver inzuppato il fazzoletto nelle budella dei popoli.
Eccoli, il Max e Berty, a ruttare di sbobba e sbornia ideologica, comunanza e gemellaggio, nel dividere companatico con naturali compagni di merende e ululare alla luna:
"[...] colonizzazione della Cisgiordania [...] massacri di Gaza [...] delegittimazione dell'interlocutore di pace da parte d'Israele, Arafat, e poi nei confronti dell'occasione straordinaria del governo di unità nazionale palestinese [...] con la costruzione del Muro".
E già...il muro: mica è bello, come quello che il loro papi, "Pappone" Stalin, fece alzare a Berlino;
quello si, che fu una...erezione superba !
E sti ebrei poi, che non seguono le regole, che sono come i gioiellieri e gli orefici: sono quelli che devono morire, nelle rapine, e guai a ribaltare i ruoli, che altrimenti come cazzo si fa ad applicare il buonismo da quattro rubli, quello che fa tanta scena e ti eleva a Homo Sapiens Sapiens, a sentirti "Il Migliore", opposto ai cattivi, ai buzzurri, alle bestie che se castrati, non potrebbero risaltare per tanta negatività, a dire io Robinson, tu venerdi...io Tarzan, tu Cita.
Ed ecco la babbiona di turno, che va in carcere a visitare quelli che hanno stuprato la ragazza, piuttosto che se nel piatto della minestra di un assassino c'è una...Mosca.
Ed io, se non pago il pizzo, il canone della televisione, o mi dimentico della multa, mi trovo senza macchina e pignorata la casa, mentre quello che, ubriaco e drogato, falcia una un'intera fila di persone, in processione o alla fermata dell'autobus, ottiene gli arresti domiciliari, perché a lui la casa gli rimane !
Però, io Robinson, tu venerdi...io Tarzan, tu Cita.
L'importante è che si faccia filosofia sulla pelle d'altri, che la donna violentata non sia di casa, che il negoziante ucciso non sia un parente, che tanta merda non entri nelle torri d'avorio.
Non si tocchi la barchetta, non si sporchino le scarpe di vacchetta o il maglioncino di soffice lana, ai vari Max e Berty: fatto salvo questo, che il resto del mondo impari ad offrire l'altra guancia.
Max e Berty, come due amanti, eccoli ad elaborare il Kamasutra: il Maxismo proprio contro il barbaro e cagnesco accoppiamento d'altri.
Il branco degli "Obamba" non osanna più Obama: scettici sull'ipotesi che il Barack possa produrre cambiamenti radicali, che il bell'abbronzato sappia anche fare oltre che sfilare.
Pessimisti sul "due stati per due popoli";
per la risoluzione del conflitto israelo-palestinese...meglio il Mein Kampf, lo Statuto di Hamas !
Ed ecco sotto le coperte s'infila pure l'ex primo rappresentante della delegazione palestinese in Italia, Ali Rashid che, dopo aver sbirciato gli attributi della coppietta, sbotta:
- «Una sinistra debole nel proprio paese non può aiutare gli altri».
Nel paese di Papalla finalmente spunta una testa.
Max paventa il rischio che la questione palestinese "diventi meno importante in un'agenda statunitense nella quale sono subentrate altre priorità".
Ma guarda te se Obama deve dimenticarsi di vitale importanza, solo perché l'America rischia un’altra crisi del '29.
E già: dall'alto delle torri d'avorio tutto ciò che si muove sotto paiono formiche, cose così piccole...così lontane;
la crisi economica mondiale, dall'Asia all'America, la polveriera Afghanistan come il traballante Pakistan, senza contare la bombarderia iraniana... "il rischio che la questione palestinese diventi meno importante nell'agenda statunitense".
Basterebbe che Hamas la smettesse di rompere i coglioni e tutto - magicamente - diverrebbe un ricordo, il risveglio da un incubo.
Ma no...quel manesco di Israele, le sue "reazioni sproporzionate".
Quando non c'aveva i muscoli c'erano i forni;
rimasti i forni e la voglia di riaccenderli, ecco che c'ha i muscoli...che ingiustizia !
- «[...] che l'Europa faccia la sua parte e non continui ad appoggiare solo Tel Aviv» dice Max:
- «Le macerie di Gaza sono ancora fumanti [...] crimini di guerra commessi da Israele» ribatte Berty.
- «[...] portare davanti alla giustizia gli ebrei, responsabili dei massacri» bercia Ali Rashid.
Dal Marxismo al Maxismo: io Robinson, voi venerdi...io Tarzan, voi Cita !
Io, secondo me...18.02.2009
solo che a Cita non s'accompagna neppure Tarzan ma, al D'Alema, un Bertinotti in perizoma di lana caprina, che hanno, più che il pregio, lo spregio di ballare la consueta musica al solito organetto, senza neppure dover loro ormai lanciare una banana o la nocciolina.
