giovedì 16 febbraio 2012

Tempo di Stasi

Mala tempora currunt… tempi grami, momenti di ca…voli amari.

Come per il condannato a morte, attendiamo: siamo alla Stasi.

Nemmeno più si salva il vecchio adagio, del “Panem et circenses”, pane e giochi del circo;
talmente si sentono forti questi nuovi poteri e potenti attributi del Marietto, da togliere senza timori michetta e goduria al popolo ammonendo che ora… Ora et labora, prega e “fa andà i manitt”, ossia, tira su le maniche e olio di gomito!

Mariolo ha la freddezza di un surgelato della Findus: la testa non pensa di perderla.

“Supermario” s’identifica certamente con Clark Kent, l’imbranato e goffo personaggio che nasconde la vera identità di Superman, eroe dei fumetti;
Mario al mattino si alza con le mutande ascellari, per poi entrare nell’armadio e uscirne con la tutina da “Super”.
Oddio: al momento il Marietto invulnerabile è.
Non tanto per la durezza della cotica, ma per l’impunità di cui gode, giacché nessuno vorrebbe il suo posto nel mentre c’è da cavare patate bollenti e castagne dal fuoco.
Se proprio, si scotti lui le mani, per poi arrivare i pompieri a raccogliere a fiamma morta.

Si vorrà mica poi che chi l’ha imposto con l’esorcismo, per scacciare Satana, possa ora dire che si è scherzato e che questo ne è esatta copia nell’applicare programmi, soluzioni e cure;
che erano dannate e dannose se proposte dal Silvio, ma unguento lenitivo per le parti intime se imposto dalle mani del santo.
Una gioiosa macchina da guerra ha sacrificato servizio a chi gli ha fornito poltrona per propri culetti, al rancore verso chi è riuscito - granello di sabbia - a bloccarne ingranaggi.

Da tanto d’odio ecco distillato balsamo: il nostro supereroe incassa;
e gli italiani pure: l’uno il grano, dalla battitura dei portafogli; agli altri, la paglia.

Quanto si è perso e quanta caduta libera, solo perché nel pollaio in fiamme si litigava, per chi doveva fare il gallo e chi la gallina.
Per poi affidare custodia a un vecchio volpone.
Una cosa è sicura: i polli l’hanno fatto gli italiani.
Speriamo di mangiare il cappone… castrato di gallo, appunto.

“Al fin della fera”, finita la festa, san Mario ha fatto solo giochi a metà tra il “taglia e incolla” e di prestigio;
Abracadabra… e il sangue degli onesti si è liquefatto, meglio che quello di san Gennaro.
Il sudore si è trasformato in lacrime… Mariello è proprio un mago!

Aumenta di qua, aumenta di la, tassa questo, tassa quello e l’Italia, più che flebo s’è vista applicare salasso di sanguisughe, panacea per tutti i mali, secondo studi e medicina montignaccola.
Con alacre lavoro da becchino, ha riempito le casse, riducendo i problemi all’osso.
Vuole cambiare gli italiani, dice.
Neppure a sfiorargli l’idea, che a cambiare dovrebbero essere proprio quelli come lui e chi l’ha collocato: vecchiume giurassico, che sono proprio loro ad averci portato la canna del gas e non per riscaldarci, ma per cucinarci a fuoco e cottura lenta.
Più che bolliti, dovremmo essere noi a sentirci… stufati.

Ma non è questo il problema; o almeno, non il più drammatico.

Il pericolo deriva da tanta sicumera di questi “Super” di poter fare e disfare a piacimento, non dovendo dar conto a chi mai li ha votati e avendo ricevuto cambiale in bianco da chi invece ha ceduto la primogenitura per un piatto di lenticchie: la politica e i suoi grassi, pingui e inetti delegati.
Il senso d’onnipotenza è pernicioso: chi lo assume non accetta repliche, non ammette correzioni di rotta né errori propri;
il “Superbauscia” ragiona a senso unico: «Io Robinson, tu Venerdì!»

Se affrontato, si sente perseguitato, minacciato, incompreso, unto dal Signore, ” il Migliore ma, soprattutto, “über alles”, sopra dei comuni mortali, rozzi e villani da “rieducare”.

Italiani da cambiare.
Olio di ricino per il loro bene, s’intende: purgarne intestino per salvarne corpo.

La regola s’inverte: tuti colpevoli, sino a dimostrazione contraria;
tutti ladri, imbroglioni, evasori, faccendieri, intrallazzatori, corrotti… fino a prova contraria.

Prima si emette la condanna dai tubi catodici e poi, se avanza tempo, nelle aule di tribunale.
Nel frattempo, ci si lustra l’immagine.
La solita sceneggiata delle retate nei posti esclusivi, dove si vedono il macchinone e la barchetta del riccone di turno sotto la lente dei finanzieri; quattro gatti in divisa in alcuni negozi di lusso, a far vedere che basta lo spaventapasseri a scacciare chi frega le sementi.
Si spaccia la particella per il tutto, a voler insinuare che, sparando a pallini, si fa centro.
Il tutto a creare, nel bestiame da lana, latte e uova, il senso di colpa: guardate, quanti disonesti.

Nulla di nuovo, se mai d’antico, nell’aria.
Ma la pasturazione incomincia, per arrivare alla Stasi… la casereccia copia della famosa organizzazione di sicurezza e spionaggio della Germania Est, rimasta famosa per avere arruolato numerosi tedeschi per il controllo delle attività dei propri concittadini.

Tu spii lui, che spia l’altro, che spia me, che spio…
Delazione… l’invito a denunciare, con promessa d’impunità e anonimato.
La più perversa forma di controllo che mai sia esistita, dove il vivere la quotidianità era un’agonia, spietata selezione naturale, dove solo il “Mors tua vita mea”, la tua morte è la mia vita, garantiva il poter vedere alba del giorno dopo.

