venerdì 3 febbraio 2012

I filosofi del menga

Iniziò” Tommasino” Padoa-Schioppa, ministro dell’economia “Ai temp del Carlo Cudega e del Toni Tegula”, ovvero, nel Giurassico preistorico, dello scomparso dinosauro:

«Mandiamo i bamboccioni fuori di casa!»

Ci riprova il “Fighetto” dell’anno, Il viceministro del Lavoro Michel Martone, collocato per forza e non per amore:

«Dobbiamo iniziare a dare nuovi messaggi culturali: dobbiamo dire ai nostri giovani che se non sei ancora laureato a 28 anni sei uno sfigato.»

La ciliegina sulla torta ce la mette Marietto, il Monti, Presidente di Consiglio per estrusione e non per acclamazione.

«I giovani si abituino all’idea di non avere più il posto fisso a vita. Che monotonia. E’ bello cambiare e accettare delle sfide.»

Uè, Supermario, guarda che per i comuni mortali il lavoro non è come salire e scendere da una giostra.
Mica moriamo di noia, come te.
In tempi di carestia, la protezione della famiglia, il prendere laurea quando il mercato ti richiede e il tenere stretto il poco che si ha, è prudenza, talvolta, sopravvivenza.

Te i e tuoi “Onorevoli” compagni di merende la fate facile, che avete utilizzato il calssico richiamo dell’“Armiamoci e partite” e le chiappe vostre atterrano sempre su cuscini, mai per terra.
E, con pancia piena e intestino regolare è comodo andar di cazzeggio.

Da qui, il “Bambosfigato” rispondere:

«È facile fare il finocchio con il didietro degli altri!»

Tommasino, Michelino e Marietto sono parte della corrente filosofica del Menga, altrimenti detta del Buco Nero, che di leggi ne comporta solo tre; succinte, volgarotte, ma di una verità disarmante:

La prima: Chi ce l’ha nel *** se lo tenga.

La seconda: Una volta preso, non ti muovere: faresti il gioco del tuo nemico.

L’ultima: quel che ne uscirà è materia malefica: non va schiacciata ma evitata, senza commentarla.

Della serie: fattene una ragione, che la vita è fatta a scale e c’è chi scende e chi sale e tu stai in cantina.

Tom (ei fu, siccome ora immobile), Micky e Mario filosofeggiano così, visto anche che il primo giace e gli altri si dan pace.
Dalle loro torri d’avorio possono ben pontificare perché, come disse il Marchese del Grillo, nel film, impersonato dal grande e compianto “Albertone" Sordi:

«Me dispiace, ma io sò io, e voi nun sete un cazzo!»

Michel & Mariotto se la possono tirare, tenendo il manico e non la lama, e sfottere, da lupi, il pecorame.
Per legge di natura.

“HOMO HOMINI LUPUS: l’uomo è lupo per l’altro uomo”.
“MORS TUA VITA MEA”: la tua morte è la mia vita”.

Bamboccioni e sfigati sono sottomessi a queste semplici e crude realtà.

Dove non è che chi sta sopra è più grande: spesso sono nani su trampoli.
Classe Schettino, inetti e vigliacchetti, ma abili intrallazzatori e ammanicati con quello giusto, che nella vita ti fa prendere l’ascensore e le scale agli altri.

Gli sfigati.

Quelli che non si trovano la casa o vacanze pagate, da oscuri "fantasmini" e benefattori; al massimo, sperare che risponda Gesù Bambino, alla letterina di Natale e magari arriva solo carbone;

quelli che non riescono a cuccarsi un bene senza scucire palanca, salvo subito passarla al pollo di turno e farci cresta su abbondante differenza;

quelli che non gli riesce, non dico il sistemino del Totocalcio, ma neppure il sistema “Sesto” o “Penati”: La Provincia di Milano spese 238 milioni di euro, pagando 8,93 euro ad azione. Solo 18 mesi prima, Gavio le aveva pagate 2,9: dunque realizza una plusvalenza di ben 176 milioni di euro.
Giocando con soldi pubblici, ecco il modo per trovare differenziale su cui far mazzetta; per sé o parrocchia d’appartenenza;

sfigati che non hanno tempo per sfogliar margherite, fare “finanza creativa”, stornare fondi dalla cassa e comprarsi con tanto, lussuose proprietà e casette.
Più che ragion di Stato, ladron di Stato, che quei denari già erano da furto legalizzato: prodotto di “rimborsi” a partitelli che, spendendo uno, ne hanno quattro di ritorno, financo da estinti.


Quelli che…
La legge del lupo, le leggi del menga: il mondo è dei furbi.

Tom, Micky e Mario e pari loro: filosofi del menga.
Dalla tana dei lupi, al basso la merda.
Donne e Champagne per loro, seghe e gazzosa per noi.

E prendono pure (Legge numero uno) per il culo… e attenti a non agitarsi, che tre rimangono le regole dello sfigato.

Quelle del menga.


Io, secondo me...02.02.2012

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