Riflessi condizionati: un segnale, ed eccoli, a perdere saliva e con la bava alla bocca.
Beh, una cosa bisogna riconoscere loro, ed è comunione d'esperienze: dalle macerie di Gaza a quelle dei loro rispettivi partiti, c'abbiamo gli stessi sconnessi e sbrecciati;
Ai nostri, ci hanno pensato gli italiani a cannoneggiarli, con il "Niet" elettorale.
Il Max c'ha risposto da fighetto, con le pezze al culo del conte Max di De Sica, ma l'elevazione al rango per elezione divina:
"Il Pd è senza dubbio il maggior partito nella parte più acculturata del Paese, una forza non certo residuale. È il primo partito tra gli italiani che leggono libri, che leggono i giornali...è vero che il centrosinistra è minoranza, ma è una minoranza che rappresenta la classe dirigente del Paese in tutti i campi".
Pochi ma buoni, a confronto di tanti, ma buoi.
Arlecchineschi straccetti, pezzuole sulle chiappe, panni rivoltati, cuciture e giunte, ma vogliamo mettere i modi raffinati e "l'intellighenzia", seppure di un mendico elettorale.
L'ultimo e unico comunismo che gli rimane è quello dell'orgia di letto, sotto le lenzuola, con i terroristi: che siano di Hamas che Hezbollah, sempre si parla di "figlio prodigo", d’altra specie, ma a seguire teoria e pratica dei loro nonni e padri, che di rosso si fecero colore, dopo aver inzuppato il fazzoletto nelle budella dei popoli.
Eccoli, il Max e Berty, a ruttare di sbobba e sbornia ideologica, comunanza e gemellaggio, nel dividere companatico con naturali compagni di merende e ululare alla luna:
"[...] colonizzazione della Cisgiordania [...] massacri di Gaza [...] delegittimazione dell'interlocutore di pace da parte d'Israele, Arafat, e poi nei confronti dell'occasione straordinaria del governo di unità nazionale palestinese [...] con la costruzione del Muro".
E già...il muro: mica è bello, come quello che il loro papi, "Pappone" Stalin, fece alzare a Berlino;
quello si, che fu una...erezione superba !
E sti ebrei poi, che non seguono le regole, che sono come i gioiellieri e gli orefici: sono quelli che devono morire, nelle rapine, e guai a ribaltare i ruoli, che altrimenti come cazzo si fa ad applicare il buonismo da quattro rubli, quello che fa tanta scena e ti eleva a Homo Sapiens Sapiens, a sentirti "Il Migliore", opposto ai cattivi, ai buzzurri, alle bestie che se castrati, non potrebbero risaltare per tanta negatività, a dire io Robinson, tu venerdi...io Tarzan, tu Cita.
Ed ecco la babbiona di turno, che va in carcere a visitare quelli che hanno stuprato la ragazza, piuttosto che se nel piatto della minestra di un assassino c'è una...Mosca.
Ed io, se non pago il pizzo, il canone della televisione, o mi dimentico della multa, mi trovo senza macchina e pignorata la casa, mentre quello che, ubriaco e drogato, falcia una un'intera fila di persone, in processione o alla fermata dell'autobus, ottiene gli arresti domiciliari, perché a lui la casa gli rimane !
Però, io Robinson, tu venerdi...io Tarzan, tu Cita.
L'importante è che si faccia filosofia sulla pelle d'altri, che la donna violentata non sia di casa, che il negoziante ucciso non sia un parente, che tanta merda non entri nelle torri d'avorio.
Non si tocchi la barchetta, non si sporchino le scarpe di vacchetta o il maglioncino di soffice lana, ai vari Max e Berty: fatto salvo questo, che il resto del mondo impari ad offrire l'altra guancia.
Max e Berty, come due amanti, eccoli ad elaborare il Kamasutra: il Maxismo proprio contro il barbaro e cagnesco accoppiamento d'altri.
Il branco degli "Obamba" non osanna più Obama: scettici sull'ipotesi che il Barack possa produrre cambiamenti radicali, che il bell'abbronzato sappia anche fare oltre che sfilare.
Pessimisti sul "due stati per due popoli";
per la risoluzione del conflitto israelo-palestinese...meglio il Mein Kampf, lo Statuto di Hamas !
Ed ecco sotto le coperte s'infila pure l'ex primo rappresentante della delegazione palestinese in Italia, Ali Rashid che, dopo aver sbirciato gli attributi della coppietta, sbotta:
- «Una sinistra debole nel proprio paese non può aiutare gli altri».
Nel paese di Papalla finalmente spunta una testa.
Max paventa il rischio che la questione palestinese "diventi meno importante in un'agenda statunitense nella quale sono subentrate altre priorità".
Ma guarda te se Obama deve dimenticarsi di vitale importanza, solo perché l'America rischia un’altra crisi del '29.
