giovedì 31 maggio 2007

Luna di fiele

È il giorno più bello della vita, da non consumare, come per la prima notte di nozze;
nel nostro caso, la luna più che di miele sarà di fiele, perché sei un calice amaro per quel che ti porti dentro, ampolla di sangue infetto !
Lo sai - lo sa la tua donna - d’essere avvelenato e possibile agente tossico per altri, ma vi guardate negli occhi e decidete che, no, non vi frega per nulla: muoia Sansone con tutti !
Affetto da una gravissima forma di tubercolosi, la XDR TB, ostica ai farmaci, molto contagiosa e potenzialmente letale, ecco...un americano a Parigi, prima tappa e porta d’accesso per l'Europa.
Giusto per seguirne traccia, eccolo: imperterrito e noncurante - portatore di carcassa ammorbata - toccare e sostare a Roma;
segnalato, avvisato e braccato, decide di varcare il confine, raggiungere Praga, salire su un volo per la città canadese di Montreal e dirigersi, gioiosamente appagato, verso casa.
Indifferente, al massimo del menefreghismo, totalmente immerso in beata e beota incoscienza, ha terminato senza esitare ciò che s’era prefissato di fare.
Per tacitare la coscienza, sporca quanto lo scafo e la botticella di sangue che ha menato in giro, con finta ingenuità commenta: "Sapevo di essere ammalato [..] ma non di essere un pericolo per la vita di chi incontravo sul mio cammino".
E già: chi gli diagnosticò la trasformazione in treno di batteri aveva dimenticato di spiegare quanto fossero salutari al prossimo !
Magari gli avevano pure prescritto di purificarsi e disintossicarsi, alle Terme Romane !
"Eravamo seduti nella nostra stanza d’albergo in Italia [..] in luna di miele e la polizia sarebbe venuta a cercarci qualche ora dopo";
La domanda sorge spontanea: perchè fuggire ?
Al quotidiano di casa racconta: "[..] ho avuto paura di consegnarmi alle autorità sanitarie italiane [..] cure sbagliate e inadeguate da parte di medici senza esperienza avrebbero segnato il mio destino".
Bene: ha preferito marchiare quello degli altri.
Speriamo che, per intervento della provvidenza o botta di culo, nessun resti con il cerino - la vita sua - che si sta spegnendo fra le mani, e che quel gran pirla d’americano sia isolato in quarantena, non di giorni ma d’anni !
Il ciondolone "iuessei" è stato incosciente e scriteriato, imprudente e senza giudizio, ma solo motivato da cretinaggine, acquisita e fissata da patrimonio genetico: con lui si è giocato a rincorrersi, ma non aveva agito con intento di celarsi, tanto è vero che, dopo breve gioco a rimpiattino, l’hanno raccattato e blindato.
Non si era nascosto ne mimetizzato, non ha cercato ombra: ha tanto camminato, quanta inefficienza e puerile organizzazione hanno permesso.
Se tanto è riuscito allo sprovveduto dilettante, cosa farebbe un Kamicazzo, che al posto del tritolo alla cintura portasse una carica virulenta volutamente dentro di sé ?
Quanta più strada avrebbe fatto, e quanti più sfortunati avrebbe infettato ?
E certamente s’imbottirebbe le interiora d’agenti aggressivi più scattanti, ma lenti nel manifestarsi, a dar modo di bollare quante più carni possibili, in un gioco di rimbalzo che porterebbe al crollo o al collasso le strutture sanitarie e, per effetto domino, la struttura sociale di un sistema, complesso, connesso e interdipendente come il nostro.
In poche ore s’arriva da un polo all’altro e il giro del mondo si fa, come attorno alla cerchia di casa.
Un terrorismo ormai distribuito, che è coprente come la ragnatela, su vecchi mobili lasciati a sé, avrebbe buon gioco a dare una spallata dirompente e devastante ai nostri castelli di carte.
Dio non voglia - ed io prego - che mai mi sia concesso dono di preveggenza !

Il tempo del cane

Sono caduto ancora; capita, a noi del Parkinson.
Conto 77 primavere, ma il mio è il tempo del cane: ogni anno moltiplica la mia fragilità per sette !
Sorridi eh ? Ti stai chiedendo se mai arriverai alla mia età: te lo auguro, ma non in un modo come il mio.
Quali sono i tuoi traguardi ?
Il lavoro..una ragazza, la famiglia, i figli..una bella casa, le vacanze ?
Io ne ho uno solo: il bagno.
Tu arriverai; io, quasi mai: tutto finisce nel pannolone.
No, non essere imbarazzato: ti capisco;
da fastidio parlare di pipì, sentire il puzzo di vecchio...di sudore e orina.
Il primo è causato dalla chimica delle tante pastiglie ( ben 14, quotidiane ! );
per la seconda, è il diuretico: la conseguenza propria della malattia m’impedisce il regolare camminare, con ritenzione di liquidi che si depositano e trasformano i piedi in zampe d’elefante.
Sgonfio questi e si riempie la vescica.
Una delle maledizioni del signor Parkinson è il blocco temporaneo: ti incolla, per un tempo che pare eterno, al pavimento, e tanto basta a far tutto addosso.
Cambiarsi o vestirsi è quasi impossibile, in tempo utile: sono pronto ad uscire quando è ora di mettere il pigiama !
Ho la fortuna d’avere ancora vicino la mia compagna: senza di lei non riuscirei mai a portare a termine tante azioni, per i più ritenute "normali" .
È un donnino di 40 chili: l’ultima visita ha diagnosticato uno scheletro più fragile di un grissino, tanto è povero di calcio.
Lapidario il giudizio: "Signora, se si rompe qualcosa, si sogni che possa mai riaggiustarsi !".
Divieto assoluto di sollevare o spostare quanto è più pesante di una busta, ed io - peso morto, come si suole dire - sarei per lei un rischio, e noi del Parkinson siamo per terra facilmente.
Ho provato a far domanda per avere l’indennità d’accompagnamento, un aiuto all'assistenza.
Mi presento alla commissione di "Dottoroni", all’ufficio invalidi civili del mio paese, famoso perché un tempo vi si organizzavano le corse degli asini: oggi non corrono più...
Loro sanno: hanno studiato.
"L’esito dell’accertamento non da diritto alla concessione di benefici economici".
Scopro - dovrei essere felice - d’avere "solo" un Parkinson di grado medio..che non da diritto a concessione di benefici..loro sanno: hanno studiato.
"[..] non soddisfatto del giudizio [..] presentare ricorso [..] entro sei mesi".
Mio genero, malfidente per natura e uccellaccio del malaugurio per vocazione, me l’aveva anticipato:
"Guarda che al primo giro di giostra ti lasciano a terra: tra una cosa e l’altra, ti fanno ballare almeno per un annetto, e sai quante palanche risparmia il servizio sanitario nel bocciare alla prima i tanti come te, sperando che restiate secchi prima del ricorso, alleviando sofferenze d’asfittiche casse, disastrate da decenni di razzie in dispensa, ad ingrassare ingranaggi e pance loro e tappare buchi d'incapaci gestori !".
È un bravo ragazzo mio genero, ma come vive male, sempre sospettoso..loro sanno: hanno studiato.
"Guarda che il Parkinson, a confronto, ha più misericordia !".
Mamma mia: il figlio acquisito s’è proprio imbufalito: ma è giovane, ancora incendiario e non pompiere !
...loro sanno: hanno studiato...
Sanno che il mio è il tempo del cane, e magari al secondo tentativo andrà meglio...se il buon Dio non chiamerà all’appello !!
...
quel "genero imbufalito" sono io, Beppe Fontana - siamo noi - a dar voce a quelli che, umiliati e ammutoliti, sono "tare" di bilancio per amministratori usi a fan quadrare conti scaricando il..passivo, ad applicare miserabile e prepotente opportunismo !
E scusate l’arrabbiatura, ma simili parassiti li appiccherei in cantina: per i piedi, come salami !

martedì 29 maggio 2007

La...Mosca al naso

Che fuori dell’Italia le regole sono diverse devono averlo capito da subito, appena gli hanno disegnato le orbite come quelle del Panda.
Occhi neri e gonfi, non per la commozione o per mancanza di sonno, ma grazie all’effetto sganassone, che ha spento luce e lume d’ogni ragione !
Abituati alle sfilate da paesello, liberi di dir peste e corna del Papa, tonache e porporati, pretendere più che chiedere, demonizzare avversari ed ottenere spazio e visibilità - anche da chi, fino a ieri, li prendeva per il fondoschiena - ormai abituati ad esser lisciati nella direzione del pelo, da consumati leccaculo di professione, hanno dovuto tenere, più che lingua...denti in bocca.
Brutto risveglio, per chi credeva che tutto il mondo fosse paese !
Certo: ai "compagni", quando salta la..Mosca al naso, tirano di quelle nespole da svitare il filetto del collo !
"Durante la manifestazione in favore del gay pride un gruppo di nazionalisti ha picchiato violentemente i radicali".
Boia, che palate !
Sembravano mulini, tanto partivano bordate che spostavano solo con l’aria che muovevano !
Giusto anche per dar d’intendere cosa pensavano dei nostri i padroni di casa "[..] l'intervento della polizia che anziché difendere le persone aggredite ha provveduto ad arrestare l’europarlamentare Marco Cappato e il funzionario del gruppo dei Liberali al Parlamento europeo e militante dei Radicali, Ottavio Marzocchi".
Oltre il danno, la beffa "[..] con l’accusa formale di aver attraversato la strada dove non si poteva" !
Peggio di Napoleone: "[..] davanti alla sede ufficiale del sindaco di Mosca sono stati aggrediti e malmenati da gruppi di naziskin, e poi dalla polizia che li ha arrestati".
Non c’è che dire: quei...gay ragazzi gli stavano proprio sulle balle !
"[..] volevano consegnare, spiegano i radicali, una lettera firmata da 50 parlamentari europei e italiani, dopo che era stato VIETATO il Gay pride".
E sì, cari miei: la prossima volta protestate per corrispondenza o a distanza, sotto le protettrici ali di mammà italiota.
Che se voi avete dei diritti, pure loro ce li hanno, in casa propria: quello di non gradire, ritenervi invasori ed invasivi !
È ben diverso sbraitare stando a debita distanza piuttosto che camminare sui calli altrui.
Lo stesso vorrei vedere chi protesta contro la pena di morte, torture o altro: andassero direttamente in Cina, piuttosto che in Iran, e sicuramente ci torneranno in scatola di montaggio !
Ritornando a noi: "[..] mentre era distribuito il volantino con il testo della lettera un gruppo di naziskin, alla presenza di un vescovo ortodosso, scortato da due persone, che dava loro la benedizione, ha cominciato a tirare uova e poi a picchiare".
La parola VIETATO, per loro, ha un senso preciso, ben diverso dalla pulcinesca "tolleranza zero" tanto sbraitata e mai attuata di casa nostra !
Luxuria ha realizzato: "[..] c'è stata la pressione del sindaco per spaventarci e per non far avere luogo alla manifestazione".
Forse che la diffida, il divieto era stato scritto solo in russo ?
Vietato: non s’ha da fare ! Nisba, niet !
"[..] preannuncio un'interrogazione parlamentare";
Bravi, tornate sui banchi di scuola e che l’interrogazione sia con voi.
E state accorti, a non tornare, ad avere...la mosca, più che al naso, sul contorno occhi !

