venerdì 13 aprile 2012

amMONTInamento

Figura di merda.

Rieccola, la logora, abusata e “italiota” pratica dello scaricabarile esportata di la dai confini, a farci ancora riconoscere per il peggio che siamo.
Le vittorie hanno tanti padri e le sconfitte, tutte orfane di genitori.

L’ennesima prova - se mai ancora dubbi - di una Unione Europea che non c’è, di un’anima senza fissa dimora, di una visione “talpoide”, che non supera l’ombra del campanile;
e quel che è peggio, che a spenderla è stato pure uno che non abbiamo votato, che non ha nessuna delega dell’elettorato per poterlo - poterci - rappresentare: il Mario Monti!

Parto e pargolo imposto da” Monsieur le Président de la République italienne”, Il Napolitano;
“Chef d'État italien et représente l'unité nationale”, messo a decoro dai compagni di merende - capoccione e figurante del gruppone nazionale - che mai pensavano potesse un giorno sconfinare dai limitati confini del “taglianastri”, a sforbiciare paesani striscioni tricolori di caserecce iniziative.
Il nostro, invece, con un’impennata di coda, c’ha fatto ingoiare il rospo, dando a credere che al “Mariolo” bastava volergli bene, magari dargli un bacio, perché si trasformasse nel principe azzurro.

“Monsieur Giorgiò”, come il Giovanni Battista, ha pescato “la matta” dal mazzo, prendendosi pure il merito d’essere stato paragnosta, nel celebre discorso, non della montagna ma del… Monti:

«Io non posso, ma lo farà uno che ha studiato: indegni a slacciare lui neppure il legaccio dei sandali, vi farà le scarpe, battezzando con il legno e infilzo di carota!»
Detto fatto, al capo si sono aggiunti i bastoni: il tutto chiamato, con fare rassicurante, governo “tecnico”.

«Ohibò!» riverberò eco d’italiche sponde «… ‘ndo cazzo spuntano questi!?»

Di punto in bianco i gregari italici si sono scoperti d’aver tirato la volata a una manica di ladroni, a congreghe di gatti e volpi che li hanno depredati di tanti sacrifici e sudati risparmi;
aggiunto al danno, la beffa:

«Gli italiani hanno vissuto sopra delle loro possibilità!»

«Minchia!» imprecò l’un coniuge contro l’altro «porto le corna?»

Nell’aria, odore di tradimenti; che la persona con cui si dividevano “i migliori anni della propria vita” avesse dilapidato, in torbidi amplessi, anche la parte dell’ignaro e “mazziancornuto” dirimpettaio di vita in comune, comunità e comunione di beni.

«Ghe pensi mì» ci penso io, tuonò minaccioso il Marietto, di cattedratica cultura «sangue, sudore e lacrime saranno ricino olio per portafogli pigri: sfornate uova, scucite le palanche, gallinelle mie!»

Da principio si guardò l’ammasso “High Tech”, pieno di lucine, fantasmagorie ed effetti speciali, con soggezione, che ci erano stati presentati con biglietti da visita pieni di svolazzi e altisonanti titolazzi, quasi fantozziani: “Megadirettore, grandufficial, gran farabutt. ladr. matricolat. paracul…”.

Tutto il paese li guardò, come lo sbarco marziano nel film “Incontri ravvicinati del terzo tipo”.

Marietto Monti aveva pure il “Phisique du role”, ovvero fisico per il ruolo: lungo, lungo, magro magro... un acciughino; occhialoni a oblò navale, testone a uovo e falcata a strascico, come le reti da pesca.
Mancavano le antennine, ma il colorito pallido lunare lo metteva in buona luce.

Dietro di lui, una specie di madonnina infilzata spargeva goccioloni lacrimali;
il Messia venuto dalla Bocconi snocciolava, come grani di rosario, le tante palline di lassativo, che sarebbero state distribuite “Urbi et Orbi”, alle moltitudini.

Tassa di qui, tassa di la; aumento di qui, aumento di la; esborsi di qui e saccheggi di saccocce di la.

Insomma, il vecchio sistema della medicina degli avi: applicazione di sanguisughe per salassi!

«… ’azzarola!» rispose il parco buoi «la scorrazzata mariola è una cagata pazzesca!»

Non contento, Mariolino lo spaccino prese a esorcizzare.

«Crescitalia… salvaitalia… aglio, fravaglio, fattura ca nun quaglia, corne e bicorne, cape'e alice e cape d'aglio!»

Il diavolo, stavolta, come Superman: invulnerabile, quel che gli è scagliato addosso, rimbalza.
Risultato: declassamento e seguente recessione per un popolo di svaligiati, che risponde:

«Bamboloni, non c’abbiamo più ‘a lira!»

Il vecchio anatema, che vorrebbe colpa e capro espiatorio a chi venuto prima, cade miseramente.
Colpo di grazia: si allarga la forbice, lo “Spread”, il differenziale tra il tasso di rendimento di un'obbligazione e quello di un altro titolo preso a riferimento;
con il crucco, il nostro fa figura di parente povero, che vien dalla campagna.

Marietto si rassetta il cravattino e sbotta:

«Per gli spread in rialzo non ci sono ragioni specifiche italiane, stiamo pagando di rimbalzo la crisi spagnola!»
E te pareva.

Rajoy di Spagna non glielo manda a dire e, ”di rimbalzo”, lo cazzia.

«Se l’Italia va male, la colpa è della crescita economica che manca.»

E certo: il purgante Monti, come nella barzelletta del Gran Capo.

Gran Capo indiano è stitico.
Lo stregone da un bicchiere di lassativo.

«Grande Capo niente cacca!»

Lo stregone, “L’uomo della medicina”, alza la dose: un secchio.

«Grande cacca… niente capo!!»

Ecco, l’Italia del Monti: nella cacca più completa!

E il “Supermario” si prende pure del vigliacchetto, dall’ispanico.

«Puntare il dito su altre capitali, come ha fatto Monti, è da irresponsabili, perché equivale a suggerire alla speculazione il bersaglio su cui infierire!»

Pare che l’italico Mariotto abbia trovato scappatoia.

«Tutta colpa dei giornalisti: sono stato mal interpretato!»

Male che vada, il capo non sbaglia mai.
Tutta colpa degli italiani, scansafatiche e fannulloni.

Che potrebbero vanificare il tutto, ribellandosi, facendo… amMONTInamento.

Spero tanto nell’uomo della medicina… grande cacca, niente capo!!


Io, secondo me... 13.04.2012

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