E già: dall'alto delle torri d'avorio tutto ciò che si muove sotto paiono formiche, cose così piccole...così lontane;
la crisi economica mondiale, dall'Asia all'America, la polveriera Afghanistan come il traballante Pakistan, senza contare la bombarderia iraniana... "il rischio che la questione palestinese diventi meno importante nell'agenda statunitense".
Basterebbe che Hamas la smettesse di rompere i coglioni e tutto - magicamente - diverrebbe un ricordo, il risveglio da un incubo.
Ma no...quel manesco di Israele, le sue "reazioni sproporzionate".
Quando non c'aveva i muscoli c'erano i forni;
rimasti i forni e la voglia di riaccenderli, ecco che c'ha i muscoli...che ingiustizia !
- «[...] che l'Europa faccia la sua parte e non continui ad appoggiare solo Tel Aviv» dice Max:
- «Le macerie di Gaza sono ancora fumanti [...] crimini di guerra commessi da Israele» ribatte Berty.
- «[...] portare davanti alla giustizia gli ebrei, responsabili dei massacri» bercia Ali Rashid.
Dal Marxismo al Maxismo: io Robinson, voi venerdi...io Tarzan, voi Cita !
Io, secondo me...18.02.2009
lunedì 16 febbraio 2009
venerdì 13 febbraio 2009
mercoledì 11 febbraio 2009
Yes...Week-end !
- «Yes...Week-end !»
L'inglese non è il mio forte, ne convengo, perché Barack Obama, oggi Presidente degli "iuessei" diceva:
- «Yes, we can», possiamo vincere !
L'americanismo maccheronico del Beppe confonde "ies, uìchen" con "ies, uicchend":
questo penserà sicuramente uno dei quattro gatti che mi legge, incappando e restando invischiato, per sua sfortuna, nel mio inchiostrato.
No, non è uno svarione: il nostro non è il paese di Obama, ma di O'bamba.
Anzi, DEGLI O'bamba !
- «Andate al mare !», invitò Bettino, il Craxi, agli elettori socialisti, in occasione del referendum del 1991 sul sistema elettorale: allora, per tornaconto politico, aveva bisogno che i cittadini disertassero le urne, e la frase rimase famosa;
pensiero breve, ma efficace.
Poi arrivarono i Beppe Grillo, che accorciò ancora di più e arrivò alla perfezione della sintesi:
- «'fanculo !»
Io mi accontento del surrogato, la cicoria al posto del caffè;
perché questo siamo, a confronto del mondo politico evoluto - certo più del nostro - che ci sta attorno e considerati come cacca sotto la suola delle scarpe.
- «Yes, Week-end...»
Una massa di politicanti da gerontocomio ci sta facendo fare l'ennesima figura dei coglioni.
Eccoli, litigiosi, inconcludenti, rissaioli e faziosi, sputatori nel proprio piatto, pronti al "Muoia Sansone con tutti i Filistei" piuttosto che cercare di onorare la frase, ormai al sapore di "Prendiperilculismo", inflazionata su bocche blasfeme:
"Per il bene del popolo".
Invece, per il bene del cadreghino, la lotta dei galli per il dominio del pollaio, anche quando le faine stanno facendo i buchi nella rete.
L'ultima sceneggiata, per la povera Eluana Englaro, ha visto la penosa zuffa - quasi si arrivava alle mani - giocandosi il tempo che richiedeva decisioni nuove e rapide: la differenza tra la vita e la morte, con la vittoria della seconda e della resa dell'anima a Dio per una povera donna in coma da 17 anni.
Non entro nella logica se era giusto continuare a farla vivere, piuttosto che staccare il filo che la teneva in questo mondo.
Rispetto le idee - sofferte - sia di chi la pensa - in buona fede - in un modo, come nell'altro.
Ma la chiassata degli "Onorevoli" era ad usare Eluana come grimaldello, per scardinare gli uni la porta degli altri, non per la pietà d'essere da questa parte piuttosto che dall'altra, rispettosamente vicino alla sofferenza di chi, in un letto, ha aspettato invano un pronunciamento, ancora una volta impossibile da simili cafoni da osteria.
No, non è gente da "Yes, we can" ma, appunto, da " Yes...Week-end", il massimo a cui possono sperare d'arrivare.
Gli italiani le hanno provate tutte, per far capire a questa massa di zotici, cosa si vuole da loro.
Si arrivò ad un testa a testa, una situazione d'equilibrio salomonico: metà italiani a destra, metà a sinistra.
Messaggio implicito e invito al buon senso: onoriamo la metà che ci ha votato, rispettiamo l'altra, in uno stato che non è né di luce né d'ombra, non alba ma neppure tramonto.
"Per un pugno di voti", detentori di una maggioranza da resto di giornale, una parte occupò ogni potere al governo, ed esercitò potestà di padre-padrone.