giovedì 24 maggio 2007

LA sega di Mastro Geppetto

Chi l’avrebbe mai detto che, con una sola sega, si poteva tirare fuori tanti Pinocchio ?
Prima ci avevano smarronato gli zebedei, spergiurando che avevamo bucato, gomme a terra: "Italiani: non c’è più una lira !".
Pinocchio e i suoi fratelli ora si trovano nell’imbarazzo d’aver resto di zecchini d’oro, lasciati loro da demonizzati "sfascisti", che li hanno preceduti.
Manca poco che si prendano a cazzotti sulle gengive, per aver ognuno tanto del "tesoretto": ossa da lanciare, a ritornare poi in forma di voti !
Già nel mio paesello, in vista delle prossime amministrative, sono in grado di percepire quanto una classe politica di puttanieri è disposta a concedere e concedersi per avere un seppur striminzito voto, pure da un nulla come me.
In tempi normali costoro m’attraverserebbero, come a fare una radiografia, più incuriositi e distratti dalla vivacità della mia cagnolina che di quello presente all’altro capo del guinzaglio.
Se avevi bisogno di loro, "[..] il dottore è in riunione", oppure "[..] è in consulta": dall’Onorevole Tizio, dal Cavalier Caio, dal Commendator Sempronio.
Ora - oggi - devo faticare a seminarli, tante marchette stanno facendo, nel tentativo d’avere quell’attenzione che tanto mi hanno negato ieri.
Tra pochi giorni tutto rientrerà nella "normalità": loro a sfuggirmi - dimentichi di quanto mi hanno corteggiato - ed io a ricorrerli.
Intanto mi difendo dal dover bere il caffè di questo, il rinfresco di quello e il giretto nella carrozza a cavalli, messa a disposizione dall’altro, come un giro di giostra per bambini !
Come nel piccolo, uguale il grande.
"[..] Massimo D’Alema denuncia il crollo di credibilità della politica";
Cazzo, non solo mi prende per i fondelli, ma pure ci ruba i ruoli: copione, recita e battute !
Visto da che parte sta, è una confessione "equivicinante" a quella di un bimbo, che chiama la mamma per raccontare d’essersi fatto scappare la pipì nei calzoncini.
Per il resto, tutto secondo sceneggiatura, teatrino di burattini usciti dalla sega di mastro Geppetto;
promesse più da Pinocchio che da marinaio: nuovi diritti per omosessuali, balocchi e lustrini, paese di meraviglie per immigrati, Ici al macero, pensioni rimpolpate da "fleboballe", sgravi fiscali, rinnovo di tutti i contratti fermi alle guerre puniche.
Dio mio, quanto poco costa raccontar frottole, per loro solo callo, abitudine ed attrezzo di lavoro !
Pochi giorni e tutto si sgonfierà, ma quanta pena, miseria ed umiliazione esser sempre ritenuti il fesso popolo bue, pronto a ridere, piangere e applaudire, come Fantozzi, all’ennesima replica dell’ennesimo e stantio filmino di propaganda !
Se non davvero, danno a credere di voler allargare i cordoni della borsa, munifici benefattori, come i nobili di una volta che, passando tra ali di barboni elemosinanti, gettavano spiccioli a pioggia.
Dei vigili del fuoco, che reclamano - con responsabilità di ruolo - rinnovo di contratto, frega poco: non è scadenza...bruciante.
Palanche agli statali, questo sì, perché sono tanti voti, a cui ogni prostituta s’inchina !
Al restante parco buoi, promesse, promesse, promesse: aumento per pensioni basse, attivazione d’ammortizzatori sociali, infrastrutture, ricerca, famiglie e via libera a fantasiosi piani per la casa.
Dal fumo per noi all’arrosto per gli immigrati: il decreto Amato-Ferrero li farà entrare a montonate, il meglio e il peggio, ma con tessera elettorale, perché - dopo cinque anni di residenza - ognuno potrà votare alle amministrative, senza nemmeno essere cittadino italiano.
Cinque anni.
Basta attendere, fare presenza, mettere il cappello sulla sedia;
e intanto si strombazza di corsi per imparare l’arabo o il cinese: non per uomini d’affari, ma per comuni pirla, come il Beppe Fontana.
A quando l’obbligo d’andare a studiare in una madrassa ?
In un "campo di rieducazione", in Cina ?
E, dopo di questo, voglio vedere chi ha ancora il coraggio d’affermare che, con una sega - dopo giochi di balle - non si fa nulla !!

Front Line

...una bell’agitata, con l’eleganza degna di un creativo barman, che sta miscelando l’originale mistura di un nuovo aperitivo, et voilà !
Un passaggio radente, a coprire con uno spruzzo nebulizzato il pelo del mio bassotto, un quattrozampe piccolo e lungo, che mi sembra di dover finire la bomboletta prima della fine !
Al termine di quell’autostrada, immerso in una nube che sembra d’aver dato uno starnuto nel barattolo del talco, mi scappa l’occhio sull’etichetta: Frontline.
Un prodotto mirato, a...far le pulci, a gasare le zecche e stroncare zanzare: PARASSITI, che succhiano la vita senza nulla dare in cambio !
Come per noi, che usiamo repellenti, zampironi, taniche d’INSETTICIDI vari, fumose e pestilenziali misture per arrivare a toglierci dalle palle pappataci e insettuccoli vari armati d’aculei, punte, pinze, spine, spuntoni e siringhe, rostri, sondini, aghi nasali, pungiglioni e vario armamentario, atto al "carotaggio", sulla e sotto la nostra pelle.
Alzi la mano chi, impossibilitato al sonno dal rumore di zanzaroni in picchiata e poi dal doversi grattare per gli effetti di tante pattuglie aeree, non ha invocato l’uso della bomba atomica su quei pestiferi rompicoglioni.
Giorni e notti insonni, con occhi gonfi e perennemente aperti, fanali come quelli di una civetta, con i nervi limati da una costante e snervante attesa, a cercare di capire dove quei bastardi andranno a posarsi.
Come per i ronzanti Qassam, i razzi che Hamas lancia DA SEMPRE, su Sderot, nell’indifferenza e nel menefreghismo, come guardare dei simpatici monelli che lanciano il pallone nel giardino del vicino, a strappare un condiscendente sorriso quando riescono a centrare una vetrata.
Ora, anche Israele ha deciso che è arrivato il momento d’usare il suo Frontline, su quella...linea del fronte.
È la rappresaglia del "Mò basta !", a seguire l’evangelico passo che invita e dice che è meglio dare che ricevere.
Dopo l’ennesima puntura trovi chi ti ha massacrato i nervi, alzi la paletta e...splath !
I capi da retrovia, unici mirati e ricercati bersagli, ovvio che s’incazzano dell’effetto boomerang: chi di razzo ferisce...
"[..] raderemo al suolo Sderot, se Israele insiste con le sue rappresaglie aeree".
Manica di c.......( BIP ! ): non avete mai smesso il tentativo di farlo !
Era scontato che, TRA questi, s’inserissero i simpatizzanti, usi a passeggiare a braccetto con i figuri di Hezbollah, o dei pacificatori, alla tarallucci e vino, nel conflitto con i Talebani: "[..] i raid su Gaza alimentano il caos".
Per lo stillicidio su Sderot invece s’usava la logica del "Chicazzosenefrega" !
Israele ha dei suoi ragazzi ancora prigionieri, rapiti da Hamas ed Hezbollah, ma ai nostri...Prodi - che si sono sempre prostituiti per riavere scarafoni nostrani - nulla importa: piuttosto abbiamo sguazzato nel ridicolo, pigolare lamentoso, ad aver salva la cotica dello stragista Saddam !
Alla faccia dell’equivicinanza dell’ipocrisia politica dei d’Alema di turno, a "[..] consolidare una cooperazione tra i Paesi della regione per lo sviluppo, ma anche per la pacificazione e per la sicurezza", frase fotocopia, buona per tutte le stagioni !
"[..] c’è una gran tensione in questo momento [..] speriamo di trovare il modo per poterla allentare".
Parole sputacchiate dopo l’incontro tra Karzai e il presidente pakistano Pervez Musharraf - che si sono incontrati alcuni giorni fa in Turchia - chiacchiere, gusci vuoti, vol-au-vent da riempire secondo opportunità e convenienze, valuta spendibile su qualunque scenario: fumo negli occhi !
"[..] credo che l’Italia abbia un ruolo da giocare"...si: quello tra lo struzzo e la talpa. !
"[..] i raid su Gaza alimentano il caos"...t’arrivasse un Qassam sulla barchetta !

giovedì 10 maggio 2007

Nazionalcalabraghe

Datemi pure del Narciso, ma sono andato a rileggermi, a ripescare nel vecchio quanto poteva ancora esser di nuovo; ed ecco il ritorno di "inosPITALE carcere: si sVuOTI !".
Mi cito, ma i vecchi - si sa - amano ripetersi e parlottare tra sé e sé.
"Dàmose da fà, semo italiani, volèmose bene [..] t'immagini la goduria nel ritrovarti, faccia a faccia, con chi ti ha truffato, derubato o danneggiato ? Magari ci rimedi pure una pernacchia, quando lo sberleffo non diventa umiliazione nel vedere la sicumera sulla faccia di chi ha sgraffignato del tuo !".
Da tanto ragionar raso terra, pensavo: "Dato per scontato che chi dimora nelle patrie galere non è un chierichetto e, la gran maggioranza, ha trasgredito le leggi, mi domando: qual è il senso delle stesse, quando, a fine stagione, partono i saldi ?!".
Con filosofia, pure mi rispondevo: "Allora fuori, signori, ad esser liberi e...belli fuori e...puliti ( sic ! ) dentro !".
E da tanta profondità ne traevo che: "Chi ha avuto, ha avuto ... chi ha dato, ha dato...scurdammoce 'o passato, simme fessi paisà !".
Facilmente sintetizzavo e profetizzavo lo scontato "Perdonbuonismo": da "[..] tolleranza zero !" all’acqua cheta
" [..] babb(e)o è buono, tutto perdona"
Certo che il dramma c’era, tanto da chiedersi: "Ri-Lascio o raddoppio ?" !
La risposta sortì spontanea: "Le carceri non bastano, la situazione è al collasso, DOBBIAMO...evacuare".
Normale: ad ogni intasamento il suo spurgo…a doverlo ancora raccogliere col sacchettino per non ritrovarcelo sotto la suola !
"Il bulletto di quartiere continuerà a schiaffeggiarci, il borsaiolo ad alleggerirci e il truffatore a vendere il Duomo di Milano [..] torneranno in carcere, ma ne usciranno...".
Oggi, con lo scritto "MaDOnnINA infilzata" ( su Doina, l’ombrellaia foracranio che ha ucciso la povera Vanessa Russo, 23 anni ) m’è arrivato un bel "Forcaiolo !" per risposta; e tutto per avere invocato e auspicato giustizia e certezza della pena.
Ai teorici dispensatori di grazia, temporale e divina, rilancio l’eco del già detto:
"E tu, che mi dai del giustiziere della notte, aspetta che rubino il TUO portafoglio, che svaligino casa TUA o che il bauscia picchi TUO figlio o insulti TUA moglie, magari mostrando l’attrezzo con cui le darebbe piacere e consolazione ! Allora, quando invocherai la sedia elettrica, la fucilazione, l’impiccagione e la decapitazione, il taglio della mano o del pisello, con cui ha violentato TUA figlia, solo allora mi potrai insultare. Perché, indulgenza e pietà, comprensione, benevolenza e bonarietà si concedono solo quando si è forti. Nella debolezza, è solo IMPOTENZA !".
Ora, scappati i buoi, chiudono la stalla;
Il Viminale: "Reati in aumento" !
Ma no ? Pensa tè che sorpresa ! E mò, cosa svuotiamo: il mare ?
Da sempre persino gli sprovveduti - munito solo di logica e buon senso andavano a dire: "Costruiamo nuove prigioni" !
Troppo facile - o troppo intelligente - per dei politici intrallazzatori e trafficoni, applicare la regola del "C’ho la faccia, ma non sono scemo !";
anche in questo hanno giocato l’asso pigliatutto, ad l’avere ( la faccia ) ed l’essere ( scemi ) !!
La commissione Affari costituzionali del Senato, nel rapporto del Vicinale: "[..] si è registrato, rispetto all’anno precedente, un incremento di rapine furti [..] prima [..] tali fenomeni presentavano una leggera flessione".
"Se non ci fosse stato l'indulto, nelle carceri italiane avremmo avuto un'esplosione di collera incontenibile", ha dichiarato Mastella, ministro della ( ? ) Giustizia.
Rendendo vero il "Chi vusa pusé la vaca l'è sua ( Chi grida di più ottiene la vacca ), conferma il mio: "[..] perché, indulgenza e pietà, comprensione, benevolenza e bonarietà si concedono solo quando si è forti. Nella debolezza, è solo IMPOTENZA !".
Il lacrimar Nazionalcalabraghe "Debole con i forti e forte con i deboli" continua vita e canto da cicala !

inosPITALE carcere: si sVuOTI !

"Dàmose da fa, semo italiani, volèmose bene".
Rieccoci in pieno Medioevo, quando si vuotavano i pitali fuori della finestra, a gettare sulla strada i prodotti di scarto.
Dalla beatitudine di chi si...svuota e la felicità del graziato, alla rassegnazione...dell’investito.
T'immagini la goduria nel ritrovarti, faccia a faccia, con chi ti ha truffato, derubato o danneggiato ?
Magari ci rimedi pure una pernacchia, quando lo sberleffo non diventa umiliazione nel vedere la sicumera sulla faccia di chi ha sgraffignato del tuo !
Dato per scontato che chi dimora nelle patrie galere non è un chierichetto e, la gran maggioranza, ha trasgredito le leggi, mi domando: qual è il senso delle stesse, quando, a fine stagione, partono i saldi ?!
Loro graziati, noi...(dis)graziati !
"Dàmose da fa, semo italiani, volèmose bene".
Allora fuori, signori, ad esser liberi e..."Belli fuori e...puliti ( sic ! ) dentro !".
"Chi ha avuto, ha avuto ... chi ha dato, ha dato...scurdammoce 'o passato, simme fessi paisà !".
E pensare che sino a ieri promettevano tolleranza zero !
Che dite, maestri di truffe ed imbrogli, furti e minacce, attori del fantasy-delinquenziale: come per la tazzurella e café, facciamo l’abbonamento ?
Per tante che ne fate, cumulate abbuoni, ad avere pure il premio a fin della licenza !
Tanto il babb(e)o è buono, tutto perdona.
Oggi, dal parruchiere: "Dottò, taglio ?".
"Sfoltiamo, Gennarì...sfoltiamo !".
Domani, dal macellaio: "Un chilo di carne, per favore".
"È un quintale; che faccio, lascio ?".
E riecco nuovamente la sportina piena, a riproporre il vecchio quesito: "Ri-Lascio o raddoppio ?" !
"Le carceri non bastano, la situazione è al collasso, DOBBIAMO...evacuare".
Rieccoci in pieno Medioevo, quando...
"Il poppolo, a gran richiesta (??) chiede un atto di clemenza e noi abbiamo l’obbligo di portare la supplica ad...evasione" !
Ah, che teneroni questi nostri politici.
Sotto sotto hanno un cuore, sono a strati, tanti "piani di morbidezza"...come la carta igienica !
Il bulletto di quartiere continuerà a schiaffeggiarci, il borsaiolo ad alleggerirci e il truffatore a vendere il Duomo di Milano.
Ritorneranno in carcere, ma ne usciranno perché, come il gioco dei Monopoli, hanno la carta "Puoi uscire di prigione".
E tu, che mi dai del "Giustiziere della notte", aspetta che rubino il TUO portafoglio, che svaligino casa TUA o che il bauscia picchi TUO figlio o insulti TUA moglie, magari mostrando l’attrezzo con cui le darebbe piacere e consolazione !
Allora, quando invocherai la sedia elettrica, la fucilazione, l’impiccagione e la decapitazione, il taglio della mano o del pisello, con cui ha violentato TUA figlia, solo allora mi potrai insultare.
Perché, indulgenza e pietà, comprensione, benevolenza e bonarietà si concedono solo quando si è forti.
Nella debolezza, è solo IMPOTENZA !

