martedì 28 luglio 2009

Tett and the city

I "Carletti" sì che ci sapevano fare, e ben sono a farmi prestare l'arte loro nel presentare quanto di mio è ben più misero, a confronto di quelli.
"Ste regazzette co' tutto defòra,
zinne, chiappe, bellicoli e panzette [...]
Quanno ch'uno de loro s'innamora / Sceje tra tutte quante 'ste sciacquette / Sempre quella che cià un ber par de tette / Nun cià importanza che sii bionna o mora".
Certo che se ne intendeva, er sor Carlo Alberto Salustri, altrimenti conosciuto come Trilussa, romano de Roma, che già ai tempi suoi era più quel che stava "defòra" che nel contenitore suo, già nello straripar di tette, chiappe e pancette.
Giusto a saper quanto, dal villano al signore, piace sta merce, ecco far rimbalzo un altro dialettal poeta: Porta, Carlo pure lui, che al sedere dedicò pure un Inno.
"Sura Caterinin, tra i bej cossett / Che la gh'ha intorna e che ghe fan onor / Gh'è quell para de ciapp e quij dò tett / Ch'hin degn de guarnì on lett de imperator. / Oh che tett! Oh che ciapp plusquam perfett!"
...tra le tante cose che c'ha attorno ci sono quel paio di chiappette e due tette, degne di decorare il letto di un imperatore.
Straripano i fiumi e pure i torrenti, quando i corsi sono stretti, non si vuole che valga pure per i corsetti e le mutandine?
"Tutti ala mare, tutti al mare, a mostrar le chiappe chiare...", cantava negli anni settanta la Gabriella Ferri;
Niente di più facile allo sguardo quando ormai, al castigato mutandino, generose procacità preferiscono un misero cordino, poco più largo di una stringa da scarpe.
Oggi più di una venere emerge dalla spuma del mare e il silicone fa galleggiare meglio del salvagente: neppure i dromedari c'hanno gobbe così bene imbottite, che sulla cima viene voglia di piantarci una bandiera!
Promontori e respingenti ormai costellano l'orizzonte visivo, dalle spiagge ai cartelloni pubblicitari fino al televisore, che è l'unico ormai ad essere piatto naturale tanto è vero che, alla fortunata serie televisiva "Sex and the city", dovrebbe seguire "Tett and the city".
Anche la nonna ormai, detta in dialetto meneghino, "la scorlìss i tett", scuote i seni e la senti dire:
- «Pover tett, nèe ! Te sentet com'hin froll?», povere tette, come sono molli;
e pensa di approfittare dal gommista, a far pompare quelle assieme alle gomme dell'auto, che la pensione non basta per il chirurgo plastico.
Come a distillare la grappa, via la testa via la coda rimane solo il cuore: via il frollo e l'eccedenza, rimane il giusto lustrar d'occhi, che ormai le poppe al vento sono normalità e non l'eccezione.
Beh...quasi.
"Madonna di Campiglio, 28 luglio 2009: Una mamma che stava allattando la propria figlia è stata invitata a nascondersi".
Pensavo che solo i talebani arrivassero a tanto, a voler snaturare qualcosa di così tenero, a svilire l'atto più normale della maternità: l'allattare, il nutrire la propria creatura.
- «Qualche cliente si è lamentato» - ha spiegato il direttore dell'albergo «e dunque è pregata di allattare fuori dalla sala ristorante».
La mamma della piccola Bianca ha tenuto a precisare:
- «Ero solita allattare in camera, prima di scendere al ristorante [...] è capitato che la bimba si mettesse a piangere: l'ho presa in braccio e, con discrezione, l'ho allattata per pochi minuti al seno; si è addormentata, l'ho rimessa nella carrozzina.»
Dov'è lo scandalo, la sconvenienza o il fastidio;
dove sta la sgradevolezza nel vedere un capezzolo, che offre il pasto alla necessità di un cucciolo d'uomo?
- «Ci sono state proteste, noi dobbiamo ascoltare le ragioni di tutti i clienti. In fondo, abbiamo semplicemente chiesto alla signora Rossini di spostarsi con la piccola in una saletta, a lato del ristorante», rispondono.
Alla prossima vedremo le mamme allattare con indosso il Burqa, perché beghine e baciapile ancora vivono tra noi, a caccia del malefizio, svezzate dalla lettura de "Il martello delle streghe", il "Malleus Maleficarum", trattato di stregoneria tanto amato dai principi del rogo, gli inquisitori del 1500.
Sicuramente questi ipocriti figuri viaggiano con le taniche di benzina in macchina: non per riempire il serbatoio, ma da gettare sulla catasta di legna, dove bruciare impudiche mamme dai seni scoperti!


Io, secondo me...28.07.2009

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