martedì 5 maggio 2009

Milanhamas

La cosa se n'è uscita come quei piccoli peti traditori, che scappano contro volontà, ma se n'avverte presenza dall'odore e dal fatto che tutti si guardano in faccia, l'uno l'altro, a voler trasmettere il messaggio:
"Che schifo! Guarda però che io non centro niente...non è farina del mio sacco".
Una di queste puzzette c'è scappata al Comune di Milano, il sabato di maggio, nel secondo giorno dell'anno del Signore 2009: l'evaporato, e non di violetta, s'è distribuito in tutto il Palalido.
Fortuna ha voluto che la più parte della gente meneghina fosse in altre cose affaccendata, sparpagliata per l'intera penisola, ad approfittare di un ponte festaiolo e giornate di sole da sogno.
Hanno sporcato in casa, ma almeno c'è stato risparmiato l'aver visto tanto scempio, come quando migliaia di "cul in aria" avevano invaso il cortile del Duomo, sotto gli occhi della Madonnina, ad usare lo spazio come tappeto di preghiera, infischiandosene di essere in casa d'altri; anzi: addirittura usando ed abusando con prepotenza dell'altrui dabbenaggine, ad aver allungato mano senza proteggere il braccio.
Questo nostro paese - l'Eurabia, come proiezione - è usato come latrina, che tanto un popolo senza Dio è come un allevamento di maiali, da ingrassare per il mattatoio.
Appunto allora, il congresso dei macellai: la gente di Hamas, i leccaculo di contorno e il verbo del loro pappagallo, Ismail Haniyeth, trasmesso in videomessaggio, ad uso e consumo d'apprendisti e garzoni di bottega, pronti a "rubare il mestiere".
Gli è stato fatto dono di mangiatoia e abbeveratoio: galline che offrono del loro, a volpi e faine.
L'antipasto, per preparare lo stomaco.
Perché, alla fine, anche un bel caffè con un gotto di grappa?
Si chiama "ammazzacaffè" proprio perché, con l'acquavite cambia sapore.
Come l'ammazzacristiano, pratica ormai ben collaudata in tutto il mondo.
- «Beppe, ma che cazzo centra questo con il breve siparietto del Palalido? Non ti sembra di creare una tempesta nel bicchiere?»
Beh, deve essere lo stesso che affermò Ponzio Pilato:
- «Ahò, namo a magnà 'na sarciccia e levamoce er pensiero.»
Se ne lavò le mani e pure Roma intera che, da quel fare, iniziò a scivolare verso lo scarico.
Noi, fessacchiotti, siamo a voler credere di aver a che fare con episodi isolati, a vedere un tassello e non capire che è di un mosaico.
Quelli, a far d'ogni cacata una montagna e volo di mosche.

- «Ohè, sciori capoccioni: lo sapete d'aver dato la birreria a Hitler? I bischeri hanno ripetuto quel tanto che scritto - nero su bianco - nel loro statuto: l'unico ebreo buono è quello passato al forno! Siete andati anche voi a mangiare 'na sarsiccia, tanto per stare in tema di griglia e carbonella?»

E sono talmente cretini, i "poveri resistenti palestinesi", da sputare controvento e lasciarsi cadere l'incudine sui testicoli - dopo tanta dichiarazione d'intenti - accusando Israele di fascismo e di voler pulizia etnica e favorire l'apartheid: il bue che da del cornuto all'asino!

- «Ma sì, Beppe, non metterla giù così dura: è vero, i ragazzi sono vivaci, esuberanti, talvolta troppo fumini, ma sono giovani; dai tempo e impareranno; per ora, si stanno facendo...le ossa.»
Mi par così di sentirlo, il Mirko "Pilato" Paletti, presidente della società che ha lasciato che tutto questo accadesse.
- «Ho avuto l'autorizzazione dalla Questura e dal Prefetto; autorizzazioni e permessi erano in regola.»
Mai colpa di nessuno, che la poveretta è orfana, ma quando - raramente - qualcosa va bene, il merito ha tanti...e di una madre di larghe vedute, e non solo quelle.
Hanno consegnato sputacchiera a dei catarroici, a poter spalmare moccio in faccia al prossimo.
Della serie bizantina: teniamoci buoni tutti, che così si menano fuori dei nostri confini;
è un buon metodo di ginnastica, la pilates...Ponzio!

Bravo, Comune di Milano: hai saputo prendere la cosa di petto...o di peto?

Viva Milanhamas!


Io, secondo me...05.05.2009

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