Braghetta
Facebook
L’avrà fatta di corsa o a
piedi?
Acc… gli occhiali… me l'è brüt
diventa vecc, dicevano i nostri nonni, nel dialetto milanese.
Beh, dai, consoliamoci: se
è brutto diventare vecchi, peggio è il contrario.
Inforco gli occhiali… ecco…
adesso lo vedo.
Certo, la scalinata non è
quella del Philadelphia Museum of Art, con i suoi settantadue gradini;
e neppure il tipo in cima è Robert, il “Rocky”
del film omonimo;
visto il personaggio,
neppure avrà avuto come sottofondo la mitica colonna sonora di “Gonna Fly Now”:
non c’ha il “physique du
rôle”, il fisico per sostenere la parte dell’eroe, tonico e muscoloso, com’era
Balboa, il pugile interpretato da “Sly”, Sylvester “Gardenzio” Stallone.
Che in cima, esultava con
le braccia alzate, non con i pantaloni alle caviglie.
Ora togliamo l’imponenza al
tutto: Siamo in Italia, a Brescia;
un uomo, in pieno giorno e
in pieno centro, si fa il bidet nella fontana di piazza della Vittoria.
Ecco che fa bella (si fa
per dire) mostra di sé in cima ai pochi gradini del complesso.
Mi pare addirittura di
sentire il rumore del “birillo” e delle “maracas”, mentre se li sbatacchia come
campanacci di vacca.
Neppure disdegna una bella
grattugiata nel solco del vaporoso deretano e magari dà pure sfogo a una
liberatoria “bombardino di culo”.
Se Atene piange, Sparta non
ride: Roma risponde!
«Voi suonerete le vostre
trombe e noi le nostre campane» risponde invidiosa, seconda a nessuno!
E via allo spettacolino di
emuli, che urinano, defecano e si fanno il bidè per strada o in fontane pubbliche.
Stazione Termini: in uno
scatto che ci sputtana e sta facendo il giro del web, un uomo defeca in un
angolo, proprio vicino l'ingresso della stazione.
Senza contare di chi ha
fatto i propri “bisognini” alla luce del sole, in piena piazza dell'Esquilino,
di fronte a Santa Maria Maggiore.
Pantaloni abbassati, il
colorato filamento si snoda fumante, accolto dalla piazza e ammirato da passanti
e turisti.
Un altro scatto, che si
aggiunge a quello di qualche giorno fa in cui due persone “scopavano” come
ricci tra i rifiuti e non erano “operatori ecologici”. Spazzini, per
comprendersi.
Immagini comunque che
rimbalzano in rete e sui vari mezzi d’informazione, per “Urbi et Orbi” e
purtroppo i secondi non sono degli ipovedenti, ma all'Urbe e all'Orbe, cioè "Alla
città e al mondo".
Fischio, prima ammonizione,
seconda… cartellino rosso: espulso!
Non per il cagone,
purtroppo, ma a Magdi Cristiano Allam, finito nelle maglie “braghettone” di
Facebook.
Almeno la consolazione:
poteva finire nelle mutande!
“Cari amici, per l’ennesima
volta Facebook mi ha bloccato […] una foto non rispetta gli standard della
comunità di Facebook in relazione alle immagini di nudo […] una persona
fotografata a Roma mentre defeca su un marciapiede […] sospensione per due
giorni e diciannove ore”.
Al nudo di Magdi (non
quello personale), c’hanno messo le braghe, come fecero per quelli
"scandalosi" del Giudizio Universale nella Cappella Sistina, del
grande “Mike”: Michelangelo Buonarroti.
Il poverino fu sfigato
doppio: era già morto all’epoca dei fatti, nel 1564, un anno dopo la fine del
Concilio di Trento.
Fu un collaboratore e amico
di Michelangelo, Daniele da Volterra, a coprire la nudità delle figure con le
famose "braghe", cosicché da allora è stato soprannominato il Braghettone.
La maggior parte delle
braghe è dipinta a tempera sopra l'affresco originale, che quindi si è
conservato di sotto alle ridipinture ma…nel caso di Santa Caterina
d'Alessandria e di San Biagio, il Braghettone ha distrutto l'affresco di
Michelangelo e ha rifatto le figure.
Basta guardare i santi
dipinti da Michelangelo e quelli rifatti da Daniele da Volterra: Santa Caterina
era completamente nuda e San Biagio era accovacciato alle sue spalle, in una
posizione molto indecente.
Oggi, diremmo una tipica
posizione a luci rosse, da “doggy-style-porn videos”.
Alla Santa è stato fatto un
bel vestitino verde, salvando la testa, le braccia e la ruota dei martiri originali.
San Biagio non è più
piegato sulla Santa e guarda, molto devotamente, verso il Cristo giudice.
Se il buon Daniele da
Volterra non fosse intervenuto, magari neppure l’opera del sommo “Mike” avrebbe
visto luce, nel modo di “Braghetta Facebook”.
