venerdì 15 aprile 2011

Amici miei

"Ebrei razza maledetta!".

L’hanno impiccato.

Non quelli, gli ebrei, i “topi di fogna”, i “maledetti”, quelli che “dovevano scomparire”, secondo l’amor Vittorio;
l’hanno conciato per le feste, l’Arrigoni: tanto di cravatta, con il nodo all’ultimo grido, quello scorsoio!
Giusto il tempo di abbrancarlo, dargli una manica di botte ed estirpargli il fiato dalla carcassa;
neppure a rispettare la scadenza dell’ultimatum, per vedere se le condizioni per la sua liberazione sarebbero state soddisfatte o no.
Rapito nella Striscia di Gaza da un gruppo islamico salafita, la “Brigata Mohammed Bin Moslama”, ecco la proposta al governo di Hamas di liberare i compagni detenuti: questi per quello.
Ma non ce l’hanno fatta, a resistere alla tentazione, all’istinto d’accoppare, che si portano dentro, nei cromosomi.
Hamas non ce la fa a rimanere senza fare a botte con qualcuno: quando non con i dirimpettai - i “topi di fogna”, i “maledetti”, quelli che “dovevano scomparire” - si spararono in famiglia - parenti serpenti, come con quelli di Al Fatah;
oggi, continuando con i pruriti tipici dei “Cercarogna”, sono ai ferri corti con altri “fratelli”: la corrente armata dei Salafiti, piccoli ma fastidiosi, ideologicamente vicini all’Al Qaeda di Bin Laden, di cui vorrebbero fosse imitata la più sanguinosa violenza.
Per loro, che riconoscono solo l’obbedienza e la lealtà assoluta dovute a Dio, all’islam e ai musulmani, Hamas è troppo morbida, oltre che complice di regimi stranieri e sciiti - Iran e Siria - considerati eretici perchè non sono sunniti. I Salafiti vogliono la fondazione di un Emirato islamico; Hamas no.
Antiche e mai sopite beghe...di campanile.
Ma quando c’è l’odio nei cuori, ogni pretesto è buono, per scannarsi a vicenda e in famiglia.
L’Arrigoni ha fatto la parte di quello che sta tra l’incudine e il martello.
Unica foto ricordo che rimane di lui, è quella dove una mano lo tiene per i capelli, gli occhi bendati e la faccia pesta e lacera, di un bel colorito rosso, tipo “bistecca al sangue”.

La fine del Vittorio, inviato del manifesto, attivista e cooperante, innamorato della causa di quegli attaccabrighe dove, tra i due litiganti, non è stato quel che gode.

Povero Vito: impegnato a diffondere propaganda contro Israele, si è speso a sputarci contro, ad inventarsi un nemico che non c’era, a cercare il diavolo davanti quando invece ci stava seduto sopra.
Per la sua innamorata ha mentito, ha inanellato collane di bugie e menzogne, finto, spergiurato, tanto da farsi l’ennesima canna, come ai tempi dei sogni d’infanzia, quando delirava del bel “Sol dell’avvenire”, quello che non tramontò, perché neppure ebbe a nascere, a vedere...la luce.
L’oppio dei popoli lo aveva in casa, e se ne fece, di spipazzamenti.
Alla fine ha cambiato il pusher, ma sempre di schifezza si è riempito, tanto da tirar le cuoia.
Pacifista alla “L’unico ebreo buono è quello morto”, ha trovato altri “pacifisti” di pari stampo.
Ora la pace con Israele l’ha raggiunta: la migliore, la più lunga, quella eterna.
I topi che l’hanno segato, erano quelli della fogna di famiglia;
la “razza maledetta” non gli ha torto un capello: la sua, invece, gli ha attorcigliato il collo.
quelli che “dovevano scomparire” non lo avevano neppure ca...considerato: i suoi, invece si, che l’hanno “scomparito”.
Mazziato e cornuto;
e che si aspettava, da criminali, torturatori e macellai, che ancora hanno tra le mani il povero Gilad Shalit, prigioniero da 5 anni, dove il Vittorio brillò in sarcasmo e sadica goduria, scrivendo:
"Mi riferiscono che i telegiornali nazionali in questi giorni intasano l’etere illuminando i riflettori sulla vicenda del soldato Gilad Shalit, unico prigioniero israeliano nelle mani dei palestinesi, prigioniero di guerra".

Sia chiaro: il Vito non è un martire, ma un povero estremista che aveva fatto dell’odio scopo di vita.
Gli amici l’hanno fregato, avendone fatto scopo di morte.

Bello scherzo gli hanno tirato i compagni di merende.

Il bel Vittorio ci avrebbe potuto girare un film, rubando il titolo al compianto regista Mario Monicelli.

Amici miei.


Io, secondo me...15.04.2011