Sarò volgare;
certamente grezzo e “Tajà cunt'ul fulciott”, sgrossato con il falcetto: certamente incazzato nero.
“Se tucc i gran andassen in grané, anca i cujun in bòn de fà la Regiùra”.
Se tutti i chicchi di grano finissero nel granaio, anche i coglioni saprebbero fare la Regiùra.
Ma i nostri, di chicchi, se ne sfuggono, nel conteggio di abili “distrattori di conti”, maneggioni, corrotti, ladri ed evasori, inetti e incapaci amministratori e vario porcellame da operetta.
La “battaglia del grano”, l’Italia l’ha persa, perché ci siamo affidati ai “Super Mario Bross”, ma quelli di casa Nintendo, dei giochini virtuali, che la vita della gente l’hanno vista su banchi del simulatore;
usi alla quadratura del cerchio da dietro una scrivania, maestri di teoria, alla prova del nove, quando alla lingua bisogna far seguire i fatti, a “fa andà i manitt”, muovere le mani, mettere in pratica le seghe mentali, ecco: qui casca l’asino!
Dietro le quinte, a far i “Consigliori”, ora davanti, da comparse ad attori, per continuare l’opera loro: serpenti sibillini, ora sono a schiacciare di persona quei bottoni del comando, che prima erano a suggerire quali essere da pigiare, per una classe asinina di politicanti, totalmente avulsi dalla vita reale, abitatori di torri d’avorio, rimasta ora afona di raglio, mancando il bersaglio che nascondeva il nulla d’idee e progetti.
Solo carne all’ingrasso, a cui basta costanza di foraggio, anche in tempi di vacche magre.
La “Giocosa macchina da guerra”, spalator di merda, rimasta senza nulla da sporcare, ora gira a vuoto, incapace di riprendersi dallo scoprirsi orfana di capri espiatori, su cui scaricare propria ideologia, pure cassata dalla Storia e dal crollo murale che ne nascondeva vergogne e bassa macelleria;
è bruciato il pollaio, intanto che i galli s’azzuffavano.
Giornali che avrebbero dovuto fare informazione seria e giornalismo d’assalto, erano a rubare mestiere a quelli dedicati al pettegolezzo;
giudici falcemartelluti, marchiati a natica, eccoli, servitor cortesi, badilare fango davanti ai ventilatori: merce senza valore penale, ma solo da sputtanamento.
Mignotteria.
Zoccolaggine.
Il “Sistema Escort” ha portato solo soldi a qualche baldracca, ben conscia di sedere sulla sua fortuna dove, chi le ha “affittate”, c’ha messo di suo;
diversamente dai “Sistemi Sesto”, sparsi certamente a stampino sul paese e meccanismo ben oliato, dove la cresta vien fatta su soldi nostri, dell’intero popolo delle formiche operaie.
Se l’Italia s’è trovata in braghe di tela, certo non per le mutandine di qualche sgualdrinella a vendere merce sua al mercato, ma per festaioli di salamelle, dove l’Unità l’hanno vista solo nel cambiare spiccioli in banconote.
Ben consci d’averla fatta grossa, ora hanno messo quel che sperano siano “teste di legno”, a sporcarsi per loro e ricevere gli strali di un popolo attaccato da piattole, dissanguato e allo stremo;
certo nella speranza di tornare poi, con verginità rifatta e magari con l’aureola di salvatori della patria.
C’hanno rubato tutto: reso inutile quanto fatto in passato, taglieggiato sul presente ed ipotecato il futuro, usandoci da tappo intestinale per i giovani, che si troveranno a dover fare guerra tra poveri;
i propri padri ad “okkupare” un posto di lavoro che si spera, come quello dell’ospizio, si liberi per cessate funzioni vitali del soggeto, costretto alla macina sino alla fine dei tempi e la “Pension impossible”.
Come la carota legata alla canna da pesca, davanti al somarello che traina e se la vede dondolare davanti, per mai poterla raggiungere, muovendosi quella con lui.
Dalla culla alla tomba: diretti come il Pendolino o il Frecciarossa, senza fermata alle stazioni intermedie, per fottere il vecchietto e tenersi le palanche.
Quelli che hanno messo, a fare da Killer, sono come i centurioni che spezzavano le gambe agli inchiodati in croce, per farli crepare prima;
Dopo il trattamento che ci faranno, neppure Gesù riuscirà a resuscitare il morto che ne rimarrà.
Per la ripresa e la crescita, si dovrebbe avere ancora sangue, ma sarà svaporato, con il sudore e le lacrime.
E vorrebbero far credere che dopo saremo pronti per la maratona.
Spacciati per antidoto per tutti i mali, come i prodigiosi intrugli dei vecchi tempi, che si volevano capaci di guarire dal callo al cancro, le metastasi hanno attecchito, succhiandoci il midollo dall’osso.
Da sempre a pagare, ancora siamo obbligati a farlo: ancora “oro alla patria” abbiamo a dare.
Alla prova dei fatti, questi “Soloni” gran sacerdoti dell’arte del bauscia, alfine sono a mettere in pratica quel di sempre: affondare nella giugulare e succhiare.
Di tanto, ognuno di noi avrebbe potuto fare: non c’era bisogno di studiare per arrivare a spremere limoni e a bastonare vacche da portare alla mungitura.
A far come loro, basta aumentare il numero degli esattori.
Della pomposa boria, rimane quel che sono: barchette di carta in un mare in tempesta, i comandanti Smith del Titanic.
La vecchia “Regiùra”, che nella famiglia contadina faceva quadrare i conti, avrebbe fatto meglio dell’armata Brancaleone del Marietto Monti.
E certo, non mancandole ingegno, sicuro avrebbe tirato fuori qualche coniglio dal cappello.
Marietto invece ha subito impiantato la “Corte dei miracoli”, il suo governo di banchieri e di tecnocrati, dove il conflitto d’interessi è raro come il raffreddore d’inverno.
Al volpone, gli hanno regalato le chiavi del pollaio, e lui ha chiamato i gatti, per non lasciare neppure frattaglie.
Ora ci ha offerto in multiproprietà ai “compagni di merende” e all’indotto dei banchieri: Goldman Sachs, Commissione Trilaterale, Gruppo Bilderger e Moody’s - di cui è tentacolo - come acutamente ci notare Magdi Cristiano Allam, nel suo amaro ma, purtroppo, nudo e crudo editoriale.
E il buon Cristiano continua nell’elenco, che si farebbe prima a dire dove il Mariettomonti non figura, nel libro paga o in aree d’influenza.
A spizzichi e...Bocconi, la sintesi del Supermario è racchiusa in un proverbio calabrese:
«Esti facili fari u frosciu cù culu ill'autri», è facile fare il frocio con il culo degli altri!
E la cosa - come la casa - brucia.
Io, secondo me...19.12.2011
lunedì 19 dicembre 2011
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