Braghetta ha la regola:
“[…] Facebook limita la
diffusione d’immagini di nudo perché alcune parti della nostra comunità globale
sono particolarmente sensibili a questo tipo di contenuti, soprattutto per via
della loro età e del loro background culturale. […] le nostre policy a volte
possono portare alla rimozione di contenuti [… ] continuiamo a lavorare per
trovare un equilibrio tra il desiderio di espressione e le necessità di una
comunità così grande e diversa”.
Gioie.
Beh, qualche sberla l’hanno
presa.
La prima da tribunale
francese, dopo che un utente si era visto rimuovere l’immagine del celebre
quadro “L’origine del mondo” di Gustave Courbet (una “ariosa” vagina) dove
dallo slargo delle gambe di donna si vede che il buco nero non è il “Big Bang”,
il gran botto da cui si dice sia nato l’intero universo.
L’altro ceffone: la
protesta di un gruppo di mamme, dopo la censura d’immagini di allattamento.
A furia di metter braghette…
Jamie Mc Cartney, classe
1971, ha fatto dell’organo genitale femminile la sua fortuna artistica.
“[…] summa di questo lavoro […] una parete, a
Berlino nel 2008: un fregio lungo nove metri con 400 calchi vaginali diviso in dieci
pannelli; vulve di ogni età”.
Un bel lavoro, per “Braghetta
Facebook”: che facciamo, oscuriamo o ordiniamo 400 mutande per poterla vedere
pubblicata?
“[…] Ammessi saranno anche
i nudi artistici, dalle sculture ai quadri, o le foto delle madri che
allattano”.
Gli schiaffi hanno avuto
effetto.
Il povero Magdi non è stato
una mosca bianca.
Ogni mezzo d’informazione
ha denunciato e mostrato gli “attributi”, con relativi prodotti urino-fecali
all’imbratto.
Quelli “particolarmente
sensibili a questo tipo di contenuti, soprattutto per via della loro età e del
loro background culturale” devono ritirare la testa da sotto la sabbia,
guardare e non aspettare sempre che siano altri a fare il “lavoro sporco”, e
rifiutarsi di vedere la realtà, seppure cruda… o cotta, visto che ogni tanto è
fumante.
Non sono costoro il nostro
metro di misura: pesci nella boccia, relegati in confini mentali ristretti e
visione deformata del mondo.
No, il motivo della censura
di “Braghetta Facebook” è un altro e richiama il saggio, quando afferma che è
prudente essere “forte coi deboli e debole coi forti”.
Scaviamo un poco più a
fondo e… scopriamo il velo.
In un commento a parte,
Facebook riconosce la complessità di dover operare in Stati e culture diverse,
dicendo di SCENDERE DI FATTO A COMPROMESSI CON LE LEGISLAZIONI LOCALI.
“[…] Alcuni sostengono che dovremmo ignorare le
richieste dei governi di rimuovere alcuni contenuti che ritengono illegali
anche se non violano i nostri standard […]
anche se ciò significa far bloccare l’intera piattaforma, ma la scelta
corretta è in primis quella di restare in un Paese, come senso di
responsabilità verso gli altri utenti che si affidano alla piattaforma”, spiega
il comunicato.
Prima gli affari, il business,
i buoni rapporti e derivati: i danè, le palanche, i piccioli, l'argent, money;
il rispetto per chi ha i
muscoli, è più grosso di te o possibile e futuro riconoscente del “Do ut des”, dell’io do affinché tu dia.
Chi ora governa baracca e
burattini sarà debitore verso “Braghetta Facebook”, che toglie di mezzo
fastidiosi moscerini, disturbatori del manovratore;
a maggior ragione se
megalomane e occupato a credere e far credere di essere una via di mezzo tra l’Arthur
Herbert Fonzarelli, il "Fonzie", il simpatico bulletto della serie
americana Happy Days e MacGyver, la persona più utile della terra, capace di disinnescare
una bomba usando degli stuzzicadenti e chiudere un buco nella diga con una
cccola del naso!
Vediamo di salvare Magdi Cristiano
Allam dall’esilio.
Si potrebbe, attraverso un
fotomontaggio, sostituire i “cago-piscioni” con Il David di Michelangelo, che
ha un bel culo tonico e un pisello da sogno!
No… forse non
funzionerebbe.
Anche per lui vollero le
braghe;
era i 2013: una copia fu
donata alla cittadina di Okuizumo, in Giappone.
«Se la vogliamo tenere,
almeno copriamogli le parti intime: provoca imbarazzo. Mettiamogli le mutande!»
Credo che il buon David ci
sia rimasto male… di sasso, dicono.
Caro Magdi, l’hai fatta
grossa.
Nella centrale di “Braghetta
Facebook” è scattato il DEFense readiness CONdition, la condizione di prontezza
difensiva.
Da defcon 1 a DefEcon 5!
Io, secondo me... 10.07.2015
Nessun commento:
Posta un commento