mercoledì 20 maggio 2009

Vin Santo

- «Su, dai, non fare quella faccia scura. C'hai ragione: non è bello essere messo da parte da un giorno all'altro, dopo anni di onorato servizio. Ammettilo però: il cognome non aiuta.»
Povero Carlo: quel pallore cadaverico l'ha da un pezzo, ma l'amarezza e la tristezza negli occhi è cosa recente.
- «Pisacane. Ti rendi conto? Sembra un posto dove portare la tua bestiola a sporcare.»
Mi guarda di traverso, quasi incarognito, e gli occhi diventano due fessure minacciose.
- «Perché, Makiguchi è meglio? E se poi entri in confidenza, lo chiami pure per nome: Tsunesaburo!»
E già, non c'ha tutti i torti...«Dove studia tuo figlio?»...«Alla Makiguchi!»
Vuoi mettere, l'invidia dell'altra: «Ma va? Che figata!»
Povero Carletto, che c'ha dato il sangue per l'Italia ed ora si trova sfrattato, che i patrioti non vanno più di moda.
- «Dai, non ti crucciare, poteva andare peggio: se la Preside, la Nunzia, avesse visto i giornali con le fotografie del "biscione", non della televisione di Berlusconi, ma del Fabrizio nudo, la scuola l'avrebbe chiamata Corona. Sai, il gossip, il pettegolezzo da comare fa più...tendenza.»
Il Carletto l'è proprio incazzato.
- «La fai bella tu, che la targhetta commemorativa con scritto Beppe Fontana, al massimo te la fanno al cimitero, con te sotto!»
Non sarà fine, ma dal pugno chiuso scattano all'insù indice e mignolo, in segno di scongiuro.
Non faccio a tempo a riprendermi che - Bam! - all'angolo della via mi scontro con Salvo.
- «O mio caro e buon Gesù, scusami. Ma che ci fai in giro giù dal legno?»
Anche lui non mi pare del solito umore: è mogio mogio, giù di corda...o meglio, di croce.
- «Taci, va; non farmici pensare, che sennò divento fumino! Stavo lì appeso, bello rilassato e ti sento la Nunzia Marciano, la preside, che dice al bidello di togliermi da lì, che urto la suscettibilità dei non cristiani. In altri casi mi avevano già buttato dalla finestra, schiodato per appendere una rana o, per fare...dello spirito, fissando un cartello con scritto "Torno subito", martellato e persino infilato in un preservativo, ma all'esproprio proletario non c'erano mai arrivati!»
Abbraccio i due meschini e tento di consolarli.
- «La Nunzia dice che vuole cambiare pagina, che la maggioranza non è a favore degli indigeni, e i pochi rimasti sono a dover cantare le filastrocche in arabo e preparare il presepe con pastori in kefiah e le donne in burqa e indossare cappellini di carta che, una volta spacchettati, portano appelli al boicottaggio dei prodotti israeliani e un'immagine di Bush con la pistola alla tempia, sullo sfondo della bandiera americana in fiamme.»
La Marciano vorrebbe cancellare la storia italica come i talebani fecero con le statue del Buddha di Bamiyan, in Afghanistan.
- «Non c'è più religione!» sbotta scandalizzato il candido Pisacane.
Gesù, con le mani dietro la schiena, ha un tremito: dal pugno chiuso si staccano indice e mignolo.
Fatte le corna, spunta un diavolo, quanto povero o buono non so.
- «Siete portatori di barbarie, di fascismo e di pochezza intellettuale», farfuglia il Massimiliano Valeriani, consigliere comunale Pd «considerando la multiculturalità di Tor Pignattara e di Roma tutta».
Io, Carletto e Salvo restiamo di stucco ma, senza attendere risposta, il Max gira l'angolo e si defila, smoccolando.
Carlo sospira e si guarda il buco della palla di piombo di quando si uccise, dopo aver fallito il tentativo di fare l'Italia unita, mentre il Nazareno quelle dei chiodi; io, quello del buco nell'acqua, che abbiamo fatto, non nell'Imitazione di Cristo, ma di Don Abbondio.
I beceri cultori del sei politico sono riusciti a frantumare la famiglia; ora la scuola.
Oggi lavorano per far di macerie l'intero paese, infilando purga nella materia grigia, a far d'identità, radici e ricordo prodotto da lassativo.
- «Forza, ragazzi: beviamo per dimenticare.»
Salvatore, che di spirito abbonda, ammicca e spara la battuta:
- «Dai Beppe, versami un gotto, di quello buono...Vin Santo!»
Guardo il Maestro e mi concedo l'ultimo affondo:
- «E vada per una sorsata; ma, vi raccomando: non di rosso!»

Io, secondo me...20.05.2009

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