Il secondo pugno, non fu più di voti, ma tra le corna.
Morale: italiani manica d'imbecilli.
"Il Pd è senza dubbio il maggior partito nella parte più acculturata del Paese, una forza non certo residuale. È il primo partito tra gli italiani che leggono libri, che leggono i giornali...è vero che il centrosinistra è minoranza, ma è una minoranza che rappresenta la classe dirigente del Paese in tutti i campi".
D'Alema docet, come a pappagallo i suoi Kompagni di merende.
Più che da Vate, parole in odore da Water, o...Walter Closed.
Incazzati neri - anzi, rossi - perdenti, ma mai per colpa loro.
Pomposi palloni gonfiati, presuntuosi e illusi detentori di purezza ("sboroni", bauscia, a vantare verità assolutistiche più che assolute), unti del Signore contro untori: pericolosi ragionamenti dittatoriali, anima del "Se solo potessi...", preludio alle purghe.
Con tale premessa, ovvio e naturale l'essere solo in grado di scimmiottare gli Stati Uniti dove, sì, la corsa elettorale è stata al calor bianco, ma ora messa da parte...per il bene del popolo !
- «Yes, we can», possiamo vincere !
Ma mi facciano il piacere: tutti al mare.
- «Yes...Week-end»...anzi: "ies, uicchend".
Roba da caricature; deformazioni... O'bamba !
Io, secondo me...11.02.2009
L'inglese non è il mio forte, ne convengo, perché Barack Obama, oggi Presidente degli "iuessei" diceva:
- «Yes, we can», possiamo vincere !
L'americanismo maccheronico del Beppe confonde "ies, uìchen" con "ies, uicchend":
questo penserà sicuramente uno dei quattro gatti che mi legge, incappando e restando invischiato, per sua sfortuna, nel mio inchiostrato.
No, non è uno svarione: il nostro non è il paese di Obama, ma di O'bamba.
Anzi, DEGLI O'bamba !
- «Andate al mare !», invitò Bettino, il Craxi, agli elettori socialisti, in occasione del referendum del 1991 sul sistema elettorale: allora, per tornaconto politico, aveva bisogno che i cittadini disertassero le urne, e la frase rimase famosa;
pensiero breve, ma efficace.
Poi arrivarono i Beppe Grillo, che accorciò ancora di più e arrivò alla perfezione della sintesi:
- «'fanculo !»
Io mi accontento del surrogato, la cicoria al posto del caffè;
perché questo siamo, a confronto del mondo politico evoluto - certo più del nostro - che ci sta attorno e considerati come cacca sotto la suola delle scarpe.
- «Yes, Week-end...»
Una massa di politicanti da gerontocomio ci sta facendo fare l'ennesima figura dei coglioni.
Eccoli, litigiosi, inconcludenti, rissaioli e faziosi, sputatori nel proprio piatto, pronti al "Muoia Sansone con tutti i Filistei" piuttosto che cercare di onorare la frase, ormai al sapore di "Prendiperilculismo", inflazionata su bocche blasfeme:
"Per il bene del popolo".
Invece, per il bene del cadreghino, la lotta dei galli per il dominio del pollaio, anche quando le faine stanno facendo i buchi nella rete.
L'ultima sceneggiata, per la povera Eluana Englaro, ha visto la penosa zuffa - quasi si arrivava alle mani - giocandosi il tempo che richiedeva decisioni nuove e rapide: la differenza tra la vita e la morte, con la vittoria della seconda e della resa dell'anima a Dio per una povera donna in coma da 17 anni.
Non entro nella logica se era giusto continuare a farla vivere, piuttosto che staccare il filo che la teneva in questo mondo.
Rispetto le idee - sofferte - sia di chi la pensa - in buona fede - in un modo, come nell'altro.
Ma la chiassata degli "Onorevoli" era ad usare Eluana come grimaldello, per scardinare gli uni la porta degli altri, non per la pietà d'essere da questa parte piuttosto che dall'altra, rispettosamente vicino alla sofferenza di chi, in un letto, ha aspettato invano un pronunciamento, ancora una volta impossibile da simili cafoni da osteria.
No, non è gente da "Yes, we can" ma, appunto, da " Yes...Week-end", il massimo a cui possono sperare d'arrivare.
Gli italiani le hanno provate tutte, per far capire a questa massa di zotici, cosa si vuole da loro.
Si arrivò ad un testa a testa, una situazione d'equilibrio salomonico: metà italiani a destra, metà a sinistra.
Messaggio implicito e invito al buon senso: onoriamo la metà che ci ha votato, rispettiamo l'altra, in uno stato che non è né di luce né d'ombra, non alba ma neppure tramonto.
"Per un pugno di voti", detentori di una maggioranza da resto di giornale, una parte occupò ogni potere al governo, ed esercitò potestà di padre-padrone.
