- «Se uno il coraggio non ce l'ha non se lo può certo inventare».
Povero don Abbondio, tremebonda gelatina di curato di campagna, che si trova avvisato dagli sgherri del signorotto del posto, il Don Rodrigo, malato di priapismo o satiriasi, che dir si voglia, per la povera ma conturbante verginella Lucia, che vuol essere lui a stropicciarla per primo, tra le lenzuola;
così descrive e racconta il sommo Alessandro Manzoni - il "don Lisander", comm ch'el ciamen i milanes, come lo chiamano i milanesi - ne "I promessi sposi".
- «Questo matrimonio non s'ha da fare !» manda a dire il Rodrigo;
- «il primo colpetto lo voglio dare io, e non quello zoticone del Renzo. Al massimo posso lasciar gli ossicini, dopo aver gustato la carne, a quel tontolone del Tramaglino, che potrà consolarsi con ciò che resta tanto - come dicono a Milano - "na lavada e na sugada la par nanca duperada"; una lavata e torna come nuova !»
Ecco che, il vigliacchetto nostro, scatta sull'attenti, batte i tacchi e untuosamente risponde:
- «Obbedisco !»
Quel budino tenuto assieme dalla tonaca era un vile, che indossò l'abito come si sceglie un lavoro qualunque, bastante a garantire di che campare.
Dalle mie parti si usa dire che un tipo così ha "il cagotto" ovvero, se la fa sotto.
Ora, quando si parla del singolo, nessuno può puntare l'indice verso chicchessia, a meno di aver modo di dimostrare che il coraggio fa parte del bagaglio di cui ci ha dotato madre natura, altrimenti... "non se lo può certo inventare".
Destino vuole che costoro sono quelli del "Meglio tirare a campare che tirare le cuoia", che può lo stesso essere una delle tante strategie messe in atto dall'evoluzione per salvaguardare una specie dall'estinzione.
Difficile che qualcuno si prenda la briga di fermarsi, per schiacciare simili formiche, quando esiste sempre di meglio da fare.
Ecco la logica di chi conosce il finale, ma cerca di allontanare il momento in cui sarà divorato dal coccodrillo, fino a che può lasciare il posto ad altri, in modo che lo siano per lui.
Diverso il ragionamento quando si parla della società, di un rapporto di forze ed equilibri tra popoli e civiltà, quando il rispetto o il disprezzo si misura e calza come l'abito: su tutto il corpo.
Il Beppe Fontana può essere un ammasso di tremarella, ma l'Italia, l'Europa, no !
Io rappresento l'eccezione, ma il paese, la regola.
Io sono sacrificabile: il mio mondo di relazioni, affetti, di cultura, l'eredità dei miei padri, che tanto è costato, no.
Assolutamente, anzi, assolutisticamente NO !!
Ma, dei panni di don Abbondio, si veste oggi, come la madre Eurabia, pure l'italiota sponda.
"Giochi a Pescara" una specie di Olimpiade formato mediterraneo "anche l'Italia esclude Israele; Jeux méditerranéens: per ragioni politiche e per la minaccia del boicottaggio dei Paesi musulmani, Israele non può partecipare a questa manifestazione sportiva".
Ragioni politiche...minaccia del boicottaggio...parliamoci chiaro: se noi abbiamo bisogno dei paesi arabi, pure quelli di noi, che altrimenti con il petrolio ci possono fare i gargarismi o usarlo per l'igiene intima !
Abbiamo paura delle bombe, e quelli - i dinosauri di Allah dalle menti beduine - lo sanno.
- «Avanti, addosso all'Occidente, che c'ha il cagotto !»
Dice bene l'ambasciatore israeliano a Roma Gideon Meir:
- «Persino nello sport gli estremisti del mondo arabo rifiutano la coesistenza e la collaborazione, anche a costo di escludere i loro fratelli palestinesi».
Neppure a pensare di trovare quel poco che avvicina, privilegiando il tanto che allontana.
Mi ripeto: al mondo arabo Binladensis non frega un cazzo dei palestinesi: ogni pretesto è buono per portare avanti i loro sogni di gloria, l'istinto predatorio e rapace di ladroni del deserto che trovano meglio sgraffignare ad altri che faticare del proprio.
Ecco chi sono i veri razzisti, gli xenofobi, che offendono la nostra sensibilità, rompicoglioni e pomposi palloni gonfiati, che vogliono un mondo a loro immagine e somiglianza, di poter suonare l'organetto mentre noi si balla al ritmo di quella musica.
Il comitato organizzatore di Pescara 2009 glissa:
- «Avevamo pensato ad una partita amichevole tra Israele e palestinesi, ma la proposta è stata accolta nel gelo e accantonata».
Cretinetti !
Sarebbe stata la prova del nove, la conferma o lo sputtanamento, il definire chi sta con chi e tracciare i profili degli amici e la sagoma dei nemici, da usare nel poligono di tiro.
- «Ormai è dato per scontato che Israele non ci può essere e nessuno parer lo considera un torto [...] un atto vergognoso e inaccettabile di discriminazione, che oltretutto dura da anni nell'acquiescenza generale».
Aveva ragione don Abbondio che "se uno il coraggio non ce l'ha non se lo può certo inventare".
Noi, scimmie, ad imitare altri bingo-bongo, di cui leggo:
"Un attore come Di Caprio si fidanza con una 'puttanella ebrea', cioè Bar Rafaeli (così definita sul blog della tv Al Arabya, riferito dal Corriere): lo si boicotta ! Chi va a letto con un'israeliana non merita i sogni delle adolescenti egiziane";
figuriamoci poi l'idea di un Di Caprio convertito all'ebraismo: apriti cielo che, come per il Cristianesimo, è concepito come surrogato, sottoprodotto, religione da e per subumani, cani, scimmie e porci !
e ancora, a dimostrare la pesca nel torbido, andando al fondo delle cose...anzi, del cagotto:
"Una tennista israeliana conquista il diritto di giocare al torneo di Dubai: non le si dà il visto".
Bombe e stragi dappertutto, carnai, budella e frattaglie d'innocenti tappezzano il mondo intero, che tanto il dio di Bin Laden è padrone e non padre e il servo, lo schiavo, differentemente da un figlio, è polpetta di macellazione;
e la polpetta, si sa, si fa appunto con gli avanzi.
E poi, non è forse tipico del nostro mondo decadente l'avere ed essere ventre molle...da cagotto ?!
Io, secondo me...25.02.2009
mercoledì 25 febbraio 2009
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