giovedì 26 aprile 2007

La presunzione del punto

Tediare non vi vorrei (cambiate canale se tanto vi gravo) ma su un...punto ruota la questione: la "presunzione del punto", ovvero, la saga del pallone e dei palloni gonfiati. Andiamo a spiegarci.
La nostra Terra, il globo terracqueo: una bella e paciosa sfera, apparentemente felice, vagante nello spazio profondo, dalle belle guanciotte azzurre e verdi se vista dal di fuori. Granellino ipodimensionato, invece, sull’infinita scala del creato, ma con un ego molto sviluppato. Come se l’ultimo puntino alla fine della Divina Commedia pretendesse di riassumerne l’intera opera!
Per i nostri antichi avi doveva essere il centro dell’universo, punto appunto appuntato (consentitemi il ludico – una botta infantile - giochino di parole) sul suo sfondo dallo spillone del Divino: attorno, tutte le sfere celesti rotanti, a capo chino, ad indicare sudditanza. Quanti patimenti hanno dovuto subire quelli che dicevano il contrario: più che acqua sotto i ponti, da allora, dobbiamo registrare quanto fuoco fu acceso sotto i loro piedi! Vogliamo mettere: contraddire dotti e sapienti che alla lettura avevan aggiunto interpretazione (la loro, ma tanto bastò) ed evirazione intellettuale, all’incontestabile tomo vergato per volontà di Dio!? Sacrilegio!! Ed ancora, - visto i tempi d’informazione trasmessa e, per ancora altri a seguire, più "scodellata" che scritta - quanti "aggiustamenti" ne seguirono in "corso d’opera", quante gocce di sapienza perse nei "travasi"!?...solo Dio lo sa. "Eppur si muove!", disse tra i denti il povero Galileo, dopo l’abiura. Ma molto sottovoce, in fievole ed impercettibile bisbiglio, visto che l’inquisizione viaggiava sempre con la scatola di cerini in tasca! Dopo quattrocento anni si venne a pubblicare una "Errata Corrige", ovvero l'angolo dell'ammenda. Sebbene ci si sforzi all'infinito, nessun libro (che io sappia) riesce a sfuggire all'agonia della conta degli errori commessi. Ma come allora col fuoco, per altri oggi - a ripercorrer gli antichi errori - con lo sgozzamento e la spada, sempre a voler pretender di esser fermi e gli altri pronti a girar attorno, a capo chino, ad indicare sudditanza o, semplicemente, perché...spiccato dal collo! Come legger un libretto d’istruzioni dicendo che il prodotto non può funzionare in altro modo perché fu persa, o smunta dal tempo ed illeggibile, l’intuibile scritta: "Premere l’interruttore per accendere"! I nostri antichi predecessori, avevano eletto - loro, ciechi nell’ignoranza dell’ignoto - degli orbi a guidarli. La "mappa" disegnata da costoro, mai aggiornata - per timor reverenziale o per fini concetti a...fil di lama - si pretende ora guidi noi. Vogliamo "premere l’interruttore per accendere" oppure brancolare ancora nel buio in una casa piena di lampadine e fornita d’elettricità? Prendiamo uno spillo e sgonfiamo i "palloni gonfiati" che pretendono di esser padroni della giostra, il centro su cui ruotano i giochi, i dispensatori di premi. Avete presente: chi afferra la coda vince un giro. Oggi al posto della coda mettono le teste! Povera vecchia Europa, emergente da fumosi e vetusti tempi, sonnacchiosa, con le ciabattine ai piedi e una vestaglietta sgualcita dai secoli, svegliata bruscamente da tremiti di un furioso vento dall’Est che, prima in brezza, ora in tempesta si appresta alle sue coste, ai confini, dentro le proprie viscere, a strangolarla ormai, troppo pigra nell’inedia e nella perdita di un’orgogliosa identità, una radice, un motivo di vita, per gustare ancora la voglia e il diritto ad esistere!! Rimirar solo resta, con mesta nostalgia, gli antichi splendori: si và al patibolo indossando i pantaloni rabberciati da pezze di una quotidiana miseria. "Sic transit gloria mundi!"...e passa oltre!

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