venerdì 4 maggio 2007

maDOnnINA Infilzata

Dalle mie parti si dice Madonnina infilzata - ma anche acqua cheta, gattamorta - ad indicare un simulatore, chi nasconde sotto la pelle candida un cuore nero.
Questa - e peggio - è Doina Matei, e non perché è rumena d’etichetta, ma per essere assassina per vocazione !!
Non si può chiamare incidente l’aver ficcato la punta di un ombrello in un occhio - affondandola nella scatola cranica - di una sfortunata ragazza !
Neanche quando entro a succhiello con il cavatappi arrivo ad usare tanta crudeltà !
Vanessa Russo è morta, a 23 anni, dopo essere entrata in coma, in seguito a quell’aggressione: aveva discusso perché l'avevano infastidita mentre era seduta su un sedile della metropolitana romana.
Alla fermata, sulla banchina, la Doina ha infilzato l'occhio sinistro di Russo con un ombrello, prima di scappare.
E se scappare è umano, il continuare a farlo è diabolico: lo sgambettar lontano dimostra il fuggire dalla consapevolezza d’aver volutamente fare del male, e non dall'azione tragica e fatale, dal gesto inconsulto, incauto o involontario.
Se proprio realizzi d’aver fatto una cazzata, una volta preso consapevolezza, ti costituisci.
"Chiedo perdono alla famiglia di Vanessa";
col cazzo, dico io, scusandomi per il richiamo al ferro del mestiere dell’ombrellaia dell’Est, la Mary Poppins che s’è poi prontamente involata !
Perché lo fanno sempre quando la giustizia li acchiappa, questi fetenti ?
Ora siamo all’armamentario della.. MaDOnnINA infilzata - in questo caso: infilzatrice - che, con lo scontato catino di lacrime "chiaggne e fotte" il fesso buonismo che s’appresserà, senz’ombra di dubbio: "Solo ora mi rendo conto di quel che è avvenuto. Ma è stato un incidente, c'era stata una piccola lite. Comunque voglio chiedere perdono alla famiglia della ragazza".
Il pentimento scontato è ad uso e consumo del giudice per le indagini preliminari Maurizio Silvestri ed al pubblico ministero Sergio Colaiocco, così come la sceneggiata, che vuole l’interrogatorio punteggiato ed interrotto dai frequenti piagnistei di quella criminale omicida, come copione vuole.
Quel che mi fa incacchiare è che mi si vuole prendere per il culo, cosa di cui non provo godimento, a differenza della Doina, che cercava di ramazzar palanche per la fuga mettendo a frutto l’arte sua.
Teatrino e teatranti si prestano all’ennesima pantomima, l’applicare quel comportamento esagerato e melodrammatico che ha lo scopo di commuovere e convincere ad inzuppare il cuore nell’ammorbidente !
"La ragazza - ha detto il suo difensore, l'avvocato Piergiuseppe Di Virgilio - è sconvolta per ciò che è accaduto. Non si ritiene responsabile della morte di Vanessa, che invece, a suo dire, è dovuta ad una casualità".
Caro Beppe Di Virgilio: avesse infilato l’orbita di tua figlia, sorella o madre, il tuo punto di…vista sarebbe meno orbato !
"[..] è scoppiata a piangere dimostrando d’essere affranta";
ehi, Beppe, ci prendi per scemi ?
Sarei affranto pure io, sapendo far di conto, e piangerei come un catino bucato nel capire quanti anni di galera m’aspettano !!
Dai, datti da fare, principe del foro: aspetto la presentazione di una lettera strappacuore, con alcune gocce d’acqua debitamente fatte cadere, a dar impressione di lacrimevole sofferenza;
avanti con la litania dell’infanzia difficile, gli abusi subiti, la psiche devastata dai maltrattamenti e chi più ne ha, più ne metta;
e l’entrata in tribunale con occhi abbassati, l’aria dimessa, le toppe al sedere, il bottone mancante, la camicetta stropicciata - studiata trascuratezza - con gli occhi gonfi per i lucciconi da strofinio di cipolla.
Magari - ciliegina sulla torta - lo sputo sulla faccia delle altre carcerate - reietta pure tra loro, poveretta ! - e il rimarcare le urla forcaiole, ad insinuare un razzismo strisciante.
Povera MaDOnnINA infilzata ed infilzatrice;
da domani, protettrice degli ombrellai: Santa Doina..del manico !

La guerra di Piero...

Et voilà: con un elegante svolazzo la tovaglia sfarfalla, ricasca e copre il nodoso tavolaccio.
Uno, due, tre...ecco i bicchieri...quattro, cinque...forchetta, cucchiaio...sei, sette...coltello...;
no, questo no, che quelli a tagliarsi sono facili !
...tarallucci, vino, spumantino per il brindisi; perfetto !
Ah, dimenticavo: qualche fiorellino, ad ingentilire la merenda per tanti amici.
"..non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall'OMBRA dei fEssi..ma son mille papaveri ROSSI".
Il canticchiare viene naturale, la gola gorgheggia e ti si...apre, a festeggiare gioiosa una simile rimpatriata.
Cominceremo leggeri, con un bel brodino fatto con...Dadullah di carne insaporito con una bella...capa d’aglio.
"..lungo le sponde del mio torrente..voglio che scendano i lucci argentati..non più i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente.. ".
Ecco: per secondo un bel luccio, che dicono contiene fosforo, a far diventare più intelligenti !
Piero dispone le sedie.
"Ma...in quanti siamo ? ".
Una voce fuori campo grida: "Dadullah ha detto che ne porta altri..cinque".
Il Piero, ringalluzzito, cambia motivetto:
"..Aggiungi un posto a tavola che c'è un amico in più,
se sposti un pò, la seggiola stai comodo anche tu.. ".
"A proposito: Mastrogiacomo ha detto che non può venire; in questo momento ha...la testa altrove ! ".
Poco importa, pensa il Piero, contando mentalmente quelli alla porta, con il Dadullah in...capo;
il Pierotto volteggia aggraziato, loro incontro;
mentalmente intona il seguir della canzone:
"..e corri verso lui, con la tua mano tesa, e corri verso lui spalancagli un sorriso e grida: Evviva, evviva".
Il bravo Fabrizio de Andrè sembra di sentirlo, ancora tra noi, in sottofondo, gridare accorato:
"..e come gli altri verso l'inferno te ne vai triste".
Come una campana, sordo, a non voler sentire, il nostro scheletrino và incontro ai nuovi paesani.
"..fermati Piero, fermati adesso [..] dei morti in battaglia ti porti la voce,
chi diede la vita ebbe in cambio una croce" !
Come un’effimera, che brucia la vita in un battito d’ali, la nostra radiografia compie l’ultimo tragitto, stramazzando sulla…Strada: una foglia secca, dall’inverno accartocciata.
"..cadesti in terra senza un lamento [..] il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato
[..] la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe stato un ritorno".
Consumati i giorni dal Signore donati, all’ombra di una quercia ed accanto alla rosa, fine di cicala che pensò solo a cantare a...squarciagola !
Sopra la terra, in testa una croce, lo stinto visino di uno dei padri, quel Craxi che volle a stare tra i suoi santi, anzi, santino, a protegger chi, partì alla guerra;
la guerra...la guerra di Piero...fEssino !

Ucci,ucci...

L'orco cattivo sentì l'odore e si avvicinò:
"Ucci ucci sento odor di cristianucci, o ce n'è, o ce n'è stati, o ce n'è di rimpiattati...".
Ha buon fiuto, il maledetto !
"Attacco armato alla casa editrice Zirve, - Ankara, Turchia - accusata di pubblicare libri sul cristianesimo: 3 morti".
Per i più - quelli usi a leggere il giornale scorrendo i titoli e una breve introduzione, supportati da una sgranata fotografia o una vignetta - è solo opera di pazzi, il termine con cui si liquida la polvere di casa spazzandola sotto il tappeto.
L’incaprettamento e lo sgozzamento ha sapore di resa dei conti, un fenomeno da "cosa nostra", banale litigio da "campanilminareto", qualcosa del tipo: "Tra moglie e marito non mettere il dito".
Rapido, a scartocciare il giornale, "percepisce" l’ennesimo attentato in Iraq, dove afferra che le centinaia di morti sono il nuovo record e - o cazzo ! - l’Inter non gliel’ha fatta ad anticipare la festa per lo scudetto !
Già metabolizza pure questa tragedia "Internazionale", che ti si fionda sui titoli di borsa ( c’ho delle azioni Telecom: vediamo se mi ci pago le vacanze ).
Con un balzo ginnico ecco saltare a piè pari la pagina della Scienza e, con uguale agilità, pure della Cultura;
...previsioni del tempo...ah, ecco: l’oroscopo: "Toro: è il momento di dimostrare che c’hai le palle...".
E sì, vuoi mettere: "Aho, lì so' forte ! ".
Soddisfatto d’avere i cojoni, il massimo degli attributi cui tiene, t’imbuca la risma di fogli di giornale nel primo cestino e se ne va, beato, mormorando un bel "Son tutti matti ! ".
Altro giro, altro premio.
Prodi, al "Dolore e lutto" fa seguire "[..] un serio invito al governo turco ad una sorveglianza delle regole elementari della convivenza internazionale".
Ecco fatto: come il panettiere che si schiaffeggia le mani, a far ricadere la farina che ancora c’è rimasta attaccata.
Prevedibile, come il capo e la coda di una lettera commerciale o le mosse d’apertura degli scacchi !
Ma ecco che l’assemblato tra il buon parroco di campagna ( che ti guarda e compatisce ) e il genio incompreso ( che fa lo stesso e in più aggiunge disprezzo per la tua ignoranza ), aggiunge, per la nostra crescita intellettuale: "[..] guai a farci influenzare da tragedie molto grosse come questa rispetto a linee politiche che guardano ad orizzonti non a breve".
Quindi, non solo non mandiamo le guardie svizzere, ma ci dà pure dell’orbo !
"Ucci ucci sento odor di cristianucci"…
Andrea Santoro ( no, non sorridete: non è quello della trasmissione Anno Zero ! ) sacerdote cattolico ucciso lo scorso anno a Trebisonda, sul Mar Nero, s’interessava del dialogo interreligioso tra cattolici e islamici, era un "orizzonte a breve".
Chi lo freddò indicò invece l’obiettivo più lungimirante, gridando soddisfatto: "Allah Akbar", Allah è grande !
Qualche mese fa invece, ad Istanbul, è toccato all’editore turco-armeno, Hrant Dink, assassinato davanti alla redazione di Argos, il giornale di cui era direttore: si batteva per il rispetto dei diritti umani e delle minoranze in Turchia.
Anche lui, un "orizzonte a breve".
Persino trecento cinesi, eroi della Via Sarpi, in quel di Milano, hanno avuto l’appoggio ufficiale dell’intera Cina, con armi e bagagli a seguito: e solo a contestare una multa per parcheggio in seconda fila !!
Per "salvare la religione" e come "lezione ai nemici dell’Islam", gridano a...squarciagola i nuovi censori.
Mai paura: "[..] a farci influenzare da tragedie [..] rispetto a linee politiche" che guardano al sol dell’avvenire !
Nelle tasche dei catturati è stato trovato un biglietto con l’invocazione musulmana dei morituri "Condona i miei debiti" e: "Lo abbiamo fatto per la patria".
Al massimo, in quelle di Prodi, ci trovi un biglietto dell’Alitalia e una fattura della Telecom !
Avrebbe un significato, per lui, il "Condona i miei debiti", ma non si capirebbe l’altro: "L’ho fatto per la patria" !
"Ucci ucci sento odor di cristianucci"...

