giovedì 26 febbraio 2009

Schiumarola

Prendo la paletta bucherellata, schiumo, prelevo, sgocciolo ed assaggio la notizia;
perfetto: cotta al punto giusto, pronta da mettere nel piatto ed essere consumata bella calda.
Una volta si usava, prima di dar di forchetta, recitare la preghierina, a ringraziare il buon Dio di avere, anche per il nuovo giorno, di avere un qualcosa da mettere sotto i denti.
Oggi questo rito preparatorio non si usa più, che si rischia d'essere accusati d'essere asserviti alla Chiesa ed etichettati come "Baciapile".
Beh, per salvare baracca e burattini, vedrò di arrivare ad un compromesso: canterò l'inno nazionale, quello di Mameli.

"Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta [...] Noi fummo da secoli calpesti, derisi [...] Dov'è la Vittoria ? Le porga la chioma, che...SCHIAVA DI ROMENI Iddio la creò".

Beh, sta Vittoria io non la conosco, ma dei romeni c'abbiamo le saccocce piene;
come di bulgari, tunisini, bingo-bongo stile Binladen, Rom e simile bestiario.
E non mi si risponda con la scoperta dell'acqua calda: «Non tutti sono criminali e quel che fanno questi lo combinano pure i nostri».
Vero, e l'un per l'altro pari sono, che sto parlando di delinquenti, e paese che vai tanti ne trovi;
sono a cercare riparo da costoro, che quelli onesti e laboriosi - e sono i più, ne convengo - surclassano per numero, opere e missioni, la feccia.
Non solo per noi, ma anche verso questi ultimi sono a reclamare pugno di ferro: verso i loro connazionali, disonesti, ladri ed assassini che li svergognano e pure sui nostri indigeni, "Made in Italy" e pari gaglioffi e criminali.
Le ribalderie di un ribaldo casalingo mi danno fastidio perché sputtana il paese, ma ancora di più gli altri, che fanno lo stesso, ma da ospiti, a cui si è teso la mano e ancora meno aspetti o accetti la pugnalata alla schiena.
MI scoccia assai essere ritenuto, con i miei conterranei, al pari dello scemo del villaggio:
- «Andiamo, tutti in Italia, che ci puoi fare di tutto e di più e, differentemente da casa nostra, trovi sempre il modo di fare i cazzi tuoi: il massimo risultato con il minimo sforzo, pena e castigo che, se anche ti cuccano con le mani nel sacco ne esci comunque ragionevolmente bene; dove si trovano altri fessacchiotti così ?»
Prendiamo un esempio.
Nel battibecco tra il nostro governo e quello romeno, alle nostre rimostranze sulle loro frontiere permeabili, ci rispondono che siamo come il miele per le api: lenti nelle estradizioni e nei processi, è normale ritrovarsi con una bella fetta di ricercati loro entro i nostri confini, che da noi hanno trovato il paese del Bengodi.
Vero è che un ricercato non dovrebbe neppure scavalcare la staccionata di casa sua, ma chi glielo fa fare a quelli di sobbarcarsi l'onere di prendere e mantenere quello, quando ci siamo noi a dar succulento pascolo da brucare, che in questo caso è vero: l'erba del vicino è la più verde.
Se mai avessimo dei dubbi, ecco cosa dice Eugen Terteleac, presidente dell'associazione dei romeni in Italia:
"L'Italia è una calamita per i delinquenti romeni. In Romania le pene sono molto più severe e i tempi dei processi ben più brevi. A un criminale romeno conviene delinquere in Italia".
L'ennesima prova di quel che siamo o come ci vedono: cornuti e mazziati !
- «Facciamo le ronde: cittadini professionalmente preparati, magari pensionati o usciti dall'arma di carabinieri, polizia o finanza; nessun intervento muscolare: solo presidiare, vigilare e segnalare».
Più dissuasivi che operativi, quindi; non è lo stesso che è chiesto ad ogni cittadino, ossia d'essere attento e collaborativo ?
Neanche a parlarne: l'arte del buonismo spicciolo, dei bambacioni, insorge e grida al quasi colpo di stato, alle camicie nere, se non brune.
Paese di baluba.
Persino il caro vecchio Eugen Terteleac di prima auspica e dichiara con candore di essere completamente a favore delle famigerate guardie, pattuglie o drappelli, altrimenti dette ronde; anzi chiede che esse siano aperte anche ai cittadini romeni residenti in Italia.
E certo: chiodo scaccia chiodo; chi meglio del connazionale conosce il compatriota ?
Continuiamo a farci e volerci male.

