giovedì 26 aprile 2007

Il nido del filosofo

Finalmente a casa!
Abbandono la valigetta quasi volessi disfarmene e getto distrattamente le chiavi sul tavolo.
Accaldato, dopo una giornata afosa - dove ogni respiro costava lo sforzo di dover aprire i polmoni ad una zaffata d’aria bollente - mi precipito verso il frigorifero. Gusto il primo momento: all’apertura m’investe una carezzevole frescura rendendo ancora più voluttuoso il prendere la bottiglia d’acqua fresca. Bevo golosamente cercando di annegare quella sensazione di calore, quella continua e fastidiosa percezione d’arsura che ti fa sembrare come una foglia secca accartocciata. Incurante dall’aspetto ormai rilassato ma arruffato, con la camicia aperta e le scarpe abbandonate durante il breve tragitto - a cercare la frescura del nudo pavimento - mi trascino verso la salvezza. Clic! E la magia comincia: un piccolo, quasi impercettibile fischio, alette che si aprono come le ali di un angelo ed ecco, finalmente, un piccolo sibilo ad indicare che sono salvo. Se non fosse cosi in alto quasi lo bacerei. Il mio climatizzatore!
Faccio scorrere l’acqua della doccia e contemporaneamente accendo il televisore a catturare qualcosa: musica, informazioni, anche solo un leggero brusio di sottofondo che renda ancora più confortevole il riconoscere la mia "tana". Il refrigerio dell’acqua, il suo piacevole massaggio mi ritempra. Mi sento più pulito, più presentabile quasi - in quel piccolo momento paradisiaco - più "umano".
Nello stile "informale" - classica uniforme di calzoncini corti e mogliettina - accendo un attimo il mio portatile a dare un piccolo controllo alla E-Mail poi, soddisfatto, scorro il giornale a completarne la lettura dopo averne solo spiato titoli e brevi introduzioni durante le pause caffè, sul lavoro.
Pianifico i miei impegni - il magico momento di organizzare una puntata in pizzeria con gli amici – usando uno dei cellulari che circolano in famiglia. Prendo le chiavi della macchina abbinandone il mazzo al modello ( eh, si: ne abbiamo due ) Ah, già: devo ricordarmi di fare il pieno di benzina.
Durante il tragitto maledico la mia smemoratezza, battendo nervosamente il palmo della mano sulla fronte: dovevo mandare il vaglia a conferma della casa per le vacanze! Domani. Prendo nota sulla mia agenda elettronica. Bella la macchina che incrocio. Dovrei cambiarla: la mia ha ormai quattro anni. Ecco, anche oggi mi sono dimenticato di svuotare i sacchetti della differenziata. Casa sembra diventata un magazzino: scatolette e cartoni, bottigliette, scarti di frutta e verdura, imballaggi degli ultimi acquisti. Accidenti, quanta roba! Ed è passato solo un giorno dall’ultima volta che ho svuotato le pattumiere!
Speriamo che all’approssimarsi della calura e all’avvio dei condizionatori non si finisca come l’altra volta con tutte quelle interruzioni di corrente. Senza la calcolatrice non ricordavo più neppure come facevo prima le divisioni ed ho dovuto aspettare il ripristino della rete elettrica prima di terminare la mia denuncia dei redditi. Dopo, il rassicurante ronzio di tutto ciò che sembrava morto, il riaccendersi di televisione e l’illuminarsi dei locali, l’avvio della lavatrice e il borbottio della calcolatrice. Eureka! Sembrava quasi che anche io mi fossi spento con loro!
Il breve attimo di smarrimento - il protrarsi l’avrei chiamato panico - è passato. L’energia di nuovo scorre.
Così "naturale", così rassicurante: come la paglia nel nido. Mi addormento cullato in quel benessere. Cosa farei senza tutto questo?!
Abbioccato sulla poltroncina ripensavo ai bei tempi delle manifestazioni contro la guerra in Vietnam, alle proteste contro l’inquinamento, la difesa delle foreste pluviali, la contestazione per la difesa delle minoranze e contro quelli che fanno le guerre per il petrolio...a proposito: vado subito a far benzina !

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