Grooming

Il termine, per antonomasia, indica l’atto con cui ci si libera dai parassiti; uno "spulciamento", da chi ti succhia il sangue.
Ebbene, il nostro paese non è riuscito a liberarsi del suo "tafanare"; vediamo di capire chi abita, indesiderato ospite, nel nostro "pelo".
Non aspettatevi giri di parole, cerchi nell’aria, ironia elegante, raffinatezza da scriba.
No, troppo lusso per certi tipi, troppo riguardi per chi ci osserva, ci soppesa, ci usa, guardando dall’alto in basso.
Pantegane, ecco ! Topi di fogna, massimi maestri nell’arte d’arrangiarsi, di sopravvivere...stomaci voraci, tubi digerenti senza osmosi e scambio.
Peggio di termiti, cavallette...Formigoni e formiche legionarie !
Ratti abili a saltare dal...Transatlantico, appena s’imbarca acqua: il perfetto "Homo Politicus Insapiens";
Giocando di parole: in simbiosi con l’ambiente, il cosiddetto BioTOPO !
Sentiteli: sentenziano, pontificano, si concedono ricche prebende...a noi, specchietti e collanine.
Parassiti, sulle nostre spalle, tra la nostra peluria; noi: i selvaggi, i Bingo Bongo, bertucce da mostrare mentre girano la manovella dell’organetto.
Oggi, come allora, abbiamo le solite categorie di...Piccoli Storti e Malfatti !
Facce nuove ? Quasi zero; addirittura rispunta quello che allora, dubitando sulla salute dello "stato dell’unione", ci apostrofava con un bel "sFASCISTI !".
Chi se n’è uscito da "mani pulite" - per il rotto della cuffia - è solo perché se n’era..."lavato le mani", figlio di Pilatesca discendenza.
Al meglio, facevano da palo, a guardar le spalle ai "compagni di merende".
I più vigliacchi, a far le tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo.
Dopo averci ridotti in mutande, questi roditori sono sciamati a colonizzare, con disinvoltura, altri "habitat", cambiando casacca, colore e tessera.
Guardateli in faccia, studiateli, uno per uno: un corollario di facce di bronzo, di "professori" e "professorini".
Salgono in cattedra, a dar lezione, a parlare di sacrifici, di questione morale, a tappar i buchi loro con la mollica del pane nostro !
Hanno scippato le pensioni trasformando noi "vecchietti" in barricate, a sbarrare la via ai nostri stessi figli, in cerca di lavoro;
hanno creato un limbo per quella "generazione di mezzo" che, dalla scuola, è stata riciclata nel precariato: giovani "resettati" professionalmente, a vita; superati e obsoleti, impossibilitati a far esperienza e aggiornamento per quel che avevano studiato.
Merce per i "caporali", mano d’opera a basso prezzo.
Radicati a vita, in casa dei genitori: non danno "garanzia", quindi, nessun prestito per metter su casa; neppure a pensare di sposarsi e far figli: cambiali che non potrebbero mai onorare !
Guardo sotto la scatola che contiene scarpe sportive di una nota marca: "Made in China".
Guardo il prezzo...da impallidire: è rimasto quello dell’Euro a mille lire !
Mano d’opera cinese, prezzi da mercato italiano.
Eppoi vogliono dazi e dogane per l’importatore cinese.
Chiudono da noi e sfruttano mano d’opera sottopagata, senza tutele e regole.
Spendono meno là, vendono a più qui.
Nessuna ricaduta economica per noi, massimo profitto a loro !
Qui, solo contratti "atipici", a termine, il lavoro " a gettone", lo "sfrutta e getta".
Eccoli, i "caporali" dei nostri figli !
E non mi date del FAZIOso in questa terra dove, oltre al Papa, una cozza attaccata allo ScOGLIO dura a vita, Pontefice Massimo della Banca d’Italia !
Pur di raccattar voti un Prodi - spezia da culatello - sarebbe pronto a dar via persino il (BIP ! ); far carte false...come per Cirio, Giacomelli, Parmalat e Bond Argentini !
Anche qui, rieccole, le tre scimiette: non vedevano, non sentivano, non parlavano !
L’importante è non fare di tutta l’erba un...Fassino e, forse, usciremo da questi...Casini !
Scrivo e, con la zampa mi gratto l’orecchio; il cane mi osserva dubbioso.
"Caro amico, le pulci tue...grattano diversamente dalle mie!".

mercoledì 2 maggio 2007

L'ampolla delle anime

Per chi avesse la ventura d’arrivare a Milano e percorrere Corso Europa, fino al punto in cui si congiunge a Via Larga, subito l’attenzione andrebbe alla frastagliata cresta delle guglie del Duomo, la cui maestà già s’indovina oltre le mura che ancora si frappongono, interrotte dallo spiazzo dove sonnecchia la famosa fontana, da cui la piazzetta prende nome.
Distratti ed ammaliati pochi colgono, al lato opposto, la striscia di verde di un giardinetto, piccolo, ma abbastanza a fare di luce ombra, oltre che alle genti, anche ad un vecchio dormiente;
infatti, defilato, leggermente di sbieco, riposa un antico ossario, ben più anziano di quella chiesa che la devozione umana le diede poi come compagna: San Bernardino alle ossa o dei morti.
Un tempo antico questa zona, fuori le mura, era conosciuta come il verziere, per la presenza di orti, o brolo, dal celtico, ad indicare una parte recintata vicino ad un palazzo.
In questo luogo la necessità fece sorgere un ospedale - del Brolo, appunto - che, come legge voleva, doveva avere accanto un proprio cimitero, così come i fratelli minori a lui attorno.
Quando destino volle che, anche per le mura, fosse giunto il momento della scomparsa, ci s’interrogò su cosa fare dei resti di tante sfortunate anime, e da qui la pietà porto alla loro raccolta e riunione.
La famosa livella, che almeno nella morte funziona, volle che, nell’estremo all’appello, fossero tutti chiamati;
una scritta accanto ad un cranio, a dar voce ed ammonire: “Io ero come tu sei, tu sarai come io sono !”.
La vocazione di questo luogo, nel manifestare ritrosia a farsi trovare, la si coglie varcando i portoncini d’ingresso: eccoci imprigionati in uno spazio di diverse taglie troppo piccolo.
Chi entra da sinistra si ritrova una parete, dove è appeso un severo ed imponente quadro della crocifissione, che a vederlo viene da immaginare un Gesù inchiodato di notte: secoli di candela hanno dipinto con il nerofumo, a carboncino.
Santa Teresa e Sant’Antonio da Padova vigilano, inflessibili ed ammonitori, ai lati di un’ampia apertura a volta, una breccia che porta in ben altro ambiente, a riversare luce e spazio e dilatare confini: da lì s’entra nella chiesa vera e propria, ma non è la nostra mèta.
La fortuna invece arride a chi sceglie d’entrare dalla porticina a destra;
il sorriso tenero e dolce della madonnina lo accoglie: le braccia aperte ed abbassate sembrano indicare due pertugi, a lei di lato.
L’uno ci porta nello spazio angusto dove sta Giancarlo, il custode, la memoria storica dai capelli bianchi.
Un personaggio, una miniera d’informazioni…ma è ancora presto perché entri in scena: lasciamolo tra le sue carte, in una curiosa e infinita ricerca.
A fianco, avaro di luce, un breve corridoio, ricoperto alle pareti di cuori trafitti: non sono graffiti d’innamorati, ma devozioni alla Vergine Maria.
D’improvviso, una lama di luce: siamo tra loro !
La sorpresa coglie impreparati: l’accesso non è nel mezzo, ma a lato della cappelletta, e ci si deve girare di lato, appena entrati.
E allora, è come se qualcuno o qualcosa t’avesse risucchiato l’aria dai polmoni: ti accerchiano, ti scrutano, t’osservano dall’alto e dal basso, di qua e di là, come uccellini che accorrono quando butti il pane !
Tibie, femori e stinchi, frammenti, teschi e mandibole sdentate, ma - Signore Iddio ! - furono bimbi !
Tante piccole testine, tante orbite vuote, attorno alla porta, agli angoli, a disegnare una croce sulle pareti;
e lassù, sul cornicione, che ti scrutano, come fanno i passerotti sul filo.
Lunghe file di lumini, nei loro bicchieri rossi, riverberano la fiamma; tremolii di luce ed ombra, come tante dita che indicano agli angeli, dipinti sul soffitto: “Guardate quaggiù: c’è rimasta ancora anima di bambino da traghettare in Paradiso !”.
Ci fu un tempo in cui, frammisti, c’erano resti d’adulti: ai piedi del vecchio altare erano affastellati, annodati e confusi, pronti a tornare polvere.
Sopra al mucchio, un corpo quasi intero, cui la morte fece grazia d’esser quasi mummificato: braccia tese e scheletrite, la testa rovesciata all’indietro, nella rigidità dell’ultimo spasmo.
Di questi non rimane più nulla: forse si sono persi nei tanti rifacimenti o, coperti da un sudario di ragnatele, giacciono abbandonati in qualche scantinato.
Oppure no: gli angeli li hanno tutti portati in cielo !
E per noi, sarà il buon Giancarlo, come Virgilio per Dante, a portarci fuori dalla selva oscura...nel mezzo del cammin di nostra vita" !

Nostra signora della falce, sorella morte

Ya Karbala! Ya Hussein! Ya Khomeini! La signora in nero, dalle orbite vuote, si apprestava ancora alle messi, abbassando la falce per la mietitura. Venite con me, spostiamoci nel tempo e nello spazio, dentro gli avvenimenti di quel tragico inizio dei lontani anni 80. Un boato seguito da un rombo, prima indistinto poi, forte, arrogante, pauroso: come calabroni stuzzicati nel loro nido, uno sciame sempre più numeroso poi immenso uscì dai rifugi e dalle trincee. Tanti, troppi bambini - dodici, tredici anni, sequestrati nelle case, nelle famiglie e nelle scuole - avanzavano, alcuni sostenendo a fatica il loro Kalashnikov, altri a mani nude. Fitte ondate, lente ma inesorabili, dirette verso le linee irachene: il cranio rasato, con fasce o bende rosse in fronte, al collo una piccola chiave, in origine di ferro, poi di plastica. Chiavi che, poco tempo addietro, chiudevano armadi, cassetti e comò: ora dovevano aprire la porta del paradiso. Elicotteri volavano come insetti impazziti a mitragliare dal cielo mentre, davanti, il ritmare martellante del fuoco dei fanti, le esplosioni delle cannonate. Sbuffi di fumo indicavano che lo "sminamento" era in atto, bambini esplodevano sugli ordigni. Per questo erano avvolti in teli: erano a contenimento dei brandelli di carne, a raccogliere poi i poveri resti in quei sacchi - cuciti su di loro, come un sudario - da seppellire. Ad un certo punto anche le armi, surriscaldate, s’inceppavano, quasi a rifiutarsi, ad avere pietà di quel massacro. La prima linea irachena arretrava, l’altra di nuovo a pararsi innanzi, a voler masticare ancora altri poveri corpi. Gli uni arretravano scoraggiati - disgustati a vedere nel mirino il viso di bambini che assomigliavano ai loro, a quelli della fotografia che si portavano sempre appresso - gli altri, a passare sopra le membra informi di quelli che, poco prima, erano stati i loro amici e compagni. Alfine vincevano; chi ebbe modo di visitare uno di questi cimiteri disse: "Una distesa infinita: fin dove si spingeva lo sguardo, corpi su corpi". Ed ancora: "A contare i morti, dalla mattina, la sera ad interrompere solo perché il buio stendeva un velo pietoso su quelle giovani carni martoriate". A casa, i genitori, ricevevano un "certificato di martirio". In pratica, un "buono sconto", una specie di tessera, per ottenere prezzi vantaggiosi ad acquistare generi alimentari, indumenti, elettrodomestici e quanto altro. Come da noi i punti del supermercato, per avere regali, a ripagarci della fedeltà dimostrata. Piccola differenza: i loro erano frammenti dei propri figli! "Quante più persone moriranno per la nostra causa, tanto più saremo forti!", diceva il provveditore di sorella morte: Khomeini. Possiamo ritornare alla nostra normalità, il viaggio è terminato. Ah, scusate, non vi ho detto come finì: dopo otto anni la frontiera non si spostò di un metro! Ecco con chi e cosa ancor oggi si ha a che fare: è comunque bello morire nel sonno. L’eutanasia, la "dolce morte", accompagnerà chi ancora volge lo sguardo a non voler vedere, a non voler capire. Fu così anche per l’olocausto. Per questo Israele, al contrario, tiene gli occhi bene aperti: veglia, veglia sul capo dei propri figli! Shalom, Israel. God bless America!