Il secondo pugno, non fu più di voti, ma tra le corna.
Morale: italiani manica d'imbecilli.
"Il Pd è senza dubbio il maggior partito nella parte più acculturata del Paese, una forza non certo residuale. È il primo partito tra gli italiani che leggono libri, che leggono i giornali...è vero che il centrosinistra è minoranza, ma è una minoranza che rappresenta la classe dirigente del Paese in tutti i campi".
D'Alema docet, come a pappagallo i suoi Kompagni di merende.
Più che da Vate, parole in odore da Water, o...Walter Closed.
Incazzati neri - anzi, rossi - perdenti, ma mai per colpa loro.
Pomposi palloni gonfiati, presuntuosi e illusi detentori di purezza ("sboroni", bauscia, a vantare verità assolutistiche più che assolute), unti del Signore contro untori: pericolosi ragionamenti dittatoriali, anima del "Se solo potessi...", preludio alle purghe.
Con tale premessa, ovvio e naturale l'essere solo in grado di scimmiottare gli Stati Uniti dove, sì, la corsa elettorale è stata al calor bianco, ma ora messa da parte...per il bene del popolo !
- «Yes, we can», possiamo vincere !
Ma mi facciano il piacere: tutti al mare.
- «Yes...Week-end»...anzi: "ies, uicchend".
Roba da caricature; deformazioni... O'bamba !
Io, secondo me...11.02.2009
martedì 3 febbraio 2009
Stracci, straccetti e straccioni
In tante barzellette, il matto è, per definizione e descritto, con il colino o un pentolino calato sul cranio;
quello che ho visto io, invece, ha la variante della "schiscetta" - come la chiamano a Milano - quel glorioso recipiente tubolare, il triste panierino con gli spaghetti freddi o il panino alla frittata destinati al pranzo del manovale o dell'operaio fuori casa.
Contenitore di roba riscaldata...la solita minestra, come la broda scodellata dallo sceicco Yousuf Al-Qaradhawi, ai microfoni della televisione di Al-Jazeera nel Qatar, emirato del Medio Oriente.
Decisamente, quel copricapo a tuba infilato sulla cozza somigliava ad un pezzo di grondaia ingolfata da un fagotto, con occhialini e barbetta bianca, ad intasare il canale di scolo, estremità del famoso "mocio lavapavimenti", il celebre spazzolone a liste spugnose e assorbenti, poste in coda al manico;
lo strapazzi per terra, ci raccogli la schifezza, lo metti nel secchio con il suo strizzatoio, lo risciacqui della schifezza che ha raccolto e butti l'acqua sporca nello sciacquone del cesso.
Al-Qaradhawi meriterebbe stesso trattamento: anche lui raccoglie e, una volta torchiato, rilascia pari liquame.
Il "succo" del discorso:
- «Allah ha mandato Hitler per punire gli ebrei».
Visto che il primo "sgrassatore" non ha completato il lavoro, vorrebbe essere lui e i pari suoi a fare pulizia:
La spremitura:
- «...ad Allah piacendo, la prossima volta sarà per mano dei credenti».
Povero Allah: non c'è una cosa che gli riesce bene da solo, senza scomodare sicari prezzolati, e pure è parificato ad un tenutario di bordello, che deve fornire decine di gnocche, e pure vergini, per sollazzare l'augello di tanti martiri che, sì, trapassano con gioia, ma solo con garanzia di poter cambiare condizione e, da "Seghe e gazzosa", promuovere a "Donne e champagne".
Hitler quindi, santo, e subito, se non altro per l'impegno !
Gente di stessa pasta: entrambi a cercare di imporre una razza di presunti eletti;
alla fine, una massa di deficienti dediti a farsi largo nella vita menando gomitate sui denti del prossimo.
Pattume simile c'è sempre stato, e sempre ci sarà, che la legge dei grandi numeri ci dice che, nel mucchio, qualcosa o qualcuno venuto male c'è sempre.
Quel che fa senso è che non c'è nessuno che si levi una scarpa - magari uno scarpone chiodato - lo miri e lo centri - come per la forma ai baracconi del Luna Park - lasciando un'impronta di civiltà su quella cervice ripiena di corpi cavernosi.
Ah, già, dimentico sempre: quella è gente che ti fa ingoiare i rospi, facendoli inghiottire direttamente dalla gola scucita con il coltellaccio, senza passare dalla bocca.
Visto che i coglioni viaggiano a coppie, manca solo il cretino dall'altra parte della barricata, a dire:
- «Dio ha mandato Israele per punire i palestinesi; a Lui piacendo, la prossima volta sarà per mano dei credenti».
E qui siamo come i bambini, quando si rinfacciano che il papà dell'uno e migliore di quello dell'altro, e poi a menarsi di santa ragione; e chi se ne frega del babbo se è d'accordo.
