Redde rationem…
La resa dei conti sembra imminente: non sarà la battaglia finale, ma una bella rissa certamente.
Non l’Apocalisse, ma da esorcismo sì.
“Adiuro te, Satan, hostis humanae salutis…”.
Il demonio sarà pure un gran cornuto, ma certo si avvantaggia dall’averlo troppo descritto come “mostrignaccolo” zoccoluto, con codino a punta di lancia, alette da pipistrello, naso a rampino, barbetta caprina, tempie bitorzolute e cotenna rosso fiammante.
Il voler credere trasformato il vecchio satanasso, da arcangelo “il più bello degli angeli, Spirito perfetto inferiore a Dio soltanto”, a bruttura simile ai bernoccoluti Klingon, della serie televisiva di Star Trek è stato errore madornale.
Pensarlo così riconoscibile, solo a veder sbucare il classico codino, è azzardo.
Men che meno le corna che, con i tempi che corrono, il portarle non vuol dire essere arbitri di calcio o in trasferta dall’Inferno.
Le alucce sotto la giacca poi potrebbero dare impressione di avere di fronte il classico gobbetto, cui toccarne gibbosità porterebbe addirittura fortuna.
No, è stato proprio la più grande minchionata pensarlo con la logica che muoveva il Marco Ezechia Lombroso, poi divenuto Cesare, che credeva possibile leggere animaccia nera solo nei tratti - guarda caso, sempre grossolani - del bipede di turno che gli stava sotto la lente.
Troppo semplice.
Piacerebbe vincere facile, ma il prossimo che viene a fotterci è spesso, all’opposto: accattivante, rassicurante, radioso, luminoso e bello.
Insomma: si presenta bene.
Quel che ai tempi bui figurava spaventoso, come l’inferno che lo accompagnava, oggi sembra una macchietta da avanspettacolo, ridicola caricatura e infantile spauracchio di antenati un poco trogloditi.
Un Belzebù così buffo e muffo, la sicumera di essere evoluti rispetto a cavernicoli avi, porta a sottovalutare la minaccia, a credere sempre che l’Uomo Nero non esista e quanto si era ingenui, da piccoli.
E il mefistofelico, luciferino, malefico e maligno ci va a nozze: se il nemico non esiste, perché portare lo scudo?
Alfine, anche tanti porporati pare siano a ingrossare le fila di quelli che no, siamo adulti, non scriviamo più la letterina a Gesù Bambino, né a Babbo Natale, la calza per metterci regali o carbone per la Befana e simili amenità.
I primi a non dover abbassare la guardia sono proprio a irridere di tanto timore reverenziale per “Sua Malignità”, quasi questi fosse stato solo un ragazzaccio discolo, invidioso dei fratellini e di tanta attenzione verso quelli, così imperfetti e brutti.
Insomma, un … povero diavolo, abbrutito dalla gelosia verso quella fragile creaturina venuta male, dall’impasto di fango e argilla.
Un Satana da compatire, magari neppure vero che, se la Bibbia fosse a fumetti, parrebbe come la prorompente e prosperosa Jessica Rabbit, personaggio dei cartoni animati, che giustificava la sua forte carica erotica con un "Io non sono cattiva, è che mi disegnano così".
Un mucchio di gente sorride pensando che no, la vita è sì un susseguirsi di disgrazie e alfine pure si muore, ma sono eventi casuali o “naturali”, nell’ordine delle cose e della legge del caos.
Tanti san Tommaso, a credere solo il tatto fonte di verità: toccare per credere!
Poi, gli “sboroni” del nuovo millennio sono a sbirciare la pagina dell’oroscopo, alla “non ci credo ma…”.
Non sapremo mai quanti scaramantici sono a governare intere comunità e a deciderne destini;
non con piedi per terra, ma con la testa tra nuvole e le costellazioni, a interpretare e indovinare destino da tanti allineamenti di luminarie celesti.
Guardando stelle che magari non sono più o un universo indietro di milioni d’anni, tanto è il tempo che la luce impiega ad arrivare a noi.
Stelle morte in spazi lontani, forse vuoti, come le orbite di un teschio: con queste pagine bianche e vuote siamo a voler santificare gli indovini, ma a negare il diavolo tra e contro di noi.
Padre Gabriele Amorth, uno tra i più vecchi e battaglieri “cacciatore di demoni”, esorcista da sempre e ancora in prima linea, è ad ammonire e predicare, ma ormai voce che grida nel deserto.
Non ci sono zone franche: il demonio abita anche in uomini di chiesa. L’odore di zolfo e di sterco si sente anche in Vaticano.
Non bisogna andare lontano, per crederlo: il gioco dei soldi, lo “sterco del diavolo”, lo si riconobbe ai tempi di Paul Casimir Marcinkus,
«You can't run the Church on Hail Marys» non si può governare la Chiesa con le Ave Maria, diceva.
Presidente dell'Istituto per le Opere di Religione (IOR), la banca del Vaticano, dal 1971 al 1989, fu coerente con il suo motto.
L’”abito che non fa il monaco” dimostrò quanto nella chiesa di Pietro ci fosse di sulfureo, impastando per bene quel “letame diavolino” per poi restarne - e con lui l’immagine di Pietro - insozzato, quando scoperti gli altarini.
Senza contare la quantità di casi di pedofilia, del come sotto le toghe ancora il serpente opera nel corrompere mondo materiale.
E non entriamo nel caso della povera Emanuela Orlandi, pecorella innocente entrata negli ingranaggi di una lotta al calor bianco, tra l’incenso e lo zolfo: rapita per ricatto, per deviare attenzione sulla responsabilità del regime comunista nel fallito ammazzamento del Papa.
Figlia di un funzionario del Vaticano, fu carne da cannone, in una guerra sotterranea dove anche “toghe sporche” erano a servire l’altra sponda.
Di questi giorni è subbuglio e intenso movimento ventresco tra le porpore, a voler sgambettare il Papa:
momento in cui la Curia è attraversata da conflitti tra cordate, combattuti a suon di documenti segreti passati ai mezzi d’informazione, a farne cuneo per scardinare e scassinare nella casa di Dio.
Cose da uomini: il diavolo non centra, saranno tanti a rispondere.
E quello ringrazia per tanta dabbenaggine: se non lo conosci non lo eviti.
Porporedde rationem…
«Adiuro te, Satan, hostis humanae salutis…“ io ti esorcizzo, Satana, nemico dell’umana salvezza.
«Io non sono cattivo: mi disegnano così!» risponde il cornutaccio.
Ah, già: non esiste…
parliamo di cose serie: vediamo cosa dice l’oroscopo di oggi.
Io, secondo me... 20.02.2012
martedì 21 febbraio 2012
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