venerdì 27 aprile 2007

La casa

Ad onor del vero bisogna ammettere che, da sempre, ha quell’intrigante e inquietante fascino di mistero, tanto da trasmettere un’agitazione - una piccola scossa - solo ad appoggiare lo sguardo, a sfiorarla, sia pure nel veloce passar oltre.
Intorno, la vita scorre frenetica - il palpito di questi tempi - che, al suo confronto, è il rivivere la favola della corsa tra la lepre e la tartaruga;
I fotogrammi scorrono veloci, come nelle vecchie pellicole dei film comici del cinema muto: i bambini fanno danzare le dita sui tasti dell’ultimo giochino, che disegna i personaggi sullo schermo digitale, mentre c’è chi scarica merci davanti al negozio e il fattorino parte sgommando, a far le consegne con il furgoncino del pane, e tante serrande s’alzano stridendo, ad incominciare un’altra laboriosa giornata, nel mentre le massaie escono come formiche operaie, alla ricerca di che preparare tra il pranzo e la cena.
Lei no.
Sembra sospesa nel tempo, in una bolla, che un folletto birichino ha soffiato fuori da un'altra dimensione: visibile, isolata da un’impalpabile membrana, sottile ma invalicabile.
Un poco, diciamocelo pure, è fuori moda, così stridente con le vicine;
loro: più colorate, più curate, meno scialbe, con una personalità prepotente, una pelle giovane, frutto di un’esistenza di poche primavere.
Lei no: graffiata dal sole, con quel vento che, con l’accarezzarla, l’ha sfiorita, così come l’acqua, il freddo, la neve e il ghiaccio, per arrivare a quel secco che, con l’arsura, ne ha inaridito il bel viso, facendolo screpolare anzitempo.
Ma…cosa avete capito ? Non è una vecchia zitella, bella sì in gioventù, ma ormai avvizzita: è una casa !
Ci viveva una vecchietta, che il passar degli anni la incontrava sempre più curva, con una ruga in più, una piega che si contava, come gli anelli di una pianta, un poco più lenta e sempre più assente, quasi che il corpo, correndo, fosse andato più veloce del pensiero, rimasto indietro.
Nella bella stagione sferruzzava e, man mano, si vedeva prender forma una manica, il collo, un’altra manica…invero, non era veloce, ma forse era la vecchia Penelope, che tesseva e disfaceva, nell’attesa di qualcuno che se n’andò troppo presto.
Sedeva sul più alto dei tre gradini, che in alcune parti erano sbrecciati - come se un animaletto avesse tentato di sgranocchiarli - con la schiena appoggiata alla stinta e scrostata porticina d’ingresso.
Questa, con le due finestre ai lati, disegnava la linea di un mesto sorriso, mentre le altre due sopra, con le antine sempre chiuse, erano occhi di uno che pisolava, con quel naso sbarazzino, tratteggiato dalla lunga finestra che dava sul balconcino stretto, a formare le tonde narici, tanto che pareva sentire russare.
Il faccione tondo tradiva ancora il vigore di quei muri fatti ammassando pietre l’una sull’altra, grandi nello spessore, ampie quando distese.
Qualcuno pensò di cercare d’abbellire e ricoprire con il belletto quelle forme ma, come se l’attempata casa n’avesse avuto a male e si fosse dato uno scrollo, ecco che, in più punti, la vernice s'alza, si stacca e si gonfia, sfarina e scompare, riportando alla coriacea pellaccia.
Nella fantasia dei bambini d’allora, quando la signora sola era nella mezza età, sembrava loro fosse la strega, che entrava in un mondo abitato da orchi e uomini neri;
ora, adulti, con non poca malinconia e un principio di lacrima subito richiamata, passano mormorando una preghiera per quella che fu invece una fata buona, ormai volata via, nel regno della magia.
Tanti sbirciano dalla finestrella sul lato in ombra, l’unica che permette di vedere oltre il vetro che, scoperto da quell’anta marcia come il rugginoso cardine, ha ceduto, lasciando ampio spiraglio.
Filtrato da quella lente, incrostata dal velo di polvere, ecco s’intravede la vecchia stufa, con il piano di cerchi concentrici che si spostavano a far posto alle forme più o meno generose delle pentole, che sopra si facevano sedere;
e la caldaietta a lato, per sfruttare il calore ed avere sempre acqua bollente per cucinare o farsi una tisana.
Accanto, il lavello, di quel granito grigio e grossolano, ma ampio e funzionale: sul piano, una scodellina rovesciata, con una sbeccatura che sembra un neo messo per vezzo, alcune posate senza stile, fronzoli e orpelli, giusto per fare il loro dovere e basta.
Un vecchio grembiule appeso: scuro, con tanti fiori dipinti con tante sfumature del grigio.
Un asciugamano, una saponetta che sembra un mattone, con la base incollata, appiccicata come una vongola allo scoglio;
nel mezzo della cucina, un piccolo tavolo - che a star in quattro bisogna essere magri - con un piano di marmo d’infima categoria o qualcosa che gli assomiglia.
Il piccolo cassettino centrale a far da nido alle posate e, a far da compagnia, la scanalatura, ad ospitare il mattarello per tirare la pasta.
Appoggiata ad una delle pareti, una màdia, un cassone rettangolare, dove conservare farina, lievito e altri generi alimentari.
Ancora: un piccolo armadio e una credenza, a contenere piatti e bicchieri, bianchi i primi, trasparenti e neutri i secondi.
Il mondo vecchio di una vecchia signora, dove lei aveva imprigionato i giorni e i ricordi dell’intera sua vita.
In un piccolo angolo discreto, alcune fotografie ingiallite e quasi cancellate, ma non per gli occhi di chi ha memoria.
Appesi con delle puntine scolorite, un poco accartocciati o lì lì per cadere, alcuni disegni di mano infantile, così come per la scrittura che inizia con una tremula, gigantesca, incerta e sofferta grafia: “Cara nonna…”.
Basta, non si può andare oltre a rubare nell’intimo, a scavare nell’anima, e subito lo sguardo se n’esce, come improvvisamente risucchiato via, a ritornar per strada.
Fuori, appeso, defilato, quasi se chi l’ha messo provasse vergogna, un cartello: “In vendita”.
E già: il teatro della vita cambia attori, a raccontar un'altra storia, a rappresentare un mondo diverso.
Quegli antichi muri, sotto la nuova pelle, hanno ancora tanto da raccontare, ma solo per chi avrà orecchie da elfo, gli occhiali dell’immaginazione, la bacchetta delle fate e l’animo del bambino che sa, lui solo, che il mondo delle fiabe esiste.
è la che s’incontrerà ancora la nonnina, a sferruzzare per fare un’altra maglia.

giovedì 26 aprile 2007

Un sogno nel cassetto

Non deridetemi: se abbiamo raggiunto delle vette, dibattiamo e discettiamo, impariamo e ammaestriamo, è grazie a loro.
Abbiamo un debito di gratitudine, a dire: "Grazie per ciò che date !".
Originiamo da loro: tutti !
Parlo d’amici che ho avuto la fortuna di conoscere molto presto, nello (s)perduto tempo della mia infanzia: i libri.
Sono come le persone: li trovi, li frequenti, li studi, simpatizzi o no, li perdi e li ritrovi.
Nascono, come noi. Vivono e s’ammalano, come noi e, come noi, muoiono.
Come noi: s’offrono e...soffrono.
Taluni sono adorati, altri dimenticati o sono superati nel sapere; tanti anche bruciati. Proprio come noi.
Ma, la similitudine è massima su un carattere: invecchiano. Come noi.
Sono "vissuti": cambiano odore, si formano "orecchie", piegoline, corrugamenti;
eppoi, il colore: ingialliscono o percorrono tutta la scala dal nero al bianco...s’ingrigiscono, come i nostri capelli !
Se ti è particolarmente caro, è come un amico, fatto e sputato: si "consuma" con te, accompagnandoti per tutto l’arco dell’esistenza.
E ti danno tutto, finanche l’anima: sono il vestito dell’umanità !
Sono come Virgilio per Dante: ti raccontano storie affascinanti, ti trasportano nello spazio e nel tempo.
Meglio: in tutti gli universi paralleli e, i mondi di fiaba diventano realtà.
Sono macchine del tempo; ho visto la nascita dell’universo, la danza delle particelle, il sorgere delle prime forme di vita, sono fuggito davanti al passo del T-Rex, sono stato con i primi ominidi, ho visto il mio antenato alzarsi sulle gambe e camminare eretto, ho visto l’abbozzo della prima selce, la scoperta del fuoco, i primi agricoltori e allevatori, cellule di città e civiltà organizzate;
Quando voglio posso camminare con gli eserciti Assiri o Babilonesi, marciare con i Persiani, guardare la nascita dell’affascinante e raffinato regno d’Egitto, ammirare i costruttori delle piramidi e vedere la marcia d’Israele, navigare con i Fenici, visitare Sparta e Atene, seguire i primi vagiti eppoi la crescita di Roma, bivaccare con Annibale e attraversare con lui le Alpi, vedere crollare Cartagine ma, anche le mura dei Cesari, le orde dei barbari, l’oscurantismo, la paziente raccolta dei miseri brandelli della civiltà, salvata dai monaci, la rinascita.
In parallelo, la venuta, l’opera e la morte di un uomo chiamato Gesù e la trasformazione di pescatori in pietre portanti della Chiesa. Vedo Maometto e l’Islam, l’espansione e la contrazione di mondi. Ora gli Arabi, ora i Crociati, poi, il Saladino e ancora avanti fino a Lepanto e su, su, a seguire la Storia.
Con la nostra macchina del tempo, siamo, stiamo, ci disponiamo dove ci pare.
Virgilio - il libro - ci accompagna: dall’Inferno al Purgatorio sino in Paradiso !
Il film della vita è nelle mie mani: svolgo la pellicola, avanzo, arretro, rallento ed accelero.
Sono Maestro e Scolaro, Duce, Imperatore, Re e Faraone, Tiranno e Santo, martire e finanche boia.
Dialogo con Platone, Socrate, con Salomone, Dario o Ramesse, Einstein e quanti voglio.
Perché, col libro, io sono – quasi - un dio: onnisciente, onnipresente, onnipotente.
Tutti lo sono: seppur ciechi o sordi, storpi o rovinati nel corpo, tutti possono entrare in mondi dove sono dei.
Eppure, come per i vecchi, anche gli amici possono essere lasciati soli, emarginati, ignorati o dimenticati...
a rimaner un sogno nel cassetto !

La presunzione del punto

Tediare non vi vorrei (cambiate canale se tanto vi gravo) ma su un...punto ruota la questione: la "presunzione del punto", ovvero, la saga del pallone e dei palloni gonfiati. Andiamo a spiegarci.
La nostra Terra, il globo terracqueo: una bella e paciosa sfera, apparentemente felice, vagante nello spazio profondo, dalle belle guanciotte azzurre e verdi se vista dal di fuori. Granellino ipodimensionato, invece, sull’infinita scala del creato, ma con un ego molto sviluppato. Come se l’ultimo puntino alla fine della Divina Commedia pretendesse di riassumerne l’intera opera!
Per i nostri antichi avi doveva essere il centro dell’universo, punto appunto appuntato (consentitemi il ludico – una botta infantile - giochino di parole) sul suo sfondo dallo spillone del Divino: attorno, tutte le sfere celesti rotanti, a capo chino, ad indicare sudditanza. Quanti patimenti hanno dovuto subire quelli che dicevano il contrario: più che acqua sotto i ponti, da allora, dobbiamo registrare quanto fuoco fu acceso sotto i loro piedi! Vogliamo mettere: contraddire dotti e sapienti che alla lettura avevan aggiunto interpretazione (la loro, ma tanto bastò) ed evirazione intellettuale, all’incontestabile tomo vergato per volontà di Dio!? Sacrilegio!! Ed ancora, - visto i tempi d’informazione trasmessa e, per ancora altri a seguire, più "scodellata" che scritta - quanti "aggiustamenti" ne seguirono in "corso d’opera", quante gocce di sapienza perse nei "travasi"!?...solo Dio lo sa. "Eppur si muove!", disse tra i denti il povero Galileo, dopo l’abiura. Ma molto sottovoce, in fievole ed impercettibile bisbiglio, visto che l’inquisizione viaggiava sempre con la scatola di cerini in tasca! Dopo quattrocento anni si venne a pubblicare una "Errata Corrige", ovvero l'angolo dell'ammenda. Sebbene ci si sforzi all'infinito, nessun libro (che io sappia) riesce a sfuggire all'agonia della conta degli errori commessi. Ma come allora col fuoco, per altri oggi - a ripercorrer gli antichi errori - con lo sgozzamento e la spada, sempre a voler pretender di esser fermi e gli altri pronti a girar attorno, a capo chino, ad indicare sudditanza o, semplicemente, perché...spiccato dal collo! Come legger un libretto d’istruzioni dicendo che il prodotto non può funzionare in altro modo perché fu persa, o smunta dal tempo ed illeggibile, l’intuibile scritta: "Premere l’interruttore per accendere"! I nostri antichi predecessori, avevano eletto - loro, ciechi nell’ignoranza dell’ignoto - degli orbi a guidarli. La "mappa" disegnata da costoro, mai aggiornata - per timor reverenziale o per fini concetti a...fil di lama - si pretende ora guidi noi. Vogliamo "premere l’interruttore per accendere" oppure brancolare ancora nel buio in una casa piena di lampadine e fornita d’elettricità? Prendiamo uno spillo e sgonfiamo i "palloni gonfiati" che pretendono di esser padroni della giostra, il centro su cui ruotano i giochi, i dispensatori di premi. Avete presente: chi afferra la coda vince un giro. Oggi al posto della coda mettono le teste! Povera vecchia Europa, emergente da fumosi e vetusti tempi, sonnacchiosa, con le ciabattine ai piedi e una vestaglietta sgualcita dai secoli, svegliata bruscamente da tremiti di un furioso vento dall’Est che, prima in brezza, ora in tempesta si appresta alle sue coste, ai confini, dentro le proprie viscere, a strangolarla ormai, troppo pigra nell’inedia e nella perdita di un’orgogliosa identità, una radice, un motivo di vita, per gustare ancora la voglia e il diritto ad esistere!! Rimirar solo resta, con mesta nostalgia, gli antichi splendori: si và al patibolo indossando i pantaloni rabberciati da pezze di una quotidiana miseria. "Sic transit gloria mundi!"...e passa oltre!