La divinità ridotta ad un burattino nelle mani di un ventriloquo, a muovere le labbra su una base già registrata.
Un guitto, costretto a recitare con il "gobbo", che nello spettacolo identifica quelle scritte che passano davanti agli occhi e si devono ripetere senza variazioni sul tema.
Il vile silenzio dell'Eurabia, davanti a tanta stronzaggine è agghiacciante.
Tutti sono a commiserare i poveretti di Gaza, i rapitori e torturatori di soldati, quelli che da anni mandano in testa al vicino missili su missili, che si nascondono dietro donne e bambini, che hanno fallito opportunità per dar prova di saper fare per la propria gente, il trasformare tutti in sacchi di sabbia per trincea e scudi per la propria cotica, programmando i bambini per crescere assassini pari loro e pure massacrandosi tra fratelli, quando in disaccordo: tanto è l'istinto di uccidere che pure il cannibalismo in famiglia è divenuto pratica quotidiana.
Senza contare lo scrivere, nero su bianco, la volontà di cancellare fisicamente un altro, un intero popolo, che l'essere portati al genocidio l'hanno pure inciso nei cromosomi.
Per questi attaccabrighe, accozzaglia di terroristi e nulla più, si mobilita gente che si sente fatta ad immagine e somiglianza.
Come il primo ministro turco, al forum di Davos, che improvvisa una sceneggiata ad uso e consumo degli stimatori, non si sa se in odore di leccaculaggine, per assimilazione o entrambe le cose.
Il dibattito a cui partecipava Recep Tayyp Erdogan, assieme al presidente israeliano Shimon Peres, al segretario dell'Onu Ban Ki-moon e a quello della Lega Araba Amr Moussa, era per trovare una via per il processo di pace.
Una bella piazzata, una chiassata con rimproveri ed escandescenze verso Peres, per il cazziatone che Israele ha fatto ai "teneroni" di Hamas.
Semplice e lineare, la replica al turco:
- «Non so di quale Hamas lei parli [...] Gaza era aperta e l'economia iniziava a fiorire, prima che Hamas prendesse il potere e iniziasse a condurre attentati, costati migliaia di morti. Israele ha chiuso i valichi perché da lì passano autobus carichi d'esplosivo. Cosa farebbe se Istanbul fosse colpita ogni notte da dieci o cento missili ?»
Parole sante, ma la logica non può scavalcare l'opportunismo di chi mira ai voti e a tenere le chiappe sul cadreghino del potere, che al Recep interessa l'elettorato dell'Akp, il partito neo-islamista, a picco nei sondaggi, alla vigilia delle elezioni amministrative e ora entusiasta della svolta filo Hamas.
Tipico caso di prostituzione politica. Puttana d'alto bordo, ma sempre quella è.
Altro caso quando gli attacchi arrivano da chi l'essere padre-padrone l'ha nel sangue.
- «Hanno dissacrato la sinagoga di Mariperez, gettato in terra i rotoli della Torà, lasciato scritte insultanti ed erano armati».
Gioco di sponda in Venezuela, nella Caracas di Hugo Chávez.
Prove, ad apparecchiare per una nuova Notte dei cristalli, la Reichskristallnacht di nazista memoria.
L'onda lunga è partita fra il 2004 e il 2005, quando Chávez mandò per la prima volta la polizia a bussare alle case degli ebrei per "censire le presenze", sapere in quanti abitavano in quali case.
E poi, gli insulti lanciati da Chávez nella notte del Natale 2006 nei confronti di alcune "minoranze" discendenti da coloro "che hanno crocefisso Gesù";
ancora: la diffusione del libello antisemita zarista "Protocolli dei savi anziani di Sion", enorme bufala, pura invenzione di una cospirazione degli ebrei per conquistare le leve del potere nel mondo;
le scritte "Judios perros", ebrei cani sulle mura di centri ebraici e le minacce di morte ai rabbini seguono a ruota.
Tutto quanto è la preparazione alla centrifuga: il lavaggio del cervello per poi arrivare a disfarsi dell'acqua sporca.
Lo facesse lo stato di Israele con i suoi nemici, suonerebbero tutte le trombe del giudizio, su tutti i mezzi d'informazioni e in peti e flatulenze dell'Intellighenzia, i cosiddetti intellettuali, quelli che sanno, che hanno studiato, che fanno cultura, con i calli sul culo più che sulle mani.
Qui, siamo invece alla presenza di compagni, anzi, Kompagni di merende, che applicano la regola del "Cane non mangia cane".
Buonanotte, Eurabia, e pensa a dormire a pancia in su, che non sai chi ti entrerà nel letto, e non solo in quello !
Le elezioni in Iraq hanno registrato il successo della politica americana in quel paese.
