mercoledì 11 aprile 2012

Scimes, pures e pioeugg

«Damm a trà, balabiott: fam minga girà i ball!»


Quando mi fanno incazzare, parte l’embolo meneghino, quel sacramentare in milanese che fa arrossire anche la “bèla Madunina, tüta dòra e piscinina”, in cima al “Domm de Milan”, al pinnacolo della chiesona milanese.

E mi girano i santissimi!
Non so quanti Ave e Pater mi costerà, di penitenza, tutto questo, ma qualche attenuante la posso pure invocare, davanti al “Signûr säntissim”, al buon Gesù.
Per gioco di sponda, mi sento tirato in ballo, anche se la boccia ha colpito altro pallino.

“A seguito di alcune contestazioni da parte di soggetti che in passato si sono contraddistinti per fanatismo religioso […] ritengo opportuno chiarire definitivamente che Io amo l’Italia è un movimento politico nazionale laico e non è e non sarà mai una setta religiosa”.

Così Magdi Cristiano Allam: un amico, prima di tutto;
che seguo, per quel che, come e posso fare, con la piccola scatola degli arnesi che la natura mi ha dato in dote.

Ancora ai tempi del Cristiano che non era, di “Noi e gli altri”, un francobollo di finestra sul monumentale “Corriere della Sera”, che scrisse il primo articolo sul prestigioso foglio - se non erro - il 3 settembre 2003.
“Un forum di libero e civile confronto sui temi più dibattuti nell’Italia che guarda al mondo plurale e globalizzato: immigrazione, islam, dialogo tra le civiltà, identità nazionale, diritti dell’uomo”.

Per me, fu come “Non è mai troppo tardi”, il “Corso d’istruzione popolare per il recupero dell'adulto analfabeta”, del mitico, rimpianto e galantuomo maestro Alberto Manzi, che raggiunse il fine di “Insegnare a leggere e a scrivere agli italiani che avevano superato l'età scolare”.
Era l’inizio: il 15 Novembre del 1960.
Un’età giurassica, per molti, che si chiederanno quale sia la mia vera età e come possibile che non sia scomparso con i dinosauri!

L’Alberto… con rapidi tratti di carboncino, disegnava efficaci schizzi e bozzetti su una lavagna a grandi fogli; Il linguaggio era semplice e piacevole, scorrevole e per nulla pedante.
Incantava.
Come la mamma quando, da piccoli, raccontava le fiabe e le mosche entravano dalla bocca spalancata di noi piccoli.

Ecco: con “Manzi Allam” cominciai a tracciare segni sul foglio, a mettere assieme lettere, parole, frasi, pensierini, fino a riuscire a farmi capire dal resto del mondo.
Formidabili quegli anni.

Gli anni del “Magdi… chiii??”.

Era il lontano 2005, quando entrato in una libreria chiesi se avevano “Kamikaze made in Europe. Riuscirà l'Occidente a sconfiggere i terroristi islamici?”… che già a dirlo tutto si andava in apnea;

«Magdi… chiii??» mi rispose una tizia, con le saracinesche degli occhi completamente alzate e i bulbi che si gonfiavano dalla meraviglia.
Riuscimmo a trovare uno - dicasi uno - libercolo, che mi sa teneva in equilibrio una delle sedie del negozio, con la gamba sghemba.

Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e Cristiano nostro ha messo in piedi e fatto camminare un sogno: passare dal dire al fare, trasformare tanti bei bla-bla-bla, tante teorie in pratica.
Nonostante quelli come me, pessimisti per natura, preoccupati per un amico che si credeva pericolosamente avviato verso il ciglio di un burrone, un entrare in politica, che tutto corrompe.

E pure mi permisi criticare il simbolo “Forattiano”: quella croce dorata che attraversa la bandiera italiana, che mi dava - ma ancora ora lo credo - troppo “Sabauda” e, d’insieme, da sensazione di tolto dalla naftalina.

Di la dal “Beppepensiero”, che comunque Cristiano ha sempre rispettato-compatito, da tempi non sospetti, mi sono trovato - e oggi ancor di più - a vivere con lui nella sostanza delle cose, in una comunanza di pensiero, di obiettivi e traguardi, che ci avvicinano.
Come tanti che si sono aggiunti e continuamente lo fanno, volendo e credendo possibile trasformare sogni in realtà, anche nello sconforto e smarrimento, in cui ci vorrebbe il devastante putridume e il marcio che galleggia attorno alla quotidianità.

Ecco che gli appestati vorrebbero contagiare il sano.
Eccoli a tentare di spandere la merda in cui sono, a spacciarla per oro, nonostante la puzza!

«Ocio: quella di Magdi è una setta!» intendendola nel significato più sprezzante, quasi fosse una combriccola, un’associazione per delinquere, di fanatici, senza capire che lo specchio riflette ma non è.
Si credono e si vedono in grande e in meglio, solo per la dimensione, dove il cervello ha rapporto con l’intelligenza come la mongolfiera per la quantità d’aria che contiene.

“Scarliga merluss
che l'è minga el to uss
che chi ch'inscì
ghè nient de fa”.

Via, via, scimes e pures, cimici e pulci, che questa non è la vostra porta: qui non c'è niente da fare!

Siete come “cagnòtt” e “càmole”, vermi e tarme… pioeugg, pidocchi sul pelo e la pelle del Prossimo.
Parassiti.

“Grattacuu” e “Impestaa”, fastidiosi e infetti.
“Bambaluga e balista… citrulli e contafrottole; indré da cutüra, ritardati nella crescita, forse perché “Da pìcul, burlà giü dal cadrégùn”, da piccoli, caduti dal seggiolone!

Avete ben da tentare di “paciugà” e “mètt giò la piva”, di preparare intrugli e tenere il broncio, ma restate quel che siete: fàcia da cü da can da càcia!

E questo non lo traduco: basta che vi pettinate specchiandovi nel didietro di un cane da caccia.

Con tutto il mio disprezzo, e con il sincero “parlà foeura di dent”: il dire di voi quel che penso.

Voi, scimes, pures e pioeugg dell’umanità!


Io, secondo me... 11.04.2012

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