Fantozzi in Paradiso

Fantozzi è la sfortuna fatta persona;
sfigato per eccellenza, concentrato di disgrazie, bambolotto puntaspilli di un crudele rito Voodoo, intinto alla nascita nel fiume della rogna eterna - antieroe e perfetto "negativo" di Sigfrido o Achille - inzuppato nel liquame della iella, rivestito con l’abito della scalogna.
Neppure il vaso di Pandora era così saturo di sventure !
Le sue peripezie saranno pure surreali, ma le esasperazioni e le esagerazioni sono selezione e riassunto di una miriade d’accadimenti - e accanimenti - comunque presenti nel quotidiano vissuto dell’umana vita.
Fantozzi è - per selezione naturale - quello che è il parafulmine per la saetta: la sua...morte, come si usa dire per indicare un connubio perfetto !
Per questo - essendo un poco un denso compendio delle bastonate che ognuno di noi riceve lungo tutta l’esistenza - c’è simpatico, seppur patetico.
Con "Fantozzi in paradiso", invece, indico una categoria, un’accozzaglia, un'armata Brancaleone, che simpatia non attira e il ridicolo se l’è cucito addosso non perché sono sfortunati ma ottusi, stupidi, imbecillotti, affetti da cretinismo strutturale: bipedi simil-uomini, cascami e scarti di lavorazione, abbozzi di un sole mancato, impossibili ad essere assimilati al Dio che fece l’uomo "A sua immagine e somiglianza".
Che li si chiami - impropriamente - Kamikaze o, dal filone di provenienza, Shahid, poco importa: questi tragicomici "ridolini", comici involontari, sono il prodotto di una "scuola di recitazione" dove - da burattini - hanno solo il ruolo di comparse, di "caratteristi", pezzi d’arredamento, come portaombrelli, sedie, tavoli e similari.
A questi "scoppiati" vediamo cosa danno a bere gli Imam, la tettarella a cui s’aggrappano, il premio che li aspetta: sesso e carnazza !
"72 vergini, altezza variabile da 1,65 a 1,70, peso dai 70 agli 85 chili, seni opulenti e sodi, naso e bocca piccoli, grandi occhi neri, capelli lunghi e nerissimi, culi sodi e formosi".
Niente di diverso da quello che possono avere trovato e provato in una qualsiasi malfamata casa di...tolleranza ( scusate se il pronunciare questa parola, nel contesto, mi fa ridere ).
Questi collaudati materassi e navigate signore "[...] dinanzi alla fulgida bellezza del martire svengono per il desiderio" !
L’orgasmo femminile è in playback mentre per il maschile basta "frizionarne"la...testa !
Durata della prestazione fallica ?
"[...] senza alcuna fretta: la giornata in Paradiso dura settantamila anni" !
E vai ! Viagra e Cialis a volontà !
"Passi dieci anni con una, cento con l’altra e così via".
Eppoi, dove vanno a finire: nel mercato dell’usato o scatta la rottamazione ?
"[...] le vergini godono e dicono parole oscene durante il coito per accrescere il godimento del maschio".
M’immagino: "Dai, dai, continua così, bel...maialone !".
"[...] appena ti sarai fatto esplodere, ti verranno incontro riempiendoti di baci [...] e i corpi non puzzano. Perfino la cacca è profumata".
Mamma mia: proprio completo l’esame delle piccole Uri, le...Urine, appunto !
Hassan Jandoubi, esploso con l'intero stabilimento chimico AZT di Tolosa, aveva indossato la bellezza di cinque paia di mutande, una sopra l'altra.
Secondo il "Manuale del Martire Islamico", servirebbe a portare i genitali sani, salvi e puri tra le mani e le gambe delle 72 "gnocche".
Basterebbe il pannolone.
Mi chiedo come gli Imam hanno potuto comporre questo poema epico: a due, a quattro mani o con...cinque dita ?
Una cosa mi urta: perché oggi usano anche dei cani - imbottiti d’esplosivo - per le loro azioni ?
Perché mischiare nobili animali a bestie, mostruosità da circo Barnum ?
S’è venuto a sapere che sono finite le vergini ?
Ago e filo e rammendate quelle che sono rimaste, tanto quelli non le distinguono da una bambola gonfiabile !
Bella gente, affetta da oNANISMO: più che Fantozzi, direi...fantocci in paradiso !!

Errata corrige

A gentile richiesta...per Dio, d’amor fu il bacio !
Dopo appena duemila anni giunge smentita e s’applica il bollino "errata corrige" su un’evangelica...cantonata !
Per tutto questo tempo il Giuda, detto Iscariota, s’è preso - ad esser misericordiosi - del porco e tanti sputi.
D’accordo sul detto "meglio tardi che mai", ma forse un pochino - ammettiamolo - abbiamo esagerato.
Tommaso, Mattia, Matteo, Giacomo minore, Giuda Taddeo, Simone, Pietro, Andrea, Giovanni, Filippo, Giacomo maggiore e Bartolomeo.
Proprio una bella tavolata, per terminare in bellezza, a tarallucci e vino;
peccato per il conto, assai salato: ben trenta denari e - vivaiddio - non c’era ancora l’Euro !
Signore, paghi tu ? Grazie, grazie...e giù un bel bacio che fu, sì, di riconoscenza ma, l’esser riconosciuto, assai costò al capotavola !
Che volete: allora non s’aggiudicava stelle a qualità e gusto della tavola ma, sol...crocette !
Vabbè, forse non è andata proprio così, ma si sa che la Storia è come il vino: col tempo perde e per ripristinar livello, altro s’aggiunge !
Accontentatevi mò, del vangelo...secondo Beppe.
"Gli è tutto sbagliato, tutto da rifare...", usava dire quel gran toscanaccio di Bartali, gran campione di pedivella.
Appunto...Errata Corrige !
Non solo Giuda non tradì Gesù, ma lo fece arrestare su sua richiesta, per liberarlo dalla prigione umana, a compiere missione salvifica !
Questo, almeno, se diamo retta al Vangelo di Giuda, un antico manoscritto scritto in copto dalla versione originale in greco, trovato in Egitto negli anni 70 e restaurato, tradotto e ora reso pubblico.
Atto di fede abbiamo fatto nell’accettarne SOLO quattro - i canonici, omologati, col bollino blù a sigillo di garanzia, come per la banana Chiquita - perché non fare altrettanto con questo ?
Capisco che sarebbe dura da digerire: Matteo, Marco, Luca e Giovanni, i magnifici quattro, farebbero una gran magra figura;
ignoranti, ad andar bene, pettegoli, denigratori e "spanditori", di voi sapete cosa, al peggio.
Infatti, si scoprirebbe che Giuda "[...] era l'unico a conoscenza dela vera identità di Gesù che, gli avrebbe rivelato tutti i misteri del Cielo, della Terra e della Creazione".
Il prediletto, non sarebbe quindi Giovannino, abile venditore di sè: a Giuda, il ruolo chiave nella salvezza del mondo !
Non traditor quindi, ma strumento, a permettere che il Salvatore - abbandonando il bozzolo, il corpo mortale, che sino ad allora lo fissava alla terra - si trasformasse in farfalla, spiccando di spirito volo !
Una trama, un copione, ognuno da attore a recitar la sua parte, per un Kolossal che Il gran Dio ha voluto proiettare sul telo della Storia del Mondo.
Il "regista" disse a Giuda: "Allontanati dagli altri e ti rivelerò il mistero del Regno. È possibile per te arrivarci, ma SOFFRIRAI".
Eppoi, ancora, preannunciando la fine del Film: "Tu superi tutti gli altri, perché sacrificherai l'uomo che mi contiene".
Quale migliore investitura, ufficial "passaggio di consegne" ?!
E allora, porco G...., scusate - la forza dell’abitudine - vogliamo cospargerci il capo di cenere ?!
Magari, come per Galileo e Giordano Bruno, un piccolo "Mea culpa, mea maxima culpa", battendo il petto in segno di penitenza, lo vogliamo dedicare, al bistrattato Giuda Iscariota ?!
Anche questo è degno d’esser fonte per avvicinare..."Noi e gli altri" !
Buona Pasqua, anche se, già da oggi abbiamo aperto l’uovo...di Colombo !!
Gli è tutto sbagliato, tutto da rifare !

Entropia

Siamo tanto a parlare di riciclaggio, d’ottimizzare le risorse senza depauperare l’economia della natura, ma questa, da sempre, utilizza questo modo, e noi siamo inventori...dell’acqua calda !
"[...] nulla si crea, nulla si può distruggere, ma tutto si trasforma".
È del Beppe il fare pipì ai piedi, tra le radici della pianta;
sarà della pianta avere un domani ai piedi il Beppe, nel senso della livella di Totò, a rendere comunque in pareggio la somma e la conta, la dispersione, il ritorno e il riutilizzo dell’energia dissipata e rimessa in circolo.
Io mangerò la sua mela e lei se la riprenderà, aspettando che la terra, domani mia coperta, avrà reso alla vegliarda il miscuglio dei miei ingredienti, e, da qui, un’altra mela per un altro Beppe...che farà pipì ai suoi piedi, che schiattando ritornerà a rimettere, in un eterno macinare d’impasti e rigurgiti.
Nella nuvola attorno a voi che mi leggete, davanti a questo schermo, ci sarà sicuramente una particella di quella gran gnocca della Messalina, un mattoncino atomico d’Annibale, un balletto di protoncini e atomucci - con girandola e giostra d’elettroni, che si rincorrono come bambini eccitati nel campetto dei giochi - di Pericle o di un semplice verme.
Se vogliamo vedere, il sistema della reincarnazione - oltre che per l’unghia - esiste, ed è questo !
Guardo un pelo, e non posso non pensare che anche lì si potrebbe nascondere una frazione di Giulio Cesare, un molecolina del perfido Stalin o di Lenin.
Mi fermo qui: non vorrei cadere in un...buco nero.
Tutte le cose sono animate da spiriti - i tanti "laterizi" del cantiere della vita - chiamati, invocati, adorati e rispettati, che taluni chiamavano e interpretavano in modo antropomorfo, altri con nomi più sussiegosi, a mettere soggezione, come quark, leptoni, muoni, tauone o neutrino.
I primi furono definiti - con disprezzo e supponenza - primitivi o selvaggi;
i secondi, fisici, scienziati, luminari del sapere.
Dove la differenza ?
Ognuno ha usato il suo tempo, i mezzi e le parole, a questi associato, per descrivere le stesse cose.
Forse che i grandi filosofi avessero di più di un progenitore più antico e meno di un nostro "cervellone" ?
Animismo, Reincarnazione…Entropia: tanti modi per descrivere una minestra !
Rispetto, gente, sempre rispetto ci vuole !
Chi verrà dopo di noi, lontano nel futuro, sarà a descriverci come appesi per zampe ai rami della cultura;
per noi lo erano i nostri antichi padri, a saltar da una pianta all’altra.
Eppure io, tu che mi ascolti e te che scuoti la testa, siamo cucina d’avanzi !
La nostra età è incommensurabile, si spinge nella notte dei tempi;
a quella che i nostri pomposi sapientoni descrivono come "singolarità" ( teoria del "checazzè" ), un momento dove prima non c’era nulla e, subito appresso, di tutto e di più: un modo elegante per non dire che, di cosa c'era dietro, non si sa una beata fava !
E si ride delle credenze dei nostri avi, o si pretende di ficcare nel gozzo dei nostri vicini verità assolute, con la coercizione della spada !
Impariamo ad essere umili, a capire che si è alunni e maestri in egual misura e tempo: in rapporto a questo, con riferimento a quello.
Imperi, civiltà, dei e divinità sono caduti, prontamente sostituiti e destinati a ripetere il ciclo, perché “Di tutte le cose sicure la più certa è il dubbio, come disse il buon vecchio Bertolt Brecht ( l’ho letta proprio ora sulla fodera di un contenitore di documenti, tappezzato d’amenità simili, come i pensierini nell’incarto dei baci Perugina ! ).
E dei pirla sono qui, a menar di coltello e scimitarra, sniffatori dei papaveri del fanatismo, a imporre del loro !
Dio-Entropia ha due semplici leggi, binarie e ineluttabili: tutto si trasforma...dopo ogni passaggio qualcosa si perde e, infine, tutto si estingue.
Un’ultima mescola e...l’ultimo spenga la luce !