Segnalami il tuo vicino di casa disonesto, che ti do una medaglia, sibilano.
Come mescolare la tazzina di cicuta insaporita con estratto d’invidia.

Ma questo è solo un aspetto del surrogato di purga staliniana.
Da tante premesse, dove si vorrebbe far credere di vivere in un mondo di peccatori da “rieducare”, il siluro arriva dal basso, e si chiama “Redditometro”.
Vero capolavoro di controllo totale di corpi e menti.

Il nome è accomodante, quasi a dare sensazione di misura aurea, di democratica livella.
Peccato la premessa: tutti siamo evasori da sbiottare, per vedere se tra le pieghe delle nudità non ci fosse occultato qualche zecchino.
Capaci di farcela fare nel vasino, per vedere se salta fuori qualche moneta, stornata dalla ramazza del fisco.

«Signori, su le mani e giù i pantaloni!»

Ai vecchietti con il deambulatore o le stampelle viene chiesto prova di muoversi da sé, senza l’appoggio dell’accompagnatrice, a vedere se quella sia solo amica o badante in nero;
la carrozzina, come il Suv: indicatore di agiatezza, peggio ancora se con le ruote in lega;
nelle palestre, sarà raccolto il sudore, da cui il DNA per trovarne fonte e paternità;
se vai in Hotel, facile che buttino giù la porta e ti fotografano in mutande, per vedere dove nascondevi i soldi della camera;
se sei contadino e hai un cavallo, occhio: che sia vecchio, bolso e in carne o all’opposto, secco e con un piede nella fossa, altrimenti il carretto con il letame diventa lussuoso calessino da passeggio;
e i figli, meglio disconoscerli, altrimenti vanno a vedere quanto ci spendi dietro e capaci di pensare che avanzi baiocchi, su cui lucrare;
mandarli all’asilo e a farli studiare, meglio pensarci bene: lo stornare forza bruta al lavoro muscolare per farne popolo istruito invece che bue, non va assecondato; una sana gabella spegne pericolose derive.
e al gioco… neppure a pensarci: se hai tempo e mezzi per il sollazzo, vuol dire che non ti hanno spremuto abbastanza, e c’è ancora succo, dove inzuppare biscotto.
Dell'abitazione, al con che cosa ci si muove, dall’assicurazione alle contribuzioni più disparate si farà setaccio;
senza parlare degli arredi, degli elettrodomestici e delle varie apparecchiature e diavolerie elettroniche: meglio rispolverare la clava e accendere il fuoco con le scintille prodotte dallo sfregamento tra sassi o legnetti.
Abbonamenti a riviste, a televisioni a pagamento saranno indicatori di abbondanza e crapula;
senza parlare di possedere azioni e obbligazioni, piuttosto che fondi d’investimento o buoni postali: il consiglio di diversificare, per non tenere tutte le uova in un paniere, sembrerà sospetta manovra, tentativo di occultare frutti proibiti.
Alla sede della Stasi andranno pure bollette di luce telefono e gas, per vederne consumi e intercettare uso e abuso di tanta manna.

Nelle pieghe del risparmio bancario si sono introdotti pesantemente: con la scusa dell’esistenza delle faine, si sono accampati tra le ovaiole.

Il braccio armato sarà Equitalia che, si sa per prova provata, prima spara, poi chiede chi c’è dietro al cespuglio.
Chi entra in questo trituratore, difficilmente esce con le ossa intere, anche se innocente: una volta macinato, si ha voglia di avere consolazione e patente di onestà.
Dopo asfaltati, difficilmente si ritornerà ad avere spessore.

Sarà terrorismo fiscale, dove il risalire corrente, dopo il puccio in questo “Mare mostrum”: come per il salmone quando, allo sforzo di risalire, dovrà prestare attenzione anche alle fauci spalancate degli orsi, in placida attesa che si sbagli salto e direzione.

Si ha voglia di dire che “Male non fare, paura non avere”, ma gli ingranaggi della nostra burocrazia macinano alla svelta, che l’innocente ha le ossa più friabili ed è sempre più comodo essere forti con i deboli e prudenti con i forti.

Più facile e redditizio e massacrare i tanti indifesi, che un grosso pesantemente armato.

Ammazzare una pecora appaga la fame senza rischi di rompersi le corna contro qualcuno di più agguerrito.
Alla fine, i furbi si attrezzeranno e ritroveranno livrea mimetica, mentre i poveri cristi avranno ben tracciato sul culo i cerchi del bersaglio.

Arriverà al poveretto accertamento e contestazione, con ingiunzioni a pagare e pesanti intimidazioni sul destino che si appresta se non scuci subito;
per contestare anche la cazzata più lapalissiana, si verrà dirottati su sentieri irti di difficoltà, dove comunque non si saprà mai quale generazione godrà dei rimborsi.
Nei testamenti si lascerà pure questo biglietto della lotteria, che forse qualcuno alfine potrà mettere all’incasso.
Forse, perché quando c’è da prendere, l’olio agli ingranaggi il fisco lo mette, altrimenti lascia arrugginire le giunture della manina.

Prima e comunque paga, Pantalone: poi, se rimarrà tempo e denari, si vedrà.

Il Redditometro come la lama di coltello: l’uso ne farà la differenza.
Ma i precedenti di chi ora ha il coltello per il manico, non fanno ben sperare.

Questa gente mi fa paura: non perché abbia da nascondere. Anzi.
Mi fa paura perché, con la scusa che girano ladri, vorrebbero avere copia delle chiavi di casa nostra.

Passi il periodo di congiuntura, ma la… Stasi, proprio no.
Meglio la paralisi!

Io, secondo me...15.02.2012

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