giovedì 22 dicembre 2011

Mangiatoia di Natale

Ma 'ndò cazzo sono annati??

Forse che a starci troppo con il culo attaccato, il cadreghino scottava?

Certo, bisogna capirli: con i tempi che corrono, un lavoro solo non basta e quindi tanti saranno a poggiar deretano su seconda poltrona - e stipendio - che si sono ritagliati a misura: il doppio incarico è toccasana, per nulla incompatibile e non storno d’energie e attenzioni su quel che priorità dovrebbe avere.
Probabilmente di tempo ne hanno se, oltre a sudare le sette camicie di sfiancante mestiere di “Onorevole” in Senato, avanza qualcosa per tenere la fascia di Sindaco di uno dei tanti comunelli d’Italia.
Giusto per arrotondare quei miserabili dieci, quindicimila o più eurini al mese di stipendio.
Insomma: c’è la crisi e anche loro tengono fame e famiglia!

Fatto salvo questi però, che per non andare di magro saranno a fare le belle statuine alla sagra della patata o del cetriolo, i rimanenti, che tirano a campare con il miserabile salario di solitaria “bustarella”, oltre alla normale sosta al caffè o al gabinetto - quello orinale, non orale, di guerra o di consulta - dov’erano imboscati?

Noi, comuni e sacrificabili mortali, ridotti alla canna del gas, eravamo ad aspettarli, per conoscere di che morte si dovrà morire.
Nel giorno del voto di fiducia sulla manovra del salvatore della Patria, del “Mariettomonti”, la seduta è stata sospesa già nelle prime battute, per latitanza e avarizia numerica di maggioranza, necessaria a confermare tagli e taglieggiamenti al popol bue.
Mancanza di numero legale.
Fortuna che, alla ripresa, il richiamo della stalla ha riportato i transumanti alla pastoia.

L’unica certezza è che non erano al ristorante di Palazzo Madama: parte di cuochi e camerieri sono stati messi in cassa integrazione, dopo che i nostri “Panzutos” si sono incazzati;
hanno subito l’onta dell’aumento del companatico: bisteccone di manzo, spigola al forno e carpaccino di filetto, dal prezzo di un paninazzo al McDonald's è passato a costi più allineati con tempi e mercati.
Avendo paura di intaccare la scarsa pecunia stipendiale, i più ne hanno fatto materia d’affronto, con tanto di guanto di sfida e rappresaglia.
Qualcuno passerà, con moglie e figli e grazie ai nostri spilorci dal braccino corto, feste amare: gallette e fiele nel piatto, grazie a questi parassiti;
ma sono solo insetti fastidiosi, moschini, zanzare o formichine che neppure avverti di schiacciare.

Dovevano fare attenzione e portare doveroso rispetto alla razza “eletta”;
keep out...alla larga: chi li tocca muore!
E se qualcuno osasse chiedere perché, di tanto, sarebbero a rispondere con le parole del grande "Albertone" Sordi, ne”Il Marchese del Grillo”.
A chi chiedeva perché, in una retata in bisca, tutti fossero arrestati tranne lui, risposta al fulmicotone:

«Mi dispiace, ma io sò io, e voi nun siete un cazzo!»

Dalle stelle alle stalle: ecco il succo del discorso che, dalle torri d’avorio arriva ai terricoli vermi.

Nel momento in cui noi “sottoclassi”, come quaglie liberate nella stagione di caccia, nella riserva, aspettiamo le schioppettate, ogni categoria all’apice della casta, dai magistrati alla cricca della Regione Sicilia, tenta la “fuitina”, la fuga con il malloppo.
Inteso come uscita anticipata, con annesso pensioncina d’oro, grasso vitalizio da consumare nel fulgore della “giovin età”, differentemente dal resto degli straccioni popolani, che - se ci arriveranno - saranno subito a monetizzare il poco per la bara e un fazzoletto di terra al Camposanto.
Nel mentre, ci si attrezza per rimandare alle calende - speriamo, non vicende - greche ogni tentativo di sfoltire abbondante chioma salariale di tanta aristocratica nobiltà.
Il tempo lo lasceranno, a permettere che siano solo le sardine a restare nella rete, invece che il pesce pregiato.
La massa delle pecore da scorticare darà già lana in abbondanza, senza danneggiare la pellaccia che sta sotto; soprattutto, senza bisogno di intaccare la sensibile squama dei rosei e delicati culetti degli “scaldapoltrona”.
Cane non mangia cane.

Quelli che ora sono al posto del manovratore, ben consci sono di metterci la faccia per pigliare sputi ed insulti, per poi tornare a far funzionare le cose nel mondo della perfezione, dove tutto funziona: dietro le scrivanie, dove le teorie galleggiano senza mai affondare.
Poco male: anche le loro greppie avranno buona fienagione e nessuno di loro conoscerà pascoli di vacche magre.

Di nuovo saranno i dino e burosauri a ripopolare la terra, a confermare che “Tutto cambia affinché nulla cambi”.
Sono come le presine di silicone, per permettere a chi cucina la nostra sbobba di maneggiare roba che scotta senza bruciarsi e lasciare ad altri compito di scodellare il rospo, quello che rimarrà in gola, a strozzo.

Grazie alla “Cura Auschwitz”, dicono, la ripresa seguirà.
I peccati ci saranno rimessi e ne avremo condono...tombale.

Populismo e qualunquismo saranno detti causa i borbottii delle nostre pance vuote, le proteste, le grida di dolore prodotte dal basso ventre e proveranno compassione per l’ignoranza da campagnolo, che produce sgarbata ingratitudine verso chi si è sempre sacrificato per noi e si è fatto un culo grande così.

Poggiato sui soffici cuscini d’avvolgenti scranni, con ciotola sempre piena e raffinato beverone...a donne e Champagne, mica seghe e gazzosa.

Guardo il vicinato e m’imbufalisco sempre più: La Spagna, partita male come noi, ora gongola.
Ha collocato facilmente i suoi titoli, diminuendo drasticamente l’interesse sugli stessi e trovato affidabilità sui mercati semplicemente tagliando le spese, senza massacrare la sua gente, senza applicare sanguisughe per gravosi salassi.

«Yes I cut» dice l’Ispanico Mariano Rajoy, con sale in zucca;

«Yes, I tax» risponde il SuperMario, l'italiota, mettendo sale sul filetto al pepe...verde, come le saccocce degli italiani!

Al Mariano è bastata la scoperta dell’acqua calda e l’aspirina, per la cura.

Marietto, vampitretto nostro, spera in Gesù, per il miracolo su Lazzaro.


Io, secondo me...22.12.2011

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