Energie...alternative

In polverosi tempi avvolti nel sudario d’antichi ricordi, seppur si sfiorò, si pensava alla guerra atomica come ad una eventualità remota: anche il vincitore ne sarebbe uscito con le ossa rotte !
No, proprio non conveniva a nessuno: la conta, in milioni di morti, atterriva anche i più duri.
Poi arrivarono quelli che, no, a noi ci frega niente, anzi, vogliamo morire e fare spessore con i cadaveri !
Il primo fornaio di massa di torsoli abbrustoliti fu l'ayatollah Ruhollah Mosavi Khomeini che, ai tempi della guerra con l’Irak di Saddam, mandò i bambini a sminare il terreno e a fermare le mitraglie del nemico, offrendo le vite di quei poveri ragazzi: un vero "Delicatessen shop" !
Ma erano cose così lontane da noi e, come per oggi, era buon’abitudine mettere testa sotto la sabbia anche per le cose più raccapriccianti, basta che accadessero fuori dei muri di casa nostra.
In fitte schiere camminavano, stringendo al collo una chiavetta: avrebbe garantito loro l’apertura della porta del paradiso; e forse, in tasca, avevano tanti preservativi quante erano le vergini sulla cui groppa pensavano di saltare.
Intanto, nel quotidiano - Opla ! - lo facevano solo sulle mine, erano traforati dai proiettili e sfarinati dalle bombe !
Non servì a nulla: non guadagnarono un granello di terreno, non persero...se non la vita.
Uno a uno: palla al centro: "Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scuordammece 'o passato simme in Iran, paisà" !
Fu falciata un’intera generazione, diluita nel gabinetto della Storia.
Di là da tutto, quel che spaventa è che si affermò la sensazione che, si, ogni profeta dei miei stivali poteva imporre i propri deliri senza più avere un limite, e questo è grave, quando non si perde soldi o tempo, ma vite !
Era venuto meno la paura per i grandi numeri, al cospetto di milioni d’esseri portatori del respiro divino, a sublimare il cinico concetto che un morto è un dramma e milioni solo una statistica !
Ahmadinejad Mahmoud vuole la bomba atomica: perché ce l’hanno Israele, l’India, il Pakistan, la Corea, mio nonno e la portinaia !
Certo, ma in nessuno di quei paesi - fortunatamente - esiste Ahmadinejad Mahmoud, brutta copia, e pure scadente, del becchino Khomeini.
Per "equivicinanza" allora dovremmo fornire il giocattolo anche alla Somalia, a San Pietro e a San Marino !
Nessun paese atomizzato ha mai pervicacemente minacciato la disponibilità a perdere milioni di figli pur di sbianchettare l’avversario dalla carta geografica: Israele scompare, quando s’insegna geografia, ma magicamente ricompare, quando la si vuol...togliere !
Per tutti la "Bombolona" è un oggetto da ultima spiaggia: serve più da deterrente che da fornello per la fonduta.
Se non proprio "un" è sicuramente "in" fondo al magazzino: come il fucile da caccia appeso alla parete.
"Ka mate, Ka mate! Ka ora, Ka ora !
È la morte, è la morte! È la vita, è la vita!
Questo è l'uomo peloso
è chi ha fatto splendere il sole su di me!
ancora uno scalino, ancora uno scalino, un altro
fino in alto il SOLE SPLENDE" !
Erano le parole della "Haka", la danza di guerra dei guerrieri Maori, che anticipava la battaglia: erano urlate in modo minaccioso, accompagnate da movimenti delle braccia e sbattimento dei piedi.
Spesso ci si fermava alla dimostrazione: quattro urletti eppoi, tutti a casa, come i bambini dopo il Carosello !
Era come la carica ruggente e il tamburellare di petto dei gorilla, che sembrava dire: "Tenetemi sennò lo faccio...nero !".
Peccato che Mahmoud - "l’uomo peloso" - salirà uno scalino, poi l’altro, fino far spendere non un sole ma mille...e non più mille !
In fin dei conti cosa volete che siano milioni di morti per chi ha scambiato il paradiso di Allah per una casa di tolleranza, piena di vergini i cui pertugi si apriranno solo con la chiave al collo, dopo che sarai vaporizzato in un lampo di luce !
"Deus lo vult !".

De...riso

Era facile umorismo, una volta, parlare dei piccoli cinesini come dei classici "mangiatoli di liso"!
Avevi paura di "romperli", così piccoli ed esili, così discreti, tanto sembravano camminare in punte di piedi per non fare rumore.
Pensavamo che al massimo ci avrebbero sommerso con il riso...ed è vero: il riso è sulle loro bocche, ma non è quello che attingevano dalle ciotole, con i caratteristici bastoncini; no, purtroppo è quello del "oraiotiprendoperilculo"!
Tra poco arriveranno carichi di monete e compreranno a destra e a manca.
Non fuggiranno più, raccogliendo la loro misera mercanzia, davanti a chi, spesso, se la rideva nel vederli scappare, come a calpestare col piede un formicaio, a creare scompiglio.
Talvolta anche a requisire quelle poche cianfrusaglie che, per quei disperati, era un piccolo capitale - la loro "azienda" - mentre per i "gendarmi", solo ninnoli da spartire; magari continuando a sghignazzare del parapiglia creatosi.
Una piccola forma di potere; il "paria" che, ultimo tra gli uomini si consolava nel poter almeno calpestare un insetto; vile ma pago d’esser "Forte con i deboli anche se debole con i forti!".
Nanerottoli, ingigantiti dalla lente deformante di una divisa.
Non solo loro, certo: Tanti "Vù cumprà" pagano sulla propria pelle l’estremismo di pochi - ma numerosi, per la legge dei grandi numeri - "gallonati" in uniforme che tolgono ad altri la "misera" ricchezza!
Prepotenti ma tronfi, foss’anche con alamari e bottoni lucenti del giaccone e del berretto di portiere d’albergo!
Speriamo che le laboriose "formichine", a differenza degli elefanti, non abbiano buona memoria, ora che, nel mercato, stanno per entrare in giacca e cravatta!
Quanto sbatter di tacchi, allora, dai tanti che, sino a ieri, li scacciavano e li sbeffeggiavano!
Mi ricordo i tempi in cui taluni auspicavano che la Cina venisse a tener lezioni di politica e di diritto dalle nostre parti.
Allora, "(...) alcune "toghe rosse", magistrati comunisti, andavano a studiare le meraviglie dei processi popolari ove, la pena di morte, era comminata a poveri disgraziati condannati in stadi affollati e plaudenti".
Ora, queste toghe svolazzano in altri lidi ma, gli stadi e i condannati a morte restano.
Ancora, cronaca d’altri tempi: "(...) fra gli studenti nostrani si distribuiva "Servire il popolo", organo dell’esercito cinese, tradotto in italiano, in modo che le castronerie fossero più facilmente leggibili".
Adesso arriva una Cina diversa, neo-capitalista, sotto forma di pullover (+ 895%), pantaloni (+ 738%), calze e collant (+ 404%) e così via elencando nel settore tessile.
Alcuni governi, come quello italiano o francese, chiedono di essere protetti da dazi.
Inutile e dannoso: se un’impresa non è competitiva, comunque soccomberà, se non ai cinesi, agli sloveni o agli spagnoli.
Possiamo castigarli per l’assenza di libertà, che è il vero discrimine fra mercato ed oppressione.
Possiamo pretendere di verificare che le merci rispondano alle caratteristiche dichiarate: che, nel tessile, il lino sia lino e la seta sia seta, o, nel caso dell’alimentare, che i pomodori non siano stati coltivati utilizzando sostanze da noi proibite.
In ogni caso...ci faranno le scarpe!
Nulla a che vedere con la qualità dei nostri artigiani e delle industrie ma, provate a guardare questi prezzi: un paio di scarpe importate dalla Cina costa in media 2 euro e 36 centesimi, che salgono a 10 euro e 38 centesimi per i modelli in pelle o in cuoio.
E qui, come per la pizza o il vino, l’olio e tanto altro, sarà una specie di "giustizia divina": la morte commerciale per tanti che specularono equiparando un euro alle mille lire, non "arrotondando" - come si temeva - ma "raddoppiando" i prezzi!
È proprio vero: "Ride bene chi ride ultimo".
Anzi, da oggi si dirà: "Lide bene chi lide ultimo".
Buongiolno e glazie!

Ciarlatani: i nuovi dei

Santino, Santo e Santone.
Il primo, accattivate, protettivo: lo tenevi nel portafoglio o - in anni lontani - sul cruscotto, fissato con una piccola calamita.
Rassicurante, l’immagine del soggetto religioso - riprodotta su un rettangolo di carta o cartoncino - ingialliva e t’ accompagnava per la vita: invecchiava con te, corrugandosi, a formare pieghe, come la nostra pelle che avvizziva allo scorrere degli anni.
Quel piccolo affresco, donato dal buon parroco della parrocchia, era il compagno che, come il rosario sullo specchietto retrovisore della vecchia auto e la fotografia dei tuoi cari ( a raccomandare: non correre...pensa a noi...vai piano...sii prudente ), trasmetteva pace, serenità e buoni sentimenti.
Il Santo. Quello era già più impegnativo: lo portavi a spalla, nelle fiere e nelle sagre paesane;
oppure l’osservavi - l’osservi - burbero, serioso, severo, maestoso, anche supponente, sempre granitico.
Negli angoli e negli anfratti di chiese e chiesette, in piccole cappelle blindate, sui sentieri di montagna; svettante, gigantesco sulle guglie di Cattedrali o sul pinnacolo del Duomo.
Massiccio, possente, muscolare o nerboruto, tonico, quando in un museo o in una piazzola, all’interno dei conventi.
Insomma: un pochino più distante, metteva soggezione, incuteva timore;
pure se lo tenevi in camera - di gesso, come le madonnine - e - in dimensioni - meno "minaccioso".
Il santone. Purtroppo, in rapporto ai precedenti, non è un superlativo, anzi, di solito è una forma involutiva del genere umano !
Rientra nella casistica, a debito, per creduloni e ingenui: teneri, innocenti e virginei personaggi, preda eletta di queste forma di "cannibalismo" socioculturale, che un uomo mette in atto verso i simili, più deboli.
Debole non significa povero o privo di cultura scolastica, piuttosto che per ceto o classe: è un carenza mentale;
come la mancanza d’anticorpi verso le aggressioni di virus o batteri, dall’esterno.
Felix Babu Stephen: si definisce "maestro di vita".
Come Do Nascimento, "maestro", nella premiata bottega di ciarlatanerie della Vanna Marchi: dalle alghe agli amuleti.
Felix ( non il gatto dei cartoni animati; casomai: la volpe ), cura molto la coreografia: vive in una specie di tenda mongola in un canyon californiano.
Cura anche il portafoglio: ha una clientela internazionale e selezionata (in senso economico), a cui promette la guarigione da qualsiasi tipo di dolore fisico, psichico o spirituale.
I soggetti più fragili asseriscono che Stephen può predire il futuro; e lo stesso "guru" afferma che durante l'infanzia, trascorsa in India, aveva la facoltà di vedere attraverso le pareti, potere perso con gli anni.
Forse lavorava in ospedale, a fare...radiografie !
A supporto, s’aiutava: somministrava droghe e allucinogeni e si "ricaricava" con "esercizi" di violenza sessuale.
Dall’altra parte del globo – a Roma – il consunto copione viene replicato:
"Era segregata in appartamento, plagiata da un uomo che si spacciava per santone e la costringeva ad avere rapporti sessuali, oltre a pretendere soldi".
Santoni: i nuovi dei; entrano nel portafoglio, anche loro, ma n’escono subito, lasciando il vuoto.
E, tanto che ci sono, magari ci "ripassano" pure la moglie !

Cammina...vieni da me !

Siamo protagonisti, il film è cominciato, ma non da spettatori: ne siamo gli attori! Alcuni, quando scuotono i piedi, entrando in qualsivoglia contesto, lasciano tracce di sabbia: chi del deserto, chi del lontano pianeta Marte o di Titano. Da polvere di stalla a...polvere di stelle! Questa è la distanza, incommensurabile, misurabile in anni-luce, tra chi si muove a certi ritmi e chi con altri. Dalla selce e ai grugniti si è giunti - per ora - ad aprire due porte: l’una sul retro, a portarci "dietro" casa, l’altra, sulla strada, dove sfrecciano nuove idee, dove la mente può dilatare i propri confini ed espandere la conoscenza. In entrambi i casi, compiamo una "scelta", esercitando il "libero arbitrio", applicando una "libertà" di pensiero che il Creatore ha dispensato all’uno e all’altro. L’uno si accomoda all’ombra rassicurante dell’albero, nel giardino della propria infanzia, e legge nel "Libro" una "verità". L’altro, legge il "Libro" all’ombra della faccia nascosta della luna, domani a quella di un pianeta lontano. Come per il "paradosso dei gemelli", la vita, il tempo, scorrerà diversamente per entrambi. Per loro esiste una sola verità, mentre il dilatarsi delle quattro dimensioni, con la partecipazione della Velocità a braccetto con lo Spazio e sotto la direzione accorta del Tempo, introduce un nuovo attore: la relatività. Tutto dipende dal punto d’osservazione! Perchè il...canuto vegliardo, fermo, immobile sulla terra, al ritorno del vicino che...non vedeva "da anni", fatica a credere di aver davanti proprio lui e non il figlio!! Non è mai uscito di casa; Non concepisce l’universo, lui, la "talpa", abituata a vedere solo...il buio! Scorre, frenetico e spaventato, le pagine del "suo" Libro. Le parole che scorrono davanti agli occhi sono le stesse di quelle scritte nel Libro del "giovane" vicino ma, come per i loro due orologi, hanno cambiato valenza. Il Libro è come quel minuscolo puntino precedente il "Big Bang", prima dell’esplosiva espansione! L’uno ha esaminato la "crosta", il titolo di copertina e la pagina col nome dell’editore oltre che dell’autore. Per l’altro, quel fiore si è dischiuso, ne ha iniziato la lettura, ha sfogliato i suoi petali..."intravede" ed elabora, astrae e simula come potrebbe "crescere" la Parola di Dio. Il Signore Iddio gli ha parlato, in un altro deserto, ben lungi dall’aver posto un "sigillo", all’aver passato una "velina" ad un fantomatico "ultimo" profeta! Il Regista non ha ancora scritto la parola "Fine". La pellicola scorre ancora, il film continua, ma i fotogrammi si srotolano attraverso stelle e pianeti, galassie ed ammassi stellari! Il Divino ci aspetta, lontano, ai confini...dell’infinito. Il Padre ci ha fatto alzare in piedi ed ora chiama: "Cammina! Vieni da me, abbracciami!". Il "vecchio" non sente. Non può ne comprendere ne capire. Queste parole sono bisbigliate, avanti nel Libro. Per costui immutato e immutabile è il mondo. Tutto scorre ma, è come foglia secca, caduta nella corrente della Storia: sballottato, rotea e frulla nei gorghi del tempo, ma, non si muove. Anzi, peggio: ciò che non comprende dice sia opera del demonio. Prende il "giovane", lo mette in ginocchio, estrae il coltellaccio da sotto la veste e lo sgozza! Non ha fermato il ciclo delle sfere celesti, non ha fermato la mutabilità delle cose, non può perché così non è scritto. Il tempo passa a lui dinnanzi: cerca di strattonarlo, si abbranca, vuole trattenerne lo scorrere, strapparne il tessuto. Poi desiste: rientra in casa, apre la porta sul retro, esce in giardino e si siede, immobile...nell’occhio del ciclone!

