giovedì 30 luglio 2015


C’è posta per te

Molti dei guai di oggi li dobbiamo a lui, che pure li avrà fatti in… buona fede, ma tant’è!
Tutta colpa di quella che si rivelò poi un’insana abitudine, comune al suo pari, il Michele.

Se non ci va per primo nella caverna, ci entra per far due parole con chi l’ha preceduto.

Ha proprio una predilezione per gli stambugi, le grottarelle e tutti quei monolocali scavati nella roccia.
Vero è che sono buoni posti per riprendersi dalla fatica, rilassarsi e togliersi le scarpe, che soffocano piedi gonfi dal tanto camminare; un poco di frescura quando c’è la canicola, un riparo dal maltempo, defilati dalla calca, dalla confusione e dalla folla.

Il lavoro è duro: sempre in giro per il mondo, a portar messaggi a questo e quello, tanto che ancora oggi è benvoluto ed eletto a protettore delle comunicazioni (radio, cinema, televisione), dei postini, degli ambasciatori, dei giornalai e dei corrieri.

Come tutti quelli che lavorano da soli, quando trova quello giusto, prende il pallino e non lo molla più: ti fa una capa tanta, parla solo lui e racconta, racconta, racconta; e non c’è verso di interromperlo, che diventa incazzoso e minaccioso, con quello spadone che si porta appresso.

«Scusi sa… c’avrei un incontro dal dentista…»

S’infiamma… passa tutti i colori che neppure il camaleonte possiede in catalogo.
Magia, mistero, apparizioni, sparizioni: spunta dappertutto, come il prezzemolo.
Se ti punta, cancella pure ogni appuntamento in agenda: c’ha l’esclusiva ed è meglio non contraddirlo o interromperlo, grande, grosso e fumino com’è.
Una vera forza… di Dio.

L’inizio, il motivo della sua celebrità, fu brillante, da par suo.
Spulciando le cronache dell’epoca:
“[…] fonti ben informate del Giudaismo affermano che Gabriele avvisò Noè di prendere gli animali prima del grande diluvio; evitò ad Abramo di uccidere Isacco, lottò con Giacobbe e fu voce del cespuglio infiammato. Apparve ad Abramo per annunciargli che, Sara sua moglie, avanti negli anni e ritenuta sterile, gli avrebbe dato un figlio, da cui nascerà un popolo eletto. Sara incredula ride e l'Angelo la renderà muta, fino al momento del parto”.
E già il fare ciò fu impresa titanica, che ancora oggi a nessun uomo riesce formula per imitarlo.

E già, perché “lui” non è un “quaraquaquà” qualunque ma Gabriele, l’angelo, anzi, l’Arcangelo: un graduato, una specie di sergente.

E non finisce qua l’elenco dei meriti.
“[…] rivela a Zaccaria che Giovanni Battista nascerà da Elisabetta e, a Maria, che diverrà la madre di Gesù”.
E qui c’ha avuto il suo bel daffare, nel convincere lo sposo Giuseppe, che il concepimento è avvenuto mediante lo Spirito Santo e che non era il caso di far tanta cagnara e pensare di non sposarla più.
Non so quanti oggi si sarebbero fatti convincere, ma il Beppe dall’ora era una brava persona.

Voci di corridoio circolavano: lo davano come quello che seppellì Mosè o che sarebbe l'angelo non identificato del Libro della Rivelazione, l’Apocalisse di Giovanni che, soffiando nel corno, annuncerà il Giorno del Giudizio.
Tutto ciò però non scalfì la stima per lui e neppure si pensò a un portasfiga ma, un giorno…

«C’è posta per te!»

Maometto aveva trovato quel pertugio sul monte Hira, vicino alla Mecca, ottimo per schiacciare il pisolino quotidiano lontano da disturbatori, ed ecco che uno di quelli arriva pure lì.
«Leggi, in nome del tuo Signore, che ha creato l'uomo da un grumo di sangue! Leggi! Ché il tuo Signore è il Generosissimo, Colui che ha insegnato l’uso del calamo, ha insegnato all'uomo quello che non sapeva.»
Era una tecnica che funzionava sempre: un’interrogazione così creava sempre curiosità;
in risposta, una serie di domande e di perché: un modo per socializzare.
Di solito poi si arrivava ai soliti luoghi comuni: “Non ci sono più le donne di una volta”, “Una volta ci si divertiva con poco”, “Le nevicate di adesso non sono più quelle, ”Non ci sono più le mezze stagioni”, Si stava meglio quando si stava peggio“…
Preso dal panico, l’altro invece fuggì a precipizio dalla caverna, in direzione della propria abitazione;
Peccato, pensò Gabriele: avrebbe volentieri fatto due chiacchiere, ma la dipartita gli lasciava l’alloggio.
L’altro, dallo spavento cominciò ad avere delle visioni. La notte gli compariva in sogno una figura enorme e si avvicinava per afferrarlo. Durante il giorno, mentre camminava per la campagna, sentiva delle voci uscire dai sassi, dai muri e dal ventre degli animali;
voci che gli dicevano: "Salute, o apostolo di Dio".