Imponenti misure di sicurezza, ma nessuno stavolta è arrivato a far saltare in aria gli innocenti, perché quel paese e la sua gente sono riusciti a scacciare dal pelo i parassiti di Al Qaeda.
I morti non lo sono stati invano.
La fine delle piattole, da Saddam Hussein ai suoi sottopancia, alla fine paga e con gli ineressi.
Gli iracheni sono tornati, come quattro anni fa, a "toccare con dito" cosa sono libere elezioni, tuffandolo nel
barattolo, che lo tinge di viola e ne prova l'aver già espresso voto.
Ma la democrazia non fa notizia ed è così bella da criticare, che per quello che è, non ti fa nulla e si può sputare nel piatto dove si mangia senza che ti taglino la lingua.
Buonanotte, Eurabia: hai imparato bene la lezione di Don Abbondio.
Io, secondo me...03.02.2009
quello che ho visto io, invece, ha la variante della "schiscetta" - come la chiamano a Milano - quel glorioso recipiente tubolare, il triste panierino con gli spaghetti freddi o il panino alla frittata destinati al pranzo del manovale o dell'operaio fuori casa.
Contenitore di roba riscaldata...la solita minestra, come la broda scodellata dallo sceicco Yousuf Al-Qaradhawi, ai microfoni della televisione di Al-Jazeera nel Qatar, emirato del Medio Oriente.
Decisamente, quel copricapo a tuba infilato sulla cozza somigliava ad un pezzo di grondaia ingolfata da un fagotto, con occhialini e barbetta bianca, ad intasare il canale di scolo, estremità del famoso "mocio lavapavimenti", il celebre spazzolone a liste spugnose e assorbenti, poste in coda al manico;
lo strapazzi per terra, ci raccogli la schifezza, lo metti nel secchio con il suo strizzatoio, lo risciacqui della schifezza che ha raccolto e butti l'acqua sporca nello sciacquone del cesso.
Al-Qaradhawi meriterebbe stesso trattamento: anche lui raccoglie e, una volta torchiato, rilascia pari liquame.
Il "succo" del discorso:
- «Allah ha mandato Hitler per punire gli ebrei».
Visto che il primo "sgrassatore" non ha completato il lavoro, vorrebbe essere lui e i pari suoi a fare pulizia:
La spremitura:
- «...ad Allah piacendo, la prossima volta sarà per mano dei credenti».
Povero Allah: non c'è una cosa che gli riesce bene da solo, senza scomodare sicari prezzolati, e pure è parificato ad un tenutario di bordello, che deve fornire decine di gnocche, e pure vergini, per sollazzare l'augello di tanti martiri che, sì, trapassano con gioia, ma solo con garanzia di poter cambiare condizione e, da "Seghe e gazzosa", promuovere a "Donne e champagne".
Hitler quindi, santo, e subito, se non altro per l'impegno !
Gente di stessa pasta: entrambi a cercare di imporre una razza di presunti eletti;
alla fine, una massa di deficienti dediti a farsi largo nella vita menando gomitate sui denti del prossimo.
Pattume simile c'è sempre stato, e sempre ci sarà, che la legge dei grandi numeri ci dice che, nel mucchio, qualcosa o qualcuno venuto male c'è sempre.
Quel che fa senso è che non c'è nessuno che si levi una scarpa - magari uno scarpone chiodato - lo miri e lo centri - come per la forma ai baracconi del Luna Park - lasciando un'impronta di civiltà su quella cervice ripiena di corpi cavernosi.
Ah, già, dimentico sempre: quella è gente che ti fa ingoiare i rospi, facendoli inghiottire direttamente dalla gola scucita con il coltellaccio, senza passare dalla bocca.
Visto che i coglioni viaggiano a coppie, manca solo il cretino dall'altra parte della barricata, a dire:
- «Dio ha mandato Israele per punire i palestinesi; a Lui piacendo, la prossima volta sarà per mano dei credenti».
E qui siamo come i bambini, quando si rinfacciano che il papà dell'uno e migliore di quello dell'altro, e poi a menarsi di santa ragione; e chi se ne frega del babbo se è d'accordo.
La divinità ridotta ad un burattino nelle mani di un ventriloquo, a muovere le labbra su una base già registrata.
Un guitto, costretto a recitare con il "gobbo", che nello spettacolo identifica quelle scritte che passano davanti agli occhi e si devono ripetere senza variazioni sul tema.
Il vile silenzio dell'Eurabia, davanti a tanta stronzaggine è agghiacciante.
Tutti sono a commiserare i poveretti di Gaza, i rapitori e torturatori di soldati, quelli che da anni mandano in testa al vicino missili su missili, che si nascondono dietro donne e bambini, che hanno fallito opportunità per dar prova di saper fare per la propria gente, il trasformare tutti in sacchi di sabbia per trincea e scudi per la propria cotica, programmando i bambini per crescere assassini pari loro e pure massacrandosi tra fratelli, quando in disaccordo: tanto è l'istinto di uccidere che pure il cannibalismo in famiglia è divenuto pratica quotidiana.