L'amico di una vita

Lui mi conosce da sempre, io, cominciai a percepirne la presenza all’inizio della scuola elementare. Ne sentivo parlare spesso, certo: dai miei genitori, dai nonni, dalla comunità in cui crescevo. Lui, l’amico: quello che consolava dalle afflizioni, che sedava le liti, che aveva una parola buona per tutti e per tutto. Ed io, lo vedevo tutte le mattine all’entrata a scuola, pulcino tremebondo, per la prima volta diviso dalla mia mamma-chioccia. Lo salutavo all’uscita dalla classe, quando era l’ora di andare a casa. Talune volte gli parlavo anche. Poi divenne vieppiù una costante rassicurante, un porto verso cui dirigersi, quando la vita ti graffiava. Come a correre ancora dalla mamma o dal papà, a chiederne protezione, una carezza, a ridarti coraggio per ripartire.
Parlava - parla - anche quando è muto, con gli occhi, con lo "stare lì"; Semplicemente, perché c’è, si vede!
O, almeno, così era: oggi sempre un po’ meno. Un amico di giochi, un compagno, nel bene e nel male; Come il vecchio diario degli anni più innocenti, a far da scrigno, a custodire i pensieri più intimi e cari. L’amico buono, il compagno protettivo, "più grande", sì, ma non tanto da farti soggezione. La "giusta distanza", per portarti insegnamenti ed esperienze ma a non imporre scelte. Influenza senza obbligare. Meno invasivo del padre. Certamente una figura grandiosa, mitica ma opprimente, spesso minacciosa, troppo "severa". Almeno, così riportano le "cronache". Può molto, ma pretende tanto e i suoi scappellotti sono..."biblici"! Oggi, "suo figlio", non lo saluto più all’entrata e, ancora meno, all’uscita da scuola. Tanta acqua è passata sotto i ponti, tanti anni mi hanno raggiunto, scavalcato e superato, a contare sempre più qualche capello bianco tra quelli già pallidi e ingrigiti. I contatti si sono sempre più affievoliti: lo scandire dei secondi, dei minuti, delle ore e dei giorni, nel crogiolo degli anni, rimescolati continuamente dal canuto signore del tempo, ci ha in parte allontanato, ha disperso i giorni lasciandomi il "gusto", il rimpianto, di qualcosa di tenero e dolce...a macerare, nella memoria, le reminescenze di una lontana "età dell’oro". Gli anni della contestazione, di una sporca politica scandita da "mercenari", venditori di sogni e di fumo, barricadieri, morti di fame alla ricerca di una poltrona - oggi ben difesa a protezione dei propri lombi - prestigiatori ed illusionisti, mi fa "arROSSIre" nell’aver tardi compreso di aver venduto begli anni per un pugno di lenticchie! Peggio: aver messo in una polverosa soffitta il cordone ombelicale che mi univa a quella figura saggia ed accattivante. Ci fecero fumare "oppio per i popoli", a vedere il "sol dell’avvenire", tra i vapori delle "pipe" e delle "canne"! Ora, con le cicatrici di un vecchio guerriero, ricordo di tante battaglie, più perse che vinte, lo rivedo. "Eccolo!", urlo guardando la televisione, il giornale: " è lui"! Non ha perso "smalto". Mi aspetta, ancora, a "braccia aperte"; Parla a me, di nuovo! A me, un laico! "Ciao, figliolo!" mi dice. "Ciao", rispondo. Mi osserva con gli occhi buoni: "Quanto tempo...". "Tanto, troppo!", rispondo. Vorrei aggiungere: "...come ti butta?"...ma mi trattengo. "Butta" male, risponderebbe: attaccato ad una croce, attaccato...appunto, per una croce! Pronto a diventare un "sogno nel cassetto", uno di quelli ad essere dimenticati, nella (s)memoria di chi non sa difendere un’identità, un’appartenenza, una radice, una storia infinita: la NOSTRA storia, ora dimenticata velocemente dai pavidi figli d’antichi padri, ancora attaccati alle lunghe pipe, a fumarsi quell’ormai poco cervello scampato all’ammasso! "Bentornato, amico": tra poco ricorderò la tua nascita, senza compromessi, perché questa è, prima di tutto, la mia casa. Aperta a tutti, sì ma...uomini di buona volontà! Ben ritrovato, ben tornato, amico mio, a sederti, come una volta, alla mia tavola! Amico, fratello mio.

...e l'uomo creò Dio

Come una palla da bigliardo, la massa tondeggiante carambola, rimbalza svicola e, singhiozzando, lentamente rallenta e si arresta.
Il suo respiro si ferma e il guscio si sgonfia mostrando il contenuto che, come un bimbo sgravato dal ventre materno, allarga le sue braccia e compie i primi movimenti.
Quel manufatto umano atterrato su Marte potrebbe iniziare una storia che sembra il riavvolgimento e la ripetizione di un’altra.
L’essere ammirava dall’alto l’ecosistema ricreato nella cupola chiamata Eden, sul nuovo pianeta.
Con la mente rivedeva il lungo cammino che andava dalle prime sonde allo sbarco su Terra.
Le prime celle, a ricreare l’habitat a lui adatto, mentre all’esterno erano approntate le grandi strutture che con gli anni avrebbero cambiato il clima del pianeta rendendolo completamente abitabile.
Ora, numerose generazioni dopo le immagini di quei tempi arcaici, un altro vivente controlla l’esperimento: quella copia - a sua immagine e somiglianza - che si muove nell’area Eden.
Tra poco avrà una compagna, clonata da una sua costola e manipolata dall’ingegneria genetica ad essere a lui accoppiata a fondere e rimodellare altri esemplari a loro simili ma che saranno selezionati e plasmati dall’evoluzione.
Il vecchio sogno, l’ambizione degli avi, ad essere da creato a creatore.
Qualche cosa non ha funzionato: la torre del reattore nucleare, dove alla coppia era stato fatto divieto avvicinarsi, è violata.
Erano stati contaminati dalle radiazioni, i loro geni risequenziati, in maggior parte nella catena della durata di vita, ora largamente ridotta.
Si è dovuto allontanare la coppia.
Fortuna che sono riproduttivi e il pianeta oramai è abitabile anche se, ora, l’educazione dei due e dei loro discendenti dovrà essere pilotata in un ambiente meno controllabile.
Ci ritiriamo nelle nostre astronavi in orbita, mentre sono smantellate le strutture dei laboratori a terra.
I giorni e gli anni passano: i figli dei figli del progetto "Adamo ed Eva" ora si muovono sul pianeta.
Situazioni difficili abbiamo passato.
Molti di noi si sono accoppiati con donne e il prodotto è stato mostruoso.
I loro geni contaminati ed i nostri hanno generato abnormità, dei giganti, poi eliminati.
Ci hanno visto combattere: noi contro i ribelli capitanati da Lucifero, brillante scienziato e carismatico condottiero, ma orientato alla cancellazione fisica dell’intero progetto.
Li abbiamo battuti ma non sconfitti;
Si mischiano alle creature a creare guerre: per la prima volta i "figli" hanno cominciato a combattersi.
Abbiamo cercato di condizionare le idee dei loro condottieri, a fornire un minimo di strutture sociali e comportamentali a salvaguardare la sopravvivenza della specie.
Non è facile rispondere alle loro domande sulla tecnologia e scienza da noi dispiegata e da loro sempre passivamente osservata.
Abbiamo portato un loro esponente - chiamato da essi "profeta" - su una nostra astronave: si chiamava Elia e, molto impressionato, ha vissuto l’ascesa e la vista dell’intero pianeta sul mezzo che lui chiama carro di fuoco.
Da allora molto abbiamo assistito la loro crescita: gli abbiamo donato il fuoco, educati all’agricoltura, all’allevamento, a progettare i primi villaggi.
Abbiamo fornito loro nostri dotti da Imhotep architetto egizio a Mosè, a costruire un progetto sociale nelle nostre intenzioni atto a coagulare il più possibile l’estrema disomogeneità, la famosa "sindrome di Babilonia".
Abbiamo fallito con il povero Akenaton, ma ci siamo ripresi con Gesù.
Abbiamo perso il nostro uomo, ma il suo sacrificio ha salvato il progetto.
I tempi erano infelici a che comprendessero gli insegnamenti.
Molti, troppi, hanno applicato alla lettera parole a sintetizzare idee complesse, astrazioni e simbologie.
Il solito vecchio problema: come far capire all’uomo delle caverne la fusione nucleare?
Fantasie dite? Mah!
Provate ad immaginarvi attore dei tempi: come interpretereste i fenomeni del creato e creatore?
E dopo non averli capiti, come li spieghereste agli altri?

Il nido del filosofo

Finalmente a casa!
Abbandono la valigetta quasi volessi disfarmene e getto distrattamente le chiavi sul tavolo.
Accaldato, dopo una giornata afosa - dove ogni respiro costava lo sforzo di dover aprire i polmoni ad una zaffata d’aria bollente - mi precipito verso il frigorifero. Gusto il primo momento: all’apertura m’investe una carezzevole frescura rendendo ancora più voluttuoso il prendere la bottiglia d’acqua fresca. Bevo golosamente cercando di annegare quella sensazione di calore, quella continua e fastidiosa percezione d’arsura che ti fa sembrare come una foglia secca accartocciata. Incurante dall’aspetto ormai rilassato ma arruffato, con la camicia aperta e le scarpe abbandonate durante il breve tragitto - a cercare la frescura del nudo pavimento - mi trascino verso la salvezza. Clic! E la magia comincia: un piccolo, quasi impercettibile fischio, alette che si aprono come le ali di un angelo ed ecco, finalmente, un piccolo sibilo ad indicare che sono salvo. Se non fosse cosi in alto quasi lo bacerei. Il mio climatizzatore!
Faccio scorrere l’acqua della doccia e contemporaneamente accendo il televisore a catturare qualcosa: musica, informazioni, anche solo un leggero brusio di sottofondo che renda ancora più confortevole il riconoscere la mia "tana". Il refrigerio dell’acqua, il suo piacevole massaggio mi ritempra. Mi sento più pulito, più presentabile quasi - in quel piccolo momento paradisiaco - più "umano".
Nello stile "informale" - classica uniforme di calzoncini corti e mogliettina - accendo un attimo il mio portatile a dare un piccolo controllo alla E-Mail poi, soddisfatto, scorro il giornale a completarne la lettura dopo averne solo spiato titoli e brevi introduzioni durante le pause caffè, sul lavoro.
Pianifico i miei impegni - il magico momento di organizzare una puntata in pizzeria con gli amici – usando uno dei cellulari che circolano in famiglia. Prendo le chiavi della macchina abbinandone il mazzo al modello ( eh, si: ne abbiamo due ) Ah, già: devo ricordarmi di fare il pieno di benzina.
Durante il tragitto maledico la mia smemoratezza, battendo nervosamente il palmo della mano sulla fronte: dovevo mandare il vaglia a conferma della casa per le vacanze! Domani. Prendo nota sulla mia agenda elettronica. Bella la macchina che incrocio. Dovrei cambiarla: la mia ha ormai quattro anni. Ecco, anche oggi mi sono dimenticato di svuotare i sacchetti della differenziata. Casa sembra diventata un magazzino: scatolette e cartoni, bottigliette, scarti di frutta e verdura, imballaggi degli ultimi acquisti. Accidenti, quanta roba! Ed è passato solo un giorno dall’ultima volta che ho svuotato le pattumiere!
Speriamo che all’approssimarsi della calura e all’avvio dei condizionatori non si finisca come l’altra volta con tutte quelle interruzioni di corrente. Senza la calcolatrice non ricordavo più neppure come facevo prima le divisioni ed ho dovuto aspettare il ripristino della rete elettrica prima di terminare la mia denuncia dei redditi. Dopo, il rassicurante ronzio di tutto ciò che sembrava morto, il riaccendersi di televisione e l’illuminarsi dei locali, l’avvio della lavatrice e il borbottio della calcolatrice. Eureka! Sembrava quasi che anche io mi fossi spento con loro!
Il breve attimo di smarrimento - il protrarsi l’avrei chiamato panico - è passato. L’energia di nuovo scorre.
Così "naturale", così rassicurante: come la paglia nel nido. Mi addormento cullato in quel benessere. Cosa farei senza tutto questo?!
Abbioccato sulla poltroncina ripensavo ai bei tempi delle manifestazioni contro la guerra in Vietnam, alle proteste contro l’inquinamento, la difesa delle foreste pluviali, la contestazione per la difesa delle minoranze e contro quelli che fanno le guerre per il petrolio...a proposito: vado subito a far benzina !