mercoledì 2 maggio 2012

Taglia e scuci



«Cusèèèè? Vialter sì matt!!»

Giuro, mi è scappata, l’esclamazione di meraviglia e il dar del matto al cartellino del prezzo.
Ai due ragazzi dietro al bancone - figurini e ben figuranti, abitino scuro e cravattina su immacolata camicia bianca - scappa un sorriso divertito.

«Scusi signore: ma… lei cosa cerca?»

E già, la domanda sorge spontanea, quando davanti uno in tenuta da sgambata festiva: giubbino vissuto, jeans ormai impalliditi dall’uso e abuso, scarpette da ginnastica logorate dal tanto viaggiare e impolverate dall’ultima e fresca camminata;
il tutto a incorniciare una faccia sudata su un viso stupito, con gli occhi a palla e il labro inferiore ancora pendolante, la bocca spalancata in una “O” perfetta.

Da sempre combatto contro uno dei miei limiti e di un ormai radicato abitudinario bestiario: quel che vesto porto a consumazione, a spirare dopo lunga agonia e penoso accanimento terapeutico, a cercare comunque medicina su paziente terminale.
Così quel giorno, per la cintura.

«Ti prego, lasciami morire… stacca la fibbia» mi diceva, ormai ridotta a un filo, prossimo allo spezzarsi.

Impietosito, rassegnato, l’ho accompagnata, negli spasmi, nella contorsione finale, nell’ultimo allungo, prima di seppellirla nel cassonetto.
Con un ultimo sprazzo di magone e nostalgia, ne ho abbandonato ricordo e filiforme salma: riconoscente del tanto e ben servire, con rimorso per troppo aver preteso dalla poverella, nel tirarla allo stremo.
Anche lei, una delle tante vittime di Monti, dei tanti spezzati per il troppo tendere la corda del Marietto, che la mia sfortunata cintura alfine ha ceduto… in vita.

Grandi Magazzini… Rinascente di Milano, in fianco al Duomo.
L’entrata è spettacolare: piano terra, reparto profumi;
passaggio obbligato, ma “il naufragar m'è dolce in questo mare… ”: tante sirene che cantano e ammaliano, mentre rincorrono i clienti con le boccettine.

«Prego, signori e signore… sentano, annusino la fragranza, gli effluvi, l’incanto del prodotto!»

Avvenenti e virili amazzoni si contendono la fauna, attanagliano e catturano i polsi e danno di pompetta, con la stessa generosità di quelli che disinfestano le piante.

Spruzzz… spruzzzz… spruzzzz…

I più, attorno a me, superano quello sbarramento uscendone con aureole di nebula olezzante;
io, con il sospetto che la tipa, visto e catalogato il soggetto, mi abbia innaffiato con il “Raid mosche e scarafaggi”!

Snifff… sniff… sniffff… se mi beccano quelli dell’Ufficio Igiene non la passo liscia; anzi, non passo proprio!

Riesco a guadagnare il famoso “Piano uomo”, quello che “Non deve chiedere mai”, perché il mondo è ai suoi piedi.
Sbagliato reparto.
MI guardo attorno, dopo avere appoggiato con riverenza quella cintura da 180 euro che, per il mio portafoglio, immagino e vedo come il cappio del patibolo.

«Io cerco qualcosa che tenga su i pantaloni» rispondo al “gatto e la volpe”, quasi pentendomi e aspettando che mi passino lo spago con cui di solito si chiude il pacco destinato ai poveri.

«Sono nuovo del posto. Mi sapete indicare, se o dove esiste, un reparto, più che “For man”, per “Poor man”?»

 I due sembrano ben addestrati all’emergenza, a gestire e rispondere all’imprevisto, alle “invasioni di campo”.

«Guardi: in fondo, nell’angolo, c’è un corridoio di raccordo: oltre, si troverà nell’ambiente giusto per lei e i suoi bisogni.»

‘azzarola… la classe non è acqua, anche quando vorrebbero usare il Flit contro gli insetti fastidiosi!

Instradato e incasellato nel mio, faccio inventario della graduale trasformazione di “Location”;
ussignùr, nulla di traumatico: più che accogliente e a misura, ma cambio di “sbarlusc”, altro modo e mondo che “sbarluccica”, come detto in dialetto milanese.
Gli “effetti speciali”, le fantasmagorie, la scena, la pompa e gli orpelli seguono quelle dei portafogli, dove quelli come me hanno una lampadina di poche candele, seppure di classe “QB”… quanto basta.

“Al fine della fera”, al termine del “peripeziare”, me ne esco con due cinture, due camicie e un pantalone “orlo gratis con tessera Rinascente”.
Male che vada, le cinture, alla bisogna, me le firmo da me, tanto il tarocco è di moda.