Senza contare lo scrivere, nero su bianco, la volontà di cancellare fisicamente un altro, un intero popolo, che l'essere portati al genocidio l'hanno pure inciso nei cromosomi.
Per questi attaccabrighe, accozzaglia di terroristi e nulla più, si mobilita gente che si sente fatta ad immagine e somiglianza.
Come il primo ministro turco, al forum di Davos, che improvvisa una sceneggiata ad uso e consumo degli stimatori, non si sa se in odore di leccaculaggine, per assimilazione o entrambe le cose.
Il dibattito a cui partecipava Recep Tayyp Erdogan, assieme al presidente israeliano Shimon Peres, al segretario dell'Onu Ban Ki-moon e a quello della Lega Araba Amr Moussa, era per trovare una via per il processo di pace.
Una bella piazzata, una chiassata con rimproveri ed escandescenze verso Peres, per il cazziatone che Israele ha fatto ai "teneroni" di Hamas.
Semplice e lineare, la replica al turco:
- «Non so di quale Hamas lei parli [...] Gaza era aperta e l'economia iniziava a fiorire, prima che Hamas prendesse il potere e iniziasse a condurre attentati, costati migliaia di morti. Israele ha chiuso i valichi perché da lì passano autobus carichi d'esplosivo. Cosa farebbe se Istanbul fosse colpita ogni notte da dieci o cento missili ?»
Parole sante, ma la logica non può scavalcare l'opportunismo di chi mira ai voti e a tenere le chiappe sul cadreghino del potere, che al Recep interessa l'elettorato dell'Akp, il partito neo-islamista, a picco nei sondaggi, alla vigilia delle elezioni amministrative e ora entusiasta della svolta filo Hamas.
Tipico caso di prostituzione politica. Puttana d'alto bordo, ma sempre quella è.
Altro caso quando gli attacchi arrivano da chi l'essere padre-padrone l'ha nel sangue.
- «Hanno dissacrato la sinagoga di Mariperez, gettato in terra i rotoli della Torà, lasciato scritte insultanti ed erano armati».
Gioco di sponda in Venezuela, nella Caracas di Hugo Chávez.
Prove, ad apparecchiare per una nuova Notte dei cristalli, la Reichskristallnacht di nazista memoria.
L'onda lunga è partita fra il 2004 e il 2005, quando Chávez mandò per la prima volta la polizia a bussare alle case degli ebrei per "censire le presenze", sapere in quanti abitavano in quali case.
E poi, gli insulti lanciati da Chávez nella notte del Natale 2006 nei confronti di alcune "minoranze" discendenti da coloro "che hanno crocefisso Gesù";
ancora: la diffusione del libello antisemita zarista "Protocolli dei savi anziani di Sion", enorme bufala, pura invenzione di una cospirazione degli ebrei per conquistare le leve del potere nel mondo;
le scritte "Judios perros", ebrei cani sulle mura di centri ebraici e le minacce di morte ai rabbini seguono a ruota.
Tutto quanto è la preparazione alla centrifuga: il lavaggio del cervello per poi arrivare a disfarsi dell'acqua sporca.
Lo facesse lo stato di Israele con i suoi nemici, suonerebbero tutte le trombe del giudizio, su tutti i mezzi d'informazioni e in peti e flatulenze dell'Intellighenzia, i cosiddetti intellettuali, quelli che sanno, che hanno studiato, che fanno cultura, con i calli sul culo più che sulle mani.
Qui, siamo invece alla presenza di compagni, anzi, Kompagni di merende, che applicano la regola del "Cane non mangia cane".
Buonanotte, Eurabia, e pensa a dormire a pancia in su, che non sai chi ti entrerà nel letto, e non solo in quello !
Le elezioni in Iraq hanno registrato il successo della politica americana in quel paese.
Imponenti misure di sicurezza, ma nessuno stavolta è arrivato a far saltare in aria gli innocenti, perché quel paese e la sua gente sono riusciti a scacciare dal pelo i parassiti di Al Qaeda.
I morti non lo sono stati invano.
La fine delle piattole, da Saddam Hussein ai suoi sottopancia, alla fine paga e con gli ineressi.
Gli iracheni sono tornati, come quattro anni fa, a "toccare con dito" cosa sono libere elezioni, tuffandolo nel
barattolo, che lo tinge di viola e ne prova l'aver già espresso voto.
Ma la democrazia non fa notizia ed è così bella da criticare, che per quello che è, non ti fa nulla e si può sputare nel piatto dove si mangia senza che ti taglino la lingua.
Buonanotte, Eurabia: hai imparato bene la lezione di Don Abbondio.
Io, secondo me...03.02.2009
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