Una notte, mentre stava dormendo, la figura enorme gli si presentò di nuovo in sogno. Aveva in mano un copriletto di broccato: sopra c'era scritto qualcosa. Gli disse: «Leggi!»
Erano i primi versi del Corano.
Un’esperienza simile l’avevano avuta Ezechiele e Giovanni nell’Apocalisse, ma poi lo scritto lo dovettero ingoiare: lui l'aveva fatto diventare parte del cuore e del corpo… altrimenti gli sarebbe toccato digerire un copriletto di broccato!

l'islam divenne così la religione del loro dio Allah, che si è fatto testo e che si “incarta” nel Corano, dopo essere stato rivelato a Maometto attraverso l'Arcangelo Gabriele.
Per i musulmani quindi il Corano è Allah stesso, è della stessa sostanza di Allah, opera increata al pari di Allah, a cui ci si sottomette e che non si può interpretare perché si metterebbe in discussione Allah stesso.

Questo giusto per dire che non ci potrà mai essere dialettica, interpretazione o compromesso di alcun tipo.

Così era, così è, così sarà, nei secoli dei secoli.
Il cervello all’ammasso e l’anello al naso.

Maometto si risvegliò e rispose: «Eccomi, che debbo fare?».
E Gabriele (nel sogno): «Alzati, avverti gli uomini e chiamali a Dio.»
“Dio gli rivelava tutte le cose, anche il luogo dove si era perduto un cammello nel deserto o dove si era impigliata la sua briglia”.
Fosse bastato, saremmo stati tutti bene: noi a fare i cazzi nostri e loro a cercar cammelli.

Stanchi dei cammelli, cercarono di monetizzare;
il Corano diventa Il sigillo delle rivelazioni: conferma, corregge e completa quelle precedenti.
Fedeli al detto che gli ultimi saranno i primi, eccoli a pretendere che la conta cominci dal fondo.
Il testo rivelato a Medina rafforzerà le differenze tra l'islam, l'ebraismo e il cristianesimo.
Il Corano è il ritorno alla purezza della religione di Abramo, il suo perfezionamento e Maometto, il sigillo della Profezia.
L’islam è l’unico erede di Abramo, accusa di falsificazione delle Scritture i suoi predecessori e si proclama come unica vera religione.

Ed ecco risuonare quanto di peggio per il genere umano: la presunzione, la prepotenza delle armi quando possibile;
bile, rabbia e rancore quando altrimenti, affilando le spade per tempi migliori.

«Allah Akhbar! Allah Akhbar! Ash-hadu an-la ilaha illa Allah, Ash-hadu anna Muhammad-Rasul Allah.» «Allah è, non c'è altro dio all'infuori di Allah e Maometto è il suo Messaggero.»

Già il Corano è un crogiolo di maledizioni verso chi non la dovesse pensare uguale;
senza a ciò aggiungere i famosi Hadit o detti attribuiti a Maometto;
le prime raccolte cosiddette “Sahih” o “solide, autentiche” di hadith sono state scritte oltre 200 anni dopo la morte di Muhammad.
Qualche dubbio sul “passaparola” ci sta, come ben sa chi ha giocato ai tempi al “telefono senza fili”, dove una frase del primo della file arrivava all’ultimo completamente stravolta nel significato e ben diverso dalla propria genesi.

C’è posta per noi.

Destinatari: i miscredenti, gli infedeli, impuri come cani, maiali e scimmie.
Mittente: Allah… il Compassionevole, il Misericordioso.

 “O voi che credete! Non abbiate amici tra gli Ebrei e i Cristiani […] Allah darà una più grande ricompensa a coloro che combatteranno per lui […] I musulmani devono arrestarli, assediarli e preparare imboscate in ogni dove […] circondarli e metterli a morte ovunque li troviate, uccideteli ogni dove li troviate, cercate i nemici dell’Islam senza sosta […] tagliate loro le mani e la punta delle loro dita […] se un musulmano non si unisce alla guerra, Allah lo ucciderà […] I musulmani devono far guerra agli infedeli che vivono intorno a loro […] brutali con gli infedeli […] un musulmano può uccidere ogni persona che desidera se è per giusta causa […] chiunque combatta contro Allah o rinunci all’Islam per abbracciare un’altra religione, deve essere messo a morte o crocifisso o mani e piedi siano amputati da parti opposte […] chiunque abiuri la sua religione islamica, uccidetelo”.

Alla faccia del compassionevole e del misericordioso: non oso pensare cosa sarebbe altrimenti.

O forse si, andando avanti a leggere.

"Abbiamo preparato la Fiamma per i miscredenti, per coloro che non credono in Allah e nel Suo Inviato […] colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi! […] non obbedire ai miscredenti; lotta invece con essi vigorosamente […] uccideteli ovunque li incontriate […] combattili fino a quando non ci sia più tumulto o oppressione, e prevalga la giustizia e la fede in Allah ovunque e […] ai miscredenti saranno tagliate vesti di fuoco e sulle loro teste verrà versata acqua bollente, che fonderà le loro viscere e la loro pelle. Subiranno mazze di ferro, e ogni volta che vorranno uscirne per la disperazione vi saranno ricacciati […] il loro rifugio sarà l’Inferno, qual triste rifugio! […] e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati […] in verità è gente che nulla comprende”.

Una domanda sorge spontanea: esisterà mai un “Islam moderato”?

Facendo orgogliosamente parte della “gente che non comprende”, mi rivolgo al mio, di Dio e prego:

«PADRE nostro che sei nei cieli…»

Dall’altra parte, lascio a “quelli che comprendono”, fare lo stesso:

«PADRONE mio che sei nei cieli…»

E se becco Gabriele, giuro che lo tiro giù con una schioppettata!!


Io,  secondo me... 30.07.2015

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