Per creanza, ripasso con i miei pacchetti nella “zona sciuri“, a salutare il gatto e la volpe.

«Vedo che il signore ha trovato quel che cercava» sorride il gatto.
«Siamo contenti di averla ben consigliata» gli fa eco la volpe.

Li guardo e ricambio il sorriso: alla fine capisco che nel loro dire non c’è ironia.
Sono due giovani che hanno e sanno aver fortuna di lavorare;
complici, perché anche loro, tolto l’abito di scena, ci passano, in quel raccordo di corridoio, che porta “all’altro mondo”, dove le luci “sbarluccicano meno”, dove respira e vive il quotidiano e la quotidianità.

Quel mondo sconosciuto ai nostri politici e ai “tecnici fighetti”, racchiusi in torri d’avorio, lontani dalle “impurità” della vita “normale”, in bolle asettiche, nutriti dalla teoria del virtuale, dove il reale è gioco da Play Station, con omini che muoiono, ma riprendono vita al tasto “Start” e il mondo rinasce con “New game” e, male che finisca, la buonanotte arriva con uno speranzoso “Ritenta, sarai più fortunato”.

Quaggiù - dove sono io e i più - chi ha, spera di mantenere;
chi no, non avrà neppure bisogno della cintura.
Le mutande stanno su da sole… fino a che le lasciano!
Poi, si passerà da “Nudi alla meta” al gemellaggio “Uomini e topi”.

Il vecchio che avanza, i promossi “Tecnici”, prima eminenze grigie, ora esattori, sono a lavorare in uno scenario frutto del loro, quando suggeritori: prima comparse, oggi attori.

Sulle macerie del loro insegnato, sono a dover passare oltre le scrivanie, a fare di teoria pratica.
A dimostrare di non essere né “Super” né diversi, nell’applicare le scoperte dell’acqua calda, quando a ricalcare orme del gestire di chi li precedette: tagli e tasse!
Quando si passa al castrato, al “Cresci”, segue solo “taglia”, non “Italia”.

Hanno aumentato le imposte per meravigliarsi poi che sono diminuiti i consumi e l’offerta offre ciccia a chi a malapena si può permettere l’osso; imprenditori si scoprono ad avere più da produrre che chi a rosicare; sette su dieci del ricavato se lo pappano le termiti e solo tre resta, a tenere in piedi la baracca.
Un altro genio sposta il paletto delle pensioni e si “dimentica” degli "Esodati", quelli che hanno anticipato l’uscita del lavoro, dopo una trattativa comunque favorevole a tutti, salvo poi trovarsi ora alla fame, che i termini avanzati li condannano a "Fam Fum e Frec", fame, vita in fumo e freddo.
Questo, mentre i nostri all’ingrasso, poco “Onorevoli”, si sono assicurati il periodo di legislatura giustamente scedenziato,  a garantire quel tanto di lucrose prebende.
Niente e nessuno di questi parassiti ha visto - e vuole - intaccato niente del grasso pastone.
Gemelli dei tecnici bocconiani, dopo mesi di cazzeggi mentali, hanno belluinamente e sfrontatamente fatto atto di resa:
“Non siamo in grado di far media degli appannaggi di pari europei, per riallineare, stabilizzare e livellare i compensi dei nostri politicanti a livello della comunità”.
Più facile è stato però usare la scure, per affettare lombi del popol bue.

Incapaci, inetti, ignoranti, mangiapane a tradimento, untuosi lacchè!

Giusto per far capire il sistema a spanne montiniano: aumentato le accise sulla benzina, che è schizzata alle stelle, ora sono a raccoglierne… ‘na beata fava!
Con calcolo fesso, avevano messo a ruolo guadagno lasciando invariato il consumo… che è diminuito, come c’era da aspettarsi, anche da calcolo della serva.
Morale della favola: l’indice di entrate è cambiato al medio… vigorosamente in erezione su pugno chiuso!

Ora hanno messo a paga altri “Supertecnici”, che dovrebbero esser cesoia per sprechi.
Monti, invece di far subito evirazione di sperperi, per calibrare sulle entrate le tasse, partì dal fondo.
Ma forse già sapeva - o era intesa sottobanco - il non toccarli, dove rappresentanza e ingrasso di privilegi e paraculati.

Mille fecero l’Italia; poco meno basteranno a smontarla!

La cinghia per impiccarsi… 180 euro?

«Cusèèèè? Vialter sì matt!!»… siete matti!!!

Pure per questo ci tocca aspettare: di morire per fame, che anche il suicidio costa troppo!

Io, secondo me... 02.05.2012

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