"Italia condannata per mancato rispetto diritti umani [...] lo Stato italiano è stato condannato dalla Corte europea dei Diritti dell'Uomo a risarcire il tunisino Ben Khemais con 15.000 euro tra danni e spese morali".
Il Ben è stato pizzicato da noi e condannato a cinque anni per associazione per delinquere, ed espiò l'intera condanna.
Non essendo una mammoletta e pure scemo, eccolo a disattendere il vecchio adagio:
"Errare humanum est, perseverare autem diabolicum", commettere errori è umano, ma perseverare è diabolico;
Khemais era stato però anche condannato a dieci anni in contumacia da un tribunale militare tunisino, per terrorismo, e a quello è stato poi tradotto, una volta pagato da noi.
Il 3 giugno del 2008 è messo su un aereo a Milano e spedito in Tunisia, in esecuzione di un decreto d'espulsione causato dalla sua PERICOLOSITÀ per lo Stato perché legato a gruppi d'estremisti islamici vicini al terrorismo.
- «Ma siete matti: crudeli, inumani, bischeri. Multa ed esecrazione !»
Inutile pensare e credere logico che attenzione e cautela avrebbe dovuto averla il Khemais, capace di intendere e volere, nel non scassare la minchia, a destra e manca.
Sempre pronti, i piccioni, a tutelare i boia, invece che le vittime...vecchio vizio di casa e dell'intera Eurabia.

Guai però se uno di noi esce dalle righe.
Nella trasmissione "Porta a Porta" il ministro Ronchi dice che «chi stupra una quindicenne è una bestia».
Se è per questo, oltre al fatto in esame, violenze ne sono uscite, anche su minori di quella verde età.
Bestie è dire poco, anche se, in tutto il regno animale, al di sotto dell'Homo Sapiens Sapiens, nessun animale arriva a tanta aberrazione.
- «Non c'è bisogno di scomodare la categoria della bestia: viva la rieducazione», tuona la Bindi, non quella dei gelati, ma la Maria Rosaria, la Rosy, per gli amici.
- «Pan pos pan fresch: ti ten quel a mi dam quest», pane raffermo e pane fresco, tu tieni quello e a me dammi questo.
La consorteria delle Rosy vorrebbe fare cambio, affibbiarci il pane indurito, che tanto basta un morso più deciso per ingoiare ogni rospo.
Ma l'Italia è un paese ormai senza denti, che c'ha bisogno del pancotto, cara la mia Rosaria.
Che quelle come te sono disposte a "rieducare" certi energumeni, me ne compiaccio, ma una bambina o un bambino ha speranze per il futuro, di poter ancora incontrare il principe azzurro o la principessa, e non ridotti alla canna del gas, a raccattare per strada quello che viene: se il pane duro piace a te, prendilo, ma non pretendere che a tutti dia stessa soddisfazione.
Se poi sei come quella che è andata in prigione, a visitare i romeni che hanno fatto violenza di gruppo su una bambina, invece di pensare a quella, accomodati.
Ma per me, bestie sono quelli, e pure chi gli porge la tetta, per allattarli e far sentire loro il calore della mamma.
Ah, dimenticavo: è quella degli imbecilli, e sempre incinta !


Io, secondo me...26.02.2009

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